Una prima caricatura del nuovo primo ministro.
Marilena Nardi
Nasce il governo Gentiloni Molte le conferme di ministri del governo Renzi: Pier Carlo Padoan all’Economia, Andrea Orlando alla Giustizia, Roberta Pinotti alla Difesa, Carlo Calenda allo Sviluppo Economico, Maurizio Martina alle Politiche Agricole, Gianluca Galletti all’Ambiente, Graziano Delrio ai trasporti, Beatrice Lorenzin alla Salute, Enrico Costa agli Affari Regionali, Dario Franceschini ai Beni Culturali, Marianna Madia alla Semplificazione e alla Pubblica Amministrazione, Giuliano Poletti al Lavoro. Tra le novità, il passaggio di Angelino Alfano dall’Interno agli Esteri, la sua sostituzione al Viminale con Marco Minniti, le nomine di Valeria Fedeli all’Istruzione e di Anna Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento. Diventano ministri i sottosegretari uscenti Luca Lotti, con delega allo Sport (prima era una delle competenze di Delrio), e Claudio De Vincenti, con delega alla Coesione Territoriale e al Mezzogiorno, mentre Maria Elena Boschi entra nello staff di Palazzo Chigi come sottosegretario con il ruolo particolare di «segretario del Consiglio dei ministri» (ruolo che prima era di De Vincenti).
CHI SUONA LA CAMPANA ?
Varato il nuovo Governo Gentiloni con poche ma significative modifiche rispetto al precedente.
Indubbia la firma di Renzi che evidentemente non ha voluto che si sacrificasse chi lo ha coadiuvato, testa bassa, nella preparazione di quel pasticciaccio brutto di riforma costituzionale.
Un governo fotocopia si dice ma ora è Gentiloni che dovrà condurre la danza. Uber
Bob Dylan premio Nobel per la letteratura. Le Matin Dimanche, 2016. (Mix & Remix)
comunque io a bob lo capisco
a bob
siamo fatti così noialtri
una volta, un tempo
mi ricordo
vinsi una penna a sfera
col quesito con la susi la vinsi
venne il fattorino
non aveva i miei occhi
aveva la mia penna
venne alla porta
lo guardavo dall'occhiolino
non gli aprii
non gli apersi
la persi
la penna
la tenne
la penna
il fattorino
Fabio Magnasciutti
Nobel Prize for Bob Dylan
BY PATRICK CHAPPATTE, THE INTERNATIONAL NEW YORK TIMES - 10/17/2016
Nobel Committee: Bob Dylan 'Changed Our Idea of What Poetry Can Be'
Read the Nobel committee's award presentation speech for Dylan below: pic.twitter.com/7ccMSrHCa6
Bob Dylan is awarded the 2016 #NobelPrize in Literature "for having created new poetic expressions within the great American song tradition" pic.twitter.com/yfa0kxNMRq
Bob Dylan dopo un iniziale smarrimento per la notizia del premio ha annunciato la sua impossibilità a partecipare alla cerimonia causa precedenti impegni.
Patti Smith è stata scelta da Bob Dylan come sua rappresentante alla cerimonia di consegna dei Premi Nobel 2016, che si è tenuta quest'oggi (sabato 10 dicembre) a Stoccolma.
La cantautrice e poetessa americana ha omaggiato il Bardo di Duluth eseguendo, accompagnata dall'orchestra, una reinterpretazione del classico "A hard rain's a-gonna fall", cedendo anche a una grande emozione.
Ecco, di seguito, il video integrale dell'esibizione di Patti Smith e più sotto, l'originale di Dylan e la lettera all'Accademia svedese:
Banquet speech by Bob Dylan given by the United States Ambassador to Sweden Azita Raji, at the Nobel Banquet, 10 December 2016.
Good evening, everyone. I extend my warmest greetings to the members of the Swedish Academy and to all of the other distinguished guests in attendance tonight.
I'm sorry I can't be with you in person, but please know that I am most definitely with you in spirit and honored to be receiving such a prestigious prize. Being awarded the Nobel Prize for Literature is something I never could have imagined or seen coming. From an early age, I've been familiar with and reading and absorbing the works of those who were deemed worthy of such a distinction: Kipling, Shaw, Thomas Mann, Pearl Buck,Albert Camus, Hemingway. These giants of literature whose works are taught in the schoolroom, housed in libraries around the world and spoken of in reverent tones have always made a deep impression. That I now join the names on such a list is truly beyond words.
I don't know if these men and women ever thought of the Nobel honor for themselves, but I suppose that anyone writing a book, or a poem, or a play anywhere in the world might harbor that secret dream deep down inside. It's probably buried so deep that they don't even know it's there.
If someone had ever told me that I had the slightest chance of winning the Nobel Prize, I would have to think that I'd have about the same odds as standing on the moon. In fact, during the year I was born and for a few years after, there wasn't anyone in the world who was considered good enough to win this Nobel Prize. So, I recognize that I am in very rare company, to say the least.
I was out on the road when I received this surprising news, and it took me more than a few minutes to properly process it. I began to think about William Shakespeare, the great literary figure. I would reckon he thought of himself as a dramatist. The thought that he was writing literature couldn't have entered his head. His words were written for the stage. Meant to be spoken not read. When he was writing Hamlet, I'm sure he was thinking about a lot of different things: "Who're the right actors for these roles?" "How should this be staged?" "Do I really want to set this in Denmark?" His creative vision and ambitions were no doubt at the forefront of his mind, but there were also more mundane matters to consider and deal with. "Is the financing in place?" "Are there enough good seats for my patrons?" "Where am I going to get a human skull?" I would bet that the farthest thing from Shakespeare's mind was the question "Is this literature?"
When I started writing songs as a teenager, and even as I started to achieve some renown for my abilities, my aspirations for these songs only went so far. I thought they could be heard in coffee houses or bars, maybe later in places like Carnegie Hall, the London Palladium. If I was really dreaming big, maybe I could imagine getting to make a record and then hearing my songs on the radio. That was really the big prize in my mind. Making records and hearing your songs on the radio meant that you were reaching a big audience and that you might get to keep doing what you had set out to do.
Well, I've been doing what I set out to do for a long time, now. I've made dozens of records and played thousands of concerts all around the world. But it's my songs that are at the vital center of almost everything I do. They seemed to have found a place in the lives of many people throughout many different cultures and I'm grateful for that.
But there's one thing I must say. As a performer I've played for 50,000 people and I've played for 50 people and I can tell you that it is harder to play for 50 people. 50,000 people have a singular persona, not so with 50. Each person has an individual, separate identity, a world unto themselves. They can perceive things more clearly. Your honesty and how it relates to the depth of your talent is tried. The fact that the Nobel committee is so small is not lost on me.
But, like Shakespeare, I too am often occupied with the pursuit of my creative endeavors and dealing with all aspects of life's mundane matters. "Who are the best musicians for these songs?" "Am I recording in the right studio?" "Is this song in the right key?" Some things never change, even in 400 years.
Not once have I ever had the time to ask myself, "Are my songs literature?"
So, I do thank the Swedish Academy, both for taking the time to consider that very question, and, ultimately, for providing such a wonderful answer.
Siria Morto ad Aleppo attivista-clown degli orfani: Anas al-Basha ucciso dalle bombe a 24 anni
Aiutava bambini traumatizzati
2/12/2016
Altre decine di civili sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in Siria. Morti destinati normalmente a rimanere anonimi per il resto del mondo. Ma così non sarà per una delle vittime di mercoledì scorso ad Aleppo, Anas al-Basha, un operatore sociale di 24 anni che per mesi ha cercato di far ridere i bambini orfani e traumatizzati dal conflitto, travestendosi per loro da clown. Anas aveva scelto di rimanere nella parte est assediata della città. Anche quando i suoi genitori si erano trasferiti in campagna, l'estate scorsa, lui aveva continuato a lavorare nello 'Spazio per la Speranza", una delle tante, piccole e sconosciute organizzazioni impegnate nel campo umanitario che cercano di assistere i più deboli nella tempesta della guerra. Ed è stata la sua diretta superiore, Samar Hijazi, a dare la notizia della sua morte, avvenuta sotto un bombardamento nel quartiere di Mashhad, apparentemente compiuto da forze governative o russe. I raid e i bombardamenti con razzi su Aleppo orientale si sono intensificati negli ultimi giorni, in coincidenza con l'offensiva delle forze lealiste per riprendere il controllo dell'enclave in mano agli insorti e a gruppi jihadisti, dove rimangono intrappolati 200.000 civili. Altri 30.000 sono fuggiti raggiungendo i quartieri occidentali sotto il controllo governativo, hanno fatto sapere oggi le Nazioni Unite, mentre 400 feriti gravi hanno bisogno di una "evacuazione immediata" per poter essere curati. 'Spazio per la Speranza' gestisce 12 scuole e quattro centri di sostegno psico-sociale per 365 bambini rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori. Molti dei 34 membri che compongono lo staff hanno imparato il lavoro sul campo, durante gli oltre cinque anni della guerra civile, trasformatasi ormai in un conflitto internazionale. "Spesso - ricorda Samar Hijazi - Anas improvvisava scenette travestito da clown per rompere il ghiaccio tra i bambini". Ma ora l'organizzazione ha deciso di sospendere l'attività. Almeno per il momento. "Tutti noi che ci occupiamo di bambini - aggiunge l'operatrice umanitaria - siamo esausti, e dobbiamo trovare la forza per fornire sostegno psicologico e continuare nel nostro lavoro". Ad Aleppo est, sotto le bombe, rimane ora la moglie di Anas, rimasta vedova dopo due mesi di matrimonio. Rainews
Secondo me sta nel “l’Italia s’è desta”… A scrauso d’ogni contemporaneo solone insistente a proclamare, e durante la campagna e post esito referendario, che questo referendum mirava esclusivamente al pro/contro governo, io urlo che non è vero! Voglio credere che questo referendum abbia raccolto e coinvolto la maggioranza (esorbitante a quanto pare) del popolo che per sue proprie scienza, coscienza e conoscenza, s’è impegnato esclusivamente a decidere se l’attuale governo fosse o meno in grado di riformare la nostra Costituzione…
Data l’elevata voragine tra i SI’ e i No, sono i fatti, riscontrabili già nei primi momenti post esito referendario, che lo dimostrano. Vediamoli.
Oggi sono proprio tutti i leader di partito (del no e del sì) che, frenetici, stanno lavorando a perpetrare quel senso bastardo. Tutto l’arco infatti, pur di votare in fretta per succhiare l’esito referendario, si sta dimenando esclusivamente nel suo proprio interesse d’accaparrarsi poltrona menefreghista insultante di tutti gli italiani. Il sistema elettorale, oggetto di feroce contestazione fino a ieri, oggi frega loro più nulla: infatti si va dall’ortottero cui oggi va addirittura bene che l’italicun s’applichi anche al senato (ma come?! Fino all’altro ieri lo voleva manco per la camera!) al premier congelato (una volta era giusto con… gelato) disposto a votare con due leggi differenti tra le due camere.Per non parlare degli altri che, in ordine decrescente, pur di votare acchiappano tutti gli ellum vecchi e nuovi coniati sul momento… Eccolo qui il bailamme ingordo rivelatosi in tutta la sua completezza! Spetterà alla Corte Suprema (costituzionale, appunto…) lo sforzo d’accollarsi ancora (e ancorarci a) un minimo di criterio buono a fornire base di partenza contro stalli e stalle.
A quelli di cui sopra io avrei dovuto dunque affidare il compito di riformare parte della mia Costituzione?!
«Ho perso, mi prendo tutta la responsabilità», «l’esperienza del mio governo finisce qui, perché non possono restare tutti incollati alle loro abitudini prima che alle loro poltrone. Non ce l’ho fatta e la poltrona che salta è la mia»
Matteo Renzi
Matteo Renzi's referendum defeat risks Italy political crisis by Morten Morland - political cartoon gallery pic.twitter.com/9kNbNmvtbn