venerdì 10 maggio 2013

Giulio Andreotti (terza ed ultima parte)

Terza ed ultima parte delle vignette 
coccodrillo Andreotti:

Valerio Marini


Gooogle Andreotti
Marco Tonus

 
 Mario Dimpo


Mario Dimpo
http://www.facebook.com/photo.php?fbid=10200931209672852&set=a.1034313948467.2006707.1543986138&type=1&theater
Male 1979



Claudio Cadei


Giulio Andreotti
14 gennaio 1919 – 6 maggio 2013
Marco Martellini

Evoluzione (?)
http://www.fanofunny.com/guests/ortica/index.html

 Marco Martellini
 
Gianni InkyJohn






Andreotti Non Esiste
Etichette: andreotti, la mafia non esiste, magnasciutti
 Fabio Magnasciutti






non c'è più
non c'è più
non c'è più
dovrò ripetermelo per un sacco di tempo
l'ho trovato sul pianeta quando sono arrivato
e ormai davo per scontato di lasciarcelo
quando me me sarei andato...e invece
non c'è più
non c'è più NON C'E' PIU'
uh uh uh

Riccardo Mannelli
 


VAURO
 


Paride Puglia
 


Mario Bochicchio
 



R.I.P. Andreotti.
Tomas
 
 



Giannelli - Corriere della sera



Ignazio Piscitelli
 
 
 08/05/2013
Se l’è andata a cercare

massimo gramellini
Mentre il consiglio regionale della Lombardia rendeva omaggio al fantasma di Andreotti, il capo dell’opposizione Umberto Ambrosoli è uscito dall’aula. Suo padre, l’avvocato Giorgio, fu ammazzato sotto casa in una notte di luglio per ordine del banchiere andreottiano Sindona: aveva scoperto che costui era un riciclatore di denaro mafioso. Trent’anni dopo Andreotti commentò l’assassinio di Ambrosoli con queste parole: «Se l’è andata a cercare».

Il perdono è una cosa seria. E’ fatto della stessa sostanza del dolore e si nutre di accettazione e di memoria, non di ipocrisie e rimozioni forzate. La morte livella, ma non cancella. Con buona pace del quotidiano dei vescovi che ieri titolava: «Ora Andreotti è solo luce». Per usare una parola alla moda, Andreotti era divisivo. Lo era da vivo e lo rimane da morto. Purtroppo anche Ambrosoli. Perché esistono due Italie, da sempre. E non è che una sia «buona» e l’altra «cattiva», una di destra e l’altra di sinistra (Giorgio Ambrosoli era un liberale monarchico). Semplicemente c’è un’Italia cinica e accomodante - più che immorale, amorale - che non vuole cambiare il mondo ma usarlo. E un’altra Italia giusta e severa - più che moralista, morale - che cerca di non lasciarsi cambiare e usare dal mondo. Due Italie destinate a non comprendersi mai. Un’esponente lombarda del partito di Berlusconi ha detto che il figlio di Ambrosoli ha mancato di rispetto al morto. Non ricorda, o forse non sa, che anche Andreotti aveva mancato di rispetto a un morto. Quell’uscita dall’aula se l’è andata a cercare.


Questa è la telefonata del killer di Ambrosoli.




Bandanax L'asino




Soria



Giorgio Forattini



 Game Over
Umberto Romaniello


Stefano Trucco



Il coccodrillo come fa

È morto Andreotti. Sicuramente c'entra Andreotti.

È morto Andreotti. Ma la morte nega di averlo baciato.

Andreotti è freddo, immobile e non parla più. Sembra vivo.

La notizia della morte di Andreotti è stata data dalla famiglia. Ma allora non è vero che non lo vedevano dal 1980.

La figura di Andreotti ha attraversato più volte la storia della Repubblica. Noi eravamo le strisce.

Andreotti ha guidato il Paese per sette volte. Siate buoni, oggi nessuno intervisti Bersani.

Andreotti era in politica da più tempo della regina Elisabetta. E se voleva poteva indossare due cappelli.

(Comunque è incredibile: non ti puoi distrarre 94 anni che muore Andreotti)

Schifani: «Andreotti è il simbolo della nostra vita democratica». Soprattutto ora.

[Ma come, solo nove battute? Provate a ricaricare la pagina cliccando sull'immagine e avrete una sorpresa]
By SPINOZA


FINE
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Povero vecchio Giulio... lassù qualcuno lo aspetta.

 
Ei fu... Giulio Andreotti 



mercoledì 8 maggio 2013

Giulio Andreotti (seconda parte)





Serenamente
CeciGian

 
A volte ritornanoCeciGian

 
Ali (4 maggio 2012) 
CeciGian


way down in the hole
 l'affetto dei suoi cani
fabiomagnasciutti


Camel senza filtro
fabiomagnasciutti



Tullio Boi



Luciano Lodoli




una più del diavolo
Franco Stivali

tomas


Pierfrancesco Uva


Krancic







Andreottwitter
massimo gramellini
Una volta Montanelli scrisse che in chiesa De Gasperi e Andreotti si dividevano i compiti: De Gasperi parlava con Dio e Andreotti col prete. «Sì, ma a me il prete rispondeva», gli replicò Andreotti. Forse ora toccherà a lui parlare con Dio e non se la potrà cavare con una delle sue battute. Ciniche, gelide, brevi: da star di Twitter prima di Twitter. Se Dio esiste, ci sono forti dubbi che sia democristiano (ecco, questa potrebbe averla detta lui) e meno che mai della sua corrente, per un pregiudizio anzitutto estetico (Sbardella, Vitalone, Evangelisti: più che ritratti sono foto segnaletiche).

Senza l’ambizione di rubare il mestiere al pubblico ministero celeste, un lungo soggiorno in purgatorio deve averlo messo in preventivo anche Andreotti. Fin dal giorno in cui, ancora imberbe, decise di sporcarsi le mani con il potere. Perché il potere logora chi non ce l’ha, ma sporca tutti coloro che lo toccano, e chi sostiene il contrario è solo un fanatico, o un ipocrita.

Resta l’ironia, molto andreottiana, della scomparsa di un uomo che dopo sessant’anni di vita pubblica sembrava incarnare la prova dell’immortalità: non dell’anima, ma del corpo. Se ne va col suo carico intatto di misteri, ma dopo averne chiarito almeno uno: non è vero che tirare a campare è sempre meglio che tirare le cuoia, come recita uno dei suoi tweet più celebri. Proprio perché a tutti succede di tirarle, prima o poi, tanto vale campare a testa alta e a cuore acceso.



Milko




Milko Dalla Battista


Il coccodrillo come fa





 
È morto Andreotti. Immagina, puoi.

È morto Andreotti. Chissà cosa ha avuto in cambio.

(Avevo in serbo una battuta per questa occasione. Ma oggi stonerebbe il riferimento al Commodore 64)

Niente camera ardente per Andreotti. Avrà un girone tutto suo.

Domani i funerali di Stato. A seguire quelli di Andreotti.

Berlusconi: «Con Andreotti c'era un'Italia che voleva la libertà». Per questo fecero l'aula bunker.

«Il potere logora chi non ce l’ha» è la frase perfetta per il suo epitaffio. Di Bersani, dico.

Daniela Santanchè: «Andreotti non sia ricordato solo per il bacio a Riina». Pochi infatti sanno di quel pompino a Provenzano.

Giorgio Napolitano: «Lo giudicherà la storia». È l'ultima chance.
[Ma come, solo nove battute? Provate a ricaricare la pagina cliccando sull'immagine e avrete una sorpresa] 
By SPINOZA 

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Povero vecchio Giulio... lassù qualcuno lo aspetta.

 
Ei fu... Giulio Andreotti 



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martedì 7 maggio 2013

DA APRICALE ALL'AMERICA PER DIVENTARE UN EROE

“Da Apricale al West – Giovanni Martini-John Martin, 
il trombettiere di Custer, 
tra mito e realtà”

12 maggio 2013 dalle ore 17 Castello della Lucertola Apricale (IM)



Il 12 maggio 2013 Apricale celebrerà uno dei suoi figli più illustri, Giovanni Martini.

L'evento, fortemente voluto dal Sindaco, Silvano Pisano, renderà merito al famoso personaggio che dopo aver partecipato alla spedizione dei Mille di Garibaldi, emigrò in America ed arruolatosi nell'esercito, diventerà il famoso “trombettiere di Little Big Horn”, unico sopravvissuto nella sanguinosa battaglia del 1876 tra i cavalleggeri del Generale Custer contro gli indiani Sioux.
Gli autori dell'iniziativa, Rosanna Calò e Tiziano Riverso, in collaborazione con Claudio Nobbio, hanno previsto una serie di eventi celebrativi.
In particolare i festeggiamenti prevederanno la dedica di una lapide commemorativa, simile a quella già posta sul ponte di Brooklyn. Saranno rievocati i momenti salienti della sua rocambolesca esistenza attraverso una esposizione di tavole realizzate dal disegnatore Tiziano Riverso, con le didascalie dello scrittore apricalese Claudio Nobbio, che resteranno in mostra permanente al Castello della Lucertola.
Apricale sarà messa in risalto dagli scatti fotografici realizzati da Rosanna Calò, che vive ed opera nel ponente ligure.
Sarà inoltre presente la casa editrice Bonelli, che dedicò a John Martin il numero 492 di TEX, dell'ottobre 2001, con la sceneggiatura di Claudio Nizzi e i disegni di Giovanni Ticci.
Per l'occasione, Bonelli Editore ha prestato del materiale da esporre al pubblico.
Altro materiale, inerente la spedizione dei Mille, sarà concesso in prestito dal Museo Borea di Sanremo, nella persona della Direttrice Dott.ssa Loretta Marchi.
Il pomeriggio sarà rallegrato dalla presenza di musicisti, tra cui spicca il nome di Angelo Guglielmi, che con la sua tromba rievocherà la figura di Martin, e da un rinfresco offerto dal Comune.
A testimonianza dell'evento, le tavole della mostra sono state raccolte in un libro edito da Atene Edizioni di Arma di Taggia



cliccare sulle img per ingrandire

Info: (Rosanna Calò)
roxanakalos1@gmail.com

338 4901168 ( Tiziano Riverso)
triverso@gmail.com

Comune di Apricale
via Cavour,2
18030 Apricale (IM)

Tel. (+39) 0184 20.81.26
Fax (+39) 0184 20.85.08

“Da Apricale al West – Giovanni Martini-John Martin, il trombettiere di Custer, tra mito e realtà”
12 maggio 2013 dalle ore 17 Castello della Lucertola Apricale (IM)
Link:
Immagine di copertina
John Martin, il trombettiere di Apricale

Ei fu... Giulio Andreotti

Tiziano Riverso


Ei fu…


di Nadia Redoglia

Siccome immobile (cfr. mai smobilitato) pensavamo fosse veramente immortale?! Stante il martellamento h24 di tutte le testate giornalistiche, d’approfondimento, d’intrattenimento ecc. sembrerebbe così, per non parlare poi delle commemorazioni gloriose nel mondo politico dei due secoli, nonché d’ecclesiali altissime sfere che lo incensano (a cavallo tra i due secoli). E poi c’è Licio Gelli: “ha fatto il suo dovere, ha usato i segreti per dare il benessere al popolo. I segreti li aveva, e se li è portati con sé. Chi è un uomo se li porta dietro…” Inquietante. Per l’ilare potremmo invece fare riferimento a un bel “demonizzato da sinistra dell’odio” proferito dal (sedicente) miglior statista degli ultimi 150 anni. Commovente: Cirino Pomicino piange a dirotto.

Vista l’era Napolitano (II) così in similitudine con governi DC dell’altro secolo, possiamo ragionevolmente supporre che il nostrano Napoleone (I) sia defunto sereno: è morto così come nacque, in (ultima) ironica beffa ai tantissimi che da decenni s’oppongono ferocemente al pensiero di dover morire democristiani!

Una manciata di giorni fa è morta Agnese Borsellino… Nando Dalla Chiesa, Giancarlo Caselli e tutti (tanti sono!) gli altri che direttamente e/o indirettamente hanno avuto e ancora (oggi!) sono costretti ad avere a che fare con la realtà, invece che con le similitudini, ben sanno che l’andreottismo sarà ben più duro a morire che non il novantaquattrenne “ei fu Giulio Andreotti”…

7 maggio 2013


Andreotti
Mario Natangelo


Addio
Mario Natangelo


Rivelazioni
Mario Natangelo