Il lauREATO
Pierfrancesco Uva
Albania e Trotina Power
di Nadia RedogliaDall’ “opinion lader” leghista ogni giorno ne salta fuori un pezzo. Possiamo pur comprendere che diamanti, lingotti, marchi e marchette erano protetti in cassaforte, ma che ci stava a fare lì dentro anche la laurea del Trota?! Si vocifera che con quel che l’ha pagata aveva paura che gliela rubassero e così, forse consigliato dal suo compagno di banco Moscagiuro (studente lavoratore tuttofare), entrambi i preziosi attestati lì depositarono. Pare che il dottor Trota per diventare sociologo albanese (potenza del Trota: che abbia confuso il cognome del comico Antonio con l’agognato successo socio-politico del suo Cetto La qualunque?!) abbia impiegato solo un anno, forse riscattando i tre anni per il master in bocciatura alla maturità. E, proprio trattando di sociologia, la tesi su che l’avranno sostenuta? Il Trota magari sul rapporto sociale, causa/effetto del “rimbalza il clandestino” o sull’antica fenomenologia paterna, evidentemente mania ereditata, di farsi chiamare dottore iscrivendosi ai corsi per corrispondenza.
Tesi, ma quali tesi? I due hanno dichiarato d’ essere stati sempre tranquillissimi.
Asilo...
Pietro Vanessi
Università di Tirana...
Tiziano Riverso
Questi figli
mario bochicchio
Questione di testa
mario bochicchio
Darix
Ruoli
Bandanax L'Asino
Fuga di cervelli
Paride Puglia
La laurea di Renzo Bossi. La storia dell'ennesimo cervello in fuga che, non potendo permettersi i costi delle nostre università, è stato costretto a laurearsi a Tirana.
La Lega e il complesso della laurea
Ferdinando Camon
Quotidiani locali del Gruppo "Espresso"-"Repubblica" 12 aprile 2012Su questo giornale sostenevo, il 21 marzo, che “La Lega non è più quella” e che era suo dovere statutario tornare subito all’onestà, dando due segnali forti: dimissionare Bossi padre e Bossi figlio. Adesso che i due Bossi son dimissionati, siamo a posto? No, non siamo a posto. Perché con Bossi padre è scattato il motto iniquo con cui si finge di punire un potente, “promoveatur ut amoveatur”, sia rimosso ma sia promosso. Da segretario a presidente. C’è una giustizia per i potenti e un’altra per i deboli. Questo non può valere per la Lega. La Lega non era nata per questo, ma “contro” questo. Il problema della dirigenza leghista è l’incultura. La Lega, e la famiglia Bossi in particolare, disprezza la cultura, lo studio, i libri. Bossi padre è pur sempre quello che mentiva alla prima moglie fingendo di essere laureato in Medicina e uscendo di casa tutte le mattine con la borsetta per andare in ospedale, finché lei è andata all’università, ha parlato col rettore e ha scoperto che aveva ancora 11 esami da fare. L’ha messo alla porta. E sul figlio corre una battuta feroce: alle elezioni per le regionali della Lombardia ha avuto 12mila preferenze, e i maligni dicono che eran tutti voti dei compagni di classe, visto che ripeteva sempre la stessa classe. Nei riguardi della cultura, un politico può permettersi soltanto due atteggiamenti: o ha studiato, è colto e la ammira e l’apprezza come un valore della vita, o non ha studiato e non è colto, ma la ammira ancora di più e la rimpiange. Un politico (anzi: un uomo) o ha cultura e ne è fiero, o non ce l’ha e ne soffre. Un politico (anzi: un uomo) che non ha cultura e se ne vanta, è un politico (anzi: un uomo) sbagliato. La prima regola per farsi una cultura è studiare. Chi pensa che la prima regola sia pagare le commissioni di Maturità perché ti promuovano o le università fasulle perché ti diano la laurea, è intimamente, radicalmente, inguaribilmente votato all’ignoranza. Perché la cultura è una medicina contro la malattia dell’ignoranza. Per guarire, devi ingoiare quella medicina. Credere che basti pagare il farmacista è stupido.
L’ignoranza, se è tale, si vede in tutte le occasioni. Non puoi fare tutti i discorsi con le dita, un dito (medio) e due vita (le corna). E mandare un figlio impreparato e incolto a fare il Consigliere Regionale è come avere un figlio con una gamba rotta e farlo giocare centravanti nel Milan. Se hai un figlio zoppo e lo vuoi nel Milan, mettilo nelle biglietterie o nelle pulizie. In biglietteria passa inosservato, e nessuno te lo rinfaccia. Ma sul campo, a fare il centravanti, 80mila paia di occhi lo fulminano ad ogni partita. Se hai avuto spese elettorali per 3milioni di euro, e lo Stato disonesto ti rimborsa 40milioni, se sei la Lega e vuoi fare la Lega, restituisci quei soldi e denunci il sistema disonesto, ma non ti ristrutturi la villa e non compri una Bmw a un figlio e una Porsche all’altro. Se vuoi nascondere l’“argent de poche”, non tieni le ricevute in una cartella intestata “The Family”, tu che non sai neanche l’inglese, e hai sempre creduto che il “blind trust” di Berlusconi fosse un trust blindato. Se hai un “tesoretto del partito” da amministrare, puoi mettere un amministratore ma ci vuole uno che lo controlli, e se tu sei il segretario, quell’uno sei tu. L’amministratore a cui affidi i milioni del tuo partito lo devi immunizzare alle tentazioni, terrorizzandolo. Gli emiri che mettono un guardiano al loro harem prima lo castrano. E stai attento alle amanti, tue o dei tuoi collaboratori. Può darsi che qualche donna piaccia molto a te o ai tuoi, siamo umani e per di più padani, ma perché dev’essere premiata con cariche nel partito? O nel parlamento? Se lei è la tua amante ma pretende una carica, vuol dire che non ti ama, e non c’è peggior tristezza che far l’amore con una donna che non ti ama. Perché può succedere che lei fa l’amore con te ma pensa a un altro. Magari più intelligente. E a questo pensiero anche un leghista duro e puro s’ammoscia, se ha un po’ di orgoglio padano.
Ferdinando Camon - www.ferdinandocamon.it
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Il Laureato di Cesare Giuffrè