Settembre, si riaprono le scuole...
...la ministra...
...la ministra...
Problema Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/ |
I malanni della scuola
Ognuno di noi vorrebbe fare un lavoro utile, che abbia un senso e che porti avanti il progresso. “Fai tu un lavoro che ti piace? – dice un proverbio cinese -, non chiedere alla vita gioia più grande”. Purtroppo, da noi questo non succede, dal dopoguerra ad oggi, per tutti coloro che passano la vita a insegnare: è un lavoro nobile, utile, prezioso, il più nobile e più prezioso che si possa immaginare, ma non nelle condizioni in cui si svolge in Italia da sessant’anni in qua. Ad ogni inizio di anno scolastico speriamo che la situazione cambi e si rovesci. Non succede mai. In questi giorni siamo all’apertura di un nuovo anno scolastico, e le notizie che arrivano sono queste:
- molte classi sono sovraffollate e scoppiano;
- abbiamo sempre gli insegnanti meno pagati d’Europa;
- investiamo nella scuola meno di tutti, solo la Slovacchia spende meno di noi;
- nella spesa pubblica totale, la quota per la scuola è bassissima;
- abbiamo un numero di diplomati alto, ma di laureati basso;
- calano ogni anno gli iscritti al liceo classico.
Se le classi sovraffollate crescono, tutti gli altri problemi son destinati ad aggravarsi. C’è una norma che fissa un tetto al numero di alunni per classe, e il tetto è 27; ma le province dove questo tetto è sforato sono decine. Colpa del taglio degli insegnanti. Ora, cosa succede in una classe con troppi alunni? Succedono tante conseguenze deleterie per la cultura. Prima fra tutte: i professori non conoscono bene gli alunni, neanche a fine anno. I professori hanno più classi, e nella massa totale degli alunni non distinguono più uno dall’altro. Non contradditemi su questo punto, perché parlo per esperienza. Non li possono interrogare spesso, come dovrebbero. Fanno interrogazioni rare, multiple e rapide. Non possono fare molti compiti in classe. Una volta, ai bei tempi, l’anno era diviso in tre trimestri, e si facevano tre compiti in classe per trimestre. Nove all’anno. Ora è impensabile. Ai pochi compiti scritti fanno da pendant le poche interrogazioni orali. Sbagliare nella valutazione di un ragazzo purtroppo è sempre stato facile, adesso è facilissimo. Tutto il sistema valutativo è modificato in modo da approdare a giudizi sempre più favorevoli all’alunno, si boccia meno, si rimanda meno. Leggero aumento della severità l’anno scorso, ma il trend resta quello. Abbiamo ministri dell’Istruzione di mediocre cultura, gente che per raggiungere la laurea e l’abilitazione s’è rifugiata in università minori, e non ha mai scritto un libro. Sono strozzati dai limiti imposti dai colleghi ministri del Tesoro e dell’Economia, e sono costretti a dirigere la scuola in funzione del bilancio economico. Non sono innovatori culturali, sono tagliateste. La fonte di tutti i malanni è multipla: investiamo nella scuola il 4,5 % del Pil, mentre la media Ocse è 5,7, spendiamo per la scuola il 9% della spesa pubblica totale, mentre la media Ocse è 13,3, paghiamo un insegnante a inizio carriera 28mila euro, la media Ocse è 35.000, lo portiamo al massimo (44mila) dopo 35 anni, mentre il massimo Ocse (54mila) si tocca dopo 24 anni. In questo deprezzamento della cultura rientra il continuo calo di iscritti al liceo classico. L’anno scorso gli studenti iscritti al ginnasio erano il 10%, il 22% preferiva lo scientifico. Quest’anno sono il 7%, allo scientifico va il 23 %. Lo scientifico preferito è quello “senza latino”. Rifiuto della cultura classica, preferenza della cultura tecnico-scientifica? Certamente. E cosa significa questo? Significa che diventiamo sempre più inglesi e sempre meno italiani. Può essere un bene, può essere un male. Per me, è un male. I nostri figli non sono nostri figli, sono figli degli altri. Hanno una conoscenza più estesa, ma meno profonda. Sono eredi della storia mondiale, non della storia nazionale. La nostra nazione, intesa come tradizione, un po’ alla volta muore. Ferdinando Camon
- molte classi sono sovraffollate e scoppiano;
- abbiamo sempre gli insegnanti meno pagati d’Europa;
- investiamo nella scuola meno di tutti, solo la Slovacchia spende meno di noi;
- nella spesa pubblica totale, la quota per la scuola è bassissima;
- abbiamo un numero di diplomati alto, ma di laureati basso;
- calano ogni anno gli iscritti al liceo classico.
Se le classi sovraffollate crescono, tutti gli altri problemi son destinati ad aggravarsi. C’è una norma che fissa un tetto al numero di alunni per classe, e il tetto è 27; ma le province dove questo tetto è sforato sono decine. Colpa del taglio degli insegnanti. Ora, cosa succede in una classe con troppi alunni? Succedono tante conseguenze deleterie per la cultura. Prima fra tutte: i professori non conoscono bene gli alunni, neanche a fine anno. I professori hanno più classi, e nella massa totale degli alunni non distinguono più uno dall’altro. Non contradditemi su questo punto, perché parlo per esperienza. Non li possono interrogare spesso, come dovrebbero. Fanno interrogazioni rare, multiple e rapide. Non possono fare molti compiti in classe. Una volta, ai bei tempi, l’anno era diviso in tre trimestri, e si facevano tre compiti in classe per trimestre. Nove all’anno. Ora è impensabile. Ai pochi compiti scritti fanno da pendant le poche interrogazioni orali. Sbagliare nella valutazione di un ragazzo purtroppo è sempre stato facile, adesso è facilissimo. Tutto il sistema valutativo è modificato in modo da approdare a giudizi sempre più favorevoli all’alunno, si boccia meno, si rimanda meno. Leggero aumento della severità l’anno scorso, ma il trend resta quello. Abbiamo ministri dell’Istruzione di mediocre cultura, gente che per raggiungere la laurea e l’abilitazione s’è rifugiata in università minori, e non ha mai scritto un libro. Sono strozzati dai limiti imposti dai colleghi ministri del Tesoro e dell’Economia, e sono costretti a dirigere la scuola in funzione del bilancio economico. Non sono innovatori culturali, sono tagliateste. La fonte di tutti i malanni è multipla: investiamo nella scuola il 4,5 % del Pil, mentre la media Ocse è 5,7, spendiamo per la scuola il 9% della spesa pubblica totale, mentre la media Ocse è 13,3, paghiamo un insegnante a inizio carriera 28mila euro, la media Ocse è 35.000, lo portiamo al massimo (44mila) dopo 35 anni, mentre il massimo Ocse (54mila) si tocca dopo 24 anni. In questo deprezzamento della cultura rientra il continuo calo di iscritti al liceo classico. L’anno scorso gli studenti iscritti al ginnasio erano il 10%, il 22% preferiva lo scientifico. Quest’anno sono il 7%, allo scientifico va il 23 %. Lo scientifico preferito è quello “senza latino”. Rifiuto della cultura classica, preferenza della cultura tecnico-scientifica? Certamente. E cosa significa questo? Significa che diventiamo sempre più inglesi e sempre meno italiani. Può essere un bene, può essere un male. Per me, è un male. I nostri figli non sono nostri figli, sono figli degli altri. Hanno una conoscenza più estesa, ma meno profonda. Sono eredi della storia mondiale, non della storia nazionale. La nostra nazione, intesa come tradizione, un po’ alla volta muore. Ferdinando Camon
Teatrino Precario
Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/
Fame
emper
Bandanax
Giulio Laurenzi
Paride Puglia PUNCH |
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com |
IN NOME DEL PAPA RE
Riapre ciò che resta della pubblica istruzione dopo le devastazioni operate del governo.Non ci sono supplenti e tutto è stato tagliato alla radice. I genitori devono pagare di tasca propria perfino il gesso e la carta igienica, mentre le maestre spesso devono pagare le fotocopie.
E lei cosa fa ? Progetta la lettura della bibbia in classe, come se non bastasse un'ora di religione pagata con i soldi di chi se ne frega di preti e favole, condotta da insegnanti scelti dalla curia ma pagati da tutti noi ... e loro non conoscono crisi, precariato, licenziamenti.
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com
FUTURI MEDICI
Brulliotoi http://www.brulliotoi.it/index.php
Tullio è giustamente preoccupato sulla competenza dei futuri medici...
Per l'ammissione all'Università non sempre bisogna avere test appost
Lino Giusti & Roberto Mangosi www.crepapelle.net
forse si dovrebbe fare test per i politici ...
Test - Enrico Bertuccioli (EBERT) |
Alienati per la vita.
"Allenati per la vita". Si chiama proprio così, allenati per la vita. vedi sotto
A scuola col moschetto
Si chiama "Allenati per la vita" ed è un progetto di addestramento militare per tutti gli studenti della Lombardia
di Redazione
Agli studenti della Lombardia sarà insegnato a mirare, sparare e tirare con l'arco. È quello che prevede il Protocollo d'Intesa, siglato a Milano alla vigilia della Giornata Internazionale della Pace, dal Comando Militare Esercito Lombardo e dal Provveditore Regionale Scolastico della Lombardia. A volerlo i ministri dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, e della Difesa, Ignazio La Russa,che hanno dato il via ad un progetto di addestramento militare, Allenati per la vita, per gli scolari lombardi.
Il progetto, che coinvolgerà gli studenti delle medie e delle superiori della regione, nasce con l'intento di avvicinare i giovani alle forze armate. Nel Protocollo si legge che gli allievi saranno organizzati in pattuglie, come quelle che girano per le strade dell'Afghanistan. E a vincitori e vinti sarà riconosciuto un bel Credito formativo scolastico. Il programma di "addestramento" prevede naturalmente percorsi ginnico-militari, arrampicate, attività di orientamento e di primo soccorso, nuoto e salvamento. Ma non mancheranno anche lezioni teoriche di propaganda militare.
Immediate le critiche. A partire dal settimanale cattolico Famiglia Cristiana, il primo a segnalare l'iniziativa, che parla di "una scelta che sa di antico". Il Pd ha già anticipato che presenterà un'interrogazione urgente al ministro dell'Istruzione Gelmini. Ma soprattutto c'è chi fa notare come in questo modo più che contrastare il fenomeno del bullismo a scuola si finisca per favorire quello del nonnismo delle caserme.
24 /09/10 Libero news
.... senza parole!
La Minestrella si sente in riforma smagliante.
Lino Giusti & Roberto Mangosi www.crepapelle.neta presto le vignette della scuola di Adro