sabato 1 maggio 2010

NOVE100 Arte, fotografia, moda, design, architettura.

NOVE100 Arte, fotografia, moda, design, architettura.
(16 gennaio - 16 maggio 2010) PARMA

La mostra è molto significativa, ma per me è stato ancor più emozionante, entrare per la prima volta nel Palazzo del Governatore, finalmente aperto al pubblico.
Affacciarsi alle finestre e guardare il cuore della città, piazza Garibaldi, la Steccata, via Cavour... un vero piacere. Condividevano questa gioia altri visitatori, che si affacciavano e scattavano foto, per riprendere la città da un lato fino ad ora precluso.



LA MOSTRA


L’evento, che per l’occasione mette assieme più di 700 opere della collezione CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, “racconta” il Ventesimo secolo attraverso la lente di cinque discipline quali Arte, Fotografia, Architettura, Moda e Design.
Ideatore Luca Sommi. Curatori lo storico dell'arte Arturo Carlo Quintavalle e Gloria Bianchino.

La mostra è organizzata mettendo in risalto e contrapposizione, la tradizione del realismo e la tradizione
dell'astrazione, cioè la divisione che avviene nel 1948 in occasione della "Prima mostra nazionale d'arte contemporanea" da parte del " Fronte nuovo delle arti" a palazzo Re Enzo a Bologna. Una mostra organizzata da Bergonzoni e da tutti gli altri. In questa mostra arriva Togliatti vede delle cose ( presenti in mostra un monumento al Partigiano di Gonsagra, e un quadro di Carla Accardi) e dice che sono opere che il popolo non capisce, sono opere che non possono far parte del movimento della sinistra e sceglie il realismo.


Quintavalle indica l'opera di Carla Accardi

Qui sotto ci sono alcune delle opere che mi sono rimaste impresse, interessanti sono i video che ho linkato sotto con due guide d'eccezione.


Emilio Tadini Ritratto dell’artista da vecchio, 1976

Mario Schifano Al mare, 1979


Renato Guttuso: La partenza del vapore, 1966


Enrico Baj(1974) Anne-Josèphe Théroigne de Méricourt (particolare)



Ruggero Savinio Musa,1986(sulla parete)

Mario Ceroli La grande Cina,1968

Arturo Carlo Quintavalle


Lucio Fontana Il Fiocinatore (1933-34) dietro un disegno di Mario Sironi

I VIDEO DELLA MOSTRA:


"Novecento - arte, fotografia, architettura, moda, design" (Rai 3)

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***

Sorelle Fontana, disegno di Antonio Pascali: Abito da sera, s.d. (Anni ’50) (23Kb)


Studio De Finetti: Piazza Fontana, 1949 (22Kb)


Man Ray: Mereth Oppenheim, s.d. (1932 ca) (26Kb)


La storia Il restaurato Palazzo del Governatore riapre con «Nove100»
Da alcova a casa per artisti La nuova vita di un simbolo


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Link:

http://www.palazzodelgovernatore.it/

LA MOSTRA

da sabato 16 gennaio 2010 a domenica 16 maggio 2010
Galleria San Ludovico
Salone delle Scuderie
Palazzo del Governatore

http://eventi.parma.it/page.asp?IDCategoria=28&IDSezione=75&ID=350038
http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/5/33727/Parma_mette_in_Piazza_il_Nove100_-_Tv_Parma_Agor%C3%A0%3A_la_mostra_in_anteprima.html
Nove100

venerdì 30 aprile 2010

Cartoline dalla Grecia

Dopo gli aiuti europei è richiesta alla Grecia... ma non solo alla Grecia... morigeratezza spartana!!

POSTCARDS
PORTOS Comic strip


CHI ROMPE E CHI PAGA

La Merkel accetta di intervenire a favore della Grecia, nelle ragioni della sua riluttanza facile intendere un "parlare a nuora perchè suocera intenda".

Pubblicato da uber
Etichette: crisi economica, crisi finanziaria, europa, tremonti

Ghigno Ghigno Ghigno Ghigno Ghigno Occhiolino

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Templi Moderni
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/

giovedì 29 aprile 2010

Grecia: crisi economica... vignette dal mondo


Prometheus Petar Pismestrovic
Kleine Zeitung, Austria


Europe and Greece Trojan horse
By Arend van Dam - Con Arend van Dam




Greek AusteriSpartanty
By: Pat Bagley
baSalt Lake Tribune




Greek financial crisis and EU
By: Michael Kountouris
Greece





Encouragement
By Petar Pismestrovic - Kleine Zeitung, Austria



Rescuing Greece
By Paresh Nath - The Khaleej Times, UAE


Greek economy and EU
By Dave Granlund - Politicalcartoons.com





something rotten in the south
By: Joep Bertrams The Netherlands

mercoledì 28 aprile 2010

Grecia: crisi economica declassati i bond ... rovina il paese.


MAGNA GRECIA
Per uscire dalla grave crisi economica alla Grecia non resta che ingraziarsi gli Dei moderni.
Riuscirà il tentativo di rimediare al "braccino corto" della Merkel ?
Uber Humour

Nelle ultime due sedute, Standard & Poor's ha declassato a spazzatura il debito greco e ha abbassato il rating di Portogallo e Spagna. Si rischia un effetto molto, molto pericoloso.
La Merkel si è convinta a dare il suo consenso agli aiuti comunitari... speriamo che i suoi tentennamenti non abbiano già innescato un effetto domino.
.. intanto le borse affondano...

La Grecia rovina!
Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/

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Grecia chiama UE
EbEr EbEr Album

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Senza parole (e senza soldi)
Tomas Inserto Satirico

Giannelli

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SERGIO STAINO

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Good Information
VUKIC - vukicblog
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Chiamate Bertolaso

EBERT L'Asino
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Borse in affanno
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/

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Avanti il prossimo
Paride Puglia PUNCH

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Crisi greca
VADELFIO


Una folle partita a poker
di MASSIMO GIANNINI


http://www.repubblica.it/economia/2010/04/28/news/partita_poker-3668168/

Nel martedì nero dei mercati si consuma una partita di poker mortale tra gli Stati e i mercati. C'è una posta in gioco, ed è decisiva: è la sopravvivenza dell'euro, che tra le macerie del Partenone rischia di crollare sotto i colpi della speculazione. C'è un giocatore, ed è risolutivo: è la Germania, che con una strategia nazionalistica rischia di accelerare la fine dell'Unione monetaria.

Sembra un'altra "tempesta perfetta", quella che si sta abbattendo sulla Grecia e sull'Europa, sulle Borse e sui bond. Evidentemente non sbagliava il Financial Times, quando all'inizio di febbraio aveva avvertito il mondo: attenzione, gli hedge funds hanno pronti in canna 8-10 miliardi di dollari di posizioni a breve, pronte da usare per la scommessa sul collasso debitorio dell'eurozona. L'attacco è partito. E l'effetto-domino non solo è possibile, ma diventa probabile. Questo bagno di sangue costato 160 miliardi di euro ci insegna due lezioni fondamentali.

La prima lezione. I mercati puntano qualcosa, lassù in cielo. Come sempre gli sciocchi guardano il dito e non vedono la luna. Il dito è la Grecia. Un Paese ormai al default. L'ulteriore downgrading del suo debito trasforma i titoli di Atene in "spazzatura". Il governo Papandreou non ha più scampo, precipitato com'è nella micidiale "spirale mercatista". L'indebitamento viaggia verso il 15% del Pil. Il rendimento sui bond a due anni richiesto come "premio di rischio" sfonda il tetto del 13%. Secondo le banche d'investimento americane, è il più alto al mondo sul titoli a breve termine. Più di quello dei titoli dell'Argentina (8%) e del Venezuela (11%). In queste condizioni, più la Grecia cerca risorse sul mercato, più stringe il cappio intorno al collo della sua finanza pubblica. Più cerca di salvarsi, più finisce per soffocarsi. Era tutto previsto. E chi oggi finge di piangere, versa lacrime di coccodrillo.

Ma nella logica spietata degli speculatori Atene è un falso obiettivo. Quello vero, cioè la luna che non stiamo vedendo, è immensamente più grande. Si chiama euro. Nel piatto, al tavolo verde in cui si combattono gli stati e i mercati, c'è l'Unione monetaria. Questo dice l'offensiva già partita contro il Portogallo. Un Paese che segue lo stesso, inevitabile destino della Grecia. Il rating del suo debito è già stato declassato. Il rendimento dei suoi titoli decennali è già schizzato oltre il 5%, e il premio di rischio richiesto dai mercati ha fatto impennare lo spread sui titoli tedeschi fin quasi ai 70 punti base. È vero che il governo di Lisbona conta su un deficit pari "solo" al 9,4% e su un debito "limitato" al 77% del Pil. Ma è anche vero che sconta una crescita nulla e una competitività bassissima. In altre parole: il Portogallo è la prossima vittima sacrificale.

Ma fin qui saremmo al default di due economie periferiche dell'eurozona. Il disastro può cominciare subito dopo. Tragedia greca, fado portoghese, e in sequenza dramma mediterrraneo. Nella lista nera degli speculatori sono già iscritti Spagna e Italia. Le prime tensioni all'asta dei Bot di ieri sono un campanello d'allarme molto preciso. Ma qui il quadro cambia radicalmente. "Pigs" o non "Pigs", stiamo parlando della terza e della quarta economia di Eurolandia. Paesi considerati "too big to fail", cioè troppo grandi per fallire perché "too big to bail out", cioè troppo grandi per essere aiutati. Ma è chiaro che, se e quando toccherà a Madrid e a Roma, saremmo già a discutere di un altro mondo e di un'altra Europa. Uno spazio politico ed economico, cioè, nel quale l'euro come è stato fondato nel '98 e come lo abbiamo conosciuto in questi dieci anni non esisterà già più. È questa la luna, che la speculazione ha preso di mira. I mercati stanno scommettendo sul collasso dell'Unione monetaria. E la notizia è che stanno vincendo.

E qui sta la seconda lezione. I mercati stanno vincendo perché gli stati stanno sbandando. E un Paese, soprattutto, sta sbandando più degli altri. L'asse franco-tedesco che ha guidato l'Europa nei momenti cruciali è crollato. Lo spirito di Maastricht, pur con i suoi parametri "stupidi" o intelligenti che fossero, unì a suo tempo Kohl e Mitterrand mentre oggi divide la Merkel dal resto del Continente. Il tracollo greco, con gli euro-deliri innescati dal piano di aiuti male e forse mai digerito dai tedeschi, sta disvelando l'altra faccia della Germania. Una nazione ripiegata su se stessa e guidata dal suo esclusivo interesse nazionale. Nella tempesta perfetta di questi mesi la posizione tedesca è "coerente ma sbagliata", come ha scritto a metà marzo Wolfgang Munchau. Per ragioni costituzionali, prima ancora che per opzioni politiche, punta alla stabilità dei prezzi e alla disciplina di bilancio. Dunque non vuole sentir parlare di aiuti. L'86% dei tedeschi è contrario al prestito da 8,4 miliardi di euro alla Grecia che competerebbe alle casse federali secondo l'accordo firmato all'eurogruppo due domeniche fa.

Al contrario di quanto accadde nei momenti più belli della storia tedesca degli ultimi due decenni (dalla riunificazione Est-Ovest in poi) la Germania di oggi affronta le sue responsabilità verso l'Europa con un approccio egoistico e unilaterale. Il paradosso di queste settimane di crisi sulla Grecia e sui mercati è che ogni decisione comune è stata condizionata dal governo di Berlino non in base all'enormità della posta in gioco, l'unione monetaria come fattore di stabilità internazionale, ma a una scadenza elettorale come fattore di stabilità interna: il voto in Nord Reno-Westfalia del 9 maggio prossimo. Persino il vertice europeo convocato d'urgenza ieri, in pre-default della Grecia e in pieno collasso dei mercati finanziari, è stato posposto a questo appuntamento tutto "domestico". Il governo Merkel, spostato a destra dai liberali di Guido Westerwelle, non può e non vuol dare alla sua opinione pubblica l'impressione di cedere ai soliti "latinos", cioè i Paesi lassisti e irresoluti del Club Med.

In realtà, questa volta, la vera irresponsabilità non abita nelle cancellerie dei "Pigs", ma piuttosto nella cancelliera di Berlino. Con il suo atteggiamento da "europeista riluttante", la Germania ha fornito armi formidabili alla speculazione arrembante. Come insegnano le disastrose esperienze dei primi Anni '90, gli Stati nazionali hanno una sola possibilità di resistere alle aggressioni dei mercati finanziari: agire con una sola testa e un solo braccio, e costruire un muro granitico intorno alla propria economia e alla propria valuta. Quando questo non accede, come successe poco meno di vent'anni fa alla sterlina e alla lira, si fa la fine degli oriazi e dei curiazi (per ripetere un'efficace definizione dell'epoca di Carlo Azeglio Ciampi). È quello che rischia di ripetersi anche oggi. Se Eurolandia non è in grado di darsi regole uguali e condivise per la disciplina dei conti pubblici, la stabilità dei prezzi, la competitività dell'economia, allora l'euro alla lunga non può reggere.
Gli speculatori di tutto il mondo lo capiscono, e per questo azzannano come una muta di cani gli esemplari più deboli del branco. I governanti e i cittadini tedeschi lo temono, e per questo sembrano già proiettati su un'idea "altra" dell'eurozona. Non più un'Unione allargata a 16 Paesi, con una moneta unica che non può contenere né esprimere la forza di nazioni sovrane troppo diverse tra loro. Ma un'Unione ristretta solo a quei Paesi che accettano norme comuni sul rigore contabile e il controllo dell'inflazione. In questo scenario non avremmo più una moneta unica, ma due. Un euro di serie A per i Paesi del Nord a maggiore virtù fiscale, e un euro di serie B per i Paesi del Sud a minor tenuta finanziaria. Inutile dire dove finirebbe l'Italia, a sua volta spaccata tra una ricca Padania e un depresso Mezzogiorno. Economisti tedeschi e banchieri anglosassoni come Taylor Martin lo hanno teorizzato apertamente, trovando addirittura un nome alle due nuove valute: il "neuro" e il "sudo". Sembra un gioco, ma non lo è affatto. I governi d'Europa non l'hanno capito. Continuano a scherzare sotto il vulcano.

Scritti satirici:

Miguel son mi.


-La Grecia Parte none ed arriva ultima.
-E l'Italia?
-E' lì, è lì, è lì che l'aspettava!

http://www.youtube.com/watch?v=o14GAETnU9Y
Lino Giusti
Notizie correlate dal FANY-BLOG:

martedì 27 aprile 2010

Una vignetta per il 5 per mille.



Il 5 x mille

visto da


brulliotoi (Tullio Boi)


Tullio sempre attento al sociale ci ricorda il 5 x mille oggi.
FISHING .... CAU - BOI testimonial Fish a Torino

Chi è Tullio? lo trovate qui: Vignette ? no... quadretti!

PS: Il numero nella vignetta è quello dell'associazione sarda.
Associazione Italiana Sclerosi Multipla

domenica 25 aprile 2010

25 aprile 2010

Post modificato 27/04/10 ore10.30

Festa della Liberazione.
Vauro VAURO Le vignette di Vauro

La vignetta di Vauro (appena aggiunta) è del 2006 ... ma ... sempre attualissima e purtroppo sostituendo il cartello intercambiabile...


25 APRILE
25 aprile, festa della liberazione.
A distanza di tanti anni abbiamo la stessa necessità ...
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com

"La Resistenza oggi è Resistenza alle clientele ed alle consorterie, Resistenza alle collusioni tra mafia e politica, ma forse oggi questa collusione non esiste più perché essa stessa si è trasformata in identità. Resistenza al personale politico che è forte con i deboli e debole con i forti, che strozza legalità e sviluppo perché difende privilegi e potere. Resistenza contro le discriminazioni e lo sfruttamento, contro il razzismo e l’intolleranza (…)" Elio Camilleri.
http://farm5.static.flickr.com/4019/4548667018_29d6f8bd09_o.jpg
Bellacciao
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/


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25 APRILE 2010
Rocco Grieco - Coriandoli.It


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Liberazione!
max - http://max-fraparentesi.blogspot.com/


Giannellihttp://www.corriere.it/


Berlusconi ha ricordato.... dagli studi televisivi
promettendo di scrivere una nuova pagina di storia
...

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Paride Puglia PUNCH

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nico pillinini
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nuova pagina
Pubblicato da MATTEO BERTELLI

Napolitano è andato a Milano


NAPOLITANO ALL'OPERA

Il Presidente della Repubblica costretto a spiegare ai manifestanti della Scala l'impossibilità costituzionale di non promulgare il decreto sulle nuove norme per gli enti Lirici

Pubblicato da uber
Etichette: COSTITUZIONE, NAPOLITANO, SPETTACOLO

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Giulio Laurenzi
http://www.unavignettadipv.it/public/blog/upload/25%20aprile%20Low.jpg
PV Una Vignetta di PV