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mercoledì 27 giugno 2012
Le opinioni di Grillo: dal Mossad all'Iran
PORTOS / Franco Portinari
intervista di GRILLO A UN QUOTIDIANO ISRAELIANo
Grillo e la politica estera, dal Mossad all'Iran
«Mia moglie è iraniana, lì la donna è al centro della famiglia Bin Laden non era tradotto bene, me lo ha detto mio suocero»
Dal nostro corrispondente FRANCESCO BATTISTINI
GERUSALEMME - I massacri in Siria? «Ci sono cose che non possiamo capire. Non sappiamo se sia una vera guerra civile o si tratti d'agenti infiltrati nel Paese». L'Iran di Ahmadinejad? «Un giorno ho visto impiccare una persona, su una piazza di Isfahan. Ero lì. Mi son chiesto: cos'è questa barbarie? Ma poi ho pensato agli Usa. Anche loro hanno la pena di morte: hanno messo uno a dieta, prima d'ucciderlo, perché la testa non si staccasse. E allora: che cos'è più barbaro?». E i diritti delle donne? «Mia moglie è iraniana. Ho scoperto che la donna, in Iran, è al centro della famiglia. Le nostre paure nascono da cose che non conosciamo».
IN IRAN L'ECONOMIA VA BENE - Nemmeno un po' preoccupato da quel regime? «Quelli che scappano, sono oppositori. Ma chi è rimasto non ha le stesse preoccupazioni che abbiamo noi all'estero. L'economia lì va bene, le persone lavorano. È come il Sudamerica: prima si stava molto peggio. Ho un cugino che costruisce autostrade in Iran. E mi dice che non sono per nulla preoccupati». Ma Ahmadinejad vuole cancellare Israele dalle mappe... «Cambierà idea. Non penso lo voglia davvero: lo dice e basta. Del resto, anche quando uscivano i discorsi di Bin Laden, mio suocero iraniano m'ha spiegato che le traduzioni non erano esatte...». Perché, nessun dubbio, c'è una lobby ebraica che controlla il sapere: «Tutto quel che in Europa sappiamo su Israele e Palestina, è filtrato da un'agenzia internazionale che si chiama Memri. E dietro Memri c'è un ex agente del Mossad. Ho le prove: Ken Livingstone, l'ex sindaco di Londra, ha usato testi arabi con traduzioni indipendenti. Scoprendo una realtà mistificata, completamente diversa».
MEDIO-ORIENTE - Beppe Grillo e la politica estera. In un'intervista di un'ora e mezza al più diffuso quotidiano israeliano, Yedioth Ahronot, il leader anti-casta s'avventura su un terreno per lui insolito come il Medio Oriente. Facendo capire soprattutto una cosa: nel Movimento 5 Stelle, quella di David non è la più splendente. Mentre l'Iran... «Se un giorno Grillo farà parte del governo italiano - scrive il corrispondente Menachem Gantz -, il suocero avrà un ruolo fondamentale nella politica estera». Il giornalista è severo col comico: «È confuso, prigioniero di pregiudizi: le sue idee su Israele si possono capire dai suoi show e dal suo blog». Il riferimento è ad alcuni post, dove gli israeliani sono qua e là paragonati ad Attila («dopo di noi non cresceranno più palestinesi») o a una «dittatura militare» pronta a scatenare una terza guerra mondiale, mentre più teneri sembrano altri giudizi: «L'Islam non è una religione fondamentalista. E qualunque Stato, quando gli ammazzano gli scienziati nucleari o lo attaccano coi virus informatici, si sente sotto attacco». Grillo rivela d'essere stato invitato dall'ambasciatore americano a Roma, nel 2008. Dice che Israele è dietro molte decisioni Usa. Che «noi italiani siamo sotto occupazione dell'America, colpevole di parte della crisi economica europea». Che in ogni caso «parlare d'Israele è un tabù, come parlare dell'euro: appena lo tocchi, subito ti dicono che sei antisionista e razzista».
MATRIMONI GAY? FORSE - Il panorama dalla casa ligure è fantastico, nota il giornalista, e la lunga chiacchierata lascia spazio ad altri temi. Grillo spiega d'aver avviato «una rivoluzione culturale, non politica»; che da sette anni il suo blog è opera del fidato Gianroberto Casaleggio, «io parlo, lui scrive»; dà una mezza risposta sui matrimoni gay (favorevole? «Forse»); compara il M5S a Occupy Wall Street, ai Pirati tedeschi e agli Indignados spagnoli, «anche se noi non ci siamo scontrati con la polizia»; prima dribbla la domanda sull'uscita dall'euro («studieremo l'argomento»), poi confida di sentirsi europeo, ma «come gli inglesi, senza stare per forza nella moneta unica»; attacca Monti, «sta facendo il lavoro sporco, ma sulla casa e con la riforma del lavoro sta colpendo duro»; promette che non farà mai il premier o il segretario politico, «non ne ho la statura». E mentre sul web risponde al Corriere , che ieri criticava la lentezza del neosindaco di Parma («Pizzarotti s'è preso il suo tempo. Non ha nominato cani e porci. Altrimenti ci avrebbe messo un attimo»), qui riconosce: «La verità è che non abbiamo esperienza di governo. Entrare in Parlamento sarà un'altra faccenda. Anch'io non capisco del tutto il movimento. Forse, che cos'è, lo capiremo tra 15 anni». Alla fine, il giornalista è spazientito: ma perché, sbotta, mi dai risposte così vaghe? «Non ho gli elementi per decidere. È la gente che deve pronunciarsi, coi referendum sulla rete». Giudizio finale dell'osservatore straniero: «Grillo è un buon attore che sa che cosa vuole il suo pubblico. Ma non sa dire che cosa vuole».
25 giugno 2012 (modifica il 26 giugno 2012)
sabato 7 aprile 2012
Aung San Suu Kyi eletta in Parlamento
Aung San Suu Kyi, una speranza per la Birmania
Marco De Angelis per "The New York Times Syndicate"
La leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, è stata eletta in Parlamento, nella circoscrizione rurale di Kawhmu, vicino a Rangoon. Lo riferisce il suo partito, la Lega nazionale per la democrazia. Il premio Nobel correva per uno dei seggi in palio alle elezioni suppletive. Sono 45 i seggi da assegnare, di cui 37 alla Camera bassa.
Storica elezione per Aung San Suu Kyi che ha passato 15 dei suo ultimi vent'anni, in carcere.
la notizia
David Rowe
Le schegge di vetro, le più piccole con la forza tagliente e luccicante di difendersi contro le mani che cercano di frantumarle, possono essere indispensabili per chi vuole liberarsi dalla morsa dell'oppressione.
Aung San Suu Kyi
The Lady (31/03/2012)
Nelle elezioni In Birmania ritorna a candidarsi, dopo la prigionia, Aung San Suu Kyi, icona dei diritti umani e della democrazia (negata). Questo non prelude a grandi aperture da parte del regime militare al potere...ma intanto bentornata.
Da Cartoon Movement: http://www.cartoonmovement.com/cartoon/5892
cecigian
Aung San Suu Kyi wins election
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 4/2/2012
HENG
Lianhe Zaobao - Singapore
MYANMAR DEMOCRACY DANCE BURMA MILITARY 040512
The New York Times Syndicate
Hillary Clinton, che aveva già incontrato lo scorso anno Aung San Suu Kyi ha fatto sapere che l'America sta prendendo in considerazione, data la storica vittoria, di togliere gli embarghi alla Birmania.
la notizia
LinK:
http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=163583
http://www.guardian.co.uk/world/video/2012/apr/02/aung-san-suu-kyi-burma?INTCMP=SRCH
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FANY - BLOG: Aung San Suu Kyi è libera
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Storica elezione per Aung San Suu Kyi che ha passato 15 dei suo ultimi vent'anni, in carcere.
la notizia
David Rowe
Le schegge di vetro, le più piccole con la forza tagliente e luccicante di difendersi contro le mani che cercano di frantumarle, possono essere indispensabili per chi vuole liberarsi dalla morsa dell'oppressione.
Aung San Suu Kyi
The Lady (31/03/2012)
Nelle elezioni In Birmania ritorna a candidarsi, dopo la prigionia, Aung San Suu Kyi, icona dei diritti umani e della democrazia (negata). Questo non prelude a grandi aperture da parte del regime militare al potere...ma intanto bentornata.
Da Cartoon Movement: http://www.cartoonmovement.com/cartoon/5892
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By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 4/2/2012
HENG
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MYANMAR DEMOCRACY DANCE BURMA MILITARY 040512
The New York Times Syndicate
Hillary Clinton, che aveva già incontrato lo scorso anno Aung San Suu Kyi ha fatto sapere che l'America sta prendendo in considerazione, data la storica vittoria, di togliere gli embarghi alla Birmania.
la notizia
Hilary and Aung San Suu Kyi By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 12/4/2011 |
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http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=163583
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mercoledì 4 aprile 2012
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During his visit to Cuba, Pope Benedict has criticized the 50-year-old trade embargo imposed on Cuba by the United States.
29 Mar 2012/ Cartoon Movement
The Pope Goes to Cuba
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Communism and religion will meet as the Pope is scheduled to visit Cuba next week. Click here to see more cart
22/03/2012 / Cartoon Movement
Black smoke over Cuba
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GLORY BE TO FORGET THE MEMORIES
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3/25/2012
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Raul, Fidel, Benedict and Hugo Chavez
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico
3/30/2012
-PROSELITISMO
Carton publicado en EL UNIVERSAL el 25 de Marzo 2012.
http:// www.eluniversal.com.mx/ wcarton11657.html
Angel Boligan
Nei secoli Fidel
Vauro
Giorgio Forattini
Giannelli Corriere della sera
Matteo Bertelli
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THE PRESS IS NOT ALWAYS GOOD BALANCING
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Giorgio Forattini
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sabato 7 maggio 2011
La foto di Bin Laden
Dave Brown -The Indipendent |
Tutto il mondo aspetta di avere le prove della morte di Osama bin Laden , un video anche solo una foto, ma Osama preferisce non mostrare nulla, lasciando tutti nella perplessità.
Due autorevoli pareri , Gramellini e Camon e tante vignette:
È meglio nascondere che eccitare
di Massimo GramelliniMostrare o non mostrare, questo è il problema. Se sia più saggio oscurare il cadavere bucherellato e far dubitare gli scettici, oppure esibirlo in mondovisione e far imbufalire i fanatici. La civiltà dell’immagine è priva di immaginazione. In essa esiste solo ciò che appare. Le narrazioni possono ancora sfamare qualche riserva residua di sognatori. Gli altri non si fidano. Vogliono la prova visiva: il labiale, il plastico, il moviolone.
Non è stato sempre così. Il Tommaso che per convincersi della resurrezione del Maestro ha bisogno di toccarne le ferite con mano è probabilmente il frutto di un’insinuazione malevola, ma anche la prova lampante che in duemila anni lo scenario si è ribaltato. Allora, quando si voleva parlar male di qualcuno, si diceva che doveva vedere per credere. Adesso, in tempi di scarsa fede e di scarsissima fiducia verso le autorità costituite, il vedere è diventato invece una condizione preliminare del credere. E’ tipica delle epoche barbare, questa necessità di esibire in pubblico lo scalpo del condottiero nemico ucciso, la cui testa decollata veniva infilata in cima a una picca e mostrata dagli spalti della fortezza per sollevare il morale alle proprie truppe e indurre alla resa quelle altrui.
Angel Boligan
Nella società dello spettacolo il fenomeno si è dilatato e complicato. Grazie alla tecnologia, gli spalti da cui mostrare lo scalpo si affacciano sul mondo intero. E l’emotività esasperata del bambin-uomo moderno rende le reazioni del nemico assai meno prevedibili. Chi garantisce alla Cia che la foto dei lineamenti deturpati di Osama bin Laden, lungi dal deprimere i suoi seguaci, non finisca piuttosto per fomentarne il fanatismo, trasformandosi in un oltraggio anche peggiore della morte, in una provocazione da vendicare? L’immagine corre in superficie, e corre veloce, accidenti a lei, e basta che un fessacchiotto bruci il Corano in un paesino sperduto della Florida perché due ore dopo, e a due oceani di distanza, le piazze degli integralisti entrino in ebollizione.
Per questa e altre ragioni, condivido la decisione americana di non mostrare «la pistola fumante». Tanto gli scettici continuerebbero comunque a dubitare della verità rivelata, come già dubitano della conquista della Luna e dell’Undici Settembre. Insinuerebbero di foto rivisitate al computer. E nelle ultime e cruente immagini di Osama troverebbero sicuramente un particolare a cui appendersi per giustificare la teoria della messinscena. In compenso i fanatici di Bin Laden non verrebbero attraversati dal minimo dubbio e farebbero di quelle foto la loro Spoon River. No, meglio lasciar perdere. Alle barzellette ho sempre preferito i proverbi e ce n’era uno che mio padre non si stancava di ripetermi durante l’adolescenza: «La verità è nuda. Tocca alla saggezza rivestirla».
dica formaggio Pubblicato da fabio Etichette: foto, magnasciutti, obama, osama |
REALITY (BIN BROTHER I S WATCHING YOU)
Il raccapricciante video dell'uccisione di Bin Laden visionato alla Casa Bianca in maniera riservata, per il momento.
Pubblicato da uber
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nico pillinini |
Dave GRANLUND |
4 maggio 2011, ore 17
Bin Laden e noi
Di Ferdinando Camon
Ho (ma anche voi l’avrete) una coppia di islamici che abita qui vicino, discreta, silenziosa, educata. Gente a posto.Non ho mai capito cosa pensavano di Bin Laden, io non andavo e loro non andavano sull’argomento, però a un certo punto hanno avuto un figlio, maschio, e l’hanno chiamato Osama. Un segnale? Non lo escludo. C’erano, ci sono, islamici intorno a noi, per i quali Bin Laden era una “figura interiore”, un totem a cui affidare il riscatto e la salvezza. Non illudiamoci che non sia così.
Ora Bin Laden è morto, e la sua morte lascia tanti dubbi. Chi gli ha sparato? Era armato o no? Perché hanno buttato subito il suo corpo in mare? Dove sono le foto, si posson vedere? Dove sono la moglie ferita e il figlio ammazzato? Dei 4 elicotteri impiegati, uno è andato perduto, s’è guastato? è stato colpito? chi l’ha fatto esplodere? Il governo del Pakistan non era informato del blitz, è un paese inaffidabile? e come mai ha la bomba atomica? Qualcuno ha tradito Osama? Per denaro? C’era su Osama una taglia di 50 milioni di dollari, questa è una vittoria del dollaro? Sì, sapere queste cose aiuta, ma la novità non cambia: Bin Laden è morto, un’epoca è finita. Cosa rimane di quell’epoca, cosa insegna al mondo, all’America, all’Europa, e a noi, che abbiamo a che fare con tanti islamici in casa nostra?
Gli islamici che odiano l’Occidente, non lo odiano per come l’Occidente li tratta, ma per quello che è. Sono emigranti poveri, ma si sentono portatori di una civiltà superiore. Il “califfato” che era nel programma di Bin Laden indica un sistema in cui il capo sia un’autorità insieme politica, militare e religiosa. Bin Laden proponeva se stesso in questo ruolo. Quelli che lo seguivano sognavano un mondo islamico non calpestato dagli scarponi dell’America, non compromesso dagli affari con l’Occidente, non arrendevole ai costumi corrotti delle società cristiane, un ritorno alla purezza originaria. Questa marcia a ritroso nella storia andava imposta con la forza, e la forza delle organizzazioni che non hanno esercito sta nel terrorismo. Al Qaeda era un’organizzazione insieme chiusa e aperta. Emetteva ordini a militanti organizzati in squadre, come l’attacco alle Due Torri, e direttive a coloro che volevano-potevano eseguirle, spontaneamente. Tutt’e due questi comandi contavano sull’autorità di Osama. Ora che Osama non c’è più, le due forme di comando entrano in crisi. Non c’è un vice-leader predestinato al comando. Una parte dei commenti americani pensano che Al Qaeda possa morire. Potrebbe succedere se coloro che combattono contro l’Occidente in nome di Al Qaeda lo facessero perché Al Qaeda glielo ordina, e non perché odiano l’Occidente, ma temo che non sia così. E che la fetta di Islam che odia l’Occidente possa farsi viva d’improvviso, con qualche colpo micidiale per noi, che siamo (America ed Europa) vulnerabili e non posiamo farci niente. Ma il sogno di Osama era quello di guidare, con la sua fetta di Islam fanatico, l’Islam globale. E ora sappiamo che la storia non lo segue. Nell’Islam a noi più vicino l’epoca dei regimi totalitari e dei popoli sottomessi si sta sfasciando. I popoli vogliono la cacciata dei capi e più democrazia. Non sanno cos’è la nostra democrazia, e non sono maturi per gestirla, ma sanno che la loro non è democrazia. Non siamo stati noi a uccidere il qaedismo, a espellerlo fuori-storia, sono le rivolte dei popoli arabi. Le società arabe erano le più deboli economicamente, e la grande crisi globale, abbassando il livello di vita di tutto il mondo, ha ridotto il livello dei paesi più deboli sotto la soglia della fame. Le rivolte per la democrazia sono state anche rivolte per il pane. Man mano che quelle rivolte trionfavano, il qaedismo crollava. Alla fine Osama è morto, ma era già un vinto.
Obama rebirth certificate
By Jimmy Margulies, The Record of Hackensack, NJ
Conspiracy Theory Stimulus
1°- President Obama today decided not release
Oggi il presidente Obama ha deciso di non rilasciare
2°- photos of osama bin laden's allegedly dead body
la foto di Osama bin Laden cadavere
3°- as part of a secret government plan to create new jobs
come parte di un piano segreto del governo per creare nuovi posti di lavoro4°- for millions of out-of-work conspiracy theorists.
per milioni di senza lavoro, teorici della cospirazione.RJ MATSON
Mission Accomplished Political Cartoons of the Week - Best Political Cartoons |
Giannelli http://www.corriere.it/
Osama and the Devil Political Cartoons of the Week - Best Political Cartoons |
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domenica 1 maggio 2011
Il bacio del Wedding Royal
Il bacio
BACINGHAM PALACE
Il grande evento mediatico studiato nei minimi particolari che rilancia il culto degli inglesi per la propria monarchia si è concluso con il bacio che ha quasi monopolizzato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Sarà dura domani per Woytila.
Pubblicato da uber 30/04/2011
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com |
Dave Brown -The Indipendent
Adams The Telegraph
Il bacio al balcone Royal Wedding fornisce l'ispirazione per questa vignetta di Adams da The Telegraph. Ma sono quelle nuvole in arrivo o in partenza? Bene, dopo una mattinata nuvolosa, "raggi di sole hanno sfondato le nuvole sopra il centro di Londra mentre William e Kate salutavano la folla in festa dopo la loro cerimonia di nozze".
Il sole disegnato come la bandiera inglese (Union Flag) rotto tra le nuvole può essere visto come una metafora per l'effetto edificante il matrimonio ha avuto l'umore della nazione. L'economia britannica sarà pur stagnante, la fiducia dei consumatori può essere in picchiata, ma "forse le nozze di William e Kate possono non solo promuovere il turismo e la vendita di articoli di porcellana commemorativo, ma anche strappare la psiche nazionale dal suo funk collettivo. La speranza è l'ultima a morire ... "Per saperne di più>>
la carrozza
Dave Brown -The Indipendent
e la sala dei rinfreschi...
Adams The Telegraph**
sabato 30 aprile 2011
Matrimonio reale
29 aprile 2011 nozze da fiaba per Will e Kate con morale: chiunque, di qualsiasi origine sociale, può diventare milionario e sposare un Principe... e la favola continua...
Vignette da tutto il mondo:
Gli sposi
THE ROYAL WEDDING
Oggi il matrimonio reale di Londra fa dimenticare per un giorno i problemi mondiali.
E pazienza fosse solo per un giorno.
Pubblicato da uber
Etichette: fame nel mondo, povertà
400 funerali e un matrimonio - Video Livedraw: Patrick Blower guarda le nozze reali e la violenza continua in tutto il Medio Oriente
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La Regina
TRIS REALE
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Tweety: "Mi è semblato di vedele un laboul"
Blair e Brown non vengono invitati al Matimonio del Secolo. Gli ex Premier laburisti snobbati molto probabilmente per volontà della Regina a cui non sono mai andati a genio.
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