E' tempo di statistiche!!!!
Amici cari grazie di avermi seguita per tutto questo terribile 2023!
Totale post editi 160
Primo in classifica
Secondo
E' tempo di statistiche!!!!
Amici cari grazie di avermi seguita per tutto questo terribile 2023!
Totale post editi 160
Primo in classifica
Secondo
Addio a Giorgio Napolitano. L’ex capo dello stato aveva 98 anni. È stato il primo Presidente della Repubblica italiana a essere rieletto per un secondo mandato.
RE GIORGIOIl 5 agosto 2011 arriva la famosa lettera della Banca comune europea a firma del presidente uscente Claude Trichet e da quello designato Mario Draghi. A novembre Berlusconi prende atto di non avere più una maggioranza parlamentare alla camera. I titoli di stato sono sotto una serie di attacchi speculativi.Napolitano si accorda con Berlusconi: approvata la finanziaria il premier si dimetterà. Così avviene. Napolitano intanto ha nominato Monti senatore a vita. Subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio viene chiamato a palazzo Chigi. Ed è per questa mossa che “salva” l’Italia – secondo alcuni, la rovina secondo altri – che il New York Times definisce Napolitano «Re Giorgio», per la sua volitiva scelta di andare oltre le prerogative presidenziali e dirigere dal Quirinale la scelta.fonte: https://www.editorialedomani.it/politica/italia/giorgio-napolitano-morte-ricordo-vita-98-anni-japt1pi7
#Napolitano
"Quando eravamo re"
Mauro Biani
Se n’è andato uno dei personaggi politici più rilevanti degli ultimi cinquant’anni e, in particolare, del primo scorcio di questo secolo, in cui Giorgio Napolitano ha infranto una regola non scritta e inaugurato il doppio mandato presidenziale, poi replicato da Mattarella.
Esponente più autorevole dell’ala migliorista del Partito Comunista, Napolitano è stato per anni amato, rispettato e combattuto con la stessa veemenza, come capita solo ai grandi personaggi.
Ma è stato, in modo a volte decisionista e spesso impopolare, argine ai populismi in ascesa, nel pieno della più grande frattura della Seconda Repubblica.
Non ha mai avuto il carisma naturale di un Pertini né l’empatia di un Mattarella, ma Giorgio Napolitano è stato a suo modo la perfetta incarnazione di una stagione di mezzo di cui, prima e meglio di altri, ha intuito la degenerazione, al punto che in molti oggi, a distanza di anni, ne rivalutano l’azione e il pensiero.
Napolitano aveva 98 anni. Gli sia lieve la terra.
Lorenzo Tosa
Giorgio Napolitano
Marilena Nardi
#Disegno #inchiostro #ritratto #caricatura #napolitano #GiorgioNapolitano #italia
MISERIA E NOBILTA'
sul mio Blog ho trovato più di 80 vignette ispirate allo scomparso "re" Presidente Napolitano.
Per chi vuole basta "cliccare" sull'etichetta del suo nome.
Luci ed ombre inevitabili nella sua lunga vita politica.
Uno dei peccati che da destra non gli hanno mai perdonato è la caduta di Berlusconi che poi ha cercato di far dimenticare analogamente alla sua vecchia militanza comunista.
Ne scelgo una in relazione alla sua napolitanità e in ricordo d un altro grande napoletano , le altre, se ne aveste voglia, potreste scorrerle sul blog.
Gianfranco Uber
A volte ritornano
Mario Natangelo
#Napolitano #giorgionapolitano Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo
Il cordoglio bipartisanIn quasi 70 anni di attività politica, ci sono stati molti Giorgio Napolitano.
C’è stato il Napolitano filo sovietico del 1956, c’è stato il Napolitano migliorista che ha anticipato la svolta socialdemocratica, c’è stato il Napolitano contro Berlinguer sulla questione morale, c’è stato il Napolitano che tesseva legami con Washington (e Kissinger lo chiamava "il mio comunista preferito"), c’è stato il Napolitano al Viminale che ha inventato i primi centri per migranti, c’è stato il Napolitano presidente della Repubblica che firmava tutte le leggi ad personam di Berlusconi, comprese quelle che poi la Consulta dichiarerà anticostituzionali.
Ma l’impronta politica più forte sulla storia del Paese Napolitano l’ha lasciata nel 2011, quando caduto Berlusconi lui decise, dal Quirinale, di non sciogliere le Camere e di fare Mario Monti premier. Per l’Italia, quello fu un bivio: se si fosse votato con ogni probabilità avrebbe vinto il Pd di Bersani, allora alleato con Vendola e Di Pietro, i sondaggi erano unanimi.
Invece il Presidente scelse l’uomo della Troika, il Pd fece disgraziatamente sua quell’agenda d’austerità e in un anno e mezzo di Monti milioni di voti si spostarono dal centrosinistra ai Cinque Stelle, così nel 2013 alle urne ci fu il pareggio e poi le larghe intese.
Non si sa come sarebbe andata la storia, se Napolitano avesse deciso diversamente. Si sa però che il Quirinale si fece da arbitro neutrale a giocatore in campo, decidendo anche il risultato della partita.
E forse partì così quella deriva presidenzialista che oggi la destra vuole formalizzare, stravolgendo la Costituzione.
Alessandro Giglioli
È MORTO NAPOLITANO, L’AMIKO AMERIKANO
È l’unico «comunista» cui gli Stati Uniti abbiano concesso il visto d’ingresso. Per ritirare un Premio intitolato a Henry Kissinger, il Segretario di Stato americano regista del golpe di Pinochet, responsabile dell’assassino di Salvador Allende e dell’eccidio di migliaia di cileni. Dotato di un’altezzosità non comune, che gli valse il discutibile nomignolo di «Re Giorgio», Napolitano fu, nel Pci che si vantava del proprio monolitismo, il più autorevole esponente della corrente migliorista. Ne facevano parte riformisti all’acqua di rose il cui scopo era sorpassare i socialisti da destra. Tirate le somme, GP è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica. Tra le sue ultime performance, l’incarico di governo a Matteo Renzi. Per indubbi requisiti elettorali, ma soprattutto per affinità elettive.
Ivano Sartori
Riccardo Mannelli
Fabio Norcini
gli ultimi omaggi degli amici e l'ultimo libro:
ENTRARE NELLA STORIA DELL'ARTE - Beppe mi telefona per chiedermi se mi va bene se arriva lunedì 17 da me. Benissimo. Buffo che solo tre giorni prima sia venuto Riccardo, che con Beppe è il mio artista preferito. Oltre che amici carissimi, con i quali ho spartito avventure, provocazioni, mostre, insomma bellissime esperienze che sarebbe troppo lungo enumerare. Come ho fatto con Riccardo lascio le immagini a sunteggiare il momento e l'emozione che ho provato. E considero il gesto di chi in 24 ore si spara un viaggio a/r Treviso Firenze per la mia faccia: il mio forzato silenzio mi ha concesso di bearmi più del solito delle sue acrobazie verbali, dei funambolismi col linguaggio e rivivere i nostri comuni ricordi dal suo punto di vista. Poi al mattino, dopo avermi fatto posare, giunge il momento del commiato. Sarà l'ultima volta? Per intanto "sono entrato nella storia dell'arte e l'inferno può attendere", come mi scrive nella dedica al suo disegno struggente Mora mio.
Fabio Norcini 19 luglio 2023
Si sono svolti nella Basilica di San Miniato al Monte i funerali di Fabio Norcini, scomparso il 26 agosto dopo una lunga battaglia contro un male incurabile.
Nato a Firenze il 27 luglio 1957, Norcini è stato "un intersecatore di intelligenze e riparatore di parole", personaggio molto noto nell’organizzazione di eventi culturali . "Specialista di ottica illusa e arte inutile", ha curato più di 200 mostre e relativi cataloghi, collaborando con parecchie testate, tra cui l’edizione toscana di Repubblica e prima ancora con la rivista "Seconda mano". Ha seguito vari uffici stampa legati al mondo culturale e artistico fiorentino. Tra questi l’ufficio stampa del teatro di Rifredi dalla fine degli anni Ottanta e fino al 1997-1998. Saputa la tragica notizia, Giancarlo Mordini, coordinatore dell’attività artistica del Teatro di Rifredi, ha condiviso un post "con un groppo in gola" per annunciare la scomparsa del "carissimo amico di sempre". E Norcini, uomo preciso, professionale, altruista, amante della vita e dell’arte – tantissimi i giovani artisti che negli anni ha ospita nello spazio Studio Rosai di arte contemporanea dietro Piazza Pitti – sui social era molto attivo. Proprio qui ha scelto, prima ancora di Michela Murgia, di condividere la sua malattia, la sua sofferenza e voglia di combattere.
"Raramente sono d’accordo con lei e non la amo particolarmente quale scrittrice (Accabbadora a parte) ma di questa sua dichiarazione sottoscrivo parola per parola, convivendo da più di un anno, da quando lo so, con il medesimo ‘ospite’ in corpo" scriveva lo scorso 6 maggio. L’ultimo post, datato 22 agosto, intrinseco di sofferenza: "Cari amici, che in questi giorni mi avete scritto in tantissimi con tutti i tipi di messaggi, vi chiedo di perdonarmi per il mio silenzio, dovuto alle mie pessime condizioni di salute che non mi permettono di rispondere ad personam come vorrei. Vi abbraccio quindi tutti".
Barbara Berti per la Nazione
https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/mondo-convenienza-scontri-o9keff2i
“Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti di incorrere in determinate problematiche e poi rischi che alla fine il lupo lo trovi”.
Andrea Giambruno
Il giornalismo perde un grande professionista, un uomo onesto e libero.
Mancherà la tua passione, la tua determinazione per l'inchiesta sempre alla ricerca dei fatti e della verità per far luce sui numerosi misteri italiani.
Fany perde un follower ed un amico della nona arte.
Ciao Andrea Purgatori e grazie!!
Caro Andrea.
Mauro Biani
#AndreaPurgatori
Se ne è andato all’improvviso Andrea Purgatori (1953-2023), uno dei più bravi giornalisti investigativi del nostro tempo. Si batté come nessun altro per scoprire la verità sulla strage di Ustica, sfidando segreti e viltà del potere, ricevendone intimidazioni e minacce, facendone una malattia. Professionale.
Ivano Sartori
E' scomparso Andrea Purgatori, un grande giornalista d'inchiesta che ha attraversato con i suoi reportage gli episodi più oscuri del nostro Paese e gli avvenimenti internazionali più importanti, tra terrorismo, rapimenti, mafia, stragi, guerre. Le sue indagini sulla strage di Ustica costituiscono una delle sue medaglie più importanti.
Questa vignetta, che apprezzò molto, del 1989 (Il Popolo) sulla strage di Ustica è legata proprio a una delle sue inchieste.
Marco De Angelis
Già me la immagino la conversazione, anzi, l'intervista di Andrea Purgatori con Lui. L'inizio potrebbe essere "quindi lei asserisce di esistere...quanto è coinvolta la chiesa con il caso Orlandi...e di Ustica cosa ci dice ?"
#Nicocomix #AndreaPurgatori #Ustica #purgatori #EmanuelaOrlandi #giornalista
VELTRONI SU PURGATORI: UN LIMPIDO RABDOMANTE DELLA VERITÀ
PERCHÉ GLI DOBBIAMO TUTTI QUALCOSA. NON SOLO PER USTICA
■ di Walter Veltroni per il “Corriere della Sera"
Faccio fatica a scrivere di Andrea al passato. La sua malattia è stata terribile, fulminante, spietata. Lui l’ha combattuta ma non ce l’ha fatta. Ci siamo scritti finché ha potuto, con quel pudore che caratterizza le relazioni tra affetti quando qualcuno è colpito da una malattia. Avevamo recentemente progettato insieme una serie sulla strage di Ustica per una piattaforma internazionale. Avevamo scritto a quattro mani le puntate, avevamo definito contenuti e linguaggi. Volevamo che fosse lui il protagonista, perché se lo meritava.
È lui il cronista coraggioso in interpretato da Corso Salani, altra morte prematura, nel bellissimo film di Marco Risi “Il muro di gomma”. Andrea, la sera dell’abbattimento dell’aereo, ricevette una telefonata da una persona che conosceva. Questa voce gli diceva che le cose non erano andate come veniva già detto. Andrea si è gettato su questa storia con il coraggio che ha sempre animato il suo modo di intendere la sua professione.
Voglio dirlo in modo chiaro, inequivoco: Andrea Purgatori è stato il giornalista esemplare. È stato la testimonianza che si può intendere il raccontare la realtà come una sfida costante con la propria coscienza, come un dovere che ha profili etici nei confronti delle cose, degli altri, di sé stessi. Non è mai stato un complottista, un dietrologo, non ha mai usato ideologie per raccontare la realtà. Aveva le sue solide convinzioni politiche e ideali ma non le ha mai usate per distorcere la realtà, per usare l’informazione a fini di parte. La sua parte, l’unica parte alla quale ha consacrato la sua vita professionale e personale, era la realtà. Non dico la verità, categoria di labile definizione. Ma la realtà, le cose come sono accadute.
Su questo giornale Andrea ha scritto di Ustica per anni, per contestare le bugie pelose di chi sosteneva le teorie più strampalate: il «cedimento strutturale» o la «bomba a bordo» o tutte le altre follie che servivano a camuffare la realtà che Andrea aveva scoperto fin dal primo momento. Andrea Purgatori ha detto agli italiani che sul cielo di Ustica si era combattuta la più grande battaglia militare in Europa dalla fine della guerra. Una verità che faceva tremare molti ambienti, in Italia e all’estero. Una verità che gli costò minacce alla sua stessa vita.
Andrea non ha smesso mai di cercare, magnifico rabdomante della realtà. E lo faceva con una febbre che univa la sua coscienza professionale e quella civile. Lo sanno gli spettatori di “Atlantide” su La7 e tutti coloro che hanno letto i suoi articoli o i suoi libri.
Gli italiani, lo dico senza enfasi, sono debitori nei suoi confronti. Senza di lui, e senza la battaglia di Daria Bonfietti e dell’associazione dei familiari, Ustica sarebbe stata sepolta sotto le bugie.
Che si occupasse del caso Orlandi, dell’omicidio di Pecorelli o dei rapporti tra mafia e politica, sempre Andrea trasmetteva il senso di una limpidezza, di una incorruttibilità che ha onorato la sua professione e guidato e illuminato la sua vita.
Era un uomo simpatico, spiritoso, pieno di passioni e di gentilezza, con un senso dell’umorismo che lo rendeva una presenza straordinariamente piacevole. Con lui potevi parlare di cultura, di storia, di politica, di televisione. E di calcio, come abbiamo fatto tante volte, insieme, vedendo partite e divertendoci insieme.
Andrea era una di quelle persone che, se entrano in una stanza, vorresti non uscissero. Invece stavolta è uscito, per sempre. E, sinceramente, ora la morte di un amico come Andrea, di una persona come Andrea, di un giornalista come Andrea mi sembra troppo ingiusta e spietata per essere accettabile.
L’ultima volta ci siamo scritti qualcosa che tra amici, specie uomini, è difficile dirsi ma che varrà sempre: che ci volevamo bene.
By Riccardo Mannelli
B
Makkox
Camera ardente
Pillinini
La Repubblica del Banana. Silvio #Berlusconi è morto a 86 anni: capo di 4 governi, pregiudicato per frode fiscale, finanziatore della mafia e 9 volte prescritto. Le tv lo beatificano, domani funerali di Stato e pure lutto nazionale #funeralidistato #luttonazionale
Christian Durando
Berlusconi
Valerio Marini
Berlusconi siamo noi #berlusconi #mafia #corruzione #beatificazione #fascismo #razzismo #italia
Paolo Lombardi
By Riccardo Mannelli