Visualizzazione post con etichetta Careddu. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Careddu. Mostra tutti i post

mercoledì 25 febbraio 2015

19 febbraio 2015 - Sacco di Roma da parte dei tifosi ultras del Feyenoord

Guerriglia nel centro di Roma. Dopo tre ore di tensione, poco prima delle 16.30, in piazza di Spagna si è scatenata la battaglia. Gli hooligans del Feyenoord, molti con un adesivo con la Lupa capitolina decapitata, prima della partita di Europa League, hanno lanciato fumogeni contro gli agenti che, schierati sulla scalinata di Trinità dei Monti, hanno reagito con una carica fin dentro la salita di San Sebastianello, verso il Pincio. I tifosi hanno risposto tirando bottiglie e oggetti contro i poliziotti. Poi hanno anche cominciato a devastare auto, motorini, cestini della spazzatura. Daneggiata la fontana del Bernini!



The Europe of PIGS Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Some late episodes of racism, vandalism and awful education happening in different countries of the south of europe, related with football and hooligans, are reminding the invasion of nordic barbarians into mediterranean civilisation in the past years. This is the real europe of PIGS. Note: refered to Chelsea twats being racists in the metro of Paris or Feyenoord baboons filling up with vomit, pee and scum Bernini's fountain in Piazza di Spagna, Rome.


Tullio Boi



Invasione
Cosi olandesi danneggiano la Barcaccia di Bernini.
Mauro Biani


Orgiasmo da Rotterdam

di Nadia Redoglia
Sono arrivati a Roma, malgrado noi che ci picchiamo di saper proteggere i nostri valori, salvo però lasciarli poi in balia dei predatori picchiatori organizzati in branchi. I bastardi hanno spaccato la (anche!) mia Barcaccia del Bernini. Piazza di Spagna era fresca di restauro e i bastardi proprio lì hanno marciato pisciando e vomitando sulle forze (forse) dell’ordine. Per caso? Non credo. Questi esseri presi uno a uno sono il brodo primordiale del nulla: bisogna centrifugarli per ottenere mostruosità compatta.

Noi, allertati dai talk show goduriosi di share, mentre inanelliamo pagine di forum sulle criminali minacce isis ci lasciamo sopraffare dall’invasione, abituale e abitudinaria, della feccia ubriaca senza confini e barriere. Alcuni tiggì, in supposto elogio della foll(i)a, in tempo reale di devastazione (in) capitale, hanno lanciato l’edizione straordinaria e così per primi, nascondendosi dentro le nostre ferite, si sono accaparrati ancora una volta l’onore d’incastrare Marino, l’Ignazio da tagliola.

20 febbraio 2015



Fanatismi vari..Acidus #satira
Leo Magliacano


Anti-antisommossa
Trucco/Kurt


Tiziano Riverso




«L’AMACA» DEL 21 FEBBRAIO 2015 (Michele Serra) 21 febbraio 2015
Il branco di bestioni brilli che ha messo a soqquadro Roma fa venire in mente la tragica e cinica frase (baluardo di ogni pensiero reazionario che si rispetti) sulla “guerra lavacro del mondo”. Moltitudini di maschi dai quindici ai cinquant’anni, in giro per il pianeta, amministrano con grande difficoltà adrenalina, testosterone, sbalzi ormonali; se vivono in Siria o Iraq è più facile che si arruolino nell’Is, se a Rotterdam (o Istanbul o Berlino o Roma o Milano) diventano ultras di calcio, l’idea è comunque quella di trovare dei commilitoni e menare le mani a seconda delle circostanze. Ovviamente sgozzare qualcuno è molto più grave che orinare su un monumento o scalciare una macchina o gridare dagli al negro. Ma la molla è la stessa, è l’urlo della scimmia che cerca un posto nel branco, è la violenza come antidoto alla paura e come certificazione della propria esistenza. Ben al di là dell’insipienza dei domatori di scimmie, che dovrebbero tenerle a bada e non ci riescono (vedi il penoso default dell’ordine pubblico a Roma), sono spettacoli, questi, che levano il fiato per la bassezza energumena (ma tu guarda, il “civilissimo Nord Europa”…). Ma in compenso ci fanno apprezzare, e molto, il mistero della civilizzazione e della cultura. L’essere umano, specie se maschio in trasferta, sembra nato solo per il rutto.
(fonte Jack's blog)



Lorenzo Bernini autore della fontana danneggiata
Paolo Lombardi


Barcaccia
Bertelli


la zoccolaccia
Marco Careddu


ALE' AKBEER
Marco Careddu


------------------------------------------
Nota :

Posto oggi queste vignette e commenti sui terribili avvenimenti del 19 febbraio scorso, con la speranza che i tifosi romani questa sera in Olanda si parla di 2400, per la partita di ritorno, diano un esempio di civiltà e non si lascino trasportare da false vendette.
Basta con la violenza fuori e dentro gli stadi!

martedì 27 gennaio 2015

"Giornata della Memoria".


27 GENNAIO 2015
Come dice Moni Ovadia, un giorno per tutte le memorie, di tutti i genocidi, di tutte le vittime innocenti e di tutti i martiri per le libertà.
(CARTOONMOVEMENT)
UBER

La rosa bianca
Die Weiße Rose
The White Rose
http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Bianca
http://en.wikipedia.org/wiki/White_Rose
http://de.wikipedia.org/wiki/Wei%C3%9Fe_Rose






Prima di tutto vennero a prendere gli zingari.
 E fui contento perché rubacchiavano.
 Poi vennero a prendere gli ebrei. 
E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. 
Poi vennero a prendere gli omosessuali, 
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. 
Poi vennero a prendere i comunisti, 
ed io non dissi niente, perché non ero comunista. 
Un giorno vennero a prendere me, 
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertolt Brecht



Riverso



...per il giorno della memoria.
Perazzolli




PER NON PERDERE LA MEMORIA
Il 27 Gennaio sarà la Giornata della Memoria.
----------
L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa ricorrenza:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Memoria
-----------
La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/15743705314/
-----------
…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews.info QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/01/27/la-giornata-della-memoria/
Moise


"Giornata della Memoria".
Paolo Morelli


Memoria
CeciGian


mn-giornata-del-ricordo_low.jpg

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa sovietica liberarono il campo di concentramento tedesco di Auschwitz, ad ovest di Cracovia, nel sud della Polonia. Mentre si avvicinavano, le SS iniziarono l’evacuazione. Circa 60 mila prigionieri furono costretti a marciare verso ovest, la maggior parte, per lo più ebrei, verso la città di Wodzislaw nella parte occidentale dell’Alta Slesia. Migliaia di persone furono uccise in fretta nei giorni precedenti, il più possibile.
Durante la marcia della morte le SS spararono a quelli che, stremati, non potevano continuare a camminare. per il gelo e la fame. Morirono in più di 15 mila. Quando entrò, settant’anni fa, l’esercito sovietico trovò e liberò oltre 7 mila sopravvissuti, malati e moribondi.
Si stima che circa 1,3 milioni di persone siano state deportate ad Auschwitz tra il 1940 e il 1945. Di queste, almeno 1,1 milioni sono state assassinate.
Sono cose che tutti dovrebbero sapere… ma le ho riscritte qui, ora.
Per l’ennesima volta.
Per non dimenticarlo mai.

Pietro Vanessi




Pietro Vanessi


dove non arriva la memoria
Marco Careddu



Residui non rimossi
Kurt



Link with the past
  Bernard Bouton
27 Jan 2015



Commémorations des 70 ans de la libération du camp de concentration d'Auschwitz-Birkenau,
dessin de Pinter.






Auschwitz 70 ans
01/27/2015 par Michel Kichka
Un des dessins que, petit (à 12 ans), je recopiais dans les livres sur la Shoah que je dérobais en cachette de la bibliothèque de mon père. Et à côté, un  dessin fait récemment.



Milko



Moni Ovadia e il giorno della memoria
“Celebrare la Shoah senza retorica”

In occasione del 27 gennaio il drammaturgo e scrittore di origini ebraiche invita a una maggiore consapevolezza storica e politica: “L’Italia è ancora un Paese che non ha fatto i conti con le proprie colpe”
Ricordare la Shoah senza “retoriche o false coscienze”. Senza discriminazioni tra le vittime, non rivolgendo l’attenzione solo allo sterminio degli ebrei, ma anche a quel resto di umanità che è stata cancellata dalla follia dell’uomo: rom, slavi, omosessuali, testimoni di Geova. Sono queste le speranze di Moni Ovadia,drammaturgo e scrittore d’origini ebraiche, cheloraquotidano.it ha intervistato in occasione della “Giornata della Memoria”.
- Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Che cosa rappresenta e in che modo si può evitare che si riduca a un rituale vuoto, retorico?“La prima cosa è che vanno bandite le retoriche e le false coscienze. Facciamo questa celebrazione, film, discorsi, confronti, e poi ad esempio i rom, che sono stati uno dei popoli ad essere sottoposti al progetto di sterminio totale, non ricevono praticamente attenzione rispetto a quella rivolta allo sterminio del popolo ebraico. Io sono ebreo, ma non si può fare discriminazione tra le vittime. Ci sono stati i rom, gli antifascisti, tremila slavi, gli omosessuali, i testimoni di Geova. I primi sterminati sono stati i menomati. C’è stata un’umanità che è stata cancellata. Ultimamente alcuni politici disinvolti hanno cercato di collocarsi in sintonia con la israelianizzazione della Shoah. Questo ridurrebbe la Shoah a un fatto nazionale, mentre Primo Levi ha scritto Se questo è un uomo, non Se questo è un ebreo“.
- Lei ha affermato che mentre in Germania hanno fatto i conti con la propria colpa, in Italia si tende a negare la propria colpa che non è soltanto quella di complicità al nazismo ma di veri e propri genocidi…“Eh sì, andiamo a vedere in Cirenaica, per esempio. Là non c’erano i nazisti, c’erano solo i fascisti del generale Graziani”.
- E che conseguenze ha questa mancata presa di coscienza della propria colpa in Italia?“Semplice, non vede come siamo conciati in questo Paese? Siamo un Paese che ha le strutture portanti che non reggono. L’ha insegnato Freud: se tu non fai i conti con chi sei, se tu rimuovi i traumi ritornano in forma di patologia. I tedeschi infatti si vede dove sono. La Germania oggi è una delle democrazie più affidabili, ma sa perché? Loro hanno smesso di chiedersi: perché abbiamo fatto questo agli ebrei? Perché abbiamo fatto questo ai rom? Finalmente i tedeschi si sono fatti una grande domanda: perché abbiamo fatto questo a noi stessi? Come abbiamo permesso che la nostra nazione così civile, così colta, si sia ridotta a una nazione di carnefici?”.
- Perché ancora in Italia non ci si riesce a porre queste domande?“Perché noi non abbiamo fatto la defascistizzazione del Paese. Quello che i tedeschi hanno fatto con un lungo lavoro difficile, anche contraddittorio, che si è chiamato denazificazione. Questo è un Paese delle bugie, delle non verità. E infatti vediamo come siamo ridotti”.
- Sempre restando in ambito italiano, l’antisemitismo si può collegare ad altre forme di razzismo. Per esempio, adesso vediamo questo proliferare della retorica dell’odio contro la migrazione. Il promotore Salvini, che sta facendo anche molto consenso qui in Sicilia…“Cosa vuol dire? Che l’Europa non ha ancora imparato. E l’Italia in particolare. L’Europa tollera un governo come quello di Orban in Ungheria, parafascista. E l’Italia è ancora qui a dirsi “italiani-brava gente”, invece di dirsi: ragazzi, ne abbiamo combinate di cotte e di crude. E allora noi non raccontiamo tutte queste cose. Andiamo avanti vivendo di retorica e i risultati si possono apprezzare”.
- Quindi, durante il giorno della memoria si dovrebbe partire da qui, dall’evitare la retorica?“Esattamente. Il giorno della memoria deve diventare il giorno delle memorie. Questo pianeta è profondamente malato. Solo l’onestà intellettuale e un lungo lavoro culturale ci salva, ma se noi andiamo avanti così il giorno della memoria diventerà una melassa retorica, soprattutto quando andranno via gli ultimi testimoni”.


********

"Quatuor pour la fin du Temps" composto da Olivier Messiaen nel campo di prigionia di Görlitz tra il 1940 e il 1941



Memoria, perché?


L’Uomo, tu uomo, sei stato capace di far questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali.
E’ prefazione di Primo Levi (n.ro tatuato KZ 174517) alla raccolta di circa 250 “disegni” schizzati dalle matite impugnate da alcuni internati nei lager nazisti e raggruppate in un libro da Arturo Benvenuti oggi 92enne. L’uomo, nonostante che negli anni 80 li avesse già catalogati e distribuiti gratuitamente grazie alla sua, e di sua moglie, sofferta instancabile minuziosa ricerca in tutta Europa, ha deciso solo oggi di pubblicarli ufficialmente: “K.Z. Disegni dai campi di concentramento nazifascisti” (KZ sta per Konzentration Zenter) perché la «logica dell’annientamento attraverso il camino» resta e ritorna al netto di ogni retorica.
Nel XXI secolo, seppur prodigo nel memorizzare Giorni del ventesimo, si perpetrano ancora e come allora persecuzioni, genocidi, nefandezze analoghe al XX.
Saranno forse i “disegni” dei bimbi (ché gli adulti non disegnano più) terrorizzati dalle sterminatrici guerre contemporanee a “fare” i Giorni della memoria nel XXII secolo? Forse. Ma solo se resterà  un uomo non disposto a rassegnarsi alla realtà delle cose, così ben descritta da quella prefazione di Levi. 
27 gennaio 2015



Link:








Ti possono interessare anche:



Giornata della memoria 2010

Giorno della memoria 2011

27 gennaio 2012 ... Giornata della Memoria.

Giornata della memoria 2013


Giornata della memoria 2014



domenica 11 gennaio 2015

Checkpoint Charlie Hebdo

Questa è la quarta raccolta di disegni in memoria degli amici di Charlie Hebdo,
tutta italiana...


CHARLIE HEBDO
Ascoltavo Radio Anch'io.
Ha ragione Serra, noi alle libertà democratiche ci siamo arrivati lentamente e non senza dolore.
Sia chiaro che la condanna dei fatti di ieri a Parigi deve essere incondizionata e totale.
Resta per me il dubbio sul fatto che tutto quello che si può fare si debba fare o se limitare volontariamente la nostra libertà possa proprio scaturire da un maggior senso di responsabilità che la nostra civiltà dovrebbe avere.


Checkpoint Charlie Hebdo
di Nadia Redoglia
I Colleghi parigini puntavano la matita affilatissima. Mirando centravano perfettamente ogni entità che violentemente o pacatamente accampa il diritto di (arrogante) supremazia in quanto “eletta” e perciò autorizzata a stabilire che “tutti gli altri” possono pur essere schifosi o quasi e pertanto alla bisogna sterminabili.
La presunzione del termine “ELETTO” che segue sostantivi come “razza/popolo/stirpe ecc.” conduce SEMPRE alle più terrificanti piaghe per l’umano essere. L’ultimo che (ufficialmente) ne dimostrò l’assunto al mondo intero fu Hitler.

sabato 1 novembre 2014

Sentenza d'appello di Stefano Cucchi

Stefano Cucchi è morto da circa 5 anni. Oggi è arrivata la sentenza con la quale sono stati scagionati completamente tutti gli indagati. Poliziotti, medici e infermieri.
Non c'è nessun colpevole per lo Stato italiano.
Non c'è stata alcuna giustizia per lui e per la sua famiglia.

Oltre ad essere stato pestato e lasciato morire, si continua a infierire sui familiari e sulla sua memoria con frasi come questa che riporto dal Fatto (più sotto l'articolo completo):
Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap, esprime “piena soddisfazione” per l’assoluzione in appello di tutti gli imputati. Non solo. Perché in una nota scrive: “In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori delloStato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/31/stefano-cucchi-sorella-meritiamo-giustizia-ferrero-si-autoassolve/1183405/
Marilena Nardi



"Il processo Cucchi è una delle peggiori vergogne dell'Italia di oggi."
Stefano Bartezzaghi



Sentenza
Di Mauro Biani per il Manifesto




E' Stato Cronos
Ancora sulla sentenza Cucchi.
Mauro Biani

Fulvio Fontana



di Apicella




Il dito media continua
Marco Careddu
la vignetta fa riferimento alla foto della scandalosa esultanza alla sentenza del primo processo qui sotto
Dita medi alzati dagli assolti a Cucchi
anno 2013




Sentenza
CeciGian


Orrore
CeciGian



di Pietro Vanessi





Prove insufficienti: un cadavere non basta
http://www.lastampa.it/2014/10/31/italia/cronache/caso-cucchi-tutti-assolti-in-appello-per-insufficienza-di-prove-WHni9dMihmx7avRNSdfE1M/pagina.html
Gianfalco


era il 2009
Paolo Lombardi




Orrore
fabiomagnasciutti





 Caso Cucchi: tutti assolti
 di Tiziano Riverso

*
un paese da sempre senza giustizia,in balia delle correnti dei magistrati
Vincino Gallo


Chi è Stato?
massimo gramellini
Recita il ritornello: le sentenze si rispettano. Però non possono diventare lotterie, come accade quando sugli stessi fatti il giudizio d’appello smentisce, ribaltandolo, il processo precedente. Per l’accusa Stefano Cucchi è morto in carcere di botte e di stenti. Per il primo giudice «soltanto» di fame e di sete. Per la corte d’assise neanche di quello. Ne dovremmo dedurre che sia ancora vivo. O che si sia ammazzato da solo. E infatti è questa la versione che ci vogliono apparecchiare: Cucchi si sarebbe lasciato morire di inedia. Se medici e infermieri hanno una colpa, è di non avere insistito con la forza per nutrirlo.
Una «responsabilità morale» ammette persino Giovanardi. E le fratture? E gli occhi pesti? E il corpo preso in consegna vivo dallo Stato e restituito cadavere alla famiglia? Una famiglia che ha sempre rispettato e aiutato le istituzioni, al punto di fornire prove a carico del figlio sul possesso di droga. Toccherà alla Cassazione mettere il timbro su questa storia allucinante, dove il latinorum dei giudici è contraddetto dalla potenza persuasiva delle foto. Purtroppo abbiamo fin d’ora una certezza: che quando una delle due sentenze risulterà sbagliata, nessun magistrato pagherà per il suo errore.
P.S. Solidarietà ai poliziotti e agli agenti penitenziari che accettano di farsi odiare dal prossimo per 1200 euro al mese. Ma il portavoce di un loro sindacato che - di fronte alla morte impunita di un uomo - dichiara: «Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute e conduce una vita dissoluta, ne paghi le conseguenze», dovrebbe fare soltanto una cosa. Vergognarsi.



di GLMart


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


occhio alla salute
Natangelo


Nessuna pietà
Natangelo


Staino- Corriere


Vauro

 
per leggere la striscia cliccare qui
Disegni - Il fatto quotidiano



di Mario Airaghi