martedì 19 luglio 2016

Turchia: storia di un golpe


martedì 19 luglio 2016
GOLPE A MOLLA
Ammetto che è una delle tante possibili interpretazioni.
In attesa di saperne di più, a me  comunque le liste di proscrizione già pronte
per i magistrati mi hanno abbastanza insospettito (e preoccupato).
SPRING GOLPE
 su CARTOONMOVEMENT
Gianfranco Uber


Oggi facciamo un po' di dietrologia sugli ultimi avvenimenti turchi.

Il colpo di Stato in Turchia 2016 è un fallito golpe militare messo in atto da una parte delle forze armate turche il 15 luglio 2016 per la presa del potere nel Paese.
Alcuni analisti hanno ipotizzato altre versioni sui reali motivi del sollevamento militare. Secondo il presidente turco Erdogan, l'organizzatore sarebbe Fethullah Gülen, che replica indicando invece nello stesso presidente l'ideatore.
Il tentativo di rovesciamento del potere ha portato alla morte di 290 persone e al ferimento di altre 1440. I dati forniti dal Governo riportano inoltre che, alla conclusione dell'evento, sono stati arrestati 2893 golpisti e 2745 giudici sono stati rimossi dall'incarico dall'Alto Consiglio. In particolare nella città di Istanbul, alcune agenzie di stampa hanno riportato il ferimento di molte persone che manifestavano contro i militari sul Ponte sul Bosforo, occupato dalle forze armate.
Le reazioni internazionali al colpo di Stato sono state particolarmente caute, anche se nella notte i principali leader internazionali hanno condannato il tentativo di presa di potere dei militari. (fonte)

Probabilmente il golpe non è stato organizzato direttamente da uomini di Erdogan ma penso che questi non potevano non sapere che migliaia di militari e giudici stessero ordendo un colpo di Stato.
E’ evidente che  Erdogan ed i suoi li hanno lasciati fare, si sono preparati con leggi ben precise, tipo la cancellazione  dell'immunità per i parlamentari dell'opposizione, per poi al momento giusto, intervenire, fermarli schiacciandoli e rendendo la Turchia un Paese ancor più fondamentalista. Ora vogliono ripristinare la pena di morte per i colpevoli di tradimento.
Kerry parla debolmente di mantenere standard di democrazia all'interno del paese, ma lo  stesso Erdogan ricorda che la stessa America ha la pena di morte in molti stati.
Il presidente turco in una intervista alla Cnn fa sapere che reintrodurrà la pena di morte se il Parlamento la varerà. "La pena di morte -ha detto poi in mattinata - c'è negli Stati Uniti, in Russia, in Cina e in diversi Paesi nel mondo. Solo in Europa non c'è". In Turchia era stata eliminata, "ma non ci sono statuti irrevocabili".


domenica 22 maggio 2016
UN BRUTTO SEGNALE
Un emendamento del Governo Turco cancella l'immunità per i parlamentari dell'opposizione.
Gianfranco Uber

Turkish F(a)iled coup d'état    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
erdogame over? Nope.
15 Jul 2016 23:35






vorrei capire
Fogliazza








Erdogan
Bertelli



Military Coup in Turkey
Mohammad Ali Khalaji


Military Coup in Turkey 2016
By: Firuz©Kutal 16/06/2016 00:04


Putsch now    Paolo Lombardi
.
16 Jul 2016




Editoriale a Fumetti su afNews QUA: http://www.afnews.info/wordpress/2016/07/17/non-golpevole/
Su Flickr QUA: https://www.flickr.com/photos/moisevivi/28284349531/
Fonte QUA: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/15/colpo-di-stato-in-turchia-carri-armati-ed-f16-su-ankara_432c117d-f188-423f-9f72-05260b0cc20c.html
Moise


16 luglio 2016 - Fallito colpo di Stato, Turchia nel caos: centinaia di morti, migliaia i feriti e altrettanti militari arrestati.
© Milko Dalla Battista





Tiziano Riverso


Mario Bochicchio



Bagno turco
Pierfrancesco Uva


La grande bufala del turco più pericoloso del mondo ...
Roberto Mangosi


FALSITA' POLITICHESE
Definire il governo turco
"democraticamente eletto"
è stata la peggior balla
che i governi occidentali
potessero concepire.
Roberto Mangosi


The noose    Cecigian
Erdogan plans to reintroduce the death penalty: a real suicide for Turkey.
18 Jul 2016



ElleKappa


 Nizza emerge dallo stato d’emergenza 
mentre Istanbul fa gol (pe)?!
Nadia Redoglia
La strada era chiusa al traffico automobilistico per i fuochi pirotecnici che partivano dalla spiaggia.
La Francia, Corsica compresa, si trovava al momento dei fatti in stato d’emergenza. Dopo gli attentati del 12 Novembre 2015 il governo francese l’ha dichiarato con ben tre decreti in sinergia con il plan rouge (prefettizio).   Lo stato di emergenza è misura di governo severissima, ovvero con questo s’instaurano forme di restrizioni eccezionali (possono portare persino alla censura di stampa) in quanto si dichiara ufficialmente lo stato di pericolo imminente. Ne consegue che non solo qualsiasi eccezione deve essere autorizzata e preventivamente intercettata, ma comporta anche l’organizzarsi nei casi in cui OGNI fatto anomalo (compresi l’accidentale e l’incidentale) sia “trattato”, dunque “attrezzato” per scongiurarlo in modo differente da ciò che comporta la sicurezza in stato di ordinaria amministrazione. Vedasi europei ove, perciò, non accadde strage.
Domanda: com’è che il carnefice nizzardo, a bordo del suo enorme autoarticolato frigorifero,  è potuto invece (emergere) transitare prima lentamente e poi in accelerazione su quel rettilineo, senza alcun tipo di prevenzione ante?


Mentre il globo era pesantemente coinvolto su Nizza, Ankara e Istanbul (location turche più globalmente conosciute) coglievano l’attimo per un colpo di stato. Umani internazionali di  buona volontà l’hanno pure seguito in diretta elucubrando speranze e timori…

I fatti oggi dimostrano che Erdogan solo in questo modo gliela poteva fare a mettere a rete (a maggior dimostrazione di presa per il culo mondiale: pure su rete internet da lui censurata) ovvero realizzare il suo obiettivo latente da anni. Stiamo parlando di potenza nucleare Nato che oggi, a tutti gli effetti, in persona del suo presidente, può perciò impunemente  dichiarare: ho sconfitto chi mi vuole male, potenzialmente ho diritto di condannare a morte, censurare, eliminare migliaia/milioni di persone che io giudico contro di me. E infatti così sta agendo.

Minchia signor tenente (del potere)…



Attentati e Golpe
Altan

Eventi
Alle ore 22:00 (ora locale) di venerdì 15 luglio 2016, la Jandarma effettua la chiusura di due ponti sul Bosforo con dei carri armati.
Alle ore 22:19, il ministro Binali Yıldırım conferma le voci riguardanti un tentativo di alcuni militari di effettuare un colpo di Stato dopo che alcuni jet ed elicotteri erano stati avvistati a sorvolare, a bassa quota, sia Istanbul che Ankara e dopo aver udito degli spari nei pressi della sede del parlamento turco.
Alle 22:21, l'esercito turco invita la popolazione a rientrare nelle proprie case.
Alle 22:22, viene bloccato qualsiasi accesso ai social network, tra cui Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, ma non alle Virtual Private Network (VPN) che consentono a chiunque di continuare a postare.
Alle 22:25, i militari irrompono nella sede della rete radiotelevisiva turca TRT ad Istanbul vengono interrotte le trasmissioni televisive. I militari si dichiarano appartenenti ad un "Consiglio di Pace Turco" con l'obiettivo di formare un nuovo governo.
Alle 22:41, i militari bloccano con i carri armati gli accessi all'aeroporto Kemal Ataturk di Istanbul dopo aver disarmato gli agenti di polizia addetti alla sicurezza e, inoltre, viene bloccato l'accesso anche all'aeroporto di Ankara.
Alle 22:43, l'esercito mette in atto alcune sparatorie nei pressi del quartier generale della polizia ad Istanbul.
Alle 22:49, i golpisti riescono ad addentrarsi nel quartier generale dell'esercito turco ad Ankara ed a prendere in ostaggio Hulusi Akar, il capo di stato maggiore delle forze armate turche.
Alle 22:56, i militari autori del colpo di stato si dichiarano pronti a mantenere intatte le relazioni con l'estero e che "lo stato di diritto rimarrà una priorità".[12]
Alle 23:02, i voli in partenza e in arrivo dall'aeroporto di Ataturk vengono cancellati dagli occupanti.
Alle 23:13, la televisione di stato turca diffonde dei comunicati delle forze armate che annunciano l'introduzione del coprifuoco e la proclamazione della legge marziale.
Alle 23:18, i golpisti irrompono nella sede del partito AKP e s'impossessano dell'edificio.
Alle 23:20, i militari provocano un'esplosione nei pressi del Centro di formazione delle forze di sicurezza di Gölbasi, in provincia di Ankara.
Alle 23:24, i militari dichiarano alla TV di stato l'intenzione di creare una nuova costituzione garante della democrazia e della laicità.
Alle 23:35, il presidente Erdoğan si collega da un luogo sconosciuto, attraverso FaceTime, con la CNN Turk per denunciare il tentativo di colpo di Stato dei militari e per incitare il popolo turco a "resistere e scendere in piazza". Anche dalle moschee di tutto il Paese sono partiti incitamenti per combattere contro i golpisti. Durante la notte, numerose persone hanno accolto favorevolmente l'appello del presidente ed hanno organizzato dei movimenti di resistenza nei confronti dei militari. In piazza Taksim, a Istanbul, alcuni civili, dopo essersi scontrati con i militari, sono saliti sui carri armati ed hanno fatto capire agli occupanti che non avrebbero mai sostenuto il rovesciamento del governo di Erdoğan.
Alle ore 04:30, riprendono le trasmissioni televisive delle reti occupate precedentemente dai militari.
Alle 05:30, il governo turco riesce a riprendere il controllo del Paese, mentre Erdoğan ritorna ad Istanbul ed il generale delle forze armate Hulusi Akar viene liberato.
Alle 10:32, viene confermata l'uccisione di 104 presunti golpisti, l'uccisione di 47 poliziotti e la morte di 41 civili (poi diventati 265), i quali sono stati definiti "martiri".
Alle ore 11:50 del 16 luglio 2016, viene confermato il fallimento del colpo di Stato anche se un piccolo gruppo di militari (circa 150) rimane asserragliato nel quartiere generale del comando delle Forze armate ad Ankara per cercare di trattare la propria resa.

Conseguenze
Arresti ed epurazioni governative
Il primo ministro, Binali Yıldırım, ha confermato l'arresto di 2839 soldati di vario grado, di 100 militari uccisi e altri 200 arresi, mentre altri sono stati espulsi dall'esercito. Tra i soldati arrestati vi sono almeno 34 tra ammiragli, generali e colonnelli. Tra gli arrestati vi sono:
Erdal Ozturk, comandante della Terza armata, arrestato per presunta complicità.
Akin Ozturk, ex capo di stato maggiore dell'aeronautica.
Adem Huduti, comandante della Seconda armata.
Avni Angun, vicecomandante della Seconda armata.
Nejat Atilla Demirhan, comandante del dipartimento Mediterraneo e della guarnigione di Mersina, per aver comunicato alla gendarmeria dell'area di sua competenza una presa del potere da parte dell'esercito.
Secondo il governo turco, inoltre, alcuni golpisti hanno tentato la fuga dalla Turchia ed è per questo che si sono intensificate operazioni di polizia lungo le frontiere. Otto ufficiali dell'esercito, invece, sono fuggiti, atterrando con un elicottero in Grecia per richiedere asilo politico. Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo essersi confrontato con il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias, ha richiesto ed ottenuto l'estradizione per i golpisti fuggiti.
I 2.745 magistrati rimossi dall'incarico sono stati arrestati e cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (HSYK) sono stati destituiti per presunti legami con Fethullah Gulen, considerato da Erdoğan come il responsabile principale del fallito golpe. Sono stati arrestati due giudici della Corte costituzionale, Alparslan Altan e Erdal Tercan, e 58 membri del Consiglio di Stato. Per 140 membri della Suprema corte d'appello sono stati emessi dei mandati d'arresto, 11 dei quali già eseguiti.
Tra gli arrestati vi è anche Bakir Ercan Van, il capo della base militare di Incirlik, accusato di complicità. Secondo il governo turco, infatti, la base sarebbe stata utilizzata per rifornire uno dei caccia utilizzato dai golpisti.
Inoltre, Umit Dundar è stato nominato nuovo capo di stato maggiore per sostituire Hulusi Akar.

Perdite
104 militari uccisi e 2839 arresti
2 UH-60 abbattuti
114 militari uccisi (41 poliziotti e 2 soldati)

lunedì 18 luglio 2016

Vincitori del premio CartoonSea 2016

CartoonSEA 2016 - VIII edizione "Misure Straordinarie"
Grand Prix CartoonSEA per Marco Gavagnin


 VINCITORI DEL VIII PREMIO NAZIONALE DI UMORISMO E SATIRA CARTOONSEA 

Conclusa la fase di partecipazione al concorso, eccoci giunti al momento di svelare i vincitori della VIII edizione del Premio Nazionale di Umorismo e Satira CartoonSEA, dal titolo “MISURE STRAORDINARIE – Mettiamo in sicurezza il lavoro!”

La giuria, presieduta dal vignettista vincitore della scorsa edizione Lele Corvi, per l’edizione 2016 è composta dal vignettista Andrea Pecchia, dall’artista e direttore artistico del Premio Michele Ambrosini, dall’ideatore e promotore del Premio Oscardo Severi e Luciana Forlani di SEA Gruppo s.r.l; assente all’ultimo minuto il vignettista Giuliano Rossetti.

L’incontro della giuria è avvenuto sabato 9 luglio, come di consuetudine, presso la sede di Fano di SEA Gruppo s.rl., l’Azienda che per il settimo anno consecutivo conferma l’impegno di promuovere il Premio CartoonSEA, affrontando con umorismo e satira le importanti e delicate tematiche delle quali si occupa professionalmente ogni giorno, tra le quali consulenza ambientale, sicurezza sul lavoro, qualità, igiene alimentare, formazione.
Una scelta “difficile” per il livello altissimo delle vignette in concorso quest’anno ha portato la Giuria solo intorno alle otto di sera a decidere la rosa dei vincitori e dei segnalati.
Tra le 171 opere totali pervenute da 99 partecipanti, quelle che hanno più colpito la giuria compongono il podio dei disegnatori vincitori che si aggiudicano il montepremi di 2200€:

- GRANDPRIX Marco Gavagnin 
- PRIX Leonardo Cannistrà
- PRIX Walter Leoni
- PREMIO ORIGONE (under 29) Francesco Ruggieri

Inoltre, sono stati segnalati i lavori pervenuti di:
- Samanta Bartolucci
- Lido Contemori
- Marco D’Agostino
- Marco De Angelis
- Fabio Magnasciutti
- Fricca (Filippo Ricca)

Lo Staff organizzatore ringrazia calorosamente la forte partecipazione al Premio, che conferma CartoonSEA uno degli incontri più attesi da disegnatori, vignettisti e fumettisti italiani.

La mostra sarà inaugurata Sabato 23 Luglio alle ore 18.00 e rimarrà aperta al pubblico fino Domenica 7 Agosto presso il Bastione Sangallo, in via Mura Sangallo a Fano (orari di visita: dalle 18 alle 23, tutti i giorni ad ingresso gratuito).

La mostra sarà composta dealle opere vincitrici, e da ulteriori lavori selezionati, dall’esposizione personale di Lele Corvi (vincitore del Grand Prix 2015) e da una serie di eventi correlati al Premio CartoonSEA.




CartoonSEA 2016 - VIII edizione "Misure Straordinarie"
Prix CartoonSEA per Leonardo Cannistrà




CartoonSEA 2016 - VIII edizione "Misure Straordinarie"
Prix CartoonSEA per Walter Leoni




CartoonSEA 2016 - VIII edizione "Misure Straordinarie"
Premio Speciale Franco Origone per Francesco Ruggieri
Il Premio Speciale, è riservato agli under 29 ed è stato istituito nel 2014 in memoria dell’artista Franco Origone, vincitore della prima edizione del concorso.

CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Samanta Bartolucci


CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Lido Contemori


CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Marco D'Agostino


CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Marco De Angelis


CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Fricca (Filippo Ricca)


CartoonSEA 2016 - VIII edizione Misure Straordinarie
Segnalazione per Fabio Magnasciutti



Elenco degli artisti che parteciperanno con le loro opere alla mostra ‪#‎CartoonSEA‬ 2016!
Apertura dal 23 luglio al 7 agosto
orario 18.00-23.00
Bastione Sangallo | Via Mura Sangallo | Fano


LA MOSTRA
Tutte le opere esposte in mostra, che ricordiamo essere aperta da Sabato 23 Luglio a Domenica 7 Agosto, dalle ore 18 alle 23, presso il Bastione Sangallo, in via Mura Sangallo a Fano, saranno raccolte in un catalogo disponibile nei giorni di apertura.

GLI EVENTI CORRELATI
Ad integrazione della mostra CartoonSEA, vi invitiamo a trascorrere con noi in particolare tre serate organizzate a cura di Rembò e Bastione Sangallo:

– martedì 26 luglio, ore 21.30 – ingresso gratuito
Proiezione del film TEMPI MODERNI (USA 1936, di Charlie Chaplin)

– mercoledì 27 luglio, ore 21.30 – ingresso subordinato all’acquisto del libro
Spettacolo teatrale SCARABOCCHI di Maicol&Mirco

– martedì 2 agosto, ore 21.30 – ingresso gratuito
Proiezione del film SCIOPERO! (URSS 1925, di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn)


Ufficio Stampa CartoonSEA
press@premiocartoonsea.it
0721-860053
Via P. Borsellino 12/d
61032 Fano (PU)


Altre vignette in mostra:
Uber con "A norma"

sabato 16 luglio 2016

Premio Galantara 2016





Inaugurazione della mostra 
 Marc'Aurelio,
la satira a cavallo...
tra due epoche

Una mostra di Fabio Santilli sul Marc'Aurelio, ilpiù famoso periodico satirico romano,
da Gabriele Galantara a Ettore Scola
(con disegni originali).

La mostra è anticipata da una tavola rotonda sul tema:
LA MISSIONE DELLA CARICATURA NELLA STORIA E NELL'ARTE.
e
assegnazione del
Premio Biennale Galantara 2016 a RICCARDO MANNELLI.
16 luglio 2016, ore 17,00 - MONTELUPONE (MC)


Da Cronache Maceratesi

MONTELUPONE - Sabato a palazzo dei Priori la consegna del premio Galantara al maestro pistoiese Seguirà l'inaugurazione della mostra "Marc'Aurelio, la satira a cavallo... tra due epoche, da Gabriele Galantara ad Ettore Scola"


Una delle più celebri illustrazioni del maestro Gabriele Galantara


Andrà all’autore Riccardo Mannelli il premio Galantara 2016.
Il prestigioso riconoscimento “L’Asino di Ratalanga” che riprende l’immagine del più importante giornale satirico italiano del Novecento (L’Asino appunto), definito anche “L’Oscar della satira”, si inserisce nelle attività disposte per il 150esimo anniversario della nascita del monteluponese Gabriele Galantara, e si svolgerà sabato 16 luglio.
Alle 17 al teatro Nicola Degli Angeli tavola rotonda “Gabriele Galantara, la missione della caricatura nella storia e nell’arte”. Interverranno Melanton, Dino Aloi, Giorgio Galeazzi, Paolo Moretti, Valerio Zandonà, Ro Marcenaro.
Mannelli verrà premiato alle 19 a Palazzo dei Priori “per la sua attività di caricaturista puro, straordinario illustratore, degno erede dell’arte satirico caricaturale di tipo galantariano”. Seguirà l’inaugurazione della mostra documentaria Marc’Aurelio, la satira a cavallo… tra due epoche, da Gabriele Galantara ad Ettore Scola” Informazioni: centro Studi Galantara, telefono 347.6322917, centrostudi@galantara.it, www.galantara.it .


L'Asino giornale settimanale satirico

A seguire alcune delle ultime opere di Riccardo Mannelli

mafia capitale morale

ride la Boschi... è preparata

Renzi cippa lippa

ritratto di Oliviero Toscani

ritratto della Raggi

soldi, conti e ... batoste

Riccardo Mannelli

venerdì 15 luglio 2016

Nizza

Il post è stato modificato il 16 /07/2016

Nice

Plantu


FRANCIA SOTTO ATTACCO
Camion sulla folla Nizza
Spari all'impazzata, 84 morti
Europa.
Sul lungomare, alle 22.45 erano in corso festeggiamenti per la festa del 14 luglio, la presa della Bastiglia (considerata l’inizio della rivoluzione francese, 1789).
Testimoni riferiscono che gli spari contro la folla sono partiti da un camion che correva all'impazzata'. Ucciso l'autista, un complice sarebbe in fuga.
Site*, sostenitori Isis celebrano il massacro



73 morti a soli 260 km. e non è ancora finita e il dolore è talmente forte che sembra quasi di sentire le urla e gli spari e l'odore del sangue e della polvere da sparo...
Augusto Rasori



LA CATTIVA INFORMAZIONE PROVOCA DANNI
no comment
Gianfranco Uber


tu che guidi un camion
sai un sacco di cose
sai mettere la seconda la terza eccetera
non è una cosa banale
c'è molto prima di questo
sei un essere sapiente
se volevi unirti al tuo dio, ecco: non esiste
non esiste
il tuo il mio
sei una massa di cellule inerti, ora
non puoi scoparti nessuna vergine
sei concime
hai solo interrotto vite
baci
speranze
altro
e mi sorprendo a pregare perché tu lo comprenda
ma non puoi
tu non esisti
non esisti più
fabio magnasciutti

fleurs
Magnasciutti 


Nizza
CeciGian

Attentat Nice
Bado


C’è un’inevitabile prossimità d’affetti: i familiari, gli amici più stretti. Ma oltre non so mettere confini. Si parla dei morti ancora senza nome, a Nizza, e un giornalista ha appena detto in tv: non si sa se ci sono italiani, ancora non si sa se e quando potremo tirare un sospiro di sollievo. Ci ho provato a pensare al signor Rossi sotto le ruote di quel camion: è orribile. Ma – lo confesso – provo lo stesso strazio per Monsieur Dupont, Herr Muller o Mr Smith. Le vittime - credo e sento - non hanno passaporto.
Paolo Pernigotti


#PrayForNice
Romaniello






Senza parole ...
Gio
www.caricaturegio.altervista.it




à mes collègues dessinateurs, à Plantu, à Louison, on est pas OBLIGÉS de faire un dessin quand il y a eu un attentatPhil Umbdenstock


Ancora una volta a testimoniare la barbarie ...
Tiziano Riverso




Après les crayons, les tours Eiffel, les drapeaux tricolores, les Manneken-Pis, les Tintin, on dessine quoi des camions, des palmiers, des feux d'artifice ? On ne dessine rien. On ferme sa gueule.Pierre Ballouhey


Allons enfants de la patrie...
Fulvio Fontana


15 luglio 2016 - All'indomani dell'attentato di Nizza, Hollende pronuncia un discorso in cui richiama i Francesi all'unità.
© Milko Dalla Battista


Steve Breen


La paura non deve sopraffare l'intelligenza, la razionalità, diceva l'ambasciatrice francese Catherine Colonna poche ore prima dell'attentato di Nizza. Nel cortile di palazzo Farnese storica sede dell'ambasciata francese, la banda dei carabinieri suonava l'Inno di Mameli e la Marsigliese per la festa della Bastiglia. Fuori i controlli di sicurezza francesi con la polizia e i militari italiani schierati a protezione dell'ingresso. Che la Francia sia nel mirino è un'ossessione quotidiana, fuori e dentro il Paese. Chi sono gli attentatori di Nizza? Lupi solitari, esponenti di un terrorismo che si è radicalizzato in solitario sul web, oppure membri addestrati di cellule jihadiste legate all'Isis come quelli che hanno già colpito a Parigi con la strage del Bataclan? [...]



*= Site, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web.

martedì 12 luglio 2016

Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?


© Milko Dalla Battista


Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?

di Nadia Redoglia
Milioni di cittadini appartengono al mondo della telefonia fissa e mobile. E’ mercato che frutta miliardi. Eppure oggi, in Italia, è ancora praticamente impossibile trovare trasparenza nell’applicabilità della sua regolamentazione. Di fatto non sussiste chiarezza nelle relazioni tra il gestore telefonico e l’utente ed è perciò che dall’inizio alla fine del rapporto (stante le lacune ci è difficile, giuridicamente, definirlo contrattuale) è il cittadino a rivelarsi parte più debole e dunque più vulnerabile nel subire possibili e potenziali soprusi. Libero mercato? No, mercato libero per una sola parte contraente.
Vediamo. Ci è stata fornita una fattura del maggio 2016 in capo a utente che ha esercitato il suo diritto di migrazione verso altro operatore. Tra i vari importi appare anche “costo per attività di migrazione servizio verso altro operatore”, unica voce peraltro non soggetta a IVA, ammontante a 35 euro. Il nostro utente pagò in termine la fattura decurtando però quel costo per il quale, per ottemperarvi,  chiese spiegazioni richiamando gli estremi di legge e chiedendo documentazione comprovante.  Il tutto inviato per conoscenza  all’AGCOM affinché rilevasse l’esposto. Da entrambi non ha però ricevuto risposta. E’ però giunto il sollecito dal gestore a pagare il residuo senza alcuna spiegazione, men che meno supporti giustificativi.
Premessa:  la legge 40/07 -decreto Bersani- e successive linee guida AGCOM hanno stabilito che l’utente ha facoltà  di trasferire l’utenza presso altro operatore senza vincoli temporali e che, in ogni caso, non deve versare alcuna penale, comunque denominata, a fronte dell’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento delle utenze, poiché gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli giustificati da costi degli operatori. Nel nostro caso non trattasi di recesso, ma di migrazione i cui eventuali costi se li accollerebbe l’operatore subentrante. E ancora: come si spiega che su quell’importo di 35 euro  non è applicata IVA?  In sostanza, pertanto, ci troviamo di fronte a centinaia/migliaia di fatture  emesse con l’anomalia di un costo fisso che, oltre a non essere giustificato all’utente,  è sbrigativamente smerciato come “operazione esclusa da  IVA”, così come avveniva con le penali che, come sappiamo, dal 2007 sono illegittime.  Al tal fine, come farebbe chiunque,  abbiamo visionato decine di pagine web per ricavare informazioni chiare, ma soprattutto concrete, senza trovare proprio nulla di reciso in merito (ma in compenso migliaia e migliaia di esposti) e dunque  abbiamo  cercato di metterci in contatto telefonico con alcune tra le maggiori associazioni che tutelano il cittadino con l’obiettivo di conferire con addetto ai lavori che finalmente ci desse qualche dritta: ai telefoni non rispondono. Eccezione fatta per l’ACU Piemonte (Associazione consumatori utenti) che gentilmente ci ha affidato alla dott.a Giada Calcagno collaboratrice di settore dell’associazione. Ci conferma l’insistenza in vigore della legge 40/07, pur tuttavia eccependo che la sua attuazione è troppo spesso non cristallina, nel senso che troppi operatori telefonici eludono le direttive, scivolano sulle interpretazioni, non si premurano di fornire documentazione comprovante e così di fatto aggirano l’ostacolo legislativo.  I gestori telefonici possono anche confidare sul fatto che per 35 euro l’utente non va certamente ad accollarsi perdite in tempo, e ancor più in denaro, per far valere quei diritti sacrosanti che spetterebbero invece gratis perché già conquistati.   Il fatto poi che è ormai notorio che non c’è modo di corrispondere verbalmente o per iscritto con un responsabile di gestione, il gioco  è fatto…
Anche il giogo, a quanto pare, perché il binomio del  “pagare e tacere” è ormai diventato consuetudine e va ad alimentare sempre più quella sgradevole sensazione di sudditanza, altro che sovranità…
11 luglio 2016





I gestori telefonici 
Tiziano Riverso

codice morale?
no solo codice utente!
Mario Airaghi

Tim Tim
Mario Bochicchio

Theresa May è il nuovo primo ministro britannico.

Christian Adams ‏@Adamstoon1
My #TheresaMay #TheresaMayPM @Telegraph cartoon


LONDRA - Theresa May è il nuovo primo ministro britannico. Andrea Leadsom, il sottosegretario all'energia, ha rinunciato alla corsa per la leadership del partito e quindi al celebre alloggio al numero 10 di Downing street e David Cameron, il premier uscente, ha annunciato che si dimetterà entro mercoledì sera, dopo l’ultimo question time, ed è «felice» di sostenerla. Non sarà la bionda combattente di Leave, dunque, il prossimo premier, ma il ministro degli interni Theresa May, debole sostenitrice di Remain, che ha raccolto il maggior sostegno parlamentare.

Theresa May 
by Peter Brookes for The Times 12/07//2016



IL PROFILO  11 luglio 2016
Fredda, competente, determinata: in campo la «Merkel britannica»
All'indomani del referendum del 23 giugno sulla Brexit, Cameron aveva annunciato la sua intenzione di dimettersi entro la conferenza del partito conservatore di ottobre. Ma il susseguirsi dei fatti ha accelerato i tempi e ha definitivamente messo la May sulle tracce di Margaret Thatcher, prima e unica premier donna nella storia del Regno Unito. L’attuale ministro dell’Interno sostituisce quindi David Cameron alla testa dei Tory e del Paese con una procedura senza precedenti, il vaglio del 1922 Committee, l'organismo che regola le norme interne dei Tory. L’annuncio che May è la nuova leader del partito è stato già dato nel pomeriggio da Graham Brady, presidente del comitato dei deputati conservatori.

Dessin de mardi: Theresa #May devient Première ministre britannique. —
Guy Badeaux (@guybadeaux)


IL FOCUS  8 luglio 2016
Brexit, quel pasticciaccio brutto dei rampolli dell’Oxford Union
Se sarò io a diventare premier «la Gran Bretagna sicuramente uscirà dalla Ue». Così Theresa May stamane aveva presentato la sua piattaforma economica, un vero e proprio manifesto politico dal titolo emblematico: «Un Paese che lavora per tutti, non solo per pochi privilegiati». «Brexit significa Brexit», ha ripetuto May impegnandosi ad attuare la vittoria di Leave del referendum pur avendo appoggiato (tiepidamente) Remain durante la campagna referndaria. May ha poi promesso «cambiamenti» anche in economia, con un'impronta più sociale e più spazio ai lavoratori nella governance delle aziende. In particolare, ha promesso di prendere di mira gli «interessi acquisiti» facendo entrare rappresentanti dei lavoratori nei consigli delle aziende.

Theresa May
di Daniel Murphy

May ha parlato di «un malsano e crescente divario tra le paghe dei capi e quelle degli impiegati» e si è impegnata a reprimere «l’evasione fiscale individuale e d’impresa» e a difendere il Paese dalle acquisizioni dall’estero fatte con l’unico scopo di abbassare il carico fiscale. Ha inoltre promesso di avviare un programma di costruzione di nuove case - il tema degli alloggi e dei prezzi troppo alti nelle grandi città è uno dei più delicati in Gran Bretagna - e di abbassare i costi dell’energia. (fonte)




















Come che sia, è l’ennesimo caso di ritiro o dimissioni provocate dal terremoto di Brexit: prima si è fatto da parte Cameron per la sconfitta subita nel referendum, in cui si era battuto per Remain; quindi Boris Johnson, leader della campagna per Brexit, per il “tradimento” del suo alleato Michael Gove, il ministro degli Interni che si è candidato al suo posto alla leadership dei conservatori accusandolo di non avere la stoffa per fare il premier; poi Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti europeista che ha per primo lottato per avere un referendum sulla Ue, ha dato le dimissioni affermando di avere raggiunto lo scopo e di voler tornare a vita privata. Qualcuno aggiunge a tutto questo, ironicamente, anche le dimissioni di Roy Hodgson da allenatore della nazionale di calcio, dopo l’eliminazione dell’Inghilterra dagli Europei.

E la caduta dei leader politici potrebbe non essere finita: sempre oggi Angela Eagle, deputata laburista, ha pronunciato il suo primo discorso da sfidante di Jeremy Corbyn per la leadership del Labour. Le primarie del Labour si terranno nel corso dell’estate, a meno che Corbyn non ci ripensi e si ritiri a sua volta. In Gran Bretagna, entro breve tempo, potrebbero esserci due donne a guidare governo e opposizione. (fonte)







lunedì 11 luglio 2016

Stalking

Dal Fatto Quotidiano




Stalking, nel 2016 due vittime al giorno. Le donne e le loro storie: dai pedinamenti alle botte

di  | 4 luglio 2016

“Ti apro la pancia, brutta puttana”. Buongiorno. Neanche il tempo di aprire gli occhi e già capisci come andrà la giornata. Uno, due, dieci messaggi; quindici squilli anonimi, e non sei neanche uscita di casa. Un biglietto sulla macchina, “Troia”, proprio mentre stai facendo salire i bambini. Ti guardi attorno, convinta che ci siano i suoi occhi a spiarti, nascosti da qualche parte. In ufficio la tua collega ti viene a dire che l’ha chiamata, si è mostrato gentile e premuroso, innamorato di te e in pena per i vostri figli: le ha chiesto di convincerti a tornare insieme. E lo stesso ha fatto con tua madre. Come se fosse un’altra persona. Inutile provare a dire che si è rivelato un mostro, l’uomo che hai sposato dieci anni fa e che poi hai deciso di lasciare perché l’amore, spesso, finisce. L’amore finisce, il possesso no, almeno secondo lui che non si rassegna: sei roba sua, perché la donna appartiene all’uomo, è così che gli hanno insegnato, sua madre non ha mai abbandonato suo padre come stai facendo tu. E dire che l’hai già denunciato. Stalking, si chiama, e c’è una legge e c’è un articolo del Codice penale, il 612 bis, che punisce chi commette atti persecutori con una pena dasei mesi a cinque anni, pena aumentata se “il fatto è commesso da coniuge (anche ex) o da persona che sia stata legata da relazione affettiva”. La denuncia sta facendo il suo iter, è stato emesso un provvedimento di non avvicinamento, e (forse) lui lo rispetta anche. Ma tu hai paura lo stesso, temi che la sua ossessione si trasformi in omicidio. Il tuo.
Il testo del 2009, un buon testoIl disegno di legge sullo stalking (dall’inglese to stalk: seguire, braccare) è stato approvato dalla Camera il 29 gennaio 2009. Il reato corrispondente è stato poi introdotto nel decreto sicurezza del novembre dello stesso anno (convertito nella legge 38/2009). Secondo l’Istat, tre milioni e 466 mila donne italiane hanno subito stalking nel corso della loro vita, una popolazione quasi pari a quella di Alessandria d’Egitto. Tra queste, un milione e 524 mila l’ha subito dall’ex. Il ministero dell’Interno ha calcolato che tra il 2014 e il 2015 (dati da marzo 2013 a marzo 2014, e poi dallo stesso mese del 2014 allo stesso mese del 2015) gli atti persecutori denunciati sono calati di 1.805 unità, passando da 11.834 a 10.029. Numeri che fanno comunque impressione, soprattutto perché non calcolano il non denunciato. L’associazione Telefono Rosa, che si occupa di violenza sulle donne e di stalking coordina un numero verde, il 1522, cui possono rivolgersi le vittime. Dal primo gennaio 2016 al 29 giugno, le vittime di stalking sono state 441, due/tre al giorno.
Portare a casa la pelle, quando è possibile“Dopo l’estate aumenteranno – commenta sconsolata la presidente,Gabriella Carnieri Moscatelli –. È sempre così. Il problema è che purtroppo, a volte, non abbiamo soluzioni immediate da offrire. I posti nelle case sono pochi. L’altro giorno è venuta una donna laureata, mamma di due figli. Lei e suo marito vivono da separati in casa, ma lui la massacra di mail e telefonate. Ha paura di denunciare perché, giustamente, pensa: ‘Se lui lo viene a sapere e io non ho ancora una protezione, è peggio’. Lo farà non appena avremo un posto in cui trasferirla”. I posti nelle case-rifugio nel Lazio sono 12 per le donne e 15 per i bambini: una goccia nell’oceano.
Su cosa intervenire prima che sia tardi“La legge del 2009 è un’ottima legge – prosegue Carnieri Moscatelli –. Il problema sono i tempi della giustizia. Le denunce finiscono sul tavolo dei giudici, che sappiamo come son messi. Passa troppo tempo tra la denuncia e la salvezza, per questo molte donne temono di aggravare la situazione. Faccio però un appello alle stesse vittime: quando fate una denuncia, portate tutte le prove, sms, telefonate, mail, trovate testimoni. Un giudice, senza prove, non può nulla”. E poi, ovviamente, bisognerebbe fare prevenzione: “A Roma, dieci anni fa, abbiamo avviato una sperimentazione nelle scuole che ha dato ottimi risultati” afferma la presidente di Telefono Rosa. Ora, invece, non si fa più niente: “Ci troveremo una generazione di violenti, perché con i nuovi strumenti tecnologici le persecuzioni sono più rapide e difficilmente arginabili. I ragazzi si scambiano le password al posto dell’anello”.
Non sottovalutare i campanelli d’allarmeMa quando preoccuparsi? Quando cominciare a pensare che queicomportamenti insistenti forse non sono soltanto espressione di un grande amore? Innanzi tutto quando tutte quelle attenzioni sono non richieste; quando le telefonate o gli sms, anche in mancanza di risposta, si trasformano in insulti o in minacce; quando lo si ritrova appostato all’angolo ad aspettare; quando vengono da lui interessati gli amici o i parenti; quando ci danneggia l’auto. O quando (cosa che dovrebbe essere ovvia, ma ovvia – purtroppo – non è) parte il primo schiaffo. La maggioranza deifemminicidi è frutto di un climax, all’origine del quale si annoverano episodi di stalking. “Non esiste un ‘ultimo appuntamento’ – conclude Carnieri Moscatelli –, non lo concedete mai. E se proprio dovete incontrarlo, fatelo in compagnia della forza pubblica”.
Il reato è procedibile a querela, tranne nei casi in cui il fatto sia commesso nei confronti di un minore o di un disabile, insieme con un altro delitto perseguibile d’ufficio o nel caso in cui il soggetto sia stato precedentemente ammonito. Quest’ultima possibilità prevede che la vittima si presenti in caserma e chieda una forma di tutela: il molestatore (o la molestatrice) sarà chiamata e “ammonita”, senza che per questo si instauri un procedimento penale.
Come riconoscerli: identikit di un serialeI carabinieri hanno individuato cinque tipologie.
1) Il “risentito” è un ex che vuole vendicarsi per la rottura della relazione causata, a suo avviso, da motivi ingiusti. È colui che lede l’immagine della persona (per esempio postando foto su Internet) o danneggiando cose di sua proprietà;
2) Il “bisognoso d’affetto” fraintende l’empatia e l’offerta di aiuto da parte dell’atra persona come segno di interesse sentimentale. Costoro non si fermano davanti al rifiuto e immaginano che, prima o poi, le cose cambieranno;
3) Il “corteggiatore” manifesta una pessima abilità relazionale che si traduce in comportamenti opprimenti ed invadenti. Ne sanno qualcosa Michelle Hunziker, Catherine Spaak, Monica Leofreddi e, uomo tra le donne, Flavio Insinna.
4) Il “respinto” è colui che compie atti persecutori in reazione a un rifiuto. È ondivago: passa dal desiderio di ristabilire la relazione a quello di vendetta;
5) Il “predatore” è lo stalker che ambisce ad avere rapporti sessuali con una vittima che può essere pedinata e spaventata. La paura, infatti, lo eccita.
La formazione degli operatoriLe donne vengono davvero tutelate? “Dipende da chi si trovano davanti – spiega l’avvocato Antonella Faieta, che assiste donne vittime di stalking e violenza –. Ci sono commissariati o stazioni dei carabinieri in cui il personale non è abbastanza competente, non sa compilare bene una denuncia o, peggio, minimizza il problema. Ce ne sono altri in cui il funzionario di turno lascia alla vittima addirittura il numero di telefono personale. La stessa cosa vale per i servizi socio-assistenziali. Servirebbe una formazione capillare: le donne vanno accolte e poi seguite. Non si può pensare di trasmettere una denuncia all’autorità giudiziaria e poi disinteressarsene”. Proprio per favorire il dialogo, la polizia, in via sperimentale, manderà un camper due sabati al mese in 14 città, da nord a sud. Il tentativo è quello di avvicinare le donne (o chi per loro, se le vittime non se la sentono) al personale. L’indicazione, sempre e ovunque, è la stessa: se un uomo comincia a perseguitarti, non aspettare, chiedi aiuto. Più andrai oltre, più sarà difficile bloccarlo.

Colgo l'occasione dell'articolo sullo stalking con l'illustrazione di Marilena Nardi per aggiungerne altri disegni di questa splendida artista sull'amore femminile e il difficile rapporto con l'altro sesso.
Seguono in ordine 'pane ed amore', 'rosa d'amore', 'l'amore asfissiante', 'l'amore appassionato' e 'dell'amore il peso'.





Il sito di Marilena Nardi: www.marilenanardi.it