giovedì 6 agosto 2015

Hiroshima e Nagasaki: 70° anniversario

BOMBE NUCLÉAIRE: 70 ans après HIROSHIMA
Plantu

A 70 dalla fine della guerra e dalle prime bombe atomiche (6 agosto su Hiroshima, 9 agosto su Nagasaki, circa 200 mila morti diretti) i 150 mila sopravvissuti conducono ancora oggi una vita d’inferno a causa delle conseguenze delle radiazioni.
E' un grande monito per l'umanità.


Hiroshima 1945
Riber


70th Anniversary of Hiroshhima and Nagasaki...
Steve Breen


Hiroshima : 70 ans
Phil Umbdenstock



Hiroshima never again...    Amorim
.
05 Aug 2015


Horror
Riverso


Hiroshima, 6 Août 1945
08/07/2015 par Michel Kichka
Il y a 70 ans, Albert Camus avait compris l’Histoire des décennies qui allaient suivre. Un philosophe. Un prophète. Une conscience.

 Particolare della visione a 360 gradi di Hiroshima dopo 4 giorni dal bombardamento.
Si tratta di una ricostruzione ad alta tecnologia dei materiali fotografici (da una pellicola assai danneggiata di 11 foto scattate da un giornalista di Asahi Shimbun di Osaka da una posizione a 1,2 km dal ground zero).
E' stato pubblicato su Asahi Shimbun negli ultimi giorni.
http://www.asahi.com/special/nuclear_peace/pano/past/flat/
Si possono vedere qui le altre foto scattate dal medesimo giornalista, Hajime MIYATAKE, entrato nella citta' il 9 agosto:
http://www.asahi.com/s…/nuclear_peace/gallery/2015hiroshima/
Tutte le foto saranno esposte nel Peace Memorial Museum di Hiroshima, attualmente in restauro che si riaprira' nel 2018.

mercoledì 5 agosto 2015

Intervista a Carlo Gubitosa, autore di "Satira al telefono"


Satira al telefono di Carlo Gubitosa, 
ebook di Quintadicopertina, casa editrice digitale.

L'ebook (che utilizza la tecnologia di sincronizzazione audio/testo) raccoglie telefonate  a partiti politici, istituzioni e sedi del potere, registrate da Carlo Gubitosa all'insaputa degli interlocutori e poi pubblicate su Il Male di Vauro e Vincino, dall’autunno 2011 alla primavera 2012. Le domande erano scomode, paranoiche, paradossali, ma le risposte erano ancora peggio.
Ne esce un ritratto dell'Italia commissariata dalla Troika, fatto di domande spiazzanti e surreali, arricchito dalle vignette ed illustrazioni di Vauro, Vincino, Flaviano Armentaro, Mauro Biani, Maurizio Boscarol, Makkox, Marco Pinna, Marco Scalia, Alessio Spataro, Marco Tonus e Filippo Ricca.
La prefazione è di Vincino e la copertina che potete vedere qui sotto di Vauro.


Fany  raggiunge Carlo e gli pone qualche domanda:

Da cosa è nato questo progetto Carlo? una tua idea originale o frutto della redazione de Il Male?

E' nato per caso: sentendo Bossi parlare di secessione per l'ennesima volta, e vivendo a Bologna, mi e' venuto in mente di telefonare alla Lega Nord per scoprire se la mia citta' di adozione sarebbe rientrata nella padania. Nel mio telefono c'era un programma per registrare le chiamate che usavo per tenere traccia delle interviste telefoniche, e cosi' ho cominciato per gioco a registrare telefonate che inizialmente condividevo solo con amici e parenti. Poi c'e' stata la seconda casualita': l'incontro con Vincino Gallo che e' sfociato in una bella collaborazione con la riedizione dello storico settimanale di Satira "Il Male", riportato in edicola da Vincino assieme a Vauro Senesi. E fu cosi' che la curiosita' si e' trasformata in una rubrica settimanale.

Ti sei divertito a fare queste telefonate?

Moltissimo. E' bastato fare due chiacchiere con i terminali del potere per capire che il re e' davvero nudo: il partito di Berlusconi per la sua sede di Avellino metteva sul sito i numeri di telefono della cartoleria di fronte, nemmeno nella sede nazionale del PD sapevano che pesci pigliare quando e' stata calata dal cielo la premiership di Mario Monti. Era ridicolo e tragico al tempo stesso guardare che dietro la faccia autorevole e ufficiale del paese c'era un caravanserragio di cialtroneria che non risparmiava niente e nessuno.

La tua preferita?

Ce ne sarebbero tante: una che ricordo con piu' affetto e' quella fatta al webmaster del PD di Firenze, che aveva pagato di tasca sua per un sito che poi fu abbandonato dal partito. Una ennesima umiliazione inflitta ai militanti di una sinistra che non esiste piu'.

Perchè consigli di leggere ed ascoltare l'ebook?

Perche' mi sono divertito molto a realizzarlo e in piu' puo' essere utile rileggere con gli occhi della satira la stagione del potere montiano, che non abbiamo ancora analizzato e metabolizzato a sufficienza.

In Parlamento vorrebbero rendere illegali le autointercettazioni, tu nel frattempo ci hai fatto un libro con tanto di audio delle telefonate, cosa ne pensi?

Che fino a quando non verra' detto il contrario, il diritto di cronaca e di libera espressione del pensiero satirico continuano a essere in vigore, e sara' molto difficile impedire ai cittadini di registrare le proprie telefonate. Lo stesso presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato che le registrazioni delle telefonate tra privati sono "legittime e utili contro la corruzione".

Chi sei Carlo? 

Su Wikipedia sono indicato come scrittore e giornalista, attualmente sbarco il lunario come informatico, ma mi sento semplicemente una persona curiosa e logorroica. 

I tuoi desideri?

Mi piacerebbe che in Italia si leggesse di piu', che si potesse vivere di scrittura, che l'editoria ritorni ad essere un settore dove al centro c'e' la cultura e non il profitto.

E per finire perchè Carlo, tu che sei stato insieme a Mario Biani il fondatore di Mamma, meglio di qualsiasi altro mi puoi rispondere, la satira in Italia è morente?

La satira e' un termometro della vivacita' culturale di un paese, della distanza tra il popolo e il potere, della diffusione del pensiero libero. E in questa stagione di pensiero unico purtroppo non gode di ottima salute. Ma e' una ragione di piu' per praticare questo linguaggio libero, libertario e liberatorio.

Ps: mi ha un po' ricordato la zanzara di Cruciani, non è che ti hanno copiato l'idea?
http://fany-blog.blogspot.it/2013/09/la-zanzara-punge-guido-barilla.html

Credo di no

Grazie Carlo, gentilissimo!


Articolo tratto dal audio ebook di Quintadicopertina, Satira al telefono di Carlo Gubitosa

Dialogo con il Ministero delle Finanze:

CARLO G.: Salve, mi scusi, volevo un’informazione, io sono un semplice cittadino...
MINISTERO: Deve chiamare l’ufficio relazioni, questa è la segreteria particolare del capo di gabinetto...
CG: Magari lei mi può rispondere in un secondo... io ho visto che questo famoso spread è sceso a 300, ma adesso come si riflette questa cosa sui nostri conti correnti...
M: Ma che domanda, mi perdoni, non lo sappiamo, non è una pratica d’ufficio, non so che dirle, siamo tutti uguali...
CG: Non è che ci alzano i tassi sui conti correnti? Che beneficio c’è?
M: Non lo so, stiamo nella stessa barca, anche se lavoriamo nello stesso ufficio siamo tutti nella stessa barca...
CG: No, perché abbiamo fatto tutti questi sacrifici per lo spread, però adesso che ci torna? gubitosa
M: Eh lo so, ma qui bisogna andare in Parlamento non qui.
CG: Mi consola, quindi non sono il solo a brancolare nel buio...
M: Certo, è la conferma, siamo tutti stipendiati, come lei.
CG: Quindi anche lei non sa che benefici arriveranno?
M: No, macché, non lo so, sarei una maga.
CG: E tutte queste lacrime e sangue? Abbiamo abbassato lo spread e mo’ manco ci dicono che sò, uno zerocinque per cento in più sui conti correnti.
M: Deve parlare con loro direttamente, chiami la segreteria di Monti che fa prima.
CG: Ma non ci abbassano neanche la benzina?
M: Ma che... mi perdoni... guardi... [Ride]
CG: Ma allora qual era lo scopo di tutto questo?
M: Senta, non è che posso stare al telefono, io la capisco, la capisco, sono nelle stesse condizioni sue, io prendo milleduecento e sto qui dentro, mi levano l’inps, tutto quello che levano a lei, uguale e identico, abbiamo i figli, non lo so come andremo avanti, che le devo di’? Non so che dirle, siamo tutti nella stessa barca.
CG: Allora le esprimo la mia solidarietà, e speriamo che ci dicano qualche cosa magari a livelli più alti.
M: Tanto non ce lo diranno, le cose cattive non ce le dicono tutte.
CG: Speriamo di vedere la luce in fondo al tunnel.
M: Appunto, appunto.


QUI potete comprare il libro digitale in promozione

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disegno di Vincino dalla prefazione di "Satira al Telefono"



Codice deontologico dell’attività giornalistica:
Il Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica parla chiaro: “Il giornalista che raccoglie notizie (...) rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta”.
E deve farlo tutte le volte che “nell’ambito dell’attività giornalistica e per gli scopi propri di tale attività” intende attuare “l’esercizio del diritto dovere di cronaca, la raccolta, la registrazione, la conservazione e la diffusione di notizie su eventi e vicende relativi a persone, organismi collettivi, istituzioni, costumi, ricerche scientifiche e movimenti di pensiero”.
Ma allora perché tutti i contenuti di questo libro sono stati ottenuti registrando telefonate a insaputa dei miei interlocutori, millantando le identità, le professioni e le motivazioni più varie, e usando le reti telefoniche per infiltrarmi all’interno di sedi di partito, uffici della Banca d’Italia, compagnie ferroviarie, parrocchie, uffici SIAE, Università private, alberghi, ospedali, moschee, negozi di dischi usati, uffici Digos, procure, organizzazioni militanti di estrema destra, ministeri, redazioni di quotidiani nazionali e centri di ricerca?
Lo spiega lo stesso codice deontologico quando aggiunge che l’obbligo del giornalista di giocare a carte scoperte resta in vigore “salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa”. Escludendo i rischi per la mia incolumità, resta da chiedersi se c’erano altri modi per raccogliere le stesse informazioni con strumenti diversi dalle telefonate sotto mentite spoglie.
Carlo Gubitosa

lunedì 3 agosto 2015

Ritratto di Giuliana Lojodice

Il 12 aprile su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli

e l'intervista di Antonio Gnoli

a Giuliana Lojodice






Giuliana Lojodice: "Aroldo, Luchino e gli altri uomini sul palcoscenico della mia vita"
L'attrice e doppiatrice si racconta: "Marcello Mastroianni. Una delle persone più dirette e semplici che io abbia conosciuto. Mi chiese di andare con lui a una cena con Barbra Streisand: "È una tigre, me se magna" "

di ANTONIO GNOLI
Benché fosse una donna di liberi costumi, scoprì improvvisamente la fedeltà e l'amore e per 40 anni dimenticò cosa era stata prima. In fondo la vita bella e inquieta di Giuliana Lojodice si potrebbe racchiudere in queste poche righe. Quasi un romanzetto, verrebbe da dire. "Non mi sono mai vergognata di me, delle mie fantasie verso uomini più grandi. Sostituivano quel padre che avevo avuto, certo,

venerdì 31 luglio 2015

Spira tantu sentimento? (minzione d'onore)


Azzollini salvato!
Vauro




Vide Omar quant’è muorto…

di Nadia Redoglia
Spira tantu sentimento? Parrebbe di sì dati i titoloni sulla dipartita del mullah pervenutici subito  dopo quell’altra notiziona: “diffuse le foto mai viste dei momenti vissuti alla Casa Bianca nelle prime ore dopo l’attacco alle Torri” ché uno s’aspetta di vedere chissà cosa e invece scorre le ovvie facce tese e (manco troppo) stanche di Bush, Cheney e Condoleezza Rice. Sicché domanda sorge spontanea: non solo in quei momenti hanno perfino pensato di farsi fotografare, ma che ci stava da tenere così segreto per quasi 15 anni  in tre facce attorno ad anonimo tavolo?! Anche la risposta purtroppo arriva spontanea: evidentemente (anche) i manovratori delle sorti planetarie ci considerano “scolari di seconda media  piazzati negli ultimi banchi perché neppure troppo bravi”.

E’ marchio che (molti) anni fa appioppò agli italiani il capo di governo d’allora. Fu infamia che  avrebbe dovuto scatenarci suprema indignazione buona a riprenderci lo stato di diritto mollando quello di sudditanza (incapace e interdetta) che s’era mollemente costituito…

In tutta coscienza opino che lo stato di sudditanza invece ancora insiste e, pertanto, più forte che mai. Anzi, stante il voto che  oggi oltre la metà dei senatori in tutta coscienza ha espresso contro l’arresto (famme campààà!) invocato dalla magistratura nei confronti del  senatore Azzolini, già presidente della commissione bilancio e dunque il voglio posso comando nella “distribuzione”, possiamo oggi ben aggiungere a questo nostro s(S)tato la…  “minzione d’onore”.




BEVETENE TUTTI
Il Senato respinge la richiesta di arresto del Senatore Azzollini.   L'esponente dell'NCD evidentemente dopo le suore riesce a convincere anche il PD.
UBER



Com'è possibile
Natangelo




Mangosi


Azzollini
Zanda: "Il voto PD in libertà di coscienza!"
NCD nuova coscienza democratica
Portos



La coscienza 
Tiziano Riverso


Giannelli





Atto notorio
Ma forse non c'era bisogno del notaio per capire in nostro Stato Patrimoniale.
UBER



martedì 28 luglio 2015

Il Patto con gli Italiani

BatMat
CeciGian


Sogni d'oro
CeciGian


Un putto con gli italiani

di Nadia Redoglia
E dopo il tempo del patto da senescente uomo in doppio petto (e multi patta), ratto s’apprende il patto del giovinetto Fonzie/ Baden-Powell che attraverso la sua ruota della fortuna, (Pitti) uomo arrivò a noi, promettendo di rottamar nemici e rasserenar amici. Fece un po’ di confusione con oggetti e predicati, ma in compenso si rivelò buon riciclator di cloni.

Il patto iniziale nomato Nazareno fu successone per gli amanti di Spoon River (…recita bene la tua parte, in questo consiste l’onore…), un po’ meno per gli estimatori di Pirandello (dal così è se vi pare a seguire) liquidati chiamandoli gufi.

Se proprio s’ha da parlare di letteratura è forse  con il “Viaggio sentimentale in Italia” di Peynet e i suoi Les Amoureux che dobbiamo invece confrontarci. Stante l’ultimo patto proposto dal cupido Renzi agli italiani (cfr abrogazione d’ogni imposta comunale sulla prima casa) pare di sì: sarà infatti interessante scoprire come ogni sindaco (onesto) delle nostre città italiane recepirà quel sentimentalismo!

21 luglio 2015


Il Patto con gli Italiani
Franco Portinari


lunedì 20 luglio 2015
IL FAMOSO TRUCCO
Il noto prestidigitatore Renzi tenta nuovamente il famoso numero del taglio delle tasse sulla casa.
Gli riuscirà nuovamente. Difficile a dirsi, il trucco ormai è sgamato ma la platea ama crederci e applaude molto facilmente.
Uber

Ebert - L'Asino


Ebert - L'Asino



Il contratto cogli Italiani
Fulvio Fontana


Lo strillone
Bertelli

Mauro Biani


Staino


Riverso


Airaghi

lunedì 27 luglio 2015

"Tato" Banali

Tato attaccala sul muro dietro di te.
Un abbraccio, Rob



Sergio Banali. Giornalista varesino di origine mantovane, aveva 85 anni.
Aveva iniziato la sua carriera proprio a Varese sul finire degli anni ’50 come  redattore del settimanale della Federazione comunista L’Ordine Nuovo, di cui poi sarebbe diventato direttore. Nel frattempo faceva anche il corrispondente per il quotidiano L’Unità, dove poi dal 1961 e per trent’anni ha lavorato nella redazione di Milano.
È stato tra i fondatori di Cuore, il settimanale satirico di “resistenza umana” ideato da Michele Serra.





RINTRACCIARTI, IL RICORDO DEL GIORNALISTA MANTOVANO : " QUELLA REDAZIONE ERA UN MANICOMIO "

Sergio "Tato" Banali : 
vi riapro il mio Cuore

di Giulio Cisamolo - 6/12/2009 La Voce di Mantova
Lo avevamo incontrato durante l'anteprima del numero speciale di Cuore dedicato a Rintracciarti, e ci aveva sommerso de i ricordi della redazione. Proprio in vista della rimpatriata di questa mattina ci è sembrato un vero peccato che quello che ci aveva raccontato Sergio "Tato" Banali, ex mantovanissimo caporedattore de l'Unità e pilastro della rivista satirica, andasse perduto.

«Era un manicomio, quella redazione».

Prego?
«C'era ad esempio uno spazio, una volta l'anno, dove ognuno poteva scrivere quel che voleva
con la garanzia che non ci sarebbe stata censura. Una volta uscirono certi sogni su di una
nostra giornalista, dopo i quali lei non potè fare altro che rassegnare le dimissioni» .

Un nome per l'anima della rivista ?
«Sicuramente Michele Serra. Era stato lui a proporre al direttore dell'Unità l'idea di Cuore
per riempire il buco lasciato dall' inserto Tango, e la sua scrittura era la migliore» .

La qualità dei testi rimase sempre un punto forte di Cuore, ma di certo non fu l'unico.
«Con la scrittura era la titolazione. Quando si trattò di raccontare la morte di Pertini, ad esempio, la notizia venne lasciata all'occhiello : il titolo, dissacrante, era "E' ancora vivo
Intini" (esponente storico del Pci, lungamente criticato dalla rivista, ndr)».

La macchina era ben oliata : perchè dunque cessarono le pubblicazioni ?
«Il declino era cominciato già da qualche tempo, quando due dei tre editori deciso di ritirarsi.
L'abbandono poi della direzione di Serra non fece altro che accelerare uno scivolamento già
avviato» .

Riusciremo mai a rivedere in edicola i titoli cubitali della rivista?
«In tanti ci chiedono di tornare a lavorare . E vedendo quello che succede oggi il materiale non
mancherebbe davvero. Chissà, magari un giorno ci sarà un nuovo Cuore».

Di certo il pubblico non mancherebbe.
«Ancora oggi la gente vuole leggere satira. E che piacere, per noi che chiudevamo a sera le
pagine, era uscire e vedere tanti ragazzi che sui mezzi sfogliavano la rivista »

La “pazza” redazione di «Cuore»: Sergio Banali sotto il tavolo.

domenica 26 luglio 2015

La Turchia bombarda Isis e Pkk


Strabismo
Erdogan rompe gli indugi e decide di collaborare con la coalizione anti ISIS bombardando le posizioni dello Stato Islamico ma qualche bombetta gli scappa anche verso le postazioni curde del PKK impegnate nelle stessa difesa contro le forze del Califfato. 
(CARTOONMOVEMENT)
UBER


Moyen-Orient. La Turquie entre en guerre contre l'Etat islamique en Syrie
Bleibel


Cresce di ora in ora la tensione in Turchia. Mentre Ankara intensifica i bombardamenti contro le basi dell’Isil e del PKK, due soldati sono stati uccisi e altri quattro sono rimasti feriti nell’esplosione di un’autobomba che aveva come obiettivo un convoglio militare nella provincia a maggioranza curda di Diyarbakir, nel Sud-Est del paese.

Intanto dagli Stati Uniti è arrivata la condanna agli attacchi terroristici dei separatisti curdi. Su Twitter il vice inviato speciale della Casa Bianca per la coalizione anti-Isil, Brett McGurk ha fatto sapere che la Turchia ha il pieno diritto all’autodifesa, augurandosi tuttavia che entrambe le parti continuino il processo verso la pace.

Una pace che al momento vacilla. La tregua del 2013 tra Ankara e PKK sembra di fatto saltata. Il Presidente Recep Tayyip Erdogan dopo un vertice a Istanbul con il Premier Ahmet Davutoglu e il comandante dell’esercito ha fatto sapere che la battaglia continuerà, le operazioni anti-terrorismo e i raid non si fermeranno.(fonte)


ERDOGAN VERSUS ISIS    Marian Kamensky
ERDOGAN VERSUS ISIS
25 Jul 2015



Obama,Erdogan, IS
BY RAINER HACHFELD, NEUES DEUTSCHLAND, GERMANY  -  7/24/2015


Dilem



Turkish TOP GUN    Paolo Lombardi
Turkey attacks PKK and ISIS
25 Jul 2015


dal Web



Oktober 14 2014
Die Türkei bombardiert PKK-Stellungen
Kostas Koufogiorgos

sabato 25 luglio 2015

#Suruc, la denuncia di Latuff


Cartoon of the Day: ISIS Attack on Socialist Pro-Kurd Activists. Surprise? Via @BirGun_Gazetesi
Carlos Latuff - 20 luglio 2015


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#Suruc: la strage

drSRDR


L’esplosione avvenuta davanti al centro culturale Amara a Suruc, nel sudest della Turchia e vicino al confine con la Siria, sarebbe stata provocata da una kamikaze 18enne dello Stato islamico (ex Isil o Isis). È la speculazione che riporta il quotidiano turco Hurriyet. L’attacco ha preso di mira diversi giovani che si erano radunati al centro culturale per partire per Kobane. Secondo il giornale si tratta di almeno 300 membri della Federazione delle associazioni dei giovani socialisti (Sgdf), che dovevano partire con una spedizione estiva per contribuire alla ricostruzione di Kobane, che si trova proprio oltre al confine rispetto a Suruc in territorio siriano.(fonte)






L'attentato, che ha provocato almeno 30 morti e quasi un centinaio di feriti - alcuni dei quali in gravi condizioni - ha avuto luogo mentre era in corso una riunione della Federazione delle associazioni dei giovani socialisti, convocata per organizzare l'arrivo di aiuti nella città di Kobane, il centro a maggioranza curda in territorio siriano che nell'autunno 2014 aveva subito un'offensiva dallo Stato islamico, poi respinta.

Tra settembre e ottobre 2014 circa 200.000 rifugiati curdi erano fuggiti da Kobane ed erano arrivati a Suruç. Molti di loro continuano a essere accolti in città e nei dintorni.

eye opener
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  7/24/2015



Possibilità
Giovanni De Mauro
Volevano costruire una biblioteca, piantare degli alberi, attrezzare un campo giochi. Il più giovane del gruppo si chiamava Okan Pirinç, aveva diciassette anni e veniva da Antakya. I trentadue ragazzi uccisi il 20 luglio a Suruç, in Turchia, militavano nella Federazione delle associazioni dei giovani socialisti. Quando la bomba è esplosa si trovavano nel giardino del centro culturale Amara. Arrivavano da tutto il paese e stavano per andare a Kobane, dall’altra parte del confine, in territorio siriano, per dare una mano nella ricostruzione della città.

Okan Pirinç, Uğur Özkan, Kasım Deprem, Hatice Ezgi Saadet, Cemil Yıldız, Çağdaş Aydın, Nazlı Akyürek, Ferdane Ece Dinç, Mücahit Erol, Murat Yurtgül, Emrullah Akhamur, İsmet Şeker, Nartan Kılıç, Ferdane Kılıç, Serhat Devrim, Met Ali Barutçu, Erdal Bozkurt, Süleyman Aksu, Koray Çapoğlu, Cebrail Günebakan, Veysel Özdemir, Nazegül Boyraz, Alper Sapan, Alican Vural, Osman Çiçek, Dilek Bozkurt, Büşra Mete, Yunus Emre Şen, Ayda Ezgi Şalcı, Polen Ünlü, Duygu Tuna, Nurcan Kaçmaz: sono i nomi delle vittime identificate finora.

Erano ragazze e ragazzi che credevano nella possibilità di cambiare il mondo attraverso l’impegno politico. È per questo che li hanno uccisi.





Pourquoi un attentat en Turquie?
© Jiho (France)





Marilena Nardi ottobre 2014


Non dimentichiamo È l’unico modo per resistere all’Isis
di Joumana Haddad
L’attentato di Suruc è un vero dramma: per tutti quei morti e feriti e per via del fatto che una diciottenne fosse talmen te robotizzata da farsi esplodere uccidendo con se stessa decine d’innocenti, credendo così di compiacere il suo Dio. E quella ragazza non è un’eccezione di questi tempi, ma una «specie» in fase di moltiplicazione… La tragedia più devastante, dal mio punto di vista, sapete che cos’è? Che stiamo perdendo la facoltà di restare stupiti, scandalizzati, mortificati dalle barbarie che vediamo e leggiamo quasi quotidianamente. Stiamo diventando, un’atrocità dopo l’altra, più «spettatori», e meno coinvolti. Questo è, penso, il crimine più grande dello Stato Islamico, e in questo senso forse la sua più grande
«vittoria»: privarci della nostra facoltà di compatire e di sentirci offesi; dell’incapacità di sopportare che degli uomini siano decapitati, delle donne lapidate, dei giovani fatti a pezzi di fronte ai nostri occhi. Mi ricordo benissimo il giorno in cui, da bambina, durante la guerra civile libanese, ho camminato senza accorgermene su un cadavere mentre andavo a scuola. Fino ad oggi non posso dimenticare quella bocca spalancata a metà grido, quegli occhi vuoti che mi guardavano con dolore e vergogna. E a dire la verità, non vorrei dimenticare: non vorrei mai vivere in un mondo dove sia «normale» camminare sui cadaveri per andare a scuola in Libano, dove sia normale sentire che di persone bruciate vive in Siria e venire a sapere che una diciottenne si è fatta saltare
in aria in Turchia... Non vorrei vivere in un mondo dove noi esseri viventi saremo più morti dei morti perché avremo perso l’unica cosa che ci rende degni di vita: la nostra umanità.

Terrorism    Shahrokh Heidari
Terrorism not only reminds us of the fragility of human life, but also the fragility of our humanity.
26 Sep 2013