sabato 4 aprile 2015

Easter calvary in Kenya


di Steve Breen

Post-Tiz: Kenya
di Tiziano Riverso
03 Apr 2015


Easter calvary in Kenya
Elchicotriste


Easter calvary in Kenya II    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Christians are being sistematically exterminated in subsaharian Africa.
03 Apr 2015



DisEaster    Giuseppe La Micela
Isis
04 Apr 2015


Terror Cross
BY AREND VAN DAM, POLITICALCARTOONS.COM  -  4/2/2015



Attenzione immagini forti.
La scuola, l’istruzione, il sapere. Fanno paura.
Mauro Biani


Thinker
Garissa University Kenya
Joep Bertrams


Ali Dilem
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2 Apr 2015 - Attacco di un commando armato al campus universitario di Garissa, nel nord-est del Kenya, a 150 chilometri dalla frontiera con la Somalia. Il bilancio provvisorio, riferiscono fonti del ministero dell’Interno, è di 147 morti.  Quattro degli aggressori sono stati uccisi. Il campus conta 815 studenti e circa 60 insegnanti. L’attacco è stato rivendicato dalle milizie al Shebab
la notizia



Roma, 3 Apr - "La sete del tuo padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per a loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice".

Lo ha detto il papa nel rito della via crucis al Colosseo, al quale hanno preso parte decine di migliaia di persone.

venerdì 3 aprile 2015

Sfide : il Rosso D'Alema

Post modificato il 7 Aprile 2015
Portos


Il nome di D'Alema è comparso nelle inchieste di Ischia. Citato in una intercettazione telefonica.
 Non è indagato, ha solo venduto vino delle sue tenute alla cooperativa Concordia, implicata nella vicenda.



di Riccardo Mannelli

di Tiziano Riverso



di Tiziano Riverso


La Coop sei tu....
di Paride Puglia



di Giannelli


VISSANI DIFENDE LE BOTTIGLIE DELL’AMICO D’ALEMA: “FA GRANDI VINI, AL LIVELLO DEI MIGLIORI BORDEAUX”

E' un rosso strutturato prodotto in Umbria. L'ex premier Massimo D'Alema si dedica da qualche anno (anche) alla produzione di vini.
“SFIDE”, un Cabernet Franc in purezza, senza solforosa, prodotto in 3.000 bottiglie.
 “NarnOt”, il top della casa, un taglio bordolese, il cui nome è una crasi tra Narni e Otricoli, le località tra le quali si trova la cantina dalemiana. 
Ultima etichetta in produzione è il brut “Nerosé”, una bollicina a base di Pinot Nero. 
Tutti i vini provengono dai vigneti de “La Madeleine”, la tenuta che il politico pugliese ha comprato nel 2009 in Umbria.


Beppe Mora 

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PS: Ci scusi sig. D'Alema, la satira, le vignette, ma il vino, le tangenti, la coop Concordia, la sua arrabbiatura...  la prego sorrida con noi.

mercoledì 1 aprile 2015

GB: Le lettere del Principe Carlo, 'black spider memos'

La Corte suprema della Gran Bretagna si è pronunciata  giovedì 26 marzo su un caso, aperto 10 anni fa, dal giornale Guardian su 27 lettere scritte tra il 2004 e il 2005 dal principe Carlo a politici e ministri del governo del Regno Unito. Le lettere dovranno diventare pubbliche. Le lettere, che il principe Carlo spedisce da sempre sono conosciute come “black spider memos”, i “promemoria del ragno nero”, per via della penna nera con cui sono scritte e della calligrafia poco ordinata.

Durissima la satira inglese, che ipotizza la fine della candidatura reale del principe, disegnando il funerale del Re Charles III.
Steve Bell on Prince Charles's 'black spider memos' 12 March 2014 - Guardian

Da La Stampa

La Suprema Corte inglese ha stabilito che le lettere che il principe Carlo ha scritto a parlamentari e ministri per condizionarne l’operato possono essere rese pubbliche. Si conclude così una battaglia iniziata 10 anni fa dal quotidiano The Guardian, che aveva chiesto al governo di rendere nota la corrispondenza del 2004 e del 2005, sulla base del Freedom of Information Act. Una incredibile serie di sentenze contraddittorie e di pressioni da parte dei governi prima di Gordon Brown (laburista) e poi di David Cameron (conservatore) avevano bloccato la richiesta presentata dal giornalista del Guardian Rob Evans, il quale però non si è mai arreso.

Da Clarence House, la residenza del principe Carlo, si è espresso disappunto per la decisione della Suprema Corte, giudicata negativamente anche dal premier David Cameron, il quale ha annunciato l’intenzione di varare immediatamente una legge per bloccare ancora la pubblicazione delle lettere. Se fossero rese note, Carlo si troverebbe in forte imbarazzo e sarebbe accusato di avere violato la neutralità costituzionale della Monarchia prima ancora di salire al trono. La sua immagine subirà in ogni caso un durissimo colpo, che metterà in grave imbarazzo la stessa istituzione monarchica.


Le lettere sono state definite “black spider” a causa degli appunti, delle sottolineature e dei punti esclamativi che Carlo aggiunge al testo battuto a macchina prima di inviarlo, dando l’impressione di un disordine un po’ inquietante e davvero poco regale.


The attorney general has vetoed the publication of 27 missives between the heir to the throne and MPs
Steve Bell 16 october 2012 Guardian



Steve Bell on Prince Charles and Vladimir Putin-21 May 2014 - Guardian

Martin Rowson on Prince Charles's political meddling 29 June 2014 - Guardian



Steve Bell on Prince Charles 21 November 2014 - Guardian

Steve Bell on Prince Charles's letters 26 March 2015 - Guardian



Dave Brown -Charles Letters  26 March 2015 - The Indipendent


Peter Brookes What's the problem? 27 March 2015 - The Times



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Black spider memos
http://www.theguardian.com/uk-news/prince-charles-letters
cartoons Guardian

martedì 31 marzo 2015

Concorso europeo di fumetti caricature DISEGNA LA PARITÀ DI GENERE!

Concorso di fumetti caricature

DISEGNA
LA PARITÀ DI GENERE!


La data limite per l’invio delle opere è il 20 aprile 2015.

UN Women organizza un concorso di fumetti e caricature sulla parità di genere in collaborazione con
la Commissione europea, la cooperazione allo sviluppo belga e l’UNRIC.

INVIA UN FUMETTO/CARICATURA SENZA PAROLE E PARTECIPA ANCHE TU ALL’INIZIATIVA DI UN WOMEN PER DIFENDERE LA CAUSA DELLE DONNE E DELLE RAGAZZE A LIVELLO MONDIALE.


Mostraci quello che ti viene in mente quando pensi ai diritti e all'emancipazione femminile. Dai libero sfogo alla tua creatività per illustrare il rapporto tra donne e uomini e i cambiamenti positivi che vorresti vedere. Disegnali!

Il concorso è aperto agli artisti del fumetto e della caricatura e agli studenti d’arte, di età compresa tra i 18 e i 28 anni, residenti in uno Stato membro dell’UE. 

UN PRIMO PREMIO: : 1000 EUR
UN SECONDO PREMIO: 500 EUR
TRE TERZI PREMI: 200 EUR CADAUNO


 I cinque finalisti saranno invitati a Bruxelles per la cerimonia di premiazione durante l’estate 2015. Le spese di viaggio e soggiorno saranno a carico degli enti organizzatori. Inoltre, i disegni dei finalisti e dei semi-finalisti saranno pubblicati in un opuscolo e potranno essere tenuti in considerazione per un’esposizione nonché per un’eventuale ulteriore pubblicazione


 Il concorso fa parte della campagna di UN Women “Potere alle donne - Potere all’umanità: disegnalo!” che celebra il 20º anniversario della quarta Conferenza mondiale sulle donne che si è svolta a Pechino nel 1995.

Per informazioni sulla Conferenza di Pechino e il suo documento finale, la dichiarazione di Pechino e la sua piattaforma d’azione, consultare il seguente indirizzo: http://beijing20.unwomen.org/.

Esempio di Kroll


Per maggiori ragguagli sul concorso, compresi i termini e le condizioni completi e per caricare il proprio disegno consultare il seguente indirizzo: http://beijing20.unwomen.org/en/get-involved/comic-competition



Istruzioni per i partecipanti
UN Women, organizza un concorso di fumetti e caricature sulla parità di genere in collaborazione con la Commissione europea,
la cooperazione allo sviluppo belga e l’UNRIC. Il concorso fa parte della campagna di UN Women “Potere alle donne - Potere
all’umanità: disegnalo!” che celebra il 20º anniversario della quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino nel 1995.

Ti invitiamo a fare un disegno. Mostraci quello che ti viene in mente quando pensi ai diritti e all’emancipazione femminile e
ai rapporti tra donne e uomini. Scopri la Conferenza di Pechino e il suo documento finale, la dichiarazione di Pechino, e la sua
piattaforma d’azione adottata a Pechino nel 1995. Cerca l’ispirazione per i tuoi disegni nei 12 settori cruciali della piattaforma di
Pechino:

  • - le donne e l’ambiente
  • - le donne al potere e nei processi decisionali
  • - le bambine
  • - le donne e l’economia
  • - le donne e la povertà
  • - la violenza contro donne
  • - i diritti umani delle donne
  • - l’istruzione e la formazione delle donne
  • - i meccanismi istituzionali per l’avanzamento delle donne
  • - le donne e la salute
  • - le donne e i media
  • - le donne e i conflitti armati.


Esempio di Kroll

Per maggiori informazioni sul 20º anniversario della conferenza di Pechino, consultare il sito http://beijing20.unwomen.org/.

Per il disegno è necessario attenersi alle seguenti disposizioni:
- il fumetto o la caricatura non devono contenere parole;
- l’opera inviata può essere composta da una vignetta o da una serie di massimo sei riquadri e non deve avere dimensioni
maggiori di una pagina formato DIN A4 (210 mm x 297 mm);
- la risoluzione del disegno deve essere di 150dpi o superiore.
Il concorso è aperto agli artisti del fumetto e della caricatura e agli studenti d’arte, di età compresa tra i 18 e i 28 anni, residenti in
uno Stato membro dell’UE.
I finalisti saranno selezionati da una giuria composta da artisti professionisti del fumetto, esperti in materia di parità di genere ed
esperti nel campo della comunicazione.
Premi
Un primo premio: 1 000 EUR
Un secondo premio: 500 EUR
Tre terzi premi: 200 EUR cadauno.
I cinque finalisti saranno invitati a Bruxelles per la cerimonia di premiazione durante l’estate 2015. Le spese di viaggio e di
soggiorno saranno a carico degli enti organizzatori. Inoltre, i disegni dei finalisti e dei semi-finalisti saranno pubblicati in un
opuscolo e potranno essere tenuti in considerazione per un’esposizione nonché per un’eventuale ulteriore pubblicazione.
La data limite per l’invio delle opere è il 20 aprile 2015.

PDF

UN Women organizza un concorso di fumetti e caricature sulla parità di genere in collaborazione con la Commissione europea, la cooperazione allo sviluppo belga e l’UNRIC.

UNRICECBelgian Development Coorporation

lunedì 30 marzo 2015

Premio Euro-Kartoenale 2015 "Inquinamento e Risanamento del Suolo"

Da ECC, Euopean Cartoon Center:

Prize winners Euro-Kartoenale 2015 'Soil pollution and sanitation'
The Polish cartoonist Pawel Kuczynski did win the 20th edition of the Euro-kartoenale. It was Belgian Minister of Culture Sven Gatz who was giving him the check of 1600 Euros and the corresponding trophy.

The international jury selected the work of Kuczynski out of 1815 cartoons of 532 cartoonists of 71 countries.

The Italian Marco D’Agostino and Paolo Dalponte did win the second and third prize.


I Vincitori del Premio Euro-Kartoenale 2015
Tema 'inquinamento e risanamento del suolo'.
Il vignettista polacco Pawel Kuczynski ha vinto la 20 ° edizione di Euro-kartoenale.
Il ministro belga della Cultura Sven Gatz, gli ha consegnato 1600 euro e il trofeo corrispondente.

La giuria internazionale ha selezionato l'opera di Kuczynski tra 1.815 cartoon di 532 disegnatori di 71 paesi diversi.

Gli italiani Marco D'Agostino e Paolo Dalponte hanno vinto rispettivamente il secondo e il terzo premio.



Primo premio: Pawel Kuczynski - Polonia




Secondo premio: Marco D'Agostino - Italia


Terzo premio: Paolo Dalponte -Italia 





Miglior entry europea: Doru Axinte - Romania


Miglior opera belga: Beyaert Herwig


Premio di ECC: Zygmunt Zaradkiewicz - Polonia



Menzione d'onore: Sajad Rafeei - Iran



Menzione d'onore: Pol Leurs - Lussemburgo

Le foto

domenica 29 marzo 2015

Incidente aereo della Germanwings

24 marzo 2015
Un Airbus A320 della compagnia Germanwings, filiale low cost del gruppo Lufthansa, si è schiantato martedì mattina contro il Massiccio dei Trois-Evêchés (Tre Vescovadi), nel sud della Francia. Trasportava 144 passeggeri, tra i quali due neonati, due piloti e quattro membri dell’equipaggio. Nessuno è sopravvissuto.
La procura di Marsiglia afferma che il copilota ha volutamente distrutto l'aereo, dopo aver deliberatamente perso di quota. Uno dei due piloti era chiuso nella cabina e l’altro cercava inutilmente di entrare.

E' una tragedia immane, inconcepibile.
Questo blog è vicino alle famiglie ed a tutti quelli coinvolti nella vicenda.
Le mie più sincere condoglianze ai famigliari ed agli amici delle vittime.
Le vignette raccolte non vogliono assolutamente mancare di rispetto o lucrare sulla vicenda, e spero di non urtare la sensibilità di nessuno.
Fany


Stairway to Heaven    Alfredo Martirena
Yesterday, an airplane of Germanwings crashed in southern France, killing 150 people.
25 Mar 2015


Les suites du crash de l'avion GermanWings.
dessin paru dans L'Echo du 28 mars 2015.
Vadot



The #Germanwings Tragedy -
© Chappatte in The International New York Times




Controle, controle, controle...#Germanwings
Joep Bertrams



suicide pilot    Alfredo Martirena
suicide pilot :(
27 Mar 2015


Germanwings suicide
BY TOM JANSSEN, THE NETHERLANDS  -  3/27/2015



Ornikkar



Deligne


La porta chiusa

MASSIMO GRAMELLINI
Perché anche i passeggeri? Nei giornali come nelle case si ragiona con i pochi elementi a disposizione, ma è impossibile interrompere il percorso ossessivo dei pensieri. Di solito un depresso la fa finita in solitudine. Al più associa al sacrificio i familiari stretti, che considera una prosecuzione di se stesso. Ma il copilota che ha mandato l’aereo tedesco contro la montagna ha deciso di coinvolgere nel commiato degli sconosciuti. Peggio, degli sconosciuti che aveva appena incontrato. Lo immaginiamo all’imbarco, o sulla porta della cabina prima del decollo, mentre sorride alla comitiva di turisti e fa un cenno di saluto alla scolaresca in gita premio. Dopo avere visto in faccia le persone che gli erano state affidate, come ha potuto tradirle? Non si può neanche dire che, accecato dal suo male insondabile, a un certo punto abbia creduto di essere rimasto solo. Se ha chiuso la porta per impedire al comandante di rientrare in cabina, significa che era consapevole della realtà. Per compiere l’atto che lo ha isolato dal mondo doveva sapere che oltre quella porta c’era il mondo. E che lui lo stava condannando a morte.

Non basta la depressione a spiegare una strage, così come nel caso dei terroristi islamici non basta la fede. Ci vuole il delirio di onnipotenza. E il culto della morte simbolica. Con la sua parte irrazionale il copilota avrà stabilito che proprio l’aereo, la sua vita, diventasse la sua morte. Il resto, centoquarantanove esseri umani, gli sarà sembrato un effetto collaterale.

"Senza parole", ma soprattutto senza senso!
Riverso


Bertelli - Meno


...tristezza e cordoglio.
Perazzolli



Luft Ansia
Certo che, per chi già prima soffriva di paura di volare l'ultimo tragico disastro aereo non deve essere di aiuto. E anche per quelli che viaggiano normalmente il sapere che alla guida ci potrebbe essere un pilota non proprio equilibrato non è tranquillizzante.

D'ora in poi mai più un solo pilota in cabina di guida, un po' tardi anche perchè il caso non è stato  il primo e, depressione a parte, i motivi per evitare l'uomo solo al comando, ce ne sono anche tanti e da tempo.
Uber

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La ricostruzione di Portos

Corriere della sera di Milano del 27 marzo 2015. Disastro aereo





Siamo tutti tedeschi
MASSIMO GRAMELLINI
Se una piccola lezione si può trarre dalla tragedia innescata dal pilota kamikaze è la precarietà di certi pregiudizi sedimentati nei secoli. Col passare delle ore emerge un quadro di superficialità e approssimazione assai poco tedesco. Andreas Lubitz era andato al lavoro stracciando un certificato di malattia, e questo rientra ancora nel luogo comune che immagina un italiano fare esattamente il contrario. Ma com’è possibile che l’ospedale universitario di Duesseldorf, che lo aveva in cura da mesi, non avesse sentito il dovere di cautelarsi inviando alla compagnia aerea una copia del documento che gli impediva di volare? La privacy, dicono. Ma la privacy smette di essere la priorità, quando riguarda un uomo che ha in mano il destino di vite che non sono la sua. Per quanto, secondo i giornali tedeschi, Lufthansa qualcosa sapeva. Sapeva che nel 2009 una crisi depressiva aveva reso Lubitz «parzialmente inadatto al volo». Ma cosa significa «parzialmente»? Che poteva volare solo nei giorni dispari o con la mano destra?

Dalle prime ricostruzioni della tragedia affiora una trama fitta di smagliature: informazioni mancanti, negate, sottovalutate. Adesso si invocano regole nuove, ma come sempre sarebbe bastato rispettare quelle esistenti. O forse non sarebbe bastato comunque. Visto dall’Italia, patria del fatalismo, il dramma che ha colpito un popolo noto per la sua rigidità alimenta la sensazione che alla fine siamo tutti umani, e che lo siamo allo stesso modo: imperfetto e irrazionale. Costretti a convivere, e talvolta purtroppo a conmorire, con i nostri limiti e le nostre miserie.



NELLA CABINA DI PILOTAGGIO
Franco Berardi
Dicono che il giovane pilota Andreas Lubitz avesse sofferto di crisi depressive e avesse tenuto nascoste le sue condizioni psichiche all’azienda per cui lavorava, la Lufthansa. I medici consigliavano un periodo di assenza dal lavoro. La cosa non è affatto sorprendente: il turbo-capitalismo contemporaneo detesta coloro che chiedono di usufruire dei permessi di malattia, e detesta all’ennesima potenza ogni riferimento alla depressione. Depresso io? Non se ne parli neanche. Io sto benissimo, sono perfettamente efficiente, allegro, dinamico, energico, e soprattutto competitivo. Faccio jogging ogni mattina, e sono sempre disponibile a fare straordinario. Non è forse questa la filosofia del low cost? Non suonano forse le trombe quando l’aereo decolla e quando atterra? Non siamo forse circondati ininterrottamente dal discorso dell’efficienza competitiva? Non siamo forse quotidianamente costretti a misurare il nostro stato d’animo con l’allegria aggressiva delle facce che compaiono negli spot pubblicitari? Non corriamo forse il rischio di essere licenziati se facciamo troppe assenze per malattia?
Adesso i giornali (gli stessi giornali che da anni ci chiamano fannulloni e tessono le lodi della rottamazione degli inefficienti) consigliano di fare maggiore attenzione nelle assunzioni. Faremo controlli straordinari per verificare che i piloti d’aereo non siano squilibrati, matti, depressi, maniaci, malinconici tristi e sfigati. Davvero? E i medici? E i colonnelli dell’esercito? E gli autisti dell’autobus? E i conducenti del treno? E i professori di matematica? E gli agenti di polizia stradale?
Epureremo i depressi. Epuriamoli. Peccato che siano la maggioranza assoluta della popolazione contemporanea. Non sto parlando dei depressi conclamati, che pure sono in proporzione crescente, ma di coloro che soffrono di infelicità, tristezza, disperazione. Anche se ce lo dicono raramente e con una certa cautela l’incidenza delle malattie psichiche è cresciuta enormemente negli ultimi decenni, e il tasso di suicidio (secondo il rapporto del World Health Organization) è cresciuto del 60% (wow) negli ultimi quarant’anni.
Quaranta anni? E che potrà mai significare? Che cosa è successo negli ultimi quarant’anni perché la gente corra a frotte verso la nera signora? Forse ci sarà un rapporto tra questo incredibile incremento della propensione a farla finita e il trionfo del Neoliberismo che implica precarietà e competizione obbligatoria? E forse ci sarà un rapporto anche con la solitudine di una generazione che è cresciuta davanti allo schermo ricevendo continui stimoli psico-informativi e toccando sempre di meno il corpo dell’altro? Non si dimentichi che per ogni suicidio realizzato ce ne sono circa venti tentati senza successo. E non si dimentichi che in molti paesi del mondo (anche in Italia) i medici sono invitati a essere cauti nell’attribuire una morte al suicidio, se non ci sono prove evidenti dell’intenzione del deceduto. E quanti incidenti d’auto nascondono un’intenzione suicida più o meno cosciente?
Non appena le autorità investigative e la compagnia aerea hanno rivelato che la causa del disastro aereo sta nel suicidio di un lavoratore che ha sofferto di crisi depressive e le ha tenute nascoste, ecco che in Internet si è messo in marcia il solito esercito di cospirazionisti. “Figuriamoci se ci credo”, dicono quelli che sospettano il complotto. Ci deve essere dietro la CIA, o forse Putin, o magari semplicemente un gravissimo errore della Lufthansa che ci vogliono tenere nascosto. Un vignettista che si firma Sartori e crede di essere molto spiritoso mostra un tizio che legge il giornale e dice: “Strage Airbus: responsabile il copilota depresso.” Poi aggiunge: Fra poco diranno che anche l’ISIS è fatta da depressi.”
Ecco, bravo. Il punto è proprio questo: il terrorismo contemporaneo può avere mille cause politiche, ma la sola causa vera è l’epidemia di sofferenza psichica (e sociale, ma le due cose sono una) che si sta diffondendo nel mondo. Si può forse spiegare il comportamento di uno shaheed, di un giovane che si fa esplodere per uccidere una decina di altri umani in termini politici, ideologici, religiosi? Certo che si può, ma sono chiacchiere. La verità è che chi si uccide considera la vita un peso intollerabile, e vede nella morte la sola salvezza, e nella strage la sola vendetta. Un’epidemia di suicidio si è abbattuta sul pianeta terra, perché da decenni si è messa in moto una gigantesca fabbrica dell’infelicità cui sembra impossibile sfuggire. Quelli che dappertutto vedono un complotto dovrebbero smetterla di cercare una verità nascosta, e dovrebbero invece interpretare diversamente la verità evidente. Andreas Lubitz si è chiuso dentro quella maledetta cabina di pilotaggio perché il dolore che sentiva dentro si era fatto insopportabile, e perché accusava di quel dolore i centocinquanta passeggeri e colleghi che volavano con lui, e tutti gli altri esseri umani che come lui sono incapaci di liberarsi dall’infelicità che divora l’umanità contemporanea, da quando la pubblicità ci ha sottoposto a un bombardamento di felicità obbligatorio, da quanto la solitudine digitale ha moltiplicato gli stimoli e isolato i corpi, da quando il capitalismo finanziario ci ha costretto a lavorare il doppio per guadagnare la metà.