martedì 7 ottobre 2014

Internazionale Festival - Concorso Una vignetta per l'Europa 2014: I Vincitori

Ecco i vincitori del concorso per la migliore vignetta dell’anno sull’Europa, scelti da una giuria e dal voto del pubblico.

La premiazione è avvenuta a Ferrara durante il festival di Internazionale 2014.



Primo Premio


Marco Tonus, Il Momento, giugno 2014



Secondo Posto


Walter Leoni, Libero, 22 giugno 2014


Terzo Premio


Marco de Angelis, Buduàr, giugno 2014



Premio speciale del pubblico


Simone Sbragi/Serkan, informarezzo.com, 8 giugno 2014



Premio speciale della giuria


Cecigian, Avvenire, 22 marzo 2014


Fonte
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Marco Tonus, a destra, vincitore del concorso “Una vignetta per l’Europa” riceve il premio da  Gianfranco Uber, vincitore dell'edizione 2013. (Cinzia Domizi)
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Ritratto di Ruggero Savinio

 Il 31agosto  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
a Ruggero Savinio




Ruggero Savinio: Io, "figlio di" e "nipote di" ho ereditato 
le loro ossessioni

Il padre era Alberto, lo zio Giorgio de Chirico. Nonostante questo peso ha deciso di seguire 
la stessa strada. Tra ricordi di Parigi e di amici perduti, racconta "la stagione dei superuomini", 
ormai finita
di ANTONIO GNOLI
La verità ha sempre qualcosa di impassibile. Un po' come la grande arte. Dove mi trovo, 
nell'ampia casa di Ruggero Savinio, in un quartiere popolare di Roma (non distante da piazza 
 Vittorio) penso, istintivamente, che ci voglia molto coraggio ad affrontare la verità di un passato familiare segnato dalla presenza di due geni. Due fratelli che hanno a loro modo segnato una 
parte non trascurabile del Novecento europeo: Andrea e Giorgio De Chirico.

Per distinguersi Andrea prese il nome di Alberto Savinio: "Non si sa bene come nacque Savinio. 
Ho conservato il cognome per una continuità con mio padre e con le sue storie", dice

lunedì 6 ottobre 2014

DISABILLKILL - Il libro di Pietro Vanessi e Tullio Boi



Si può ridere sulla disabilità?
E fino a che punto ci si può spingere?


Disabile è una parola che esprime un sacco di cose ma porta con sé anche una montagna di pregiudizi, di luoghi comuni e di domande che uno abile difficilmente si pone. Ma poi, chi è davvero disabile e chi no?




"Se tutti potessero volare, anche Bolt si sentirebbe un disabile".
Alex Zanardi




PRENOTA ORA il libro senza anticipare un centesimo!
Lo pagherai a metà novembre, DOPO la chiusura di questa raccolta fondi!

Il libro DISABILLKILL
uscirà infatti a fine novembre!

Un progetto di Pietro Vanessi e Tullio Boi con i contributi di:

Allegra, Biani, Bertelli, Bozzetto, Campagna, Careddu, Castagna, Corvi, Darix, Frago, Gava, Gianfalco, Laurenzi, Lupini, Mangosi, Magnasciutti, Maramotti, Nardi, Passepartout, Rasori, Romaniello, Sam, Scalia, Sommacal, Stivali, Tauro, Totaro, Trucco, Uber, Uva e Vincino... 

presentazione di Alex Zanardi

e  prefazione illustrata di Sergio Staino.


Un Progetto che diventerà anche una mostra itinerante, per riflettere, discutere e ...sorridere sulla disabilità.

Una sorta di "piccolo dizionario" dalla A alla Z per affrontare e parlare di argomenti cari al mondo della disabilità, affrontati da punti di vista inusuali e originali.

Gran parte del ricavato servirà a finanziare un progetto culturale a favore della disabilità, presso un'associazione autorevole in via di definizione.

Il libro sarà venduto in offerta a 10 € (+ 2 € di spese di spedizione) fino al 9 novembre.

Poi il prezzo potrebbe subire un aumento...


Dati tecnici:
F.to: 10 x 15 cm
Copertina: Plastificata 300 gr a 4 colori
Interno: Pagina 130 gr a 4 colori
Pagine: 100
Prezzo: 10 € 

PRENOTALO subito: https://www.produzionidalbasso.com/project/disabill-kill/

sabato 4 ottobre 2014

182 licenziamenti al teatro dell'Opera di Roma

Esternalizzazione dell'Opera di Roma
vignetta di Tiziano Riverso



Il primo trombone
massimo gramellini

L’unico capolavoro da sempre in cartellone all’Opera di Roma è l’ottusità di certi sindacati. Pur di difendere privilegi di casta, il partito del demerito è riuscito a fare perdere il posto a duecento orchestrali e coristi. L’Opera è l’Alitalia dei teatri: ha costi da Metropolitan e produttività da banda di paese (con molte scuse alle bande di paese). Appena il piatto ha cominciato a piangere, ci si è trovati a scegliere tra l’aumento dei concerti e la riduzione degli stipendi. Ma i burocrati dello spartito hanno optato per una terza soluzione: ridurre i concerti, lasciando inalterati gli stipendi. E poi si chiedono perché Muti è scappato ululando. Perlomeno non hanno preteso l’aumento, anche se si vocifera di un braccio di ferro con l’amministrazione del teatro sulla diaria giornaliera per le trasferte: 190 euro tra pranzo e cena. I contabili volevano ridurlo a 160, appena sufficienti per un pieno di champagne, ma la proposta è stata respinta come un attentato alla cultura.



Saputo dei licenziamenti, un sindacalista che per ironia della vita occupa lo scranno di primo trombone ha intonato la solita romanza del complotto contro l’arte, confondendo la sacralità di quest’ultima con le bizze da divo di chi talvolta impugna il suo strumento come una pratica d’ufficio da sbrigare con il minore dispendio possibile di energie. Ora i martiri del posto comodo hanno due possibilità. Pretendere da qualche giudice compiacente la restaurazione di un mondo che non tornerà. Oppure fondare una cooperativa e mettersi a lavorare il doppio. Come succede nei teatri di mezza Europa. In giro ci sono troppi diritti da difendere per potersi ancora occupare dei capricci.


 
Opera Lirica
Natangelo
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Giovedì 2 ottobre il consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma - che è presieduto dal sindaco di Roma Ignazio Marino – ha approvato una procedura per fare in modo che orchestra e coro siano gestiti con un servizio esterno (esternalizzazione) e l’avvio della conseguente procedura di licenziamento collettivo. La decisione è arrivata dopo mesi di crisi, dissidi, accuse interne e scioperi. Lo scorso 14 settembre, inoltre, Riccardo Muti aveva annunciato la sua rinuncia a dirigere l’Aida e gli altri appuntamenti previsti per la stagione. Muti era stato nominato Direttore Onorario a vita nel 2011.
Il licenziamento riguarderà 182 persone. La procedura prevede dei giorni per le trattative sindacali e altri giorni per la trattativa nei tavoli istituzionali (dura al massimo 75 giorni). Poi si procederà al licenziamento effettivo: nei prossimi tre mesi tutti i dipendenti manterranno posto e stipendio. L’idea è di trovare un soggetto esterno che si faccia carico di gestire i servizi di orchestra e coro. I risparmi conseguenti al licenziamento saranno di circa 3,4 milioni di euro.
(continua)

venerdì 3 ottobre 2014

Andrea Pecchia in mostra a Berlino

"ANDREAM" - vernissage

AKA
Pflügerstrasse 6 - 12047 BERLIN



ANDREAM 4 october - 9 november 2014 - AKA Berlin

Andream is a permanent dream drawn on our Social Body.
A permanent tattoo overcoming any physical border through dream, art and vision.
Being a visionary tattooist and painter, like a contemporary William Blake, Andrea Pecchia's imagery displays multiple meaning and perspective. His aim to frame a new sense of the world is built up through vision and di-vision, through crushing language and brilliant colours.
Tools become icons. Figures become symbols.
Ordinary objects are renewed and filled up with new sense and meaning.
A music staff, sales receipts, stamps, envelopes. Everyday stuff is turned into a fabulous material ready to be painted, worn-out daily “canvas” to be rewritten and drawn.
“Leg-end” is a broken heart, torn out by a lady's leg flowing into passion, reflected by a shining sword. A train ticket is turned into an artistic tweet. A magical stair hides a music staff climbed by a singing cock.
Daily objects change into sublime pieces of work and fantasy. Everyday “bodies” become multiple means of expression of an endless sense.
Andrea Pecchia rewrites reality out of the ordinary, making it unique, touching, emotional.
His artistic intention shows overflowing, colourful vibrations, marking a permanent search for life.
Andream is a symbolic journey, a dream of colour and word through daily light and night obsessions. Tattoes are the expression of such a journey, a living reflection of life. The strong author's intuition guides his “traveller” into the light and shade of nature, gathering the two human brain hemispheres into mutual correspondence. The close relationship between logical reason and dreamlike vision is translated into a unique colourful fusion of image and word showing the complexity of human soul.
Intuition is the special key for Andrea Pecchia to explore the human soul and express the art of living.
Pecchia carves a new path in painting permanent emotion on body and soul. Bodies are means of an endless “transport”, moving through different languages and codes, making each moment unique and permanent.
Andream is a soul journey through a dreaming reality of symbols. An awaking journey for all human conscience: Nessun dorma!

Giammarco Spineo

Da sabato 4 ottobre al 9 ottobre Andrea Pecchia espone a Berlino per Aka.
Molto bello il manifesto del vernissage dove l'artista rivisita la Porta di Brandeburgo, simbolo di Berlino e della passata separazione delle due Germanie, sostituendo alle colonne delle briose gambe di donna.


Alcune delle tante opere dell'artista romano:


...all roads lead to AKA!




BY-CICLES


Autunno 2014 - Parigi




Nessun dorma










Cappuccetto rosso (Wolf is death)


ANDREAM
Andrea Pecchia - Portrait




Andrea PECCHIA 1972
Nasce a Roma (Italia) il 26 giugno 1972. Si interessa con passione di tutto quanto concerne la comunicazione visiva, e nel 1989 consegue la maturità artistica; nel 1992 porta a termine il corso di scenografia presso il teatro dell'Opera di Roma e nel 1995 si laurea in Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti.
Si occupa di creatività, dipinge ed espone cartoon e disegni satirici, ricevendo segnalazioni premi e riconoscimenti.
Gli piace divertirsi con l'immaginario, e scrive storie per ragazzi.


l'evento su Facebook
www.andreapecchia.com
giottotattoo@gmail.com
 http://akaberlin.com/

mercoledì 1 ottobre 2014

Risultati Concorso: "Non ci resta che ridere" a Pergine Valsugana (TN)

Assegnati i premi del concorso nazionale di vignette, illustrazioni e disegni dedicato a Massimo Troisi.

La giuria di professionisti incaricata di assegnare i premi del Troisi Festival
si è riunita e ha decretato vincitore

Paride Puglia, artista emiliano

che vince un weekend in Trentino;

segnalati Moreno Chistè, Luciano Caratto e Lamberto Tommasini.


Paride Puglia (Vincitore a "Non ci resta che ridere"- Pergine Valsugana )


Chistè Moreno (Menzione d'Onore a "Non ci resta che ridere"- Pergine Valsugana )

Luciano Caratto (Menzione d'Onore a "Non ci resta che ridere"- Pergine Valsugana )



Tomas (Menzione d'Onore a "Non ci resta che ridere"- Pergine Valsugana )




Visto il successo riscosso dalla mostra sia durante che dopo la manifestazione i disegni verranno inseriti in una esposizione più ampia dedicata a Troisi a Pompei per l'intero 2014, gestita da Alfredo Cozzolino, amico del famoso attore.
 
Qui le opere in gara 
http://it.wikipedia.org/wiki/Massimo_Troisi


SEGRETERIA DEL FESTIVAL
Loc. Fratte 49 Pergine Valsugana tel. 0461/534912 
www.noncirestacheridere.net 

lunedì 29 settembre 2014

Buduàr 18

Un premio a BUDUÀR. Che viva BUDUÀR.

E così Buduàr ha vinto il premio Pino Zac a Forte dei Marmi.
[...]
Ho scritto "che viva Buduàr" perchè spero sinceramente che il nostro progetto possa continuare ad andare avanti e possa essere conosciuto sempre più raggiungendo anche i ragazzi più giovani. L'umorismo è passione e piacere, ma è anche vita, da godere con un sorriso.
(dall'Editoriale di Buduàr n.18 di Dino Aloi)




ATTENZIONE. ABBIAMO RISCONTRATO PROBLEMI DI VISUALIZZAZIONE CON CHROME. NON DIPENDONO DA NOI, MA DAL BROWSER.
PER LEGGERE SENZA PROBLEMI BUDUAR UTILIZZATE FIREFOX O SAFARI.

COPERTINA DI LIDO CONTEMORI
Un numero leggermente autocelebrativo con un lungo servizio sul Premio satira Politica di Forte dei Marmi, ma anche un numero particolarmente ricco di sorrisi e di storia. Il resoconto della giornata a Le Piastre per il Premio della Bugia, un ricordo dell'amico Paolo del Vaglio, il punto sul Cabaret stilato con dovizia di particolari da Emilio Isca, una finestra sull'animazione e molto altro in più di 100 pagine di qualità garantita.
In questo numero:
Dino Aloi, Giada Aloi, Mirko Amadeo, Pietro Ardito, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Carlo Baffi, Emanuele Begliomini, Antonio Botter, Graziano Braschi, Franco Bruna, Berlinghero Buonarroti, Gian Paolo Caprettini, Luciano Caratto, Athos Careghi, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Davide Ceccon, Gianni Chiostri,Lido Contemori, Lele Corvi, Milko Dalla Battista, Vincenzo D’Agostino, Marco De Angelis, Paolo Della Bella, Paolo del Vaglio, Umberto Domina, Antonio Ghirelli, Guido Giordano, Firuz Kutal, Emilio Isca, Gianlorenzo Ingrami, Sergio Ippoliti, Benito Jacovitti, Enzo Lunari, Boris Makaresko, Ro Marcenaro, Fabio Magnasciutti, Melanton, Claudio Mellana, Giulio Mellana, Marco A. Morini, Marco Novarino, Angelo Olivieri, Andrea Pecchia, Omar Perez, Danilo Paparelli, Passepartout, Alessandro Prevosto, Federico Ricciardi, Umberto Romaniello, Robert Rousso, Giuliano Rossetti, Ugo Sajini, Francois San Millan, Doriano Solinas, Carlo Squillante, Sergio Staino, Achille Superbi, Lucio Trojano, Pietro Vanessi, Fabrizio Zubani.
Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.



domenica 28 settembre 2014

L'Unità

La chiusura del quotidiano L'Unità nelle vignette degli autori satirici:


fU.
Marco Tonus


HANNO UCCISO L’UNITÀ
PORTOS / Franco Portinari


Senza parole.
Tomas




Gava by Meno




Unità
Oltre alle responsabilità del Pd, ci sono anche quelle degli altri soci. Il salvataggio non è stato possibile per i veti incrociati dei soci“. Nell’ultimo giorno delle pubblicazioni de l’Unità, il direttore Luca Landò è comunque fiducioso. “Siamo una testata dura e torneremo in edicola“. Da il manifesto di oggi.  
Mauro Biani




Davide Caviglia-L'Antitempo


Romaniello


Tullio Boi





Vauro






Paride Puglia













Maramotti



Ellekappa, L'Unità del 31.07.2014 (ultimo numero)

Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



Sergio Staino

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Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Bobo c'è

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sabato 27 settembre 2014

Valenza Po: I 90 anni dell'Unità da non disperdere


I 90 anni dell'Unità da non disperdere

Mostra e spettacolo sabato 27 settembre a Valenza Po

Sabato 27 settembre, a Valenza Po, la Fondazione Fondazione Luigi Longo, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, organizza "1924-2014: Novant’anni da non disperdere", riferito ai 90 anni di fondazione del quotidiano "l'Unità".
Alle 17,30, al Centro Cultura di Valenza Po, è in programma "Noi e la satira dell'Unità", con Sergio Staino, Dino Aloi ed Emanuele Macaluso.
Alle 19, sempre al Centro Cultura di Valenza Po, è prevista l'inaugurazione della mostra "Tango, Cuore e… Come la satira ha fatto morire (dal ridere) il Partito Comunista", con con Sergio Staino, Dino Aloi, Emanuele Macaluso e Ugo Sposetti. A seguire "Il terzo segreto di satira", spettacolo satirico con Pietro Belfiore, Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Fadenti, Andrea Mazzarella e la collaborazione straordinaria di Sergio Staino.



cliccare qui per ingrandire l'img

venerdì 26 settembre 2014

26 settembre "La notte dei ricercatori"

"La notte dei ricercatori"
Sergio Staino



LA NOTTE EUROPEA DEI RICERCATORI: Una notte, centinaia di città Europee e non

Comunicazione della scienza attraverso esperimenti scientifici dal vivo


Non mancare alla Notte Europea dei Ricercatori, venerdì 26 Settembre 2014!

Si tratta di una mega manifestazione che si svolge simultaneamente ogni anno in una sola notte di Settembre in centinaia di città Europee e non.

Con la famiglia, la scuola, gli amici o da solo potrai assistere dal vivo ad affascinanti esperimenti scientifici.

Cosa fanno realmente i ricercatori e perché ciò è importante per la tua vita quotidiana?

  • Le opere d’arte, possono essere conservate per sempre?
  • Come si analizza la qualità dell’acqua e la fertilità del suolo?
  • Può una mano bionica essere sensibile quanto una vera?
  • Quali sono i problemi dei rifiuti spaziali e come possiamo liberarcene?
  • Come possiamo sentire cantare una balena sotto l’acqua?

Troverai le risposte a queste ed ad altre domande grazie a visite guidate dietro le quinte dei laboratori di ricerca che sono normalmente chiusi al pubblico, e potrai assistere a spettacoli di scienza interattivi, esperimenti pratici o seminari.

La mappa interattiva per sapere dove.
Il sito della comunità europea

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Nel mio territorio


Ricchissimo il programma, che permetterà ai visitatori di “toccare con mano” i tanti ambiti di ricerca in cui sono impegnati il personale dell’Università di Parma e di Imem – Cnr.
Si potrà partecipare a una speciale “Caccia al tesoro della scienza” e immergersi nelle “notti bianche” di Gogol’ e Dostoevskij; diventare ricercatori per un giorno partecipando a un progetto di censimento e monitoraggio delle formiche – con tanto di kit di raccolta – e vedere da vicino “la magia del mondo microbico”; sfidare i robot giocolieri e riconoscere – aiutati dai Maestri del gusto – come funzionano i cinque sensi in relazione agli alimenti; parlare di diritti umani al cinema e ammirare il simulatore di UniPR Racing Team; andare  “A spasso nel nanomondo” e conseguire – con 5 lezioni – una (simbolica) laurea in una notte.
E poi ancora: laboratori alla scoperta degli organismi viventi seguendo il filo dell’evoluzione, appuntamenti dedicati al binomio sport & salute, laboratori di avvicinamento alla progettazione architettonica e urbana, momenti golosi come “la fabbrica delle caramelle”, un filo diretto con i ricercatori del CERN di Ginevra, incontri sull’evoluzione del credito nel nuovo millennio, esperimenti per capire come funzionano fibre ottiche, robot mobili e veicoli a guida automatizzata, conferenze sullo stress e sulle ultime novità in tema di terapia chirurgica mini-invasiva endoscopica di emicrania e iperidrosi, focus sulla cura degli animali “non convenzionali” (dalle tartarughe di terra e d’acqua dolce a gechi e serpenti, dai pappagalli ai porcellini d’India) e visite alle stalle del Dipartimento di Medicina Veterinaria, osservazioni biologiche e zoologiche nell’Orto botanico, inviti ad ascoltare il suono delle onde gravitazionali, percorsi di approfondimento su come nasce un farmaco e tanto altro ancora. Il tutto guidati da docenti, ricercatori,  dottorandi, assegnisti e studenti dei diversi Dipartimenti.
Tra gli appuntamenti speciali: “Una notte in biblioteca, apertura straordinaria della Biblioteca del Polo umanistico presso “I Paolotti” in via D’Azeglio dalle 18 alle 22; Mangio sano e sicuro, ciclo di brevi seminari che si terranno nel pomeriggio nella sede dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA); Brindiamo alla nostra salute! Come ricerca e sviluppo migliorano le condizioni di vita delle persone", con il coinvolgimento diretto di alcune aziende del territorio.
Evento speciale al termine  della Notte dei ricercatori sarà l’inaugurazione di “Erasmus and International Home” in Piazzale San Francesco, il nuovo punto di riferimento di Ateneo per gli scambi didattici internazionali e per l’accoglienza di docenti e studenti stranieri: sarà una vera e propria festa che si svolgerà a partire dalle 21,30, con interventi di musica dal vivo e che si concluderà con Dj set di Marco Pipitone dalle 23 all’1 di notte.
- Bus navetta
Per spostarsi da un polo all’altro sarà approntato un servizio di bus navetta gratuito. Fermate: Piazza Garibaldi, Via del Taglio (Dip. di Medicina veterinaria), Campus. Frequenza bus: ogni ora dalle 15 alle 20.
- Sul web: sito e social media
Gli studenti del corso in Giornalismo e Cultura Editoriale seguiranno e commenteranno con un reportage la Notte dei ricercatori 2014.
Un sito dedicato alla Notte dei Ricercatori, unitamente a una pagina e a un evento Facebook (facebook.com/comunicarelaricerca), è stato predisposto con la collaborazione degli studenti dell’Università, e con il contributo attivo del pubblico gli eventi saranno commentati attraverso i social network.
#nottericercatori #comunicarelaricerca #ndrparma2014.
Per informazioni: info@comunicarelaricerca.it
- Aperture straordinarie di mostre e musei
In occasione della Notte dei Ricercatori è prevista un’apertura straordinaria fino alle ore 23 dei Musei civici di Parma, con ingresso gratuito. Saranno aperti il Castello dei Burattini, la Pinacoteca Stuard e i musei della Casa della Musica (Museo multimediale dell’Opera, Casa del Suono, Casa Natale di Arturo Toscanini).
Apertura straordinaria, sempre fino alle 23, anche per le mostre “Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures” e “Stanislao Farri. Sulle tracce della luce”, a Palazzo del Governatore.
Apertura in anteprima, infine, per la mostra “Sfogliare stanze. Munari e altre storie per raccontare Corraini Edizioni”, dalle 18 alle 22 a Palazzo Pigorini.
Il programma completo delle iniziative della “Notte dei ricercatori”, costantemente aggiornato, è consultabile sul sito www.unipr.it, al banner “Comunicare la ricerca”.



Comunicato stampa congiunto Università di Parma, Comune di Parma, Imem - CNR



giovedì 25 settembre 2014

Ritratto di Milena Vukotic

Il 17 agosto  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
a Milena Vukotic




Milena Vukotic: "Io, protagonista non protagonista tra Buñuel e la signora Fantozzi"

L'attrice nota al grande pubblico nei panni della "signora Pina": "Paolo Villaggio mi ha messo in uno schema che ho cercato di alleggerire e forzare con altre parti"
di ANTONIO GNOLI

 Lettera a Milena. Piacerebbe iniziare questo "straparlando" con una lettera a Milena Vukotic. Per dirle: "Cara Milena, lei è una straordinaria attrice che da sola avrebbe potuto arricchire un pezzo di storia del cinema e del teatro italiano. E se ciò non è accaduto è per l'insipienza e la pigrizia di tutti coloro, tra i registi importanti e no, che l'hanno usata senza accorgersi del dono prezioso che avevano tra le mani".

Ma poi penso che le vite vanno prese per quello che sono e che anche nel piccolo, soprattutto nel piccolo, c'è, inatteso, del grande. Sovente misconosciuto. In una mattina di sole aspro Milena Vukotic mi attende nella sua casa romana del quartiere Salario. Una blusa leggera, pantaloni chiari e un trucco lieve che adorna due occhi in permanente stupore mi accolgono con calma e un moto di apparente tristezza. Tutto intorno, nella stanza che è poi lo studio dove l'attrice lavora, libri e foto di famiglia dove un passato musicale sembra affiorare con evidenza: "Vede, quello grande è il ritratto della nonna. Una donna straordinaria. Pianista eccelsa, dicono. Morì di febbre gialla a Rio dopo aver dato alla luce mia madre che dunque per caso, e per sventura, nacque in Brasile. E il governo di quel paese, per quei fatti drammatici, le assegnò una pensione a vita".

E restò lì?
"No, tornò in Italia e fu affidata a una famiglia per bene che le fece a sua volta studiare pianoforte".

Che anni erano?
"Nonna Gemma era del 1867. Era nata a Pisa e cominciò a fare concerti a sette anni. C'era già allora la moda dei bambini prodigio. Morì a 26 anni. Fatti due conti direi che la mamma cominciò a studiare pianoforte e composizione ai primi del Novecento. Fu allieva di Casella e Respighi e tra i compagni di corso a Milano ebbe Victor de Sabata".

Che ricordo ne ha?
"Di una donna libera e generosa. Non avendo avuto una vera madre ha sempre sognato di esserlo pienamente. Nonostante la carriera di concertista ebbe 4 figli".

E il nome Vukotic?
"Da mio padre, le cui origini erano slave, precisamente montenegrine. Strana figura di letterato e diplomatico. Studiò un po' di musica, venne a Roma e all'inizio entrò nella cerchia dei futuristi. Parlava a volte della sua esperienza con il teatro di Bragaglia. Alla fine, la carriera di diplomatico prese il sopravvento. Ho passato la mia infanzia viaggiando: Londra, Vienna, poi in Olanda e a Istanbul e soprattutto a Parigi che fu la mia città formativa. Coincise con la separazione dei miei genitori".

E lei?
"Ero giovane, un po' turbata e silenziosa. Mio padre se ne andò, fu un addio senza veri traumi. Mia madre aveva il suo lavoro, necessario per provvedere a tutto. Fui sistemata in un pensionato e mi dedicai alla danza. Anni importanti che arricchirono la formazione artistica. Nel saggio finale al Conservatorio ebbi il primo premio e questo mi consentì di entrare all'Opera di Parigi".

Sorprende un po' questo esordio nella danza.
"Perché? Dopotutto per alcuni anni è stata la mia compagna, la mia abitudine. Per sei mesi lavorai con Roland Petit e poi, avendo bisogno di guadagnare, entrai nella compagnia del maestro de Cuevas. Fu un'esperienza meravigliosa che durò tre anni. La compagnia, sotto l'egida di quest'uomo straordinario, per importanza era succeduta ai balletti russi di Diaghilev. E molte stelle come Hightower, Skibine e un giovane Nureyev vi presero parte. Ma quando arrivò Nureyev io non c'ero già più".

Perché decise di abbandonare un mondo così promettente?
"In Italia la danza era considerata un'arte per pochi eletti, un piccolo mondo chiuso. E anche vagamente pretenzioso. D'altro canto, a Parigi avevo studiato anche teatro ".

E il cinema?
"Arrivò in modo curioso, dopo che vidi La strada di Federico Fellini. Fu un colpo di fulmine. Un incantamento. Io che non sono mai stata sicura di niente fui sicura di volerlo incontrare. Giunsi al suo cospetto con una lettera di presentazione che dimenticai di dargli. Restai a lungo muta. Ma era un silenzio senza imbarazzi. Mostrò interesse alla mia storia. Promise un suo interessamento. Furono le basi per una collaborazione e un'amicizia che sarebbe durata nel tempo. Fino alla fine".

Negli ultimi anni, si dice, fosse un uomo amareggiato.
"Sentiva che le porte del cinema, che per lui erano sempre state spalancate, non si aprivano più. Una sera venne da me a cena. C'era anche Paolo Villaggio. Scoprii, improvvisamente, un uomo malinconico. Paolo era scintillante, provocatorio, surreale. Federico si ritraeva come a giustificare un'assenza. Quando ci fu il commiato, guardandomi si scusò di non essere quel maestro di ironia alla quale ci aveva abituati. Disse: "Scendere a patti con la vita è meno piacevole di quello che può sembrare". Sono sicura che non si sarebbe ammalato se avesse continuato a lavorare".

Lo ha visto negli ultimi giorni?
"Passò le ultime settimane al Policlinico. Andavo tutti i pomeriggi. Ricordo l'assembramento dei fotografi e dei giornalisti. Federico era in coma. Poi arrivò la notizia della sua morte. È strano. Ma, quella domenica, non c'era nessuno ad accoglierla. Solo io, il suo parrucchiere e un suo aiuto. Ci guardammo e l'aiuto disse: "Forse dovremmo farlo sapere al Vaticano che Fellini è morto. E che suonino le campane di Roma". Telefonammo. Ci risposero che solo i papi e i sovrani avevano diritto alle campane della città".

Non ha lavorato molto con Fellini.
"Non tantissimo. È prevalsa l'amicizia. Del resto, non ho mai chiesto nulla. Una volta che eravamo assieme mi disse: sai tra i miei sensi di colpa, e sono tanti, c'è anche quello di non averti dato dei ruoli importanti".

Come reagì?
"Mi sembrò di arrossire. Non me lo aspettavo. Gli risposi: tu sei il cinema. Tu decidi. Ed è vero. Ricordo che quando Buñuel mi chiamò per un ruolo nel Fascino discreto della borghesia , Fellini fu il primo a cui lo dissi. Ne fu felice. Stimava tantissimo Buñuel: "È il solo che sia riuscito a trasformare i sogni in realtà", commentò e aggiunse: "Ma quanti anni ha?". A Parigi, dove giravamo, riferii a Buñuel l'apprezzamento. "Ah, grande Fellini. Che età ha?", chiese divertito".

Com'era Buñuel sul set?
"Poteva farti fare qualunque cosa. Ma senza imporla. Solo con il fascino e la delicatezza dei suoi modi. Interpretavo una cameriera che doveva dire di essere stata lasciata dal suo fidanzato. Lui cambiò il copione e aggiunse: perché troppo vecchia. Venne da me e mi disse: non le dispiace sembrare una donna di 70 anni?"

E davvero non le dispiacque?
"No, siamo strumenti, in un certo senso involontari. Con Buñuel ho fatto tre film, tra cui l'ultimo: L'oscuro oggetto del desiderio . Ero stato a trovarlo a Parigi e mi disse che non aveva ruoli per me. Poi incontrai a Roma Fernando Rey che mi avvertì che stava cambiando la sceneggiatura: scrivigli e vedrai che qualcosa uscirà. Ero scettica. Ma gli scrissi. Mi rispose, era il 1976, con una letterina dall'Hotel Aiglon, dove soggiornava e mi ribadì, insieme agli elogi, che non aveva parti per me".

E lui?
"Mi guardò con l'infinita pena che hanno certi vecchi e disse: "Dovevo essere completamente ubriaco". Poi si fece portare una penna. Prese il libro. Lo aprì. E scrisse: " Nous sommes toutes des hommes, soi disant, libres. Croyez moi, Milena" . Ecco cosa intendo: il suo cinema, tra le diverse cose raccontava anche la sua disillusione".

E poi come arrivò a fare il suo ultimo film?
"Una mattina mi arrivò un telegramma nel quale si diceva che c'era un ruolo anche per me".

Come è stato passare da Buñuel al ruolo della "signora Pina" la moglie di Fantozzi?
"Quel ruolo non fu creato per me. Sono subentrata. Avevo conosciuto Villaggio in televisione: una personalità prorompente. La sua intelligenza per me è stata un arricchimento continuo. Ha creato la maschera di Fantozzi attorno alla quale ha fatto ruotare una galassia di facce straordinarie. Tra cui la mia. Che ho interpretato con la consapevolezza di stare recitando un cartone animato".

Una figura totalmente disincarnata?
"Senza contatti con la realtà".

Eppure condannata in un certo senso a essere riconosciuta come la "signora Pina".
"Effettivamente, Paolo mi ha messo in uno schema. Ma ho cercato di alleggerirlo e di forzarlo con altre parti, altri ruoli".

Lei dà l'idea di una donna molto schiva.
"Sì, ma sono migliorata. La timidezza è oggi meno evidente ".

La timidezza è stata una forma di sofferenza?
"Ci si sente meno normali. Incapaci di partecipare alla vita come vorremmo".

E sulla scena?
"Ci si disfa delle paure, dei pudori, delle resistenze. C'è una parte di noi che ha bisogno di esprimersi. E ringrazio coloro con cui ho lavorato: Strehler, Zeffirelli, Enriquez, Missiroli e il mio amico fraterno Paolo Poli. Sto parlando di teatro".

E il cinema?
"Mi dà più felicità, ma anche meno coinvolgimento. Ho lavorato con quasi tutti i registi e con i più grandi attori. E pensare che al mio esordio Renato Castellani, al quale ero stata presentata mi disse: per fare cinema dovresti essere o bella come Gina Lollobrigida oppure profonda come Anna Magnani. E tu non sei né l'una né l'altra. Lascia perdere ".

È sempre stata così martoriata?
"Abbastanza da potermene alla fine fregare. Non ho quasi mai scelto io le cose da fare. Sono le cose che hanno scelto per me, quello che mi è stato proposto ho valutato come affrontarlo".

Si sente in credito con la vita?
"È buffo. Ma non ho rimostranze. In fondo mi ritrovo più a mio agio nel surreale che nel reale".

Perché?
"Mi fa volare, mi fa andare oltre. È come il passo di danza che si sforza per vincere la gravità del peso".

La realtà diventa così più leggera?
"La si guarda con altri occhi e si finisce con l'accettarla con altri occhi".

Crede in dio?
"Dio non ha avuto un posto privilegiato. Niente nella mia famiglia è stato all'insegna della normalità. Il legame più forte fu con mia madre. Totale. Fino alla sua morte. Solo dopo sono riuscita a sposarmi. E quanto alla fede penso che da qualche parte c'è un'energia da cui si può attingere. Ma senza che tutto questo venga regolarizzato. In nessun modo. Dio è come leggere un libro pieno di sorprese".

Cosa sta leggendo?
"Un libro sul silenzio".

Le piace il silenzio?
"Non posso dire che mi piace. Amo la compagnia. A volte sono attratta dalla possibilità che attraverso il silenzio si possano sentire altre voci, altri suoni. Una musica parallela o alternativa".

È una donna alternativa.
"In che senso?"

Una protagonista senza protagonismo.
"Sono contenta per tutto quello che ho realizzato. Anche se qualche rimpianto può esserci".

Per il fatto che il cinema non le ha dato la centralità che meritava?
"Penso sempre che non sia mai troppo tardi. Sono qui in attesa. Intanto vado avanti".

Non pensa di essere fuggita dalla sua bravura, a cominciare dalla danza?
"Evidentemente non ero così brava. Ma non sono mai fuggita da niente, soprattutto da me stessa. E non è questione di responsabilità, ma di modo di essere e di stare al mondo".

Che impressione le faceva, non come regista ma come uomo?
"Credo che la grande esperienza surrealista degli anni Venti e Trenta lo avesse segnato definitivamente. C'era in lui la malinconia dell'anarchico".

Cosa intende dire?
"Glielo posso tradurre con un episodio. Quando terminò l'impegno nel primo film, acquistai la monografia di Freddy Buache su di lui. Nel congedarmi volevo chiedergli di firmarmela. Ma non ebbi il coraggio. Poi, durante la notte sognai che Buñuel apponeva sul libro la seguente dedica: "Siamo tutti uomini liberi". Il giorno dopo, sull'onda di quel sogno, tornai sul set. Durante una pausa mi avvicinai raccontandogli della dedica che avevo sognato".

mercoledì 24 settembre 2014

Floris sostituisce la Gruber


martedì 23 settembre 2014
LASETTETE
Alzi un dito chi crede che l'indisposizione della Gruber non sia dovuta ad una sacrosanta arrabbiatura.
In effetti non si capiva la necessità di un talkshow analogo a "otto e mezzo" collocato a monte dello stesso e denominato con grande fantasia "diciannoveequaranta" anche se condotto dall'ormai famoso Giova.
Che la sostituzione della brava Lilli sia dovuta realmente alla sua indisposizione, o dal flop del nuovo programma di Floris o prevista in anticipo non è dato di sapere. 
UBER





MAZZO DI FLORIS
22 settembre 2014
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2014/09/22/tv-lilli-gruber-assente-floris-da-stasera-conduce-otto-e-mezzo_7d81e28c-b2e8-4743-a59c-c86191dfd231.html
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PORTOS / Franco Portinari




Giovanni Floris prende il posto di Lilli Gruber a Otto e mezzo e si ferma, almeno momentaneamente, l’avventura, partita non bene, di diciannovEquaranta.
«Per il protrarsi dell’assenza di Lilli Gruber - ha comunicato La7 -, da questa sera la conduzione di Otto e Mezzo sarà temporaneamente affidata a Giovanni Floris. La programmazione di diciannovEquaranta viene momentaneamente sospesa per consentire a Floris di condurre Otto e Mezzo. La decisione è stata presa dall’editore Urbano Cairo con il pieno accordo di Lilli Gruber, che tornerà quanto prima alla guida del suo programma». «Spero che ora finiscano le dietrologie dei giornali particolarmente sgradevoli quando si parla di un problema di salute», ha commentato Enrico Mentana nel TgLa7 della sera, riferendosi alle ricostruzioni giornalistiche che parlavano di dissapori tra Floris e Gruber e di contatti di quest’ultima con Rai3. (fonte)