mercoledì 13 agosto 2014

Omaggio a Robin Williams


 Too Soon
Vale Robin Williams
David Rowe


A toque de caixa
Fernandes


Robin Williams
By David Fitzsimmons, The Arizona Star - 8/11/2014


Erdogan Karayel


Mi manca di già
Marianna Balducci



Robin Williams Memorial
By Daryl Cagle, CagleCartoons.com - 8/11/2014


ROBIN WILLIAMS
By Randy Bish, Pittsburgh Tribune-Review - 8/11/2014




Vale Robin Williams
By Peter Broelman, Australia - 8/11/2014


RIP Robin Williams
By Manny Francisco, Manila, The Phillippines - 8/12/2014



Ciao, Robin
Paride Puglia


Mork
Tiziano Riverso




Gianni Fioretti




Robin Williams RIP
By Nate Beeler, The Columbus Dispatch - 8/12/2014



Robin Williams
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 8/12/2014




Robin Williams, the most astonishingly funny, brilliant, profound and silly miracle of mind and spirit, has left the planet.
He was a giant heart, a fireball friend, a wondrous gift from the gods. Now the selfish bastards have taken him back. Fuck 'em!
Terry Gilliam



Robin Williams (1951-2014)
È stato il professore che tutti avrebbero voluto avere, l’eroe senza tempo delle favole, lo psicologo al servizio del “genio ribelle”. Il padre che fa di tutto, anche travestirsi, per riconquistare i piccoli figlioletti. Sempre emozionante, sempre diverso, mai un ruolo poco definito. Robin Williams ha donato faccia e corpo a una serie di personaggi che resteranno nella storia del cinema degli ultimi trent’anni. Rigore, creatività, talento puro. Un volto “normale” capace di generare passioni e sogni. Oltre sessanta film, per una carriera che lo ha portato nell’olimpo di Hollywood. (Fonte: la Repubblica)


(continua)

martedì 12 agosto 2014

Humour ed APP nei nuovi Diario Agenda Monocromo PIGNA




Una risata ad ogni pagina...Battute, fumetti e contenuti divertenti
che faranno sorridere anche nella più dura delle giornate scolastiche.Risate
Una risata ad ogni pagina...Battute, fumetti e contenuti divertenti
che faranno sorridere anche nella più dura delle giornate scolastiche.Risate
Una risata ad ogni pagina...Battute, fumetti e contenuti divertenti
che faranno sorridere anche nella più dura delle giornate scolastiche






UN'AGENDA PER BALLARE!!!
Per chi è  “IN”  e chi è “OUT”
Festeggia il compleanno degli artisti !!!


e ricordati

Dal 1 Settembre

Scarica
la nuova
app Pigna...

E scopri tutti i contenuti extra
per "sopravvivere" alla scuola

 Pigna, una realtà in continua evoluzione, ha lanciato due grandi novità che hanno viso coinvolto, da assoluto protagonista, uno dei pilastri portanti aziendali: MONOCROMO. Il primo, l’unico, l’originale, precursore della tendenza del monocolore, cambia pelle. Una nuova veste, decisa, brillante, abbagliante. E’ MONOCROMO METAL, che nasce dalla continua ricerca di tecniche di stampa all’avanguardia, spinto dalla costante voglia di stupire e distinguersi.
Ma non si esaurisce qui, MONOCROMO non solo si rinnova, ma espande i suoi orizzonti, andando oltre a tutto quello sino a oggi realizzato e pensato. Diventa infatti un DIARIO/AGENDA con una serie di contenuti divertenti, sketch esilaranti, immagini irriverenti e soprattutto interattivo.
Le ricerche in campo tecnologico portano l’Agenda Monocromo a un livello mai raggiunto prima e Pigna conferma, ancora una volta, di essere in prima linea nel captare le tendenze destinate a spopolare non solo tra i banchi di scuola.
Il diario/agenda Monocromo darà la possibilità al consumatore di interagire con un mondo creato appositamente intorno al prodotto stesso, un coinvolgimento a 360° dove il consumatore sarà fautore e al contempo attore protagonista di una nuova realtà.



Scarica l’APP PIGNA/AR gratuita
sul sito:
attraverso le istruzioni
www.pigna.it/AR.html
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www.pigna.it/



Autori:
Marco Fusi
Giorgio Giunta
Alfio Leotta
Elena Terrin
Fred - Federico Dalla Rosa
Emanuele Begliomini: Rettore dell’accademia della Bugia di Le Piastre di Pistoia.
Lo staff di Fuori di testa www.fuoriditesta.it
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RADIO DEEJAY (5.056.000 ASCOLTATORI AL GIORNO)
RADIO M2O  (1.692.000 ASCOLTATORI AL GIORNO)

lunedì 11 agosto 2014

Turchia - le risate delle donne.

 Bülent Arinç, vicepremier e portavoce del governo turco, ha infatti qualche giorno fa affermato pubblicamente che “una donna sa cosa è morale e cosa è immorale. Per questo non riderà in pubblico, non assumerà atteggiamenti ammalianti e proteggerà la sua castità”. Il tono perentorio, la pretesa di estendere un costume religioso rigoroso all’intera opinione pubblica e l’infelice formulazione sintattica della frase hanno attirato addosso al politico le proteste delle donne liberal della Turchia e – di conseguenza – la solidarietà delle illustri colleghe degli altri paesi del Mediterraneo.

 Per fortuna non è seguito un vero divieto, ma l'affermazione ha scatenato il web con migliaia di foto di sorrisi ed anche qualche vignetta.





 di Klaus Stuttmann


Turkish women defy deputy PM with laughter.
Tomas
The Turkish deputy prime minister Bülent Arinc said women should not laugh in public. Therefore, for consistency, he should not be so ridiculous. 31 Jul 2014

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https://twitter.com/hashtag/direnkahkaha

sabato 9 agosto 2014

La Costa Concordia finalmente a Genova per la demolizione



domenica 27 luglio 2014
LA CONCORDIA
Oggi finalmente la Costa Concordia a Genova.
A Roma la concordia costa.
Uber

Si è concluso l’ultimo viaggio in mare della Costa Concordia. La nave ha trascorso la notte di fronte a Genova. E questa mattina, dopo che gli otto rimorchiatori dello scalo ligure lo hanno preso in consegna, il relitto è entrato nel porto di Prà-Voltri, dove verrà smantellato. L’ormeggio per la messa in sicurezza alla banchina della diga Foranea è iniziato intorno alle 14 e 30 e terminato alle 14 e 43. La Costa Crociere ha firmato il passaggio di proprietà della nave, che è stata presa in consegna da Saipem/San Giorgio del Porto che si occuperà della demolizione.
[...]



Bandanax


Rigalleggiamento
Matteo Bertelli


Problemi tecnici
Natangelo


PORTOS / Franco Portinari



SERGIO STAINO


Vauro



Tiziano Riverso


Claudio Cadei


Franzaroli

 La nave, l'orchestra
Santa Concordia e sorella metafora.
Mauro Biani

foto

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 16 luglio 2014, ore 17
Nel ventre della Concordia

Di Ferdinando Camon
"Maronna, ch'aggio combinato!" esclamò il comandante, quando la sua immensa nave urtò contro la lama aguzza dello scoglio che le tranciò il ventre. Cos'ha combinato lo vediamo oggi, perché i sub vanno dentro lo scafo, lo visitano di cabina in cabina, e sul tavolo del tribunale che deve giudicare la catastrofe si accumulano le foto delle ricognizioni. Le stiamo guardando. E in noi ritorna la meraviglia per questo vero gioiello tra le flotte turistiche del mondo, la vergogna per l’imperizia e la viltà di chi la guidava, e il dolore per le vite umane assurdamente perdute. Erano turisti in crociera, la crociera è il viaggio rilassante per eccellenza, vai in crociera per premio, per consolazione, per piacere, per festeggiare, la crociera è una vacanza super, un di più di vita, in crociera rimetti la tua felicità, la tue cose e la tua vita nelle mani del comandante, che sulla nave ha il potere supremo, celebrato da tanta letteratura e tanto cinema. E invece qui ecco il risultato, cabine sfondate, letti infradiciati e marciti, televisori spezzati, soffitti crollati, e per fortuna non vediamo il peggio del peggio, cioè i morti. Ma qualunque cosa vediamo, il pensiero corre sempre a loro.
Queste che vediamo erano cabine lussuose, le grandi navi mettono il lusso a portata della piccola e media borghesia vacanziera, per la quale una crociera è un ricordo che impreziosisce la vita. Ora le cabine appaiono devastate, come se un branco di animali vi avesse scorazzato in lungo e in largo, animali dotati di corna e di zoccoli. È tutto rotto. Una cabina ha il televisore che pare bersagliato da sassate. I letti sono divelti e con i materassi disposti in verticale, contro una parete. Le poltrone sono una con i piedi per terra, una con i piedi per aria. Il soffitto appare sbrecciato, qui l'acqua è entrata da tutte le parti, dal pavimento e dal tetto. Il legno dei mobili s'è infradiciato e gonfiato, i materassi sono rimasti a lungo poggiati sulla rete, si sono gonfiati d'acqua, e ora portano impressa la scanalatura a rombi delle reti. La speranza è che chi alloggiava in questa cabina non fosse qui quando il mare ha fatto irruzione, perché questa, così conciata, pare una trappola per topi, sei incastrato e contro di te viene la morte, non puoi scappare. Purtroppo per alcuni è andata proprio così.
Un tavolo ribaltabile sporge dal muro, dietro il letto, serviva per lavorare al computer o al tablet, prima di dormire. Al momento di dormire, il tavolo si richiude. Così si guadagna spazio. Qui non è stato richiuso. Vuol dire che il passeggero stava lavorando quando è scappato. C'è ancora un abat-jour, sulla destra. Gli specchi sul muro sono incorniciati da finte colonne, in altorilievo. Una chiccheria. Si vede che è una nave di lusso, e di lusso italiano.
Si entra in un’altra cabina e si ha subito l'idea di marcio, è tutto imbevuto, fangoso, ammuffito. Lenzuola e copriletto. A lato del letto stanno due valigie, ancora chiuse. Se dentro c'è qualcosa, anche quello sarà marcio e ammuffito.
Ci sono cabine più devastate delle altre, e non si capisce perché. Una sembra smontata, come se dai mobili fossero state cavate le assi, e accatastate una sull'altra.
In un’altra cabina han divelto tutto, dei letti non rimangono che le reti. Strano, ma in questa nave tutti i letti hanno le reti, non le doghe. Un quadro è appeso alla parete di fondo, dietro il letto, in modo che gli ospiti protessero guardarlo mentre si stendevano a dormire.
Ci sono cabine in cui l'acqua ha fatto irruzione come una cascata, dall'alto, il tetto è squarciato a forma d’imbuto: l'acqua cola proprio sul centro del letto matrimoniale, come se avesse scelto i due dormienti come bersaglio.
Di solito le valigie si buttano sui materassi, ma qui vi sono cabine dove i materassi sono buttati sopra le valigie, e stanno orizzontali o verticali. La catastrofe ha assunto le forme del caos.
Un materasso s'è imbevuto troppo ed è scoppiato, dalle crepe esce l'imbottitura. Pare marcia.
C'è una cabina dove un armadio ha i cassetti aperti, il passeggero stava tirando fuori qualcosa quando è scappato, che cosa? Una camicia? Pare un piccolo angolo di Pompei, con la vita interrotta e fissata per sempre.
La cabina del comandante è lussuosa, pulita, col lungo tavolo di traverso, in modo che chi entra si trovi il comandante in faccia. Ispira autorità. Cioè sicurezza. Alle spalle del comandante c'è un quadro fotografico con un'ampia nave ripresa di sghembo, mentre sfila in qua deviando leggermente alla nostra sinistra. È una nave immensa, non finisce mai, riempie tutto il quadro, dall’estrema sinistra all’estrema destra. Se un comandante militare lo si misura dalla grandezza del reparto che comanda, un comandante navale lo si misura dalla grandezza della sua nave. Qui il comandante espone la sua nave alla meraviglia dell’ospite che entra, per dirgli: “Io e la mia nave siamo tutt’uno, se muore lei, muoio con lei”. È stato il primo a salvarsi. Maronna, comandante, ch’hai combinato!  (fercamon@alice.it)

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Costa Concordia: "L'operazione di rotazione si è conclusa!"


I GRANDI NAUFRAGI DELLA STORIA



◘ 13 - 23 gennaio 2012 



Il comandante Schettino


Naufragio

Gian Antonio Stella ed i poveri stipendi dei funzionari della Camera




Luc Garçon

 L’amarezza dei funzionari della Camera pagati 9 mila euro più della Merkel.
 8/08/2014
Una Porsche! Com’è venuto in mente a una delegata dei dipendenti di Montecitorio, per spiegare i mugugni contro i tagli, di paragonare la «macchina» burocratica della Camera a un’auto di lusso che «come tutte le cose pregiate» è giustamente costosissima? Quel tetto di 240 mila euro di stipendio massimo che dovrebbe essere imposto è di 9 mila superiore alla busta paga di Angela Merkel: la cancelliera tedesca ha forse una «professionalità» più bassa dei nostri funzionari?Di più: quel tetto, dopo anni di crisi, consumi in calo, disoccupazione crescente, equivale al Pil pro capite di 9 friulani, 14 sardi, 16 pugliesi o 17 calabresi… Chi lo spiegherà, ai cittadini, che si tratta di «diritti acquisiti» e intoccabili?La signora Anna Danzi, che si riconosce in una delle undici (undici!) sigle sindacali di Montecitorio, non poteva scegliere giorno peggiore per schiaffeggiare gli italiani. Proprio nelle ore in cui l’Istat comunicava che siamo ancora in recessione e che l’uscita dalla crisi si allontana di nuovo, ha spiegato a Tommaso Ciriaco di Repubblica : «Il nostro lavoro richiede una elevata professionalità. Come tutte le cose pregiate, come una Porsche, ha un costo. Nessuno si stupisce se costa di più un diamante di una pietra di scarso pregio». Ma come: abbiamo una squadra di fuoriclasse nel cuore dello Stato eppure siamo l’unico paese dell’Europa e dell’Ocse ad avere avuto negli ultimi anni un crollo del reddito pro capite? Le cose vanno male solo per colpa dei governi, dei premier, dei ministri, dei deputati e senatori che non approfittano della fortuna di avere in tasca quei purissimi «diamanti»? Al di là delle ironie, che la progressiva decadenza di una classe politica sempre più mediocre abbia spalancato spazi enormi agli apparati di supporto è indiscutibile. Che questi apparati siano spesso chiamati a rimediare alle carenze di questo o quell’altro eletto del popolo è altrettanto vero. E gli italiani devono essere grati a tanti funzionari e dirigenti perbene e preparatissimi che in questi anni hanno accudito uomini di governo talora incapaci, arginandone gli errori. Chapeau . E grazie.Detto questo, va ricordato anche che in troppi si sono impossessati di un potere immenso dando ragione a Max Weber: «Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni». Al punto che mesi fa Pietro Ichino si levò in Senato sventolando una legge in votazione: «Questo è un testo letteralmente illeggibile. Non è solo incomprensibile per i milioni e milioni di cittadini chiamati ad applicarlo, ma illeggibile anche per gli addetti ai lavori, per gli esperti di diritto del lavoro e di diritto amministrativo. È illeggibile per noi stessi legislatori che lo stiamo discutendo (…) Credo che in Aula, in questo momento, non ci sia una sola persona in grado di dirci cosa voglia dire». Risultato: il burocrate estensore di quella legge è l’unico in grado di interpretarla. Di quella legge è dunque il padrone. Non va così, in una democrazia sana.Ha spiegato mesi fa il commissario alla spending review Carlo Cottarelli che i dirigenti pubblici di prima fascia sono pagati mediamente il 4,27% più del reddito pro capite dei propri concittadini in Germania, il 5,21% in Francia, il 5,59% in Gran Bretagna, il 10,17% in Italia. I cittadini sono o no autorizzati a chiedere perché mai i nostri dovrebbero essere pagati più del doppio dei tedeschi nonostante il loro Stato, il loro sistema sociale, la loro economia vadano molto meglio? È accettabile che, come spiegano i dati messi online dalla Camera per una scelta di trasparenza, un consigliere parlamentare possa arrivare a prendere 421.219 euro lordi e cioè quasi duecentomila più di Ban Ki-moon, che come segretario dell’Onu di euro ne guadagna 222 mila?Di più, mentre altri sindacalisti di Montecitorio come Claudio Capone della Cgil sostenevano il rifiuto del tetto perché «dà l’idea che un datore di lavoro può decidere che un dipendente guadagni troppo e togliergli parte dello stipendio», la signora Danzi ha aggiunto che per carità, nessun tabù nelle trattative, «ma da dieci anni sigliamo accordi a perdere. Siamo stanchi di vedere peggiorare il nostro status giuridico ed economico senza una riforma organica».Sicura? Stando ai bilanci della Camera è vero che, dopo tante polemiche sui costi, il monte-stipendi e le retribuzioni medie hanno preso a calare. Soprattutto grazie agli esodi di chi si è affrettato ad andare in pensione appena possibile, s’intende, col risultato che i trattamenti di quiescenza pesano sempre di più. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Laura Boldrini quel che è di Laura Boldrini, dei grillini e degli altri deputati che hanno appoggiato i primi tagli: nel 2012 un dipendente della Camera costava in media 152.531 euro, l’anno dopo 150.403 e oggi, con i dipendenti ridotti a 1.417, «solo» 149.047 euro. Bene.Da qui a dire che da anni i «mon-tecitorini», scusate il neologismo, prendono di meno, però, ce ne corre. Il costo medio di un dipendente nel 2006, prima della crisi, era di 112.071 euro. Da allora, se le retribuzioni fossero state semplicemente aggiornate con l’inflazione (cosa che gli altri dipendenti, comunque, se la sognano dopo l’abolizione della scala mobile), il costo unitario sarebbe salito nel 2013 secondo i parametri Istat a 128.881. Invece, come dicevamo, è stato di 21.522 euro superiore: più 34% (nominale) in otto anni. Un incremento stratosferico, offensivo in anni di vacche magrissime.Nel frattempo, secondo l’Ocse, il reddito medio italiano perdeva dal 2007 al 2012 (e poi è calato ancora…) il 12,9% subendo «una diminuzione di circa 2.400 euro rispetto al 2007, arrivando a un livello di 16.200». Tutti italiani che la Porsche o i diamanti non possono permetterseli di sicuro…
Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 8 agosto 2014

Ritratto di Umberto Veronesi

Il 22 giugno  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
ad Umberto Veronesi 



Umberto Veronesi: "Non c'è nulla di buono nel dolore, bisogna combatterlo senza tregua"

Il chirurgo italiano, ex ministro e senatore della repubblica italiana, è specializzato nella cura dei tumori al seno e ideatore della tecnica della quadrantectomia
di ANTONIO GNOLI

VADO a trovare Umberto Veronesi ben consapevole di trovarmi di fronte a un uomo che ha speso molto delle sue energie e della sua intelligenza per una guerra di lunga durata contro il cancro. Quella parola, "cancro",  -  per decenni invisa, nascosta, condannata o rimossa  -  oggi sembra fare meno paura. Mentre con un taxi mi faccio portare all'Istituto europeo di oncologia di Milano, penso a una interpretazione che Susan Sontag, morta di cancro giusto dieci anni fa, aveva dato della malattia definendola "il lato notturno della vita, una cittadinanza più onerosa". Cittadinanza? La Sontag immaginò che la malattia fosse come entrare in un altro paese, in un'altra identità: nel regno dello star male. E in fondo è questa la ragione profonda del timore che proviamo ogni qualvolta ci si trovi in un luogo sconosciuto segnato dalla sofferenza e dal dolore estremo.

Veronesi siede nel proprio studio come rinfrancato. È appena uscito da una fastidiosa caduta. Se ci sono conseguenze non si vedono: ha un'aria elegante e rilassata, come in un primo giorno di festa, quando tutto appare sotto una luce migliore. E quel luogo dove mi riceve, costruito con le intenzioni di farne uno spazio a misura umana, dà l'impressione che quella guerra si possa anche vincere: "Lei non può immaginare cosa fosse all'inizio: si combatteva in un trucido campo di battaglia, in un lazzaretto dell'infelicità umana, in un luogo considerato dai più
senza ritorno".

Intende dire che la medicina non contemplava la guarigione?

giovedì 7 agosto 2014

Iran - Forte repressione contro la stampa libera


#freesaba http://ortakhaber.com/

Free Iranian journalist Saba Azarpeik
Frihet for iransk journalist Saba Azarpeik
İranlı gazeteci Seba bırakılsın

Firuz Kutal




[ACTU] Une journaliste culturelle iranienne condamnée à 2 ans de prison : http://bit.ly/1ojp3ao - Dessin de Mana Neyestani
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[NEWS] Iranian journalist sentenced to 2 years in prison : http://bit.ly/1qIoHPd - Cartoon by @Mana Neyestani
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La notizia

Iran, escalation della repressione: Amnesty International denuncia una nuova ondata di attacchi contro i giornalisti

CS116-31/07/2014
Secondo un documento diffuso oggi da Amnesty International, il forte aumento degli arresti, delle incriminazioni e delle condanne nei confronti dei giornalisti indipendenti in Iran è il segnale di quanto siano determinate le autorità di Teheran a stroncare le speranze di maggiore libertà generate dall'elezione del presidente Hassan Rouhani.

"Il modo in cui i giornalisti vengono trattati pone a rischio tutto ciò che loro dovrebbero fare. Negli ultimi mesi, chiunque sia stato sospettato di avere posizioni critiche nei confronti delle autorità ha rischiato sempre di più di essere arrestato e processato. In questo modo si è diffuso un intenso clima di paura, nel quale ogni espressione critica porta direttamente in prigione" - ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

"La politica di 'tolleranza zero' adottata dalle autorità nei confronti di tutto ciò che non rappresenti le idee e le voci dello stato significa che anche solo riferendo notizie si può finire in carcere" - ha sottolineato Sahraoui.

Negli ultimi mesi, l'ondata repressiva che si era intensificata all'indomani delle contestate elezioni presidenziali del 2009 ha conosciuti nuovi picchi. Le autorità paiono aver allargato il perimetro della repressione con l'intento di stroncare ogni aspirazione al cambiamento venutasi a creare con le promesse di maggiore libertà seguite all'elezione, nel 2013, del presidente Hassan Rouhani.

I giornalisti iraniani e i corrispondenti della stampa estera vanno incontro a minacce, intimidazioni, arresti e condanne a causa della loro legittima attività giornalistica. Altri operatori dei media, come i filmmaker, hanno subito provvedimenti giudiziari che hanno impedito loro di proseguire a lavorare.

Molte delle persone arrestate sono state accusate di reati previsti dal codice penale islamico e descritti in modo del tutto vago, come "diffusione di bugie", "diffusione di propaganda contro il sistema" o "procurare disagio nella mente dei cittadini".

Il risultato è la criminalizzazione di tutta una serie di attività pacifiche. Le autorità stanno inoltre ricorrendo a estenuanti durate dei processi, al rientro in carcere per terminare parti di pena non scontate e al rifiuto di permessi per motivi di salute per minacciare i giornalisti che osano criticarle.

"Queste disposizioni di legge eccessivamente ampie vengono usate come uno strumento per impedire ai giornalisti di fornire al mondo informazioni indipendenti sulla situazione sociale e politica in Iran" - ha commentato Sahraoui.

"Il sistema giudiziario gioca con la legge e usa la durata dei processi e la minaccia di tornare in carcere per scontare pene residue per spingere i giornalisti all'autocensura" - ha proseguito Sahraoui.

Jason Rezaian, corrispondente dall'Iran del Washington Post di doppia cittadinanza irano-statunitense, è stato arrestato il 22 luglio 2014 a Teheran insieme alla moglie, Yeganeh Salehi, giornalista del quotidiano emiratino The National. Tre giorni dopo il responsabile del potere giudiziario, Gholamhossein Esma'ili, ha confermato gli arresti annunciando ulteriori informazioni solo alla fine delle "indagini tecniche e degli interrogatori".  Non si hanno ulteriori informazioni sulla sorte dei due giornalisti.

Saba Azarpeik, una giornalista che collabora con diverse pubblicazioni riformiste di Teheran, è stata arrestata il 28 maggio 2014 e da allora è detenuta in una località sconosciuta. Il 21 e 22 luglio è stata portata di fronte alla sezione 26 del tribunale rivoluzionario della capitale per rispondere di "diffusione di bugie" e "diffusione di propaganda contro il sistema", per cui era stata già arrestata nel gennaio 2013.

Hossein Nourani Nejad, giornalista e membro del partito politico Fronte della partecipazione, rischia di trascorrere sei anni in carcere dopo che nel giugno 2014 un tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha giudicato colpevole di "diffusione di propaganda contro il sistema" e di "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale". Era stato arrestato il 21 aprile nella capitale e fino al processo era stato tenuto in isolamento nel carcere di Evin. Due mesi prima, era tornato dall'Australia, dove stava seguendo un corso post-laurea, per vedere per la prima volta suo figlio, appena nato. Era stato già arrestato nel 2009.

Il 27 luglio 2014 un altro giornalista, Serajeddin Mirdamadi, è stato condannato a sei anni di carcere per "diffusione di propaganda contro il sistema" e "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale".

Negli ultimi mesi vari operatori dell'informazione sono stati richiamati in carcere per scontare residui di pene inflitte per reati previsti dalle generiche norme sulla sicurezza nazionale. Tra questi figurano Mahnaz Mohammadi, autrice di documentari e attivista per i diritti delle donne; Reyhaneh Tabatabaei, giornalista ed ex opinionista dei quotidiani Shargh e Bahar; Marzieh Rasouli, direttrice di alcune testate riformiste; e Sajadeh Arabsorkhi, giornalista.

"Il giornalismo indipendente non è un reato. Le autorità iraniane devono rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone arrestate e imprigionate negli ultimi mesi solo per aver esercitato in modo pacifico il loro legittimo diritto alla libertà d'espressione, di associazione e di riunione" - ha concluso Sahraoui.
fonte

Altri disegni



Stoning in Iran
Alfredo Sábat
Iran has a grim history of death by stoning. A cartoon for the publication Human Total: A Violence Prevention Learning Resource, a learning resource on the prevention of violence, published by ICAP. 21 May 2013

 
Breaking Free
Mohammad Saba'aneh
Journalists will always try to break free from any sort of control, and tell the stories that they want to tell. 15 Nov 2013


Reporting Is Resistance
Mike Flugennock
From police assaults on citizens photographing Occupy protests to Al Jazeera reporters' imprisonment by the Egyptian regime, journalists worldwide have endured escalating attacks by authoritarian regimes. It's gotten to the point where simply reporting the news is an act of resistance. 24 Jul 2014

lunedì 4 agosto 2014

Vero amore



Darko Drljevic (Montenegro)
http://www.trasimenobluescartoonfest.com/vote.htm

Vero amore
E mi manchi, mi mancherai.
mi mancherai quando passerò
sotto le tue finestre,
quando entrerò in casa nel silenzio.
Mi mancherà l'odore dei tuoi capelli
che invade ancora le stanze,
e sentirò in ogni angolo l'eco della tua voce.
Mi mancheranno le dita che volteggiano
come rondini in cerca della primavera.
mi mancherà la gioia del racconto,
delle nostre favole, le nostre pagine.
Ma sai, la verità è che non sei andata via,
non ti allontanerai mai.
Perché è vero amore il mio per te,
è vero amore, madre mia.
Jimmy



Pietro Nobile Indefinito infinito


 Madre
La vecchia donna
aveva gli occhi
colore del passato,
ma la sua anima
parlava del domani,
le labbra mormoravano
ancora l'amore.

L'uomo aveva vissuto di lei,
ne aveva atteso le parole,
accarezzato i pensieri.
Ora sapeva che avrebbe
navigato mari lontani
da quella riva .

Jimmy




Pietro Nobile - DEY


Round mid night
Fine di un giorno pigro,
ed ora ti aspetto.
Vieni prima della notte,
suona per me.
Non ho voglia di parole,
né di silenzi.
Ascolterò ciò che diranno
le tue note.
Musica, regalami musica,
e avrò cuore placato.

Jimmy




Pietro Nobile - Briefly Dreaming of a NightFly

JJerzy Stepniak (Poland)
http://www.trasimenobluescartoonfest.com/vote.htm




Pietro Nobile (Milano, 28 gennaio 1960) è un chitarrista italiano.
Chitarrista acustico, compositore, arrangiatore, produttore, dimostratore di chitarre Guild-Ovation-Fender per M.Casale Bauer. È noto soprattutto per la sua tecnica del fingerstyle. Durante la sua carriera ha partecipato a progetti con tanti artisti italiani e stranieri , tra cui Marcel Dadi, Mogol-Mario Lavezzi, Flavio Oreglio, Vinnie Colaiuta, Simon Phillips, Tony Levin, Herbert Pagani, Gatto Panceri.(continua)
Il sito di Pietro Nobile: http://www.pietronobile.com/

PS: Jimmy  è Giacomo Ciacciarelli