Mariano Congiu ha finito di partecipare a questo mondo malato e gioca in una squadra di livello superiore. Primo a dare l'annuncio.
E' un fine settimana indubbiamente triste, legato a pensieri e ricordi che mi riportano indietro a quando, ventenne, conobbi Elena Pongiglione e Mariano Congiu al Salone dell'Umorismo di Bordighera. La notizia della loro scomparsa è arrivata a un giorno di distanza l'uno dall'altra, veramente troppo...
Loro già note firme dell'umorismo e dell'illustrazione e io appena affacciato al mondo della grafica umoristica. Era il '75 e l'amicizia che nacque subito con entrambi si è mantenuta salda attraverso gli anni. Con Mariano, con me sempre affettuoso, ci eravamo sentiti poche settimane fa per raccontarci varie cose, scherzare, ma parlare anche del suo precario stato di salute, chi avrebbe potuto pensare che quello sarebbe stato l'ultimo saluto... Grande autore, dall'animo gentile e dall'umorismo pungente, ricco di idee e dalla vasta produzione (basti pensare a quanto ha pubblicato su TV Sorrisi e Canzoni o per l'enigmistica e un'infinità di altre pubblicazioni).
Elena la ricordo con grande affetto, come ricordo i suoi racconti e i consigli che non faceva mancare a questo giovane disegnatore. Ci vedemmo spesso anche quando da Genova si trasferì per un periodo a Roma: viveva a cinquanta metri da casa mia e ogni tanto l'andavo a trovare per fare piacevoli chiacchierate con lei e il marito Claudio G. Fava (famoso critico cinematografico) su umorismo, fumetti e cinema. Illustratrice bravissima dal tratto raffinato, nota anche per i suoi gatti indimenticabili, fine umorista di notevole poliedricità, schietta e onesta nei suoi giudizi, che ringrazierò sempre per la stima che mi ha dimostrato.
Grazie anche a Buduàr con entrambi ci eravamo anche un po' ritrovati. Buon viaggio e grazie. 🌷❤️
Marco De Angelis
Mariano Congiu
Nasce ad Arbus (Cagliari) il 7 giugno 1928. Autore prolifico opera in numerosi ambiti d'attività. Pubblica disegni sui princpali periodici italiani soprattutto nelle rubriche dello sport e dello spettacolo.
Nei primi anni Sessanta illustra numerosi titoli della serie di albi per la Magnesia S. Pellegrino a fumetti in formato striscia, diffusi gratuitamente nelle farmacie fino al 1966.
Illustra libri, partecipa a esposizioni internazionali (già nel 1968 conquista il Dattero d'argento al Salone internazionale dell'umorismo di Bordighera) e sviluppa un'intensa collaborazione la RAI (Radiotelevisione italiana) e con le nascenti televisioni private.
Dopo diciotto anni di attività nell'ufficio grafico del newsmagazine Panorama, decide di ritornare alla libera professione e comincia a collaborare con TV sorrisi e canzoni, Confidenze, La grande enigmistica, Humor Graphic e tante altre.
"Coraggio e fantasia" mi scriveva durante il covid.
Sono stata così fortunata ad avere la sua stima!
Famosissima per i suoi acquerelli sui gatti, lei invece mi inviava delle bellissime streghe e mostri, che adoravo immensamente.
Che la terra ti sia lieve
Mariagrazia Quaranta / GIO
ELENA PONGIGLIONE / PONGI
Nata a Genova, ha sempre disegnato e dipinto, fin dall’infanzia.
Ha studiato al Liceo Artistico “ Nicolò Barabino “ di Genova.
Si è dedicata all’illustrazione di libri e riviste, ha collaborato con
gli editori - Mondadori, Zanichelli, Rizzoli, Paravia, Capitol, AMZ - con
riviste culturali ed industriali – Shell, Piaggio, Ansaldo Nucleare, Banca
Carige, Fiera di Genova, RAI Radiotelevisione Italiana, ed altri.
Ha partecipato a Saloni Internazionali dell’Umorismo a Berlino,
Gabrovo, Bordighera, Tolentino, e a quelli di Bologna dedicati
all’Illustrazione. Ha ricevuto molti premi nazionali ed internazionali. Sue
opere si trovano in collezioni pubbliche e private :
la sede del Consiglio d’Europa, la sede della Regione Liguria, la
quadreria della Banca Carige, la Civica Raccolta Bertarelli del Comune di
Milano, l’Università di Modena, il Museo della Stampa di Istanbul ecc.
Ha amato profondamente la libertà, la Liguria e i gatti.
Si è spenta il 3 dicembre 2023
Qui sotto alcuni dei tanti lavori di Pongi:
1977, 30° Salone Internazionale dell'Umorismo
E' un fine settimana indubbiamente triste, legato a pensieri e ricordi che mi riportano indietro a quando, ventenne, conobbi Elena Pongiglione e Mariano Congiu al Salone dell'Umorismo di Bordighera. La notizia della loro scomparsa è arrivata a un giorno di distanza l'uno dall'altra, veramente troppo...
Loro già note firme dell'umorismo e dell'illustrazione e io appena affacciato al mondo della grafica umoristica. Era il '75 e l'amicizia che nacque subito con entrambi si è mantenuta salda attraverso gli anni.
Elena la ricordo con grande affetto, come ricordo i suoi racconti e i consigli che non faceva mancare a questo giovane disegnatore. Ci vedemmo spesso anche quando da Genova si trasferì per un periodo a Roma: viveva a cinquanta metri da casa mia e ogni tanto l'andavo a trovare per fare piacevoli chiacchierate con lei e il marito Claudio G. Fava (famoso critico cinematografico) su umorismo, fumetti e cinema. Illustratrice bravissima dal tratto raffinato, nota anche per i suoi gatti indimenticabili, fine umorista di notevole poliedricità, schietta e onesta nei suoi giudizi, che ringrazierò sempre per la stima che mi ha dimostrato.
Grazie anche a Buduàr con entrambi ci eravamo anche un po' ritrovati. Buon viaggio e grazie. 🌷❤️
Marco De Angelis
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ELENA PONGIGLIONE E LA BELLEZZA DELL’ANIMA
Artista eclettica e osservatrice acuta, racconta il modo a modo suo. Intervista in occasione del Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto)
“La bellezza è l’anima che si riesce a vedere nelle persone andando oltre i volti”. Così si presenta Elena Pongiglione, andando dritta al punto nel definire la sua idea di bellezza. L’occasione di questa interessante conversazione è il Festival di Bioetica (Santa Margherita Ligure, 24 e 25 agosto), organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in collaborazione con il Comune di SML, dedicato a questo tema. “Certe streghe nelle tele di Goya, per esempio, le ho osservate a lungo domandandomi cosa voleva cogliere in quei tratti deformati. Poi ho capito: ha trovato le loro anime. Io osservo le persone e cerco di catturarne l’essenza”. Osservazione e ricerca che trova sintesi efficace nei suoi lavori, tutti di straordinario interesse. I disegni di Elena Pongiglione oltrepassano i canoni estetici e colpiscono per una originale rappresentazione della bellezza. Che si tratti di animali o persone, i soggetti che ritrae o disegna esprimono grande forza espressiva. “Le mie streghe marine delle Cinque Terre sono sicuramente brutte, ma sono belle nel tratto e nelle movenze. A differenza delle torve streghe di Triora, le ho volute bonaccione, divertenti e immerse in un mondo fantastico popolato di diavoli marini, draghi, pesci-draghi e drago-pesci”. In questa scia imaginifica si muovono anche gli affascinanti gatti danzanti, realizzati in una serie che li rappresenta nelle movenze dei balletti. Tanta prolifica fantasia è frutto di anni di lavoro. “Disegnavo per strada su carta da macellaio perché mio padre mi aveva tagliato i fondi e non mi potevo permettere altro, osservavo i passanti allenandomi ad individuare gli imbecilli e i cattivi. Dopo aver fatto tonnellate di schizzi e prove diventa istintivo riconoscerli. La capacità di osservare e cercare di capire cosa c’è dietro e dentro un essere umano viene prima della tecnica”. Insomma Elena Pongiglione non cade nella trappola dell’estetica di superficie e ricorre all’esempio significativo di “alcuni mascheroni delle fontane di Roma, che sono orrendi ma hanno una bellezza e una potenza di comunicazione indiscutibili”. Non si può che darle ragione!
Ma la bruttezza, o la non bellezza, esiste? “Esiste la bruttezza interiore, che è quella che traspare da un viso che non ha anima, come le Barbie”. E l’anima ce l’hanno anche i luoghi. “Le pietre di un ricovero di capre delle Cinque Terre sono diverse da quelle del Monferrato perché raccontano altre storie e se non si è capaci di trasmettere le differenze, anche in modo modesto per carità, hai fallito la missione”. Affermazione perentoria e maturata in anni di studio del tratto e del colore, che ama usare nei contrasti: fondi scuri su cui dalla pennellata chiara emerge lo spessore del soggetto: “ho bisogno del contrasto forte perché è quello che mi emoziona e mi rappresenta di più”.
Artista a tutto tondo, Elena Pongiglione si è espressa in vari campi: illustrazioni per ceramica, per riviste culturali e industriali e per libri dell’infanzia, pittura e stampa su tessuti, decorazioni murali. Il suo è un percorso molto particolare che, nonostante lunghe battute d’arresto per prendersi cura della famiglia, è riuscito a svilupparsi anche attraverso passaggi originali che sono andati dal disegno industriale (ha disegnato le prime Vespe e i “vari ammennicoli motociclistici”) a illustrazioni di vario genere che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti e premi. Solo dopo la morte del marito, una decina di anni fa, si è potuta dedicare interamente alla sua passione e oggi, alla soglia dei 90 anni, prova un grande piacere a raccontare il mondo come lo vede o come vorrebbe che fosse.
Cosa la preoccupa maggiormente osservando ciò che la circonda? “Mi preoccupa la superficialità, la mancanza di capacità di analisi. La gente non è abituata ad andare in profondità, a guardare oltre. È un limite che ritrovo anche nella chirurgia estetica, in cui le persone si rifugiano non avendo nulla da dire. Certo, se uno ha due nasi deve intervenire. Ma, a parte casi estremi, ci vorrebbe un po’ di buon senso e con un minimo di riferimenti culturali si eviterebbero labbra spropositate e volgari che certamente non rendono quei volti più belli”.
Un libro di battute e vignette tra il serio ed il faceto sul sesso, arricchito dagli interventi del Dottor Matteo Merigo, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo.
Prefazione
Se è vero che una risata ci seppellirà tutti, è anche
vero che nel mondo della sessualità le risate si spre-
cano. L'obiettivo quindi è di attrarre con battute
più o meno simpatiche chi legge, ma dare anche in-
formazioni importanti su un mondo che, vuoi per
stigma o per imbarazzo, spesso è trattato solo con
volgarità.
Certo, sicuramente leggerete battute a doppio
senso, sempliciotte o banali, ma anche arguzie che
toccano con la loro semplicità, anche l'intellettuale
che decide di farsi una risata o riflettere su un tema
che, ribadisco, spesso è trattato come tabù totale.
Il sesso non è solo organi, fluidi e viscere, ma so-
prattutto cervello. La nostra sostanza grigia, infatti,
ci differenzia dagli animali più semplici che vivono
la sessualità solo per riprodursi. Per noi è anche
ricreazione, momento di svago, antistress. Oppure
preoccupazione, obbligo e tensione.
Leggere il cervello sessuale ed erotico è una ques-
tione di doppi sensi. L'anima dell'uomo è mossa, in
questo contensto, da un gioco di istinti, di Es e Su-
per Io, di freni sganciati o di pesantezze immense.
Riderci sopra può aiutare a rendere tutto più
giocoso. E il sesso come gioco (inteso come di-
vertimento, protagonisti e soprattutto regole
da rispettare), può aiutare a semplificare tutto.
Semplice, non significa banale. Semplice significa
rendere tutto più scorrevole, piacevole e senza
sovrastrutture mentali che possano interferire con la
naturalezza delle cose.
Dott. Matteo Merigo,
psicologo, sessuologo e psicoterapeuta
GLI AUTORI:
Marco Fusi si dedica attivamente all’umorismo dal 1986 realizzando vignette di costume, sport
e satira politica. Collabora con vari quotidiani e periodici. Ha partecipato a numerose rassegne nazionali e internazionali, ricevendo vari premi, nel 2010 ha vinto il Bugiardino d’oro.
Lorena Silvia Sambruna è nata a Milano il 03/10/1970.
Nel 2018 crea il progetto turistico, culturale e artistico VACANZEINARTE case vacanze sui navigli di Milano dedicati ad artisti.
È autrice del libro Amiche del cactus (edizioni Golem) con Diletta Dalla Casa, prefazione della giornalista e critico televisivo Alessandra Comazzi e recensione di Pupi Avati. Il libro è stato presentato nel 2014 e nel 2015 al Salone Internazionale del libro di Torino.
È autrice del libro di poesie Un bel posto si chiama poesia (edizioni Kubera), prefazione della giornalista e critico televisivo Alessandra Comazzi, introduzione di Mirella Marabese Pinketts. Fascetta di presentazione di Catena Fiorello Galeano.
Dal 2022, è inserita tra gli “Autori in permanenza al Centro Leonardo da Vinci Art Expo Milano”.
Prima un urlo dal pubblico, “viva l’Italia”. Poi una risposta, sempre dal pubblico, come a voler dare un seguito: “viva l’Italia antifascista”. E questo secondo urlo, risuonato dal loggione a pochi secondi dall’inizio del “Don Carlo” per la Prima della Scala e subito dopo l’inno di Mameli, ha generato una reazione sbalorditiva: ha smosso la Digos, intervenuta per identificare la persona che ha risposto.
Gli agenti hanno identificato Marco Vizzardelli, appassionato di lirica, loggionista e giornalista esperto di equitazione. "L'ho buttata sul ridere, ho detto agli agenti che avrebbero dovuto legarmi e arrestarmi se avessi detto il contrario, “viva l'Italia fascista”, ma così no", ha detto lo stesso Vizzardelli.
Vizzardelli ha spiegato che "a metà del primo atto si è avvicinato un individuo e ho capito che si trattava di un agente in borghese. Mi sono un po’ spaventato e mi ha fatto un gesto di stare tranquillo. Alla fine dell'atto - ha aggiunto - mi ha mostrato il tesserino e mi ha detto che voleva identificarmi, ma gli ho risposto che non avevo fatto nulla di male e che non aveva nessun senso in un paese democratico".
Il paese è diviso come il divano. La parte sinistra è a contatto con il suolo, mentre quella destra vola staccata dalla realtà. L'orologio sul comò aspetta solo di prendere vita per dire che è tempo di cambiare. La vita è fatta a Scala, c'è chi scende e c'è chi Sala. Ma forse ora la minestra è troppo salata. Aggiungi un posto al palco che c'è un cognato in più. Chi alla Prima arriva prima alloggia [Primaiproverbi]
Giannelli
Prosegue il Ciclo Scaligero.
L’intento del Maestro era quello di focalizzarsi sul complicato puzzle dell’assegnazione dei posti nel Palco Reale, così ieri alle 17,45 si è sintonizzato su Rai 1, pronto a ritrarre la disposizione dei vari personaggi. Ma i virtuosi gorgheggi di Elisabetta di Valois ben presto gli hanno fatto ciondolare la testa e sull’aria “O Carlo, ascolta...Io morrò ma lieto in core” si è trovato in piena fase Rem.
Al brusco risveglio sugli applausi finali non ha potuto fare altro che affrettarsi ad accendere il fax e inviare quanto fatto: una vignetta onirica e meno affollata che nella realtà, con Salvini contrariato perché le sporgenti orecchie di La Russa gli tolgono visuale e visibilità. Il lampadario vagamente Menorah ricorda la festa ebraica delle luci, ma a guardarlo bene ci si accorge che è un quadro campato in aria, al pari delle polemiche che hanno preceduto l’opera. [BuonaLaPrima]
E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.
L’artista Bahman Jalali Nokandeh è il vincitore della Biennale dell’Umorismo nell’Arte. Con l’opera “No Racism” si è aggiudicato il 32esimo riconoscimento entrando nella storia del concorso. Un concorso che mai come quest’anno è stato segnato dall’umore della contemporaneità tragica inserendo nelle opere il dramma della guerra e della fragilità umana. E anche l’opera selezionata dalla giuria ha voluto toccare questo aspetto unendo l’immagine della rappresentazione della “Giustizia” secondo la sua iconografia classica, all’innocenza di una bambina che ne tinteggia il volto con il colore scuro. A voler eliminare ogni differenziazione e distinzione, nella ricerca di una giustizia che abbia il suo stesso colore di pelle.
1-premio-Citta di Tolentino-No-Racism-JALALI-NOKANDEH-BAHMAN-
Assegnato un secondo premio ex aequo “Città di Tolentino” agli artisti Sergio Tessarolo (Italia) con l’opera “Famiglia sconnessa” che mette invece in luce la distopia di legami familiari connessi da uno smartphone e Shibu Cheriapadath Balan (India). Tra le menzioni speciali targhe di riconoscimento per gli artisti Ignat Mihai (Romania) con le opere “Couples” e “Art auction” e Sami Sawari (Iran) con “Friendship”.
Il premio alla caricatura Luigi Mari è invece stato assegnato con un ex aequo fra l’artista peruviano Omar Zevallos Velarde per la caricatura di Pablo Picasso e allo spagnolo Ivan Mata Tamayo per il ritratto di Patti Smith. Segnalati per l’esecuzione e l’inventiva delle caricature anche il romeno Gabriel Ruso e l’iraniano Yaser Khanbaray.
Un’edizione questa del 2023 che ha visto la più alta partecipazione mai registrata nel concorso da 64 anni: 2400 le opere selezionate dalla giuria per un totale di 748 artisti provenienti da tutti i paesi del mondo. E l’Iran fra menzioni e podio è stato il Paese che ha riscosso più riconoscimenti.
Ma questa edizione è anche quella che segna il congedo del progetto Popsophia dalla città di Tolentino. Ad annunciarlo ieri sera Lucrezia Ercoli al termine del philoshow quando ha salutato il pubblico e lo ha ringraziato per gli anni trascorsi insieme: “L’anno scorso c’è stato il nostro ultimo festival di Popsophia a Tolentino in cui per quattro giorni abbiamo indagato l’umorismo con la filosofia e i linguaggi della cultura di massa – ha detto la direttrice artistica di Biumor Lucrezia Ercoli – Il tema profeticamente era “nostalgia” di ciò che abbiamo fatto e delle splendide giornate che abbiamo passato insieme. Un decennio di Popsophia e di Biumor che hanno fatto crescere la comunità tolentinate, un progetto unico, creativo che univa due cose lontanissime come la filosofia e l’umorismo. Anche noi dopo 10 anni andiamo via orgogliosi di un progetto che ha sperimentato i nuovi linguaggi”.
“Lasciamo il concorso della Biennale dopo 10 anni con grande soddisfazione – ha aggiunto il direttore artistico della Biennale dell’Umorismo Hermas Ercoli – perché abbiamo centrato tutti gli obiettivi e ne siamo orgogliosi. Abbiamo raggiunto il record di sempre per presenza di artisti e opere inviate e abbiamo traghettato la Biennale dal cartaceo al digitale. Oggi ha una presenza fortissima nella rete e siamo fieri di aver contribuito a lasciare una vivacità culturale di cui le prossime edizioni faranno tesoro”.
È morto Henry Kissinger, l’ex segretario di Stato americano, l’uomo che ha plasmato la politica Usa aveva 100 anni
500mila morti in Cambogia, 200mila a Timor Est, 3 milioni in Bangladesh, 200mila in Laos, 3 milioni di morti in Vietnam, 30mila morti e altrettanti desaparecidos in Argentina, 15mila in Cile con altre migliaia di desaparecidos, 1 Premio Nobel per la pace. Questo, Kissinger in cifre.
Chissà se tra le armi vietate dalle inutili convenzioni internazionali, anche solo tra le righe, si trova il divieto di far morire di fame e di sete i civili? Questo è quanto è accaduto a centinaia di migliaia di bambini, donne ed anziani (per quanto si possa diventare anziani ivi) nel corso della guerra combattuta nel Tigray. Durante le operazioni belliche il governo dell’Etiopia ha impedito che arrivassero viveri e acqua ai civili causando ovviamente la maggior parte dei 600 mila decessi registrati con stima prudenziale.
Ora, firmata la pace, è possibile e soprattutto necessario, portare farina, olio, latte, biscotti multivitaminici e altro per contrastare la malnutrizione e ridurre il numero di coloro che ancora rischiano la morte per questa condizione. E’ quello che come International Help ci stiamo impegnando, nel nostro piccolo, a fare.
Claudio Mellana
#Kissinger
Dialogo con Caronte.
Mauro Biani
Henry Kissinger, notorious US diplomat, has died aged 100