Da
MauroBiani.it
LA BANALITÀ DEL MA
MAURO BIANI
PEOPLE
“La banalità del ma”, il mio nuovo libro in uscita nelle librerie dal 7 febbraio,
è già oggi in pre-ordine, sul sito dell’editore People.
p.s. ieri Enrico Mentana su instagram. D’accordo.
p.p.s “Perchè abbiamo deciso di pubblicare un libro di Mauro Biani” (Civati).
Come siamo diventati così miserabili? Come ha fatto un popolo di migranti, di persone costrette a fuggire a milioni dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, o semplicemente di persone alla ricerca di migliori opportunità, a diventare così cinicamente insensibile, quando non apertamente ostile e rancoroso, nei confronti di chi sta subendo oggi un destino persino peggiore di quello dei nostri antenati?
Le migrazioni, il razzismo, la paura, la violenza. Questi anni di grande transizione sembrano aver trasformato in normale, persino banale, ciò che solo pochi anni fa avremmo trovato folle, orrendo. La matita di Mauro Biani, affilata e poetica, amara e ironica, racconta questo mutamento in “La banalità del ma”, con la sua satira che, senza mai ergersi a giudice, non fa sconti a nessuno.
Scorrendo la raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, impreziosita da inediti di grande impatto, si nota come non sia stato un cambiamento repentino, ma un lento e progressivo scivolamento verso la parte peggiore di noi.
|
“La banalità del ma” non è stato un gioco di parole riuscito. E’ stata una riflessione condivisa sull’indifferenza. Sulla banalità criminale dell’indifferenza. Pensiero contrastato anche ieri. Sembra ieri, oggi. Mi scusi signora Arendt, se sono solo vignette. |
|
La recensione de “la banalità del ma” di Andrea Voglino. |
|
E mi sarebbe piaciuto regalare a e a . E ascoltarli.
|
Da [ciwati]
Perché abbiamo deciso di pubblicare un libro di Mauro Biani
19 GENNAIO 2019
People è nata per affidare alle persone racconti universali, che alle persone parlino in modo diretto di questioni delicate e complesse.
Nel pensare alla casa editrice e al suo approccio editoriale abbiamo pensato a Mauro Biani e ci siamo detti: ci dobbiamo ispirare al suo lavoro, al suo tratto, al messaggio che ci consegna ogni volta che vediamo una sua vignetta. La pubblicazione del suo libro è un passaggio per noi naturale, perché Biani per noi è stato parte dell’elaborazione stessa di People, fin dall’inizio.
***
Com’è capitato a Makkox, questa settimana, con l’immagine del ragazzo e la sua pagella, il messaggio di un libro bellissimo – Naufragi senza volto – ha finalmente avuto, appunto, «un volto». L’immagine coglie nel segno: sono i «senza nome» di cui parla Liliana Segre, che sono annullati anche nella possibilità di essere conosciuti. Ed è lo stesso lavoro che fa l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che del libro è autrice (lo pubblica Raffaello Cortina): dare un nome alle persone e ai fenomeni, aggiungo, che le riguardano, che cambiano le loro vite.
La vignetta è per sua stessa natura un veicolo antico che si adatta perfettamente a raccontare una storia in uno sguardo. Funziona molto, forse più che mai, in un mondo che vive in un eterno presente irriflessivo come quello che furoreggia nel nostro discorso pubblico. Che dimentica in fretta e che ogni giorno chiede una nuova storia. Quel disegno è un modo per fermare il presente e il suo flusso e insieme un antidoto potentissimo al luogo comune, come vuole significare lo stesso titolo del libro. Una minuscola scheggia di eternità e di universale in un mare confuso, limaccioso, oscuro, in cui le parole si fanno sempre più grevi, imprecise, volgari.
***
Quello che abbiamo cercato di fare con La banalità del ma è non solo e non tanto offrire una retrospettiva dell’ottimo lavoro di Biani in questi anni, giorno dopo giorno, ma comporre un puzzle che offrisse una prospettiva su ciò che ci accade. La domanda è quella più profonda che possa esserci: chi siamo noi, cosa siamo diventati?
Per dare un valore ulteriore e per fare da raccordo tra i vari momenti del libro, Biani ci ha voluto dedicare una serie di inediti, veri «passaggi» che ci accompagnano mentre attraversiamo le sue pagine e anche la società in cui viviamo.
Mauro Biani (Roma 6 marzo 1967), è vignettista, illustratore, scultore. È, inoltre, educatore professionale con ragazzi diversamente abili mentali, presso un Centro specializzato.
Collabora inoltre con “Courrier International”, “Der Spiegel”, “Le Monde”.
E’ stato vignettista di “Liberazione”, e ha collaborato con “L’Unità”, con “il Misfatto” de “Il Fatto Quotidiano”, con “Left”, con “il Male” di Vauro e Vincino, con “E” mensile di Emergency, con “Loop”, con il settimanale del terzo settore “Vita”, con “il Mucchio Selvaggio”, l’associazione “Libera”, il portale Polisblog e
Peacelink. Molti suoi lavori appaiono nella rete Internet, ripresi da decine di siti.
Ha disegnato su “
Pizzino” rivista satirica siciliana, è stato autore e coordinatore di “
Paparazzin” inserto satirico di Liberazione e ha disegnato per “
Emme” inserto satirico de L’Unità.
E’ uno dei fondatori ed autori di “Mamma!” rivista di satira giornalismo e fumetti
http://www.mamma.am/ , portale che ha ricevuto il XXXVII° Premio di Satira Politica di Forte dei Marmi ‘09, Premio Pino Zac per la satira sul web.
Il 2 ottobre 2011 ha vinto il primo premio di “
Una vignetta per l’Europa”, concorso organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea all’interno del Festival della rivista “Internazionale” svoltosi a Ferrara.
Ha pubblicato: “
Come una specie di sorriso“. Stampa Alternativa 2009.
I personaggi delle canzoni di Fabrizio De André rivivono nelle vignette di Mauro Biani che si misura con i temi più cari a De André per trasformarli in altrettante tavole.
Nel 2012 esce il libro “
Chi semina racconta. Sussidiario di resistenza sociale” (Altrinformazione 2012).
Finalmente in un unico volume, il meglio delle vignette, sculture e illustrazioni di Mauro Biani, tra i più noti e apprezzati autori di satira. Uno sguardo disincantato e libero che sa dare le spalle ai potenti, per toccare temi universali come la nonviolenza, i diritti umani, l’immigrazione, il cristianesimo anticlericale, la resistenza alla repressione e la lotta alle mafie. Nel volume di 240 pagine a colori anche i contributi di Antonella Marrone, Carlo Gubitosa, Cecilia Strada, Cinzia Bibolotti, Ellekappa, Franco A. Calotti, Gianpiero Caldarella, Makkox, Mao Valpiana, Massimo Bucchi, Nicola Cirillo, Pino Scaccia, Riccardo Orioles, Stefano Disegni, Vincino Gallo.
A gennaio 2016 esce il libro “Tracce migranti” (nato con il progetto di crowfunding “Satira migrante”), sempre edito da Altrinformazione.
Arricchito da una prefazione bella e importante del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e da un patrocino prestigioso, quello dell’Idos (Immigrazione Dossier Statistico) che ha contribuito con i dati statistici trasformati in infografiche e con un testo di Franco Pittau, che è stato tra i fondatori di IDOS e ora ne è il presidente onorario.
Su iniziativa de “il Manifesto”, “Tracce Migranti” è stato diffuso anche in edicola dal 16 dicembre 2015 in una edizione economica.
Il 7 febbraio 2019 esce per
People “
La banalità del ma“. “
Come siamo diventati così miserabili? Come ha fatto un popolo di migranti, di persone costrette a fuggire a milioni dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, o semplicemente di persone alla ricerca di migliori opportunità, a diventare così cinicamente insensibile, quando non apertamente ostile e rancoroso, nei confronti di chi sta subendo oggi un destino persino peggiore di quello dei nostri antenati? Le migrazioni, il razzismo, la paura, la violenza. Questi anni di grande transizione sembrano aver trasformato in normale, persino banale, ciò che solo pochi anni fa avremmo trovato folle, orrendo. La matita di Mauro Biani, affilata e poetica, amara e ironica, racconta questo mutamento in “La banalità del ma”, con la sua satira che, senza mai ergersi a giudice, non fa sconti a nessuno. Scorrendo la raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, impreziosita da inediti di grande impatto, si nota come non sia stato un cambiamento repentino, ma un lento e progressivo scivolamento verso la parte peggiore di noi”.
Qui Civati.