domenica 18 gennaio 2015

#CharlieHebdo Le collezioni

Sesta raccolta per gli amici di Charlie Hebdo:

Guillermo Mordillo


David Rowe


#‎Charlie‬ Hebdo
Doaa Eladl  (Egitto)
‎Charlie‬ Hebdo 09 Jan 2015



#‎jesuischarlie‬
Doaa Eladl (Egitto)
Charlie Hebdo 10 Jan 2015


Riber


Tyvärr är det möjligt att använda denna snart 15 år gamla bild igen och igen.
Unfortunately, it is possible to use this almost 15 year old image again and again.
Riber



Murat Ahmeti



#jesuischarlie
Dalcio




Je Suis Charlie
https://www.facebook.com/Chubasco.toons
Chubasco


The cartoonist    Ares
Its sad, its crazy what happen with my colleagues of Charli Hebdo its an attack against all us against the press against the humanity
08 Jan 2015



Charlie Hebdo attack
BY FREDERICK DELIGNE, NICE-MATIN, FRANCE - 1/7/2015



NO LOS SILENCIARÁN...
Omar
 Zevallos


Fort Charlie
Bruno Bozzetto


I have a dream
Bruno Bozzetto


New Critics
BY RICK MCKEE, THE AUGUSTA CHRONICLE - 1/8/2015



The Disease of Terrorism
BY BRIAN ADCOCK, THE SCOTLAND - 1/11/2015



YOU CAN'T KILL OUR VALUES#158542
BY BRIAN ADCOCK, THE SCOTLAND - 1/11/2015



Plumas caídas
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM - 1/11/2015



Terrorismo Ciego
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM - 1/11/2015



Revolución en Francia
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY, WWW.CAGLECARTOONS.COM - 1/11/2015



Charlie Hebdo
BY KAP, SPAIN - 1/7/2015



Dangerous people
BY KAP, LA VANGUARDIA, SPAIN - 1/11/2015



Charlie Hebdo
for Vrij Nederland
Noma Bar


Daryl Cagle




for CHARLIE HEBDO!
by erdogan karayel




... ... Sunnerberg Constantin
...
09 Jan 2015



citizens Sunnerberg Constantin
...
12 Jan 2015



Libertè
Jan-Erik Ander



Salman Rushdie condemns attack on Charlie Hebdo

Posted January 7th, 2015 by English PEN staff & filed under Campaigns.

English PEN condemns today’s shootings at the offices of satirical newspaper Charlie Hebdo as a shocking assault on press freedom and free speech. Writer and PEN Pinter Prize winner Salman Rushdie has issued the following statement about the horrifying events in Paris

Religion, a mediaeval form of unreason, when combined with modern weaponry becomes a real threat to our freedoms. This religious totalitarianism has caused a deadly mutation in the heart of Islam and we see the tragic consequences in Paris today. I stand with Charlie Hebdo, as we all must, to defend the art of satire, which has always been a force for liberty and against tyranny, dishonesty and stupidity. ‘Respect for religion’ has become a code phrase meaning ‘fear of religion.’ Religions, like all other ideas, deserve criticism, satire, and, yes, our fearless disrespect.

L'opinione di Salman Rushdie
A poche ore di distanza dal tragico atto di terrorismo che, a Parigi, ha causato la morte di 12 persone nella sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, lo scrittore indiano Salman Rushdie, che da più 25 anni è sotto minaccia di morte da parte dell’Islam radicale, ha rilasciato una dichiarazione di solidarietà con Charlie Hebdo.
La traduciamo qui, l’originale in inglese è stata pubblicata sul sito englishpen.org.
La religione, una forma medievale di non ragione, quando si combina con le armi moderne diventa una minaccia reale per le nostre libertà. Questo totalitarismo religioso ha causato una mutazione mortale nel cuore dell’Islam e oggi, a Parigi, abbiamo visto le sue tragiche conseguenze. Io sto con Charlie Hebdo, come dovremmo fare tutti noi, per difendere l’arte della satira, che è stata sempre una forza a favore della libertà e contro la tirannia, la disonestà e la stupidità. Il “rispetto per la religione” è diventata una frase in codice per significare “paura della religione”. Le religioni, come tutte le altre ideologie, meritano critiche, satira e, sì, la nostra coraggiosa mancanza di rispetto.
(Traduzione di Andrea Coccia)


«Charlie» traits pour traits-Liberation


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Altre bellissime collezioni:


7 GENNAIO 2015 - E-book gratuito (Italy)

Parigi - rue Nicolas-Appert, 10 - XI arrondissement.
7 gennaio 2015 - ore 11:30 del mattino: due individui mascherati e armati entrano sparando negli uffici del giornale "Charlie Hebdo"… 
39 tra disegnatori, vignettisti e scrittori ricordano a loro modo la data.




#JesuisCharlie Cartoon Movement (171 )



Charlie Hebdo Responses/Cartoonistsrights.org Collection


http://www.cagle.com/news/charlie-hebdo/
http://www.cagle.com/news/charlie-hebdo-attack/
http://www.cagle.com/news/drawing-muhammad/
http://www.cagle.com/news/je-suis-charlie/
http://www.cagle.com/news/freedom-expression/

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ON SATIRE di Joe Sacco

Joe Sacco: On Satire – a response to the Charlie Hebdo attacks
The acclaimed graphic artist and journalist Joe Sacco on the limits of satire – and what it means if Muslims don’t find it funny
per vedere l'img a dimensioni originale cliccare qui
Joe Sacco -The Guardian

LA TRADUZIONE della vignetta da INTERNAZIONALE PAGINA 23
Sulla satira
1)  La mia prima reazione agli omicidi nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi non è stata di rabbia e di sfida. Non mi è venuta voglia di battermi il petto e riaffermare il principio della libertà di espressione.
2)  La mia prima reazione è stata di tristezza. Alcune persone erano state brutalmente uccise, tra cui diversi fumettisti. La mia tribù...
3)  ...MA DOPO IL DOLORE HO COMINCIATO A PENSARE ALLA NATURA DI ALCUNE VIGNETTE SATIRICHE DI CHARLIE.
DEFORMARE IL NASO DEI MUSULMANI È TANTO ACCETTABILE QUANTO OGGI APPARE PERICOLOSO, MA L'HO SEMPRE CONSIDERATO UN MODO INUTILE DI USARE LA PENNA.
4)  Posso prestarmi anch'io  a questo gioco? Certo posso disegnare un nero che cade da un albero con una banana in mano. Eccolo. Tanto ho il diritto di offendere, giusto?
5) A PROPOSITO, LO SAPEVATE CHE CHARLIE HEBDO HA LICENZIATO UN VIGNETTISTA -MAURICE SINET, CERCATELO SU GOOGLE- PERCHÈ AVREBBE SCRITTO UN ARTICOLO ANTISEMITA?
6)  Alla luce di questo, eccovi un ebreo che conta i soldi nelle viscere della classe operaia. Se oggi accettate la battuta, pensate a come vi sarebbe sembrata nel 1933...
7)   IN REALTÀ DISEGNARE UNA LINEA SIGNIFICA ANCHE ATTRAVERSARNE UNA, PERCHÈ LE LINEE SU UN FOGLIO SONO ARMI, E LA SATIRA SERVE AD ARRIVARE SUBITO AL NOCCIOLO DELLA QUESTIONE. MA DI QUALE QUESTIONE? E QUAL È IL BERSAGLIO? E PERCHÈ?
8)  Si io affermo il mio diritto di prendere in giro. Ecco il disegno non necessario di un vero credente  che esegue il volere di dio nel deserto. MA FORSE QUANDO CI STANCHIAMO DI MOSTRARE IL DITO MEDIO, POSSIAMO PROVARE A CAPIRE PERCHÈ OGGI IL MONDO È COSÌ COM'È...
9)  ... E PERCHÈ I MUSULMANI QUI E OGGI SONO INCAPACI DI FARSI UNA RISATA GUARDANDO UNA VIGNETTA.
10) Se rispondiamo "Perchè in loro c'è qualcosa di profondamente sbagliato" - e certamente c'era qualcosa di profondamente sbagliato negli assassini - allora tanto vale cacciarli dalle loro case e rispedirli in mare.
 PERCHÈ È MOLTO PIÙ FACILE CHE CERCARE DI CAPIRE COME CONVIVERE.


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The pencil can be as lethal as the sword- The Guardian

giovedì 15 gennaio 2015

Charlie Hebdo: la lettera di Elsa al papà Wolinski

Elsa, la figlia di Georges Wolinski, ha scritto una lettera intensissima per il giornale Elle.
Le dessin de Zep - © Zep


« Papa, t’es là ? Tu m’entends ?
Si t’es là, fais-moi signe... Envoie-moi un dessin.
Bon, ben, tu m’entends pas, je m’en doutais un peu.
Depuis que t’es mort, je me dis que tu dois enfin savoir si Dieu existe.
Tout le monde t’imagine dans le ciel, avec des filles à poil, en train de te marrer. Mais, moi, je sais ce que tu fais. T’as dû demander un stylo pour te dessiner une table, des feuilles et une lampe. Et puis, maintenant, tu te dessines un double de maman pour qu’elle soit avec toi, même là-haut. Ah, et puis tu t’es fait un lit pour ta sieste. C’est sacré, la sieste chez Wolinski.
Tu sais, je dors dans ton lit. J’ai d’ailleurs dû asperger ta chambre de mon parfum, ça sentait trop toi. C’est bizarre de me coucher à ta place. Mais je suis bien avec toi, là, dans tes draps. Maman t’avait offert un pantalon, t’as pas eu le temps de le mettre. Au fait, papa, j’en profite, est-ce que je peux te piquer tes pulls en cachemire ?
Papa, le journal ELLE m’a demandé de t’écrire une lettre, mais j’ai pas le temps. Le téléphone n’arrête pas de sonner, et je dois m’occuper de maman. Tu sais, elle s’en sort bien. Elle est très belle, comme à son habitude. Mes sœurs sont là aussi. On se serre les coudes. Et puis, on a des rendez-vous bizarres au 36, quai des Orfèvres pour récupérer tes affaires. J’avais l’impression d’être dans nos fameux polars qu’on aimait tant tous les deux. Et puis, aux pompes funèbres, pour te choisir une urne et un bout de terrain. On n’y pense pas, mais c’est plus difficile de choisir une urne qu’une paire de chaussures Prada. J’aimerais bien garder l’urne avec moi, je te baladerais dans mon sac, je te mettrais à côté de mon lit.
Papa, je me pose la question. Est-ce que t’as souffert ? Parce que c’est ça qui m’angoisse, tu sais. J’ai peur que t’aies eu peur, j’ai peur que t’aies eu mal. Mais ils ne t’ont touché qu’à la poitrine, alors, les bobos, on les voit pas.
T’es beau, tu sais, avec ce drap blanc qui t’enveloppe. T’as même l’air heureux. J’ose pas trop m’approcher, tu m’en veux pas ?
Je voudrais être capable de t’embrasser pour la dernière fois, mais j’y arrive pas. J’ai demandé à la dame de l’Institut médico-légal si on pouvait t’empailler mais elle m’a dit que c’était pas possible.
Papa, on dirait que tu dors.
Mais tu dors pas, t’es mort.
Pour dehors, Wolinski est vivant.
Mais, pour moi, t’es plus là.
Elsa a perdu son papa. »



"Papà, ci sei? Mi senti?
Se ci sei, fammelo capire...mandami un disegno!
Bene, bene, non puoi sentirmi. Un po' lo sospettavo.
Da quando sei morto, mi dico che tu dovresti finalmente sapere se Dio esiste.
Tutti ti immaginano in cielo, con delle ragazze nude che ridono con te.

Ma io, io so quello che stai facendo. Devi aver chiesto una matita per disegnare, un tavolo, dei fogli e una lampada. E ora, sicuramente, starai disegnando una copia della mamma perché lei sia lì con te anche lassù. Ah, e poi starai cercando un letto per un pisolino. La siesta è sacra a casa Wolinski.

Sai, io dormo nel tuo letto. Sai ho dovuto spruzzare la tua camera del mio profumo, perché sapeva troppo di te. È strano dormire al tuo posto. Ma io sto bene con te, là, fra i tuoi fogli. Mamma ti aveva regalato dei pantaloni, non hai avuto il tempo di metterli. A proposito, papà, ne approfitto: posso prendere i tuoi maglioni di cachemire?

Papà, Elle Magazine mi ha chiesto di scriverti una lettera. Ma non ho tempo. Il telefono non smette di squillare e devo prendermi cura di mamma. Sai, lei si sta comportando bene. È molto bella, come sempre. Anche le mie sorelle sono qua. Ci teniamo l'un l'altra.

E poi, abbiamo degli appuntamenti bizzarri al 36 quai des orfevres (sede della polizia) per riprendere le tue cose. Ho l'impressione di trovarmi in quei famosi thriller che entrambi amiamo tanto. E poi, le pompe funebri, per sceglierti un'urna e un pezzo di terra. Non ci si pensa, ma è più difficile scegliere un'urna che un paio di scarpe di Prada. Mi piacerebbe tenere l'urna con me. Ti terrei nella mia borsa, ti metterei accanto al mio letto.

Papà, mi chiedo: hai sofferto? Perché è questo quello che mi angoscia, sai. Ho paura che tu abbia avuto paura. Ho paura che tu abbia sentito dolore. Non ti hanno toccato che il petto, le ferite, non si vedono.
Sei bello, in questo drappo bianco che ti avvolge. Hai l'aria felice di sempre.
Non vorrei avvicinarmi troppo, non ce l'hai con me? Vorrei essere in grado di baciarti per l'ultima volta, ma non ci riesco.
Ho chiesto alla signora dell'Istituto di Medicina Legale se si poteva impagliarti, ma lei mi ha detto di no.

Papà, sembra che stai dormendo.
Ma tu non dormi, sei morto.

Per tutti gli altri, Wolinski è ancora vivo.
Ma per me, tu non sei più là.
Elsa ha perduto il suo papà".



Elsa Wolinski col papà e la mamma


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martedì 13 gennaio 2015

Charlie Hebdo in edicola anche in Italia

Mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di Charlie Hebdo sarà in tutte le edicole italiane in allegato a il Fatto quotidiano.

Le prochain numéro de l'hebdomadaire satirique, le premier depuis l'attaque terroriste qui a décimé la rédaction, est bouclé.

Charlie Hebdo sera bien dans les kiosques ce mercredi 14 janvier. Comme toutes les semaines. Les journalistes de l’hebdomadaire satirique ont bouclé lundi vers 21h30 leur première édition depuis l’attentat qui a fait 12 morts, mercredi 7 janvier à Paris.
Dans ces circonstances exceptionnelles, le numéro (1178) sera tiré à 3 millions d’exemplaires, contre 60 000 habituellement, et vendu dans 25 pays.

Accueillie dans les locaux de Libération, la rédaction a repris le travail vendredi, avec pour objectif de montrer que Charlie Hebdo n’est pas mort. Le dessin de une, signé Luz, représente le prophète Mahomet, avec une larme, et tenant une pancarte «Je suis Charlie». Le prophète reprend ainsi à son compte le slogan mondial apparu après les attentats qui ont tué 17 personnes dont les dessinateurs Cabu, Charb, Wolinski, Tignous et Honoré. Au-dessus du dessin, ce commentaire : «Tout est pardonné.»
(continua Liberation)
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L'équipe de «Charlie Hebdo» raconte sa première... di liberation
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“Questo Maometto è più bello, è più simpatico. Ci piace di più. E dopo averlo disegnato, ho pianto”. La redazione di Charlie Hebdointerrompe il silenzio dopo l’attentato che ha ucciso, tra le 12 vittime, le firme più importanti del settimanale satirico parigino. Lo fa con una conferenza stampa di presentazione del nuovo numero, in uscita mercoledì (e in edicola, nella versione originale in francese, anche in Italia, come allegato al Fatto Quotidiano), alla quale partecipano il nuovo direttore della testata, Gérard Biar, eRenald “Luz” Luzier, il vignettista che ha disegnato la copertina. Proprio l’immagine in prima pagina (un Maometto che piange, con in mano il cartello “Je suis Charlie” e il titolo “Tutto è perdonato“) è il punto dal quale i giornalisti e disegnatori vogliono ripartire: “Guardatelo questo Maometto – dice il direttore sventolando il nuovo numero – è più simpatico dell’altro mostrato in passato”.
La scelta della redazione e di Luz, che lo ha disegnato, è quella di tendere la mano nei confronti di quella parte della comunità islamica che si è sentita offesa dalle passate pubblicazioni del settimanale, ma senza perdere lo stile che ha sempre contraddistinto il giornale. Maometto non scomparirà dalle pagine di Charlie Hebdo, ma sarà un Maometto completamente diverso, lontano da quello definito blasfemo



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Bouclage de Charlie Hebdo à Libération di liberation
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Quando Luz prende la parola, dopo una breve introduzione di Biar, inizia a raccontare il momento più intenso e importante di tutta la preparazione del nuovo numero: quando si è messo di fronte a un foglio bianco, con una matita in mano, per disegnare la copertina di un nuovo giornale. Lasciare, almeno in parte, il vecchio Charlie e farne nascere uno nuovo, più bello, che rappresenterà il futuro della testata. Il tutto con una sola vignetta. “Ho pensato: e adesso che cosa disegno?’ – ha iniziato a raccontare Luz – A quel punto, nella mia mente, è iniziata una vera e propria riunione di redazione a cui hanno partecipato tutti i miei colleghi superstiti e quelli che non ci sono più. Erano tutti lì, davanti a me, sul muro della stanza”. Per sbloccarsi e scacciare la “paura del foglio bianco”, Luz ha detto di aver fatto un disegno catartico, che tornava indietro nel tempo, ai momenti dell’attentato. “A quel punto mi sono detto ‘sei riuscito a fare un disegno, ora fai la copertina‘”.
La “riunione” è continuata e “nella mia mente ho capito che sarebbe stato di nuovo Maometto, perché quello è il mio personaggio, è me stesso. Poi è venuto il cartello, il titolo ‘Tutto si perdona’ e poi la lacrima. Il mio Maometto piange, è triste. Quando ho finito, poi, ho pianto anche io“. Il racconto di Luz si è concluso con un momento di commozione da parte del vignettista, abbracciato dal direttore che ha provato a tirarlo su.
Il messaggio della redazione è chiaro: la libertà di espressione“non conosce limiti, la libertà è libertà. Stop”. Ci sarà un nuovoCharlie, diverso, ma fedele a sé stesso: “Siamo ancora Charlie. Sono Charlie, sono poliziotto, sono ebreo e anche musulmano“. da Il Fatto Quotidiano





Mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di Charlie Hebdo sarà in tutte le edicole italiane in allegato a il Fatto quotidiano. È il nostro modo di essere vicini e di esprimere solidarietà alla redazione del settimanale francese sanguinosamente colpito dalla strage di Parigi e di testimoniare tutto il nostro amore per la libertà di espressione e dunque di satira. Ringraziamo gli amici di Charlie Hebdo, e quelli di Libération che li ospitano nella loro sede. Dal ricavato dell’iniziativa “il Fatto quotidiano – Charlie Hebdo” (in edicola al prezzo di 2 euro) trarremo una donazione per le famiglie dei colleghi giornalisti e vignettisti uccisi.
F.Q.



[CHARLIEHEBDO] Les défis de l'après 11 janvier : le dessin de Plantu [Page officielle] en Une du Monde du 14 janvier.






Les crayons ne s’arrêteront pasDessin de Lassane Zohoré (Côte d'Ivoire), pour le journal Gbich


Tiziano Riverso

Even slikken.
Bertrams


http://www.liberation.fr/societe/2015/01/12/mahomet-en-une-du-charlie-hebdo-de-mercredi_1179193



Ultima ora:

Alle rotative con Charlie Hebdo: lo storico momento

lunedì 12 gennaio 2015

Checkpoint Charlie

Questa è la quinta raccolta di disegni in memoria degli amici di Charlie Hebdo:

Marilena Nardi


Marilena Nardi




Paolo Dalponte
http://dalponte.cartoonbank.ru/



Giannelli - Il Corriere.it




Giannelli - Il Corriere.it



Crayons pour la liberté
Andrea Pecchia


Charlie Hebdo
Davide Ceeccon

Ellekappa




Salut
Natangelo




L'umanità è nuda

Terrificante.
La vignetta di oggi per il manifesto.
La mia intervista per Fahrenheit (radiorai 3).
Mauro Biani



con Riccardo Mannelli
gli artisti non muoiono
la carogna invece creperà


con Riccardo Mannelli
gli artisti non muoiono
la carogna invece creperà


Mannelli


la paura
Mannelli


Killer's digest
Bucchi



C'è chi odia l'Islam e la satira con la stessa passione...
Bucchi




La nuova libertà d'espressione
Bucchi



I limiti della satira
Bucchi

https://scontent-b-mxp.xx.fbcdn.net/hphotos-xfp1/v/t1.0-9/10926441_10153002871781838_1520735187606074259_n.jpg?oh=70882b0ff0ac9a652e819dbc4ed32872&oe=5536E324

#jesuischarlie
Giovanni Riso Degli Angeli



Fabrizio Fabbri






Charlie Hebdo : Pencils around the world have responded

.
07 Jan 2015





The Day of the Jackal

Politicians and censors, today they are supportive of satire
09 Jan 2015


Gava



Pour vous

merci
09 Jan 2015





Je suis

Charlie
10 Jan 2015



Checkpoint Charlie

MASSIMO GRAMELLINI
A chi impugna mitragliatrici per sterminare matite, e a chiunque si sottometta a qualcosa di diverso dalla propria coscienza, ci piacerebbe spiegare che avventura faticosa e fantastica sia la libertà. Ma non lo faremo, perché la libertà non si può spiegare. Si può soltanto respirare senza pensarci, come l’aria, e come l’aria rimpiangerla quando non c’è più. A differenza dei dogmi, non reclama certezze e non ne offre. I suoi mattoni sono i dubbi e gli errori, gli slanci e gli abusi. I suoi confini sono labili, mobili. E la sua rovina è l’assenza di confini, che le toglie il piacere sottile della trasgressione.

La forma estrema, per molti incomprensibile, di libertà è la satira. Offensiva, provocatoria e irrispettosa per definizione, ribalta ostinatamente il punto di vista, perciò è detestata dai possessori di verità assolute e dai fautori delle religioni, categoria ideologica di cui fa ormai parte il Politicamente Corretto caro agli americani.

La satira non è mai blasfema, perché non si occupa dell’assoluto, ma del relativo. Non di spiritualità, ma di umanità. La satira non manca di rispetto a Dio, casomai agli uomini che usano Dio per dominare altri uomini.

La vignetta di Charlie Hebdo che più di ogni altra è costata la vita ai suoi autori raffigurava un Profeta disperato per il tasso di stupidità degli integralisti islamici. Non era un attacco a Maometto, ma a un gruppo di fanatici superstiziosi e ignoranti che in suo nome ammazza le donne che vogliono andare a scuola e i maschi che bevono e fumano.

L’attenuante della provocazione che è echeggiata in queste ore sul «Financial Times» - la bibbia di un’altra religione dogmatica, quella dei soldi - è il sintomo di quanto sia ancora lunga e avvincente la marcia verso la libertà. C’è stato un tempo non lontano in cui le corna erano considerate un’attenuante per l’uxoricida e la minigonna per lo stupratore. Arriverà il giorno in cui anche l’accettazione dell’uso, e persino dell’abuso, di satira diventerà qualcosa di scontato. Intanto la guerra continua, e si combatte dentro di noi.

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5) continua

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Le altre raccolte per Charlie Hebdo:






Checkpoint Charlie Hebdo (4) (Italy)





domenica 11 gennaio 2015

Checkpoint Charlie Hebdo

Questa è la quarta raccolta di disegni in memoria degli amici di Charlie Hebdo,
tutta italiana...


CHARLIE HEBDO
Ascoltavo Radio Anch'io.
Ha ragione Serra, noi alle libertà democratiche ci siamo arrivati lentamente e non senza dolore.
Sia chiaro che la condanna dei fatti di ieri a Parigi deve essere incondizionata e totale.
Resta per me il dubbio sul fatto che tutto quello che si può fare si debba fare o se limitare volontariamente la nostra libertà possa proprio scaturire da un maggior senso di responsabilità che la nostra civiltà dovrebbe avere.


Checkpoint Charlie Hebdo
di Nadia Redoglia
I Colleghi parigini puntavano la matita affilatissima. Mirando centravano perfettamente ogni entità che violentemente o pacatamente accampa il diritto di (arrogante) supremazia in quanto “eletta” e perciò autorizzata a stabilire che “tutti gli altri” possono pur essere schifosi o quasi e pertanto alla bisogna sterminabili.
La presunzione del termine “ELETTO” che segue sostantivi come “razza/popolo/stirpe ecc.” conduce SEMPRE alle più terrificanti piaghe per l’umano essere. L’ultimo che (ufficialmente) ne dimostrò l’assunto al mondo intero fu Hitler.

sabato 10 gennaio 2015

Je suis Charlie - Fanylab

Questa è la terza raccolta di disegni in memoria degli amici di Charlie Hebdo:
sono quelli del mio gruppo Fanylab.
Grande è stato lo sconforto dell'attentato, e fin dalle prime notizie, gli amici artisti hanno iniziato a  condividere con me i loro cartoons.
Vi ripropongo queste opere in ordine cronologico, tranne la prima.
La prima, di Ugo Sajini, è quella che ho scelto come foto del gruppo.

Cara Raffaella, 
sono addolorato, li conosco, anzi li ho conosciuti tutti, ho mangiato, chiacchierato passeggiato con loro. Molte, tante volte. Adesso vedo i coraggiosi emuli che ne approfittano a fare matite grondanti sangue, o tradurre la vignetta di Charb, pur di fare un post col proprio bel nome. 
Cazzo sono persone, con i loro famigliari e magari ho conosciuto pure questi. Non una considerazione  sul perché; perché una religione che tante persone nel nostro paese abbracciano, spinga a questo assolutismo prima becero e adesso mortale. L'importante è fare una vignetta disponibile a qualche mi piace. Che ambiente di merda è quello che gravita su FB.
 Non ci si chiede perché ... santo cielo!
Questo tipo di satira fatta così per apparire non serve un cazzo.
La satira vera, invece serve, purtroppo a scatenare anche gli istinti più bestiali, oggi i mussulmani in Francia, ieri i fascisti in Italia e Spagna e ancora prima ...c'è sempre stato un pasquino da far fuori.
 La satira segnala, ma purtroppo non riesce a correggere, modificare, cambiare, 
solo far incazzare gli scemi e poi morire per loro mano.
Basta!

Ugo Sajini (07/01/2015)




Charlie Hebdo

Elchicotriste: 'First response to our dead colleagues. I never felt attracted by caricaturing Mahoma til now. A message to fanatism, for every dead drawer you will get 15 charicatures of the god you shame with your murders. And you will never be able to stop us because we are with too many. More than you are. RIP CHERB, CABU, WOLINSKY, TIGNOUS...'
07 Jan 2015

Je suis Charlie - Sergio Staino

Fra i tanti commenti alla strage di Charlie Hebdo raccolgo questa riflessione che mi ha inviato Vinicio Capossela. Ve la inoltro senza la sua autorizzazione perché mi sembra particolarmente poetica e profonda. Vi aggiungo una mia vignetta dedicata all'amico Wolinski.Ciao,Sergio


Ieri, alla fine delle dodici notti, il tempo fuori dal tempo del passaggio, questo attentato... questa azione di guerra in territorio di idee… un commando... commando? ...queste pesanti figure di uomini neri con artiglieria pesante che entrano, non oltre un reticolato, non contro altri uomini armati, ma dentro una stanza piena di disegni. C’è qualcosa nel disegno che tiene viva la nostra innocenza. Tanto più nel disegno satirico. Gli uomini cessano di essere orribili, prepotenti, arroganti, e diventano piccole, ridicole, caricature. É il mondo delle idee.

Matite e artiglieria pesante, e questa inimmaginabile scena della carneficina, che fa strage delle idee. Come entrare in una stanza di ricreazione e uccidere l’infanzia.

Disegnare è la prima cosa che impariamo a fare, il primo gioco. Il primo gioco dall’inizio… Dalle grotte di Altamira, di Lescaux… La prima volta che l’uomo si è sollevato dal suo stato bestiale e ha fatto qualcosa di inutile. Qualcosa che lo sottraeva alla lotta per la sopravvivenza. Insieme all’arte ha inventato il gioco. Qui non si può più giocare.

Armi pesanti. Inseguimenti. Esecuzioni. L’orrore.

“Se non ci fosse il Paradiso – dice il mio amico Armando Testadiuccello – non ci sarebbero guerre.” Fare della Terra un inferno certo, in nome di un Paradiso incerto, è quello che l’umanità ha sempre fatto, spesso in nome delle religioni. Non facciamoci tirare in mezzo da queste pulsioni. Qui Allah, Dio Padre Onnipotente, Jahvè, non c’entrano nulla. Se una forza creatrice c’è, un’armonia nascosta e incomprensibile, un po’ di sputo divino impastato nel fango, qui non c’entra.

Questo è solo l’uomo. Capace di cose alte e grandi e capace dell’orrore. Capace di impugnare una matita per giocare o un’arma pesante per uccidere.

É una lotta che vale la pena di essere combattuta quella di poter scegliere la matita. Teniamo a cura la nostra capacità di giudizio. Ci è costata l’uscita dal Paradiso. Il giudizio sommario è quasi parente dell’esecuzione sommaria.

V.

8 gennaio 2015



Il testo di Vinicio Capossela

venerdì 9 gennaio 2015

Quelches dessin de collegues. Je suis Charlie.

Dal blog di Bado (Guy Badeaux)

Les dessinateurs pleurent leurs collègues de « Charlie Hebdo »

La profession s'est ralliée pour dénoncer l'attentat commis dans les locaux de « Charlie Hebdo » hier.



On peut rever. Je suis Charlie*
Bado (Canada)