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sabato 4 ottobre 2014

182 licenziamenti al teatro dell'Opera di Roma

Esternalizzazione dell'Opera di Roma
vignetta di Tiziano Riverso



Il primo trombone
massimo gramellini

L’unico capolavoro da sempre in cartellone all’Opera di Roma è l’ottusità di certi sindacati. Pur di difendere privilegi di casta, il partito del demerito è riuscito a fare perdere il posto a duecento orchestrali e coristi. L’Opera è l’Alitalia dei teatri: ha costi da Metropolitan e produttività da banda di paese (con molte scuse alle bande di paese). Appena il piatto ha cominciato a piangere, ci si è trovati a scegliere tra l’aumento dei concerti e la riduzione degli stipendi. Ma i burocrati dello spartito hanno optato per una terza soluzione: ridurre i concerti, lasciando inalterati gli stipendi. E poi si chiedono perché Muti è scappato ululando. Perlomeno non hanno preteso l’aumento, anche se si vocifera di un braccio di ferro con l’amministrazione del teatro sulla diaria giornaliera per le trasferte: 190 euro tra pranzo e cena. I contabili volevano ridurlo a 160, appena sufficienti per un pieno di champagne, ma la proposta è stata respinta come un attentato alla cultura.



Saputo dei licenziamenti, un sindacalista che per ironia della vita occupa lo scranno di primo trombone ha intonato la solita romanza del complotto contro l’arte, confondendo la sacralità di quest’ultima con le bizze da divo di chi talvolta impugna il suo strumento come una pratica d’ufficio da sbrigare con il minore dispendio possibile di energie. Ora i martiri del posto comodo hanno due possibilità. Pretendere da qualche giudice compiacente la restaurazione di un mondo che non tornerà. Oppure fondare una cooperativa e mettersi a lavorare il doppio. Come succede nei teatri di mezza Europa. In giro ci sono troppi diritti da difendere per potersi ancora occupare dei capricci.


 
Opera Lirica
Natangelo
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Giovedì 2 ottobre il consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma - che è presieduto dal sindaco di Roma Ignazio Marino – ha approvato una procedura per fare in modo che orchestra e coro siano gestiti con un servizio esterno (esternalizzazione) e l’avvio della conseguente procedura di licenziamento collettivo. La decisione è arrivata dopo mesi di crisi, dissidi, accuse interne e scioperi. Lo scorso 14 settembre, inoltre, Riccardo Muti aveva annunciato la sua rinuncia a dirigere l’Aida e gli altri appuntamenti previsti per la stagione. Muti era stato nominato Direttore Onorario a vita nel 2011.
Il licenziamento riguarderà 182 persone. La procedura prevede dei giorni per le trattative sindacali e altri giorni per la trattativa nei tavoli istituzionali (dura al massimo 75 giorni). Poi si procederà al licenziamento effettivo: nei prossimi tre mesi tutti i dipendenti manterranno posto e stipendio. L’idea è di trovare un soggetto esterno che si faccia carico di gestire i servizi di orchestra e coro. I risparmi conseguenti al licenziamento saranno di circa 3,4 milioni di euro.
(continua)

mercoledì 4 dicembre 2013

Made in Prato


Made in Prato
Dopo il tragico incendio in cui sono morti sette lavoratori cinesi mi sembra che ci sia il solito scarica barile ma è abbastanza chiaro che ci sono interessi diffusi per non intervenire in modo decisivo ad impedire questi periodici "incidenti".
Dietro gli schiavi (di ogni colore) ci sono sempre gli speculatori (di ogni colore).
Il Made in Italy a costi stracciati di produzione (non di vendita attenzione) conviene a troppi.
Risparmiateci almeno le lacrime (di coccodrillo vero).
Gianfranco Uber 



Made in Italy
FEI


Prato, il lavoro nero brucia
Tiziano Riverso



Cinesi nel vento
Le persone bruciate vive nelle fabbriche tessili segnano la storia dello sviluppo industriale e delle condizioni di lavoro. La stessa data dell’8 marzo ricorda la strage di operaie avvenuta per il fuoco più di un secolo fa negli Stati Uniti. Dopo aver percorso il mondo con la sua devastazione costellata di stragi di lavoratori, ora, grazie alla crisi, la globalizzazione torna là da dove era partita, e anche da noi si muore come nel Bangladesh o in Cina, appunto.
G.Cremaschi /Fonte: ComeDonChisciotte
Paride Puglia





Made in Italy
Il disastro annunciato di Prato.
Mauro Biani



E che diamine...
CeciGian

Il marchio uccide
Gavagnin Marco



Carpet diem
fabiomagnasciutti

La notizia
01/12/2013
Prato, incendio in fabbrica-dormitorio
Sette il numero delle vittime, tre feriti molto gravi.
I lavoratori, tutti di nazionalità cinese, dormivano in loculi sopraelevati in cartone e cartongesso.
Le fiamme si sono sviluppate in un fabbricato dove ha sede la fabbrica di confezioni, alla periferia della città: nel capannone c'erano materiali altamente infiammabili. Nell'edificio si sarebbero trovate una decina di persone. Non è ancora chiaro se tutti gli altri siano riusciti a mettersi in salvo ed anche per questo i vigili del fuoco continuano a cercare, durante le operazioni di spegnimento, tra le macerie dei "loculi" di cartongesso crollati nell'incendio, che servivano probabilmente come alloggio per i lavoratori della ditta, che produceva abiti. Uno dei morti, infatti, è stato trovato in pigiama. Le vittime - i corpi sono carbonizzati - sono cinque uomini e due donne.

LA COMUNITA' CINESE IN ITALIA IN LUTTO per le morti di Prato.
Pietro Vanessi
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Bangladesh: strage di lavoratori tessili

mercoledì 1 maggio 2013

Primo maggio 2013 (vignette con "Complesso del primo maggio")

"Vorrei che la musica cambiasse"
faccio mio l'augurio di Tiziano Riverso e che penso sia anche quello di Elio vedi la canzone in fondo al post
Buon 1° maggio a tutti!


1° Maggio di Tiziano Riverso



Pietro Vanessi



Primo Maggio
CeciGian



IL LAVORO D'AZZARDO
Oggi, primo maggio, inevitabile riflettere sul lavoro.
E' appurato: siamo una Repubblica fondata sul lavoro che non ha saputo tutelarlo.
E' un po' come con il dannoso gioco d'azzardo deprecato dalla Sanità e benedetto dal Tesoro.
Gianfranco Uber



Osteria numero 1
 E buon primo maggio a TUTTI.
Mauro Biani



Feste che perdono di significato
Trecentottantuno lavoratori tessili morti a Dacca nel crollo di un palazzo di 8 piani.
Una Sinistra normale ed il M5S dovrebbero occuparsi anche di questo. Si ricomincia guardando oltre il proprio ombelico. Non è sensibilità, è egoismo a ben vedere. Aumentare i diritti conviene a tutti. Il diritto di avere diritti, appunto.
Mauro Biani


Moise




Maramotti - L'Unità


Ignazio Piscitelli



Paride Puglia


Gino Frenna - L'Asino



Vukic



FESTA DI CHI ??
Non manca la voglia di festeggiare.
Mancano i festeggiati !!
Roberto Mangosi


Kurt



Milko


www.mahjioob.com

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01/05/2013
Italia Duemilacredici
massimo gramellini

Laura ha 24 anni e scrive dal cantiere di un palazzo del Cinquecento dove presta gratis la sua opera di restauratrice, in attesa di un contratto che chissà quando arriverà. Il suo sogno era lavorare con la Maestra che firma il restauro. Ha scoperto una donna insensibile e una professionista approssimativa, abile solo nel conoscere la «gente giusta»: alla sua ombra spocchiosa faticano tecnici formidabili. Poi ci sono i muratori impegnati nella ristrutturazione del palazzo, in maggioranza non italiani. Ogni tanto si perdono nei gesti precisi di Laura: «Ma non fai prima a buttare quel pezzo e a rifarlo daccapo?». Lei spiega che si tratta di un reperto rinascimentale e i muratori arretrano di un passo, intimiditi dal peso della Storia. Un giorno uno di loro, un egiziano dal volto solenne, ha sgridato due colleghi albanesi: «Parlate italiano! Se qui ognuno usa la sua lingua, come facciamo a capirci?». E lì, dice Laura, «nella mente mi si è srotolato un mondo di pensieri: la torre di Babele e la nostra lingua che ci legava tutti in quella stanza, un cantiere multietnico che costruisce il nuovo sulla nostra storia, dove i padroni non si accorgono della competenza e dell’umanità di chi lavora per loro, delle tante piccole formiche che rimettono insieme i pezzi del passato e vedono nell’Italia un’occasione per vivere, la nazione più emozionante che il Mediterraneo abbia generato».

Buon Primo Maggio, Laura, lavoratrice senza stipendio e sognatrice coi piedi saldamente appoggiati alle nuvole. Anche se il Primo Maggio tornerà a essere una festa soltanto quando saremo riusciti a dare certezze alle formiche di talento come te.

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 Complesso del primo maggio
Elio e le Storie Tese - 'Album Biango'
E questa è la canzone del complesso del Primo Maggio
che in genere si esibisce sotto il sole di pomeriggio
con la chitarra acustica scordata, calante
che la gente che balla a torso nudo neanche la sente
corre lu guaglione dentro al centro sociale
corre lu poliziotto che lo vuole acchiappare
corre lu metalmeccanico che brandisce una biella
corre quella col piercing che non è tanto bella
Complesso del primo maggio
Lu complesso del primo maggio
ti va riconosciuta una certa dose di coraggio
Complesso del primo maggio
Lu complesso del primo maggio
che quando ti sento sento che mi sento a disa(g)gio
E all’improvviso parte una canzone tipo Bregovic… Bregovic!
La musica balcanica ci ha rotto i coglioni
è bella e tutto quanto ma alla lunga… rompe i coglioni
Certo ne avrei senz’altro tutta un’altra opinione
se fossi un balcanico, se fossi un balcone
ma siccome non sono croato né un balcone balcano
io non capisco perché tutti quanto continuano insistentemente a suonare questa musica di merda
ma comunque… prima di cantare una canzone balcanosa
ricordati di fare una cosa:
lanciare un’invettiva ai danni del capitalismo
(megafono con voce di Mangoni)
“Allora noi vogliamo dedicare questa canzone contro il capitalismo, è ora dire basta col lavoro che sfrutta tutti. Devono capire che hanno rotto le palle i padroni, perché le masse operaie… o ma non vi sento fatevi sentire, siete tantissimi!”
Corre lu guaglione dentro al centro sociale
corre lu poliziotto che lo vuole acchiappare
corre lu metalmeccanico che brandisce una biella
corre quella col piercing che non è tanto bella
Complesso del primo maggio
che vi stanno i cantanti
e tutti e due vorrebbero essere l’unico là davanti
non mi riferisco per forza ai Linea 77
ma i Linea 77 sono un ottimo esempio
E all’improvviso parte una canzone tipo Linea 77
(voce di Rocco Tanica e Faso)
“Canto ioo” “Noo, canto iooo”
“Tocca a me tu avevi cantato primaa” “Ma un pezzo più corto”
“Non mi stare davanti non mi cantare sopra” “Ti invito a lasciare tutto”
“Rispetto la vostra decisione di farci da parte” “Nooo, mi faccio da parte io”
E poi arriva il complesso che valorizza il territorio
impara quattro accordi ci costruisce un repertorio
e senza motivo c’è un percussionista ghanese
che è stato ricollocato in un complesso pugliese
E all’improvviso parte una canzone tipo Van de Sfroos
La figlia del padrone voleva far l’amore
con tre cassaintegrati sul comò
Ma il padrùn fa la frittada
ghe ne dà minga al cassaintegrada
Dalle belle braghe bianche alla fine le palanche non gli dà
Ma prima di cantare una canzone vandesfrosa
ricordati di dire una cosa:
(voce di Eugenio Finardi)
“Il Primo Maggio è fatto di gioia ma anche di noia”
(voce infantile)
Scusate signori siamo un complesso tanto povero
andate tutti in Piazza San Giovanni del concerto Primo Maggio
ovviamente poi guardate concerto
noi veniamo in vostre case e vi facciamo appartamento e cacca sul letto
grazie mille tutti
Complesso del mezzogiorno lu complesso di mezzogiorno
vedrai che al primo maggio suoni intorno a mezzogiorno
Complesso tipo Bregovic complesso tipo Bregovic
vedrai che al Primo Maggio suoni intorno al primo pomerigg
Complesso con due cantanti tipo Linea 77
cantate uno alla volta che nessuno ci rimette
Complesso del territorio lu complesso del territorio
impara altri quattro accordi che raddoppi il repertorio
Complessi del Primo Maggio più importanti
tipo Negramaro e Jovanotti
sappiate che voi siete i pesci grossi
e prima si esibiscon gli avannotti
[Nota: la canzone-tormentone che ironizza sui luoghi comuni del Concertone]


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1° maggio 2012

martedì 30 aprile 2013

Bangladesh: strage di lavoratori tessili

 
sabato 27 aprile 2013
UN BRUTTO FILM
Il crollo dell'edificio a Dacca in Bangladesh che ha causato più di trecento vittime rivela, si fa per dire, i motivi reali della maggior parte delle cosiddette delocalizzazioni. Milioni di lavoratori costretti a lavorare in condizioni di pericolo per paghe da fame che producono a costi irrisori i beni delle griffes più famose.
 Gianfranco Uber


Bangladesh factory
Marco Careddu 28/04/2013



Bangladesh garments to customers in Western
Payam Boromand
Textile factory in Bangladesh collapsed and more than 350 workers were killed in the incident. 28 Apr 2013

 
Apicella


 



Feste che perdono di significato
30 aprile 2013
Trecentottantuno lavoratori tessili morti a Dacca nel crollo di un palazzo di 8 piani.
Una Sinistra normale ed il M5S dovrebbero occuparsi anche di questo. Si ricomincia guardando oltre il proprio ombelico. Non è sensibilità, è egoismo a ben vedere. Aumentare i diritti conviene a tutti. Il diritto di avere diritti, appunto.
Mauro Biani


Una camicia di colore scuro, sporca di polvere, fotografata tra le macerie. Sul tessuto, l’etichetta verde acceso, inconfondibile: “United Colors of Benetton“, recita la scritta. Dalle macerie del Rana Plaza, il palazzo di otto piani alla periferia di Dacca, in Bangladesh, che lo scorso mercoledì si è sbriciolato uccidendo almeno 381 operai, cominciano ad affiorare le prime verità. Le fabbriche tessili che avevano sede nel palazzo, e i cui dipendenti lavoravano in assenza delle più elementari condizioni di sicurezza, producevano capi di abbigliamento per conto di multinazionali occidentali, tra cui a quanto pare Benetton. L’azienda veneta aveva in un primo primo momento negato legami con i laboratori venuti giù nel crollo, ma lunedì, dopo la pubblicazione delle foto, su Twitter è arrivata una prima ammissione: “Il Gruppo Benetton intende chiarire che nessuna delle società coinvolte è fornitrice di Benetton Group o uno qualsiasi dei suoi marchi. Oltre a ciò, un ordine è stato completato e spedito da uno dei produttori coinvolti diverse settimane prima dell’incidente. Da allora, questo subappaltatore è stato rimosso dalla nostra lista dei fornitori“.
[...]
Le foto, però, raccontano un’altra verità: scattate e pubblicate dall’Associated Press, ritraggono una camicia di colore scuro griffata Benetton tra i calcinacci, accanto a quello che pare la commessa di un ordine.





e la memoria corre alle immagini pubblicitarie innovative di Toscani per la Benetton...
di fratellanza e di giustizia sociale... .... pubblicità, solo pubblicità!
 oggi rammento solo questa purtroppo
'cimiteri e colori uniti'....




Links:

lunedì 24 settembre 2012

Ilva, Taranto.

L'Ilva ex Italsider è stata una delle maggiori aziende siderurgiche italiane del XX secolo. La sua storia è quasi centenaria e ha avuto inizio ai primi del secolo per concludersi a fine anni ottanta.
Ora l'Ilva è una società per azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione e trasformazione dell'acciaio. Con il nome della originaria azienda fondata nel 1905, è nata sulle ceneri della dismessa Italsider.
Il più importante stabilimento italiano è situato a Taranto, e costituisce uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell'acciaio in Europa. Altri stabilimenti sono a Genova, Novi Ligure (AL), Racconigi (CN), Varzi (PV), Patrica (FR).
 L'impianto si presenta in un'area a forte densità abitativa. Sono considerati particolarmente inquinanti i parchi minerali, le cokerie e il camino E312 dell'impianto di agglomerazione.
Contestazione della mortalità
L’Istituto Superiore di Sanità: “Ilva, mortalità più alta del 10%”. Ma una nota del ministero smentisce: “Sono cifre da verificare” (Fonte).
P.s. immagine-citazione dal film  “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman, che volendo qui si può vedere completo.
Mauro Biani

Ilva, trovare un compromesso.
Mauro Biani

Eredità
Mauro Biani


Modi di dire (blowing in the wind)Sigilli all’Ilva di Taranto.
Mauro Biani


Ilva
Ultime da l’Ilva di Taranto.
Mauro Biani


Nico Pillinini

Nico Pillinini
 
Nico Pillinini

 
Nico Pillinini
 

Giannelli

Leggi l’articolo.

Umberto Romaniello







Governo e ILVA a braccetto contro i giudici...saranno giudici coi calzini turchesi? (vignetta)
Luca De Santis



SERGIO STAINO 12/08/2012


SERGIO STAINO13/08/2012


Natangelo


Ostaggi
CeciGian


Clinico
Cecigian


Marco Vukic


ILVA, provvedimenti
fabiomagnasciutti


Paride Puglia


Paolo Lombardi
Tiziano Riverso

IL VA, C'EST LA VIE
Pagherà chi nel frattempo ha speculato sulla salute di una città incurante anche degli effetti sociali devastanti e dei costi di una improrogabile bonifica o pagheranno sempre soltanto i soliti? Temo la seconda che ho detto, così va la vita effettivamente.
Gianfranco Uber


Fei dal Vernacoliere


ILVA
Matteo Bertelli


Ilva
Marilena Nardi