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giovedì 21 luglio 2016

Il giornale satirico turco LeMan è stato chiuso dalla polizia di Erdogan

Turkish satire magazine "LEMAN" today closed by Erdogan's police.
Dear friends, please share this notice !!
Gli amici Turchi mi hanno invitato a diffondere la notizia che il giornale satirico "LEMAN" oggi è stato chiuso dalla polizia di Erdogan, diffondete per favore !!!!

Questa è la copertina del numero speciale sul golpe sarebbe dovuto uscire nelle edicole
Ma nella notte il giornale è stato chiuso così pure il sito web
Qui l'articolo sullo Spiegel
Nel disegno, la mano sinistra dice: "Io guido i soldati."  La mano destra dice: "Vedo [come Accetto la vostra sfida] ., Guido il 50%" (Erdoğan spesso dice di avere 50 % dei voti.)


la notizia anche su CRNI


martedì 2 febbraio 2016

NONE OF THAT, un fantastico corto contro la censura









None of That - Official from None of That on Vimeo.

Anna Hinds Paddock, Isabela Littger de Pinho e Kriti Kaur raccontano in questo splendido corto la censura nell’Arte.
Protagonisti un simpaticissimo custode di museo ed una terribile suorina ninja, che impersona la censura.



Nota:
Il corto è antecedente alla visita in Italia di Rohani ed al relativo scandalo delle statue nascoste negli scatoloni dai funzionari capitolini.

martedì 1 dicembre 2015

Zerocalcare censurato

da Popoff



Nelle settimane scorse la censura aveva attaccato il popolare fumettista Zerocalcare, attivo nella piattaforma solidale Rojava Calling a sostegno della Staffetta romana per Kobane, presente sul territorio curdo con iniziative che vanno dal trasporto di aiuti, economici e sanitari, alla preziosa campagna di controinformazione. Il motivo? La vignetta che aveva disegnato e pubblicato denunciava i cruenti fatti di Cizre, cittadina all’estremo sud-est della Turchia, e per questo veniva oscurata dai guardiani di Facebook senza tante spiegazioni. Forse, il brutale massacro subito a settembre dalla popolazione civile nella cittadina del Kurdistan turco da parte dell’esercito del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan avrebbe potuto essere un dettaglio molto scomodo per il governo e per gli alleati occidentali; gli stessi infatti che si servono del regime turco in qualità di strategico avamposto militare e campo di prigionia destinato ai profughi curdo-siriani.




Nota:

"Cizre, estremo sud-est della Turchia. Il 4 Settembre 2015 un provvedimento dichiara lo stato di emergenza: viene imposto il coprifuoco 24 ore su 24. Nessuno può uscire di casa. Non c’è acqua né corrente elettrica, i cellulari non funzionano. La città è isolata dal mondo. Comincia l’assedio".

martedì 27 settembre 2011

Il comma ammazza blog

Marilena Nardi



Censurare Internet per salvare il premier
Per sottrarre il premier alla giustizia questa volta, la Rete italiana rischia la censura.

Se, infatti, come appare ormai probabile nelle prossime ore il Parlamento riprenderà l’esame del famigerato ddl intercettazioni e il Governo ricorrerà, ancora una volta, al voto di fiducia, il nostro ordinamento si arricchirà di una nuova disposizione in forza della quale tutti i gestori di siti informatici saranno tenuti a disporre la rettifica di ogni informazione pubblicata online entro 48 ore dall’eventuale richiesta, fondata o infondata che sia.

In assenza di tempestiva rettifica, la sanzione sarà quella di una multa sino a 12 mila euro.

E’ questo il contenuto del comma 29 dell’art. 1 del disegno di legge n. 1611 che già la scorsa estate aveva minacciato di mettere un enorme cerotto sulla bocca – o meglio sulla tastiera – della blogosfera italiana.

In occasione del precedente dibattito parlamentare sul ddl – dibattito che questa volta potrebbe addirittura non esserci complice il voto di fiducia – nonostante l’ampio movimento di opinione sollevatosi contro l’approvazione della norma, nessuno, in Parlamento, aveva ritenuto di intervenire in modo determinato per eliminare dal testo “ammazza informazione”, almeno la norma c.d. “ammazza blog”.

Questa volta le speranze di un intervento in extremis per salvare, almeno, l’informazione libera che corre in Rete, appaiono ancora di meno perché maggiore è il bisogno della maggioranza – o di ciò che resta del clan dei compagni di merenda del premier – di disporre delle nuove regole anti-intercettazioni e perché, comunque, il Governo ha già manifestato l’intenzione di ricorre al voto di fiducia.

L’entrata in vigore del ddl e, in particolare, del comma 29 dell’art. 1 nella sua attuale formulazione ridisegnerebbe, in maniera importante e in chiave restrittiva e censorea, la mappa dell’informazione libera sul web.

Il punto, come ho già scritto in altre occasioni, non è sottrarre il blogger alla responsabilità per quello che scrive perché è, anzi, sacrosanto che ne risponda ma, più semplicemente riconoscere ladifferenza abissale che c’è tra un blog e un giornale o una televisione e tra un blogger – magari ragazzino – e un giornalista, una redazione o, piuttosto, un editore.

Il primo – salvo eccezioni – sarà portato a rettificare “per paura” e non già perché certo di dover rettificare mentre i secondi, dinanzi a una richiesta di rettifica, ci pensano, ci riflettono, la esaminano, la fanno esaminare e poi solo se sono davvero convinti di dovervi procedere, vi provvedono.

Imporre un obbligo di rettifica a tutti i produttori “non professionali” di informazione, significa fornire ai nemici della libertà di informazione, una straordinaria arma di pressione – se non di minaccia – per mettere a tacere le poche voci fuori dal coro, quelle non raggiungibili, neppure nel nostro Paese, attraverso una telefonata all’editore e/o al principale investitore pubblicitario.

Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l’urgenza della maggioranza nell’approvazione del ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione.

Inutile ripetere che le conseguenze dell’entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell’economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa – lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione – a seguito dell’invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica.
Guido Scorza

Angel Boligan