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sabato 7 maggio 2011

La foto di Bin Laden

Dave Brown -The Indipendent

Tutto il mondo aspetta di avere le prove della morte di Osama bin Laden , un video anche solo una foto, ma Osama preferisce non mostrare nulla, lasciando tutti nella perplessità.
Due autorevoli pareri , Gramellini e Camon e tante vignette:

È meglio nascondere che eccitare
di Massimo Gramellini
Mostrare o non mostrare, questo è il problema. Se sia più saggio oscurare il cadavere bucherellato e far dubitare gli scettici, oppure esibirlo in mondovisione e far imbufalire i fanatici. La civiltà dell’immagine è priva di immaginazione. In essa esiste solo ciò che appare. Le narrazioni possono ancora sfamare qualche riserva residua di sognatori. Gli altri non si fidano. Vogliono la prova visiva: il labiale, il plastico, il moviolone.

Non è stato sempre così. Il Tommaso che per convincersi della resurrezione del Maestro ha bisogno di toccarne le ferite con mano è probabilmente il frutto di un’insinuazione malevola, ma anche la prova lampante che in duemila anni lo scenario si è ribaltato. Allora, quando si voleva parlar male di qualcuno, si diceva che doveva vedere per credere. Adesso, in tempi di scarsa fede e di scarsissima fiducia verso le autorità costituite, il vedere è diventato invece una condizione preliminare del credere. E’ tipica delle epoche barbare, questa necessità di esibire in pubblico lo scalpo del condottiero nemico ucciso, la cui testa decollata veniva infilata in cima a una picca e mostrata dagli spalti della fortezza per sollevare il morale alle proprie truppe e indurre alla resa quelle altrui.

http://www.eluniversal.com.mx/img/2011/05/Car/boligaaan.jpg Angel Boligan
Nella società dello spettacolo il fenomeno si è dilatato e complicato. Grazie alla tecnologia, gli spalti da cui mostrare lo scalpo si affacciano sul mondo intero. E l’emotività esasperata del bambin-uomo moderno rende le reazioni del nemico assai meno prevedibili. Chi garantisce alla Cia che la foto dei lineamenti deturpati di Osama bin Laden, lungi dal deprimere i suoi seguaci, non finisca piuttosto per fomentarne il fanatismo, trasformandosi in un oltraggio anche peggiore della morte, in una provocazione da vendicare? L’immagine corre in superficie, e corre veloce, accidenti a lei, e basta che un fessacchiotto bruci il Corano in un paesino sperduto della Florida perché due ore dopo, e a due oceani di distanza, le piazze degli integralisti entrino in ebollizione.

Per questa e altre ragioni, condivido la decisione americana di non mostrare «la pistola fumante». Tanto gli scettici continuerebbero comunque a dubitare della verità rivelata, come già dubitano della conquista della Luna e dell’Undici Settembre. Insinuerebbero di foto rivisitate al computer. E nelle ultime e cruente immagini di Osama troverebbero sicuramente un particolare a cui appendersi per giustificare la teoria della messinscena. In compenso i fanatici di Bin Laden non verrebbero attraversati dal minimo dubbio e farebbero di quelle foto la loro Spoon River. No, meglio lasciar perdere. Alle barzellette ho sempre preferito i proverbi e ce n’era uno che mio padre non si stancava di ripetermi durante l’adolescenza: «La verità è nuda. Tocca alla saggezza rivestirla».


https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEha8H3tl_aubYsacrQ2zBy9JI45M9bKrwywpQxLjF9v8a22UCAWXzuKQlZJPLWC6GxqpGEq9zb5fXSxMmHKqAdBwthufg-54uhkz0WVrNi125vn1SP3soWu8vbThuu8E0r94LpslU792XM/s1600/foto.JPG
dica formaggio
Pubblicato da fabio
Etichette: foto, magnasciutti, obama, osama


REALITY (BIN BROTHER I S WATCHING YOU)

Il raccapricciante video dell'uccisione di Bin Laden visionato alla Casa Bianca in maniera riservata, per il momento.

Pubblicato da uber
Etichette: bin laden, informazione, REALITY, tv

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheUPdgsFZ4DPEV87rPHnlatQZpzXYcIvzUhBVGDbF3UXiPoQTO_LbribbbOt1n9G6fUhyhWoee0QVjPVMNPHL3dJ02go91pNla-xNLWxDMVwSG54Lj6zu5WyNMfR3YN9tlpmzebppZ-eQ/s1600/FOTO+BIN+LADEN1.jpg
nico pillinini


http://media.caglecartoons.com/media/cartoons/95/2011/05/05/92793_600.jpg
Dave GRANLUND



4 maggio 2011, ore 17

Bin Laden e noi

Di Ferdinando Camon

Ho (ma anche voi l’avrete) una coppia di islamici che abita qui vicino, discreta, silenziosa, educata. Gente a posto.Non ho mai capito cosa pensavano di Bin Laden, io non andavo e loro non andavano sull’argomento, però a un certo punto hanno avuto un figlio, maschio, e l’hanno chiamato Osama. Un segnale? Non lo escludo. C’erano, ci sono, islamici intorno a noi, per i quali Bin Laden era una “figura interiore”, un totem a cui affidare il riscatto e la salvezza. Non illudiamoci che non sia così.
Ora Bin Laden è morto, e la sua morte lascia tanti dubbi. Chi gli ha sparato? Era armato o no? Perché hanno buttato subito il suo corpo in mare? Dove sono le foto, si posson vedere? Dove sono la moglie ferita e il figlio ammazzato? Dei 4 elicotteri impiegati, uno è andato perduto, s’è guastato? è stato colpito? chi l’ha fatto esplodere? Il governo del Pakistan non era informato del blitz, è un paese inaffidabile? e come mai ha la bomba atomica? Qualcuno ha tradito Osama? Per denaro? C’era su Osama una taglia di 50 milioni di dollari, questa è una vittoria del dollaro? Sì, sapere queste cose aiuta, ma la novità non cambia: Bin Laden è morto, un’epoca è finita. Cosa rimane di quell’epoca, cosa insegna al mondo, all’America, all’Europa, e a noi, che abbiamo a che fare con tanti islamici in casa nostra?
Gli islamici che odiano l’Occidente, non lo odiano per come l’Occidente li tratta, ma per quello che è. Sono emigranti poveri, ma si sentono portatori di una civiltà superiore. Il “califfato” che era nel programma di Bin Laden indica un sistema in cui il capo sia un’autorità insieme politica, militare e religiosa. Bin Laden proponeva se stesso in questo ruolo. Quelli che lo seguivano sognavano un mondo islamico non calpestato dagli scarponi dell’America, non compromesso dagli affari con l’Occidente, non arrendevole ai costumi corrotti delle società cristiane, un ritorno alla purezza originaria. Questa marcia a ritroso nella storia andava imposta con la forza, e la forza delle organizzazioni che non hanno esercito sta nel terrorismo. Al Qaeda era un’organizzazione insieme chiusa e aperta. Emetteva ordini a militanti organizzati in squadre, come l’attacco alle Due Torri, e direttive a coloro che volevano-potevano eseguirle, spontaneamente. Tutt’e due questi comandi contavano sull’autorità di Osama. Ora che Osama non c’è più, le due forme di comando entrano in crisi. Non c’è un vice-leader predestinato al comando. Una parte dei commenti americani pensano che Al Qaeda possa morire. Potrebbe succedere se coloro che combattono contro l’Occidente in nome di Al Qaeda lo facessero perché Al Qaeda glielo ordina, e non perché odiano l’Occidente, ma temo che non sia così. E che la fetta di Islam che odia l’Occidente possa farsi viva d’improvviso, con qualche colpo micidiale per noi, che siamo (America ed Europa) vulnerabili e non posiamo farci niente. Ma il sogno di Osama era quello di guidare, con la sua fetta di Islam fanatico, l’Islam globale. E ora sappiamo che la storia non lo segue. Nell’Islam a noi più vicino l’epoca dei regimi totalitari e dei popoli sottomessi si sta sfasciando. I popoli vogliono la cacciata dei capi e più democrazia. Non sanno cos’è la nostra democrazia, e non sono maturi per gestirla, ma sanno che la loro non è democrazia. Non siamo stati noi a uccidere il qaedismo, a espellerlo fuori-storia, sono le rivolte dei popoli arabi. Le società arabe erano le più deboli economicamente, e la grande crisi globale, abbassando il livello di vita di tutto il mondo, ha ridotto il livello dei paesi più deboli sotto la soglia della fame. Le rivolte per la democrazia sono state anche rivolte per il pane. Man mano che quelle rivolte trionfavano, il qaedismo crollava. Alla fine Osama è morto, ma era già un vinto.


http://media.caglecartoons.com/media/cartoons/46/2011/05/04/92727_600.jpg
Obama rebirth certificate
By Jimmy Margulies, The Record of Hackensack, NJ


http://0.tqn.com/d/politicalhumor/1/7/6/4/4/Conspiracy-Theory-Stimulus.jpg
Conspiracy Theory Stimulus
1°- President Obama today decided not release
      Oggi il presidente Obama ha deciso di non rilasciare
2°- photos of osama bin laden's allegedly dead body
      la foto di Osama bin Laden  cadavere
3°- as part of a secret government plan to create new jobs
      come parte di un piano segreto del governo per creare nuovi posti di lavoro4°- for millions of out-of-work conspiracy theorists.
      per  milioni di senza lavoro, teorici della cospirazione.RJ MATSON
http://0.tqn.com/d/politicalhumor/1/7/L/3/4/Osama-Mission-Accomplished.jpg
Mission Accomplished
Political Cartoons of the Week - Best Political Cartoons

Giannelli http://www.corriere.it/
http://0.tqn.com/d/politicalhumor/1/7/A/4/4/Obama-and-the-Devil.jpg
Osama and the Devil
Political Cartoons of the Week - Best Political Cartoons

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giovedì 17 giugno 2010

Obama, president Cinderella.


PRESIDENT CINDERELLA
St Louis Post-Dispatch June 3, 2010
RJ MATSON

Cenerentola, ripulisci Wall Street!
Cenerentola, l'Afghanistan è un casino!
Cenerentola, salva l'industria dell'auto!
Cenerentola, la sanità non funziona!
Cenerentola, servono più posti di lavoro!
Cenerentola, non scordarti il riscaldamento globale!
Cenerentola, rendici energeticamente indipendenti!
Cenerentola, ferma la fuoriuscita del petrolio BP!
Cenerentola, fai saltare qualche testa!
Cenerentola, facci vedere dell'emozione!

PS: i topini del Tea Party:
Cenerentola, facci vedere il tuo certificato di nascita!


Obama Vuvuzela
By Nate Beeler - The Washington Examiner


Obama parla alla nazione sulla marea nera: «Bp pagherà. Il futuro sono le energie pulite»
Presidenziale, deciso, pronto a giocare al rilancio partendo da una posizione di debolezza, Barack Obama ha parlato ieri notte per la prima volta agli americani dall'intimità dell'Ufficio Ovale, per chiamarli a raccolta nella battaglia contro la marea nera. Una battaglia con tre fronti ben definiti. Il primo riguarda la sfida per ripulire le acque e le coste e le paludi e gli uccelli coperti di petrolio appicicaticcio. Il presidente ha promesso che entro le prossime settimane si dovrebbe poter "catturare" almeno il 90% del petrolio che fuoriesce dal "buco" nelle profondità dell'oceano.
Una promessa virtuale perché le stime della fuoriuscita continuano ad aumentare e ieri sono passate addirittura a 60.000 barili al giorno. Il secondo fronte aperto da Obama ieri notte riguarda la sicurezza per chi ha perso il lavoro, abitudini, passioni e uno stile di vita «a cui si erano abituati da generazioni». In questo caso il messaggio è stato chiarissimo e duro: «Pagherà la Bp… gli dirò che cosa mi aspetto da loro», ha tagliato corto il presidente senza neppure ipotizzare una possibilità di dialogo con il colosso petrolifero che starà semplicemente ad ascoltare le imposizioni finanziarie e organizzative della Casa Bianca.
continua


IL POZZO DEI DESIDERI

Falliti tutti i tentativi pratici per bloccare la falla sottomarina.
Ora restano quelli fantasiosi.

Pubblicato da uber Uber Humour
Etichette: ambiente, inquinamento, OBAMA, petrolio

venerdì 5 marzo 2010

Il pedale dell'acceleratore Toyota .


Steve Bell The Guardian

"Il grave problema di affidabilità che ha funestato Toyota nei mesi scorsi: il famigerato pedale dell’acceleratore che si blocca senza tornare in posizione “zero” continua a piantar grane. L’ultima, comunicata dalla casa stessa, è che il mega richiamo di milioni di veicoli finora confinato agli USA, raggiungerà anche l’Europa."

Leggevo questo in gennaio ... stamane hanno riparato il pedale dell'acceleratore della mia Yaris.
Ho ricevuto la lettera, tramite corriere, per prendere appuntamento presso il concessionario e sottoporre l' auto ad un intervento di circa 30 minuti. Non mi aveva mai dato problemi ... ora però sono più tranquilla.
Non avrei voluto ritrovarmi nelle situazioni delle vignette che ho colto dal web di famosi cartoonists internazionali.


Nate Beeler, The Washington Examiner, Washington, D.C.


Dave Granlund, Massachusetts


Mike Keefe, The Denver Post


R.J. Matson, NY, The New York Observer and Roll Call

venerdì 22 gennaio 2010

Ma,,, davvero!


Portos/comic strip

Sensazionali confessioni.
Il coraggio di ammettere i propri errori :



Nate Beeler, The Washington Examiner, Washington, D.C.
Visit Nate's site.


Randy Bish, Pittsburgh, PA -- the Tribune-Review
Visit the Tribune-Review



R.J. Matson, NY, The New York Observer and Roll Call
Visit RJ




"Vorrei non aveva mai giocato durante l'era degli steroidi"
Nel 2010, McGwire ha ammesso pubblicamente di aver fatto uso di sostanze dopanti durante la sua carriera.

Vorrei non aver mai fatto money manager durante l' era avidità
Madoff ha ammesso di essere l'unico responsabile della truffa da lui ideata.
La dimensione della truffa messa in piedi da Madoff è almeno tre volte più grande dell'ammanco causato dal crac Parmalat.

Vorrei non esser stato mai sposato durante l'epoca Hot Babes

Tiger Woods ha ammesso le infedeltà alla moglie .



Joe Heller, Wisconsin -- The Green Bay Press-Gazette




John Cole, Scranton, PA, The Times
Visit John's site

Un applauso alla sincerità di Mcwire!... sarebbe bello che anche "altri noti " confessassero le proprie colpe e si ritirassero...

venerdì 15 gennaio 2010

Haiti Terremoto (vignette dal mondo)

HAITI QUAKE... by all the top cartoonists!

Aiutamo la popolazione di Haiti!
click to enlarge

Haiti Cries For Help
By RJ Matson - The St. Louis Post Dispatch
NY, The New York Observer and Roll Call
Visit RJ -- E-Mail RJ --


Dave Granlund, Massachusetts
E-mail Dave. Visit Dave's site.




John Sherffius, Colorado, Boulder Daily Camera
E-mail John.




HAITI
By Olle Johansson - Sweden




Haiti Earthquake
By Keefe - The Denver Post



Haiti quake
By Peray - Thailand


Haiti Aid

By Daniel Kurtzman, About.com



Haiti Devastation

By Daniel Kurtzman, About.com


Obama and Haiti
By Daryl Cagle - MSNBC.com


Haitian Voodoo Doll
By John Cole - The Scranton Times-Tribune



Quake in Haiti
By Nate Beeler - The Washington Examiner



Peter Brookes
/The Times



Martin Rowson/The Guardian


Martin Rowson/The Guardian

12-gennaio 2010
Un terremoto di magnitudo(Mw) 7 è avvenuto alle ore 22:53:09 italiane del giorno 12/Gen/2010 (21:53:09 12/Gen/2010 - UTC).
Il terremoto è avvenuto nel distretto sismico: Haiti region.

L’epicentro del terremoto e’ a circa 15 km a Sud-Ovest di Port-Au-Prince, Haiti, 140 km circa ad Est di Les Cayes, Haiti, e circa 145 km a Ovest-NordOvest di Barahona, Repubblica Dominicana.

La tettonica di questa regione e’ estremamente complessa, ed e’ caratterizzata dalla presenza di una coppia di grandi faglie trasformi sub-parallele con andamento Est-Ovest, e di due zone di subduzione. Il terremoto del 12 Gennaio 2010 e’ avvenuto sulla faglia trasforme piu’ a Sud, che ha movimento sinistro. Il meccanismo focale di questo evento, quindi, era di tipo trascorrente sinistro, per cui non si sono verificate condizioni tali da generare uno tsunami nella regione. La profondita’ ipocentrale e’ stata di 10 km, e quindi si e’ trattato di un evento crostale superficiale, con grandi capacita’ di infliggere gravi danni alle costruzioni.

La popolazione residente nell’area interessata dal terremoto vive in costruzioni generalmente molto vulnerabili allo scuotimento sismico, anche se qualche struttura resistente esiste. In ogni caso, stime fornite dall’ USGS parlano di 3000 persone esposte a scuotimento “estremo”, 1.849.000 persone esposte a scuotimento “violento”, 981.000 a scuotimento “severo”, 433.000 a scuotimento “molto forte”, ed oltre un milione di persone esposte a scuotimento “forte”.
Le notizie appena fornite (evento superficiale di grande magnitudo, avvenuto in prossimita’ di aree urbane densamente popolate e particolarmente povere) fanno pensare a conseguenze gravissime per questo terremoto.
La regione in questione e’ sede di una sismicita’ di fondo caratterizzata da numerosi eventi di magnitudo inferiore a 5.5, e da alcuni eventi di magnitudo tra 6.5 e 7.0. La sismicita’ strumentale degli ultimi 40 anni circa non ha mai mostrato eventi di magnitudo significativamente maggiore di 7. In particolare, il 24 Giugno 1984 (UTC), un evento di magnitudo 6.7 si verifico’ a circa 330 km ad Est dell’epicentro del 12 gennaio 2010, nella Repubblica Dominicana, provocando l’esposizione di circa 320.000 persone a scuotimento “molto forte”, e di 2.964.000 persone a scuotimento “forte”. In quell’occasione il terremoto provoco’ 5 morti.
Recenti eventi sismici avvenuti in quest’area, infine, hanno causato frane che possono aver contribuito ad amplificare i danni del terremoto del 12 gennaio 2010.( INGV-CNT)



martedì 20 ottobre 2009

Ballon boy

Pallone o UFO?


Politicalcartoons.comDave Granlund, Massachusetts


non ci vuole molto...per a farsi trasportare viaaaaaaaaaaa
basta un pallone....


R.J. Matson, NY, The New York Observer and Roll Call

il ragazzino prima tutto indifferente ...

Mike Luckovich, The Atlanta Journal-Constitution
poi si nasconde ...

Bruce Plante, Tulsa World, Tulsa, OK

Qualcuno si chiede sarà il pallone del deficit?

Jeff Koterba, Omaha World Herald, NE

o quello della riforma sanitaria ...


Rob Rogers, The Pittsburgh Post-Gazette, Pennsylvania
....
ragazzate!
http://gliamicidiernesta.devil.it/images/smiles/rotfl2.gif

PS: aggiungo questa bellissima news



Peter Brookes http://www.timesonline.co.uk/tol/news/