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sabato 20 luglio 2013

Affare kazako: Alfano non lo sapeva ...

 ... e se non lo sapeva è ancora peggio

19 luglio
Senato si vota la sfiducia al ministro degli Interni Angelino Alfano per l'estradizione della signora Alma Shalabayeva e di sua figlia

Letta ha difeso il suo vice: "I fatti descritti ci lasciano attoniti e non sono tollerabili nell'Italia 2013. Specie nei confronti di una donna e di una bambina", ma è "inoppugnabile l'estraneità di Alfano".
Voti:
226 no, 55 sì, 13 astenuti.


Etichette: Alfano, Kazakistan, postcards, Shalabayeva



Etichette: Angelino Alfano, berlusconi, E' una storia vera, Enrico Letta, Governo Letta



Informing Alfano

Natangelo


Test
Una farfalla, evidente.
Mauro Biani


18/07/2013
Il ministro ombra
massimo gramellini

È possibile che travestire una palestra da prima casa sia colpa infinitamente più grave che consegnare moglie e figlia di un dissidente al satrapo di un Paese fornitore di petrolio. Quindi non le dimissioni della perfida Idem si pretendono dal timido Alfano, ma semmai un’immissione sulla poltrona di ministro dell’Interno, che per sua stessa ammissione è attualmente disabitata. Alfano ha un vero talento nel non abitare le poltrone che occupa. Sarà per questo che gliene offrono in continuazione. Se fosse stato effettivamente il segretario del Pdl, quando il proprietario del partito gli fece ringoiare la promessa delle primarie avrebbe dovuto dimettersi. Ma lui non è il segretario del Pdl, lui non è il ministro dell’Interno, lui probabilmente non è neanche Alfano, ma un cortese indossatore di cariche per conto terzi. Tra le tante squisitezze che ha pronunciato l’altro giorno al Senato vi è l’affermazione perentoria che al cognato della signora kazaka (o kazakistana, per citare quell’acrobata del vocabolario di La Russa) i poliziotti non abbiano torto un capello. E pazienza se nell’intervista al nostro Molinari il cognato racconta di essere stato preso a pugni e ceffoni, come conferma il verbale del pronto soccorso pubblicato dall’«Espresso». Alfano era e rimane all’oscuro di tutto: pugni, ceffoni, cognati, forse anche che esista una polizia e che sia alle sue dipendenze.

Rimane la speranza che certi giudizi come questo lo offendano a morte e che in un soprassalto di dignità il ministro ombra di se stesso si dimetta, preferendo passare per responsabile che per inutile. Ma la nostra è, appunto, solo una speranza.





Non esiste
Napolitano: “Se cade il governo contraccolpi irrecuperabili per Paese”. Senato, Pd voterà no alla sfiducia.
E via, avanti avanti.
Mauro Biani


Claudio Cadei



Sfiducia
Paolo Lombardi



Vukic



SERGIO STAINO


SERGIO STAINO


L’AMACA del 20 luglio 2013 (Michele Serra)
20 luglio 2013

Non credo che il Pd abbia salvato Alfano (e il governo Letta) “per le poltrone”, come si sente dire in rete. C’è una malattia forse peggiore del potere, dentro la sinistra italiana, ed è la paura. Quella forma specifica di paura che è la paura di non essere all’altezza, di essere inadeguati, di sbagliare la mossa, di rischiare a viso aperto. Mai una volta che si provi a fare o a dire la cosa giusta senza chiedersi, trepidanti, quali saranno le conseguenze, chi ti sgriderà (per esempio il Colle, che nella nostra democrazia ha il ruolo del Padre), chi sarà scontento di te e te lo farà osservare, mettendoti in crisi. È tipica del non-adulto, questa esitazione imbronciata, come se le spalle non fossero mai abbastanza larghe da sopportare il peso delle conseguenze. Ma le conseguenze ci sono poi lo stesso. Anche le conseguenze del non fare, del non dire, del non scegliere. Si perde piano piano fiducia, si perde sicurezza, stima di sé.

Nella scena finale dell’Attimo fuggente di Peter Weir gli alunni di una classe si trovano costretti a scegliere, in pochi decisivi istanti, se salire in piedi sul banco, e ribellandosi diventare grandi, o rimanere seduti a capo chino, come bambini impauriti. È solo un film. Ma è un bellissimo film.

(La Repubblica)




 I tagli della politica
Romaniello


Paride Puglia



20 luglio 

Spunta il cablo kazakistano

Cablo da Astana: "Deportate la Shalabayeva"
L'ordine dal Kazakhstan che inchioda Alfano

Il blitz avviato da un messaggio del 28 maggio: "Anche lei è un obiettivo". E così si rivela che l'operazione aveva come scopo finale il trasferimento fuori dall'Italia dell'intera famiglia Ablyazov. E la nostra polizia è stata messa a disposizione di un governo straniero

di CARLO BONINI e FABIO TONACCI

CI HANNO raccontato per cinquanta giorni - dal ministro Angelino Alfano, al suo capo di gabinetto, all'intero Dipartimento di Pubblica Sicurezza - che la notte del 28 maggio la nostra Polizia, teleguidata dalla diplomazia kazaka accampata al Viminale, cercava solo Mukhtar Ablyazov, "un pericoloso latitante". E che quando la caccia si rivelò infruttuosa la storia fini lì. Che di Alma Shalabayeva e della sua bimba Alua di 6 anni nessuno sapeva, né poté sapere, se non a cose fatte. Che la loro espulsione fu un "danno collaterale".

Per "un blocco cognitivo". Per un cortocircuito dei "flussi informativi ascendenti e discendenti". Ebbene, è un falso. Ora documentabile.

Negli atti allegati alla relazione del Capo della Polizia Alessandro Pansa e depositati all’attenzione dei senatori che ieri hanno rinnovato la fiducia al ministro, una nota Interpol proveniente da Astana la mattina del 28 maggio chiede alla nostra Polizia, alla vigilia del blitz, di identificare, fermare e “deportare” la donna che i kazaki ritengono viva con Ablyazov e che con lui dovrebbe trovarsi all’interno della villa di via di Casal Palocco 3. Alma Shalabayeva, nata il 15 agosto 1966. Anche questo, un “dettaglio” cruciale espunto dalla sintesi della relazione finale del Capo della Polizia letta in Senato venerdì scorso da Alfano. Per ragioni evidenti. Dissimulare una verità che giorno dopo giorno si conferma tuttavia incoercibile. Che, sin dall’incipit, l’operazione orchestrata tra Astana e Roma aveva un unicoobiettivo. L’intera famiglia Ablyazov. E che a quell’operazione tout-court il ministro dell’Interno Alfano diede impulso mettendo a disposizione dei kazaki la nostra Polizia.
Vediamo.
IL PRIMO CABLO DA ASTANA
La mattina del 28 maggio, alle 10,15, sui terminali di “Arianna”, il sistema informatico della nostra Direzione Centrale della Polizia Criminale, lampeggia l’alert che indica l’arrivo di una nota Interpol. Il cablo è in lingua inglese, porta il numero 22/3-1614 e proviene dall’ufficio collegato di Astana, Kazakistan. È la nota — ne abbiamo dato conto nei giorni scorsi — che di fatto resuscita un polveroso inserimento di un ordine di cattura internazionale nei confronti del cittadino kazako Mukhtar Ablyazov inserito nel sistema Interpol nel marzo del 2009, ma da allora rimasto in sonno.
Sappiamo già che, nel sapiente canovaccio predisposto dai kazaki, la nota è cruciale. Deve cioè attivare l’ufficio Interpol italiano obbligandolo ad aggiornare la banca dati delle nostre polizie. Un passaggio cruciale necessario a eccitare, di lì a poche ore, il capo della squadra Mobile di Ro-ma e a convincerlo che le richieste che si sentirà fare dall’ambasciatore Yelemessov (la visita in Questura è delle 15.30) hanno una patente di legittimità.
Alle 12.26, il cablo kazako comincia dunque ad essere lavorato e tradotto dai nostri uffici Interpol i quali, sulla base delle informazioni che hanno ricevuto, attestano che “Ablyazov Mukhtar” è un ricercato, utilizza false identità, e — si legge testualmente — «vive a Roma, in una villa in affitto in via di Casal Palocco 3 di proprietà di una cittadina tedesca, utilizza una macchina modello Volvo XC90 targata EP241FJ e unLancia Voyager con targa olandese».Ancora: «È spesso accompagnato da un maschio asiatico che guida una Nissan Qashqai targata EM089MZ e potrebbe essere scortato da bodyguard armate in grado di reagire al suo arresto». Nello stesso cablo, i kazaki chiedono alla nostra Polizia di verificare queste informazioni e procedere all’arresto del lati-tante, «verificando l’identità di altri eventuali uomini presenti nella villa». Quindi, una chiosa. Già in qualche misura cruciale. «Non è escluso — si legge — che, nella stessa villa in affitto, viva con Ablyazov sua moglie, una cittadina kazaka di nome Alma Shalabayeva Boranbaevna, nata il 15 agosto 1966».
LA PRIMA MENZOGNA
Tradotto in italiano, il cablo 22/3-1614 — come documentano gli atti dell’inchiesta interna del Capo della Polizia — viene trasmesso alla Questura di Roma alle 16.57. E dunque, è possibile sostenere, senza ombra di dubbio, che, il pomeriggio del 28, la nostra Polizia, il capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Alfano stesso,appunto.abbiano le informazioni necessarie per sapere che, nell’operazione di “cattura del pericoloso latitante”, balli anche il nome della moglie che con lui vive. La Shalabayeva, Chi ha sostenuto il contrario, non dice il vero. E chi “non ricorda” di aver «mai sentito parlare di una donna» — e sono in molti, diciamo pure tutti i protagonisti dell’af-faire all’interno del Viminale — o ricorda molto male o tace la verità.
Ma c’è di più.
“DEPORTATELA”
Sempre quel 28 maggio, qualche ora dopo il primo cablo e mentre a Roma l’ambasciatore kazako fa flanella nell’ufficio di Procaccini in attesa di verificare con i propri occhi che all’operazione venga dato semaforo verde dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza (il blitz scatterà alla mezzanotte), Astana decide di inviare una nuova nota Interpol a Roma. È il cablo 22/3-1625.
Leggiamo: «In aggiunta al nostro precedente messaggio concernente l’arresto del ricercato Ablyazov Mukhtar vi informiamo che con lui potrebbe vivere sua moglie Alma Shalabayeva. Vi confermiamo che è una cittadina kazaka, che ha un passaporto kazako NO816235 rilasciato il 3 agosto 2012 e un secondo passaporto N5347890 rilasciato il 23 aprile 2007. La Shalabayeva potrebbe inoltre utilizzare un falso passaporto di un altro Paese, presumibilmente della Repubblica Centro Africana, con numero 06FB04081, rilasciato a nome Ayan Alma l’1 Aprile 2010. A tal riguardo, vi chiediamo dunque di identificare tutte le donne che vivono nella villa di Casal Palocco (…) e, qualora fosse provato che Alma Shalabyeva è in Italia illegalmente (con uso di documenti falsi), chiediamo alle rispettabili autorità italiane di “deportarla” in Kazakistan. Vi preghiamo di fornirci le informazioni sui soggetti in questione e di informarci anche in caso di esito negativo delle ricerche».
LA PROVA REGINA
Eccola, dunque, la prova regina del macroscopico insabbiamento della verità che in questi 50 giorni ha negato prima la logica, quindi l’evidenza dei fatti, aggiustando versioni di comodo in corsa. Eccola l’«inoppugnabilità» dei documenti, per parafrasare il premier Enrico Letta nella sua accorata difesa di Alfano. Che però, come si vede, non assolve il ministro, ma lo affossa con l’intero apparato. Non ci fu “un prima” e un “dopo” nell’Operazione Ablyazov. Alla vigilia del blitz, i kazaki avvertirono l’autorità politica e gli apparati della sicurezza italiani che nella caccia grossa a Casal Palocco le prede erano due. Mukhtar Ablyazov e Alma Shalabayeva, di cui veniva segnalato in anticipo persino il falso passaporto centro africano che avrebbe poi effettivamente mostrato al momento del fermo. Con una differenza. Per Mukhtar, esisteva un titolo almeno formale che ne giustificava la cattura. Alma aveva la sola colpa di essere la sua compagna, madre di una bimba di 6 anni. «Vi chiediamo di deportarla». 28 maggio 2013. Tutti sapevano. Nessuno ha detto la verità. Che, per giunta, ieri in Senato, era sotto gli occhi di tutti. Soltanto a volerla vedere.
(La Repubblica)




Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



Altan


QUESTIONE DI VOCABOLARIO
Non sappiamo neanche come si chiamino di preciso,
ma ubbidiamo a loro come schiavi.
Come se non bastassero le dittature interne
e quelle storiche degli "alleati",
ora anche il Kazakistan ci impartisce ordini.
E noi
- poveri idioti -
calpestiamo i diritti civili in loro vece.
Un gran bel governo, non c'è che dire !!
Roberto Mangosi

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    martedì 14 maggio 2013

    Governo Letta

    Napo, Letta e Lettino
    Chissà cosa ci troveremo dentro il Letta più piccolo?
    Marilena Nardi



    Il Governo Letta è il 62º governo della Repubblica Italiana, il primo della XVII Legislatura, in carica a partire dal 28 aprile 2013, giorno in cui ha prestato giuramento.

    L'incarico di formare il governo è stato affidato ad Enrico Letta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 24 aprile vista l'impossibilità di dar vita a un governo guidato da Pier Luigi Bersani, capo della coalizione di centrosinistra uscita vincitrice alle elezioni del 24 e 25 febbraio ma priva della necessaria maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Il governo è composto da esponenti delle forze politiche che lo sostengono (Partito Democratico, Il Popolo della Libertà, Scelta Civica e Unione di Centro), oltre ad Emma Bonino dei Radicali Italiani e alcuni indipendenti. Governo uscente è il Governo Monti, dimessosi il 21 dicembre 2012 ma rimasto comunque in carica per la normale amministrazione.

    Il Governo ha ottenuto la fiducia alla Camera il 29 aprile 2013 con 453 sì, 153 no e 17 astenuti.Il giorno successivo ha ottenuto la fiducia anche al Senato con 233 sì, 59 no e 18 astenuti.


    Nomina regolare
    Gianfranco Uber


    PORTOS / Franco Portinari



    VAURO

    Bertolotti e DePirro





    Giannelli - Corriere della sera

    Giorgio Forattini




    Tiziano Riverso


    Tiziano Riverso


    Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


    Gallo


     Mutazioni genetiche
    Romaniello

    L'inciuciata
    Pietro Vanessi


    è arrivato

    alla marinara
    fabiomagnasciutti





    La fantasia supera sempre le fantasie. Maledetta.
     Mauro Biani


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    Link:

    Chi brinda per Angelino


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    Governo incarico a Enrico Letta

    sabato 27 aprile 2013

    Governo incarico a Enrico Letta

    Ladri di BicicLetta
    David Rowe (Australia)

    Enrico Letta ha avuto l’incarico
    Letta ha accettato con riserva, come da prassi, e ora farà le sue consultazioni



    Jan-Erik Ander (Svezia)


    PORTOS / Franco Portinari


    VAURO


    VAURO


    Nomina regolare
    Manca la composizione del nuovo esecutivo ma ormai, dopo la benedizione di Berlusconi da oltreoceano, non sembrano esserci più ostacoli alla nascita del nuovo governo Letta.
    Gianfranco Uber


    Governo di servizio
    Oggi quasi sicuramente verrà varato il nuovo Governo.
    Ancora qualche problemino sulla lista dei ministri, pieno accordo invece sull'etichetta che lo  identificherà per la storia.
    Gianfranco Uber





    Par CondiZio
    Gava

    Roberto Mangosi www.enteroclisma.com


    rasta cu'mme
    fabiomagnasciutti


    Altan L'Espresso


    Il rospo
    Mauro Biani


    Letta incarico
    Mauro Biani


    Giannelli - Corriere della sera

     
    Tiziano Riverso


    Umberto Romaniello


    Pietro Vanessi


    Paolo Lombardi


    Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


    Paride Puglia


    Mai
    Makkox


     Totoministri
    Natangelo


    Letta
    CeciGian


    Avanza
    FIFO

    Tullio Boi




    Buongiorno
    25/04/2013


    Larghe pretese
    massimo gramellini
    Mister Enricooo! Ciao, sono IO, l’amico dello zio Gianni. Sempre forza Milan. E tante sentite condoglianze per la scomparsa del Pd: credimi, è stata una perdita dura per tutti. Ti vorrei parlare del governo delle larghe pretese. Buone notizie sul programma: ho appena raggiunto un accordo di massima tra me e me. Niente conflitto di interessi, niente leggi contro la corruzione, niente che possa dare fastidio al sottoscritto e alle sue aziende, insomma. Passando alle questioni che più stanno a cuore ai cittadini, avrei pensato di mettere al ministero della Giustizia un giudice di pace: Daniela Santanché… Dai, era una battuta, voi cattocomunisti siete proprio permalosi. Agli Interni invece voglio Schifani… No, Enrico, questa non è una battuta. La Cancellieri non va bene, lo capisci da solo: ha sciolto troppi comuni del Pdl per mafia. Ti sembra democrazia proporzionale, questa? Se il ministro ne scioglie per mafia tre a noi, poi deve scioglierne anche tre a voi, due e mezzo ai grillini e uno alla Sudtiroler Volkspartei.

    Su, non fare quella faccia da convegno di Cernobbio, altrimenti ti mando a Palazzo Chigi lo zio Gianni come ministro della Famiglia. Hai sentito cosa ha detto il Capo dello Stato? Soltanto in Italia l’accordo fra partiti diversi suscita orrore…. E’ anche vero che soltanto in Italia ci sono io. Te lo vedi un Enrico Letta tedesco o francese fare accordi con Angela Berluskel o con Berluskozy? Almeno a te è toccato l’originale. A presto, caro, e ancora complimenti per la tua nomina a vicepresidente!



    Governo Letta, 25/04/2013 (Moriremo democristiani)
    Vincino Il Male


    puntualizza Gianfranco Uber 
    Moriremo democristiani?
    probabile ma non tutti