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sabato 24 giugno 2017

Solo per Rodotà

"C'è un impoverimento culturale che si fa sentire, la cattiva politica è figlia della cattiva cultura"
Stefano Rodotà


Se n'è andato all'età di 84 anni un protagonista della nostra vita pubblica e uno degli ultimi intellettuali di valore. Soprattutto, fino alla fine, un uomo libero che si è speso con la passione civile di un grande laico. Stefano Rodotà (1933-2017)


Solo per Rodotà
Solo per Rodotà. Cambio di prospettiva, vista la foto di #prima.
Due vignette oggi per il manifesto.
Per memoria (che su Twitter ho incontrato qualche smemorato), riporto qui le prime pagine del 2013 (elezioni Presidente della Repubblica).
Mauro Biani




...Un altro affetto molto caro mi è andato via. Mi rimangono le tante conversazioni tra docente e discente. Le straordinarie lectio magistralis , le interviste mai finte, i caffè che gli portavo perché mentre stavamo per andare al bar veniva fermato continuamente e lui sempre a rispondere e a intrattenersi da quel gran galantuomo che era, sicché quel caffè, magari tanto desiderato, non avrebbe mai potuto berlo perché immediatamente dopo lo attendevano a un convegno e non voleva farsi aspettare...
Nadia Redoglia

 Qualche ragazzo si ricorda di Rodotà?
GIO







Stefano Rodotà (30 maggio 1933 - 23 giugno 2017)
Marilena Nardi





Soria

Stefano Rodotà... se ne va un grande...
Mario Airaghi



Rodotà
Fogliazza




Disegno di Riccardo Mannelli per l'intervista di Antonio Gnoli a Stefano Rodotà.



E come spesso accade molti ne reclamano l'appartenenza
Paolo Lombardi


Ripropongo un mio post per l'Huffington di qualche tempo fa.
Un omaggio a Stefano Rodotà.
Massimo Jatosti


Vauro


Rodotà e il suo caffè…
di: Nadia Redoglia
Quando c’era lui facevo il possibile per esserci anch’io perché in assoluto fu la personificazione del costituzionale articolo 21 di cui abbiamo immenso bisogno di comprendere a fondo…
All’epoca in cui abbandonai cartaceo e tv per dedicarmi al “pionieristico” web, furono lui, precursore della dottrina in rete e Roberto Morrione direttore Rai che, privato di troupe, fornì i suoi di “telecamerine” (immenso antesignano d’epoca phone! ), a farmi capire che la rete sarebbe stata comunicazione mondiale purché basata su fonti attendibili e protette.
Discente, ascoltavo assorta il mio docente e, dunque, lui citavo ogni volta che buttavo giù un pezzo che trattava di Diritto e Diritti perché Rodotà era tra i sommi più puri che sapevano trattare il succo più vergine della nostra Carta. Citandolo ero certa d’essere nel giusto e non solo portatrice di mia opinione…
Più di una volta mi sono trovata con lui a conversare (assai più che intervistare) sentendomi sempre discente “ai suoi piedi”. Non adoperava ironie , ma sapeva sorridere tanto quanto determinatamente esponeva il suo disappunto, non già personale, ma a protezione dei più deboli…
Mi ha offerto tantissimo e io in cambio ricordo giusto quei caffè che gli portavo, vedendolo bloccato dai tanti cui lui, quale straordnario galantuomo che era, rispondeva sempre e dunque rinunciando al caffè agognato prima di presenziare al convegno cui mai avrebbe fatto tardi anche solo per sorseggiare un caffé…
Io (per sempre) discente di un altro Grande Vecchio che non c’è più.

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venerdì 6 gennaio 2017

Tullio De Mauro

De Mauro è stato un grande linguista e docente universitario.
Tra le sue opere principali il Grande dizionario italiano dell’uso e la Storia linguistica dell’Italia unita. Il suo dizionario è online sul sito di Internazionale.

Chi non legge smette anche di studiare.
In Italia solo un venti per cento di quadri segue corsi di aggiornamento: quattro volte meno della media europea. Una classe dirigente male alfabetizzata, quindi non aggiornata, è la rovina di un paese, molto più di un crollo della Borsa.
Tullio De Mauro

/in·tel·let·tu·à·le/
Muore Tullio De Mauro
Mauro Biani



L'annuncio dato dal giornale dove lavora il figlio e anche lui collaborava:


Un interessate video



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L'intervista di Antonio Gnoli del 2013:

Tullio de Mauro
di Jatosti

TULLIO DE MAURO
"Il tempo cambia le nostre parole come la vita".
di Antonio Gnoli
Le parole cambiano senso e tramontano È la stessa cosa che accade con la vita
L' ultima immagine che mi cattura, dopo un paio d' ore trascorse con Tullio De Mauro, è lui alla finestra mentre fuma e io dal basso della strada che lo saluto. La scena si svolge in una stradina del quartiere Salario di Roma. Fa un cenno con la mano. Poco più che un movimento, come per dire ci sono, l' ho vista. Ma c' è davvero questo professore di 81 anni i cui pensieri sembrano portati sulla punta delle sue inconfondibili orecchie alate? Non so quanto quest' uomo abbia chiesto alla vita e ricevuto. Certo il successo accademico, i libri scritti (alcuni importanti), la politica, il ministero della Pubblica Istruzione, la Treccani, il premio Strega sembrano suggerire che a fine carriera il saldo sia largamente attivo. Eppure, tra le righe di questa esistenza tranquilla, si indovina un' irrequietezza smorzata dalla routine, una vita che va oltre quell' insieme di accorgimenti retorici con cui la si racconta, apparentemente senza dolore, senza spasmi, senza incertezze. Mi sforzo di trovare un punto di entrata, un passaggio a nordovest che renda questo impareggiabile cacciatore di parole anche un cacciatore di emozioni. Mi guarda, remoto ma al tempo stesso disponibile. Non rassegnato, ma attento a non lasciarsi cogliere di sorpresa.
Come è la vita di un linguista?

giovedì 7 maggio 2015

Orson Welles 100 anni dalla nascita

6 maggio 1915 nasceva Orson Welles
che sarebbe diventato un regista, un genio, un mito.

Welles realizzò, nel 1941, il suo primo film, il suo capolavoro - Citizen Kane-Quarto potere - il suo film più discusso, il più commentato e il più studiato nell'intera vita del cinema. "Ancora oggi, dopo settant'anni dalla sua apparizione, per convergenza quasi unanime degli storici, divide quel secolo abbondante attraverso cui si è stratificata fino ad oggi la vicenda cronologica dei film, in un prima e in un dopo", spiegano Nuccio Lodato e Francesca Brignoli. Sono gli autori di "Orson Welles. Quarto Potere", un libro pubblicato da Lindau interamente dedicato al suo capolavoro d'esordio che viene analizzato alla luce di materiali nuovi e delle critiche più recenti, corredato da splendide fotografie in bianco e nero di alcune delle sequenze più significative. [...]


Orson
David Rowe



Welles 100
Tomas Serrano




Cento di questi anni Orson!
Massimo Jatosti


Orson Welles in "La ricotta" di Pier Paolo Pasolini (1962)


Da Il terzo Uomo: Harry Lime (Orson Welles) a Joseph Cotten
"Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù."


Qualche foto:





Orson Welles at 100: BFI pays tribute to Hollywood legend

martedì 7 aprile 2015

Happy Birthday Billie Holiday!

Il post è stato modificato il 24/06/2015

Centenario della nascita di Billie Holiday per www.huffingtonpost.it
Massimo Jatosti





Homenagem ao centenário da lendária Billie Holiday.
Glen Batoca







Billie Holiday
Lady Day
tobo (Bob Doucette)



Billie Holiday
by David Rowe
  1. 7 aprile 1915 è la data di Nascita di Eleanora Fagan, o Elinore Harris, nota come Billie Holiday o Lady Day.
  2.  E' stata una cantante statunitense, fra le più grandi di tutti i tempi nei generi jazz e blues. Wikipedia

http://www.billieholiday.com/

venerdì 4 luglio 2014

Giorgio Faletti

25 November 1950 – 4 July 2014

Giorgio Faletti
di Marilena Nardi

Oggi è morto Giorgio Faletti.
L'ho apprezzato molto come comico e come scrittore. 

L'avevo incontrato una sola volta di persona, lo scorso settembre. Di persona era anche meglio di come l'avevo immaginato. Semplice, simpatico, siamo entrati subito in sintonia.
Mi spiace davvero tanto che se ne sia andato così in fretta. E prima che potessi fargli avere il disegno che gli avevo promesso.

saluti mesti
Marilena


Marilena Nardi ha incontrato Giorgio Faletti a Forte dei Marmi lo scorso settembre
quando entrambi sono stati premiati, 41 Premio per la Satira Politica.

Sono andata a cercare il video di quella premiazione dove l'eclettico artista (comico, cantante,scrittore, attore e mi dicono anche pittore) scherza con Serena Dandini sulla morte ed interpreta uno dei suoi ultimi personaggi teatrali a lui molto caro, Salvatore, il custode di un cimitero di vip, una specie di antologia di Spoon River da ridere.

La signora nera con la falce questa volta purtroppo Giorgio non sei stato svelto ad evitarla...
ciao Giorgio ...


41° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER LA NUOVA SEZIONE "COMICI AL POTERE" A: GIORGIO FALETTI from Comitato Satira Politica on Vimeo.

“Cari amici,
purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia.
Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo.
Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove.

Un abbraccio di cuore.”
Giorgio


http://www.giorgiofaletti.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Faletti
la voce di Giorgio Faletti a Roma all'Auditorium "Come scrivo i miei libri"

Ragazzo fortunato
05/07/2014
Era proprio bello essere Faletti. La sua apparizione sul pianeta Terra si è rivelata talmente intensa da farci quasi dimenticare quanto sia stata breve. Sapeva cantare, scrivere, comporre, dipingere, recitare. Sapeva persino cucinare: meglio di un concorrente di Masterchef, altroché. Sapeva farci ridere e farci piangere, duplice impresa riservata alle anime elette.

La vita gli aveva dato tutto, tranne una salute di ferro e il plauso delle facce di bronzo: quell’aristocrazia culturale che per principio disprezza chiunque osi farsi capire dalle persone comuni. Giorgio non si dava mai arie e in certi ambienti di questo strano Paese il talento viene riconosciuto solo a patto che si associ alla spocchia. O alla bara. Adesso, c’è da scommetterci, le sue macchiette di «Drive In» assurgeranno a classici e un produttore si deciderà finalmente a girare il film di «Io uccido», il miglior thriller italiano degli ultimi vent’anni.
Sì, era proprio bello essere Faletti. Oltre alle miniere di creatività per cui siamo qui a ricordarlo, la vita gli aveva concesso il gioiello più prezioso. Una moglie formidabile, che è stata al suo fianco fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno e lo accudirà nella memoria per sempre. Prima di chiudere gli occhi e partire per la sua trionfale tournée in un mondo meno «cano» di questo, Giorgio le ha preso una mano e se l’è appoggiata sul cuore. Chi di noi non si augurerebbe una simile uscita di scena? 
Massimo Gramellini


I saluti del mondo della satira:

Tarocco di "Io uccido"
di Marco Tonus


A Giorgio Faletti :(
Pietro Vanessi

Minchia! Signor tenente!
Tiziano Riverso
Nota: 
Nel 1994 al Festival di Sanremo Giorgio Faletti si classifica al 2º posto sfiorando per una manciata di voti la vittoria e si aggiudica anche il Premio della critica con la canzone Signor tenente ispirata alle stragi di Capàci e di via D'Amelio, inserita nell'album Come un cartone animato prodotto da Danilo Amerio e premiato con un disco di platino.


Nico Pillinini

...un grande artista....ci mancherai!!Antonio Gallo


di Massimo Jatosti per L'Huffington Post




Ciao ragazzo buono.
«Giorgio, ma tu chi sei veramente?». È la domanda, come si dice in questi casi. Chi è Faletti? Il comico di Drive In? Lo scrittore più venduto? Il cantante che sfonda a Sanremo con un rap antimafia e pro-polizia? Faletti mi guarda con un sorrisino che dovrebbe essere mefistofelico. Ma poi decide che non vuole più scherzare, si fa serio, lo sguardo perso lontano: «Io sono due fotografie che non possiedo più. Le ho cercate tanto, ho chiesto a mia madre,ho frugato dovunque ma non sono mai saltate fuori. Ma me le ricordo bene, ce l’ho incise nella mente. Nella prima, avevo una decina d’anni, era il giorno di Natale e ballavo, sull’aia della fattoria dei miei zii, un valzer con mia nonna. Avevo un’aria persa, ispirata. E poi c’è la seconda foto. In questa devo avere tre, massimo quattro anni, sono seduto con le gambe accavallate e ho una sigaretta in mano. Una foto impubblicabile oggi. Ho l’aria malandrina, un ghigno da teppista. Adesso tocca a te scegliere chi è Giorgio Faletti? È il romantico ballerino del valzer con sua nonna? È lo scugnizzo impunito e già tabagista?». Antonio D'Orrico , Corsera.

Per quanto mi riguarda, ho scelto la seconda.

Grazie di tutto, Giorgio e che la terra ti sia lieve.

Paride Puglia