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mercoledì 12 ottobre 2016

Emigrazione italiana +6.2% nel 2015

Boom di italiani che vanno all'estero, in 107mila nel 2015: + 6,2%
ANSA- Sono in maggioranza giovani provenienti. La metà preferita è la Germania. Le regioni con maggiore emigrazione Lombardia e Veneto


Riverso

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Involuzione industriale per coppole e copule
10 ottobre 2016
di: Nadia Redoglia
“Con il termine “Industria 4.0” (I4.0) si vuole indicare la quarta rivoluzione industriale che ha l’obiettivo di portare a una produzione quasi integralmente basata su un utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad internet” Copiato pari-pari dal sito del Governo Italiano. Questa  la brochure d’italica presentazione.
Nel XXI secolo, alba della quarta rivoluzione,  il nostro Paese dunque propaganda: “L’Italia offre un livello di salari competitivo (che cresce meno rispetto al resto dell’UE) e una forza lavoro altamente qualificata“. E siccome che da lo Renzi a Lo renzin il passo è breve ecco che il fertility day acquisisce dunque un suo senso logico: crescete e moltiplicatevi. Che centinaia di migliaia di italiani altamente qualificati e per di più fertilissimi emigrano da questo G Paese verso gli altri G, pronti e idonei ad acchiappare l’ottimo fuggente (perché attimo e ottimo fuggono da noi), a ‘sta I4.0 italica frega niente.
Dai mattatoi umani della prima rivoluzione passando per il quarto stato della seconda riuscimmo con la terza a consolidare la classe operaia che mai andò in paradiso, ma si vide restituire dignità umana in terra. Ma poi ilconsumismo fotté ben più del comunismo e quella brochure dimostra quanto l’Italia l’ha subito…
Vantarsi di sfruttare umani sottopagandoli non è rivoluzione, ma involuzione, ovvero regressione a stadi precedenti fino a raggiungere atrofizzazione.
E’ in questo modo che noi ci presentiamo al prossimo G7 ospite a casa nostra.
Giusto una domanda: stante il fatto che la nostra forza lavoro altamente qualificata  (l’altra è perlopiù appannaggio di  correnti mafiose) già appartiene -e così stando le cose sempre più apparterrà– ai restanti 6, s’ha intenzione di mostrare loro quanto ci diamo da fare a copulare per produrne ancora e dunque fornirgliela il più presto possibile?
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SEMPRE PIÙ GIOVANI IN FUGA DALL’ITALIA
Natangelo

Giannelli


Fuga di cervelli
Altan



Il capitale umano
04/10/2016
MASSIMO GRAMELLINI
Dopo la campagna pubblicitaria sul Fertility Day che avrebbe tolto la voglia di fare figli persino al ministro Delrio, la comunicazione del governo segna un altro significativo passo avanti verso il ridicolo. Nella brochure del famoso piano Industria 4.0 (credo significhi: Industria 4 - Italia 0), che dovrebbe indurre gli stranieri a investire da noi, si legge testualmente: «L’Italia offre un livello di salari competitivo che cresce meno rispetto al resto della Unione Europea e una forza-lavoro altamente qualificata». Cioè, ci si vanta del fatto che da noi quelli bravi costano poco. L’impoverimento del ceto medio non è più una catastrofe epocale, ma un’astuta strategia per invogliare gli stranieri a derubricarci alla voce «Terzo Mondo» e farci la carità di portare qui un po’ di lavoro. A mo’ di esempio attrattivo, la brochure esibisce, gonfiando il petto, la parabola esistenziale dell’ingegnere italiano medio, che guadagna 38.500 euro all’anno contro i quasi 50.000 intascati dal suo omologo europeo (e infatti emigra appena può).

Siamo seri: per convincere gli stranieri a investire in Italia si poteva forse esaltare la lentezza della burocrazia, la durata biblica dei processi, l’obesità delle tasse sul lavoro e l’attenzione nel non rompere troppo le scatole alla criminalità organizzata? Sbandierando l’abbassamento degli stipendi, i compilatori della brochure governativa hanno ostentato l’unico successo del Sistema Italia di cui evidentemente non si vergognano.



Cadei

Fuga di cervelli
Fontana


domenica 18 settembre 2016

Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016)

Carlo Azeglio Ciampi (Livorno, 9 dicembre 1920 – Roma, 16 settembre 2016)
 è stato un economista, banchiere e politico italiano, 
decimo presidente della Repubblica dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006. [...]

Al caro Presidente-Partigiano che attraversò la linea Gustav sui monti della Majella in Abruzzo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Linea_Gustav
http://ilcentro.gelocal.it/regione/2016/09/16/news/ciampi-il-ricordo-della-brigata-maiella-1.14107082
Gio



di Perazzolli



Airaghi



Pillinini e la lettera di ringraziamento di Ciampi

Pillinini


Presidente emerito
Pillinini


Natangelo




Ellekappa


Staino




Giannelli



Ciampi Elisi
MASSIMO GRAMELLINI
Con Ciampi se ne va un tipo di italiano che non esiste più. I suoi meriti e demeriti li giudicherà la Storia, se ne sarà capace. Ma era un italiano da esportazione, rispettato perché rispettabile e rispettoso del proprio ruolo, degli avversari e delle istituzioni. Faceva parte di quella generazione forgiata dalla guerra di cui ciascuno di noi ha avuto in famiglia qualche esemplare. Persone toste, animate da una tensione ideale e da una disciplina che non impediva loro di godersi la vita, ma senza mai perdere la dignità. Retorici, a volte. Mai fasulli. Ciampi era il jolly da giocarsi nelle emergenze, il mister Wolf chiamato a risolvere problemi sempre nuovi, il bagnino di Livorno che ogni volta si tuffava per salvare il salvabile. Avrà commesso errori, come tutti. Ma, a differenza di altri, lui non ci ha mai fatto vergognare. Forse perché, prima di essere un uomo di Stato, era un uomo. Mestiere ancora più difficile, specie per chi debba coniugarlo con quello di Stato.

Nei Campi Elisi la mitologia collocava le anime di coloro che erano amati dagli dei. Mi piace pensare che adesso ci si trovi anche lui, in compagnia di Bobbio, Agnelli, Carli, Olivetti, Ferrari, Montanelli, Montalcini e tanti altri, famosi e sconosciuti, che bene o male hanno costruito questo Paese e non si possono liquidare con un rutto, come ha fatto quel Salvini, definendo il Presidente appena morto «traditore degli italiani». Detto da uno che l’italiano - inteso come grammatica - lo tradisce tutti i giorni, non fa nemmeno rabbia. Semplicemente pena.

lunedì 4 luglio 2016

Attentati : ieri Istambul, poi Dacca, subito dopo Bagdad e domani?

-TERRORISMO E INVOLUCIÓN
El Universal 2/7/16
Boligan




Istanbul est pas moi?


Evidentemente no. La tour Eiffel e la mole Antonelli non si tingono di rosso con la falce di luna e la stella bianca.  Nessuna marcia dei capi di Stato, no bandiere, concerti, stadi, vip, testate, simboli, simbologie e simbolismi a mezz’asta… No perché, a parte provare pena un po’ più ficcante per quei morti deflagrati e i feriti ustionati (a differenza di quella che proviamo per la quotidianità nelle terre teatri di guerra/terrorismo), quel  fatto rientra negliordinari fatti terroristici che non ci coinvolgono come ci hanno coinvolto (i media) con Parigi e Bruxelles…
Ciascuno di noi che desiderasse veramente capire il perché di questa politica del terrore dovrebbe prima di tutto saper rispondere alla domanda: perché io non sono (anche) Istanbul?
Ben Istanbul olduğum…
30 giugno 2016


Istanbul Ataturk airport attack: 41 dead and more than 230 hurt
#IstanbulAttack #AtaturkAirport

http://www.indiatimes.com/news/world/istanbulblast-fails-to-unite-the-world-like-paris-and-brussels-terror-attacks-but-why-257555.html

http://www.demorgen.be/buitenland/we-huilden-om-parijs-we-huilden-om-brussel-waar-zijn-de-tranen-voor-istanboel-b90fa02c/

De Morgen

Luc Descheemaeker



Terror Roulette    Tjeerd Royaards
Another attack in Turkey. What are the odds?
29 Jun 2016



ISIS terror in Baghdad
BY EMAD HAJJAJ, JORDAN  -  7/4/2016 12:00:00 AM


#dhaka #terror attack #terrorisnoreligion
IRAQ violence: IS bombing kills 125 Ramadan shoppers in Baghdad
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-36696568
http://www.demorgen.be/buitenland/minister-gijzeling-was-niet-het-werk-van-is-bd42fde6/
Descheemaeker Luc



Dacca
CeciGian




ISIS smiling in Dhaka    Paolo Lombardi
.
03 Jul 2016









La vera rivoluzione è la pace
Perchè non accendiamo la luce?

Gio / MariaGrazia Quaranta


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Nota:

Il sopravvissuto
MASSIMO GRAMELLINI
Gianni Boschetti è l’uomo di cui tutti parlano e che nessuno invidia. Il vedovo di Claudia D’Antona, una delle nove vittime di Dacca. Colui che si è nascosto dietro un cespuglio mentre i terroristi rastrellavano gli italiani e la moglie gridava il suo nome. Sei ore è rimasto in quel cespuglio e forse non ci uscirà più, benché adesso transiti da una tv all’altra per tenere a bada il senso di colpa. Se fosse venuto allo scoperto, isolato e disarmato com’era, sarebbe morto anche lui. Ma sarebbe morto con lei.

Nelle chiacchiere ci si divide in due partiti. Quello di chi sostiene le supreme ragioni dell’istinto di sopravvivenza. E quello di chi fa prevalere l’impulso di correre dalla persona amata, pur sapendo che rispondere alla sua invocazione d’aiuto significava andare incontro a un destino segnato. Segnato, ma comune. Nell’uomo che assiste alla carneficina rintanato dietro un cespuglio qualcuno ha visto l’emblema dell’occidentale moderno. Ma è ingeneroso mettere a confronto il suo attaccamento alla vita con il sublime disinteresse manifestato dal giovane islamico a cui i terroristi avevano intimato di andarsene e che invece è voluto restare, e morire, accanto alla ragazza che amava. A parole è facilissimo uscire da quel cespuglio. Nella realtà nessuno ha i titoli per ergersi a giudice del sopravvissuto Gianni Boschetti perché nessuno si conosce talmente bene da sapere come si sarebbe comportato al suo posto, se avesse avuto la disgrazia di trovarcisi

mercoledì 29 giugno 2016

BREXIT (terza parte)

La Brexit vista con gli occhi dei disegnatori italiani.


Europe after Brexit...Is the United Kingdom the first of a long series?
Marco De Angelis



Brexit
Biani

BREXIT OR NOT BREXIT ?
Calma, nessuna paura prego.
Si certo l'eventuale uscita del Regno Unito dalla UE non sarà del tutto indolore e politicamente è una grossa sconfitta, ma da qui a pensare a enormi sconvolgimenti, a mio avviso, ce ne corre.
Forse potrebbe anche rimettere in moto il processo di vera integrazione politica ed economica arenatosi troppo presto.
Uber

BREXIT
 Boris Johnson, Brexit, Ship, UE.

UE, UK, Brexit, Farage


Portos


Brexit
CeciGian








Headxit    Paolo Lombardi
.
23 Jun 2016

A dark court jester    Paolo Lombardi
Brexit
25 Jun 2016


Where is England going ? (colors)    Paolo Lombardi
Tardis by Doctor Who
26 Jun 2016


28 giugno 2016 - Il parlamento di Bruxelles reagisce con forza al voto britannico intimando al Regno Unito di velocizzare le pratiche di uscita dall'Unione europea.
© Milko Dalla Battista


Moise
"Mi piace" aggiunto alla Pagina · 27 giugno · Modificato  ·

Editoriale a Fumetti su Mr.Farage e le sue frottolone cosmiche...
Traduzione:
- "Oh mio Dio, che succede?"
- " Tranquillo, è solo un altro Farage-Show!"
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Vignetta su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2016/06/27/farage-big-balls/
Fonte QUA:
http://www.huffingtonpost.it/2016/06/26/farage-rimangia-promessa_n_10682152.html



Arzuffi



Farage
di Riverso


Giannelli per Il Corriere


Sveglia Europa
Gio /Maria Grazia Quaranta


... occhio per occhio... - i Chinson
Mario Airaghi

Traditi dai coetanei dei Beatles
MASSIMO GRAMELLINI
Per un ragazzo di Londra, l’Europa è la fidanzata spagnola con cui ha amoreggiato durante l’estate del corso Erasmus a Barcellona. Per la vecchietta di Bristol citata dal capo degli ultrà nazionalisti Farage, l’Europa è il migrante nigeriano che attraversa la Manica per togliere il lavoro al figlio inglese della sua vicina. Ha vinto la vecchietta di Bristol, perché ci sono più vecchiette che ragazzi, in questa Europa che non fa più bambini. Non è sconvolgente che a decretare la Brexit sia stata proprio la generazione dei Beatles e dei Rolling Stones, quella che voleva cambiare il mondo e oggi in effetti lo ha cambiato, ma nel senso che se lo è chiuso dietro le spalle a doppia mandata?

COMMENTO - Il ritorno degli egoismi nazionali (Maurizio Molinari)

TESTIMONIANZA - Hanno vinto i razzisti e i furibondi (Alain Elkann)

I giovani, i laureati e i londinesi hanno votato in larga maggioranza per restare. Gli anziani, i meno istruiti e gli inglesi di provincia per andarsene. La prova evidente che si è trattato di una scelta di paura, determinata da persone che, non avendo strumenti conoscitivi adeguati, hanno fatto prevalere la pancia sulla testa e la bile sul cuore. Di fronte all’incertezza del futuro, non hanno reagito con la curiosità ma con la chiusura. La retorica della gente comune ha francamente scocciato. Una democrazia ha bisogno di cittadini evoluti, che conoscano le materie su cui sono chiamati a deliberare. La vecchietta di Bristol sapeva che il suo voto, affossando la sterlina, le avrebbe alleggerito di colpo il portafogli, dal momento che i suonatori di piffero alla Farage si erano ben guardati dal dirglielo?

ANALISI - Adesso il mondo è in bilico (Francesco Guerrera)

Una parte di ragione però la vecchietta di Bristol ce l’ha. Molti di coloro che hanno votato «Leave» pensavano di non avere più niente da perdere. Nessuno fa volentieri la rivoluzione, finché avverte il rischio di rimetterci i risparmi o la sanità e la scuola gratuita per i figli. Il patto sociale su cui la Gran Bretagna e l’Europa si sono rette per sessant’anni garantiva a tutti una speranza crescente di benessere. Ma questa Europa con troppa finanza e poca politica non ha fatto nulla per frenare la caduta libera del lavoro, la smagliatura delle reti di protezione e l’impoverimento della piccola borghesia, che oggi la ripaga con la stessa moneta: disprezzandola.

IL CASO - Adesso la Regina pensa alla reggenza di Carlo (Vittorio Sabadin)

GUIDA - I consigli per i risparmiatori: “Puntare su oro e franchi svizzeri” (Riccio)

Un maestro di tennis ti insegna che sul campo ci sono soltanto due posti dove stare: dietro la linea di fondo o sotto rete. Se traccheggi a metà, vieni infilzato. L’Europa è da troppo tempo a metà campo. O ritorna dietro la linea di fondo, come ha appena fatto la vecchietta di Bristol. Oppure decide di scendere sotto rete. Rimettendo al centro del progetto i cittadini, e non i mercati, e unificando il sistema fiscale, l’esercito e la politica estera. Il primo passo verso quegli Stati Uniti d’Europa in cui anche il ragazzo di Londra non vede l’ora di entrare.


Fontana


Bochicchio

mercoledì 22 giugno 2016

CIAONE : le vignette sui risultati dei ballottaggi

Ballottaggi elezioni comunali: dato definitivo, ha votato il 50,54%
Il M5S vince 19 ballottaggi su 20
IL PD vince solo a Milano e Bologna



Renzone

CeciGian



Se il Pd perderà il ballottaggio a Roma e Milano, Matteo Renzi si dimette?
 "Assolutamente no, abbiamo già detto che l'esito della permanenza al governo è legata al referendum costituzionale".
Il premier salva il governo dagli effetti del voto del prossimo 19 giugno.
Ma non salva il Pd. O meglio non tutto il Pd. Ospite a ‘Otto e mezzo’ il premier non nasconde che nel partito si prepara una vera e propria guerra. Perché, al massimo il Pd conquisterà “Milano, Torino”, Bologna, ma su Roma nemmeno il premier scommette.
E allora, pericolosamente a dieci giorni dal secondo turno, Renzi si lascia già andare a grida di battaglia. “Noi nel partito ci entreremo con il lanciafiamme, subito dopo i ballottaggi", dice, annunciando una resa dei conti con il solito bersaglio di sempre: la minoranza interna.



http://www.huffingtonpost.it/maurizio-guandalini/matteo-renzi-bersani-elezioni-amministrative-_b_10564892.html
Franco Portinari Portos


Fassino ed Appendino
Portos
Gava 


RAGGI
Il M5S conquista la Capitale. O meglio, quello che c'è rimasto.
Uber

CHI HA VINTO? CHI HA PERSO? TUTTO E' RELATIVo
Poi però certe previsioni si sono dimostrate esatte!
Uber





-Editoriale a Fumetti su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2016/06/20/evoluzione/
Fonte QUA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/elezioni/2016/06/19/ballottaggio-roma-raggi-giachetti-live-_8eca54f3-5432-4872-9bae-3726ceddeb8c.html
MOISE





Riverso



Vauro


Staino


Giannelli

Il lanciafiamme e l’appendino
MASSIMO GRAMELLINI
Ti candidi alla segreteria del partito e hai tutti contro, tranne i dispari e gli anarchici. Perdi, ma è come se avessi vinto. Infatti l’anno dopo vinci tu. Ti lasci riempire dalle speranze che hai suscitato: la meritocrazia, l’innovazione, la rottamazione degli apparati. In virtù della carica rivoluzionaria che emani, ti perdonano l’aria furbetta e persino lo sgambetto a Letta, indispensabile per conquistare il governo in tempo utile a vincere le Europee. Adesso puoi fare quello che hai promesso, magari andare alle elezioni e stravincerle. Invece ti impantani nei riti di Palazzo con gli Alfano e i Verdini e ti circondi, Boschi a parte, di esecutori mediocri e ruffiani. Allontani i liberi pensatori e li sostituisci - anche nei media - con falsi amici che fino a ieri stendevano stuoie a Bersani e domani le spolvereranno per Di Maio. A Palazzo Chigi hai due sottosegretari: Del Rio l’anima bianca e Lotti l’anima nera. Fai fuori l’anima bianca. Perdi contatto col mondo reale, vai solo dove sei sicuro di prendere applausi, ma i fischi ti raggiungono anche lì.

Prometti che tornerai quello di prima, però in Campania sostieni vecchi arnesi alla De Luca, mentre a Roma costringi alle dimissioni Marino - un atipico, come eri tu - e ovunque sposti a destra il partito senza intercettare i voti di destra. Ti aggrappi ossessivamente a un referendum sulle regole del gioco, anziché combattere l’oligarchia finanziaria che impoverisce i tuoi elettori. Perdi Roma, Torino e il tuo senso in questa storia. Ma puoi ancora ritrovarlo, se invece del lanciafiamme prenderai qualche appendino. In giro ce ne sono tanti e una volta piacevano anche a te.

Palazzo Vecchio
Mannelli

Da Arrivederci amore ciaone di Civati
Se diventi arrogante e volgare, non puoi rimproverare l’arroganza e la volgarità altrui. Se nella città di mafia capitale parli di un «eventuale fascicolo che sarebbe il caso che la Procura aprisse», se pur non dicendo esattamente come stanno le cose e affidandoti spesso a mezze verità scrivi #bugiarda, sappi che scivoli su un terreno dove si perdono anche le ultime distinzioni e davvero sì tutti sono uguali. E allora si vota chi è più uguale e egualitario di te.

Se apostrofi con il ciaone, in questo schema così simmetrico, speculare, verrebbe da dire reciproco, sappi che qualcuno il ciaone te lo restituirà. Con una ironia che si trasformerà presto in sarcasmo. Anzi, con il sorriso, come vuole una certa retorica: un sorriso mannaro. Anche perché non sei più tu l’outsider, sei l’insider. Ed è finito il gioco per cui potevi dare la colpa agli altri, senza spiegare come si fa a cambiare. Esattamente quanto sta succedendo a te. E alla politica italiana in generale. Che è molto più grave e preoccupante.[...]


Indicazioni
Romaniello



Grillo bingo, Renzi bongo e Mastella jr.


I giornali, nel fornire gli esiti elettorali, hanno identificato l’appartenenza  dei candidati in sole tre scissioni specifiche: “centrodestra, centrosinistra, mov. 5Stelle”.
La sinistra e la destra, per loro natura, sono ben distanti dal centro perciò da mo’ sono sparite Allorquando il centro, spuntando da un nulla  senza che manco i più s’accorgessero, ha preso possesso dell’arco istituzionale, è iniziata quella fase lassista che ci ha poi portato al ridicolo odierno chiamato partito della nazione.  Sicché par ovvio che il popolo (più alla ricotta che alla riscossa che  ancora passa per le urne rispetto all’ormai maggioranza che le ha per l’ennesima volta disertate) dopo aver suonato Renzi come un tamburo, abbia eletto l’ibrido che, pur senz’arte né parte, almeno possiede un nome. A parte (l’arte di)  Benevento che è assurta agli onori da insediamento a primo cittadino di Mastella Clemente. Mica un omonimo: è proprio quel Mastella ululà, sostenuto da sempre da quel centro ululì! Questa coerenza, in tempo d’apoteosi di banalizzazione in salsa d’ipocrita perbenismo,  è commovente: ancora c’è chi ha il coraggio di esprimersi palesemente, ovvero parla come mangia…
Ma torniamo alla vittoria dell’ibrido dentro al quale si sono convogliate idee (già ampiamente surclassati gli ideali) di destra e di sinistra. Ciascun elettore gli ha schiaffato dentro i suoi pezzi numerati attendendo  fiducioso l’estrazione di almeno un sommesso ambo sulla sua  cartella. Adesso ha solo più bisogno che il bussolotto della tombola rimanga a disposizione del croupier (pardon sindaco) che ha eletto…
21 giugno 2016



La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word from La Sora Cesira on Vimeo.
La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word



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Crozza-Renzi: “Virginia Raggi? E’ bella, sembra la Boschi ma senza il papà inguaiato”

Copertina caleidoscopica di Maurizio Crozza, che commenta per Dimartedì (La7) i ballottaggi elettorali, calandosi nei panni di Bersani: “Io contento per disfatta di Renzi? No, nelle disgrazie non si è contenti. Quando scivola la suocera in bagno, ti dispiace almeno per le piastrelleOh, ragazzi, al drogato ci interessano le pere, mica il formaggio. Bagno di umiltà per Renzi? Lui non diventa umile nemmeno se lo metti a macerare come le zucchine nel carpione” – continua – “Io, porco boia, voglio un partito lontano da lobby, vicino ai cittadini, senza inciuci con Verdini. Voglio entrare nei 5 stelle. Se solo mi spiegano bene ‘sta diavoleria di Facebook, vado a far la minoranza da Grillo. Ragazzi, se un’orata sta delle ore in bagno, non diventa mica un pesce sega“. Il comico torna nelle sue vesti e commenta il risultato a Torino: “L’avete già fatto un minuto di silenzio in ricordo di Fassino? Ciao Piero, insegna agli angeli a vincere i ballottaggi. Nel 2009 Fassino aveva detto ‘vediamo quanti voti prende Grillo’. L’idea a Grillo gliel’ha data proprio Fassino, lui non ci pensava proprioA Torino il Pd governava ininterrottamente da 23 anni. Avevano vinto il ballottaggio contro Cavour. Fino a pochi mesi fa le probabilità di espugnare Torino erano uguali a quelle che ha Travaglio di diventare direttore del Tg4. Adesso Fassino è in ballottaggio per entrare in una teca del Museo Egizio. Se la gioca con Ramsete II. Renzi ha scaricato Fassino in un nanosecondo. Nella mailing list del Pd ormai Fassino lo trovi alla voce “Spam”“. Finale imitazione del premier, che promette di essere umile: “Non mi chiamatemi più Presidente, ma semplicemente Matteo, ultimo fra gli ultimi, umile fra gli umili. In mano ho un iPhone 3, mi sono ridimensionato. E’ senza aggiornamento, si blocca ogni 5 minuti, come il Pd. Dopo un’attenta analisi politica, ho capito dove abbiamo sbagliato: Fassino e Giachetti usano ancora i pantaloni con le pences. Dovevo scegliere i candidati tra i miei follower di Instagram: il raccattapalle della Pennetta, la nutrizionista della Cristoforetti, il fonico di Fedez. Tutti tranne quei due bolliti che scambiano Netflix per un collutorio“. E aggiunge: “L’ha vista com’è bella Virginia Raggi? Sembra la Boschi, ma senza il papà inguaiato. Comunque, mi sono comportato come un vero leader del Pd, ho perso le elezioni. Più a sinistra di così. Sono preoccupato per il referendum di ottobre sulla RENZIT, l’uscita di Renzi da Palazzo Chigi. In 2 anni ho già fatto tutto quello che Berlusconi ha fatto in 20: ho promesso miracoli, ho piazzato i miei amici, ho distrutto il partito e ora sto sul cazzo a tutti“. Nel finale, Crozza saluta con una promessa: “Ciao Giovanni, ci rivediamo a settembre”
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