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venerdì 24 maggio 2019

Elezioni Europee 2019: le vignette.

Bras de fer.
Le Journal du Dimanche, 19/05/2019
Braccio di ferro
Marilena Nardi



Populists of Europe, unite!
Chappatte


ÉLECTIONS EUROPÉENNES: on vote en Grande-Bretagne. Le dessin de ce jeudi 23 mai dans Le Monde.
Plantu



Il Rosaglio
In piazza Duomo a Milano Salvini ritorna a brandire il Rosario e a blandire gli elettori cattolici enumerando tutti i possibili santi in Paradiso che sarebbero disponibili ad assumersi la protezione della nuova Europa sovranista.
Che poi tanto nuova non sarebbe visto che il "funzionamento" di quella attuale dipende proprio dalla poca voglia degli Stati Nazionali a favorire gli ambiziosi obbiettivi originali comunitari.
Uber


#euelections2019
#ep2019
#europeanparliament
#uk
#britain
#eu
Niels Bojesen


#euelections2019
#ep2019
#europeanparliament
#europawahl
#eu
#europe
Niels Bo Bojesen


Bannon - O atirador...
By António Antunes



Evolution
Marco De Angelis



Europa
Gio
www.caricaturegio.altervista.it

mercoledì 1 maggio 2019

Europa matrigna di Thierry Vissol



Thierry Vissol
Europa matrigna
Sovranità, identità, economie
Donzelli Editore

SCHEDA LIBRO
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L’Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le creazioni umane ha pregi e difetti: gli inglesi, che hanno scelto di uscirne, stanno dimostrando quanto sia difficile e costoso rinunciare ai benefici che questa appartenenza comporta. Nonostante ciò, molti cittadini europei la criticano, a volte a giusto titolo a volte meno, senza tuttavia avere la percezione dei vantaggi che essa assicura. Prova ne è l’ondata di malcontento antieuropeista che sta montando in molti paesi dell’Ue. Partiti nazionalisti, sovranisti, a volte apertamente razzisti e xenofobi, non fanno più paura e, stando ai sondaggi, attirano un elettore su tre. La loro base è alimentata dalla rabbia e dalla sfiducia crescente verso i partiti tradizionali, ritenuti incapaci di rispondere alle richieste di cambiamento. Queste rivolte contro il vecchio ordine politico, contro un mondo globalizzato e senza confini dal quale si sentono esclusi, portano alla rivendicazione di un ritorno a sovranità nazionali chiuse nonché al rifiuto di una governance di Bruxelles. Così, l’Ue è percepita come una matrigna che avanza pretese senza dare nulla in cambio. La realtà però è ben diversa. Pochi politici hanno il coraggio di dirlo e i media tendono a inseguire il rumorio delle pulsioni eversive che fioriscono sui social invece di raccontare ciò che funziona o come funziona. Questo libro analizza i grandi temi del dibattito sull’Europa (l’identità nazionale, la sovranità, la questione demografico-migratoria e la crisi economica) e cerca, appoggiandosi anche sulla storia, di rispondere alle accuse che a essa vengono mosse da ogni parte. Pur avendo ben chiari i limiti dell’Unione europea, Thierry Vissol ci racconta che cosa può offrirci questa così bistrattata «matrigna», invitandoci a considerarla non tanto un problema ma come l’unico modo per preservare veramente la nostra identità e sovranità. Una grande opportunità, che necessita di lungimiranza, impegno e immaginazione.


AUTORE
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Thierry Vissol

Thierry Vissol, economista, storico, già docente universitario e funzionario della Commissione europea, è direttore del Centro euro-mediterraneo Librexpression della Fondazione Giuseppe Di Vagno. Autore di numerosi libri e saggi, ha pubblicato per i tipi della Donzelli È tutta colpa dell’Europa (2014) e Toby, dalla pace alla guerra, 1913-1918. Storia esemplare di un (qualunque) soldato d’Europa (2014).






RECENSIONI
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Lo splendido disegno della copertina è di Musa Gumus.

mercoledì 4 ottobre 2017

Festival di Internazionale a Ferrara - Concorso Una vignetta per l'Europa 2017: I Vincitori

Internazionale

Domenica 1 ottobre, al teatro Comunale di Ferrara, è stato consegnato a Gian Lorenzo Ingrami il primo premio del concorso Una vignetta per l’Europa, indetto dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, in collaborazione con Voxeurop e Internazionale.

43 sono stati i vignettisti che hanno partecipato alla settima edizione del Concorso.
 Sempre graffianti le vignette, ma forse meno pessimiste degli anni precedenti.
5 le premiate! Congratulazioni a tutti!

Roberto Santaniello, Rappresentante della Commissione Europea in Italia proclama il vincitore.
Primo premio: Gianlorenzo Ingrami, con la vignetta “Incroci” apparsa su rainews.it


Secondo premio: Walter Leoni, con la tavola “Allucinazioni” apparsa sul mensile Candido


Terzo premio: Fabio Magnasciutti, con la vignetta “Sunglass”, apparsa su left.it




Premio speciale della Giuria: Joep Bertrams, con la vignetta “La traversata” apparsa su voxeurop.it



Premio del pubblico: Ubaldo Occhinegro, con la vignetta “Re-incantare l’Europa” apparsa su giornaledipuglia.com




Il momento della premiazione di GianLorenzo Ingrami


Qui tutte le vignette selezionate 

sabato 10 settembre 2016

Le sfide dell’Europa in 50 vignette.

15 SETTEMBRE - 25 SETTEMBRE  |  ORARI DI APERTURA 10.00 - 13.00  /  17.00 - 21.00
MONASTERO DI SAN BENEDETTO - CONVERSANO

| EXIT | POPULISMI | EURO | LIBERTÀ DI ESPRESSIONE | TERRORISMO | IMMIGRAZIONE | GOVERNANCE |
LE SFIDE DELL'EUROPA IN 50 VIGNETTE





Le sfide dell’Europa in 50 vignette. (altre info su facebook: https://www.facebook.com/events/779551105481989/)


"All’interno del suggestivo Monastero di San Benedetto di Conversano, in mostra cinquanta vignette satiriche che raccontano i grandi temi legati all'Europa. Dall'exit ai populismi, dalla libertà di espressione all'euro, dal terrorirmo all'immigrazione e governance. 

Tra gli autori delle vignette Sergio Staino, Agim Sulaj, Tom Janssen, Niels Bo Bojesen, Corvo Rosso, Marco De Angelis, Assunta Toti Buratti, Dino Aloi, Nicolas Vadot, Uber, Ioannou, Fabio MagnasciuttiMarco Tonus, Patrick Chapatte, Gian Lorenzo Ingrami, Arend Van Dam, Costanza Prinetti, Alessio Atrei, Furio Sandrini, Walter Leoni - Totally Unnecessary Comics, Andrea Righi, Carlo Casaburi, Frankezze, Duccio Maria Gambi, Andrea Righi, Marilena Nardi, Kap, Ramses Morales (The Cartoon Movement) , Maurizio Boscarol, Paride Puglia e altri ancora.
  

La mostra è a cura di Thierry Vissol.
Apertura: 10:00-13:00 / 17:00-21:00"



“Europa che fatica!”,
vignetta realizzata da Marilena Nardi per l'edizione 2016 del concorso
Una vignetta per l'Europa.
Le sfide dell’Europa
   Alla fine degli anni Novanta, responsabile dell'informazione dei consumatori per il passaggio
all'euro, giravo l'Europa, provando a stimolare l'impegno degli enti locali nella formazione dei loro cittadini. Durante uno di questi giri, incontrai il Presidente di una Regione francese, un giurista, eminente professore di diritto internazionale ed europeista convinto. A lui chiesi perché non organizzava un dibattito con la sua giunta al fine di lanciare e finanziare un'operazione di informazione-formazione dei cittadini sul cambiamento della moneta – un cambiamento non semplice per dire il meno. Mi rispose: "Non posso, l'euro e l'Europa sono dei temi che irritano, rischio la mia maggioranza".
Una reazione che era condivisa da molti dei miei contatti politici, sindacalisti o associazioni di consumatori, reazione tuttora sempre più diffusa. Cinque anni dopo, ero responsabile per
lo sviluppo di una nuova politica audiovisiva d'informazione sull'Europa. Lavoravo quindi con le principali testate audiovisive europee. Alla mia domanda: '' Perché al di là della cronaca europea ma declinata sempre in chiave nazionale, non parlate di politica e di politiche europee. Non sono temi che toccano la vita dei cittadini?''
 La risposta era sempre la stessa: ''L'Europa non fa audience.''
   Qualche anno fa, ho ricevuto la missione di provare a creare uno spazio pubblico (cioè di dibattito politico aperto) europeo nello spazio pubblico italiano. Una delle mie prime mosse fu di informarmi sulle scuole di giornalismo e sui programmi dedicati alla formazione dei loro studenti, sul funzionamento, le competenze, i mezzi e le politiche delle istituzioni europee. Rimasi molto stupito nel constatare che tali materie fossero marginali se non completamente
assenti. Ovviamente, esistono bravi giornalisti in grado di parlare con cognizione di causa dei temi europei. Tuttavia sono una minoranza, spesso marginalizzati nelle loro testate. Questo spiega in gran parte perché, ancora oggi - sessantacinque anni dopo la creazione della prima istituzione europea (la CECA la Comunità europea del carbone e dell'acciaio) - si può ancora sentire sulle grandi reti audiovisive giornalisti confondere il Consiglio d'Europa con il Consiglio europeo, attribuire all'Europa delle competenze che non ha o leggere, in un grande quotidiano nazionale in occasione del recente incontro estivo, dei primi ministri francese, tedesco e italiano a Ventotene, referenza ad un tale "Arturo" Spinelli invece che Altiero
Spinelli.
   I cittadini sono presi in una tenaglia. Da un lato, dei politici che in materia d'Europa applicano l'atteggiamento dello struzzo o la usano come capro espiatorio. Dall'altro, dei media e dei giornalisti che rinunciano a quello che dovrebbe essere il loro ruolo: quello di mediatori - a tutto vantaggio della cronaca nera (24h 7giorni alla settimana) e dello spettacolo di questa cronaca (che purtroppo fa audience). Un ruolo ben definito dal giornalista Giorgio Zanchini:
'Il giornalismo è tuttora selezione, gerarchizzazione e presentazione di informazioni
finalizzate alla riduzione della complessità sociale.' Non è quindi stupefacente la regressione del dibattito politico europeo, della consapevolezza dei cittadini in materia di democrazia e di vedere fiorire invettive e parolacce piuttosto che argomenti e dibattiti; di leggere commenti sui social networks che paragonano politica Europea e nazismo, utilizzando un'inflazione di parole inadeguate, superlative, senza misura e storicamente sbagliate per qualificare situazioni
assolutamente incomparabili. Non è stupefacente la reazione dei cittadini britannici, inizialmente rallegrati del risultato del referendum per poi rimpiangere l'esito, giustificandosi di avere votato il Brexit su base di "inaccurate information" (informazione sbagliata)
ricevuta.
    Pubblicizzando la sesta edizione del concorso "Una vignetta per l'Europa",
concorso di vignette satiriche dedicate ai temi europei, un commentatore mi ha scritto: ''Perché fare un concorso per aumentare la critica all'Europa?''
    La mia risposta è semplice. Perché, contrariamente a molti altri tipi d'informazione, la satira non ricerca il protagonismo. Va al di là dalla società del "selfie" e dello spettacolo, un'evoluzione sociologica amplificata dall'uso e abuso dei social networks e dal "surfing veloce" sulle onde inarrestabili d'informazioni spesso inverificabili. Un tipo di società analizzata da Guy Debord, già nel 1967: "Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione (aggiungerei: e di consumo) si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli… la realtà sorge nello spettacolo, e lo spettacolo diventa
reale.'' Perché appunto, la satira, quando fatta da professionisti che rispettano il loro pubblico, mette – con ironia - il dito nella piaga dei malfunzionamenti politici, sociali, economici; nella piaga sanguinosa dell'abbandono dei nostri valori democratici ed europei, come la solidarietà. Perché la satira è un colpo di frusta che dovrebbe contribuire ad aprire dibattito, contestazione e critica costruttiva, cioè nel senso positivo e cartesiano del termine. Perché, la satira ben fatta pone delle domande cruciali, con un umorismo che per natura deve essere graffiante, caricaturale. Delle domande alle quali politici, funzionari, giornalisti e specialisti dovrebbero essere desiderosi di rispondere. Delle domande che dovrebbero nutrire un sano dibattito politico e democratico. Delle domande alle quali i cittadini hanno il diritto di
ricevere risposte vere e non anestetizzate. Un dibattito al quale tutti noi cittadini abbiamo il dovere di contribuire per costruire un futuro vivibile.
    Queste sono le fondamenta della democrazia, secondo me. Spero che la selezione delle vignette di questo catalogo che toccano le pieghe e le sfide presenti e future dell'Unione ne sia una dimostrazione.
Thierry Vissol
Ideatore e presidente
della giuria del Concorso
"Una vignetta per l'Europa"







Scarica il catalogo della mostra in pdf

Alcuni degli autori di questo catalogo :



“L'attentato a Bruxelles sembra la trama di un
copione già scritto. Anche noi però abbiamo avuto
la nostra strategia della tensione, che ha raggiunto
il culmine con la strage della stazione di Bologna.
Ecco, noi dobbiamo sapere che l'esercizio della
distinzione è decisivo. Un esercizio che, tra ascoltare
le notizie più importanti o leggere gli articoli
della maggioranza dei giornali, sembra abbiamo
dimenticato. Occorre che ognuno di noi abbia la
capacità di distinguere quelli che sono i processi
sociali e criminali, dai fenomeni religiosi e, all'interno
della dimensione religiosa, chi è a favore dell'assimilazione
dell'occidente. E aiutarli.”
Paride Puglia


“La satira, commento e informazione al tempo
stesso, è fatta di immagine e ragionamento, tutt'uno
sul filo del sorriso, divertito o amaro che sia.
Come la libertà di pensiero si manifesta nella satira,
così la mancanza di libertà non la indebolisce,
ma la rafforza. E' compito del disegnatore satirico
pungolare e stimolare.”
Marco De Angelis


“La satira è l’unica arma non violenta di cui possiamo
disporre. È un potente mezzo comunicativo
di denuncia sociale di cui abbiamo sempre più
bisogno. Senza la satira, il mondo sarebbe più triste
di quello che è”.
Giuseppe La Micela


“Credo che la satira possa sensibilizzare e cambiare
le coscienze. Sia come una lente attraverso
cui guardare e capire meglio la società e la politica.
In ogni caso, umorismo e satira svelano la
realtà e ne forniscono un’interpretazione acuta e
infine offrono un sorriso e, a volte, la speranza di
un cambiamento.”
Marilena Nardi





“Il Nobel per la Pace attribuito ad una Europa
che in realtà, e purtroppo, non ha ancora realizzato
quell’unità politica essenziale ad agire
come soggetto politico autorevole sulla scena
mondiale.
È quella manifestazione di pensiero talora di
altissimo livello che nei tempi si è addossata il
compito di castigare ridendo mores, ovvero di
indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili
o esecrabili di persone, al fine di ottenere,
mediante il riso suscitato, un esito finale di
carattere etico, correttivo cioè verso il bene.”
Gianfranco Uber

“Che la satira potesse diventare oggetto di attacco
terroristico credo non fosse immaginabile
nemmeno in romanzi di “fantastoria”.
Eppure è successo, sotto gli occhi del mondo.”
Dino Aloi


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La mostra delle vignette fa parte del Festival
 LECTOR INFABULA'16

IL  TEMA




GUARDA IL MONDO DOVE VA

Il mondo gira
E cambia anche molto in fretta.
Quanti saremo nel 2050?
L’Asia e l’Africa messe insieme rappresenteranno il 75 % della popolazione mondiale. L’Europa invece sarà più piccola.
Meno giovani e meno ricchi. Conteremo di meno.
Così cambiano gli scenari e si formano nuovi ordini mondiali.
Per il momento si vede solo molto disordine.
Il fondamentalismo ha dichiarato guerra all’occidente colpendo l’Europa nel cuore, nei suoi diritti, nella sua libertà.
Hanno ferito anche la satira, ma non riusciranno ad opporsi alle armi della cultura.
Intanto il populismo e i nazionalismi tornano di moda. Addio democrazia?
Sono finiti i partiti, è iniziata l’era dei meet-up, dei followers, dei gruppi social.
Gli interessi sono sempre meno collettivi e sempre più individuali.
I tempi si accorciano le distanze fisiche pure ma alla fine i divari e le diseguaglianze restano quelle.
Saremo tutti iper-connessi, tracciati, controllati. in una parola sola: trasparenti!
Saremo figli della quarta rivoluzione industriale.
Mentre il Novecento ci ha lasciato e forse anche lo Stato sociale.
Ma come sarà il nostro futuro?
Alla fine i problemi del mondo sono sempre gli stessi:
il controllo politico e militare, le migrazioni e la demografia, l’ambiente e la salute, Il petrolio e l’energia.
Siamo saliti su un treno ad alta velocità e non possiamo scendere in corsa.
Intanto… guardiamo il mondo dove va!

sabato 2 luglio 2016

BREXIT, HA VINTO IL "SÌ" PERCHÉ NESSUNO PENSA PIÙ AL BENE COMUNE

Jo Cox
Attenuatasi la sbornia brexit, mi andava proprio di ricordarla.
Mauro Biani


BREXIT, HA VINTO IL "SÌ" PERCHÉ NESSUNO PENSA PIÙ AL BENE COMUNE
24/06/2016  L'analisi di una delle figure cattoliche più eminenti del Regno Unito: «Ciascuno ha pensato soltanto al proprio interesse personale, egoistico. Le classi dirigenti hanno fatto così e anche i cittadini. E il terribile omicidio della meravigliosa parlamentare Jo Cox ha messo in luce il divario tra l'establishment e la gente, impoverita e privata di sogni».
(Sopra: il teologo domenicano Timothy Radcliffe)
di Silvia Guzzetti

Timothy Radcliffe, domenicano, teologo famosissimo, già responsabile generale del suo ordine, tra il 1992 e il 2001, è deluso. Ha votato per rimanere in quell’Europa nella quale crede profondamente ma la maggioranza dei suoi concittadini l’hanno pensata diversamente portando il Regno Unito fuori dall’Unione Europea. “Mi dispiace moltissimo che siamo arrivati a questo punto e ho sperato , fino all’ultimo momento, che il voto per rimanere prevalesse”, dice Radcliffe, “L’unico aspetto positivo di questo voto può essere che, come nazione, potremmo essere incoraggiati a riflettere su come possiamo arrivare, in questo paese, ad avere un sistema politico che è più vicino alle preoccupazioni della maggior parte dei cittadini così che possano sentirsi ascoltati dai loro leader politici”.

Secondo Radcliffe il voto ha messo in luce”il profondo divario che esiste tra i parlamentari, quasi tutti a favore del voto per restare in Europa e la gente comune, alienata dall’establishment. In questo vuoto si sono inseriti populisti come il leader del partito antiEuropa Nigel Farage e il conservatore Boris Johnson”. “Senz’altro adesso il partito nazionalista scozzese userà il voto “leave” per chiedere un nuovo referendum per l’indipendenza della Scozia”, continua il famoso teologo, “Se il voto fosse positivo comporterebbe la rottura del Regno unito. Sospetto che, a questo punto il Primo Ministro David Cameron si sia pentito profondamente di aver proposto questo referendum”. 

“Entriamo, da oggi, in un periodo di turbolenza politica perchè il partito conservatore è profondamente diviso tra chi era a favore e chi era contro l’Unione Europea”, dice ancora Radcliffe, “Il linguaggio usato durante la campagna elettorale, tra membri stessi del governo, è stato brutale, pieno di rabbia e disprezzo a tal punto che è difficile immaginare che persone che si sono insultate così possano tornare a collaborare in modo amichevole”. “Le cose non sono andate meglio nel partito laburista, anch’esso diviso sul tema Europa”, spiega ancora il famoso domenicano, “Il leader Labour, Jeremy Corbyn, esce male da questo voto. E’ stato accusato di non essersi battuto con forza sufficiente perché la Gran Bretagna rimanesse nella Ue. A parole di è detto a favore ma è stato euroscettico per tutta la sua vita e non ha convinto nessuno durante la campagna elettorale”. 

Secondo il teologo responsabili del voto sono i tabloids popolari, il “Sun”, per esempio, letto da 13 milioni di britannici, che hanno usato un linguaggio molto aggressivo nei confronti della Ue sfruttando le paure della gente comune nei confronti degli immigrati europei che spesso portano via il lavoro alle classi più povere abbassando le tariffe. All’inizio della campagna elettorale chi voleva rimanere nella Ue era in vantaggio ma, con la crisi dell’immigrazione, i britannici hanno voluto chiudere le frontiere”. Per Radcliffe “è mancata una discussione matura, intelligente nella quale si cercasse davvero il bene comune non soltanto per questo paese ma per l’intera Europa. Ciascuno ha pensato soltanto al proprio interesse personale, egoistico. Le classi dirigenti hanno fatto così e anche i cittadini comuni”. E conclude padre Radcliffe: "Il terribile omicidio della meravigliosa parlamentare Jo Cox ha messo in luce il divario tra l'establishment e la gente commune, impoverita e privata di possibilità, che cede all'estremismo di destra, e risponde alla difficile situazione nella quale si trova con una cieca violenza".

venerdì 1 luglio 2016

Concorso: Una vignetta per l’Europa 2016



Una vignetta per l’Europa

Immigrazione, crisi economica, partiti xenofobi, movimenti per i diritti civili, disoccupazione sono alcuni dei temi che hanno continuato a riempire le pagine dei giornali anche nell’ultimo anno. Ma le parole non sono l’unico modo per riflettere sull’attualità politica europea: spesso le vignette possono essere molto più efficaci.
Per questo la Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con Internazionale e con la partecipazione di Voxeurop.eu ha indetto la sesta edizione del concorso per premiare la migliore vignetta politica pubblicata sulla stampa italiana negli ultimi mesi.
I termini per partecipare al concorso scadono il 6 luglio. Le vignette potranno essere votate a partire dal 15 luglio su facebook.com/internazionale. Il voto del pubblico, insieme a quello della giuria composta da giornalisti e vignettisti, decreterà le cinque vignette vincitrici che saranno premiate durante il festival di Internazionale a Ferrara 2016.

La vignetta di Marilena Nardi, vincitrice del concorso 2015.

Immigration, economic crisis, xenophobic parties, civil rights movements, unemployment: these issues have received extensive media coverage in the last year, but words are not the only way to reflect on the news. To dispel the uncertainty enveloping the European Union, a cartoon may be more effective than a thousand words.
For this reason the European Commission, in partnership with Internazionale and Voxeurop.eu, has launched a contest to pick the best political cartoon featured in the Italian press in 2015.
The deadline for submitting the application is the 6th July. The vote will open on the 15th July on facebook.com/internazionale. The public vote, together with that of the jury of journalists and cartoonists, will choose the five winners that will be awarded during the 2016 Internazionale festival in Ferrara.

sabato 16 gennaio 2016

“Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi” di Mario Natangelo

Renzi e l'U.E. - da il fatto quotidiano 



© 2015 Mario Natangelo e Magic Press Edizioni srl.

Un disegnatore disilluso, una militante infervorata: si incontrano, si piacciono, provano a vivere il loro amore all’epoca del grande rottamatore, Matteo Renzi. Si ritroveranno alle prese con una “House of Cards” all’italiana, tra assassinii politici, tradimenti, sedute psicanalitiche, attentati terroristici e improvvisi ritorni di fiamma. Chi non si adegua a questo Nuovo Mondo viene travolto. Anche l’amore. O forse no? Una parodia sui trentenni di oggi e sull’intimismo autoreferenziale della facebook generation, in cui politica e vita quotidiana si mescolano senza soluzione di continuità dando corpo ai sogni e alle paure di chi – come tutti noi – questo cortocircuito lo vive ogni giorno sulla propria pelle. “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”, il nuovo libro di Mario Natangelo, in cui il vignettista de Il FATTO QUOTIDIANO racconta sé stesso e il suo lavoro senza risparmiare nessuno. Nemmeno chi gli paga lo stipendio. [Dal comunicato stampa dell'editore]






Sul numero in edicola di Scuola di Fumetto, Sal Tascioni racconta – come non ho mai saputo fare io – il mio libro “Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi”:

Boris Battaglia osserva spesso come manchi ai fumettisti “la voglia” di raccontare la storia italiana contemporanea. Difficile si tratti di una coincidenza, che manchi a tutti i fumettisti l’occasione per essere storici del nostro tempo, e forse la causa va cercata proprio nelle peculiarità del presente. Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi è un libro a fumetti, forse un graphic novel, forse una raccolta di vignette, ma soprattutto è un libro di storia contemporanea. “Mario”, professione vignettista di un quotidiano, racconta la storia d’Italia dalla caduta di Berlusconi a oggi, riordinate in uno storyboard e intercalate dalle sue vicende personali. Il punto di vista dell’autore, mascherato da impertinente superficialità, è che la storia attuale è tanto più inconoscibile quanto più i fatti sono grotteschi e mostruosi, e proprio per questo è necessaria la vignetta satirica, per ricostruire il vero volto dei protagonisti, quello lontano da botox, twitter e telecamere. Annoto inoltre che il libro fa ridere, e potevamo finirla qui.


sabato 18 luglio 2015

La bolla cinese

venerdì 10 luglio 2015
Scoppierà la bolla finanziaria cinese? O il sistema "comunista" riuscirà a risolvere un problema eminentemente capitalistico e finanziario?
Un bel giallo per le vacanze.
Gianfranco Uber




Qualcuno lo ha già ribattezzato il “mercoledì nero” delle Borse cinesi. Stamane Shanghai ha lasciato sul terreno quasi sei punti percentuali. Le perdite da metà giugno superano ormai il 30% e 500 nuove aziende hanno sospeso le contrattazioni (portando il totale a 1.300).

Cosa facendo scoppiare la bolla? Il rallentamento della crescita economica non è un segreto, spiegano gli analisti, ma ora pesa la specificità del mercato azionario cinese: 80% di investitori privati (poco esperti e che si fanno prendere facilmente dal panico) e interventi di sostegno di Pechino che hanno sortito l’effetto opposto.



Ma la bolla sarà solo cinese? 



Bubble maker    Ramses Morales Izquierdo
Mr Bubble maker gets more and more power, just give him time!
10 Aug 2012

When Will the Euro Bubble Burst?    Jean Gouders
Now Portugal also needs extra loans....Italy in the danger zone, France heading towards the danger zone.....

giovedì 16 luglio 2015

Il mare d’Europa



di Michael Kountouris




Il mare d’Europa

di Nadia Redoglia
Quando toccò a noi porger la chioma allorché l’Europa chiamò,  imponemmo le dimissioni a quel capo di governo che comandò il nostro Paese per oltre vent’anni (secondo ventennio italico). Erano proprio quelli i vent’anni vitali per dimostrare all’Europa Unita d’essere adulti responsabili. Ma  con “quelloli” noi ce li giocammo ché fummo giusto in grado di dimostrare quanto eravamo bravi in burlesque e burlette mandando tutto (come suol dirsi) a puttane. Poi furono Monti e Fornero fabbricatori di lacrime e sangue per conto terzi.

Subito dopo lo Renzi il munifico, ma anche (e ancora!) “quelloli” ché altrimenti (incredibile ma vero)  non si sarebbe potuto governare… Oggi, mentre lo Renzi europeo gigioneggia (modello Jerry Lewis/Alberto Sordi) spaziando tra severe italiche sofferenze e pesanti mancanze sociali,  tocca a sorella Grecia    porger la chioma ché schiava d’Europa Zeus la creò. Renzi e Tsipras,  a dispetto del detto italo-greco,  non hanno la stessa  faccia e la stessa razza, ciononostante sono costretti a esser travolti dal solito destino dell’azzurro mare nostrum che nostro però è  stato mai per davvero…
14 luglio 2015



A Greek-ment
Marilena Nardi


oxi jawohl
BY TOM JANSSEN, THE NETHERLANDS  -



Greek Bailout
BY ADAM ZYGLIS, THE BUFFALO NEWS  -  7/14/201


Greek Burden
BY STEVE SACK, THE MINNEAPOLIS STAR TRIBUNE  -  7/15/2015



Even Hard For Greek Philosophers
BY BRIAN ADCOCK, THE INDEPENDENT  -  7/15/2015



Miel_Greek BailOut2015_
BY DENG COY MIEL, SINGAPORE  -  7/15/2015


Martin Rowson on the Greek crisis negotiations


Prometheus
Dave Brown



Sparta
Grecia umiliata, i Greci no. Vergogniamoci per l’Europa.
Mauro Biani
*

lunedì 22 giugno 2015

Festival di Internazionale a Ferrara 2015 - Concorso Una vignetta per l'Europa



Una vignetta per l’Europa

Qual è il futuro dell’Europa? Il Regno Unito resterà nell’Unione? L’Europa deciderà di intervenire in Libia? L’estrema destra continuerà ad avanzare in Francia?
Immigrazione, crisi economica, partiti populisti, movimenti per i diritti civili, disoccupazione sono alcuni dei temi che hanno riempito le pagine dei giornali nell’ultimo anno ma le parole non sono l’unico modo per riflettere sull’attualità politica. Spesso le vignette possono essere molto più efficaci.

Per questo la Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con Internazionale e con la partecipazione di Voxeurop.eu ha indetto un concorso per premiare la migliore vignetta politica pubblicata sulla stampa italiana negli ultimi mesi.

Vuoi partecipare? Scarica il regolamento e il modulo d’iscrizione.
Compilalo e invialo entro il 6 luglio a: vignette@internazionale.it

La vignetta più bella sarà premiata nel corso del festival di Internazionale a Ferrara 2015.
Fonte: Internazionale
La vignetta vincitrice 2014 di Marco Tonus

What’s the future of Europe? Will the United Kingdom leave the EU? Will Europe attack Libya? Will the right-wing tide continue to grow in France?Immigration, economic crisis, populist parties, civil rights movements, unemployment: these issues have received extensive media coverage in the last year, but words are not the only way to reflect on the news. To dispel the uncertainty enveloping the European Union, a cartoon may be more effective than a thousand words.

For this reason the European Commission, in partnership with Internazionale and Voxeurop.eu, has launched a contest to pick the best political cartoon featured in the Italian press in 2014.

To take part, download the terms and conditions and the application form. Fill in the form before July 6 and send it to: vignette@internazionale.it
The best cartoon will receive a prize during the 2015 Internazionale festival in Ferrara.


Nota: Il nuovo logo  del festival di Internazionale a Ferrara, che si terrà dal 2 al 4 ottobre 2015  è disegnato da Anna Keen, la pittrice e illustratrice britannica nata nell’isola di Wight. I suoi disegni accompagnano Internazionale fin dal primo numero.