domenica 5 novembre 2017

Elezioni siciliane: le vignette preelettorali




PRO MEMORIA
Franco Donarelli



Il teatrino delle ombre
Chiusa finalmente una campagna elettorale nella quale sono stati scarsi o nulli gli accenni ai programmi.
Grosso e improbo invece l'impegno di ogni formazione, per rinnegare la presenza di mafiosi o pregiudicati  nelle proprie liste.
Gianfranco Uber



Elezioni siciliane
Il Presidente uscente Crocetta si dichiara dispiaciuto di non aver modificato la regola per cui, in Sicilia, le operazioni di voto si concludono alle 22 ma lo spoglio inizierà solo dopo 10 ore.
Attenzione perchè talvolta la notte porta ...coniglio.
Gianfranco Uber


Sicilia
CeciGian


patto dell'arancino
Riverso


Il convitato di pietra
Riverso


Durando





Vauro


Ellekappa


Giannelli



Elezioni siciliane
Paolo Lombardi


Natangelo



Mario Bochicchio



Sergio Staino La Stampa, 4 novembre 2017



In bocca al lupo
Mauro Biani


Voto
Domenica il voto in Sicilia. In Italia.
Mauro Biani

giovedì 2 novembre 2017

Halloween 2017

On the 31 October each year, Halloween (also known as All Hallows' Eve) is a time for pumpkin carving, apple bobbing, dressing up and trick or treating! Most likely originating from European harvest festivals and festivals of the dead, it is celebrated by children and adults around the world.

Il 31 ottobre i morti torneranno a camminare sulla terra e sarà nuovamente Halloween. Ma qual è il significato del nome della festa? Di fatto Halloween non è altro che la contrazione di All Hallows’ Eve dove, con il termine Hallow, in gaelico si indica la figura del Santo. La traduzione corretta di Halloween, pertanto, è “la notte prime (Eve) di Tutti I Santi (o ognissanti, in italiano)”.
Halloween, festività di origine celtica celebrata la notte fra il 31 ottobre e il 1º novembre, nel XX secolo ha assunto negli Stati Uniti le forme spiccatamente macabre e commerciali con cui è divenuta nota.
L'usanza si è poi diffusa anche in altri Paesi del mondo e le sue manifestazioni sono molto varie: si passa dalle sfilate in costume ai giochi dei bambini, che girano di casa in casa recitando la formula ricattatoria del trick-or-treat (dolcetto o scherzetto, in Italia).
Caratteristica della festa è la simbologia legata alla morte e all'occulto, di cui è tipico il simbolo della zucca con intagliata una faccia sorridente (il più delle volte spaventosa) e illuminata da una candela o una lampadina piazzata all'interno, derivato dal personaggio di Jack-o'-lantern.

Purtroppo nel giorno di Halloween tornano la paura e la morte a New York, con un attentato terroristico  a Manhattan, vicino al World Trade Center e al memoriale in omaggio agli attacchi alle Torri Gemelle. Un uomo a bordo di un furgone bianco è piombato su una pista ciclabile e ha investito alcune persone.

Le vignette:



Halloween, the real monsters around us    Marco De Angelis
...
31 Oct 2017



NY attack    Luc Descheemaeker
New York Terror Truck
31 Oct 2017




New York, a vehicle plumbing on a bicycle track.




Peter Brookes‏ @BrookesTimes  28 ott
 My cartoon Saturday @TheTimes on a real #Halloween frightener....Nature Notes: Trumpkin (Trumpus pumpus) #Trump




Martin Rowson on the Trump-Russia inquiry 


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Halloween 2017
Puidgemont a Bruxelles intende proseguire la sua battaglia per la secessione della Catalogna e chiede la protezione della UE.
E non è uno scherzetto di Halloween.
Uber


401K CARVING
Steve Sack


Halloween 2017
Fulvio Fontana


© Ingrami PAURA


© Ingrami TERRORE

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Note:

1) Halloween sta per All Hallows Eve, versione inglese arcaica di All Saints, cioè Ognissanti. In seguito "All Hallows Even", che nel 18esimo secolo si contrae in "Halloween".
Alcuni storici ne fanno risalire le origini alla festa celtica di Samhain che indicava la fine dell'estate. Una ricorrenza pagana, assorbita dalle religioni cattolica e protestante che a metà dell'800, quando gli emigrati scozzesi e irlandesi la esportano in America, vive una seconda giovinezza.

2) fobia di Halloween? Samhainofobia. Spiega il divulgatore scientifico David DiSalvo su Forbes, "Non è un semplice fastidio per la festa di Halloween. Ma una fobia clinicamente diagnosticata, come lo sono l'aracnofobia (paura dei ragni) e la coimetrofobia (paura dei cimiteri). Qualche volta si presenta associata ad altre fobie come la phasmofobia (paura dei fantasmi), la wiccafobia (paura delle streghe) e la nictofobia (la paura dell'oscurità notturna)"

3) Simbolismo del "dolcetto o scherzetto?"
È un'usanza di Halloween che i bambini vadano mascherati di casa in casa, chiedendo dolciumi e caramelle o qualche spicciolo con la domanda "Dolcetto o scherzetto?". La parola "scherzetto" è la traduzione dall'inglese trick, una sorta di minaccia di fare danni ai padroni di casa o alla loro proprietà, se non viene dato alcun dolcetto (treat). Esiste una filastrocca inglese insegnata ai bambini delle elementari su questa usanza: "Trick or treat, smell my feet, give me something good to eat".
La pratica di mascherarsi risale al Medioevo e si rifà alla pratica tardomedievale dell'elemosina, quando la gente povera andava di porta in porta a Ognissanti (il 1º novembre) e riceveva cibo in cambio di preghiere per i loro morti il giorno della Commemorazione dei defunti (il 2 novembre). Questa usanza nacque in Irlanda e Gran Bretagna, sebbene pratiche simili per le anime dei morti si rinvengano anche in Sud Italia. Shakespeare menziona la pratica nella sua commedia I due gentiluomini di Verona (1593), quando Speed accusa il suo maestro di «lagnarsi come un mendicante a Hallowmas [Halloween]».

4) La zucca di Halloween: "Jack-o'-lantern"
Il simbolo di Halloween è sicuramente la Jack-o'-lantern, una lanterna scavata in una zucca dalle sembianze umane. Le sue origini si trovano nella leggenda di Stingly Jack, il contadino irlandese che tentò di truffare il diavolo, finché questi lo condannò a vagare nell'oscurità con solo un tizzone ardente per fare luce. E Jack vi costruì attorno una lanterna partendo da una rapa. La zucca, molto diffusa in America, è... un'innovazione successiva.
Si tratta di una zucca scavata a mano, sulla cui superficie vengono intagliati i tratti di un volto, solitamente malefico e dal ghigno beffardo. Al suo interno, una volta svuotata della polpa e dei semi, viene riposta nella zucca una candela che, accesa, consente di vedere i tratti intagliati anche in pieno buio.
Si ritiene che la tradizione di intagliare zucche sia originaria dell'Irlanda. La prima documentazione certa di tale pratica risale tuttavia solo ai primi dell'800. Tale pratica era certamente diffusa in tutta l'isola irlandese ed in alcune parti della Scozia.
In Nord America la prima attestazione certa di zucche intagliate per la notte di Halloween risale al 1834. Tuttavia, è molto probabile che la pratica dell'intaglio si svolgesse anche antecedentemente, ma era un'usanza riconducibile al semplice periodo annuale di raccolta delle zucche. Solo successivamente quindi la zucca sarebbe stata collegata alla festività del 31 ottobre.

5) La leggenda di "Jack-o'-Lantern"
Esistono molte varianti riguardo alla leggenda di "Jack-o'-Lantern".
La più diffusa e conosciuta è comunque quella di derivazione irlandese: Jack, un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d'ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack chiese al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Jack mise poi rapidamente il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d'argento, cosicché il demonio non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare.
Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.
Durante la propria vita Jack commise però così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all'Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come un'anima tormentata. All'osservazione che fosse freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all'interno di una rapa intagliata che aveva con sé. Cominciò, così, da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi.
Da allora, nella notte di Halloween, aguzzando bene la vista, potreste vedere una fiammella vagare nell'oscurità alla ricerca della strada di casa: la fiammella di Jack.


6)  In realtà la zucca non è l'unico simbolo di Halloween. Ci sono anche i pipistrelli. Durante la festa di Samhain, i celti costruivano dei falò che attraevano gli insetti che a loro volta attiravano i pipistrelli. Ma saranno le superstizioni medievali su questo animale notturno, associato alle streghe e all'oscurità, a trasportarlo nel mito neo-gotico di Halloween (più o meno quello che è successo ai gatti neri, altro simbolo della festa).



7)  Nero, viola e arancione sono i colori tradizionali di questa festa.

8) Le caramelle "candy corn" degli Stati Uniti d'America
Tra i più tipici elementi della festività americana vi sono le cosiddette candy corn, delle caramelle tricolore che assomigliano ad un chicco di mais. Il loro consumo vede un picco nel periodo di Halloween.
La caramella, composta da zucchero, sciroppo di granoturco e gelatina gommosa, fu inventata attorno al 1880 da George Renninger, un dipendente della Wunderle Candy Company di Philadelphia.
Secondo le stime dell'Associazione Nazionale dei Confezionatori Americani (NCA), ogni anno negli Stati Uniti vengono consumate circa 9.000 tonnellate di "Candy Corn", la quasi totalità nel periodo di Halloween.



 9) Religione:la chiesa cattolica è contraria. Padre Gabriele Amorth, esorcista della diocesi cattolica di Roma, affermò che «festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona».[30] L'Arcidiocesi di Boston ha organizzato una Saint Feast ('Festa dei Santi') per ricondurre Halloween alle sue radici cristiane come celebrazione della notte prima di Ognissanti o All Hallows Eve.

10) Testimonial : i fumetti di Charlie Brown
The Great Pumpkin in italianoIl Grande Cocomero: inventata dal personaggio Linus van Pelt per la festività di Halloween. Ogni anno Linus scrive al Grande Cocomero una lettera chiedendo regali e varie altre cose, come si farebbe con una sorta di Babbo Natale. Secondo Linus, nella notte di Halloween il Grande Cocomero sceglie, tra tutti gli orti di cocomeri, quello che gli pare il più sincero, e da lì sorge e porta doni a tutti bambini del mondo. Note sono le strisce in cui Linus ne aspetta l'arrivo a mezzanotte nell'orto dei cocomeri (sperando che proprio il suo sia l'orto prescelto), per rimanere poi regolarmente deluso. Linus cerca anche di fare proselitismo e ogni tanto qualcuno dei personaggi si fa coinvolgere e passa la sera di Halloween nell'orto con Linus (per esempio Sally Brown, di lui innamorata, o Snoopy, o Piperita Patty), anziché a fare il tradizionale "Dolcetto o scherzetto". Però succede solo episodicamente: Linus è in effetti l'unico che creda nell'esistenza del Grande Cocomero. Il nome in lingua originale è The Great Pumpkin, che tradotto letteralmente diventerebbe La Grande Zucca. Il curatore dell'opera Oreste del Buono però optò per un adattamento, considerato che la traduzione letterale pareva poco suggestiva e che la festa di Halloween con le connesse zucche era in Italia ancora poco nota (nonostante il fatto che simili usanze fossero in realtà ben radicate anche in molte zone d'Italia). Scelse così un ortaggio simile per dimensioni, ma più "mediterraneo": il cocomero. Anche l'orto di Linus, in lingua originale, è in effetti un orto di zucche, non di cocomeri. Il termine Grande cocomero è comunque ormai entrato nell'immaginario italiano: nel corso degli anni è stato prodotto un film (Il grande cocomero di Francesca Archibugi) e un programma televisivo (Il grande cocomero, condotto dal deejay Linus).

martedì 31 ottobre 2017

GIULIANO - PIETRO La vita è una galera

GIULIANO

PIETRO
La vita è una galera
prefazione di Leandro Castellani

La vita in carcere raccontata da dietro le sbarre.
Un libro in strip tutto da ridere.

Autore Giuliano
Titolo Pietro. La vita è una galera
Collana Piccola Biblioteca del Sorriso
Pagine 112
Formato 13,5 x 20,5 cm
Rilegatura brossura
Peso  0.200 kg
Casa Editrice: Festina Lente Edizioni
La dura vita in carcere di un duro

«Vorrei proprio conoscerlo ’sto detenuto 35, al secolo Pietro, sornione, pacioccone, abile affarista, ma soprattutto maestro nella vecchia nobile arte dell’arrangiarsi, pronto a trarre qualcosa di buono anche dal tanto di cattivo che gli passa davanti. Vorrei conoscerlo e sono sicuro che diverremmo buoni amici, tutti e due rassegnati a vivere in un Paese che somiglia sempre più a una galera, oppure in una galera che somiglia sempre più al nostro Paese. Scelga il lettore! Ma tutti e due – lui ed io – disponibili a prendere il mondo per il suo verso, tanto cambiarlo è operazione difficile, ardua e forse vana» (Leandro Castellani).
.

Giuliano. Giuliano Rossetti, in arte semplicemente Giuliano, nasce in tenera età nel 1935 molto a sud-ovest di Milwaukee, ovvero a Campi Bisenzio. Noto per il suo humour graffiante, ha iniziato la propria carriera sul Travaso delle idee per approdare poi nel corso degli anni a Il Male, di cui ben presto divenne una delle firme più note, CaBalà, Pardon, La Repubblica, La Nazione, Guerin Sportivo, Corriere fiorentino per citarne solo alcune delle testate più note.
 Apprezzato vignettista, vincitore di premi in varie rassegne umoristiche internazionali, i suoi lavori sono stati pubblicati sulle più importanti riviste di satira e di umorismo e sui più noti quotidiani. Una ventina di libri all’attivo, da 38 anni sta lavorando ai testi e alle illustrazioni di una monumentale biografia in braille di Gengis Khan.

Il vignettista Giuliano racconta il nuovo libro sull'ergastolano Pietro 35: "E' uno dei miei primi personaggi, anzi sono io. La prigione? Metafora della vita"








Qui qualche Pagina in anteprima
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Nota:

GIULIANO
(Costantinopoli 331 - Persia 363) imperatore romano. Nipote di Costantino, fu proclamato imperatore dai suoi soldati nel febbraio del 360 e riconosciuto da tutto l’impero nel 361, alla morte di Costanzo. Pur professando apertamente il paganesimo, il nuovo imperatore proclamò la libertà di culto per tutte le religioni ed esercitò una tolleranza religiosa generale. Di G. ci sono giunte numerose opere in greco: 8 orazioni, un’ottantina di lettere (fra cui una di carattere autobiografico rivolta agli ateniesi), il Convivio o I Cesari, divertente opera satirica in cui racconta il ricevimento di Costantino sull’Olimpo, e il Misopogon (ovvero «L’odiatore della barba», attributo dei filosofi). Quest’ultimo è una difesa, nutrita di cultura neoplatonica e ricca di spunti ironici, del proprio operato religioso, e una feroce invettiva contro la folla cristiana di Antiochia, che aveva incendiato il tempio di Dafne e l’aveva insultato.

lunedì 30 ottobre 2017

Storica apertura del Cio, 'videogiochi sono sport'

©Franco Portinari



La notizia:
Storica apertura del Cio, 'videogiochi sono sport'
Praticanti si allenano come atleti. Possibile futuro olimpico



level up - Tauro




©Fogliazza



© Angel Boligan


Il commento

IL POLTRONISMO NUOVO SPORT OLIMPICO

I videogiochi sono stati ammessi tra gli sport dal Cio, il Comitato olimpico internazionale. Dopo questa storica decisione, vedremo presto alle Olimpiadi gli smanettoni dimenarsi davanti a un maxischermo. Purché, precisa il Cio, gli «e-sports», ossia quelli che si fanno al cospetto di uno screen, rispettino i valori olimpici e si dotino strutture per i controlli antidoping e la repressione di fenomeni come le scommesse. Ah, ecco. Proprio come tutti gli altri sport olimpici.

Chi abbia dei dubbi sul carattere agonistico e sportivo dei videogiochi si rassicuri: «Gli e-sports competitivi», è scritto nel comunicato del Cio, «possono essere considerati un'attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con un'intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali». E voi pensavate che fossero una forma di pigrizia, che favorissero l'obesità? Suvvia, non siate così antiquati. Date retta al Cio, il quale fa notare che «gli e-sports sono in forte crescita in particolare fra i giovani dei vari Paesi». Ma guarda te che cosa ti vanno a scoprire quegli occhi di lince del Cio. Che gli «e-sports» sono in forte crescita. Ve ne eravate accorti?

Concludendo, il Cio auspica «un dialogo con l'industria dei videogiochi e i cibernauti per esplorare maggiormente questa area e le possibilità che offre». È qui che ti volevo. È l'e-commerce, bellezza. Denaro, fresco e giovane, a palate. Libera concorrenza in libero agonismo. Ecchisenefrega del poltronismo. Prima o poi, tutti gli atleti mettono su pancia.
Ivano Sartori








I videogame da oggi sono uno sport

sabato 28 ottobre 2017

Fernando Pessoa



Fernando Pessoa, 1988
© Antonio Antunes


Poesia di Fernando Pessoa

«Che noi si scriva, si parli o solo si sia visti
rimaniamo evanescenti.
E tutto il nostro essere non può in parola
o in volto giammai trasmutarsi.

L’anima nostra è da noi immensamente lontana:
per quanta forza si
imprima in quei nostri pensieri,
mostrando l’anime nostre con far da vetrinisti,
indicibili i nostri cuori pur sempre rimangono.

Per quanto di noi si mostri
continuiamo ignoti.

L’abisso tra le anime non può esser collegato da un miraggio della vista
o da un volo del pensiero.
Nel profondo di noi stessi restiamo ancora celati
quando al nostro pensiero dell’essere nostro parliamo.

Siamo i sogni di noi stessi, barlumi di anime, 
e l’un per l’altro resta il sogno dell’altrui sogno.»

(Fernando Pessoa)



Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.
Fernando Pessoa
© Marilena Nardi

Fernando Pessoa
© Antonio Antunes



Questa vecchia angoscia

Questa vecchia angoscia,
questa angoscia che porto da secoli dentro di me,
è traboccata dal vaso,
in lacrime, in grandi immaginazioni
in sogni tipo incubi senza terrore
in grandi emozioni improvvise, senza alcun senso.

È traboccata.
Quasi non so come comportarmi nella vita
con questo malessere che mi riempie l’anima di pieghe!
Se almeno impazzissi per davvero!
Ma no: è questo essere a mezza strada,
questo quasi,
questo essere sul punto di…

Il ricoverato di un manicomio almeno è qualcuno.
Io sono il ricoverato di un manicomio senza manicomio.
Sono pazzo a freddo,
sono lucido e matto,
sono estraneo a tutto e uguale a tutti:
sto dormendo sveglio con sogni che sono pazzia
perché non sono sogni.
Sono in questo stato…

Povera vecchia casa della mia infanzia perduta!
Chi avrebbe detto che mi sarei tanto disperso!
Che ne è del tuo bambino? È impazzito.
Che ne è di colui che dormiva tranquillo sotto il tuo tetto provinciale?
È impazzito.
Ma chi, fra quelli che fui? È impazzito. Oggi costui è chi io sono.

Se almeno possedessi una religione!
Per esempio, una per quel feticcio
che c’era in casa nostra, la vecchia casa, che veniva dall’Africa.
Era bruttissimo, era grottesco,
ma c’era in lui la divinità di tutto quello in cui si crede.
— Giove, Geova, l’Umanità —
uno qualunque servirebbe,
nfatti che cosa è tutto se non quello che pensiamo di tutto?

Scoppia, cuore di vetro dipinto!

Fernando Pessoa     © Antonio Antunes

Esta velha angústia

Esta velha angústia,
Esta angústia que trago há séculos em mim,
Transbordou da vasilha,
Em lágrimas, em grandes imaginações,
Em sonhos em estilo de pesadelo sem terror,
Em grandes emoções súbitas sem sentido nenhum.

Transbordou.
Mal sei como conduzir-me na vida
Com este mal-estar a fazer-me pregas na alma!
Se ao menos endoidecesse deveras!
Mas não: é este estar entre,
Este quase,
Este poder ser que…,
Isto.

Um internado num manicômio é, ao menos, alguém,
Eu sou um internado num manicômio sem manicômio.
Estou doido a frio,
Estou lúcido e louco,
Estou alheio a tudo e igual a todos:
Estou dormindo desperto com sonhos que são loucura
Porque não são sonhos.
Estou assim…

Pobre velha casa da minha infância perdida!
Quem te diria que eu me desacolhesse tanto!
Que é do teu menino? Está maluco.
Que é de quem dormia sossegado sob o teu teto provinciano?
Está maluco.
Quem de quem fui? Está maluco. Hoje é quem eu sou.

Se ao menos eu tivesse uma religião qualquer!
Por exemplo, por aquele manipanso
Que havia em casa, lá nessa, trazido de África.
Era feiíssimo, era grotesco,
Mas havia nele a divindade de tudo em que se crê.
Se eu pudesse crer num manipanso qualquer
— Júpiter, Jeová, a Humanidade —
Qualquer serviria,
Pois o que é tudo senão o que pensamos de tudo?

Estala, coração de vidro pintado!

Álvaro de Campos (Fernando Pessoa)

(da Poemas)

Fernando Pessoa
© Antonio Antunes





giovedì 26 ottobre 2017

Concorso delle Nazioni Unite "Ranan Lurie " ed i vincitori 2016.

THE UNITED NATIONS/RANAN LURIE
POLITICAL CARTOON AWARDS


Presents the 2017 Awards

These awards are granted for the best political cartoons reflecting the spirit and the principles of the United Nations.

THIRTEEN AWARDS WILL BE GRANTED:
First Prize$10,000.00
Second Prize5,000.00
Third Prize3,000.00
Ten Honorable Mentions in the form of plaques



Il premio delle Nazioni Unite "Ranan Lurie"
presenta il bando di concorso per i Premi 2017
I lavori dovranno pervenire entro il 15 novembre per posta, si quella coi francobolli, non inviate mail o fax!

Qui tutte le norme : http://lurieunaward.com/rules.htm


2016 Award Winners

First Place - $10,000 Winner
Miroslav Barvircak
Publication: Korzar
Slovakia


Second Place - $5,000 Winner
Yonatan Wachsmann
Publication: Calcalist
Israel



Third Place - $3,000 Winner

Steve Sack
Publication: Minneapolis Star Tribune
 USA





Citations for Excellence

martedì 24 ottobre 2017

The New Yorker: October 30, 2017

“October Surprise,” by Carter Goodrich
“My whole life has been disrupted. It’s a national nightmare,” the artist Carter Goodrich says, about his cover for this week’s issue: a painting of the President whom he calls a “dangerous clown.” “I’m still just as stunned now as I was a year ago, on Election Night. I have been asked to work on movies about him. I can’t do it; most satire seems to lighten what feels to me like a dire situation. He’s already a cartoon villain, infantile and strange.”

Il numero del mensile The New Yorker in uscita il trenta ottobre, dedica la copertina al presidente Donald Trump, raffigurato, dal disegnatore Carter Goodrich, come un clown che sbuca da dietro un albero. "È un clown pericoloso, e rappresenta già un cartone animato malvagio, infantile e strano. È un incubo nazionale" sono le parole di Goodrich sul presidente.
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E' chiaro il riferimento al clown di IT del film tratto dal celebre romanzo di Stephen King.
Proprio in questi giorni il film è uscito nei cinema italiani  e sta facendo un incasso record.



Il thriller horror della New Line Cinema, “IT” diretto da Andy Muschietti , è tratto dal famosissimo romanzo omonimo di Stephen King, che da decenni terrorizza generazioni di lettori. Il film racconta la storia di sette giovani emarginati di Derry, Maine, che si autodefiniscono il Club dei Perdenti.
Ognuno di loro è stato escluso dalla società per un motivo o per l’altro; ognuno di loro è bersaglio di un branco di bulli del posto… e tutti quanti hanno visto materializzarsi le proprie paure inconsce sotto forma di un antico predatore muta forma, che non possono fare altro che chiamare IT.
Da quando esiste la loro città, Derry è terreno di caccia di questa entità, che emerge dalle fognature ogni 27 anni per cibarsi del terrore che scatena nelle prede che ha scelto: i bambini di Derry. Facendo gruppo durante un’estate orribile ma esaltante, i Perdenti si compattano per riuscire a sconfiggere le proprie paure e fermare la serie di omicidi iniziata durante una giornata di pioggia, quando un bambino, nel tentativo di recuperare la sua
barchetta di carta, viene risucchiato all’interno di un tombino… finendo dritto tra le braccia di Pennywise il Clown.

Il romanzo di King IT, fu pubblicato per la prima volta nel 1986, diventando immediatamente un classico della letteratura. A tutt’oggi è considerato uno dei migliori e più autorevoli lavori dell’incontrastato maestro dell’horror della letteratura, ispirando nel corso degli anni numerosi progetti cinematografici e televisivi.




lunedì 23 ottobre 2017

Cremona: MOSTRA OMAGGIO A JACOVITTI


MOSTRA OMAGGIO A JACOVITTI: Surrealismo a fumetti

Dal 20 ottobre al 5 novembre presso la Sala Consulta del Palazzo Comunale di Cremona — Ingresso da Spazio Comune, P.za Stradivari 7

Aperto: da lunedì a sabato dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 18
Ingresso libero


A vent'anni dalla scomparsa dell'amato fumettista molisano riscopriamo il suo mondo surrealista e irriverente e il suo legame con la storica azienda cremonese Negroni con una selezione a cura di Dino Aloi e Silvia Jacovitti.

Quest'anno ricorre anche il sessantesimo anniversario della creazione del mitico Cocco Bill.
La mostra, nel palazzo municipale di Cremona,  raccoglie quaranta tavole originali e riproduzioni: l’esposizione inaugurata in occasione della prima Festa del salame, è aperta al pubblico, con ingresso libero, dal 20 ottobre al 5 novembre.

Tra i pezzi più prestigiosi della rassegna una stampa originale del menù che l’autore aveva concepito per la ditta cremonese Negroni. L’iniziativa si deve all’impegno del Centro Fumetto Andrea Pazienza.


Cocco Bill


Il genio di Jacovitti è ormai da tempo conclamato da tutti. La semplicità grafica delle sue illustrazioni e l’umorismo paradossale delle situazioni raffigurate, sono le caratteristiche più note di uno dei più grandi fumettisti del novecento italiano. Non poteva certo mancare alla Festa del Salame l’abbinamento con Jacovitti che, tra lische e frattaglie, ha spesso inserito nelle sue vignette proprio i salami. In collaborazione con il Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, Cremona potrà riscoprire disegni, immagini e pubblicazioni dell’autore molisano attraverso una mostra a lui dedicata e un percorso di comunicazione ideato appositamente attraverso le vetrine dei negozi di Corso Campi e Corso Garibaldi.
Seguono la locandina dell'evento e la cartolina commemorativa.



la locandina

la cartolina 

la cartolina

http://www.festadelsalamecremona.it/

sabato 21 ottobre 2017

XXV Rassegna Internazionale di Satira e Umorismo “Città di Trento” 2017


CULTURE 
XXV RASSEGNA INTERNAZIONALE DI SATIRA E UMORISMO
 “CITTÀ DI TRENTO”

Dal 21 ottobre al 5 novembre 2017 - Torre Mirana, via Rodolfo Belenzani 3 a Trento Inaugurazione sabato 21 ottobre ore 18:00 - Tutti i giorni 10:00/12:00 - 15:00/19:00 

STUDIO D’ARTE ANDROMEDA
 www.studioandromeda.net

Ha interessato 468 autori provenienti da 69 nazioni diverse per un totale di 1203 opere.
In un momento storico in cui si ricostruiscono muri e si chiudono le frontiere, anni in cui torna pericolosamente a girare l’idea che i diritti non siano estendibili a tutti ma siano un premio personale non condivisibile, ci è sembrato opportuno fermarsi a riflettere su cosa significhi il termine “culture”. Da qui il titolo lanciato per la 25° Rassegna Internazionale di Satira e Umorismo.
Il desiderio è quello di sempre: avere una panoramica a trecentosessanta gradi di ciò che questa parola suscita nell’immaginario degli artisti.
Come sempre la potenza silenziosa e acuminata delle immagini satiriche si conferma carica di significati e ricca di spunti di riflessione. Un viaggio tortuoso a cavallo delle matite internazionali più ispirate, che va dall’Iran all’Indonesia, passando per Turchia, Serbia, Romania, Polonia, attraversando Cuba, Messico, Brasile e Perù.
Molti sono stati gli autori che si sono soffermati a descrivere il presente, con scenari acerbi e dolorosi fatti di sfregi e omologazione.
Altri puntano sulle possibilità di riscatto, ma è sempre con l’insostituibile strumento dell’umorismo che gli autori satirici riescono ad annientare l’amarezza strappando un sorriso grazie alla leggerezza con cui denunciano le dissonanze del nostro vivere quotidiano.
Giulia Pedrotti
Studio d’Arte Andromeda

Sezione “Satira e Umorismo” 


Primo premio Musa Gumus (Turchia)
Efficace sintesi che associa il rispetto e la conservazione del patrimonio culturale, in tutto il mondo, con la stessa sopravvivenza della specie umana. La corrispondenza di questi due elementi è comunicata con rara immediatezza e qualità grafica.



Secondo premio Gio (Mariagrazia Quaranta) (Italia)
 L'impronta digitale caratterizza e distingue ogni persona così come la lettura e la conoscenza sono determinanti e irrepetibili. L'intuizione dell'autrice è tradotta con delicatezza artistica.