domenica 2 novembre 2014

Reyhaneh Jabbari


Iran, Reyhaneh Jabbari è stata impiccata. Aveva ucciso il suo stupratore
Esecuzione della pena capitale nonostante gli appelli internazionali alle autorità iraniane


Rayhaneh Jabbari, who was sentenced
Paolo Lombardi
. 25 Oct 2014



The Iranian hunter
Cecigian
Dedicated to Reyhaneh Jabbari 28 Oct 2014

THE FALSE THEOREM
Gianfranco Uber
The justice based on the death penalty is not true justice. (also known as the postulate of Rouhami and spread not only in Iran) 26 Oct 2014
[IL FALSO TEOREMA DI TEHERAN
La giustizia costruita sulla pena di morte non è vera giustizia ]



 baloons
Magnasciutti


reyhaneh jabbari
Doaa Eladl
execution the Iranian girl reyhaneh jabbari 29 Oct 2014






Reyhaneh Jabbari, la ventiseienne iraniana impiccata sabato in Iran per aver ucciso un uomo che accusava di tentato stupro, ha lasciato questo messaggio vocale alla madre lo scorso aprile (quando era prevista la sua esecuzione poi rimandata). Alcuni attivisti iraniani lo hanno trascritto e fatto circolare su internet: lo considerano il suo testamento. Reyhaneh è stata seppellita domenica mattina, ma alla famiglia non è stato permesso di celebrare un funerale per lei. 
Cara Shole,
oggi ho appreso che e’ arrivato il mio turno di affrontare la Qisas (la legge del taglione ndr). Mi sento ferita, perché non mi avevi detto che sono arrivata all’ultima pagina del libro della mia vita. Non pensi che dovrei saperlo? Non sai quanto mi vergogno per la tua tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare la tua mano e quella di papa’?
Il mondo mi ha permesso di vivere fino a 19 anni. Quella notte fatale avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe stato gettato in un qualche angolo della città e, dopo qualche giorno, la polizia ti avrebbe portata all’obitorio per identificare il mio cadavere, e avresti appreso anche che ero stata stuprata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato poiché noi non godiamo della loro ricchezza e del loro potere. E poi avresti continuato la tua vita nel dolore e nella vergogna, e un paio di anni dopo saresti morta per questa sofferenza, e sarebbe finita cosi’.
Ma a causa di quel colpo maledetto la storia e’ cambiata. Il mio corpo non e’ stato gettato via, ma nella fossa della prigione di Evin e nelle sue celle di isolamento e ora in questo carcere-tomba di Shahr-e Ray. Ma non vacillare di fronte al destino e non ti lamentare. Sai bene che la morte non e’ la fine della vita.
Mi hai insegnato che veniamo al mondo per fare esperienza e per imparare una lezione, e che ogni nascita porta con se’ una responsabilità. Ho imparato che a volte bisogna combattere. Mi ricordo quando mi dicesti che l’uomo che conduceva la vettura aveva protestato contro l’uomo che mi stava frustando, ma quest’ultimo ha colpito l’altro con la frusta sulla testa e sul volto, causandone alla fine la morte. Sei stata tu a insegnarmi che bisogna perseverare, anche fino alla morte, per i valori.
Ci hai insegnato andando a scuola ad essere delle signore di fronte alle liti e alle lamentele. Ti ricordi quanto hai influenzato il modo in cui ci comportiamo? La tua esperienza pero’ e’ sbagliata. Quando l’incidente e’ avvenuto, le cose che avevo imparato non mi sono servite. Quando sono apparsa in corte, agli occhi della gente sembravo una assassina a sangue freddo e una criminale senza scrupoli. Non ho versato lacrime, non ho supplicato nessuno.  Non ho cercato di piangere fino a perdere la testa, perché confidavo nella legge.
Ma sono stata incriminata per indifferenza di fronte ad un crimine. Vedi, non ho ucciso mai nemmeno le zanzare e gettavo fuori gli scarafaggi prendendoli per le antenne. Ora sono colpevole di omicidio premeditato. Il mio trattamento degli animali e’ stato interpretato come un comportamento da ragazzo e il giudice non si e’ nemmeno preoccupato di considerate il fatto che, al tempo dell’incidente, avevo le unghie lunghe e laccate.
Quanto ero ottimista ad aspettarmi giustizia dai giudici! Il giudice non ha mai nemmeno menzionato che le mie mani non sono dure come quelle di un atleta o un pugile. E questo paese che tu mi hai insegnata ad amare non mi ha mai voluta, e nessuno mi ha appoggiata anche sotto i colpi dell’uomo che mi interrogava e piangevo e sentivo le parole più volgari. Quando ho rimosso da me stessa l’ultimo segno di bellezza, rasandomi i capelli, sono stata premiata con 11 giorni di isolamento.
Cara Shole, non piangere per quello che senti. Il primo giorno che nell’ufficio della polizia un agente anziano e non sposato mi ha colpita per via delle mie unghie, ho capito che la bellezza non e’ fatta per questi tempi.  La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei desideri, la bella calligafria, la bellezza degli occhi e di una visione, e persino la bellezza di una voce piacevole.
Mia cara madre, il mio modo di pensare e cambiato e tu non sei responsabile. Le mie parole sono senza fine e le darò a qualcuno in modo che quando sarò impiccata senza la tua presenza e senza che io lo sappia, ti verranno consegnate. Ti lascio queste parole come eredita’.
Comunque, prima della mia morte, voglio qualcosa da te e ti chiedo di realizzare questa richiesta con tutte le tue forze e tutti i tuoi mezzi. Infatti, e’ la sola cosa che voglio dal mondo, da questo paese e da te. So che hai bisogno di tempo per questo. Per questo ti dirò questa parte del mio testamento per prima. Per favore non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in tribunale e presenti la mia richiesta. Non posso scrivere questa lettera dall’interno della prigione con l’approvazione delle autorità, perciò ancora una volta dovrai soffrire per causa mia.  E’ la sola cosa per cui, anche se tu dovessi supplicarli, non mi arrabbierei – anche se ti ho detto molte volte di non supplicarli per salvarmi dalla forca.
Mia buona madre, cara Shole, più cara a me della mia stessa vita, non voglio marcire sottoterra. Non voglio che i miei occhi o il mio cuore giovane diventino polvere. Supplicali perché subito dopo la mia impiccagione, il mio cuore, i reni, gli occhi, le ossa e qualunque altra cosa possa essere trapiantata venga sottratta al mio corpo e donata a qualcuno che ne ha bisogno. Non voglio che sappiano il mio nome, che mi comprino un bouquet di fiori e nemmeno che preghino per me. Ti dico dal profondo del cuore che non voglio che ci sia una tomba dove tu andrai a piangere e soffrire.  Non voglio che tu indossi abiti scuri per me. Fai del tuo meglio per dimenticare i miei giorni difficili. Lascia che il vento mi porti via. 
Il mondo non ci ama. Non voleva il mio destino. E adesso sto cedendo e sto abbracciando la morte. Perché nel tribunale di Dio incriminerò gli ispettori, l’ispettore Shamlou, il giudice, i giudici della Corte suprema che mi hanno colpita quando ero sveglia e non hanno smesso di abusare di me. Nel tribunale del creatore accuserò il dottor  Farvandi, e Qassem Shabani e tutti coloro che per ignoranza o menzogna mi hanno tradita e hanno calpestato i miei diritti.
Cara Shole dal cuore d’oro, nell’altro mondo siamo io e te gli accusatori e loro sono gli imputati. Vediamo quel che vuole Dio. Io avrei voluto abbracciarti fino alla morte. Ti voglio bene.
Reyhaneh


(fonte)

sabato 1 novembre 2014

Sentenza d'appello di Stefano Cucchi

Stefano Cucchi è morto da circa 5 anni. Oggi è arrivata la sentenza con la quale sono stati scagionati completamente tutti gli indagati. Poliziotti, medici e infermieri.
Non c'è nessun colpevole per lo Stato italiano.
Non c'è stata alcuna giustizia per lui e per la sua famiglia.

Oltre ad essere stato pestato e lasciato morire, si continua a infierire sui familiari e sulla sua memoria con frasi come questa che riporto dal Fatto (più sotto l'articolo completo):
Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap, esprime “piena soddisfazione” per l’assoluzione in appello di tutti gli imputati. Non solo. Perché in una nota scrive: “In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori delloStato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/31/stefano-cucchi-sorella-meritiamo-giustizia-ferrero-si-autoassolve/1183405/
Marilena Nardi



"Il processo Cucchi è una delle peggiori vergogne dell'Italia di oggi."
Stefano Bartezzaghi



Sentenza
Di Mauro Biani per il Manifesto




E' Stato Cronos
Ancora sulla sentenza Cucchi.
Mauro Biani

Fulvio Fontana



di Apicella




Il dito media continua
Marco Careddu
la vignetta fa riferimento alla foto della scandalosa esultanza alla sentenza del primo processo qui sotto
Dita medi alzati dagli assolti a Cucchi
anno 2013




Sentenza
CeciGian


Orrore
CeciGian



di Pietro Vanessi





Prove insufficienti: un cadavere non basta
http://www.lastampa.it/2014/10/31/italia/cronache/caso-cucchi-tutti-assolti-in-appello-per-insufficienza-di-prove-WHni9dMihmx7avRNSdfE1M/pagina.html
Gianfalco


era il 2009
Paolo Lombardi




Orrore
fabiomagnasciutti





 Caso Cucchi: tutti assolti
 di Tiziano Riverso

*
un paese da sempre senza giustizia,in balia delle correnti dei magistrati
Vincino Gallo


Chi è Stato?
massimo gramellini
Recita il ritornello: le sentenze si rispettano. Però non possono diventare lotterie, come accade quando sugli stessi fatti il giudizio d’appello smentisce, ribaltandolo, il processo precedente. Per l’accusa Stefano Cucchi è morto in carcere di botte e di stenti. Per il primo giudice «soltanto» di fame e di sete. Per la corte d’assise neanche di quello. Ne dovremmo dedurre che sia ancora vivo. O che si sia ammazzato da solo. E infatti è questa la versione che ci vogliono apparecchiare: Cucchi si sarebbe lasciato morire di inedia. Se medici e infermieri hanno una colpa, è di non avere insistito con la forza per nutrirlo.
Una «responsabilità morale» ammette persino Giovanardi. E le fratture? E gli occhi pesti? E il corpo preso in consegna vivo dallo Stato e restituito cadavere alla famiglia? Una famiglia che ha sempre rispettato e aiutato le istituzioni, al punto di fornire prove a carico del figlio sul possesso di droga. Toccherà alla Cassazione mettere il timbro su questa storia allucinante, dove il latinorum dei giudici è contraddetto dalla potenza persuasiva delle foto. Purtroppo abbiamo fin d’ora una certezza: che quando una delle due sentenze risulterà sbagliata, nessun magistrato pagherà per il suo errore.
P.S. Solidarietà ai poliziotti e agli agenti penitenziari che accettano di farsi odiare dal prossimo per 1200 euro al mese. Ma il portavoce di un loro sindacato che - di fronte alla morte impunita di un uomo - dichiara: «Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute e conduce una vita dissoluta, ne paghi le conseguenze», dovrebbe fare soltanto una cosa. Vergognarsi.



di GLMart


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


occhio alla salute
Natangelo


Nessuna pietà
Natangelo


Staino- Corriere


Vauro

 
per leggere la striscia cliccare qui
Disegni - Il fatto quotidiano



di Mario Airaghi

venerdì 31 ottobre 2014

L'humour di Ugo Sajini (II)





ISIS - Senza Parole

 - Che fai?
- Mi Cacci?

- Stai Sereno!





 La cornamusa


 La fisarmonica.
Premio 100°Aniversario de Aníbal Troilo: Hugo Sajini. Italia 


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giovedì 30 ottobre 2014

Le tavole di Marilena Nardi (settembre-ottobre 2014)



sul Fatto di oggi una doppia pagina sulle previsioni economiche (sbagliate) degli ultimi tre governi e questo mio disegno.


TatcheRenzi




il nuovo che avanza...
(art. 18)

Daniza...
alla fine è stata uccisa



Kobane
l'Isis è alle porte della Turchia e il mio pacifismo in forte crisi.



 a Genova ancora alluvioni e ancora un morto.
Bisognerebbe smetterla di costruire divorando il suolo inutilmente.

Vi allego una mia vigna dello scorso anno e il link da cui è possibile scaricare gratuitamente il pdf "Rottama Italia": http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4852



vitalità
Marilena Nardi 
Nota:  omaggio alle grandi atlete longeve italiane 


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Marilena Nardi - È nata nel 1966 a Chiampo, in provincia di Vicenza.

Dopo la maturità artistica (1986) e il diploma di scultura (1990) si dedica all’insegnamento: dal 1992 è docente di Anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti di Venezia e dal 2003 anche di Illustrazione.

Si occupa inoltre di grafica umoristica.

Dal 1984 ad oggi sono più di un centinaio le partecipazioni a mostre e rassegne di umorismo grafico e illustrazione in Italia e nel mondo. Vincitrice di numerosissimi premi tra cui nel 2013 il Premio Satira Politica Forte dei Marmi per il disegno satirico.

Alcune sue opere sono custodite nei musei di grafica umoristica di Bajardo, Bronzolo, Tolentino, Istanbul, Tehran, Zemun e al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano.

Ha fatto parte di alcune giurie, come l’VIII Rassegna Nazionale della Vignetta Umoristica “Premio Saverio Memmo” di Lanciano del 2000, la I Biennale Internazionale di Humor Grafico “Vino, humour e… fantasia” e il IX Festival Internazionale di Humor Grafico nel 2006 e il 2nd International Cartoon Contest Olive a Cipro nel 2009.

Molte le collaborazioni con giornali e periodici nazionali, tra le quali spiccano quelle per il Il Fatto Quotidiano, per il Corriere della Sera (ViviMilano, CorrierEconomia, CorriereSoldi, CorriereLavoro, CorriereScuola) ma anche Diario, Gente Money, Borsa & Finanza, Avvenimenti, Salute Naturale, Il nostro budget, Monthly, ecc... Collabora anche al satirico online L’Asino (www. tornalasino.blogspot.com).

È presente nel Dizionario degli Illustratori Contemporanei, a cura di E. Bragaglia e T. Grossi, edito dal Centro di Documentazione dell'Illustrazione Contemporanea di Bronzolo, Bolzano.

"Disegna di tutto: amore, salute, bambini, affari & finanza.

Sempre con leggerezza, ironia e notevole sense of humour".

(Luca Novelli, Grafica & Disegno, N. 37)
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Patente e carta di circolazione dal 3 novembre dovranno avere lo stesso intestatario?

Favorisca patente e libretto: a babbo morto o a babbo natale?

Ci sarebbe da piangere, ma come fare a non ridere scorrendo i commenti blog/chat/facebook/tweet che continuano ad accavallarsi dopo la “new” del Ministero Trasporti e Infrastrutture che dal 3 novembre prossimo impone (pena oltre 700 euro!) a chi guida un veicolo non di sua proprietà di comparire sulla carta di circolazione insieme ai dati del proprietario?  Non è proprio così, ma per arrivare a capire che così non è tocca imporre alle nostre celluline grigie tripli salti mortali carpiati con avvitamento e supercazzola prematurata con scappellamento.
Il tutto è racchiuso in quasi 50 (!!) pagine di dispositivi d’attuazione (circolare 15513 del 10 luglio 2014) di un comma (il 3) di un articolo (il 94 bis) del Codice della Strada che si riferisce alla Legge 120/2010. Insomma, tanto “new” non sarebbe.  Leggetevi il testo ché la legge, così come i suoi dispositivi attuatori, non ammette ignoranza  http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=19250
Premessa fondamentale: questa disposizione ha (notevole) scopo principale l’individuare i responsabili delle infrazioni e scovare le intestazioni fittizie (avete presente quei bolidi  intestati a ultraottuagenari sui quali però scorrazzano e sgommano evasori e facce da papponi? Ecco). Gli è però che subito dopo il nobile obiettivo, le supercazzole pare che s’infilino una sull’altra!
Avviso importante per tutti (compresi i papponi): il guidatore che finora ha viaggiato su auto non intestata a sé può continuare a farlo senza trascrivere i suoi dati sul libretto.
Coloro che, invece, dal 3/11/14 guideranno per oltre 30 giorni un’auto non loro, dovranno comunicarlo alla Motorizzazione trascrivendo sul libretto i propri dati (NB ogni trascrizione costa 25 euro: 16 di bollo 9 di diritti). I familiari conviventi con l’intestatario sono esonerati.Gli altri familiari (figli, coniugi, genitori e suoceri, nonni e zii ecc. ecc.) che risiedono altrove -e che guidano oltre 30 giorni la macchina intestata al familiar cortese- hanno da trascriversi. Nessuno ha considerato i conviventi non familiari: anche loro perciò dopo i fatidici 30 giorni dovranno trascriversi. Questa è però la solita (incivile) storia appartenente al Paese nostro. E’ storia manco ancora recepita a livello della carta dei diritti umani: figuriamoci  dunque se la può recepire il Codice della Strada!
Poi c’è ancora una cosuccia non da poco: quella specie di bonus dei 30 giorni su cui pare vertere la ratio legis. Come contano, le signorie loro illustrissime, d’identificarne le date certe?
Spiego: “A” guida l’auto del proprietario “B” da sempre. Prosegue a farlo anche sull’auto trascritta in capo a B dopo il 3 novembre 2014.  Verso Natale (data a caso) lo ferma la stradale: “patente e libretto”. Le identità non coincidono. A dichiara a verbale d’averla presa in consegna da B tot  (che ci frega? Basta che non siano 30!) giorni prima e che domani gliela restituisce. Questo tipo di performance può, così, tornare valida per sempre a rotazione, a meno che A non venga fermato ogni giorno e, ogni giorno (almeno fino alla concorrenza dei 30) non venga “schedato” in apposito database. Insomma A dovrebbe essere monitorato come si fa con un ecoDoppler?!
Più che  “patente e libretto” con questa legge suonerebbe meglio: “libretto patente”.
29 ottobre 2014

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mercoledì 29 ottobre 2014

Ritratto di Sebastiano Vassalli

 Il 28 settembre  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
Sebastiano Vassalli





Sebastiano Vassalli: "Potevo uccidere o impazzire. Per questo ho cercato altre storie"
Dagli esordi come pittore nel Gruppo 63, all'incontro con Calvino, cercando rifugio nel passato: "Il presente è la vita del condominio. E se c'è qualcosa di importante non ha bisogno di uno scrittore"
di ANTONIO GNOLI


Chi era suo padre?

martedì 28 ottobre 2014

La deposizione di Napolitano



martedì 28 ottobre 2014

LA DEPOSIZIONE
Oggi i Giudici di Palermo impegnati nel processo sulla presunta trattativa Stato/Mafia si recheranno al Quirinale per ascoltare Napolitano non già in qualità di Presidente della Repubblica ma per il semplice motivo che all'epoca dei fatti era il Ministro degli Interni. La procedura è abbastanza insolita ma, a mio avviso, lungi da poter essere considerata come una mancanza di rispetto verso il Capo dello Stato che come tale è anche il Presidente del C.S.M..
Gianfranco Uber

L'audizione
Tiziano Riverso



di Riccardo Mannelli per Il Fatto Quotidiano


di Riccardo Mannelli


Il padreterno della Patria
Mannelli


 
Rivelazioni
Trucco (Kurt)



Nota


GIORGIO NAPOLITANO DEPONE COME TESTIMONE SULLA TRATTATIVA STATO MAFIA

Perché i giudici di Palermo interrogano Napolitano


  • Il presidente della repubblica Giorgio Napolitano è interrogato come testimone nel processo sulla trattativa tra stato e mafia.
  • La testimonianza davanti ai pubblici ministeri di Palermo avviene al Quirinale.
  • I magistrati indagano su presunti contatti tra istituzioni e Cosa nostra tra il 1992 e il 1993, dopo l’omicidio di Salvo Lima e le stragi di Capaci e di via D’Amelio, dove furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
  • Si ipotizza ci sia stato un accordo tra i vertici dello stato e i vertici della mafia siciliana che prevedeva la fine delle stragi in cambio di un’attenuazione delle misure detentive dell’articolo 41 bis dell’ordinamento carcerario italiano.

Il presidente è coinvolto nell’inchiesta per due elementi:

  • Le intercettazioni delle telefonate dell’allora ministro dell’interno Nicola Mancino, che chiedeva un appoggio contro i giudici siciliani che stavano valutando le accuse di falsa testimonianza;
  • Una lettera che Loris D’Ambrosio, suo ex consigliere giuridico, gli inviò nel giugno del 2012, due mesi prima di morire. Nel documento D’Ambrosio esprime il timore “di essere stato considerato l’utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi” e si dice amareggiato dalla campagna di stampa seguita alla pubblicazione delle intercettazioni delle sue telefonate con Mancino. D’Ambrosio presentò le sue dimissioni al presidente della repubblica, che le respinse.


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Conclusa la deposizione del presidente della repubblica

È terminata la deposizione del presidente della repubblica Giorgio Napolitano che ha testimoniato davanti alla corte d’assise di Palermo, trasferita a Roma, per il processo sulla trattativa tra stato e mafia.

La deposizione è durata tre ore, è cominciata intorno alle 10.40 ed è finita alle 13.40. Erano presenti i giudici della corte d’Assise e gli avvocati delle parti civili e degli imputati.

Secondo quanto dichiarato da un avvocato presente all’interrogatorio, il presidente della Repubblica ha risposto a diverse domande delle parti, anche ad alcune domande poste dal legale del boss mafioso Totò Riina.
In alcuni casi Napolitano si è avvalso della facoltà di non rispondere garantite alla sua carica di capo di stato. “La parola trattativa non è mai stata usata”, ha detto un legale della difesa.

Luca Cianferoni, legale del boss mafioso Totò Riina, ha detto a Sky, uscendo dal Quirinale:

La domanda a cui non ha risposto è quella sul collegamento fra sé medesimo e Scalfaro quando fece il discorso ‘non ci sto’, nel quale collegava i servizi segreti alle bombe. Ma non è stato un diniego di Napolitano ma della corte, che non ha ammesso la domanda.


Beppe Mora


Giannelli


...però il teste...
Mario Airaghi




Nessuna trattativa
Pietro Vanessi





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domenica 26 ottobre 2014

Premio Morrione Bando IV Edizione


AGLI STATI GENERALI DELL’ANTIMAFIA IL LANCIO DEL
BANDO DELLA QUARTA EDIZIONE DEL
PREMIO GIORNALISTICO ROBERTO MORRIONE

Entro l’8 dicembre l’invio delle proposte di video-inchiesta degli under 31.

22 ottobre 2014 – Non poteva esserci occasione migliore degli Stati Generali dell’antimafia “ControMafie” in programma a Roma dal 23 al 26 ottobre per lanciare il nuovo bando del Premio Roberto Morrione rivolto a tutti i giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione con la passione per l’inchiesta televisiva.
Il Premio Roberto Morrione, arrivato alla sua quarta edizione, è una sezione del Premio Giornalistico televisivo Ilaria Alpi ed è dedicato alla memoria e all’impegno civile e professionale di Roberto Morrione, giornalista Rai, fondatore della rete allnews Rainews24 e di Libera Informazione, osservatorio sull’informazione per la legalità e contro le mafie.
E’ un’iniziativa unica nel suo genere perché non seleziona inchieste già realizzate, ma valuta e premia le più valide proposte progettuali di video-inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale rilevanti per la vita politica, sociale o culturale dell’Italia e gli fornisce un contributo finanziario per la loro realizzazione. Il Premio ha l’obiettivo di promuovere, sostenere e incentivare il giornalismo investigativo di giovani giornalisti o aspiranti tali che, obbligatoriamente, non devono aver superato i 31 anni di età l’8 Dicembre 2014.
Tra tutti quelli inviati, nel rispetto delle modalità indicate nel sito www.premiorobertomorrione.it, verranno scelti 3 progetti e a ciascunoverrà assegnato un contributo in denaro di 3.000 euro da impiegare nello sviluppo e produzione di un’inchiesta di una durata massima di 20 minuti.