venerdì 12 luglio 2013

Spirito di vino 2013 - Concorso



Ricevo e vi faccio partecipi di questa mail :




Cari Amici,

abbiamo il piacere di presentarvi la 14° edizione del Concorso Internazionale Spirito di Vino, organizzato da Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia.
Anche per questa edizione i partecipanti saranno divisi in due sezioni: la prima riservata ai vignettisti dai 18 ai 35 anni d'età e la seconda destinata ad artisti che hanno superato i 36 anni d'età.
Il Concorso ha preso il via in occasione di Cantine Aperte, il 26 maggio scorso, e prevede la possibilità di inviare fino ad un massimo di tre opere satiriche sul tema del vino entro il 31 agosto 2013. Le premiazioni avranno luogo a Udine il 14 settembre 2013 in occasione di Friuli DOC, l'appuntamento annuale con l'enogastronomia della Regione Friuli Venezia Giulia.
Le opere possono essere inviate:
Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia
Via del Partidor 7
33100 Udine
Vi invitiamo a visionare il regolamento,

Le vignette pervenute verranno giudicate da una giuria d’eccezione capitanata dal presidente in carica Alfio Krancic e dal presidente onorario Giorgio Forattini. I giurati sono nomi illustri del panorama satirico italiano, giornalismo e grafica: Emilio Giannelli (vignettista), Valerio Marini (vignettista), Gianluigi Colin (art director del Corriere della Sera), Franz Botré ed Enzo Rizzo (direttore e vicedirettore della rivista Spirito DiVino), Carlo Cambi (direttore editoriale della rivista Wine Passion), Paolo Marchi (giornalista de Il Giornale), Aldo Colonetti (direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Design), Fede &Tinto (Decanter – RadioRai), Francesco Salvi (attore).

Alla data di scadenza dell’invio delle opere, la giuria si riunirà nella sede dell’Istituto Europeo di Design di Milano per selezionare 30 vignette di entrambe le sezioni che verranno successivamente esposte all’interno di una mostra allestita per l’occasione. Le premiazioni si svolgeranno durante il mese di settembre a Udine nel contesto dell’evento Friuli Doc: in tale occasione la giuria selezionerà i primi tre classificati di entrambe le sezioni che saranno premiati con una selezione di vini delle cantine associate al Movimento Turismo del Vino FVG.

Obiettivo del concorso, che fin dalla sua prima edizione ha raccolto entusiasmo soprattutto da parte di giovani artisti, è quello di diffondere il messaggio del bere consapevole ma anche di confrontare e mettere in luce le diverse visioni della cultura del vino che hanno giovani residenti in ogni parte del mondo, dall’Europa alla Russia, dall’America Latina al Giappone e alla Cina.




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 Qui sotto i vincitori 2012


PRIMO PREMIO


 Riserva bancaria
categoria -35
Gianmaria Bozzolan


Evoluzione
categoria +35
Luigi Renatti

SECONDO PREMIO

Spumonti
Spumonti
categoria -35
Massimo Mazzucco
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Amore di vino
Amore di vino
categoria +35
Marco De Angelis
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TERZO PREMIO



Spread di vino
Spread di vino
categoria -35
Gianuario Dario
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In rosso
In rosso
categoria +35
Mauro Sacco - Elisa Vallarino
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Menzionati


Senza titolo
Senza titolo
categoria +35
Oleksy Kustovsky
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Lo spirito della terra
Remos y vino
categoria +35
Marcelo Oscar Lawryczenko
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Senza titolo
Senza titolo
categoria +35
Gabriel Lopez Martinez
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Il tuo profumo divino
Il tuo profumo divino
categoria +35
Andrea Pecchia
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Tu mi fai girar
Senza Titolo
categoria +35
Jovan Prokopljevic
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http://www.mtvfriulivg.it/spirito_2012_premiati.html

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Udine - Spirito di Vino 2011

giovedì 11 luglio 2013

Papa Francesco: visita a Lampedusa

LAMPEDUSA, 8 LUG - Papa Francesco, dalla motovedetta della Guardia Costiera, ha gettato nel mare di Lampedusa una corona di fiori in ricordo dei migranti morti durante le traversate. Prima di lanciare i fiori il Papa si è raccolto in preghiera.

Per alcuni minuti, il Pontefice è stato poi in preghiera, in memoria dei migranti morti in mare. Il lancio della corona è avvenuto davanti al porto di Lampedusa. La motovedetta della Guardia costiera su cui si trova il Papa è accompagnata da un corteo di barche di pescatori. (ANSA)

Camminare sull’acqua di Lampedusa
L’8 luglio il viaggio del Papa a Lampedusa.
Mauro Biani



Transustanziazione
Lunedì il Papa a Lampedusa. E un calice intagliato dal legno dei barconi dei migranti.
Mauro Biani





 DISCORSO DI PAPA FRANCESCO A LAMPEDUSA
Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali. Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta. Non si ripeta per favore. Prima però vorrei dire una parola di sincera gratitudine e di incoraggiamento a voi, abitanti di Lampedusa e Linosa, alle associazioni, ai volontari e alle forze di sicurezza, che avete mostrato e mostrate attenzione a persone nel loro viaggio verso qualcosa di migliore. Voi siete una piccola realtà, ma offrite un esempio di solidarietà! Grazie! Grazie anche all’Arcivescovo Mons. Francesco Montenegro per il suo aiuto, il suo lavoro e la sua vicinanza pastorale. Saluto cordialmente il sindaco signora Giusi Nicolini, grazie tanto per quello che lei ha fatto e che fa. Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o’scià!
Questa mattina, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, vorrei proporre alcune parole che soprattutto provochino la coscienza di tutti, spingano a riflettere e a cambiare concretamente certi atteggiamenti.
«Adamo, dove sei?»: è la prima domanda che Dio rivolge all’uomo dopo il peccato. «Dove sei Adamo?». E Adamo è un uomo disorientato che ha perso il suo posto nella creazione perché crede di diventare potente, di poter dominare tutto, di essere Dio. E l’armonia si rompe, l’uomo sbaglia e questo si ripete anche nella relazione con l’altro che non è più il fratello da amare, ma semplicemente l’altro che disturba la mia vita, il mio benessere. E Dio pone la seconda domanda: «Caino, dov’è tuo fratello?». Il sogno di essere potente, di essere grande come Dio, anzi di essere Dio, porta ad una catena di sbagli che è catena di morte, porta a versare il sangue del fratello!
Queste due domande di Dio risuonano anche oggi, con tutta la loro forza! Tanti di noi, mi includo anch’io, siamo disorientati, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo, non curiamo, non custodiamo quello che Dio ha creato per tutti e non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri. E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito.
«Dov’è il tuo fratello?», la voce del suo sangue grida fino a me, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi. Quei nostri fratelli e sorelle cercavano di uscire da situazioni difficili per trovare un po’ di serenità e di pace; cercavano un posto migliore per sé e per le loro famiglie, ma hanno trovato la morte. Quante volte coloro che cercano questo non trovano comprensione, non trovano accoglienza, non trovano solidarietà! E le loro voci salgono fino a Dio! E una volta ancora ringrazio voi abitanti di Lampedusa per la solidarietà. Ho sentito, recentemente, uno di questi fratelli. Prima di arrivare qui sono passati per le mani dei trafficanti, coloro che sfruttano la povertà degli altri, queste persone per le quali la povertà degli altri è una fonte di guadagno. Quanto hanno sofferto! E alcuni non sono riusciti ad arrivare.
«Dov’è il tuo fratello?» Chi è il responsabile di questo sangue? Nella letteratura spagnola c’è una commedia di Lope de Vega che narra come gli abitanti della città di Fuente Ovejuna uccidono il Governatore perché è un tiranno, e lo fanno in modo che non si sappia chi ha compiuto l’esecuzione. E quando il giudice del re chiede: «Chi ha ucciso il Governatore?», tutti rispondono: «Fuente Ovejuna, Signore». Tutti e nessuno! Anche oggi questa domanda emerge con forza: Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue del tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsabilità fraterna; siamo caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardiamo il fratello mezzo morto sul ciglio della strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquillizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell'indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro!
Ritorna la figura dell’Innominato di Manzoni. La globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti “innominati”, responsabili senza nome e senza volto.
«Adamo dove sei?», «Dov’è il tuo fratello?», sono le due domande che Dio pone all’inizio della storia dell’umanità e che rivolge anche a tutti gli uomini del nostro tempo, anche a noi. Ma io vorrei che ci ponessimo una terza domanda: «Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo?», Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del “patire con”: la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere! Nel Vangelo abbiamo ascoltato il grido, il pianto, il grande lamento: «Rachele piange i suoi figli… perché non sono più». Erode ha seminato morte per difendere il proprio benessere, la propria bolla di sapone. E questo continua a ripetersi… Domandiamo al Signore che cancelli ciò che di Erode è rimasto anche nel nostro cuore; domandiamo al Signore la grazia di piangere sulla nostra indifferenza, di piangere sulla crudeltà che c’è nel mondo, in noi, anche in coloro che nell’anonimato prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada ai drammi come questo. «Chi ha pianto?». Chi ha pianto oggi nel mondo?
Signore, in questa Liturgia, che è una Liturgia di penitenza, chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle, ti chiediamo Padre perdono per chi si è accomodato e si è chiuso nel proprio benessere che porta all’anestesia del cuore, ti chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi. Perdono Signore!
Signore, che sentiamo anche oggi le tue domande: «Adamo dove sei?», «Dov’è il sangue di tuo fratello?».

Al termine della Celebrazione il Santo Padre ha pronunciato le seguenti parole:
Prima di darvi la benedizione voglio ringraziare una volta in più voi, lampedusani, per l'esempio di amore, per l'esempio di carità, per l'esempio di accoglienza che ci state dando, che avete dato e che ancora ci date. Il Vescovo ha detto che Lampedusa è un faro. Che questo esempio sia faro in tutto il mondo, perché abbiano il coraggio di accogliere quelli che cercano una vita migliore. Grazie per la vostra testimonianza. E voglio anche ringraziare la vostra tenerezza che ho sentito nella persona di don Stefano. Lui mi raccontava sulla nave quello che lui e il suo vice parroco fanno. Grazie a voi, grazie a lei, don Stefano.
fonte

Tiziano Riverso


Papa Francesco è irremovibile: a Lampedusa con lui niente politici né vescovi, il cerimoniale è blindato.
Angelino Alfano ci teneva tanto!
Tiziano Riverso



Oggi visita storica a Lampedusa.
Papa Francesco vuole rammentare a tutto il mondo la necessità di solidarietà, non solo della Chiesa, verso tutti gli uomini costretti da condizioni inumane, causate dalle guerre e da ingiustizie economiche, a rischiare la vita e spesso a lasciarcela, per poter sperare in un futuro anche solo leggermente migliore.
Quanti Magdi Allam tra loro?
Gianfranco Uber


Il discorso della Lampedusa

Non è il lago di Tiberiade, ma il Mare Nostrum (già il possessivo qualche impulso dovrebbe darcelo, ma andiamo avanti).  Non è la montagna (così definita la piccola altura su Tiberiade) ma l’isola Lampedusa. E’ da questa che il vescovo di Cristo (successore degli apostoli) e per di più Papa (successore di Pietro) ha scelto di partire per la sua missione…
Ci sono moltissimi passi nel Vangelo che mi piacerebbe fossero applicati nel nostro laico Stato. Il “discorso della montagna” è tra i primi. Vediamolo.
 «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli»
Gli umili che sempre chinano il capo perché si sentono gli ultimi della Terra di fronte al Dio delle genti e alle genti stesse
«Beati gli afflitti, perché saranno consolati»
I frustrati dal sistema costruito dalle genti e anche frustati dalle genti stesse
 «Beati i miti, perché erediteranno la terra»
I saggi inascoltati che renderebbero questa Terra feconda per tutte le genti, ma le troppe genti che preferiscono distruggerla in favore di poche, prevale
 «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati»
I giusti secondo natura, non necessariamente divina, schiacciati dalle genti che alla giustizia preferiscono leggi fatte a proprio uso e consumo
 «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia»
Gli indulgenti che prima d’emettere sentenze si mettono dalla parte degli “altri” lottando contro le genti che vogliono conoscere solo il “noi”
« Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio»
Gli umani che non mettono ostacoli alle forze della natura, non necessariamente divina, accettandole e trovandone sempre la parte più bella per il bene di tutte le genti e non solo per le genti dei privilegi
 «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio»
Le generose genti che offrono se stesse così come nude stanno a differenza delle genti che scelgono di vestirsi con armi e scudi
 «Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli»
I giusti secondo natura, non necessariamente divina, ammazzati nel corpo o nello spirito dalle genti che alla giustizia configgono paletti
 «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia»
Le genti che possedendo anche un solo talento (tra umiltà, frustrazione, saggezza, giustizia, indulgenza, umanità, generosità e quanto altro a queste s’armonizzano) scelgono di subire le più spregevoli ignominie, pur di conservare quel talento.
Chapeau a papa Francesco che in quel di Lampedusa ha scelto di condensare tutti quei talenti in tutti gli umani che al “discorso di Lampedusa” attraccano…
8 luglio 2013


CeciGian

Ero Straniero
di Cecilia Alessandrini
Ho letto commenti entusiasti sulla visita del Papa a Lampedusa. Ho letto che questo gesto dimostra che il problema sono i Cie e chi li ha istituiti, le leggi più o meno ingiuste in materia di immigrazione ecc.
Papa o non Papa ho sempre pensato che il problema sono anche i Cie, sono anche le leggi più o meno ingiuste e concordo sul fatto che sia necessario combattere per cambiarle ma penso anche che il vero problema siamo tutti noi.
Siamo noi quando "scappiamo" dai quartieri in cui abitano prevalentemente gli stranieri, quando ci lamentiamo, anche sottovoce, che nelle classi ce ne sono troppi e rallentano il programma, quando difendiamo gli imprenditori facendo finta di ignorare che molti di loro li fanno lavorare in nero in condizioni disumane e che riservano loro i lavori più pericolosi, siamo noi quando diamo addosso a priori al sindacato che l'estate organizza campagne di sindacalizzazione dei lavoratori stranieri schiavizzati nelle piane agricole del sud, siamo noi quando diciamo che ci dà fastidio vedere le prostitute, più spesso straniere, in strada perché non sappiamo cosa "dire" ai nostri figli e vagheggiamo di risolvere il problema "nascondendole" in moderne "case chiuse", siamo noi quando non sopportiamo l'odore di ciò che cucinano senza pensare che l'odore delle nostre grigliate è altrettanto forte e può essere egualmente molesto. Perché il problema non è sempre altrove, il problema spesso è dentro di noi.
E io credo che in fondo il Papa con questa visita e con le sue parole abbia voluto dire questo a tutti noi soprattutto se cristiani. "Ero straniero e mi avete accolto" c'è scritto nel Vangelo. Quella evangelica è un'accoglienza totale, senza se e senza ma, senza alcuna condizione a contorno.
Una sola unica frase: "Ero straniero e mi avete accolto" non certo "sfruttato" o "respinto" o "giudicato". Ho sempre pensato che non ci fosse molto altro da aggiungere e il gesto di visitare Lampedusa dimostra che lo pensa anche il Papa. Non posso che esserne molto felice.

SERGIO STAINO




VAURO


Speriamo che Francesco scuota le coscienze.
Globalmente.

Tullio Boi





Sant’Europa
E mo? Interessante la riflessione su come “intorno all’isola sia nato probabilmente il più grande movimento di massa di disobbedienza civile alle leggi europee e italiane sulla frontiera”.
Mauro Biani


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mercoledì 10 luglio 2013

Papa Francesco: l'enciclica e due "santi"

Pope Franziskus
By Petar Pismestrovic, Kleine Zeitung, Austria  -  4/10/2013


 La notizia
5 luglio 2013: data multipla e ricca di significati. Arriva, presentata in Sala Stampa ai giornalisti di tutto il mondo, la prima Enciclica di Francesco, “Lumen Fidei”, che come noto tiene conto anche del precedente lavoro di Benedetto XVI. Questi aveva l’intenzione di completare con il terzo documento, sulla fede, il complesso delle sue due encicliche, Deus Caritas e Spe salvi, sulla carità e sulla speranza. Poi la realtà si è fatta diversa, nell’annuncio dell’11 febbraio scorso…

E il Papa è Francesco. Non basta: nella stessa circostanza viene annunciata la canonizzazione di due Papi recenti, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, e stesso giorno si sono incontrati pubblicamente Francesco e il Papa emerito, nei giardini vaticani per l’inaugurazione di una statua dell’Arcangelo San Michele, alleato del credente nella lotta per il bene e contro il male, anche tradizionalmente personificato in Satana e nelle sue tentazioni che non risparmiano gli uomini di fede… Un’enciclica “a quattro mani” – si era detto – ma che si presenta con una sola firma. Infatti uno solo è il Papa, Francesco, che riconosce con gratitudine il contributo del suo Predecessore, ma si assume tutto il testo: 4 capitoli in 82 pagine indirizzate “Ai vescovi, ai presbiteri” (cioè i preti), “ai diaconi, alle persone consacrate” (cioè i frati non preti e le suore) e “a tutti i fedeli laici”.
(continua)

Le vignette


Giannelli - Corriere della sera


FRANCESCO V
Mancherebbe un miracolo ma che importa?
Papa Francesco approfitta della beatificazione di papa Wojtyla e proclama santo anche Giovanni XXIII mettendo d'accordo le opposte tifoserie.
Gianfranco Uber



vengo a prenderti stasera
 fabiomagnasciutti
Etichette: enciclica, magnasciutti, papi


fabiomagnasciutti



 enciclica a quattro mani con Ratzinger
UVA




Claudio Cadei



Nico Pillinini






domenica 7 luglio 2013

Pietrasanta : la lunetta di Igor Mitoraj


L'Annunciazione in bronzo dello scultore Igor Mitoraj cambia la facciata della chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta. Là dove c'era una lunetta bianca  ora c'è l'opera in bronzo che l'artista  polacco ha donato alla città con l'impegno di sistemarla proprio li sulla facciata della chiesa di Sant'Agostino. I pareri per la collocazione dell'opera però si sono divisi . Pareri purtroppo persino politici, che tristezza. Tuttavia questa mattina a Pietrasanta, l'inaugurazione in un clima di festa e con molti turisti e scultori. Fra i presenti l'autore Igor Mitoraj.
 L'Annunciazione è un'opera site specific (valore stimato 800mila euro) creata per la facciata della chiesa, un altorilievo di 180 centimetri di altezza, per 300 di lunghezza: "C'è una Madonna con gli occhi chiusi, come se nel momento stesso dell'Annunciazione intuisse il destino tragico di suo figlio" racconta l'artista. C'è anche un torso con una figura senza volto, con una grande croce incisa addosso.
(fonte)

le foto



fonte


Igor Mitoraj (Oederan, 26 marzo 1944) è uno scultore polacco.
Dopo aver studiato pittura alla Scuola d'arte di Cracovia e all'Accademia d'arte di Cracovia sotto la guida di Tadeusz Kantor, partecipò a diverse esposizioni collettive, ottenendo la prima personale nel 1967 alla Krzysztofory Gallery in Polonia. Nel 1968 si trasferì a Parigi, per continuare i suoi studi artistici.
Poco dopo rimase affascinato dall'arte e dalla cultura Latino-Americane e decise di passare un anno dipingendo e viaggiando in Messico. Questa esperienza lo avvicinò alla scultura.
Tornò a Parigi nel 1974 e due anni dopo tenne un'altra personale alla Galleria La Hune, nella quale erano incluse alcune sculture. Il successo dell'esposizione lo convinse a dedicarsi a tempo pieno alla scultura.
Dopo aver lavorato con terracotta e bronzo, a seguito di un viaggio a Carrara nel 1979, decise di passare alla lavorazione del marmo. Nel 1983 ha aperto uno studio a Pietrasanta.(continua)




Di Igor Mitoraj alcune opere:


Testa addormentata esposta in Canada.



Esposizione ad Agrigento.


LINK:

Femminicidio.



Femminicidio.
in questi sei mesi del 2013 sono già state uccise 68 donne.

Mariti, figli, fratelli, fidanzati, compagni o ex. Sempre la mano degli uomini che hanno amato ad ucciderle con brutalità.


Una mia tavola sul Fatto di oggi.
Saluti
Marilena



La bella e tragica tavola che mi ha mandato Marilena mi ha fatto ricordare un bel articolo di Gramellini datato ma sempre attuale:
"chi alza le mani su di te, non ti ama e non merita il tuo amore"

29/05/2013
Prima che sia tardi
massimo gramellini

Come ci si comporta con una donna innamorata in pericolo di vita che non vuole essere salvata? C’è la ragazza di Caserta con la milza spappolata dai calci del fidanzato che rilascia un’intervista per dirgli che lo perdona e lo ama ancora. E c’è la ragazza di Nettuno che torna a casa col setto nasale rotto e sostiene di essere caduta, ma quando il padre viene a sapere da altri che sono stati i pugni del moroso a ridurla in quello stato, lei si rifiuta di sporgere denuncia. Per noi che le osserviamo da fuori, le gesta dei due trogloditi sono le prove generali del prossimo delitto. Ma per chi le subisce sotto l’effetto di un’emozione malata e di una sconsolante immaturità sentimentale, appariranno forse una forma estrema e «macha» di passione.

Quando nutrivo una fiducia illimitata nelle parole, pensavo che gli amori sbagliati fossero incantesimi dissolvibili da una frase pronunciata al momento giusto. Per esempio: chi alza le mani su di te, non ti ama e non merita il tuo amore. Ma le vittime non sanno di essere in trappola. Sperano di redimere il bruto e si smarriscono dentro spirali psicologiche che contemplano di tutto, dal masochismo all’istinto protettivo, all’orgoglio di chi non accetta di essersi sbagliata. Esaurite le parole, a scuotere le coscienze obnubilate rimangono i gesti. Il padre della ragazza di Nettuno ha denunciato il picchiatore contro la volontà della figlia. E l’avvocata della ragazza di Caserta ha rinunciato al mandato: si è rifiutata di continuare a difenderla. Azioni forti, provocatorie. Luci accese nei crepacci di certi amori sbagliati, affinché qualcuno li veda e si fermi, prima che sia tardi.

sabato 6 luglio 2013

F-35 : Parlamento non ha diritto di veto


Napolitano interviene pesantemente sulla questione degli F35. Secondo il Presidente della Repubblica il Parlamento non può modificare la decisione di acquisto dei bombardieri già presa a suo tempo.
Come dire: Sovrano sì ma non esageriamo.
Probabile vecchio lettore di Shultz non vede l'ora di poter emulare Snoopy all'inseguimento del Barone Rosso

Gianfranco Uber

Riunione del Consiglio Supremo di Difesa

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha presieduto oggi, al Palazzo del Quirinale, una riunione del Consiglio Supremo di Difesa.

Alla riunione hanno partecipato: il Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta; il Ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino; il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano; il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Fabrizio Saccomanni; il Ministro della Difesa, Mario Mauro; il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato; il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Luigi Binelli Mantelli.

Hanno altresì presenziato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Filippo Patroni Griffi; il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra; il Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, Gen. Rolando Mosca Moschini.

Il Consiglio, nel riaffermare il ruolo insostituibile delle Forze Armate, ha esaminato i principali scenari di crisi e l'andamento delle missioni internazionali, anche in vista del decreto autorizzativo per il quarto trimestre, che sarà in linea con gli impegni assunti nella prima parte dell'anno, confermando una sensibile riduzione di presenze e di oneri rispetto al passato.

Con riferimento al processo di riforma dello strumento militare, si è rilevato come l'attuazione della Legge 244/2012 debba riflettere indirizzi strategici e linee di sviluppo delle capacità e delle strutture coerenti con le sfide, i rischi e le minacce che il contesto globale in rapida trasformazione prospetta per il nostro Paese e per la Comunità Internazionale. In tale quadro, la progressiva integrazione europea, in coordinamento con l'evoluzione della NATO, e la realizzazione di capacità congiunte costituiscono presupposti fondamentali per l'approntamento di forze in grado di far fronte efficacemente alle esigenze di sicurezza e di salvaguardia della pace. Questa è la prospettiva da perseguire, anche in considerazione della limitatezza delle risorse disponibili e dell'entità, da un lato, degli investimenti da effettuare per la sicurezza e la difesa e della gravità, dall'altro, delle esigenze di rilancio della crescita e dell'occupazione.

A parere del Consiglio Supremo, tale visione è conforme allo spirito ed al disposto della legge 244, anche per quanto attiene alle necessità conoscitive e di eventuale sindacato delle Commissioni Difesa sui programmi di ammodernamento delle Forze Armate, fermo restando che, nel quadro di un rapporto fiduciario che non può che essere fondato sul riconoscimento dei rispettivi distinti ruoli, tale facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell'Esecutivo.[...]





 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Consiglio Superiore Difesa, F-35, Parlamento, Realitisciò




Giannelli - Corriere della sera



F35: Per amare la pace, armare la pace. 

Romaniello



Enzo Apicella


Enzo Apicella



Prima della riunione
Tiziano Riverso


Dopo la riunione
Tiziano Riverso



Amando Armando... neppure questo...
Tomas


Il piatto piange
fabiomagnasciutti



Licenza
CeciGian


F35- Giochi di guerra
CeciGian




 SERGIO STAINO


Maramotti


Vilipendulo
Chissà (vista la cronaca) se la vigna si può definire vilipendio al Consiglio Supremo di Difesa.
Intanto segnalo su F35 et co. il comunicato stampa del Movimento Nonviolento: “F35, a decidere siamo noi. La coscienza dice NO“.
Mauro Biani

Un piccolo appunto per le vigne di Mauro Biani, l'argomento a lui caro questa in alto è l'ultima ... l'indignazione!
sotto alcune  in ordine temporale a partire dalla campagna elettorale in poi...





Esseri immaginari
Imu, F35, promesse. Come allo stanco solito, Berlusconi batte tutti.
Col rischio che molti italiani siano al solito italioti. 3Febb2013

Mauro Biani


SiPuòFare
“F-35: in Parlamento c’è maggioranza per il no, usiamola!“. Da: Sbilanciamoci. 18Mar2013Mauro Biani


In attesa che un fulmine metta fine a tutti
Armi atomiche Usa custodite in Italia, saranno adeguate per il lancio con gli F35. Dice Mao Valpiana: “Come Rete Italiana Disarmo e Movimento Nonviolento lo denunciavamo da anni. Ora è ufficiale, ed è gravissimo. E’ una palese violazione costituzionale. Lo ricorderemo con forza il 2 giugno, al nuovo parlamento, al Presidente della Repubblica, al nuovo governo!“. 24 Aprile 2013

 Mauro Biani




Caramelle dagli aerei
F35 e Pacchetto lavoro. 27Giugno2013
Mauro Biani


26/06/2013
A caccia d’elicotteri
massimo gramellini

Basta volare basso. Libriamoci nello spazio, là dove ronzano le pale dell’onorevole Francesco Boccia, consigliere fidato del primo ministro in carica e presidente della commissione Bilancio. Dialogando su Twitter con una collega di partito che gli imputava simpatie guerrafondaie per gli F35, l’enfant prodige del Pd si è lasciato scappare un segreto di Stato: «Non si tratta di fare la guerra, con gli elicotteri si spengono incendi, trasportano malati, salvano vite umane». La rivelazione di Boccia ha gettato il Pentagono nel panico. Prima del suo tweet, i generali erano riusciti a tenere nascosta la vera natura dei costosissimi aviogetti. Ma ora, grazie alla «talpa» democratica, sappiamo come stanno effettivamente le cose. Gli F35 non sono cacciabombardieri. Sono elicotteri a forma di cacciabombardiere. Spengono incendi senza neanche gettare l’acqua, solo con lo spostamento d’aria. E trasportano i malati talmente in fretta da stenderli in sala operatoria prima che il chirurgo abbia fatto in tempo a mettersi i guanti e la mascherina.

Con la modestia dei grandi, Boccia ha cercato di minimizzare il suo gesto, affermando di avere tirato in ballo gli elicotteri solo a mo’ di esempio. In un eccesso di generosità ha addirittura attribuito il merito della rivelazione al suo stagista. Troppo tardi. Ricercato come Snowden dalle polizie di mezzo mondo, ora gli toccherà scappare in qualche Paese che non contempli l’estradizione per il reato di figuraccia. Qualcuno ieri sera giurava di averlo visto salire su un F35 che aveva le pale piegate in due dalle risate.



Riccardo Mannelli

F-35, il golpetto di Napolitano

di Marco Travaglio, da il Fatto quotidiano, 4 luglio 2013

Com’è noto i cacciabombardieri F-35 sono inutili, ma sarebbero uno spreco anche se fossero utili. Pare infatti che queste carcasse volanti cappòttino da ferme. Tant’è che Gran Bretagna, Olanda, Danimarca, Australia e Turchia hanno già rimesso in discussione il progetto. Noi no, anzi.

L’8 aprile 2009, due giorni dopo il terremoto in Abruzzo, mentre si raccoglievano 300 vittime, si soccorrevano migliaia di feriti e il governo Berlusconi faceva passerella sulle macerie senza trovare un euro per ricostruire L’Aquila, le commissioni Difesa di Camera e Senato votavano il via libera per l’acquisto di 131 F-35 (poi ridotti a 90) al modico costo di 15 miliardi. Nessun voto contrario: l’impavido Pd, anziché opporsi, uscì dalla stanza e non partecipò al voto, in linea con il suo programma scritto direttamente da Ponzio Pilato (a parte la senatrice Negri che, in un soprassalto di coraggio, restò dentro e si astenne).

Ora però il Parlamento è infestato di marziani, i famigerati grillini, che con Sel fanno quel che il centrosinistra non ha mai fatto: opposizione. E il Pd, non abituato, si barcamena. Memorabile la mozione bipartisan dell’altro giorno per il solito rinvio, che impegna il governo “relativamente al programma F-35, a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi della legge 244/2012”. Una supercazzola che non vuol dire nulla, vista la maggioranza bulgara del governo che procede per decreti e fiducie. Ma la sola idea che il Parlamento torni a esistere e a dire qualcosa “nel merito”, ha fatto saltare la mosca al naso di Sua Altezza Reale Giorgio Napolitano, descritto dai giornali come “molto irritato” per la lesa maestà commessa dalle Camere nei confronti suoi e della nostra sovranità limitata dagli Usa.

Così il Re Bizzoso ha riunito il Consiglio Supremo di Difesa, di cui s’erano perse le tracce da tempo, solitamente dedito a tornei di burraco e canasta fra generali in pensione e signore, con i camerieri in uniforme e mostrine che servono il vermut con l’olivetta, e ha diramato un supermònito categorico e impegnativo per tutti: “la facoltà del Parlamento” riconosciuta dalla legge 244/2012 “non può tradursi in un diritto di veto su decisioni operative e provvedimenti tecnici che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”.

Cioè: nel 2012 il Parlamento fa una legge, la 244, promulgata da Napolitano, per raccomandare un risparmio sulle spese militari e stabilire che quelle “straordinarie” devono passare dal Parlamento, così come le ordinarie che completino “programmi pluriennali finanziati nei precedenti esercizi con leggi speciali”. Non solo: spetta alle Camere l’ultima parola sulle spese militari in base alla situazione internazionale e alle disponibilità finanziarie dello Stato, per evitare “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Proprio il caso degli F-35. Ma Napolitano, che si crede il capo del governo, dei giudici e ora pure del Parlamento, fa dire alla legge il contrario di quel che dice e la usa per esautorare le Camere, già peraltro ridotte a fotocopiatrici dei diktat di Palazzo Chigi, cioè del Colle.

Ce ne sarebbe abbastanza per un conflitto di attribuzioni fra le Camere e il Quirinale contro questo golpetto senza carri armati. Ma i due camerieri del Colle che le presiedono non alzano neppure un sopracciglio. E Fantozzi-Franceschini ringrazia il Presidente per il “giusto richiamo alla separazione dei poteri”: solennissima vaccata, visto che il Consiglio Supremo di Difesa non è un potere dello Stato, ma un organo consultivo-esecutivo di norme decise da altri (in teoria, dal legislativo).

Una domanda, a questo punto, sorge spontanea: visto che ormai il Presidente decide pure il nostro menu al ristorante e il colore dei nostri calzini, per raggiungere l’agognato presidenzialismo che bisogno c’è di riformare la Costituzione? Ma soprattutto: quale Costituzione?

(4 luglio 2013)


PS: sogni


Sarebbe bello se, invece che devastanti giocattoloni sganciabombe, le nazioni acquistasserro innocui giocattoli a molla per bambini e tutti i conflitti si risolvessero a "Risiko", "Monopoli" o a "Cirulla"
Vabbèhhhh... Oggi me va de' sogna' !

Il MoisEditoriale di oggi si riferisce a Questa Notizia:
http://www.unita.it/italia/f35-mozione-pd-sfida-il-governo-br-no-acquisto-senza-ok-parlamento-1.507885
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Moise