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lunedì 15 agosto 2016

Capalbio: radical chic e profughi

Chicco Testa: «I profughi a Capalbio? 
Non vengano a bighellonare»
fonte





Nimby Kik contro i bighelloni
di Ivano Sartori
Chicco Testa, l'ex dirigente del Pci e del Pds con apprendistato nello Pdup-manifesto, ex Legambiente poi a capo di colossi industriali come Eni e Wind, attualmente in quota Renzi, ha detto «i profughi non devono venire qui a bighellonare». Non intendeva in Italia. No, parlava di Capalbio, il borgo maremmano da decenni «buen retiro», così lo chiamano quei fantasiosi dei giornalisti, dell'intellighenzia colta e di sinistra (le due cose vanno sempre di pari passo), la piccola Atene dei filosofi marxiani sempre più marziani rispetto a chi li ha votati. Dopo la dichiarazione dell'onorevole vendoliano Arcangelo Sannicandro che si è opposto con fierezza a una paga da metalmeccanico, ecco l'ohibò di Chicco (tutti lo chiamano così, ma non ce l'ha un vero nome?). Una boutade rivelatrice, che scioglie il nodo gordiano di tanti suoi contorcimenti verbali. Che la dice lunga sul populismo di chi predica bene e razzola male, di chi si converte in un battibaleno dall'energia pulita a quella nucleare pur di conservare la cadrega e i relativi generosi emolumenti.
Quella testa di Chicco non ha preso un colpo di sole, non gli è scappata. No, ha proprio voluto dire quel che ha detto. Ora, qualche pompiere si premurerà di spiegare che è stata una gaffe, come se le gaffe non fossero spie del pensiero, e lui preciserà che è stato frainteso, come si fa sempre in questi casi.
Comunque vada, abbiamo avuto modo di assimilare un'altra informazione, e cioè che le sperequazioni sociali, oltre che dal reddito, derivano da dove vai in vacanza. Capalbio è off limits per gli straccioni come lo è la Costa Smeralda di Briatore, come lo è la Forte dei Marmi dei Moratti e di Daniela Santanché. Gli extracomunitari vadano a bighellonare altrove. Sulle spiagge dove vanno gli elettori, non gli eletti.
Capalbio è difesa dalle mura. Che cosa ci vuole a mettere delle guardie armate alle sue porte? Perché i suoi ospiti dai portafogli ben pasciuti non si pagano qualche vigilante? Così sarebbe chiaro a tutti che quelli che sbraitano contro i muri e le frontiere sono gli stessi che se li tengono ben stretti per difendersi dalla volgare plebe.
 Nimby: not in my back yard, non nel mio cortile.
Non appena avranno chiuso l'ombrellone e ripiegato il lettino, e prima che la tintarella si scolorisca, questi gallinacci poco ruspanti li rivedremo in tivù. Dove andranno credendo di darla a bere ai gonzi. Ma chi crede più ai reduci del «buen retiro»? Buenas noches, compañeros.

Postilla per i più giovani
Nembo Kid è stato il nome italiano di Superman fino agli anni Sessanta.



Vignette di Portos - Franco Portinari




Mauro Biani

Estetica
CeciGian

domenica 13 settembre 2015

Lo sgomento ungherese



THE DISMAY Gianfranco Uber
I confess that the kick of the Hungarian photojournalist has caused me dismay. An act so stupid as to even make credible his repentance. Now Petra Lazlo could continue to inform us about the fate of the man and her child.
11 Sep 2015
[Lo sgomento
A me lo sgambetto della fotoreporter ungherese ha causato un grande sgomento.
Un atto talmente stupido da rendere persino credibile il suo pentimento.
Ora Petra Lazlo potrebbe occuparsi della sorte di quell'uomo in fuga e del suo bambino.]


Tripping Refugee  Mike Flugennock
The really sad thing about that Hungarian camerawoman's action is that it pretty much encapsulates the current attitude of EU member governments.
10 Sep 2015


HUNGARIAN JOURNALISM    Marian Kamensky
HUNGARIAN JOURNALISM
09 Sep 2015

Hungarian camerawoman and the migrants
BY OSMANI SIMANCA, BRAZIL, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  9/10/2015 1


La notizia:

Il gesto dello sgambetto, ha fatto il giro del mondo: la videoreporter Petra László - della tv ungherese N1TV legata al partito di estrema destra Jobbik - che fa lo sgambetto ad un migrante con il figlio in braccio mentre tenta di scappare dalla polizia nei pressi del villaggio di Roszke in Ungheria, non smette di far discutere. E l’operatrice licenziata dall’emittente per cui lavorava e inseguita da una inchiesta penale della procura della città ungherese di Szeged, tenta - dalle pagine del Guardian - una estrema difesa: «Non sono una razzista senza scrupoli - dice László - Sono andata nel panico quando il cordone della polizia è saltato e le persone hanno cominciato a correre». fonte


Kountoris

domenica 6 settembre 2015

Paesi del golfo arabo: 0 rifugiati

In de islam wordt sadaqah (liefdadigheid) zeer hoog gewaardeerd. Zie de Golfstaten.
Joep Bertrams




#Refugees welcomed by:

Saudi... 0
Kuwait... 0
Qatar... 0
Emirates... 0
Bahrain... 0

#refugeeswelcome
#HumanityWashedAshore
#syrianrefugees
fonte

Migrant crisis: Why Syrians do not flee to Gulf states
By Amira Fathalla
As the crisis brews over Syrian refugees trying to enter European countries, questions have been raised over why they are not heading to wealthy Gulf states closer to home.
Although those fleeing the Syrian crisis have for several years been crossing into Lebanon, Jordan and Turkey in huge numbers, entering other Arab states - especially in the Gulf - is far less straightforward.
Officially, Syrians can apply for a tourist visa or work permit in order to enter a Gulf state.
But the process is costly, and there is a widespread perception that many Gulf states have unwritten restrictions in place that make it hard for Syrians to be granted a visa in practice.

Most successful cases are Syrians already in Gulf states extending their stays, or those entering because they have family there.
For those with limited means, there is the added matter of the sheer physical distance between Syria and the Gulf.
Not welcome?
This comes as part of wider obstacles facing Syrians, who are required to obtain rarely granted visas to enter almost all Arab countries.
Without a visa, Syrians are not currently allowed to enter Arab countries except for Algeria, Mauritania, Sudan and Yemen.
The relative wealth and proximity to Syria of the states has led many - in both social and as well as traditional media - to question whether these states have more of a duty than Europe towards Syrians suffering from over four years of conflict and the emergence of jihadist groups in the country.

The Arabic hashtag #Welcoming_Syria's_refugees_is_a_Gulf_duty has been used more than 33,000 times on Twitter in the past week.
Users have posted powerful images to illustrate the plight of Syrian refugees, with photos of people drowned at sea, children being carried over barbed wire, or families sleeping rough.
A Facebook page called The Syrian Community in Denmark has shared a video showing migrants being allowed to enter Austria from Hungary, prompting one user to ask: "How did we flee from the region of our Muslim brethren, which should take more responsibility for us than a country they describe as infidels?"
Another user replied: "I swear to the Almighty God, it's the Arabs who are the infidels."
'Let them in!'
The story has also attracted the attention of regional press and political actors.

Cartoon originally published in Saudi Makkah newspaper, seen here onTwitter



The Saudi daily Makkah Newspaper published a cartoon - widely shared on social media - that showed a man in traditional Gulf clothing looking out of a door with barbed wire around it and pointing at door with the EU flag on it.
"Why don't you let them in, you discourteous people?!" he says.
The commander of the opposition Free Syrian Army (FSA), Riyad al-Asaad, retweeted an image of refugees posted by a former Kuwaiti MP, Faisal al-Muslim, who had added the comment: "Oh countries of the Gulf Cooperation Council, these are innocent people and I swear they are most deserving of billions in aid and donations."
But despite the appeals from social media, Gulf states' position seems unlikely to shift in favour of Syrian refugees.

In terms of employment, the trend in most Gulf states, such as Kuwait, Saudi Arabia, Qatar and the UAE is towards relying on migrant workers from South-East Asia and the Indian subcontinent, particularly for unskilled labour.
While non-Gulf Arabs do occupy positions in skilled mid-ranking jobs, for example in education and health, they are up against a "nationalisation" drive whereby the Saudi and Kuwaiti governments in particular are seeking to prioritise the employment of locals.
Non-native residents may also struggle to create stable lives in these countries as it is near impossible to gain nationality.
In 2012, Kuwait even announced an official strategy to reduce the number of foreign workers in the emirate by a million over 10 years.





Wealthy Arab States refuse refugees
BY PAUL ZANETTI, AUSTRALIA  -  9/11/2015


no quarrel about refugees
BY TOM JANSSEN, THE NETHERLANDS  -  9/10/2015

Che cosa fanno l'Arabia Saudita e gli altri paesi del golfo arabo?
Jan Erik Ander
*

lunedì 25 maggio 2015

Le quote che nessuno vuole.




La  diluizione
La Commissione Europea finalmente ha raggiunto un piccolo risultato positivo sul fronte dell'immigrazione.
Ma Cameron non gradisce questa medicina, neanche a dosi omeopatiche.
UBER

ARCA O BARCONE?
A poco a poco tutti gli altri stati  europei si stanno sfilando dalla equa decisione delle  quote lasciando magnanimamente all'Italia il  comando di una criticissima e impraticabile missione navale per l'affondamento dei barconi.
UBER




IL SILURO ACCESO
Dopo la storica decisione della Commissione Europea, quasi unanime, sul tema dell'immigrazione iniziano i "distinguo". Dopo la Gran Bretagna e la Danimarca anche la Francia e la Spagna rifiutano il sistema delle "quote"  lasciando volentieri il cerino acceso della distruzione dei barconi in mano alla Mogherini.
UBER





Tieh inglese

di Nadia Redoglia
Sarebbe importante per l’Europa se la Commissione Juncker imponesse a tutti i paesi membri l’accoglienza dei profughi ripartita secondo criteri PIL e superficie territoriale in forza di quella solidarietà su cui l’Unione fonda le radici: sarebbe la soluzione migliore per garantire una seria politica d’immigrazione.  E’ invece l’assunto orwelliano che detta legge: tutti i membri sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. E dunque i sette punti che la commissione sta deliberando per attenuare l’infame mattanza mediterranea prevedono sì sostanziali progressi sotto il profilo umano, strategico e finanziario, ma di fatto ben pochi Stati tra i 28 onoreranno il trattato e così il piano funzionerà giusto provvisoriamente. Fresco di nuova nomina il primo ministro inglese rifiuta l’ospitalità ai rifugiati consapevole che per economia e politica l’Europa ben difficilmente potrebbe esistere senza il Regno Unito, sicché in attesa del promesso (paventato) referendum 2017 lancia il suo dictation: no Camerun just Cameron. Del fatto che anche la City stramazzerebbe senza l’asse economico europeo e che la Scozia (filo europea) uscita trionfante dai seggi con il suo Partito-Stato, appena Londra si tirasse fuori dichiarerebbe la fine della Gran Bretagna, sembra fargli manco un plissè.

E mentre lui non fa una piega il resto d’Europa appare sempre più spiegazzato, spiazzato e piegato…

12 maggio 2015



quota plan refugees
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  5/13/2015


Divisive British election 
- © Chappatte in The International New York Times



Stuttman


Stuttman


cartoon SK

© Manny Franscico (Philippines)

Mediterranean migrants
BY PARESH NATH, THE KHALEEJ TIMES, UAE  -  4/22/2015



Help
BY SCHOT, DE VOLKSKRANT, NETHERLANDS  -  5/19/2015


giovedì 7 maggio 2015

Vecchia Europa




L'Europa che non mi piace. 23/04/2015
Marilena Nardi

La vecchia signora
Vignetta che avevo cercato di fare con un certo stile retrò per un Concorso ma che ha avuto poca fortuna.
La ripesco volentieri per commentare quanto sta succedendo con la nuova ondata di migranti e il conseguente aumento del numero di annegati.
Al relativo scrupolo per i morti si aggiungono la paura per le possibili complicanze di una guerra religiosa e la preoccupazione per il gran numero di persone a cui dovremo cercare di dare assistenza.
L'Europa non ha i soldi per salvarli tutti in mare dice il commissario europeo all'immigrazione.
Tuttavia bisognerà trovarli, come gli USA nel 41 li hanno trovati per salvare l'Europa (e il mondo) dalla follia nazista, l'Europa tutta non può non agire in modo compatto per ristabilire in Africa condizioni di vita essenziali. E continuare a dormire.
Uber 
keep cool
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  4/23/2015



return trip
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  4/27/2015 





European Lifeguard - © Chappatte in The International New York Times https://twitter.com/PatChappatte/status/591617801653264384




My cartoon Friday @TheTimes on Cameron's Libya policy 2011-15 #migrants #Tories #ELECTION2015  24/04/2015
Peter Brookes

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Vecchia Europa – Enrico Ruggeri di Enrico Ruggeri

Piazze, case, chiese, ristoranti, caffè.
Sembra un film ma il regista chi è.
Penserò, forse un po’
forse una canzone scriverò.
Fumo, noia, nebbia e tanta voglia di te,
gente che non voglio e che ritrovo con me,
un gettone prenderò,
a qualcuno telefonerò.

Nuovi guerrieri tra noi,
oh no, non più.Giuro mai più.
Ultimi mediocri eroi,
non gioco più, non gioco più.

Vecchia Europa muore con me,
qualche volta cercano te.

Carceri di ferro con le porte sbarrate,
ecco il superuomo con le mani legate.
Dove sei? Con chi sei?
Non ti temo, ricomincerei.

Non ti dimentico mai,
ma non sei tu, non sei più tu.
Fuggi ma ritornerai,
ma non sei più come vuoi tu.

Vecchia Europa sei dentro me,
qualche volta cercano te.

Non puoi scordarti di noi,
rimani tu, niente di più.
Suona alla porta se vuoi,
puoi farlo tu, ma solo tu.

Vecchia Europa muore con me,
vecchia Europa cercano te

dall'album del 1981 Champagne Molotov

mercoledì 22 aprile 2015

Quanti ancora...



Quanti ancora.
Mauro Biani



Domenica 19 aprile tragico naufragio tra la Libia e l'Italia. Si stimano 900 morti.

Le prime pagine della stampa di tutta Europa parlano della tragedia:
Libération titola “Mare Morto”.
La Stampa di Torino parla de “L’ecatombe del Mediterraneo”.
Per El País, “Orrore in Europa per il peggior naufragio nel Mediterraneo”.
El Mundo conteggia: “1’000 morti in una settimana”.
The Guardian spiega: “Si temono centinaia di morti per il capovolgimento del battello dei migranti”.
Tageszeitung fa un macabro bilancio: “15 volte i morti dello scorso anno”.




Body Bag Boat    Maarten Wolterink
Another boat full of immigrants capsizes in the Mediterranean, hundreds are feared to have drowned. Maarten Wolternink: ’EU, please find another way.’
20 Apr 2015

Wish to God there was no need, but seems appropriate to retweet this from @guardian last October 
Martin Rowson 
29.10.14 Guardian

Mediterrâneo.
Dalcio


My cartoon on Friday @TheTimes on the EU's shameful attitude to migrants sailing from N Africa.
Peter Brookes


MÉDITERRANÉE. Les clandestins disparus devant les côtes italiennes.
Plantu


Giannelli




Death in the Mediterranean - © Chappatte in The International New York Times


Helpless Europe - © Chappatte in Le Temps, Switzerland


Migrants Mediterranean    
Alex Falcó Chang



http://www.repubblica.it/politica/2010/11/30/news/le_vignette_di_ellekappa-9683622/



Migranti
Leoni






Europa cannibale


Ci sono i soccorritori di mare e di terra, eroi perché certe immagini segnano per tutta la vita, ma loro ancora non lo sanno mentre sono costretti a subire impotenti le mattanze umane. E poi viene il nulla socio politico aggravato da troppe parole e infinite omissioni. Nel mezzo gli schiavisti di terra europea che suddividono la merce umana (già scontato il carico deteriorato o perduto) secondo richiesta di mercato: da una parte manovalanza adulta e adolescenziale per traffici subumani di mafia (caporali, droga e papponi), dall’altra commercio di bambini da squartare nel corpo e nell’anima.
Queste sono le viscere dell’Europa le cui membra da expo appaiono invece così belle, ricche, eleganti e profumate.
Il decennio scorso funzionava diversamente perché non li vedevamo morire. Ci stava un compare cui baciavamo la mano non perché mafioso locale, ma perché dittatore libico che faceva per noi il lavoro sporco sicché quegli umani lì li faceva crepare (di sete, fame, asfissia, schiacciati dai camion che si ribaltavano, stremati dalle marce, sbranati da cani selvatici) a decine e decine di migliaia nelle deportazioni sahariane tra Libia e Niger, così noi europei si stava a posto con quella bestemmia che chiamiamo coscienza, un po’ come facevamo quando eravamo ufficialmente colonialisti.  Oggi no, oggi vediamo e tocchiamo (specie gli italiani già “protetti” dal Gheddafi di cui ci vantavamo) perché la morte preceduta da torture s’è spostata sul mare europeo (poggiato sulla carta universale dei diritti umani!) che si nutre di africani.
Oggi stiamo messi così perché l’Europa Unita s’è fatta mai carico morale d’impedire le deportazioni oggi tradotte in “sbarchi clandestini”. S’è attivata, finché è andata, giusto per impedirne la vista.
20 aprile 2015



La vecchia signora
Vignetta che avevo cercato di fare con un certo stile retrò per un Concorso ma che ha avuto poca fortuna.
La ripesco volentieri per commentare quanto sta succedendo con la nuova ondata di migranti e il conseguente aumento del numero di annegati.
Al relativo scrupolo per i morti si aggiungono la paura per le possibili complicanze di una guerra religiosa e la preoccupazione per il gran numero di persone a cui dovremo cercare di dare assistenza.
L'Europa non ha i soldi per salvarli tutti in mare dice il commissario europeo all'immigrazione.
Tuttavia bisognerà trovarli, come gli USA nel 41 li hanno trovati per salvare l'Europa (e il mondo) dalla follia nazista, l'Europa tutta non può non agire in modo compatto per ristabilire in Africa condizioni di vita essenziali. E continuare a dormire.
Uber 


THE REQUIRED WEIGHT    Gianfranco Uber
Will it be enough ?
20 Apr 2015




giovedì 9 ottobre 2014

3, 4, 5, ..., 8 ottobre purtroppo ogni giorno

3 ottobre 2013
               un anno è passato 
                              ma ogni giorno ancora...


Marilena Nardi ricorda il 3 ottobre 2013
Barricate - l'informazione in movimento, N. 7

Il loro giorno
3 ottobre 2013. Trecentosessantotto persone. Vicine, vicinissime a Lampedusa.
E mentre si ricordava la vergognaaltri naufragi, altri omicidi.
Mauro Biani

lunedì 21 ottobre 2013

Francia: il caso Leonarda

PARIGI - Si chiama Leonarda, ha 15 anni, e fino a una settimana fa frequentava un liceo francese con ottimi risultati. La ragazza di origine kosovara è stata fermata dalla polizia mentre stava facendo una gita con i compagni - prelevata da agenti dentro al pullman della scuola, davanti agli occhi dei compagni di classe e dei maestri - poi caricata su un aereo con la famiglia e rispedita a Mitrovica, nel suo paese. L'espulsione ha scatenato sdegno e proteste in tutto il Paese.
Il presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, rompe il silenzio con una dichiarazione che lascia senza parole: "Se vorrà proseguire la scuola in Francia, potrà farlo. Ma dovrà venire da sola".


Et voilè
 In Francia, per Leonarda.
Mauro Biani

 
 Con che coraggio
Francia, Hollande: “Leonarda può tornare. Ma da sola“. Francesi contrari al suo rientro.
Tristezza. Senza parole.
Mauro Biani

 
Leonardà
Il caso dell'espulsione della ragazzina Rom sta provocando un vero terremoto politico in Francia e mi ha ricordato una vignetta che avevo fatto per Sarkozy nel 2010 (vedi qui) sempre a riguardo della spinosa questione dell'immigrazione.
Opportunamente ritoccata, mi pare ancora valida anche per Hollande sperando che la zingara, per lui, veda un futuro migliore del suo predecessore.



 Tiziano Riverso


Secondo te
CeciGian

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