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giovedì 3 gennaio 2013

sabato 3 novembre 2012

La Settimana Enigmistica straccia la borsa

La Settimana Enigmistica straccia la borsa

Tiberio 56 : "Ottima notizia che risalta nel mare di quelle cattive, una attività imprenditoriale che produce ricchezza.
Ottima anche per i lettori, dovrebbe allontanare nel tempo un aumento del prezzo di copertina.     8)

giovedì 11 ottobre 2012

Riverso internazionale: vola in Australia con Alda Merini

Riverso internazionale: vola in Australia con Alda Merini
e con lui anche le "vignette per Alda" !!!!!



Italian Institute of Culture, Melbourne:

Alda Merini

When anguish
Alda Giuseppina Angela Merini was born in Milan on 21 March 1931. She wrote poetry since she was very young and continued to write it despite her mental illness, with frequent admissions to mental institutions and a host of other difficulties which marked her life. She was proposed for the Nobel prize in 1996 and in 2001, received the Premio Librex Montale for her poetry in 1993 and the Premio Viareggio in 1996 as well as other awards. Alda Merini died in Milan on the 1st of November 2009 aged 78. She is considered one of Italy’s literary giants of the Twentieth Century "When I began this project I knew little about Alda Merini. My wish was to pay homage to an important artist who had passed away. I now know that she was not only a great poet, but also a talented pianist and a beloved show woman who attracted large crowds, even when, an elderly lady, she appeared on stage humbly dressed and leaning on her walking stick. Most of all, I have grown to love her intellect, her sense of humour, and her irrepressible humanity. Now, after spending two years in her company, I realise that I will miss the daily contact with this superb poet. She has been such an original and entertaining travel companion and I am grateful that she shared some of my journey." (Patrizia Burley) Patrizia Burley migrated to Australia in 1969, a recent graduate from the University of Rome and the new wife of a promising, young Australian academic she had met in Cambridge. They have four children and two grandchildren. Patrizia Burley’s professional experience spans about 40 years. She has lectured in Art History and Italian Studies and in Interpreting and Translating Studies in Australian and Italian Universities. She has worked as a freelance interpreter, a translator and a radio journalist in Australia and Italy. Patrizia is a prize winning poet. Her work is published in Italy.
(fonte)

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Information
Date: Friday, October 19, 2012
Time: 5.30pm-7.00pm
Venue: Italian Institute of Culture, Melbourne
Organised by: Italian Institute of Culture, Melbourne
In collaboration with:
Free event. Bookings essential. Email: bookings.iicmelbourne@esteri.it - Tel. 98665931
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intervista a  Patrizia Burley a partire da 14m41s
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Oggi sull' Inform@zione

Riverso internazionale: vola in Australia con Alda Merini

BUSTO ARSIZIO - Il nostro cartoonist Tiziano Riverso non finisce mai di stupire. A lui, infatti, è stata affidata la copertina della raccolta di poesie di Alda Merini realizzata da Patrizia Burley, docente del Politecnico di Milano, ora residente in Australia. Il volume sarà presentato in occasione della Settimana della Cultura Italiana a Melbourne, nel mese di novembre.

Ma non è finita: “Mi aveva chiesto di realizzare alcuni disegni su Alda Merini, e così ho fatto. Poi ho pensato di coinvolgere una quindicina di disegnatori italiani che avevano trattato il tema della poetessa”, spiega “Tiz”. Così, ecco realizzata una mostra, in concomitanza con la presentazione.

Questi alcuni dei disegnatori che Riverso ha coinvolto, grazie a Raffaella Spinazzi (curatrice dell’umoristico internazionale “Fany-Blog”): De Angelis, Nardi, Magnasciutti, Uber, Biani, Palazzo, Alfieri, Beduschi, Sanna, Grieco e molti altri ancora. “Mi sembrava dovuto un omaggio alla poetessa proprio dai colleghi - racconta Riverso - che ben contenti hanno dato la loro disponibilità”.

La manifestazione, inoltre, ha un sapore davvero internazionale: dopo Melbourne, girerà l’Australia, per poi approdare nel Bel Paese.




Ecco, di seguito, la copertina di Riverso e alcuni disegni della mostra
 



Nota:
Tiziano Riverso volevo avvisare tutti i disegnatori che hanno contribuito che man mano che usciranno articoli verranno citati...

Finalmente il 19 ottobre la presentazione del libro di Alda Merini, con la copertina di Tiziano Riverso, in Australia!!!!
ed annessa la mostra di disegni per Alda dei maggiori disegnatori italiani raccolta da FANY BLOG

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mercoledì 18 aprile 2012

Portos ritrae i leader delle due Leghe per il MisFatto

E' il 15 aprile in edicola Il MisFatto
Nasce la Lega Ovest
Il segretario e caro leader Stefano Disegni
Qui la pagina del MisFatto


Sopra uno splendido Stefano DISEGNI moto munito , segretario e caro leader della Lega Ovest
nuova formazione politica!
Sotto alcune foto di Bossi,  il grande protagonista della Saga del Grano Padano, in alcuni momenti significativi della sua vita , la raccolta delle ampolle di fiume, il diploma della scuola Radio Elettra 2000, sul palco prima a Castrocaro e poi ai Festival de L'Unità


Scuola Radio Elettra



Festival Castrocaro



Festival de L'Unità

da Il MisFatto del 15 aprile 2012 disegni di Franco Portinari

martedì 7 febbraio 2012

Walter Bonatti


click to enlarge
Walter Bonatti
[disegno a matita, Raffaella Spinazzi/Fany]

Mio nonno fin da piccina, quando combinavo qualche marachella, soleva dirmi: " E' lunga la strada per salire sul K2!"
Mio nonno era rimasto colpito dalla grande impresa di Walter Bonatti e dei suoi compagni nella conquista del K2 e me ne ha lasciato un ricordo bellissimo.

    "Do molto importanza  all'immaginazione, al sogno,  al mettersi alla prova, alla fantasia...
e la montagna esalta tutto ciò.
Potenzialmente sono nato alpinista in riva al Po, potenzialmente!

Perchè per la fantasia, il mettermi alla prova coi miei piccoli a amici , eravamo dai 10 ai 13 anni e il nostro metterci alla prova, consisteva nell'attraversare a nuoto il Po dalla riva emiliana a quella Lombarda, ma c'era di mezzo l'ostacolo, la conquista.  A cavallo di un relitto, portato dalla corrente del Po, io viaggiavo... è stata un'anticipazione di tutto ... poi salivo sul pioppo più alto e guardavo le  montagne  violette dalla lontananza, che erano le Prealpi e che erano per me la cima del mondo... questo quando ero dai miei parenti emiliani...."
Walter Bonatti





Reinhold Messner ricorda il suo amico, per il quale nel giugno di un anno fa aveva organizzato una festa per l'80/o compleanno. «Bonatti è stato uno degli alpinisti più grandi della storia, l'ultimo alpinista tradizionale, fortissimo in tutte le discipline. Walter era però soprattutto una bellissima persona, tollerante e amorevole». E aggiunge: «Walter ci lascia un grande testamento spirituale, quello di un uomo pulito che per le vicende accadute sul K2 è stato calunniato per 50 anni, ma alla fine tutti gli hanno dovuto dare ragione(fonte)


 http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_20/lacedelli-k2-brevini_0f84f9ee-d5b9-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml?fr=correlati

http://it.wikipedia.org/wiki/Spedizione_del_1954_al_K2_e_Caso_K2


Le straordinarie foto di Walter Bonatti

Walter Bonatti e Rossana Podestà, un’avventura meravigliosa

Walter Bonatti, un italiano in cima al mondo 

INTERVISTA DI VANITY FAIR A ROSSANA PODESTA’, COMPAGNA DI BONATTI “All’ospedale mi hanno allontanata da lui…”

sabato 24 dicembre 2011

Buon Natale!


Tanti auguri a tutti i visitatori del Blog,
a tutti i cari amici che mi sostengono ed in particolar modo agli artisti.

Buon Natale!!

giovedì 13 ottobre 2011

Tarocchi d'autore

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH4aoL1dy2vex33orwj59BJ45Bt9YJFaMss1b3AWtOF3Fa7OMZIKAjjP75hm3ox5l2yaDgfeRsXpTJJNh6YjjG3ZiXsK1PqX9N8iTrIYKgjoFQ3KiMfkg4DSkTetdIJc1zLC086d9E9ac/s1600/ciellinus.jpg



https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgMLIonTD63OS4v_Zw8D5uhSq4II3FTtLDd5bG2D3m6GGebRvzLuxUfsKqHw3C3xpu99awSKgOUmuwH36RqQCumbYSMMf5t1LXM9x4exuxQ-5Cxvt5cRxFX37oXPYj_mC40WOS2_isByAw/s1600/capital+america_tonus.jpg

*

*

Ciellinus, Capital America e Spinazzi tre tarocchi * di Marco Tonus
 autore satirico italiano.
Marco Tonus giovane autore friulano collabora con
Il Male di Vauro e Vincino, il nuovo giornale satirico risorto nell'editoria italiana.

Biografia:
Marco Tonus è nato a Pordenone nel 1982. Fumettista, illustratore, graphic designer, mixa il tutto con la satira. Ha collaborato con diverse testate - tra cui Il Gazzettino, L'Unità, Il Mucchio Selvaggio, Il Fatto Quotidiano, Terra - e i maggiori giornali di satira italiani, come Cuore, Il Vernacoliere, Emme e Il Male. Ha vinto diversi premi nazionali e internazionali di humor, satira e caricatura. Nel 2010 è l'unico italiano segnalato tra i 50 migliori vignettisti d'Europa secondo il Press Cartoon Europe. Sue vignette e interventi grafici si trovano in diversi siti internet, da Scaricabile a Umore Maligno.

 Qui sotto alcuni dei suoi tanti disegni satirici :
http://www.komix.it/images/tonus.JPG
vincitrice al festival ACQUAVIVA nei Fumetti 
SATIRA: tema "Più spazi, meno ospizi", 
1º premio a MARCO TONUS di Pasiano (PN)
http://www.fanofunny.com/guests/satiroffida/images/2007tonus.gif
 "Ritorno a squola"
Marco Tonus
1° premio -SATIROFFIDA 2007

Riassunto
(cambi di finale)
di Marco Tonus

[TONUS24_8_09unitaLOW-1.jpg]
A ciascuno il proprio giornale
Marco Tonus - Unità 24/08/2009
Selezionata tra le migliori 50 in Europa dal Press Cartoon Europe.

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjtbH2819Z2lje3u9kn0EcU5js55THp394IKgxk3Ac31xbH0ev4SeqbWkpKLXTk4cukER9UrYKICPWfSY3Jdp0pD-Pz5_y-x2l2e4ChlHTG67LYGgr0GZkMsyJAqrfvpz-54Yp2zquxJt8/s1600/eluana.jpg
In Principio
"E Dio creò la vita."
Marco Tonus- EMME n. 61 del 22 /12/2008.

SOLUZIONI dei TAROCCHI: 
Ciellinus (Linus), Capital America (Capitan America) e Spinazzi (Spinoza).

*= Tarocchi =La soluzione si basa su taroccamenti, lievi modifiche, di titoli di film, libri, canzoni, opere liriche, prodotti commerciali, ecc a cui si deve arrivare tramite esposti divertenti
Il gioco è nato nel 2005 sul forum di “Aenigmatica” da un’idea di Daren; il nome è
stato proposto da Idadora.

Esempio di Daren (8 10)
Molta emozione ha destato la notizia
 che alcune grosse anguille, destinate a
morire per il cenone di Natale, si sono
 a cui si tuffate da sole nell’olio bollente.

soluz.: capitoni coraggiosi
La Sibilla n.1-2006, p. 44 La Sibilla n.2-2006, p. 58

lunedì 7 marzo 2011

100.000 ...

... visite!!


Confesso gongolo ... grazie a tutti!
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjaW5J5GXm6HH5As6J4MrtBIj7C-iAVT3h7cExdVDnGBZU25xAtMhrVo1vAByjk-1PVu6P1AL7kelpQc89PyJEVEPWnkbFb9SK96Ozalsw4ds3Ihm8Jkok4v6NJpn27iHhbSWkz03AjnZo/s1600/fany-cool.png

PS: lo stupore di Garibaldi mi è sembrato proprio appropriato per l'avvenimento

domenica 13 febbraio 2011

"Farò causa allo Stato" (l'ira di Silvio)

Dopo aver saputo la decisione del tribunale di Milano 
La Procura di Milano ha chiesto il giudizio immediato per il premier in base a prove considerate tanto evidenti da permetterne una richiesta di condanna. Berlusconi attacca i pubblici ministeri, li definisce «eversivi», parla di «schifo» e «vergogna», annuncia una causa contro lo Sta-to-eannuncia che è pronto a portare al Quirinale il decreto legge sulle intercettazioni. Il Pdl, dopo un vertice a palazzo Grazioli: «Gravissimo uso politico della giustizia».
"Pm eversivi, farò causa allo Stato" - Sfogo del premier: schifo eversivo. Dovrò fare causa allo Stato


Causa effetto
fabiomagnasciutti
 Il frutto proibito
Giannelli http://www.corriere.it/



 Certezza assoluta
-Faccio causa allo stato!
-Ed è sicuro che la vinco perchè lo stato sono io!

Giannelli http://www.corriere.it/




Benny per Libero


CI VEDIAMO IN TRIBUNALE !!
Il piccolo Silvio è esasperato.
I brandelli di magistratura ancora in vita, dopo le sue riforme, lo attaccano da tutti i fronti.
La sua libertà di delinquere è in pericolo.
E allora cosa gli rimane ??
Rivolgersi alla stessa magistratura per pretendere giustizia !!
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com



L'Ira del Pelide Silvio - fany

sabato 22 gennaio 2011

Laurea in legge con dedica.

In quei di Genova stamane lo scrittore Roberto Saviano è stato insignito della laurea ad honorem in legge.
Grandissime Felicitazioni Roberto!


e... ha fatto la dedica...
Saviano dedica laurea ad honorem ai pm.

Genova, 22 gen. (Adnkronos) - Lo scrittore Roberto Saviano ha dedicato la laurea ad honorem in Giurisprudenza ricevuta questa mattina all'università di Genova: "Ai magistrati Ilda Boccassini, Antonio Sangermano e Pietro Forno che stanno vivendo giornate complicate solo per avere fatto il loro mestiere".
Quindi lo scrittore e giornalista anti-mafia nella sua lectio magistralis ha ribadito il suo allarme contro la 'macchina del fango': chi racconta la verità sul potere oggi in Italia viene delegittimato e ha paura. "Le ore che vive il Paese - ha detto Saviano - sono complesse nella misura in cui chi racconta oggi ha paura. Siamo in democrazia - ha precisato - ma non si può negare che chiunque decida di prendere posizione critica verso il potere, verso il governo, sa cosa lo aspetta: delegittimazione, fango. La macchina del fango colpisce chi cerca di criticare".

Secondo Saviano "c'è un meccanismo strano: se tu racconti quello che è considerato dai magistrati un mio crimine nelle mie stanze private, io racconto le tue stanze private, racconto il tuo spazio. Attenzione, tutti hanno gli scheltrini negli armadi. In questo Paese - ha aggiunto - la parola continua a esistere, per fortuna, ma si ha soprattutto paura di una conseguenza personale. Questo sta avvenendo, è sempre avvenuto a chi cerca di contrastare le organizzazione le criminali. L'obiettivo è quello di dire: siamo tutti così".

Secondo lo scrittore "compito di un intellettuale in queste ore è quello di dire: non è vero non siamo tutti uguali", in momenti in cui "l'obiettivo continuo di parte dei media è dimostrare che siamo tutti sporchi e quindi dobbiamo stare tutti zitti". Da parte di chi ascolta "il compito è quello di discernere".

GIUDIZIO IMMEDIATICO

Berlusconi rifiuta di comparire davanti al PM. I magistrati confermano l'intenzione di proseguire comunque l'inchiesta.

Pubblicato da uber
Etichette: berlusconi, MAGISTRATURA


http://tg24.sky.it/static/contentimages/original/sezioni/tg24/cronaca/2011/01/22/saviano_laurea_saviano_1.jpg


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Nota:

Marina Berlusconi di PORTOS Comic strip

La reazione della figlia del premier Marina Berlusconi: «Provo orrore»

Marina Berlusconi: orrore per le dichiarazioni di Saviano. «Mi fa letteralmente orrore che una persona come Roberto Saviano, che ha sempre dichiarato di voler dedicare ogni sua energia alla battaglia per il rispetto della libertà, della dignità delle persone e della legalità, sia arrivata a calpestare e di conseguenza a rinnegare tutto quello per cui ha sempre proclamato di battersi». Lo ha dichiarato il presidente di Fininvest e Mondadori Marina Berlusconi in relazione alle affermazioni fatte a Genova da Roberto Saviano.

Una presa di posizione che raccoglie il plauso dal Pdl. «Saviano - dice il portavoce del Pdl Daniele Capezzone - è diventato un' icona di conformismo manettaro. Marina Berlusconi ha trovato le parole giuste. Io non avevo e non ho alcun pregiudizio contro Roberto Saviano, e anzi nei mesi scorsi avevo trovato sciocche alcune polemiche nei suoi confronti scatenate meccanicamente da esponenti di centrodestra. Pensavo (o forse mi illudevo) che, nel suo percorso intellettuale e civile, Saviano volesse riservarsi il gusto dell'imprevedibilità, di una contraddizione vitale e inattesa, della non omologazione. E invece arrivano le sue parole di oggi, che addolorano. Saviano si candida così ad essere icona di un conformismo manettaro, che Marina Berlusconi ha trovato le parole giuste per definire e commentare. Peccato: altro che nuovo Pasolini, qui non si va oltre il livello di Leoluca Orlando".

"Nelle parole di Marina Berlusconi - fa eco la vicepresidente del Gruppo Pdl alla Camera Jole Santelli- non c'è solo l'affetto di una figlia, ma la triste presa d'atto da parte di un cittadino italiano e la riflessione di un importante manager. Una fotografia chiara della attività di parte della magistratura che non fa onore ad un Paese che dovrebbe far parte delle grandi democrazie e che dovrebbe essere la culla del diritto. Per Berlusconi sono state calpestate le garanzie fondamentali che spettano a ciascun cittadino".

Il sostegno dell'Idv. Con una nota del portavoce Leoluca Orlando, Italia dei Valori esprime solidarietà a Robertto Saviano e «lo incoraggia ad andare avanti». «Marina Berlusconi dovrebbe provare orrore per i festini di suo padre, chiamato papi dalle escort, e per come si comporta con le donne trattate come oggetti e non rispettate nella loro dignità. Ci sorprende che proprio una donna non si vergogni di dire ciò che dice la figlia del premier. L'utilizzatore finale dovrebbe andare a nascondersi e la figlia dovrebbe ringraziare chi, come Saviano, vive sotto scorta perché lotta contro la criminalità organizzata».

Lo sconcerto del Pd. «Sconcertano e addolorano le dichiarazioni di Marina Berlusconi: questa mattina ho potuto ascoltare le parole di Saviano direttamente dalla sua voce. Ero infatti presente al conferimento della laurea honoris causa. Roberto Saviano ha spiegato come la macchina del fango possa svolgere una funzione intimidatoria nei confronti di tutti coloro che hanno il compito di raccontare e di contrastare il crimine e come questo meccanismo rischi di intaccare la qualità della nostra democrazia». Sono queste le parole di Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd.
(fonte)
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SAVIANO risponde 

Il vero “orrore” è isolare i magistrati.



di ROBERTO SAVIANO

Ph. © Genova24.it
Ho rice­vuto la lau­rea hon­oris causa in Giurispru­denza, mi è stata con­ferita dall’Università di Gen­ova; è stata una gior­nata per me indi­men­ti­ca­bile. Cre­devo fosse fon­da­men­tale impostare la lezione, che viene chi­esta ad ogni lau­re­ato, par­tendo pro­prio dall’importanza che il rac­conto della realtà ha nell’affermazione del diritto.
Soprat­tutto quando il rac­conto descrive i poteri crim­i­nali. Senza rac­conto non esiste diritto. Pro­prio per questo ho voluto dedi­care la lau­rea hon­oris causa ai mag­is­trati Boc­cassini, Forno e Sanger­mano del pool di Milano. Marina Berlus­coni dichiara che le fa orrore che par­lando di diritto si difenda un mag­is­trato. Così facendo avrei rin­negato ciò per cui ho sem­pre proclam­ato di bat­termi. Così dice, ma forse Marina Berlus­coni non conosce la sto­ria della lotta alle mafie, per­ché difend­ere mag­is­trati che da anni espon­gono loro stessi nel con­trasto all’imprenditoria crim­i­nale del nar­co­traf­fico non vuol dire affatto rin­negare. Non c’è con­trad­dizione nel dedi­care una lau­rea in Giurispru­denza a chi attra­verso il diritto cerca di trovare spie­gazioni a ciò che sta acca­dendo nel nos­tro Paese. Mi avrebbe fatto piacere ascoltare nelle parole di un edi­tore l’espressione “orrore” non verso di me, per una ded­ica di una lau­rea in Legge fatta ai mag­is­trati. Mi avrebbe fatto piacere che la parola “orrore” fosse stata spesa per tutti quegli episodi di cor­ruzione e di crim­i­nal­ità che da anni avven­gono in questo paese, dalla strage di Castel­volturno sino alla con­quista della ‘ndrine di molti affari in Lom­bar­dia. Ma verso questi episodi è stato scelto invece il silenzio.
Orrore mi fa chi sta colpevol­mente e coscien­te­mente cer­cando di dele­git­ti­mare e iso­lare col­oro che in questi anni hanno con­trastato più di ogni altro le mafie. Ilda Boc­cassini, coor­di­na­trice della Dda di Milano, ha chiuso le inchi­este più impor­tanti di sem­pre sulle mafie al Nord. Pietro Forno è un pm che ha affrontato la dif­fi­cile inchi­esta sulla P2 ed ha per­me­sso un salto di qual­ità nelle indagini sugli abusi ses­su­ali, abusi su minori. Anto­nio Sanger­mano, il più gio­vane, ha un’esperienza pas­sata da mag­is­trato a Messina, recen­te­mente ha coor­di­nato un’inchiesta, una delle prime in Italia, sulle “smart drugs”, le nuove droghe. Accusarli, iso­lari, dele­git­ti­marli, minac­ciare punizioni sig­nifica inevitabil­mente inde­bolire la forza della mag­i­s­tratura in Italia, vuol dire togliere ter­reno al diritto. Favorire le mafie. Ecco per­ché ho ded­i­cato a loro la lezione di cui, qui di seguito, potete leg­gere un ampio stralcio.
* * *
È dif­fi­cilis­simo in questa fase stor­ica ital­iana par­lare al grande pub­blico di come la parola possa con­trastare un potere fatto di grandi cap­i­tali, di ever­sione, di forza mil­itare, di grandi inves­ti­menti inter­nazion­ali. Ogni volta che mi trovo a par­lare nelle uni­ver­sità piut­tosto che in tv, c’è sem­pre dell’incredulità: come è pos­si­bile che lobby così potenti pos­sano avere paura della parola?
In realtà forse la dinam­ica è un po’ più com­p­lessa. Non è la parola in sé, scritta, pro­nun­ci­ata, dichiarata, ripresa, quella che fa paura. È la parola ascoltata, sono le per­sone che ascoltano e che fanno di quella parola le pro­prie parole. È questo che incute tim­ore alle orga­niz­zazioni crim­i­nali. Paura che non riguarda sem­plice­mente la repres­sione, loro la met­tono in conto, come met­tono in conto il carcere. Ma quasi mai met­tono in conto l’attenzione nazionale e inter­nazionale. Che poi sig­nifica sem­plice­mente una cosa: sig­nifica dire che queste sto­rie non riguardano solo gli addetti ai lavori, i politici locali, i mag­is­trati, i cro­nisti, ma riguardano anche noi. Quelle sto­rie sono le nos­tre sto­rie, quel prob­lema è il nos­tro prob­lema, e va risolto per­ché è come risol­vere la nos­tra stessa esistenza.
Rac­con­tare è parte nec­es­saria e fon­da­men­tale del diritto. Non rac­con­tare è come met­tere in dis­cus­sione il diritto. Può sem­brare un pen­siero astratto ma quando si entra in con­flitto con le orga­niz­zazioni, il loro potere, il loro modo di fare, allora si inizia a capire. E si capisce per­ché, non solo in Italia, c’è chi investe energie e inter­viene non sul rac­conto delle cose, ma su chi le rac­conta. Come se il nar­ra­tore fosse respon­s­abile dei fatti che sta nar­rando. Si invita per esem­pio a non rac­con­tare l’emergenza rifiuti a Napoli per non dele­git­ti­mare la città: quindi non sono i rifiuti che dele­git­ti­mano la città ma chi li rac­conta. Se un prob­lema non lo rac­conti, e soprat­tutto se non lo rac­conti in tele­vi­sione, quel prob­lema non esiste. È una sorta di teo­ria dell’immateriale, ma in realtà fa capire quanto sia fon­da­men­tale la neces­sità di raccontare.
Non è una par­ti­co­lar­ità ital­iana, dicevo. In Mes­sico per esem­pio negli ultimi sei mesi sono stati ammaz­zati 59 gior­nal­isti: ragazzi che ave­vano aperto dei blog, che ave­vano fondato delle radio, gior­nal­isti delle tes­tate più impor­tanti. Caduti per mano del nar­co­traf­fico, che è oggi il più potente del mondo e che ha deciso di impedire la comu­ni­cazione di quello che sta succe­dendo in Mes­sico con una scelta total­i­taria, nell’eliminazione sis­tem­at­ica di chi­unque tenti non solo di rac­con­tare. Qual­si­asi per­sona che inizi a rac­con­tare diventa imme­di­ata­mente un nemico, un peri­colo per­ché accende la luce, anche pic­cola, ma che può inter­es­sare.
Ricordo una per­sona che ho molto sti­mato, e avevo conosci­uto quando decise di esprimermi sol­i­da­ri­età nei momenti più dif­fi­cili della mia vita: Chris­t­ian Poveda. Aveva deciso di andare in Sal­vador a rac­con­tare la Mara Sal­va­trucha, poten­tis­sime bande di strada che con­trol­lano lo spac­cio della coca. Poveda li riprende con il loro con­senso e ne fa un doc­u­men­tario dal titolo La vida loca, mer­av­igliosa­mente tragico, forte per­ché anche lì c’è quel prin­ci­pio: queste sto­rie diven­tano le sto­rie di tutti. Ebbene Poveda con questo doc­u­men­tario com­in­cia ad accen­dere luci ovunque, anche sui rap­porti tra le Maras e la polit­ica. Iniziano ad arrivare i gior­nal­isti. E il 20 set­tem­bre del 2009 sparano in testa a Chris­t­ian, che muore in totale silen­zio, sia in Italia che in Europa, las­ciando in qualche modo una sorta di ormai fisi­o­log­ica accettazione: hai scritto di queste cose, o meglio hai ripreso questo cose, non puoi che essere condannato.
Spesso la morte non è neanche la cosa peg­giore. Chi prende questa posizione, chi usa la parola per rac­con­tare, per trasfor­mare, paga un prezzo altissimo, nella dele­git­ti­mazione, nell’isolamento e in quello che devono pagare i loro cari. La poet­essa russa Anna Achma­tova vive il peri­odo della riv­o­luzione bolsce­vica, il regime la con­sid­era una dis­si­dente, una sorta di scarto della soci­età del pas­sato da mod­i­fi­care. Il suo ex mar­ito che è un gran­dis­simo poeta, viene fucilato, bisog­nava inde­bolirla in tutti i modi. Lei era già diven­tata una poet­essa di fama soprat­tutto in Fran­cia, quindi era dif­fi­cile toc­carla senza dare un’immagine repres­siva della Rus­sia sovi­et­ica. La prima cosa che fanno è cer­care di spez­zarle la schiena poet­ica: le arrestano il figlio. Lei è dis­posta a scam­biare la vita del figlio con la sua. Non serve a molto, lui resta in carcere e lei rac­conta una scena bel­lis­sima: ogni mat­tina migli­aia di donne si met­te­vano in fila davanti alle carceri sovi­etiche por­tando dei pac­chi, spesso vuoti, soltanto per vedere l’espressione del sec­ondino. Se il sec­ondino accettava il pacco sig­nifi­cava che la per­sona, mar­ito, figlio, fratello, padre, era viva. Se non lo accetta­vano era stata fucilata. Quando lei si pre­senta il sec­ondino la riconosce: “Ma lei è Anna Achma­tova”. Lei fa cenno di sì, e la per­sona che sta dietro: “Ma lei è una poet­essa, quindi può rac­con­tare tutto questo”. Lì c’è una poet­essa, pic­cola magra, dev­as­tata dai suoi drammi, che diventa all’improvviso la sper­anza. I versi diven­tano la sper­anza: può rac­con­tare, può far esistere, cioè può trasformare.
Mi sono sem­pre chiesto come si fa a vivere così, come hanno fatto queste per­sone a sop­portare decenni di dele­git­ti­mazione, per aver scritto poe­sie o anche solo delle can­zoni. Come è suc­cesso a Miriam Makeba, a cui il gov­erno bianco sudafricano ha inflitto trent’anni di esilio per il disco “Pata pata”, una can­zone che rac­conta di una ragazza che vuole solo dan­zare, diver­tirsi, che vuole essere felice. Ma questo fa paura, voler vivere meglio fa paura, Miriam Makeba fa paura. E più canta nei teatri di tutto il mondo, più l’Africa intera si riconosce in quella can­zone, che non parla di indipen­denza, di lotta ai bianchi, ma di voglia di vivere e felic­ità. Fin quando non arriva il gov­erno Man­dela che la richiama in Sudafrica. È anche questa l’incredibile potenza della parola. Per questo sono con­vinto che il rac­conto sia parte del diritto, non può esistere il diritto senza rac­conto. Ma oggi, e non è solo la mia opin­ione, in Italia chi rac­conta ha paura. Certo, siamo in una democrazia, non abbi­amo a che fare con un regime, con le carceri. Non siamo in Cina. Ma non si può negare che chi­unque oggi decida di pren­dere in Italia una posizione crit­ica con­tro il potere, con­tro il gov­erno, rischia la dele­git­ti­mazione, rischia di essere tra­volto dalla macchina del fango. Quando accende il com­puter per iniziare a scri­vere sa già cosa gli può suc­cedere. La for­mula è sci­en­tifica e col­lau­data: “Se tu rac­conti quello che dai mag­is­trati è con­sid­er­ato un mio crim­ine, io rac­conto il tuo pri­vato. Tutti hanno scheletri nell’armadio, quindi meglio che abbassi­ate lo sguardo e mol­li­ate la presa”.
Ma per gli intel­let­tuali rac­con­tare è una neces­sità, comunque la si pensi. E in queste ore il loro com­pito è quello di dire che non siamo tutti uguali, non fac­ciamo tutti le stesse cose. Certo, tutti abbi­amo debolezze e con­trad­dizioni, ma diverso è l’errore dal crim­ine, diversa è la cor­ruzione dalla debolezza. Men­tre si cerca di far pas­sare il con­cetto che siamo tutti “storti” per coprire le stor­ture di qual­cuno. Oggi si parla molto di gos­sip e il gos­sip è ris­chioso, per­ché lo si usa per nascon­dere i fatti emersi dalle inchi­este e per dimostrare che “fanno tutti schifo”. E il com­pito, ancora una volta, delle per­sone che ascoltano, che scrivono e che poi par­lano, è quello di dis­cernere, di capire, ovunque esse siano, con i figli a tavola, nei bar, comunque la pensino.
C’è una bel­lis­sima preghiera di Tom­maso Moro: Dio aiu­tami ad avere la forza di cam­biare le cose che posso cam­biare, di sop­portare le cose che non posso cam­biare ma soprat­tutto dammi l’intelligenza per capire la dif­ferenza. Questo è il momento in cui in noi pos­si­amo trovare la forza di cam­biare e com­pren­dere final­mente che non dob­bi­amo credere che tutto quello che accade sia inevitabile e quindi soltanto sopportare.
Infine, dedico questa lau­rea e questa gior­nata, che ovvi­a­mente non dimen­ticherò per tutta la vita, a tre mag­is­trati: alla Boc­cassini, a Forno e a Sanger­mano, che stanno vivendo, credo, gior­nate com­pli­cate solo per aver fatto il loro mestiere di giustizia.
Pubblicato il: 23 gennaio 2011 da: redazione


Uber per  Tutta la città ne parla - radio3

sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale...

auguri...

Buon Natale - fany



Notte di Natale

Luci di presepe,
piccole stelle
appese al cielo,
i pastori,
il silenzio dell'attesa,
noi bambini
naso all'in su,
coriandoli di neve
giocano tra le mani,
gli occhi aperti
alla meraviglia,
e nostro padre,
Gesù, ti prego,
raccontaci
quando tornerà...


Jimmy*




La più morbida festività occidentale

di Franco Stelzer


Se, nella quiete dell'alba,
io mi destassi,
e me ne uscissi in cucina,
nella casa silenziosa,
come un guerrirero stanco.
E decidessi di preparare colazione,
e mi cadesse il filtro del caffè,
e i fondi si spargessero ovunque,
schizzando a raggiera
verso le pareti del mondo.

Se poi il caffè bollente mi colasse nella manica,
appena qualche goccia,
con una certa discrezione,
come un amico
che un poco ti rimbrotta
e insieme prova un po' di compassione.

Se alzandomi, la sedia scricchiolasse,
non forte, con mitezza,
ricordandomi con garbo i lavori da fare,
le mensole, le viti, il rubinetto...

Se entrando in camera, infine,
urtassi lo stipite
e un poco barcolassi,
ed evitando di cadere ti scorgessi...

se guardando te, distesa, e le briciole
dei dolci rovesciati,
io pensassi ad un lento, lentissimo quintetto di fiati...

Se fosse, insomma, un freddo dicembre,
e il tepore della casa ricordasse
la vigilia appannata e brillante,
la tristezza luccicante e corale
della più tiepida,
della più stordente,
della più morbida festività occidentale.

Se fosse dicembre,
e l'alba,
e nella stanza io inciampassi,
e alla tua semplice vista
il ricordo ritrovassi,
del tuo madido corpo,
del tuo canto
prodigioso e tonale,
dei tuoi tiepidi passi,
del tuo languido abbandono regale...

Se tutto questo fosse,
dicembre, l'alba,
e ogni fasto imperiale,
e malanni,
e torpore,
e osannato, splendente trionfo occidentale...

una cosa sola,
e decisiva,
avrei da dirti: 

Buon Natale...



*= Jimmy è il nick di Giacomo Ciacciarelli 

domenica 19 dicembre 2010

Edwards Blake

Il papà della pantera rosa
È morto a 88 anni il regista Blake Edwards.
Al suo fianco, i familiari e la moglie Julie Andrews, sposata in seconde nozze nel 69.
Per più di una generazione è stato e resterà il «papà» della Pantera Rosa, il regista di una serie tuttora inimitabile di commedie comiche.
Ma è stato anche il regista di capolavori come Colazione da Tiffany, Victor Victoria, Operazione sottoveste, La grande corsa, e tantissimi altri.
fany - FANY - BLOG



Il personaggio venne ideato per i titoli della serie di film del regista americano Blake Edwards, il primo si intitola proprio La Pantera Rosa.

Nel 1963, Blake Edwards nel dare gli ultimi ritocchi alla sua commedia, che vedeva protagonista Peter Sellers, pensò di aprire il film con una sequenza animata che avrebbe fatto da sfondo allo scorrere dei titoli di testa.
Chiese così al team di animazione di David DePatie e Friz Freleng di inventare qualcosa di appropriato. Durante la fase di creazione, gli animatori vollero creare un personaggio con l'eleganza di Cary Grant e l'impertinenza di James Dean; non essendo previsto nessun dialogo per la scena di apertura, venne dato al personaggio anche la mimica di Buster Keaton, facendo muovere il felino sulle note del motivo scritto da Henry Mancini che diventerà un vero e proprio cult.
Ammette Freleng: "Non credo che saremmo riusciti ad avere il successo che abbiamo avuto senza la colonna sonora". Il personaggio e la musica insieme hanno funzionato, ed hanno dato ai film di Edwards un importante tocco in più.
Quando i titoli di apertura cominciarono a scorrere, il pubblico balzò dalla sedia: la sigla raggiunse un successo tale che la rivista Time nel suo numero del 27 aprile 1964 si espresse con queste parole: "Le animazioni dei titoli sono meglio del film".

Le caratteristiche del personaggio 

Gli ideatori del cartoon realizzarono una serie di cortometraggi con un personaggio dalle spiccate caratteristiche: aristocratico, elegante, sofisticato. Ma soprattutto viene utilizzato un umorismo surreale.
Fisicamente la Pantera Rosa è filiforme, con un lungo muso e piccoli occhi, possiede lunghi baffi e un naso rosso e, nella sigla di apertura della serie televisiva, fuma una sigaretta usando un lungo bocchino.

Serie animate 

Le storie si articolano in un mondo stilizzato, dove il reale è rappresentato con poche ed essenziali linee. Compie azioni fuori dalle logiche comuni, che creano nello spettatore adulto un sorrisino divertito mentre anche i piccini ne apprezzano le situazioni buffe. La vittima ricorrente nelle sue storie è un ometto buffo e basso, la cui metà del corpo è costituita da un enorme naso e piccoli baffi: nei film l'ometto era la caricatura dell'ispettore Clouseau.
Il cartone animato, grazie ancora al tema musicale, diventa subito popolare e apprezzato: già il primo corto, “The Pink Phink”, si aggiudica un Academy Award. Seguiranno nel tempo ben altri 123 cortometraggi di successo.



File:Panther pinkphink.jpg
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Pink Panther - The Pink Pink (il primo cortometraggio)


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Trailer Originale-La Pantera rosa (1963)(video)
sotto la locandina
File:Pink panther63.jpg
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spezzoni di gag bellissime

Ma non solo la Pantera Rosa, dal film 'La grande corsa' sono nati altri bellissimi cartoons
Le corse pazze.


http://img710.imageshack.us/img710/8996/4ffe4e63c3959260046c2e8.jpg
"Wacky Races - Le corse pazze" è una serie di cartoni animati statunitensi prodotti sul finire degli anni sessanta da Hanna & Barbera.
Qui tutte le auto e i personaggi delle Corse Pazze



Julie Andrews, Blake Edwards


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Blake Edwards: a life in clips
Morto Blake Edwards. Il papà della Pantera Rosa era anche un pittore


(fonte)
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