Il funerale
© Ugo Sajini
L'ultimo bacio
è stato il più freddo.
E' stato l'addio, mia cara,
poi...
hanno chiuso la bara.
Ugo Sajini
La porta!!
© Ugo Sajini
Ritardo
© Ugo Sajini
La lapide
© Ugo Sajini
La vedova
© Ugo Sajini
Tris
© Ugo Sajini
Non disturbare. Grazie.
© Ugo Sajini
Nota:
Ugo Sajini ha messo assieme alcuni disegni, non molti, per un tema classico la morte. più rapportato alla morte per la coppia, a parte uno sono disegni moooooooolto vecchi, come dice lui del suo enorme repertorio . La poesiola d'inizio pure è del '70.
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martedì 8 gennaio 2019
venerdì 28 dicembre 2018
Carto-online d'auguri
Buon Natale e Felice Anno Nuovo!
Marco De Angelis
di Firuz Kutal
Omar Zevallos
Natale è...
Romaniello
Gli Auguri
di Sergio Tessarolo
Vanessi
Fulvio Fontana
di Tiziano Riverso
Di Ugo Sajini
Dino Aloi
Marco De Angelis
di Firuz Kutal
Omar Zevallos
Natale è...
Romaniello
Gli Auguri
di Sergio Tessarolo
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Di Ugo Sajini
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domenica 4 novembre 2018
4 novembre 2018, 100 anni dopo la fine della Grande Guerra
4 Novembre 1918-2018
Paolo Lombardi
Disegni di Marco De Angelis per la app per ipad "In volo nella Grande Guerra" - realizzata con alcuni colleghi di Repubblica *
#GrandeGuerra 100 anni. Per @ilmanifesto
Mauro Biani
Caduti
CeciGian
Ugo Sajini
Le guerre le fanno i ricchi, le combattono i poveri.100 anni fa come oggi.
Giuseppe Scalarini 1922
Marco D'Agostino
4 Novembre 2018 - Centenario della fine della Grande Guerra -
per il Calendario Storico dell'ANFCDG
Marco D'agostino
"Forse, grazie alle celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile, ma anche ai racconti dei nostri nonni per chi ha la mia età, la Seconda Guerra Mondiale è più presente nei nostri ricordi rispetto alla Prima.
Non voglio apparire impassibile e farne una mera questione di numeri, ma stavo guardando i dati dei due conflitti e ho visto che al termine di quello 1939-45, tra civili e militari, i morti italiani furono circa 472.000 su una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti.
Ma, su una popolazione di quasi 36 milioni, i caduti nella Prima Guerra Mondiale furono 1.240.000, circa il 3,5% del totale degli abitanti, per tacere dei 500.000 mutilati.
Una guerra in cui siamo entrati, contro la volontà popolare, a un anno dal suo inizio, mostrandoci neutrali e tenendo contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili per poi tradire l'Alleanza - di cui il Regno faceva parte dal 1882 - nei primi giorni di maggio 1915 e dichiararle guerra una ventina di giorni dopo, anzi, per dichiarare guerra a uno dei due ex-alleati, l'Austria-Ungheria, perché con la Germania, anche se l'avevamo mollata, volevamo comunque rimanere amici.
40 mesi e 1.240.000 morti dopo, qualcuno ebbe il coraggio di chiamarla vittoria.
E così fanno ancora in molti oggi, a 100 anni esatti dalla sua fine.
Non io.
Per me, era e resta una carneficina e quei contadini e operai sfruttati da vivi e mandati al massacro nell'inferno delle trincee, andrebbero almeno lasciati riposare da morti."
Augusto Rasori
4 Novembre 1918
Italy: November 4, 1918, Victory Day
Paolo Lombardi
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore
viaggia e viaggia, capitò nel paese senza vittorie
in quel paese si commemoravano i defunti, se si voleva
si celebravano le persone degne
si incoraggiavano le altre a diventarlo
nel paese senza vittorie ci si era riappropriati della parola “onore”
non era più legata ad azioni di guerra (in quel paese era bandita per sempre) o al coraggio, ma ai comportamenti quotidiani, ordinari e straordinari, e non aveva colore
nel paese senza vittorie si custodiva la memoria e le guerre non venivano celebrate, ma ricordate e rese monito
nella biblioteca comunale, nel libro di storia contemporanea-contemporanea, la parola guerra era presente una sola volta, dove si ricordava che lì era ripudiata
eppure quel libro non era più esile di quelli passati, era pieno di pagine che sembravano sorridere a sfogliarle
e si aggiornava ogni volta che veniva aperto
“che bel paese questo paese senza vittorie” disse Giovannino e aggiunse: “non vedo l’ora di tornarci”
e io con lui
Fabio Magnasciutti
-------------------------
La Domenica del Corriere festeggia sulla copertine la fine della guerra.
copertina n 45 10-17 novembre 1918 La Domenica del Corriere
copertina n 46 17-24 novembre 1918 La Domenica del Corriere
*:
Gabriele D’Annunzio lancia i suoi volantini su Vienna.
Disegno di Massimo Jatosti
IN VOLO NELLA GRANDE GUERRA
***
Paolo Lombardi
Disegni di Marco De Angelis per la app per ipad "In volo nella Grande Guerra" - realizzata con alcuni colleghi di Repubblica *
#GrandeGuerra 100 anni. Per @ilmanifesto
Mauro Biani
Caduti
CeciGian
Ugo Sajini
Le guerre le fanno i ricchi, le combattono i poveri.100 anni fa come oggi.
Giuseppe Scalarini 1922
Marco D'Agostino
4 Novembre 2018 - Centenario della fine della Grande Guerra -
per il Calendario Storico dell'ANFCDG
Marco D'agostino
"Forse, grazie alle celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile, ma anche ai racconti dei nostri nonni per chi ha la mia età, la Seconda Guerra Mondiale è più presente nei nostri ricordi rispetto alla Prima.
Non voglio apparire impassibile e farne una mera questione di numeri, ma stavo guardando i dati dei due conflitti e ho visto che al termine di quello 1939-45, tra civili e militari, i morti italiani furono circa 472.000 su una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti.
Ma, su una popolazione di quasi 36 milioni, i caduti nella Prima Guerra Mondiale furono 1.240.000, circa il 3,5% del totale degli abitanti, per tacere dei 500.000 mutilati.
Una guerra in cui siamo entrati, contro la volontà popolare, a un anno dal suo inizio, mostrandoci neutrali e tenendo contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili per poi tradire l'Alleanza - di cui il Regno faceva parte dal 1882 - nei primi giorni di maggio 1915 e dichiararle guerra una ventina di giorni dopo, anzi, per dichiarare guerra a uno dei due ex-alleati, l'Austria-Ungheria, perché con la Germania, anche se l'avevamo mollata, volevamo comunque rimanere amici.
40 mesi e 1.240.000 morti dopo, qualcuno ebbe il coraggio di chiamarla vittoria.
E così fanno ancora in molti oggi, a 100 anni esatti dalla sua fine.
Non io.
Per me, era e resta una carneficina e quei contadini e operai sfruttati da vivi e mandati al massacro nell'inferno delle trincee, andrebbero almeno lasciati riposare da morti."
Augusto Rasori
4 Novembre 1918
Italy: November 4, 1918, Victory Day
Paolo Lombardi
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore
viaggia e viaggia, capitò nel paese senza vittorie
in quel paese si commemoravano i defunti, se si voleva
si celebravano le persone degne
si incoraggiavano le altre a diventarlo
nel paese senza vittorie ci si era riappropriati della parola “onore”
non era più legata ad azioni di guerra (in quel paese era bandita per sempre) o al coraggio, ma ai comportamenti quotidiani, ordinari e straordinari, e non aveva colore
nel paese senza vittorie si custodiva la memoria e le guerre non venivano celebrate, ma ricordate e rese monito
nella biblioteca comunale, nel libro di storia contemporanea-contemporanea, la parola guerra era presente una sola volta, dove si ricordava che lì era ripudiata
eppure quel libro non era più esile di quelli passati, era pieno di pagine che sembravano sorridere a sfogliarle
e si aggiornava ogni volta che veniva aperto
“che bel paese questo paese senza vittorie” disse Giovannino e aggiunse: “non vedo l’ora di tornarci”
e io con lui
Fabio Magnasciutti
-------------------------
La Domenica del Corriere festeggia sulla copertine la fine della guerra.
copertina n 45 10-17 novembre 1918 La Domenica del Corriere
copertina n 46 17-24 novembre 1918 La Domenica del Corriere
*:
Gabriele D’Annunzio lancia i suoi volantini su Vienna.
Disegno di Massimo Jatosti
IN VOLO NELLA GRANDE GUERRA
***
venerdì 14 settembre 2018
La Luna, testo e disegni di Ugo Sajini
LA LUNA
Non so quando Marta ha saputo cos'è la luna o quando l'ha
vista la prima volta.
So però che una sera scendendo dalla macchina allunga un braccio e fa:
-Guarda ‘a 'una.-
Io,che come sempre, cerco di capire poco le rispondo:
- Si dice LUNA con la ELLE davanti, non UNA che sembra il femmini-
le di UNO.-
Marta col braccio sempre teso mi fa:
- Si Elle come 'Una, che bella!-
Un'altra sera siamo in bagno, io mi faccio la barba, Marta è ginocchioni sopra la cesta della biancheria, guarda dalla finestra e grida:
-Vieni! vieni! guarda 'a 'Una -
Marta è fortunata riesce sempre vedere la luna pìena o appena
appena intaccata e non riesco mai a sapere cosa pensa della mezza luna o della falce di luna.
Qualche volta guardiamo assieme la luna lei continua ripetere:
- Che bella! –
Anche a me vien voglia di dirlo.
Marta è mia figlia.
sabato 2 giugno 2018
L'Umorismo e l' Historia: L'importanza della copertina
L'Umorismo e l' Historia
dai materiali della collezione Cresci/Sajini
a gentile concessione di Buduàr
5 - L'importanza della copertina
*
dai materiali della collezione Cresci/Sajini
a gentile concessione di Buduàr
5 - L'importanza della copertina
copertina Garretto -Pitigrilli i vegetariani dell'amore. |
Cercare un libro coinvolge
l’immagine. Se non sapessi
leggere sarei lo stesso attirato
dai libri.
Per la copertina.
La copertina è la prima cosa che mi
attira, rare volte una copertina che mi
è piaciuta accompagnava un libro che
non mi è piaciuto.
Cercare tra i libri di casa e/o sulle
bancarelle è sempre stato un gioco
visivo, ricercare il disegno che mi
interessa indipendentemente dalle
parole che lo seguono.
Non voglio fare uno studio sul rapporto
vendita libro/copertina accattivante
Non è compito mio e di certo è già
stato fatto. Voglio invece riscoprire
disegni ed autori messi magari in un
cassetto, che non hanno e forse non
avranno mai “mipiacisti su Facebucco”.
Il mio primo ricordo va alle edizioni
Bietti di Woodehouse degli anni trenta,
gentili ed ingenui disegni in copertina,
la critica bidimensionale a un contesto
sociale. Degli stessi anni vi presento il
Garretto che illustra Pitigrilli.
Longanesi come editore ha sempre
percorso tratti di strada con umoristi,
infatti ecco qui 3 copertine di Ronald
Searle e una quarta di copertina di
James Thurber. Lo stesso Longanesi
disegnava e numerose sono le
copertine di libri da lui editi.
Spesso i disegni di queste copertine,
anzi sovracoperte, sono migliori dei
testi.
Un italiano per Rizzoli, l’amico
Dallaglio è un buon disegno per un
libro non memorabile. Con gli anni 70
il sopravvento sugli umoristi lo hanno
i grafici e gli illustratori, un Munari
e poi il dominatore degli anni 80/90
John Alcorn.
Chiudo questa passeggiata con un libro
trasformato in oggetto (e lo conservo
solo per questo): l’applicazione di un
ologramma…non citare gli autori dei
disegni era pratica comune, lasciare la
firma un particolare privilegio ed è un
peccato non sapere l’autore, perché lo
smack della Sirena di Giorgio Soavi mi
solletica ancora.
Ugo Sajini
Nella pagina:
Ronald Searle, copertina per Un
alligatore chiamato Margherita;
Paolo Garretto, copertina per I
vegetariani dell’amore;
James Thunder, controcopertina,
La voglia matta; Ronald Searle,
copertina per Beati i Ricchi;
Longanesi, copertina per Bonjour
tristesse; Ronald Searle, copertina
per La signora Della Torre.
Nella pagina:
Anonimo, copertina per
Sirena; Bruno Munari,
copertina per Tempi brutti
per i sergenti; Giorgio
Dallaglio, copertina per
La guerra è una faccenda
privata; John Alcorn, Il
dono di Humboldt.
copertina Searle - lun alligatore chiamato margherita |
copertina Searle - la signora della torre |
copertina Searle - beati i ricchi |
controcopertina THURBER una voglia matta |
copertina Longanesi bonjour tristesse |
copertina Dallaglio - la guerra è una faccenda privata. |
copertina munari tempi duri per i sergenti |
copertina alcorn il dono di humboldt |
copertina anonimo - sirena |
*
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