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martedì 4 agosto 2020

Il nuovo Ponte di Genova tra cordoglio, orgoglio e riconoscenza.






Ponte San Giorgio
Oggi a Genova si inaugura il nuovo Ponte San Giorgio.
Un grande risultato per i tempi e per i modi con cui è stato realizzato, segno che quando si vuole anche in Italia siamo in grado di raggiungere obbiettivi ambiziosi.
Resta la grande tristezza per le vittime del crollo del vecchio viadotto sul Polcevera e un po' di amarezza per una giustizia che ancora non ha individuato tutti i responsabili.
Speriamo che la Pandemia e la Crisi Economica non contribuiscano a farlo presto dimenticare.
Gianfranco Uber
https://humour-ugb.blogspot.com/2020/08/ponte-san-giorgio.html



“È un ponte frutto di un lutto. Il lutto non si dimentica, il lutto si elabora. Qui ci siamo smarriti e qui ci ritroviamo per ringraziare chi ha costruito il ponte con rapidità. Mi auguro che il ponte sia amato. Essere amati nella tragedia non è facile, ma credo che sarà amato perché è semplice e forte come Genova”
“È stato il più bel cantiere che abbiamo avuto in vita mia anche se siamo sospesi tra il cordoglio della tragedia e l’orgoglio di aver ricostruito il ponte”
“Dobbiamo riconoscenza per tutti coloro che hanno lavorato al ponte e chi lavora alla fine della fatica si aspetta una perla: la perla è la riconoscenza. Qui siamo sospesi tra tragedia e orgoglio e riconoscenza, ma non parliamo di miracolo, qui è successa una cosa bella per il Paese. Costruire è una magia, i muri non vanno costruiti, i ponti sì e farlo è bellissimo, è un gesto di pace.“
Renzo Piano



Genova, Italia.
Gianlo

https://gianloingrami.blogspot.com/2020/08/costruire.html
#pontemorandi #genova


Politici e amministratori pretendono il merito per il ponte di Genova ricostruito a tempo di record
Gianni Soria



43 stelle nel cielo di Genova.
Enzo Iorio


Ponti
Ponte di Genova. Ponti. Oggi per Repubblica.
Mauro Biani
http://maurobiani.it/2020/08/04/ponti-3/

Nuovo Ponte Genova, il discorso di Renzo Piano: «Il più bel cantiere della mia vita»

Cari tutti oggi è un giorno di intensa commozione. 
Dovrò cercare le parole perchè questo ponte è figlio di una tragedia, di un lutto. E le tragedie e i lutti non si possono dimenticare. Si elaborano, si metabolizzano ma non si possono dimenticare e restano imprigionati nelle nostre coscienze, non c'è niente da fare, diventano l'essenza stessa di quello che noi saremo. Ecco qui in questo posto ci siamo tutti smarriti  due anni fa nello sgomento di questa tragedia e qui oggi ci ritroviamo. Ci ritroviamo anche per un'altra ragione per ringraziare chi ha costruito questo ponte. L'energia che c'ha messo. Con rapidità ma senza fretta. Io ho contribuito e ho dato l'idea. Si l'idea di un ponte che attraversi piano piano la valle, così passo per passo, in silenzio, quasi chiedendo il permesso. 
Un ponte che sia come una nave, un grande vascello bianco che attraversa la valle. 
Poi però bisognava farlo questo ponte. E' qui che allora è uscita la forza l' energia di questo paese straordinario. Abbiamo avuto più di mille persone dai commissari fino ai più modesti manovali è stato straordinario! E stato il più bel cantiere che abbia avuto in vita mia. Straordinario! Per questo dobbiamo riconoscenza a tutti e quando si alla fine di una grande fatica ciascuno di noi si aspetta una piccola perla come premio ecco questa piccola perla sia la riconoscenza. 
Così siamo sospesi tutti quanti tra il cordoglio della tragedia e l'orgoglio di aver ricostruito il ponte. e non sappiamo più che pesci prendere. Noi genovesi che poi siamo un po' così selvatici , lo sapete, restiamo zitti, in silenzio si fa per dire.
 Non credo che si debba parlare di miracolo: semplicemente è stato che il Paese ha mostrato una parte buona cè stata una grande competenza una grande generosità. 
Non ho mai visto uno lamentarsi questa è stata la cosa importante che è successa qui. 
Costruire è una bellissima cosa costruire non si fa i miracoli. 
Un po' di magia si, perchè costruire è  partire da una cosa che non ha forma e dargli forma. Questa magia c'è! 
Costruire è l'opposto di distruggere costruire è edificare. Costruire  un ponte poi, i muri non si dovrebbero costruire ma i ponti si, bisognerebbe farne tanti. 
Costruire un ponte è una cosa bellissima. E un gesto di pace. E all'interno del costruire c'è il cantiere. Qui c'è stato questo splendido cantiere, e nel cantiere c'è stata una cosa bellissima la crescita della solidarietà . La gente dimentica le differenze il colore la pelle lo statuto prevale la solidarietà . Prevale su tutto l'orgoglio e la solidarietà. Questo è il miracolo e poi c'è la passione e l'amore.
 Io auguro a questo ponte di essere amato di essere adottato dalla gente, ma non è facile perchè nasce da una tragedia. E credo che sara' amato, perche' e' semplice e forte come questa citta ma non basta. 
Sarà amato perchè questo ponte gioca con la luce. 
Quando si arriva e si arrivava su questo ponte dalle regioni del nord si scopriva la luce del mare. 
Sopra questo ponte tutti scopriranno la luce del Mediterraneo e quella luce gioca con questo ponte. Gioca sopra, gioca sulle pile che sono curve, sulla forma della carena della nave con la luce e gioca col vento. 
C'è una poesia bellissima di un poeta che ho sempre amato molto e che ha molto amato Genova era Giorgio e Caproni. Giorgio Caproni ha scritto: "Genova di ferro e aria". 
Vorrei che questo ponte fosse visto così, di ferro e di aria, costruito in acciaio e forgiato nel vento. Tutto qua, adesso il ponte è vostro.
 Lunga vita al ponte San Giorgio.
Renzo Piano

giovedì 25 aprile 2019

25 Aprile




"Se volete andare in pellegrinaggio 
nel luogo dove è nata la nostra costituzione, 
andate nelle montagne dove caddero i partigiani, 
nelle carceri dove furono imprigionati,
nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità,
andate lì,
o giovani, col pensiero perchè lì è nata la nostra costituzione."

(Piero Calamandrei)


-
Tiziano Riverso

sabato 24 giugno 2017

Solo per Rodotà

"C'è un impoverimento culturale che si fa sentire, la cattiva politica è figlia della cattiva cultura"
Stefano Rodotà


Se n'è andato all'età di 84 anni un protagonista della nostra vita pubblica e uno degli ultimi intellettuali di valore. Soprattutto, fino alla fine, un uomo libero che si è speso con la passione civile di un grande laico. Stefano Rodotà (1933-2017)


Solo per Rodotà
Solo per Rodotà. Cambio di prospettiva, vista la foto di #prima.
Due vignette oggi per il manifesto.
Per memoria (che su Twitter ho incontrato qualche smemorato), riporto qui le prime pagine del 2013 (elezioni Presidente della Repubblica).
Mauro Biani




...Un altro affetto molto caro mi è andato via. Mi rimangono le tante conversazioni tra docente e discente. Le straordinarie lectio magistralis , le interviste mai finte, i caffè che gli portavo perché mentre stavamo per andare al bar veniva fermato continuamente e lui sempre a rispondere e a intrattenersi da quel gran galantuomo che era, sicché quel caffè, magari tanto desiderato, non avrebbe mai potuto berlo perché immediatamente dopo lo attendevano a un convegno e non voleva farsi aspettare...
Nadia Redoglia

 Qualche ragazzo si ricorda di Rodotà?
GIO







Stefano Rodotà (30 maggio 1933 - 23 giugno 2017)
Marilena Nardi





Soria

Stefano Rodotà... se ne va un grande...
Mario Airaghi



Rodotà
Fogliazza




Disegno di Riccardo Mannelli per l'intervista di Antonio Gnoli a Stefano Rodotà.



E come spesso accade molti ne reclamano l'appartenenza
Paolo Lombardi


Ripropongo un mio post per l'Huffington di qualche tempo fa.
Un omaggio a Stefano Rodotà.
Massimo Jatosti


Vauro


Rodotà e il suo caffè…
di: Nadia Redoglia
Quando c’era lui facevo il possibile per esserci anch’io perché in assoluto fu la personificazione del costituzionale articolo 21 di cui abbiamo immenso bisogno di comprendere a fondo…
All’epoca in cui abbandonai cartaceo e tv per dedicarmi al “pionieristico” web, furono lui, precursore della dottrina in rete e Roberto Morrione direttore Rai che, privato di troupe, fornì i suoi di “telecamerine” (immenso antesignano d’epoca phone! ), a farmi capire che la rete sarebbe stata comunicazione mondiale purché basata su fonti attendibili e protette.
Discente, ascoltavo assorta il mio docente e, dunque, lui citavo ogni volta che buttavo giù un pezzo che trattava di Diritto e Diritti perché Rodotà era tra i sommi più puri che sapevano trattare il succo più vergine della nostra Carta. Citandolo ero certa d’essere nel giusto e non solo portatrice di mia opinione…
Più di una volta mi sono trovata con lui a conversare (assai più che intervistare) sentendomi sempre discente “ai suoi piedi”. Non adoperava ironie , ma sapeva sorridere tanto quanto determinatamente esponeva il suo disappunto, non già personale, ma a protezione dei più deboli…
Mi ha offerto tantissimo e io in cambio ricordo giusto quei caffè che gli portavo, vedendolo bloccato dai tanti cui lui, quale straordnario galantuomo che era, rispondeva sempre e dunque rinunciando al caffè agognato prima di presenziare al convegno cui mai avrebbe fatto tardi anche solo per sorseggiare un caffé…
Io (per sempre) discente di un altro Grande Vecchio che non c’è più.

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giovedì 22 giugno 2017

Io non so chi era Caproni…


Io non so chi era Caproni…
di Nadia Redoglia

Ovvero lo “sapevo” solo come traduttore di Lorca, Baudelaire, Proust e altri ancora, ma non come uomo protagonista  per l’esame d’italiano alla maturità 2017. Ero rimasta ferma agli Umberti (Saba ed Eco dell’anno scorso) e pertanto sprofondo nel mio personalissimo ignorante buco nero sui  versicoli quasi ecologici. Il lungo tempo dedicato a vescicole da stasi ecologiche che nessuno declama in versi, nonostante il trattato di Parigi (infranto da Trump, ma solo di recente),  ha obnubilato la mia mente…

Epperò ora è possibile dare a me, non più di primo pelo, risposta al motivo per cui centinaia di concorrenti ai quiz d’ora di cena (fascia assoluta con oltre il 25% d’ascolti), già maturati e pure laureati tra il ’90 e 2015,  forniscono risposte impossibili  per noi ante. Infatti inorridiamo, per esempio, a fronte del nazismo, dei partigiani, del verismo collocati negli anni 70. Sbalordiamo nell’apprendere il loro totale disconoscimento delle più elementari basi  di ciò che un tempo si chiamava “educazione civica”. Trasecoliamo sul collocamento che fanno dei padri della patria e loro immediati successori. Restiamo di sasso davanti alla completa ignoranza su sinonimi e contrari di madre lingua, nonostante noi ci si sforzi di fornire l’attenuante dei circa 140 caratteri concessi da twitter  così come già concedemmo il rito abbreviato sui congiuntivi, sugli apostrofi e gli accenti per grammatica (almeno) di base…

Caproni, chiedo perdono…



Caproni
Molte critiche per la traccia del tema di italiano all'esame di maturità.
Pare che il Poeta Caproni sia un perfetto sconosciuto per la maggior parte degli studenti persino qui a Genova. Concordo con chi tuttavia sostiene che tutto sommato non era così necessario averlo studiato in classe per fare un esame critico della poesia proposta. Anzi.
E sono contento che una mia nipote (classico) abbia scelto questo tema pur confessando di non aver mai sentito parlare di Caproni.
Certo che, per chi abita in Castelletto,   non essersi mai chiesto chi era costui che in Paradiso voleva andarci con l'ascensore di Portello come recita l'iscrizione dell'ingresso!
Gianfranco Uber




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Poeta, insegnante e traduttore, Giorgio Caproni è stato uno dei più fini intellettuali del Novecento italiano. 

"Versicoli quasi ecologici" 
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.

(1972, dalla raccolta Res Amissa)


Giorgio Caproni nasce a Livorno nel gennaio 1912 e a soli dieci anni la famiglia si trasferisce a Genova, della quale il poeta scrive: “La città più mia, forse, è Genova. Là sono uscito dall’infanzia, là ho studiato, son cresciuto, ho sofferto, ho amato. Ogni pietra di Genova è legata alla mia storia di uomo. Questo e soltanto questo, forse, è il motivo del mio amore per Genova, assolutamente indipendente dai pregi in sé della città. Ed è per questo che da Genova, preferibilmente, i miei versi traggono i loro laterizi”.
Nel 1937 Caproni sposa Rina Rettagliata, compagna di vita, e nel ’39 si trasferisce a Roma, dove vivrà con la moglie per tutta la vita; chiamato alle armi nel 1940, prende parte alla campagna di Francia, che più tardi definì come “un capolavoro di insensatezza”. Muore a Roma nel 1990, a 78 anni.
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Maturità in corso..... il dietro le quinte in aula professori
Ceccon


Traccie di futuro
 il 21/06/2017
MATTIA FELTRI
Va bene, vi siete tutti divertiti. Sul sito del ministero dell’Istruzione c’era scritto traccie anziché tracce, e avete fatto un sacco di battute divertenti. Però, dài, può capitare. E capita. Due settimane fa la ministra Valeria Fedeli in un discorso ha fatto incontrare Vittorio Emanuele III e Napoleone Bonaparte, che in realtà è nato esattamente cento anni prima del Re. Insomma, capita. Specie quando c’è di mezzo la maturità.


Nel 2005 in una tracca, pardòn, traccia, il ministero ha collocato Urbino in Umbria anziché nelle Marche. Nel 2007 in un tema su Dante è stato confuso San Tommaso con Bonaventura da Bagnoregio. Nel 2008 una poesia di Eugenio Montale dedicata a un amico («Ripenso al tuo sorriso») è stata proposta per commentare il consolante amore per una donna. Nel 2010, nell’analisi dei miti giovanilistici in politica, è stato indicato un discorso di Benito Mussolini, che però era quello con cui il Duce si attribuiva la responsabilità dell’omicidio Matteotti. Ecco, diciamolo, capita. Nel 2015 un quadro di Matisse aveva il nome sbagliato e pure la data. Nell’87 un’opera di Ambrogio Lorenzetti è stata attribuita a Simone Martini. Nel 2009 una sonata di Beethoven è stata attribuita ad Haydn. Nel ’94, in una frase di Alessandro Manzoni, intento è diventato intervento. Suvvìa, capita. E infatti è saltato fuori proprio ieri che uno studente su tre crede che Giulio Cesare sia stato il primo re di Roma e che qual è si scriva qual’è. Cose che capitano, quando si ha questa classe dirigente, e già si staglia la nuova.


Traccie
di Gianni Soria



Silvano Mello



Maturità
http://portoscomic.org/2017/06/23/3633/
Franco Portinari

venerdì 5 maggio 2017

Legittima difesa notturna.




Ma la notte... si
OK DELLA CAMERA ALLA NUOVA LEGGE SULLA LEGITTIMA DIFESA
Lega e Forza Italia protestano per la mancata approvazione della totale impunibilità dei casi di legittima difesa che sarebbe stata in effetti una sorta di licenza di uccidere e che quindi, per fortuna,
la Camera non ha fatto passare.
Non cambia quasi nulla rispetto a quanto oggi già previsto ed in effetti non poteva logicamente cambiare nulla sulla necessità che ogni caso debba essere valutato attentamente.
Qualche contentino più al centro che alla destra ma si sa, siamo sempre in periodo elettorale anche se
la legge relativa, quella si, continua a slittare.
Gianfranco Uber

Dal bassissimo
Sempre 
legittima difesa.
Mauro Biani

L'Armando
di Nadia Redoglia
Cantava Jannacci. Sulla sua falsariga è anche la musica da Camera (specie quando  dice era quasi verso sera…) che ha approvato la proposta di legge sulla “difesa legittima”. All’armi, all’armi, all’armi e così andremo armando, secondo l’elemento logico della legge, che consentirà la difesa di persone e cose anche con l’utilizzo di armi da offesa. Si badi: di notte e solo se traumatizzati dall’ombra furtiva che s’aggira per casa. Poi capiremo meglio se per notte ha da intendersi “buio” (in tal caso, prima della difesa legittima, è sufficiente tirar giù le tapparelle) o proprio quello spazio temporale che va dalla mezzanotte all’alba (ora canonica già prenotata per i duelli). Chiariamo subito che se le ombre furtive che avete steso, purché terrorizzati o più colloquialmente impanicati, si riveleranno poi essere coniugi/amanti/suoceri/genitori/amici, insomma conoscenti, dovrete dimostrare che eravate talmente fuori di testa per il terrore che non li avete riconosciuti…
Ecco il punto. Chi è uso alle armi si traumatizza mai, anzi molti si eccitano. Chi non ne fa uso, manco per “sport”, al momento dell’intrusione reale o sospetta si terrorizzerà sempre, è ovvio.
E noi non solo si va armando gente con questa incapacità di controllo, ma di questa incapacità ne facciamo conditio sine qua non ?


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Makkox per Gazebo

Insonnia
Fulvio Fontana



because the night belongs to lawyers
Fabio Magnasciutti


Legittima offesa
Tullio Boi


Una critica sulla nuova legge sulla legittima difesa?
- E che non ti aspetti di essere in pigiama nel momento in cui la tua vita cambia per sempre
Durando


Legittima difesa
Ellekappa




Sicurezza?
CeciGian



Lontani
CeciGian



Mala tempora currunt
Soria


Mario Bochicchio


rischi notturni
Airaghi


aspetto che venga buio e poi...
Pietro Vanessi
Unlike
Renzi si dissocia dall'approvazione della nuova legge sulla Legittima Difesa. In effetti un testo così ambiguo e pasticciato ha il potere di scontentare tutti e, in questo momento, non era proprio quanto il Segretario del PD si augurava. Per fortuna c'è ancora il Senato...
Gianfranco Uber
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Nota:

Il testo

giovedì 23 marzo 2017

22 marzo 2017: Attacco a Londra

22 marzo 2017: Attacco a Londra
22 march 2017: London Attack


© Steve Breen



© David Rowe


L'attentato a Londra
© Gio / Mariagrazia Quaranta


London attack    Emad Hajjaj
London attack
23 Mar 2017

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© Pierre Ballouhey
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© Gianni Soria

London Attack    Emanuele Del Rosso
Mourning the losses after the London terroristic attack.
22 Mar 2017


London smoke    Paolo Lombardi
.
(foto dell'attentatore)
22 Mar 2017


Armi moderne
 A short history of lethal weapons #westminsterbridge pic.twitter.com/ZjwLT9WTSj
© Peter Brookes



©Dave Brown




© Adams





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Cronaca attentato
©Franco Portinari Portos

domenica 8 gennaio 2017

Impacchettiamo la befana....

For the Epiphany Day...


di Marilena Nardi



 di Donarelli
 di Mario Airaghi



di Mario Airaghi

di Fabio Magnasciutti



di Ebert



di Mauro Biani



di Giannelli


...e i Re Magi seguirono la cometa, il primo portava in dono il buongiorno, il secondo regalava carezze alle persone di cuore, il terzo teneva uno scrigno di baci per le persone da amare...
di Riverso


Il befano Minniti
di Riverso

Wrong size
di Giuseppe La Micela


Fulvio Fontana


Aspettando la befana in casa Frankenstein
Fulvio Fontana


saldi per fine stagione
Gianni Soria