Fazio - Saviano - endemol - PORTOS Comic strip |
Raccolta differenziata ai tempi dei Borboni.
Il monte più alto d’Europa è il Monte Bianco: 4810 metri. Il monte più alto del mondo è l’Everest, con i suoi 8848 metri. Ma se noi immaginassimo una montagna fatta con i rifiuti illegali supererebbe la somma dei due, e di molto: qualcuno ha calcolato che avrebbe una base di tre ettari e sarebbe alta più di 15mila metri. Quest’immensa mole è una preziosa fonte di reddito per la criminalità organizzata e questo spiega perché in Campania la storia dell’immondizia lasciata a marcire per strada è, purtroppo, una storia infinita.Gli ispettori europei sono arrivati a Napoli e ci hanno detto quello che i napoletani sapevano già: e cioè che nulla è cambiato rispetto a due anni fa. In realtà è peggio. L’emergenza dura dal 1994. E’ moltissimo tempo. Vuol dire che un ragazzo che oggi ha 16 anni è cresciuto con l’idea che i sacchetti di plastica abbandonati sui marciapiedi sono la normalità, come lo è il caldo d’estate e il freddo d’inverno. I cassonetti regolarmente svuotati, invece, sono un’eccezione.
In questa terra la raccolta differenziata è un sogno. Tranne che in piccole isole felici, non viene fatta mai. Quella non differenziata dovrebbe essere — per legge — al massimo il 35%. Qui arriviamo all’84%.
E pensare che erano stati per primi i Borbone a lanciare la diversificazione dei rifiuti. Sembra incredibile, ma così recita un editto di Ferdinando II: “Gli abitanti devono tenere pulita la strada davanti alla casa usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondezze al lato delle rispettive abitazioni e di separarne tutt’i frantumi di cristallo o di vetro che si troveranno riponendoli in un cumulo a parte”.
Quello che i Borbone sapevano, le giunte di centrosinistra e di centrodestra, i commissari straordinari, da Rastrelli, a Bassolino, da Bertolaso a De Gennaro, non hanno più saputo. Tutti hanno provato a risolvere il problema, ma nessuno ci è riuscito. A Napoli sembra impossibile ciò che riesce a Milano, Bologna e Genova perché la regione è prigioniera di un gigantesco circolo vizioso. Il ciclo è basato sull’occupazione del territorio: si mettono i rifiuti in una discarica, la discarica si riempie, viene chiusa o sequestrata per versamenti di materiali tossici, i camion si fermano, si cerca l’ennesima discarica, la popolazione protesta, la spazzatura resta a terra e spesso viene addirittura bruciata, con pericoli serissimi per la salute. Tra Giugliano, Villaricca e Qualiano c’è una terra dei fuochi, dove i clan pagavano 50 euro per ogni cumulo di immondizia messo al rogo.
Si è tentato di risolvere il problema con gli inceneritori, che dovrebbero per legge produrre energia, ma per funzionare al meglio devono essere alimentati da ecoballe che nascono dalla raccolta differenziata, in cui l’umido è eliminato. Non è così, naturalmente, e la Campania è invasa dalle ecoballe, che ne hanno addirittura modificato la geografia e che sono potenziali bombe ecologiche. Non si sa cosa contengano, l’umido fermenta, potrebbero sprigionare gas pericolosi. Bisognerebbe aprirle, smontarle e ricomporle, ma la verità è che ci vorranno 56 anni per smaltirle tutte. Sempre che sia possibile.
Tutta questa incapacità è costata ai cittadini 780 milioni di euro all’anno, in emolumenti, consulenze, affitti degli immobili: circa 8 miliardi di euro in 10 anni, quasi una finanziaria. Tutti hanno perso, ma qualcuno ha guadagnato, e parecchio. Nel 2009 le ecomafie hanno fatturato oltre 20 miliardi di euro: un quarto dell’intero fatturato della criminalità organizzata.
Il grande business dei clan è quello dei rifiuti tossici: hanno trasformato la Campania nel secchio dell’immondizia delle imprese del Nord: la monnezza di Napoli è la monnezza di tutta l’Italia. Ricordiamocelo, ogni volta che il Nord chiude le porte come se fosse un problema del Sud. Smaltire un rifiuto speciale costa moltissimo, fino a 62 centesimi al chilo, i clan sono capaci di offrire un prezzo di 9/10 centesimi. Un risparmio dell’80 per cento che mette a tacere la coscienza di tanti imprenditori. Il trucco è nella bolla di accompagnamento che viene falsificata, per cui il rifiuto come per magia non è più tossico, o nel miscelare i veleni ai rifiuti ordinari, in modo da diluirne la concentrazione tossica. Il meccanismo è talmente malato che a volte il composto viene trasformato in fertilizzante: così la malavita incassa i soldi due volte con lo stesso veleno.
Decine di inchieste giudiziarie testimoniano l’avvelenamento delle terre del Sud. Ne elenco alcune: nel 2003 si scopre che ogni settimana 40 Tir ricolmi di rifiuti sversano cadmio, zinco, scarto di vernici, fanghi da depuratori, plastiche varie, arsenico e piombo nel napoletano e nel casertano; nel 2006 la Procura di Santa Maria Capua Vetere accerta che tra Villa Literno, Castelvolturno e San Tammaro, vengono scaricati i toner delle stampanti d’ufficio della Toscana e della Lombardia. Il terreno è pieno di cromo esavalente. L’inchiesta “Eldorado” del 2003 ferma un traffico illecito di rifiuti pericolosi, che da Sud sono spediti in Lombardia per essere “miscelati” con terre di spazzatura delle strade milanesi e altri materiali, per passare poi come rifiuti non pericolosi smaltiti in una discarica pugliese. La Procura di Napoli ordina nel 2007 il sequestro di 5 aziende del Nord per traffico illecito di residui di lavorazioni siderurgiche.
Così il sottosuolo della bella, dolce, fertile Campania è diventato un fango nauseabondo e pericoloso: a Giugliano della Campania, in località Schiavi e Tre Ponti, ci sono 590 mila tonnellate di fanghi e liquami contenenti amianto e tricloruro di etilene; a Pianura tra il 1988 e il 1991 sono stati sversati i seguenti rifiuti provenienti dall’Acna di Cengio:1 miliardo e 300 milioni di metri cubi di fanghi;300 mila metri cubi di sali sodici; 250 mila tonnellate di fanghi velenosi a base di cianuro; 3 milioni e mezzo di metri cubi di peci nocive contenti diossine, ammine, composti organici derivanti dall’ammoniaca e contenenti azoto; nelle campagne di Acerra tra il 1995–2004 sono stati nascosti 1 milione di tonnellate di fanghi industriali provenienti da Porto Marghera e 300 mila tonnellate di solventi clorurati.
E questo solo per citare alcuni esempi. Non c’è da meravigliarsi se l’agricoltura è crollata a picco, se i frutti spuntano malati, se le terre diventano infertili. Soprattutto non c’è da meravigliarsi se aumentano malattie e tumori. E’ quello che succede, nel silenzio generale. Il cancro, in Campania, non è una sventura, una tragedia ineliminabile, ma il frutto di una scelta sciagurata dell’imprenditoria criminale.
Le malattie legate alla presenza di rifiuti tossici sono una piaga silenziosa, difficile da monitorare ma assolutamente evidente. Una ricerca del 2008 dell’Istituto superiore di Sanità nelle province di Napoli e Caserta certifica un aumento della mortalità per tumore del polmone, fegato, stomaco, rene e vescica e di malformazioni congenite. Questi sono più numerosi vicino ai siti di smaltimento illegale. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di un aumento vertiginoso delle patologie di cancro in questa zona: la percentuale è più alta del 12% rispetto alla media nazionale.
Ecco, questo è lo stato in cui 16 anni di emergenze irrisolte, di impotenza dello Stato e di potere criminale hanno ridotto la Campania. Non ci si è mai davvero occupati della bonifica delle terre malate. E il paradosso è che già ci sono pronte le mire della criminalità. Coloro che hanno contribuito a inquinare la terra, ora intendono guadagnarci ancora bonificandola.
Eppure la fine dell’emergenza è stata annunciata per ben sette volte dal nostro capo del governo: era già risolta nel luglio di due anni fa.
Dopo decenni di crisi dei rifiuti, di napoletani identificati con la spazzatura, della perdita di ogni speranza di veder cambiare la propria città, mi viene in mente Eduardo che recitava: “È cos’è niente. Ci siamo abituati a dire sempre è cos’è niente. Ci levano il diritto della vita, ci tolgono l’aria: è cos’e niente.” Temo che a forza di sentircelo dire rischiamo di diventare anche noi cose ‘e niente.
© 2010 Roberto Saviano/ Agenzia Santachiara
Pubblicato il: 23 novembre 2010
La Bomba Falliti tutti i tentativi di non proliferazione la questione dei rifiuti in Campania rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba non solo ecologica ma anche politica. Uber |
Giannelli http://www.corriere.it/
Fazio: vado via perchè sento che tra un attimo saranno tutti antibersculiani
Saviano: io resto qui per vedere cosa succede dopo
Fazio: vado via perche può darsi dopo non succede proprio niente
Saviano: resto qui perchè voglio scoprire cosa aveva da ridere Antonio Iovine l'hanno arrestato
Fazio: vado via perchè voglio stare in un posto dove le prostitute si chiamano prostitute e le escort sono s olo un vecchio modello della ford
Saviano: vado via perchè quelli di destra dicono che sono di sinistra e quelli di sinistra che sono di destra
Fazio: vado via perchè non ne posso più di sentire delle code tra Barberino del Mugello e Roncobilaccio ...Basta... si sa
Saviano: resto qui perchè un giorno o l'altro voglio arrivare da Salerno a Reggio calabria in autostrada con una escort .. la macchina!
Fazio: vado via perchè ormai è chiaro Cassano va via
Saviano: resto qui perchè quest'anno il Napoli va in Champions league
Fazio: vado via perchè secondo indiscrezioni Pupo ed Emanuele Filiberto potrebbero scrivere un'altra canzone
resto qui perchè dovrebbero andare via quelli che questo paese lo hanno rovinato
Fazio: resto qui perchè qui ci sono tutti i miei amici come quelli che sono venuti qui stasera
Saviano: vado via perchè questo paese ha perso una città L'Aquila
Fazio: resto qui finchè non si potrà fare una passeggiata nel centro dell?Aquila ricostruito
Saviano: vado via perchè mi hanno spiegato che cos'è un governo d'armistizio.. ma non l'ho capito...
Fazio: vado via perchè c'è mancato pochissimo che cantassero di nuovo Giovinexzza ma proprio pochissimo
Saviano: resto qui perchè Masi mi ha telefonato e mi ha detto che ne dobbiamo fare altre quattro...
Fazio: resto qui perchè Masi anche se non mi ha telefonato m'ha detto che ne dobbiamo fare altre 8
Saviano: resto qui perchè non me ne scappo
Fazio: vado via perchè non voglio sapere più niente del delitto di Avetrana
Saviano: resto qui perchè bisogna parlare d'altro
Fazio: resto qui perchè forse si libera un posto... all'Inter da allenatore ... forse
Saviano: resto qui perchè mi piace la costituzione italiana
Fazio: vado via insieme a te perchè tra poco piove e dobbiamo lasciare il palco libero
(video)
Vauro http://www.vauro.net/
Maroni en plein.
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/
Dopo un lungo giro, poteva mai mancare qui? E live. Tra l'altro c'è anche questa.
Mi consta poi segnalare Corrado Guzzanti, che ormai mi fa persino l'effetto Benigni, mi fa commuovere (quella del Fini futurista e perciò prefascista, per me è la migliore).
Il suo successo televisivo ha destato qualche invidia. Saviano in tivù fa venire le Gomorroidi, come dice Vauro?
«Lasciamo stare, dai. “Ma io già l’ho detto molto prima…”, “Ma io l’ho scritto nell’89″, “Ma è troppo lento, troppo veloce, troppo televisivo, troppo poco televisivo”. Sono commenti che sento tutti i giorni. Un po’ ne soffri, poi finisce che ne ridi. Veder nascere la bile perché grazie alla televisione arrivi a tante persone che in genere ignorano certi argomenti, in fondo, ti dà soddisfazione».
non ci vengo via
non ci vengo via
non è una vignetta, è uno sfogo
non mi piace vieni via con me e mi dispiace che non mi piaccia
ma non posso farci nulla
sono laico, ateo o agnostico secondo l'umore e non solo riguardo agli dèi o alle chiese
non mi piacciono i santi né l'idea stessa di santità
così non mi piace sentire applaudire tra un motto e l'altro uno spento guzzanti (che ammiro molto) solo perché è guzzanti, per così dire, sulla fiducia, al quale si perdonano battute da caserma sull'altezza di brunetta, che dette al bagaglino sarebbero roba da qualunquisti, razzisti e chissà cos'altro
viene in mente petrolini nei tre minuti di follia magica di nerone, bravo, grazie
non mi piace un premio oscar così distante dal benigni che amavo in l'altra domenica o berlinguer ti voglio bene, schiavo di un personaggio, che a mio parere non ha più voglia di rappresentare, costretto a citare dante per sottolineare la sua "maturità"
a quel benigni non credo sarebbe molto simpatico l'odierno premio oscar, a me non lo è
non mi piace infine chi si pone come depositario di verità, una verità firmata endemol
detto questo, faccio mie tutte le istanze del programma, ma lo erano già da molto tempo
fabiomagnasciutti http://fabiomagnasciutti.blogspot.com/
“Vieni via con me”- 4a puntata
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
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Grazie Saviano di averci dato queste 4 puntate