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domenica 12 luglio 2020

Ennio Morricone: il tributo dei cartoonist


Ennio Morricone RIP


Morricone
Gio /Mariagrazia Quaranta


Ennio Morricone
Romaniello




My favorite Ennio Morricone farewell...


RIP
Ennio Morricone compositore, musicista, direttore d'orchestra e arrangiatore italiano. Ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia, a Roma, dove si è diplomato in tromba; ha scritto le musiche per più di 500 film e serie TV, oltre che opere di musica contemporanea.
Era nato il 10 novembre 1928 (età 92 anni) a Roma ed è deceduto oggi 6 luglio 2020. È stato due volte Premio Oscar per migliore colonne sonore.



Addio Ennio Morricone,
 il mio cuore ti ringrazia per tutto quello che ci hai dato con la tua musica ❤️ 
#Morricone #cinema #musica #film #movie #cartoonmovement #courrierinternational #repubblicaxl



...lo storico film di Sergio Leone...musica indimenticabile di Ennio Morricone...con Clint Eastwood...per un omaggio molto bello del mio amico spagnolo Ángel Idígoras...con il suo Il Buono (cielo)...il Brutto ( purgatorio )...il Cattivo (l'inferno)...

****



Morto Ennio Morricone, le sue musiche da Oscar.
#morricone #enniomorricone


Addio al Maestro
Vanessi


Morricone
Mario Airaghi


O Bom, o Mau, o Feio e o Maestro -
Ennio Morricone
Il bene, il cattivo, il brutto e il maestro -
Ennio Morricone
Dalcio Machado


Adios Maestro Morricone... Nos hiciste soñar con tu varita mágica...
Ciao Maestro Morricone... Ci hai fatto sognare la tua bacchetta magica...


Il mio tributo
Marco D'Agostino


Non si è Maestri per sbaglio.
Oggi Giannelli rinuncia a parole e calembour e si affida totalmente al disegno e alla simbologia per ricordare un altro Maestro.
C’è un gioco sottile nella scelta della rondine: il frac a coda di rondine è l’abito che usano i direttori d’orchestra, per non parlare di "Nidi di rondine", uno dei temi di Morricone per il film di Pasolini “Uccellacci e Uccellini”.
La rondine si è portata via lo spartito, ma per fortuna ci è rimasta la sua immortale musica [C'eraUnaVoltaEnnio]



06 Luglio ( 2020 )
Piccolissimo ( umile, ma sentito ) Omaggio, ad un Grandissimo Maestro #EnnioMorricone , che si, ci ha lasciato, ma non la sua immensa Arte Musicale.
Grazie Maestro
( R.I.P. )
Mike Comics


“Io ENNIO MORRICONE  sono morto.

Lo annuncio così a tutti gli amici che mi sono stati sempre vicino  e anche a quelli un po’ lontani che saluto con grande affetto. Impossibile nominarli tutti. Ma un ricordo particolare è per Peppuccio e Roberta, amici fraterni molto presenti in questi ultimi anni della nostra vita. C’è una sola ragione che mi spinge a salutare tutti così e ad avere un funerale in forma privata: non voglio disturbare. 

Saluto con tanto affetto Ines, Laura, Sara, Enzo e Norbert, per aver condiviso con me e la mia famiglia gran parte della mia vita. 

Voglio ricordare con amore le mie sorelle Adriana, Maria, Franca  e i loro cari e far sapere loro quanto gli ho voluto bene. Un saluto pieno, intenso e profondo ai miei figli Marco, Alessandra, Andrea, Giovanni, mia nuora Monica, e ai miei nipoti Francesca , Valentina, Francesco e Luca. Spero che comprendano quanto li ho amati. 

Per ultima Maria (ma non ultima) . A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuto insieme e che mi dispiace abbandonare. A Lei il più doloroso addio”.

-
Grazie maestro!
È morto nella notte del 6 luglio in una clinica romana per le conseguenze di una caduta il premio Oscar Ennio Morricone. Il grande musicista e compositore, autore delle colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale da Per un pugno di dollari a Mission, C'era una volta in America, Nuovo cinema Paradiso, aveva 91 anni. Qualche giorno fa si era rotto il femore.
l funerale del compositore è già stato celebrato nella Capitale "nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza". Nel suo testamento, Morricone infatti scriveva: "Non voglio disturbare". La funzione si è celebrata in forma strettamente privata, alla presenza dei familiari oltre che del regista Tornatore e dell'avvocato Giorgio Assumma, due dei suoi amici più cari. Il momento della benedizione della salma è stato accompagnato dalle note di Mission, colonna sonora dell'omonimo film del 1986 di Roland Joffé, alla quale il maestro era particolarmente legato.

Grazie maestro, anche della bellissima serata che ci ha donato a Parma In Cittadella.
Condoglianze a tutti i familiari.




 

lunedì 20 aprile 2020

Totò



Totò
Andrea Pazienza per il Male




CINQUANTATRE ANNI FA...

Totò, pseudonimo di Antonio de Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 – Roma, 15 aprile 1967), attore e comico italiano.

Simbolo dello spettacolo comico in Italia, soprannominato «il principe della risata», è considerato, anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiani.


Totò
Marzio Mariani



Totò cinquantenario
Gio / Maria Grazia Quaranta



TOTÒ (ANTONIO DE CURTIS)
by WALTER TOSCANO
Traditional work.




Totò
Antonio Bottone




Totò
Agim Sulaj

Omaggio a Totò
Romaniello


Totò
Gianni InkJohn










"Mi chiamo Guardalavecchia, ma guardo dove mi pare".
Totò
Marilena Nardi


Totò
Angel Boligan


Il Principe fresco di giornata.
Beppe Mora


Fonte Ansa
Immortale Totò, principe della risata e imperatore solitario
Cosa si può dire ancora di Totò, per gli amici Antonio De Curtis ma per l'anagrafe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi de Curtis di Bisanzio, scomparso il 15 aprile 1967 nella sua casa romana di Viale Parioli a soli 69 anni di una vita furibonda e frenetica? Tanto fu applaudito ed esecrato in vita, specie dalla critica, tanto suscitò passioni ed amori nel pubblico e nelle donne, tanto fu un'anima solitaria come solo i grandi comici sanno essere e tanto visse sempre nell'angoscia di non essere ricordato se non per la sua maschera farsesca. Dopo una consacrazione postuma che lo ha innalzato ai vertici della popolarità e dell'arte, dopo le mille e mille righe a lui dedicate da studiosi (Umberto Eco) e artisti (Pasolini scrisse che la "sua maschera riuniva perfettamente l'assurdità e il clownesco con l'immensamente umano") cosa resta da dire?

Figlio illegittimo del Barone Giuseppe De Curtis e di Anna Clemente, Antonio "N.N." Clemente detto Totò nasce il 15 febbraio 1898 nel cuore della "guapperia" napoletana al Rione Sanità in quella casa modesta che oggi sarebbe il suo museo ed è invece lasciata nell'incuria a rischio di crollo. Malinconico e solitario, poco versato per gli studi e complessato per il suo stato di "figlio di nessuno" (il padre lo riconobbe dopo i 20 anni), Totò si rifugia fin da bambino dietro la maschera del comico e dell'istrione, le sole armi con cui si fa amare da compagni e grandi. Esordisce sui palcoscenici periferici di Napoli già nel 1913, ma è solo dopo la Grande Guerra (sotto le armi ma lontano dal fronte) che abbraccia il suo destino sul palcoscenico della Sala Napoli scritturato da Eduardo D'Acierno.

Il padre riunisce la famiglia a Roma e qui Totò, nella totale disapprovazione dei genitori, comincia la sua vera gavetta da "straordinario" di compagnia, aggregato a diverse formazioni, spesso lasciato senza lavoro e senza soldi, solo a fatica in grado di farsi largo nel mondo della commedia dell'arte e dell'avanspettacolo. Il fortuito incontro con Giuseppe Iovinelli, l'impresario dell'Ambra Iovinelli di Roma e l'inaspettato successo delle sue macchiette ne fanno rapidamente un divo della scena comica. Non scorderà mai però la fatica degli esordi: "La miseria - diceva - è il copione della vera comicità... Non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita". Simile in questo a Charlot, che spesso additò a modello, desolato come Buster Keaton a cui fin troppo spesso veniva accostato per la gestualità straniata, Totò fu però soprattutto un formidabile autodidatta, capace di cogliere nei tic della gente comune i tratti che poi elevava a gesti comici (da bambino lo chiamavano 'o spione per la sua attenzione al lato buffo degli altri), anarchico nel lavoro quanto meticoloso nella costruzione di sé e delle sue maschere.

Nel pantheon dei grandi interpreti "del corpo" assomma i tratti di Eduardo e Tati, Chaplin e Keaton, ma non viene mai meno a una originalità senza limiti che, lo faceva applaudire anche dagli stranieri (dalla Svizzera alla Spagna), mentre solo la pigrizia e la timidezza provinciale gli preclusero i palcoscenici più grandi, compreso quello americano dove venne invano invitato. La sua eredità non viene ben descritta dai numeri, comunque impressionanti: 97 lungometraggi interpretati a passo di carica dopo l'esordio nel 1937 con "Fermo con le mani", voluto da Goffredo Lombardo che cercava volti nuovi per il cinema; oltre 50 spettacoli tra commedia, rivista, avaspettacolo nell'arco di tempo che va dal 1928 al 1957 quando l'aggravarsi di una acuta malattia agli occhi lo rese praticamente cieco. In parallelo ci sono poi le prove da cantante (con un successo speciale per "Malafemmena"), le apparizioni televisive (memorabile "Studio Uno" con Mina), le poesie (la raccolta di "A' livella"), i fumetti, le pubblicità, le apparizioni a sorpresa. Ma il cuore di un successo che ancora oggi lo fa primeggiare su ogni altro protagonista della scena italiana (a grande distanza da Alberto Sordi e Massimo Troisi) viene da una genialità interpretativa che sempre lo fece autore di se stesso, in una dimensione sospesa tra osservazione del reale e astrazione surrealista, satira e farsa, intuizione verbale (celeberrimi i modi dire che sono entrati nel lessico comune) e costruzione fisica (la maschera-automa, il guitto e il poeta, il pulcinella e il nobile).

Benché abbia avuto al cinema pigmalioni come Cesare Zavattini e De Sica, poi grandi sodali come Carlo Ludovico Bragaglia, Steno e Monicelli o perfetti complici del suo genio (da Corbucci a Mattoli a Mastrocinque), solo a fine carriera ebbe l'onore dei maggiori autori italiani: lo voleva Fellini per mai realizzato "Viaggio di G. Mastorna", lo scelse Pasolini (da "Uccellacci e uccellini" a "Che cosa sono le nuvole"), lo chiamarono Risi, Bolognini, Lattuada. Eppure nell'immaginario popolare vive soprattutto per i film interamente modellati su di lui, da "Miseria e nobiltà" a " Totò le mokò", da "I pompieri di Viggiù" a "47 morto che parla" fino ai vari episodi di " Totò e Peppino" in coppia con l'amico De Filippo.

Fece scalpore anche nella vita privata, segnata da grandi passioni e dolori: dal suicidio della prima moglie, la sciantosa Liliana Castagnola, fino alla tormentata e appassionata storia con Franca Faldini. Si fece adottare, nel 1933, dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas, in rincorsa a quel prestigio aristocratico che gli sembrava riscattare le sue origini; si sentiva davvero erede del sacro romano impero e della corona di Costantinopoli, anche se le battaglie legali gli fruttarono spesso denunce e delusioni. Come in una pièce di Pirandello ebbe l'onore di 3 funerali: il primo a Roma, vegliato per due giorni dai più grandi di cinema e teatro; il secondo a Napoli in un bagno di folla con 250.000 anime straziate dietro al feretro; il terzo nel cuore di Spaccanapoli dove un guappo locale organizzò la cerimonia intorno a una bara vuota. Ma a quel punto la sua arte volava ormai da giorni nel firmamento dei geni.

mercoledì 1 gennaio 2020

Happy 2020!


©Marilena Nardi
©Marco De Angelis


©Romaniello

©Ismail Kizil Doğan

©Palex


©Durando

©Ugo Sajini

©Mario Airaghi

©Farzane Vaziri Tabar

©Gianlo

©Franco Donarelli


©Firuz Kutal


©Moise


©Lido Contemori



©Gianfranco Uber


©Niels Bo Boyesen

domenica 27 gennaio 2019

Giornata della Memoria, 2019



"Panni stesi"
Per non dimenticare - 27 Gennaio 2019 - Giornata della memoria
Marco D'Agostino


#giornodellamemoria – Der Untermensch
Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria, celebrazione internazionale che onora le vittime dell’Olocausto: il massacro genocidio di 12/17 milioni di umani dei quali circa 6 milioni appartenenti al popolo ebreo: Shoah. Per arrivare a raggiungere  12, o peggio 17 milioni, dobbiamo elencarne altrettanti, o peggio di più, tra disabili, dissidenti politici, massoni, omosessuali, pentecostali, polacchi non ebrei, rom e sinti  (il loro olocausto si chiama Porajmos) slavi, testimoni di Geova
La Germania nazista ben coadiuvata dai suoi seguaci li archiviava solo in un nome: Der Untermensch, i sub-umani
Il giorno della Memoria è (dovrebbe essere) genuflessione, ascoltando echi assordanti di donne uomini e bambini che abbiamo marchiato subumani fino alla morte. Non li abbiamo riscattati, perciò quegli echi potranno mai più spegnersi. E’ vitale dunque per noi ricordarli tutti, proprio tutti, perché se non lo facciamo corriamo poi il rischio di innalzare barriere per diversificare gli uni dagli altri…



27 Gennaio, Giornata della Memoria,
per non dimenticare e fermare i nuovi nazismi.
27th of January, International Holocaust Remembrance Day,
not to forget and stop the new Nazisms.
Marco De Angelis



Ilya Katz


Giorno della memoria 2019
Più passa il tempo e più il ricordo del baratro in cui era caduta l'umanità si affievolisce e aumenta il rischio di poterci ricadere.
Tra poco fatalmente mancheranno anche i pochi testimoni sopravvissuti all'Olocausto.
Riuscirà a sopravvivere la memoria della Shoah senza essere ridotta ad un giorno di calendario?
Le pietre d'inciampo rubate, le svastiche graffite, gli sgomberi dei CARA e degli SPRAR
sono li per ricordarci ogni giorno che l'idiozia è dietro l'angolo, sta a noi capire che la cosa ci interessa anche se non tutti ci chiamiamo Pasquale.
Gianfranco Uber


Nel giorno della memoria..... per non dimenticare anche tutti quei bambini...😢

Pierpaolo Perazzolli



Gianlorenzo Ingrami


#pernondimenticare #giornatadellamemoria
Romaniello


Vanessi


Antonio Guarene



Giannelli



Mauro Biani



Per la terra sarebbe stato un vero affare 
Buno Bozzetto


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