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domenica 25 dicembre 2016

Natale ad Aleppo


The Spirit of Christmas Gianfranco Uber
In spite of all the violence going on, let's remember the spirit of Christmas.
FINCHE' C'E' NATALE C'E' SPERANZA
Uber


"Pace agli uomini e alle donne nella martoriata Siria, dove troppo sangue è stato sparso. Soprattutto nella città di Aleppo, teatro nelle ultime settimane di una delle battaglie più atroci, è quanto mai urgente che, rispettando il diritto umanitario, si garantiscano assistenza e conforto alla stremata popolazione civile, che si trova ancora in una situazione disperata e di grande sofferenza e miseria. È tempo che le armi tacciano definitivamente e la comunità internazionale si adoperi attivamente perché si raggiunga una soluzione negoziale e si ristabilisca la convivenza civile nel Paese."
Papa Francesco nel MESSAGGIO URBI ET ORBI 2016




Christmas Time    Marco De Angelis
Tis' the season to be jolly...



Merry Christmas, Aleppo
Marilena Nardi


Ugo Sajini




Christmas in Alep
BY PATRICK CHAPPATTE, NZZ AM SONNTAG  -  12/21/2016




Syrian Christmas    Paolo Lombardi
.
24 Dec 2016


Riverso


Natale ad Aleppo
Gio


Pietro Vanessi


Santa in Aleppo
BY ARCADIO ESQUIVEL, COSTA RICA, CAGLECARTOONS.COM  -  12/20/2016



Christmas in Aleppo
BY RAYMA SUPRANI, CAGLECARTOONS.COM  -  12/16/2016



aleppo    Leopold Maurer
aleppo syria war peace
21 Dec 2016


Babbo Natale sopra ad Aleppo
Bicio - Fabrizio Fabbri

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Jes suis l'Autre di Stefano Lancini








Sound of peace from #Aleppochristmas #noel
l'église latine d'Alep, le courage et l’espoir ,un concert de noël à... http://fb.me/6WR6Y8sGh

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How Can I Help People In Aleppo? 10 Charities Working To Provide Food, Shelter, Medicine And Education To Syrians

sabato 6 agosto 2016

Rio de Janeiro 2016: Giochi della 31a Olimpiade

Brazil hosts the Olympic Games from 5 to 21 August!

Il Brasile ospita i Giochi Olimpici dal 5 al 21 Agosto!

Inizia il sogno dorato di tanti atleti ...


Sonho dourado
Silvano Mello (Brasile)



Jeux Olympiques / Olympic Games
By Cartunista Renato Machado (Brazil)


Chappatte (Switzerland), published in Le Temps
Chappatte



Cristina Sampaio (Portugal), publié dans Expresso



Rayma (Venezuela)

Olympic torch in RIO    Ramses Morales Izquierdo
Olympic torch in RIO
04 Aug 2016

AI VOSTRI POSTI, PRONTI ... VIA
Ufficialmente partite le Olimpiadi di Rio.
Il mondo intero impegnato in una gara molto difficile.
Uber


Zlatkovsky (Russia)


Olympic Games...    Amorim
...
20 Jul 2016





 Vadot (Belgium), published in Le vif






 Mauro Biani (Italie), publié dans Il Manifesto


Refugee Olympic Team    Amorim
05 Aug 2016


 Per la prima volta, sotto la bandiera del Cio, sfilerà anche la squadra dei rifugiati. A portarla la diciottenne siriana Yusra Mardini che, grazie alle sua capacità nel nuoto, ha anche aiutato alcune persone a sopravvivere nel Mar Egeo in un viaggio sul gommone verso la libertà rappresentata dall'isola di Lesbo in Grecia. La cartolina simbolo della fratellanza rappresentata dai Giochi è senza dubbio la sua.


lunedì 4 aprile 2016

PANAMA PAPERS


Dave Brown - The Indipendent


Adams


Leaking under pants!    Ramses Morales Izquierdo
Leaking under pants!
04 Apr 2016


Panamá Papers    Alfredo Martirena Cuba
Panamá Papers
04 Apr 2016


Props to Mossack Fonseca    Daniel Murphy Ireland
Props to Mossack Fonseca
04 Apr 2016


Panama Skyscrapers    Pedro X. Molina Nicaragua
About the Panama Papers scandal...
03 Apr 2016



Panama...
David Rowe

PANAMA PAPERS



lunedì 4 aprile 2016
LO "STRETTO" DI PANAMA

Una grande iniziativa di inchiesta giornalistica mondiale, già battezzata Paper Leaks, svela i nomi di tutti i detentori di conti segreti detenuti nel paradiso fiscale di Panama da una gran parte di potenti della Terra e dei ricchi evasori fiscale di ogni Paese. Pare che i nomi di cittadini italiani siano più di ottocento. La GDF è già in movmento anche se, guarda caso, non esistono trattati bilaterali con la repubblica sudamericana.
Uber


Panama Papers
Fabio Magnasciutti


La notizia


Stanno filtrando le notizie sulla più grande fuga di documenti riservati di carattere finanziario al mondo, che coinvolge l’elite finanziaria mondiale .
Ad essere stati rivelati sono i dati del grande studio legale panamense Mossack Fonseca, con i dati dal 1970 al 2016. I dati sono divisi per cartelle ciascuna dedicata ad una società ombra creata per conto di un uomo politico, un imprenditore, una società. L’avvocato Erhard Mossack,  detto “il Tedesco”, è una ex Waffen SS ed il figlio Jurghen è ancora cittadino tedesco. 
Per dare un’idea dell’enorme quantità di dati trapelati eccovi un’immagine della SZ, uno dei media che ha i dati completi .
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2,6 terabyte di dati, una quantità enorme. Iniziano a trapelare i primi nomi :
  • Vladimir Putin, che tramite banche a lui vicine ed un suo carissimo amico d’infanzia avrebbe portato offshore 2 miliardi di dollari.
  • Il presidente dell’Ucraina, Poroshenko;
  • Ci sono società collegate a Xi Jiping, il leader cinese che ha guidato la lotta contro la corruzione;
  • Il primo ministro Islandese, che avrebbe interessi in obbligazioni di tre banche internazionali che hanno avuto ricadute nello scandalo bancario islandese . AGGIORNAMENTO- Si è dimesso a seguito della notizia;
  • Il presidente del Pakistan;
  • La casa reale Saudita;
  • I figli del presidente dell’Azerbjan;
  • Il Padre del leader inglese Cameron ha anche lui svolto operazioni con queste slocietà offshore;
  • LA FIFA, tramite Juan Pedro Damiani, avvocato membro del suo comitato etico , che ha avuto rapporti con tre persone indagate per lo scandalo corruzione;
  • 33 società ed individui hanno svolto attività imprenditoriali con stati e persone sottoposte a bando internazionale, come Iran e Nord Corea.
  • Maurizio Macrì, presidente dell’Argentina.
  • Daniel Munoz, assistente personale del precedente presidente Kirchener
  • La moglie dell’ex ministro dell’agricoltura spagnolo.
  • L’ex Sindaco di Varsavia ed ex parlamentare europeo polacco.
  • Parlamentari brasiliani già coinvolti nello scandalo tangenti;
  • Agenti della CIA e  del BND (il servizio segreto tedesco), secondo il quotidiano SZ, hanno utilizzato questo studio per traffici d’armi illeciti verso Siria Iran e Corea del Nord. Interpellato da SZ il BND ha rifiutato di rispondere alle domande affermando che “Le notizie potrebbero danneggiare la Repubblica Federale Tedesca o i suoi alleati”
Insomma ci sono 140 politici di oltre 50 nazioni. Per ora l’unico italiano coinvolto pare essere Giuseppe Donaldo Nicosia, amico di Dell’Utri e che venne indagato per una frode fiscale per 50 milioni. e Luca Cordero di Montezemolo, per operazione tramite Banca Intermobiliare Suisse.
Importantissimo il ruolo delle grandi banche che hanno guidato i clienti alla creazione di queste società schermo offshore.
Nei prossimi giorni aspettatevi di vederne delle belle….

domenica 20 marzo 2016

Dopo 88 anni un presidente USA a CUBA


Air force one sobre Cuba 
BY ANGEL BOLIGAN, EL UNIVERSAL, MEXICO CITY
WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  3/20/2016


Obama arrives in Cuba    Osvaldo Gutierrez Gomez
Obama arrives on Sunday afternoon March 20 to Cuba.
20 Mar 2016

Obama in Cuba...    Amorim
..
20 Mar 2016



Cuba US diplomatic ties 
BY DAVE GRANLUND, POLITICALCARTOONS.COM  -  3/20/2016

Obama in Cuba
BY RAYMA SUPRANI, CAGLECARTOONS.COM  -  3/19/2016



Selfie in Cuba 
BY OSMANI SIMANCA, BRAZIL, WWW.CAGLECARTOONS.COM  -  3/19/2016




RAUL-OBAMA    Hassan Bleibel
BUSINESS IS BUSINESS
20 Mar 2016




Obama arrives in Cuba
Paolo Lombardi




Obama arrives in Cuba
Paolo Lombardi



Obama a Cuba
Fulvio Fontana
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Kal










domenica 21 febbraio 2016

Umberto Eco (1932 - 2016)

Elogio di Franti, Fenomenologia di MikeNonita... 
Eco fu anche uno dei massimi umoristi italiani. Gli sia lieve il cordoglio ipocrita.
Lia Celi



Muere un Grande
Rayma Suprani Venezuela








Ecco, Eco è etimologico echeggio. Effuse, eternò, estese…

di Nadia Redoglia

Un tautogramma (Umberto Eco ne fu autore) per rendere omaggio al semiologo, filosofo e scrittore

Educatore empatico, esperto experior, egloga estemporanea, eloquente Ermes, emozionante epitome, eppure esauriente ed esaustiva, (epperò) eliaco estravagante Etabeta, elargì ed espanse eclettici empirei. Erudì epigoni eredi. Entusiasmò enciclopedisti. Estrapolò ed escogitò enigmi. Elevò ed esortò Es, Etica ed Estetica. Espresse eleganti eterodossi esistenziali. Esultò eufonici evviva eureka ehi.

Editò, energico, efficaci epistole eclissando empi editti, ebeti enunciazioni, esegeti esibizionisti, emissari effimeri, edonisti enfatizzati, eletti eroismi evanescenti, erratiche epifanie, egocentrici esiziali: eterno elenco… (esclamativo)

Eco episodio? Eco epopea…





UMBERTO ECO - Nascimento: 5 de janeiro de 1932, Alexandria, Itália
Falecimento: 19 de fevereiro de 2016
JBosco Azevedo Brasile



Eco 
Tomas Serrano Spagna



Dormi bene Umberto
Carrera Arcangelo  Italia



Yesterday Harper Lee and my mother in law, today Umberto Eco... R.i.P all
http://www.bbc.com/news/world-europe-35620368?SThisFB
Firuz Kutal Turchia


Adiós a Umberto Eco 
BY ANGEL BOLIGAN, Cuba
EL UNIVERSAL, MEXICO CITY,


Chinson... ad Honorem...
Mario Airaghi Italia




"come non cadere in ginocchio davanti all'altare della certezza"
(Umberto Eco) .....alla mia maniera..
Perazzolli Italia



"I deboli sono carne da macello da usare quando servono a mettere in crisi il potere avverso e da sacrificare quando non servono più."
Umberto Eco
Paolo Lombardi Italia


Il cartoon per Eco
Makkox Italia


“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.
(Umberto Eco)
Riverso Italia


http://www.noha.it/public/ECO1997.jpg




  Nonita
 di Umberto Eco
[ Il presente manoscritto ci è stato consegnato dal guardiano capo delle carceri di un paesino del Piemonte. Le notizie incerte che l’uomo ci diede sul misterioso prigioniero che lo abbandonò in una cella, la nebbia di cui è avvolta la sorte dello scrittore, una certa complessiva, inspiegabile reticenza di coloro che conobbero l’individuo che vergò queste pagine, ci inducono ad accontentarci di ciò che sappiamo come ci appaghiamo di quel che del manoscritto rimane – il resto roso dai topi – e in base al quale pensiamo che il lettore possa farsi un’idea della straordinaria vicenda di questo Umberto Umberto (ma non fu forse, il misterioso prigioniero, Vladimiro Nabokov paradossalmente profugo per le Langhe, e non mostra forse questo manoscritto l’antivolto del proteico immoralista?) e possa infine trarre da queste pagine quella che ne è la lezione nascosta – sotto la spoglia del libertinaggio una lezione di superiore moralità.]
Nonita. Fiore della mia adolescenza, angoscia delle mie notti. Potrò mai rivederti. Nonita. Nonita. Nonita. Tre sillabe, come una negazione fatta di dolcezza: No. Ni. Ta. Nonita che io possa ricordarti sinché la tua immagine non sarà tenebra e il tuo luogo sepolcro.
Mi chiamo Umberto Umberto. Quando accadde il fatto soccombevo arditamente al trionfo dell’adolescenza. A detta di chi mi conobbe, non di chi mi vede ora, lettore, smagrito in questa cella, coi primi segni di una barba profetica che mi indurisce le gote, a detta di chi mi conobbe allora ero un efebo valente, con quell’ombra di malinconia che penso di dovere ai cromosomi meridionali di un ascendente calabro. Le giovinette mi concupivano con tutta la violenza del loro utero in fiore, facendo di me la tellurica angoscia delle loro notti. Delle fanciulle che conobbi poco ricordo, perché ero preda atroce di ben altra passione e i miei occhi sfioravano appena le loro gote dorate in controluce di una serica e trasparente peluria.
Amavo, amico lettore, e con la follia dei miei anni solerti, amavo coloro che tu chiameresti con svagato torpore “le vecchie”. Desideravo dal più profondo intrico delle mie imberbi fibre quelle creature già segnate dai rigori di una età implacabile, piegate dal ritmo fatale degli ottant’anni, mimate atrocemente dal fantasma desiderabile della senescenza. Per designare costoro, sconosciute ai più, dimenticate dalla indifferenza lubrica degli abituali usagers di friulane sode e venticinquenni, adoprerò, lettore, oppresso anche in questo dai rigurgiti di un’impetuosa sapienza che mi atterrisce ogni gesto di innocenza che mai tenti – un termine che non dispero esatto: parchette.
Che dire, voi mi giudicate (toi, hypocrite lecteur, mon semblable, mon frère!) della mattutina cacciagione che si offre nel padule di questo nostro mondo sotterraneo al callidissimo amatore di parchette! Voi che correte per i giardini pomeridiani alla caccia banale di giovinette appena tumescenti, cosa sapete della caccia sommessa, umbratile, ghignante che l’amatore di parchette può condurre sulle panchine di vecchi giardini, nell’ombra odorosa delle basiliche, pei sentieri ghiaiosi dei cimiteri suburbani, nell’ora domenicale all’angolo degli ospizi, sulle porte degli asili notturni, nei filari salmodianti delle processioni patronali, alle pesche di beneficenza, in un amoroso ferratissimo ahimè inesorabilmente casto agguato per spiare dappresso quei volti scavati da vulcaniche rughe, quelle occhiaie acquose di cataratta, il vibratile moto delle labbra riarse, depresse nell’avvallamento squisito di una bocca sdentata, solcate talvolta da un rivolo lucente d’estasi salivare, quelle mani trionfanti di noduli, nervose nel tremolio lubrico e provocante dello sgranare una lentissima corona.
Potrò mai parteciparti, amico lettore, il languore disperato di quelle fuggevoli prede degli occhi, il fremito spasmodico di certi contatti labilissimi, un colpo di gomito nella ressa del tram (“Scusi signora, vuole sedersi?” Oh, satanico amico, come osavi raccogliere l’umido sguardo di riconoscenza e il “Grazie, buon giovine”, tu che avresti voluto inscenare lì stesso la tua bacchica commedia del possesso?), lo sfiorare un ginocchio venerando strisciando, col tuo polpaccio, tra due file di sedie nella solitudine pomeridiana di un cinema rionale, lo stringere della tenerezza trattenuta – sporadico momento del più estremo contatto! – il braccio ossuto di una vegliarda che aiutavo ad attraversare il semaforo con aria contrita di giovane esploratore!
Le vicende della mia beffarda età mi inducevano ad altri incontri. Lo dissi, apparivo piuttosto affascinante, con le mie gote brune e un volto tenero di fanciulla oppressa da una morbida virilità. Non ignorai l’amore di adolescenti, ma lo subii, come un pedaggio alle ragioni dell’età. Ricordo che una sera di maggio, poco prima del tramonto, quando nel giardino di una villa gentilizia – era nel varesotto, non lontano dal lago rosso del sole che calava – giacqui nell’ombra di un cespuglio con una sedicenne implume tutta efelidi, presa in un impeto di amorosi sensi veramente sconfortante. E fu in quell’istante, mentre le concedevo svogliatamente l’ambito caduceo della mia pubere taumaturgia, che vidi, lettore, quasi indovinai da una finestra del primo piano, la sagoma di una decrepita nutrice piegata curvamene in due mentre si dipanava lungo la gamba l’ammasso informe di una nera calza di cotone. La vista folgorante di quell’arto ingrossato, segnato di varici, accarezzato dal moto inabile delle vecchie mani intese a srotolare il groppo dell’indumento mi apparve (occhi miei concupiscenti!) come un atroce e invidiabile simbolo fallico blandito da un gesto virginale: e fu in quell’attimo che, preso da un’estasi irrobustita dalla distanza, esplosi rantolando in un’effusione di biologici consensi che la fanciulla (improvvida ranocchietta, quanto ti odiai!) raccolse gemebonda come un tributo ai propri fascini acerbi.
Hai mai dunque compreso, stolido mio strumento di differita passione, che tu fruisti del cibo di un’ altrui mensa, oppure l’ottusa vanità dei tuoi anni incompiuti mi ti si presentò come un focoso indimenticabile peccaminoso complice? Partita con la tua famiglia il giorno appresso mi inviasti dopo una settimana una cartolina firmata “la tua vecchia amica”. Intuisti la verità rivelandomi la tua perspicacia nell’uso accurato di quell’aggettivo, o fu la tua l’argotica bravata di una liceale in guerra con le filologiche creanze epistolari?
Come da allora fissai tremando ogni finestra nella speranza di vederne apparire la silhouette sfasciata di una ottuagenaria al bagno! Quante sere, seminascosto da un albero, consumai le mie solitarie deboscie, lo sguardo volto all’ombra profilata su di una tendina di un’ava soavissimamente intenta a un pasto biascicante! E l’orrida delusione, subitanea e folgoratrice ( tiens, donc, le salaud! ) della figura che si sottrae alla menzogna dell’ombre cinesi e si rivela al davanzale per quel che è, un’ignuda ballerina dai seni turgidi e dalle anche ambrate di cavalla andalusa!
Così per mesi ed anni corsi insaziato alla caccia illusa di adorabili parchette, teso ad una ricerca che, lo so, traeva l’indistruttibile sua origine dal momento ch’io nacqui, ed una vecchia sdentata ostetrica – infruttuosa ricerca del padre mio che a quell’ora di notte non fu capace di trovare altro che costei, un piede sull’orlo della fossa! – mi sottrasse alla prigionia vischiosa del grembo materno e mi mostrò alla luce della vita il suo volto immortale di jeune parque.
Non cerco giustificazioni per voi che mi leggete (à la guerre comme à la guerre), ma voglio almeno spiegarvi quanto fatale fosse stato il concorrere di eventi che mi portò a quella vittoria.
La festa cui ero stato invitato era uno squallido petting party di giovani indossatrici e impuberi universitari. La flessuosa lussuria di quelle giovinette invogliate, il negligente offrirsi dei loro seni da una blusa sbottonata nell’impeto di una figura di danza, mi disgustava. Già penavo di lasciare di corsa quel luogo di banale commercio di inguini ancora intatti, quando un suono acutissimo, quasi stridulo (e potrò mai esprimere la frequenza vertiginosa, il roco digradare delle corde vocali già spossate, l’allure supréme de ce cri centenarie?) un lamento tremulo di femmina vecchissima piombò nel silenzio l’accolta. E nel riquadro della porta vidi lei, il viso della lontana parca dello choc prenatale, segnato dall’entusiasmo spiovente della chioma canutamente lasciva, il corpo rattrappito che segnava di angoli acuti la stoffa dell’abituccio nero e liso, le gambe ormai esili piegate inesorabilmente ad arco, la linea fragile del femore suo vulnerabile profilata sotto il pudore antico della gonna veneranda.
La scipita giovinetta che ci ospitava ostentò un gesto di sopportata cortesia. Alzò gli occhi al cielo e disse: “E’ mia nonna” …
[ A questo punto termina la parte intatta del manoscritto. Da quel che è dato di inferire dalle linee sparse che se ne possono ancora leggere, la vicenda dovrebbe procedere come segue. Umberto Umberto rapisce dopo pochi giorni la nonna della sua ospite e fugge con lei, portandola sulla canna della bicicletta, verso il Piemonte. Dapprima la conduce in un ospizio di poveri ricchi, ove la notte la possiede, apprendendo fra l’altro che la vecchia non è alla sua prima esperienza. Sul far del giorno, mentre sta fumando una sigaretta nella semi-oscurità del giardino, viene avvicinato da un giovinetto dall’aria ambigua che gli chiede se la vecchia sia effettivamente sua nonna. Preoccupato lascia l’ospizio con Nonita ed inizia una vertiginosa peregrinazione per le strade del Piemonte. Visita la fiera dei vini di Canelli, la Festa del Tartufo di Alba, prende parte alla sfilata di Gianduia a Caglianetto, al mercato del bestiame di Nizza Monferrato, all’elezione della Bella Mugnaia di Ivrea, alla corsa nei sacchi per la festa patronale di Condove. Al termine di questo folle peregrinare per l’immensità del paese che lo ospita, si accorge che da tempo la sua bicicletta è sornionamente seguita da un giovane esploratore in lambretta, che elude ogni appostamento. Il giorno in cui, ad Incisa Scapaccino, porta Nonita da un callista e si allontana un istante a comperare le sigarette, quando torna si trova abbandonato dalla vecchia, fuggita col rapitore. Passa alcuni mesi in una profonda disperazione, e finalmente ritrova la vegliarda, reduce da un istituto di bellezza dove è stata condotta dal seduttore. Il suo viso è privo di rughe, i capelli tinti di un biondo rame, la bocca rifiorita. Umberto Umberto è colto da un senso di abissale pietà e queta disperazione alla vista di tanto sfacelo. Senza dir motto acquista una doppietta e va alla ricerca dello sciagurato. Lo trova ad un campeggio mentre sta soffregando due legnetti per accendere il fuoco. Gli spara una, due, tre volte, sempre mancandolo, sinché non viene afferrato da due sacerdoti in basco nero e giacca di cuoio. Prontamente arrestato viene condannato a sei mesi per porto d’armi abusivo e caccia fuori stagione.]

Umberto Eco, Diario minimo, Mondatori, Milano 1975.





Umberto Eco foto di Alberto Cane







http://www.tpi.it/mondo/italia/regole-lingua-italiana-umberto-eco

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video del commento di Eco con Paolo Poli dell'elogio di Franchi
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Il diario minimo 
di Umberto Eco

“[…] il ridente – o il sogghignante – altro non è che il maieuta di una diversa società possibile.” – Elogio di Franti
Raccolta di articoli pubblicata da Eco per la prima volta nel 1963, poi ampliata e, in parte modificata, nel 1975. Etichettati all’inizio come letteratura disimpegnata e come “figli di un Eco minore” gli articoli rappresentano una serie di esercizi di stile, attraverso l’esplorazione di vari generi, con il grande sotteso della scelta parodistica e umoristica. Scendendo nel concreto, ad esempio c’è l’articolo di apertura: Nonita. Nella finzione, trascrizione di un diario, in parte corrotto, abbandonato da un carcerato nella sua cella. Ricostruzione di Lolita, sostituisce alla passione per una giovinetta quella per un’attempata signora di settant’anni, mantenendo la serietà dei sentimenti e delle descrizioni dell’innamorato, fino all’esito tragicomico che lo condurrà in carcere.

Tra gli articoli contenuti anche il celebre saggio sulla “Fenomenologia di Mike Bongiorno“, che ahinoi è oramai diventata, a distanza di soli cinquant’anni, la fenomenologia dell’italiano abbrutito dalla televisione e dal modo di fare del Bongiorno originale e di tutti gli emulatori più o meno inconsapevoli.

Tra i miei articoli preferiti i due sulle avventure antropologiche dei melanesiani. Infine l’inverno nucleare è giunto, i missili americani, lanciati dalle coste dell’adriatico, e quelli russi hanno cancellato ogni forma di vita al di sotto delle calotte polari. Solo i melanesiani, gli eschimesi e pochi altri abitanti delle terre vicine ai poli si sono salvate. A distanza di un migliaio di anni si interrogano sugli usi e i costumi dei loro predecessori cercando tracce delle loro civiltà. Le ricostruzioni assurde prodotte dalla scarsità di documenti, dalla proiezione della cultura sul passato, producono letture che in realtà finiscono per dirci qualcosa su noi stessi e sui nostri tempi. Anche se noi non siamo più negli anni sessanta abbiamo che oggi è solo più probabile che per un evento del genere, mentre tutti gli altri stati europei hanno prodotto delle criptobiblioteche con il loro sapere, noi ce ne siamo dimenticati o ne siamo stati impossibilitati per mancanza di fondi alla nostra biblioteca nazionale, due ipotesi al dibattito degli studiosi post-apocalittici, insieme a quella della nostra non esistenza nonostante le altre fonti ci citino, ovviamente non quelle francesi, ça va sans dire.

La lettura di questi articoli, con una nota di particolare attenzione per l’Elogio di Franti, è veramente divertente e apre, attraverso il riso, all’osservazione di un’epoca dalla quale, accettate le contraddizioni a tal punto da trovarne il lato umoristico, si può finalmente andare oltre. (fonte)


Intelletuali moderni
Gianluca Foglia-  Fogliazza Italia
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Sentite condoglianze alla famiglia.