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venerdì 27 ottobre 2023

Ciao direttore! per Sergio Staino gli amici artisti.

ciao Sergio è proprio il caso di dire "riposa in pace", dopo tanto dolore grazie per l'impegno, per la lotta per aver cercato ostinatamente, fino all'ultimo, quell'angolo di luce nei tuoi occhi per i brevi momenti condivisi chissà come avresti trattato questi tempi bui tu che al buio davi del tu
Fabio Magnasciutti


Se ne va un grandissimo amico.

Un affabulatore eccezionale, una persona splendida dotata di grande senso dell'umorismo".

Dino Aloi, vignettista e storico della satira, conosceva Staino dal 1983 e con lui aveva un forte legame.
    "Era molto preciso nelle sue vignette, riusciva a far sorridere anche raccontando aneddoti, le sue esperienze. Gli abbiamo attribuito nel 2002 il premio Giorgio Cavallo. Fu una grande festa: ci intrattenne con i suoi ricordi, anche quelli su Cavallo che conosceva bene" ricorda Aloi che, con Claudio Mellana, organizzò in quell'occasione una grande mostra dedicata a Staino a Moncalieri (Torino).
    "Ha quasi inventato un genere perché da comunista - osserva Aloi - diventò l'anima critica del Pci: attraverso il suo personaggio Bobo ha raccontato il teatrino della politica degli ultimi quarant'anni. Ha fatto satira politica vista dall'interno, un grande intellettuale della sinistra che amava e però criticava, Non potevi non volergli bene. Era un geniale battutista, bravissimo anche disegnatore. Ultimamente purtroppo tutti sanno che aveva problemi di vista" Staino aveva creato la copertina per Buduar, la rivista satirica online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto. Insieme hanno tenuto conferenze sulla storia della satira. "A scoprirlo - ricorda Aloi - fu nel 1979 Oreste del Buono che pubblicò le sua vignette su Linus. Fu direttore dell'Unità e prima, nel 1986, l'inventore di Tango, il supplemento dell'Unità, poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra. Ha ideato supplementi come La domenica del cavaliere, molto divertente e raffinato, Emme. Amava molto i giovani. La stessa ElleKappa maturò proprio con lui".
    "Mi mancherà tantissimo, oltre che un amico, era la persona giusta a cui chiedere un consiglio", dice con tristezza Aloi.
 

Per Sergio
Ellekappa 




Ciao Direttore

Ti ringrazio di avermi fatto fare un pezzetto di strada con Te. Grazie alla pubblicazione su Buduàr e su L'Unità, quando eri Direttore del giornale, ho vissuto la bellissima avventura del World Press Cartoon.

Conservo le tue email con molto affetto!

Gio


Sul giornalone della Stampa per l'omaggio a Staino ho plagiato alcuni suoi sodali di Tango
Andrea Bozzo


Ciao Staino.
Lele Corvi



Voglio salutare Sergio con questo disegno, che realizzai per la simpatica mostra organizzata nel 2020, a Firenze, dal comune amico Stefano Giraldi per i suoi ottant'anni (e per quelli di Francesco Guccini) dal titolo "Ottanta voglia di raccontare". E ricordando il nostro ultimo allegro incontro in occasione di "Racconti nella Rete" a Lucca. Ciao Sergio!
Le mie più sincere condoglianze alla famiglia.
Marco De Angelis




È morto Sergio Staino. Vorrei dire qualche parola in più sul nostro rapporto. Complicato, oppure molto semplice: non so. Magari ci proverò, ma per ora lascio la parola a Bobo: la scena è sua.

#staino #bobo #sergiostaino #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor
Mario Natangelo



Ciao Staino
Romaniello U.


A Sergio Staino Sergio Staino Due
#satira #bobo #SergioStaino #perte
Kutoshi Kimino



by Joshua Held



#SergioStaino La mia vignetta oggi nel paginone dedicato a Sergio, su 
@repubblica
Mauro Biani


#SergioStaino 💗 #propagandalive
Makkox



È morto Sergio Staino.
#Staino #SergioStaino #satira #lutto #scomparsa #Bobo
Tartarotti


SERGIO STAINO, UN COMUNISTA ERETICO MA ANCHE ORTODOSSO 
L'AMICO MICHELE SERRA LO RICORDA COSÌ SU “LA REPUBBLICA” 
■ di Michele Serra per “la Repubblica”
Sergio Staino non è stato solo un grande autore e narratore satirico (uno dei più importanti del Novecento italiano). È stato anche un intellettuale generoso e indomabile, neppure scalfito dal sospetto che la politica, la cultura, l’arte potessero mai perdere rilievo e significato sotto i colpi dei tempi nuovi. Intellettuale nel senso più profondo e più concreto del termine: una persona che suscita pensiero, lo provoca, lo organizza, e nel tumulto che ne deriva si sente vivo e utile.
Oggi, in un mondo ideologicamente scardinato, non è facile capire quale ingegnoso, incredibile azzardo fu il suo “Tango”: un giornale di satira dentro l’organo ufficiale del Partito comunista, "l'Unità", un bivacco chiassoso e programmaticamente libero dentro le mura già intaccate ma ancora imponenti di quel partito che per lui, come per milioni di italiani, era ancora casa e chiesa. Sergio, in quell’ormai lontano ’86, era già il padre di Bobo. Ovvero l’autore di una vera e propria saga del disincanto, autobiografia collettiva di un mondo perfettamente cosciente della morte dell’ideologia eppure appassionatamente vivo, persona per persona; e fermamente intenzionato a non diventare mai cinico, mai immeschinito.
In quelle strisce l’intenzione artistica di Staino era indistinguibile da quella politica: quel gruppo di famiglia era una specie di parlamentino domestico. Bobo è una delle più fortunate, limpide applicazioni dell’idea sessantottina che niente è solo privato, niente solo politico. Si trattava di elaborare il lutto (la casa comune si stava sfarinando, la Bolognina era alle porte) senza piangersi addosso e anzi ridendo di sé stessi, terapeuticamente, intelligentemente. Bobo lo faceva a partire dai suoi esordi politici giovanili, la militanza in un partitino marx-leninista settario e moralista del quale parlava quasi con tenerezza, come di una malattia formativa. Da quell’angustia il giovane Staino, architetto già con il guizzo del disegnatore, era sortito con una gran voglia di campo aperto e di avventura intellettuale.
Ma la vittoria di Bobo, il suo successo ben presto molto solido, non gli bastava. Bobo era un eroe collettivo, insieme a Cipputi è stato ed è il testimone impavido di un trapasso d’epoca di quelli che tutto travolgono tranne i sentimenti forti e i princìpi solidi. Il suo romanzo non poteva esaurirsi nell’autobiografia, era un romanzo sociale ed era un romanzo politico. Aveva necessità di compagni di viaggio e andò a snidarli quasi ovunque. (Me, molto giovane, mi inchiodò al bar Basso di Milano dicendomi: tu sei un autore di satira. Non mi risultava e glielo dissi, ma non mi sembrò che la mia opinione reggesse davanti alla sua, che era quella di un capo).
Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto, Sergio, a mettere insieme un gruppo di autori così lontani tra loro e così lontani da lui, gli anarchici, i menefreghisti, quelli del Settantasette, i comunisti, i radicali, gli allegri sporcaccioni “alla francese”, i moralisti pan-politici. Con un tasso di narcisismo e di ombrosità che, per giunta, tra i satirici è spesso altissimo, perché alla foga politica tocca sommare la prosopopea artistica. Ma la sua fiducia nella interminabile e sempre inconclusa discussione che costituisce l’essenza stessa della sinistra era così forte da vincere una scommessa che, sulla carta, sembrava quasi insensata. Andrea Pazienza con Ellekappa, Vincino con Altan, Angese con Domenico Starnone, Mannelli con Francesco Guccini, tutto si tenne. E Paolo Hendel, David Riondino, le feste di Tango a Montecchio: “Cuore” fu, di quella storia, una fortunata discendenza. Il figlio di quel padre.
Già lo slogan di lancio di “Tango”, ovvero “chi si incazza è perduto”, diceva tutto dello spirito di Sergio, che era aperto, curioso, disponibile, mai arcigno, mai escludente. Da Mao a Matteo Renzi (non è una battuta, è l’enunciazione di una vastità) non c’è fase o personaggio della storia della sinistra e della post-sinistra con i quali Sergio non avesse voglia di aprire un contraddittorio permanente. Perché Sergio aveva la fortuna di essere – o di essere diventato per intelligenza e per voglia – al tempo stesso un eretico e un ortodosso, un riformista e un incendiario, un polemico e un tollerante, un uomo di partito e un artista irriducibile a qualunque convenienza politica, una persona schieratissima eppure dal giudizio sempre libero. Lasciando un segno che, a volerlo intendere, è tanto più importante quanto più la discussione pubblica va facendosi acrimoniosa e suscettibile: essere appassionati ed essere tolleranti non solo non è incompatibile, ma l’una e l’altra facoltà possono darsi reciproco sostegno. “Chi si incazza è perduto”.
Le persone che, sulla scena artistica e culturale italiana, devono qualcosa a Sergio Staino sono parecchie: la sua capacità di “fare ambiente” e anzi crearne di nuovi, la sua voglia di animare giornali, riempire teatri, organizzare incontri è stata ininterrotta (fino alla presidenza del club Tenco, la cui rassegna è in corso proprio in questi giorni sul palco dell’Ariston). Ha fatto incontrare persone, ha incrociato altri artisti e li ha fatti incrociare tra loro, ha preso di petto i leader della sinistra da pari a pari, è intervenuto in tutti o quasi i dibattiti esistenti perché rimanersene zitto non era nelle sue facoltà. Ha sollecitato chiarimenti e ha sollevato polemiche, e sempre come se nessuna partita fosse chiusa e tutte le occasioni ancora aperte. Era ottimista, spiritoso, coraggioso. Non si è mai arreso alla cecità progressiva che lo ha tormentato per quasi tutta la vita. Ha continuato a lavorare con l’aiuto di suo figlio Michele e il sostegno inesauribile di sua moglie Bruna.
Mancherà molto a chi gli ha voluto bene. Oltre agli amici, milioni di lettori, che gli saranno sempre grati per avere raccontato gli sconvolgimenti della sinistra italiana come se la sinistra, anche in mezzo ai cocci, fosse ancora una comunità, e il suo viaggio non debba mai avere fine.






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mercoledì 27 settembre 2023

Chi era Napolitano? L'ultimo dei Savoia?

 Addio a Giorgio Napolitano. L’ex capo dello stato aveva 98 anni. È stato il primo Presidente della Repubblica italiana a essere rieletto per un secondo mandato.

Chi era Napolitano?
Un uomo complesso: voce dissenziente contro l'Urss invasore della Cecoslovacchia, migliorista della destra comunista, "my favourite communist" di Henry Kissinger, firmatario del lodo Alfano e del legittimo impedimento, primo presidente in carica interrogato dai pm nel processo per la presunta trattativa Stato-mafia, primo presidente eletto due volte.

GIO / Mariagrazia Quaranta 
www.caricaturegio.altervista.it


RE GIORGIO
 Il 5 agosto 2011 arriva la famosa lettera della Banca comune europea a firma del presidente uscente Claude Trichet e da quello designato Mario Draghi. A novembre Berlusconi prende atto di non avere più una maggioranza parlamentare alla camera. I titoli di stato sono sotto una serie di attacchi speculativi. 

Napolitano si accorda con Berlusconi: approvata la finanziaria il premier si dimetterà. Così avviene. Napolitano intanto ha nominato Monti senatore a vita. Subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio viene chiamato a palazzo Chigi. Ed è per questa mossa che “salva” l’Italia – secondo alcuni, la rovina secondo altri – che il New York Times definisce Napolitano «Re Giorgio», per la sua volitiva scelta di andare oltre le prerogative presidenziali e dirigere dal Quirinale la scelta.
fonte: https://www.editorialedomani.it/politica/italia/giorgio-napolitano-morte-ricordo-vita-98-anni-japt1pi7



#Napolitano 

"Quando eravamo re"

Mauro Biani



Se n’è andato uno dei personaggi politici più rilevanti degli ultimi cinquant’anni e, in particolare, del primo scorcio di questo secolo, in cui Giorgio Napolitano ha infranto una regola non scritta e inaugurato il doppio mandato presidenziale, poi replicato da Mattarella.

Esponente più autorevole dell’ala migliorista del Partito Comunista, Napolitano è stato per anni amato, rispettato e combattuto con la stessa veemenza, come capita solo ai grandi personaggi.

Ma è stato, in modo a volte decisionista e spesso impopolare, argine ai populismi in ascesa, nel pieno della più grande frattura della Seconda Repubblica.

Non ha mai avuto il carisma naturale di un Pertini né l’empatia di un Mattarella, ma Giorgio Napolitano è stato a suo modo la perfetta incarnazione di una stagione di mezzo di cui, prima e meglio di altri, ha intuito la degenerazione, al punto che in molti oggi, a distanza di anni, ne rivalutano l’azione e il pensiero.

Napolitano aveva 98 anni. Gli sia lieve la terra.

Lorenzo Tosa



Giorgio Napolitano

Marilena Nardi

#Disegno #inchiostro #ritratto #caricatura #napolitano #GiorgioNapolitano #italia



Napolitano
Achille Superbi




MISERIA E NOBILTA'

sul mio Blog ho trovato più di 80 vignette ispirate allo scomparso "re" Presidente Napolitano.

Per chi vuole basta "cliccare" sull'etichetta del suo nome.

Luci ed ombre inevitabili nella sua lunga vita politica.

Uno dei peccati che da destra non gli hanno mai perdonato è la caduta di Berlusconi che poi ha cercato di far dimenticare analogamente alla sua vecchia militanza comunista.

Ne scelgo una in relazione alla sua napolitanità e in ricordo d un altro grande napoletano , le altre, se ne aveste voglia, potreste scorrerle sul blog.

Gianfranco Uber


LAICA
Ha fatto molto discutere (e molto lo farà ancora) la decisione di Papa Francesco di rendere omaggio alla salma di Giorgio Napolitano in Senato evitando di benedirla e di farsi il segno della Croce, in grande rispetto delle volontà dello scomparso.
Non si può non sottolineare la coincidenza di questo gesto con la recente presentazione della legge che renderebbe obbligatoria la presenza del Crocifisso in ogni ufficio pubblico e che tende a cancellare quella laicità dello Stato voluta dalla Costituzione.
Gianfranco Uber






A volte ritornano

Mario Natangelo

#Napolitano #giorgionapolitano Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo



Funerali dello stato 
Mario Natangelo

#Napolitano #giorgionapolitano #MatteoMessinaDenaro #funeralidistato #mafia Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo



In quasi 70 anni di attività politica, ci sono stati molti Giorgio Napolitano.

C’è stato il Napolitano filo sovietico del 1956, c’è stato il Napolitano migliorista che ha anticipato la svolta socialdemocratica, c’è stato il Napolitano contro Berlinguer sulla questione morale, c’è stato il Napolitano che tesseva legami con Washington (e Kissinger lo chiamava "il mio comunista preferito"), c’è stato il Napolitano al Viminale che ha inventato i primi centri per migranti, c’è stato il Napolitano presidente della Repubblica che firmava tutte le leggi ad personam di Berlusconi, comprese quelle che poi la Consulta dichiarerà anticostituzionali.

Ma l’impronta politica più forte sulla storia del Paese Napolitano l’ha lasciata nel 2011, quando caduto Berlusconi lui decise, dal Quirinale, di non sciogliere le Camere e di fare Mario Monti premier. Per l’Italia, quello fu un bivio: se si fosse votato con ogni probabilità avrebbe vinto il Pd di Bersani, allora alleato con Vendola e Di Pietro, i sondaggi erano unanimi.

Invece il Presidente scelse l’uomo della Troika, il Pd fece disgraziatamente sua quell’agenda d’austerità e in un anno e mezzo di Monti milioni di voti si spostarono dal centrosinistra ai Cinque Stelle, così nel 2013 alle urne ci fu il pareggio e poi le larghe intese.

Non si sa come sarebbe andata la storia, se Napolitano avesse deciso diversamente.  Si sa però che il Quirinale si fece da arbitro neutrale a giocatore in campo, decidendo anche il risultato della partita. 

E forse partì così quella deriva presidenzialista che oggi la destra vuole formalizzare, stravolgendo la Costituzione.

Alessandro Giglioli

Il cordoglio bipartisan
Marassi


È MORTO NAPOLITANO, L’AMIKO AMERIKANO

È l’unico «comunista» cui gli Stati Uniti abbiano concesso il visto d’ingresso. Per ritirare un Premio intitolato a Henry Kissinger, il Segretario di Stato americano regista del golpe di Pinochet, responsabile dell’assassino di Salvador Allende e dell’eccidio di migliaia di cileni. Dotato di un’altezzosità non comune, che gli valse il discutibile nomignolo di «Re Giorgio», Napolitano fu, nel Pci che si vantava del proprio monolitismo, il più autorevole esponente della corrente migliorista. Ne facevano parte riformisti all’acqua di rose il cui scopo era sorpassare i socialisti da destra. Tirate le somme, GP è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica. Tra le sue ultime performance, l’incarico di governo a Matteo Renzi.  Per indubbi requisiti elettorali, ma soprattutto per affinità elettive.

Ivano Sartori


L'uomo di Pasqua

Riccardo Mannelli


L'ultimo dei Savoia? No! L'ultimo comunista non comunista.
Giannelli


 

venerdì 15 settembre 2023

51° Premio Satira Forte dei Marmi : tutti i vincitori

 


Sabato 16 settembre, alle ore 18, @lacapanninadifranceschi ospiterà l'edizione 2023 dello storico riconoscimento, che negli anni ha visto premiare i nomi più illustri della comicità italiana e internazionale.

Oltre all'ospite d'onore Rosario Fiorello, che ritirerà il premio di personaggio dell'anno, ci saranno Yoko Yamada e Daniele Fabbri per la stand-up comedy, gli scrittori Chiara Galeazzi per il libro "Poverina" (@blackieedizioni) e Dario Ferrari per il romanzo "La ricreazione è finita" (@sellerioeditore), Lisa Nur Sultan e Sara Drago, rispettivamente sceneggiatrice e protagonista della serie @skyitalia "Call my agent Italia", il divulgatore-comico Barbascura X e il disegnatore de @ilfattoquotidianoit Mario Natangelo. Completano la lista Daniele Tinti e Stefano Rapone, voci e volti del seguitissimo podcast "Tintoria", e Giulio Armeni, creatore della pagina "Filosofia coatta".

A fare gli onori di casa sarà Fabrizio Biggio, attore e conduttore toscano, pronto per la seconda stagione di @vivarai2off proprio al fianco di Fiorello; con lui ci saranno il direttore del Premio Beppe Cottafavi e i giurati Stefano Andreoli e Giulio D'Antona.

La partecipazione all'evento è gratuita, ma è necessario prenotarsi chiamando il numero 0584.280292 o recandosi presso l'Ufficio Informazioni turistiche di Forte dei Marmi, in via Carducci 6.


 Premio Satira 2023 per il personaggio dell'anno a ROSARIO FIORELLO


La disinvoltura con cui @rosario_fiorello usa il suo talento, sorprendendoci ogni volta, è prerogativa che si addice agli dei. Con @vivarai2off ha rivitalizzato la satira alla sua maniera, reinventando il mezzo e il messaggio, costruendo non solo un varietà "da strada", ma una nuova fisica del tempo: un format sovversivo che per uscire dall’ovvio va in onda alle sette del mattino o dopo Sanremo, a notte fonda. Una tv corsara, svincolata dalle rigidità della programmazione.


Fa ogni mattina servizio pubblico con una rassegna stampa allegra e irriverente, proponendo una lettura satirica dei fatti del giorno, usando lo smartphone per zoomare le pagine di quei quotidiani che nessuno legge più. Spiazza abitudini, ribalta convenzioni, abilmente trasformate in ordinaria naturalezza. Squaderna la liturgia per crearne una tutta sua, che trasforma l'improvvisazione in ordine, l'abitudine in spettacolo. Fa situazionismo, non debordiano ma "fiorelliano": come nella gag al telefono con un'imitatrice di Giorgia Meloni, che si rivela in realtà essere la premier in persona. Per fare quella televisione ci vuole la classe di un fuoriclasse come lui.



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Premio Satira 2023 per la scienza a BARBASCURA X





Con il suo canale YouTube @barbascura_x ha rivoluzionato la divulgazione scientifica in Italia mescolandola, come mai nessuno prima, con la stand-up comedy. Surreale e accurato, esilarante e rigoroso, irriverente e popolare, Barbascura ha creato un nuovo linguaggio per raccontare la scienza, e non solo online: infatti, con "Il satiro scientifico" – la rivista in cui mette insieme i divulgatori più autorevoli con i comici più noti del panorama italiano – ha offerto al pubblico uno spazio di divulgazione unico e innovativo, perfetto per imparare ridendo.



 

 Premio Satira 2023 a DANIELE TINTI e STEFANO RAPONE per il podcast "TINTORIA"


Se è vero che il podcast è un mezzo semplice da utilizzare, è anche vero che per fare un podcast divertente non bastano due umoristi, due microfoni e un intervistato. @sandanieletinti ha inventato il primo vero podcast comico d'Italia dalla sua cucina e ha trovato in @grandiraponi la spalla perfetta per amalgamare la naturalezza e la semplicità del mezzo al genio comico che entrambi incarnano. @tintoriapodcast è il prodotto di un lavoro e di una ricerca costante nell’essenza della comicità, messa in pratica con destrezza e perizia da due professionisti eccezionali – anche nel mettersi al servizio dell’ospite di turno, esaltandone il talento.


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Premio Satira 2023 per la serie tv a CALL MY AGENT ITALIA




Dopo le vette di Boris, il meta-umorismo sullo show business sembrava aver esaurito la vena. A colmare questa lacuna è arrivata Call my agent Italia, serie @skyitalia che punta l’obiettivo sul mondo degli agenti delle celebrità, personaggi dall’aura misteriosa che gestiscono tra ansie e nevrosi le carriere di attori e registi, trasformandosi all’occorrenza in confidenti, psicologi e badanti. Il risultato è esilarante, pienamente all’altezza dell’originale francese: merito di una regia e di un cast azzeccatissimi, di tante guest star pronte a prendersi in giro e della sceneggiatrice Lisa Nur Sultan, che insieme a @federicobaccomo è riuscita a declinare perfettamente la follia che circonda l’industria dello spettacolo di casa nostra.

Premio Satira per il libro


Premio Satira 2023 a CHIARA GALEAZZI per il libro "Poverina" (@blackieedizioni)



La letteratura umoristica non è un lavoro da ridere. Chiara Galeazzi con "Poverina" si è inserita nel solco tracciato dei grandi umoristi letterari, da Fran Lebowitz a David Sedaris, passando per Achille Campanile e Beppe Viola, trasformando la sua sventura in un racconto tragicomico di proporzioni quasi epiche, leggendo il quale – e non è per niente scontato – si ride parecchio. Partendo da sé e dalla sua personale sfortuna Galeazzi traccia, tra ansia, sollievo e disincanto, un profilo preciso della sua generazione: questo la rende universale.




Premio Satira 2023 a DARIO FERRARI per il libro "La ricreazione è finita" (@sellerioeditore)


Marcello, trentenne senza arte né parte, in un sussulto d'orgoglio partecipa a un concorso di dottorato in Lettere e imprevedibilmente lo vince – a dispetto di santi e Sacrosanti, il suo professore, barone che gestisce il dipartimento come Mourinho gestiva lo spogliatoio dell’Inter. Gli viene affidata una tesi sul suo conterraneo Tito Sella, terrorista morto in carcere; le ricerche porteranno Marcello a identificarsi con Sella, scorgendo nella vita dell'autore una disperazione simile alla sua.


Quello di Ferrari è il miglior romanzo dell’anno, che non vince il Premio Strega ma il Satira: satira su come funziona una carriera nell’università, sulla geopolitica e le lotte di potere, su come si scrive un articolo “scientifico” e come viene valutato, e persino sull'arte di insultarsi tra accademici. Menzione doverosa per una scena memorabile: l’esplosione terroristica al carnevale di Viareggio del carro raffigurante un bacio tra Berlinguer e Aldo Moro.


Premio Satira 2023 per il disegno satirico a MARIO NATANGELO



Matita del @ilfattoquotidianoit fin dal primissimo giorno, il percorso di crescita di @marionatangelo è sotto gli occhi di tutti, come lo è il suo coraggio nell'affrontare argomenti sensibili – rispettando i tempi serrati della pubblicazione giornaliera – e la sua abilità nel farlo in modo provocatorio ma intelligente, senza timore di essere esplicito né di far discutere. Come nel caso della vignetta che, ironizzando sul tormentone suprematista della sostituzione etnica, gli è costata fiumi di fango, intimidazioni e querele, riuscendo a scandalizzare in maniera trasversale: quel che dovrebbe fare ogni disegnatore satirico.




Premio Satira 2023 per i social a GIULIO ARMENI - FILOSOFIA COATTA



Partito dalla divulgazione filosofica in salsa romanesca, Giulio Armeni è diventato in brevissimo tempo un punto di riferimento della satira online creando, con la pagina @filosofia_coatta, un suo personale universo parallelo: un universo in cui Pasolini investe in criptovalute, il grande Totò è in realtà un milanese sotto copertura e il responsabile del disastro di Chernobyl è Jovanotti. Grazie a una fantasia funambolica Armeni riesce a umanizzare politici e celebrità di ogni tempo, trasfigurandoli attraverso stilemi e linguaggi dei nuovi social. Il risultato è una sorta di fotoromanzo perpetuo, sempre sul pezzo, che incrociando riferimenti pop e classici riesce a elevare il meme a prodotto culturale.



Premio Satira 2023 per la stand-up comedy a DANIELE FABBRI



Da qualche anno la maggior parte dei comici ha messo da parte la matrice satirica e di critica sociale per dedicarsi a un umorismo più intimo e personale. @0danielefabbri ha il pregio straordinario di non aver mai smesso di prendere di mira, con sguardo sferzante e senza compromessi, la politica e la società, attraverso una scrittura comica chirurgica che eleva i suoi monologhi di stand-up a veri e propri pezzi di letteratura satirica. In un perfetto mix di intimità e universalità che ne cementano il talento, Fabbri è, dopo anni di solida esperienza, una voce satirica imprescindibile.




Premio Satira 2023 per la stand-up comedy a YOKO YAMADA





La stand-up comedy è un terreno di sperimentazione e di affermazione, e @yokoyamadacomedy è la performer che in Italia incarna con più forza il cambiamento e l’evoluzione di un genere ormai consolidato. La sua comicità si radica nel cambiamento generazionale, nell’apertura culturale e nell’evoluzione naturale del pensiero umoristico al passo con la stratificazione sociale, dentro e fuori dai social network. Yamada, senza ombra di dubbio, è la sfaccettata, importante, radicale, nuova stand-up comedy italiana.





Il conduttore della 51ª edizione del Premio Satira è FABRIZIO BIGGIO!




⭐ Attore, comico e presentatore, inizia sulle tv regionali toscane per poi passare a Mtv, dove conosce Francesco Mandelli con cui reciterà nella fortunatissima sitcom "I soliti idioti" (dalla quale saranno tratti anche tre film) dando vita a numerosi personaggi di culto. Insieme a Mandelli ha anche partecipato al Festival di Sanremo 2015, con il brano "Vita d'inferno".

⭐ Da novembre 2022 è al fianco di Rosario Fiorello nel programma del mattino Viva Rai2!, facendo registrare ascolti record, arrivando a superare il milione di telespettatori e il 22 per cento di share.

⭐ Nel 2023 ha debuttato nella scrittura per bambini con "L'incredibile storia della bambina nata come un fiore" (Giunti), commovente fiaba moderna che racconta la storia di una bambina speciale alla scoperta del mondo.

martedì 27 giugno 2023

Addio Silvio: la satira, grata, ti saluta! (Prima parte)

 

Grazie

Mario Natangelo

#silvioberlusconi #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo



'Morto' ci pare un termine assai riduttivo

Altan



 #Berlusconi è morto…
Vauro

#Berlusconi Lutto nazionale...
Vauro





Franco Portinari / PORTOS



Ellekappa




Giannelli



Stefano Disegni




Claudio Cadei



#Berlusconi #SilvioBerlusconi #egemoniaculturale 

Quello che resta.

Mauro Biani



#Berlusconi 

Mezz'asta.

Mauro Biani


Piovono coccodrilli
è morto Silvio Berlusconi ed in attesa di pensare a qualcosa di originale (ammesso che sia possibile) ne riprendo già una fatta sette anni fa per la morte di Marco Pannella. La morte a 86 anni e gravemente maloato dell'ex Presidente del Consiglio in realtà era prevista da tutti, escluso lui. 
Gianfranco Uber


IL LUTTO NON SI ADDICE AL BERLUSCA
Ho fatto un rapido giro sulle reti Mediaset e a parte una piccola icona "grazie Silvio", non ho trovato ombra di lutto nel contenuto delle usuali trasmissioni. E ho trovato la cosa molto coerente. 
Non capisco invece, come molti,  il senso della proclamazione del Lutto Nazionale.
O meglio  l'inedita e incredibile sospensione dei lavori del Parlamento più che un tributo alla persona che non c'è più  mi sembra un messaggio per quelli che restano.
Gianfranco Uber

#berlusconi #italia #death #forzaitalia #courrierinternational #thecartoonmovement #cartoon #Repubblica #heaven #Presidente

Marco De Angelis




RIP

Gianlo https://gianloingrami.blogspot.com/


La Storia

Gianlo https://gianloingrami.blogspot.com/


Lutto nazionale

Gianlo 

https://gianloingrami.blogspot.com/



Marassi


Morte #Berlusconi, #Putin chiede minuto di silenzio al Forum di #SanPietroburgo #PutinWarCrimes
Durando

#Berlusconi #silvioberlusconi #berlusca #satira #satiraneurodeficiente
Mario Airaghi



Almor e Mellana

R.I.P.

fine.

#Berlusconi #berlusconismo #forzaitalia

Marilena Nardi


Il nulla dopo le promesse, la mafia delusa dal Cav.

https://editorialedomani.it/politica/italia/il-nulla-dopo-le-promesse-la-mafia-delusa-dal-cav-si4ca8tg

Marilena Nardi


Addio Silvio Berlusconi, opera d’arte mobile dipreista e immortale.
Dario Campagna







Natangelo


Berlusconi smile
GIO / Mariagrazia Quaranta

(continua)