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martedì 19 luglio 2016

Turchia: storia di un golpe


martedì 19 luglio 2016
GOLPE A MOLLA
Ammetto che è una delle tante possibili interpretazioni.
In attesa di saperne di più, a me  comunque le liste di proscrizione già pronte
per i magistrati mi hanno abbastanza insospettito (e preoccupato).
SPRING GOLPE
 su CARTOONMOVEMENT
Gianfranco Uber


Oggi facciamo un po' di dietrologia sugli ultimi avvenimenti turchi.

Il colpo di Stato in Turchia 2016 è un fallito golpe militare messo in atto da una parte delle forze armate turche il 15 luglio 2016 per la presa del potere nel Paese.
Alcuni analisti hanno ipotizzato altre versioni sui reali motivi del sollevamento militare. Secondo il presidente turco Erdogan, l'organizzatore sarebbe Fethullah Gülen, che replica indicando invece nello stesso presidente l'ideatore.
Il tentativo di rovesciamento del potere ha portato alla morte di 290 persone e al ferimento di altre 1440. I dati forniti dal Governo riportano inoltre che, alla conclusione dell'evento, sono stati arrestati 2893 golpisti e 2745 giudici sono stati rimossi dall'incarico dall'Alto Consiglio. In particolare nella città di Istanbul, alcune agenzie di stampa hanno riportato il ferimento di molte persone che manifestavano contro i militari sul Ponte sul Bosforo, occupato dalle forze armate.
Le reazioni internazionali al colpo di Stato sono state particolarmente caute, anche se nella notte i principali leader internazionali hanno condannato il tentativo di presa di potere dei militari. (fonte)

Probabilmente il golpe non è stato organizzato direttamente da uomini di Erdogan ma penso che questi non potevano non sapere che migliaia di militari e giudici stessero ordendo un colpo di Stato.
E’ evidente che  Erdogan ed i suoi li hanno lasciati fare, si sono preparati con leggi ben precise, tipo la cancellazione  dell'immunità per i parlamentari dell'opposizione, per poi al momento giusto, intervenire, fermarli schiacciandoli e rendendo la Turchia un Paese ancor più fondamentalista. Ora vogliono ripristinare la pena di morte per i colpevoli di tradimento.
Kerry parla debolmente di mantenere standard di democrazia all'interno del paese, ma lo  stesso Erdogan ricorda che la stessa America ha la pena di morte in molti stati.
Il presidente turco in una intervista alla Cnn fa sapere che reintrodurrà la pena di morte se il Parlamento la varerà. "La pena di morte -ha detto poi in mattinata - c'è negli Stati Uniti, in Russia, in Cina e in diversi Paesi nel mondo. Solo in Europa non c'è". In Turchia era stata eliminata, "ma non ci sono statuti irrevocabili".


domenica 22 maggio 2016
UN BRUTTO SEGNALE
Un emendamento del Governo Turco cancella l'immunità per i parlamentari dell'opposizione.
Gianfranco Uber

Turkish F(a)iled coup d'état    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
erdogame over? Nope.
15 Jul 2016 23:35






vorrei capire
Fogliazza








Erdogan
Bertelli



Military Coup in Turkey
Mohammad Ali Khalaji


Military Coup in Turkey 2016
By: Firuz©Kutal 16/06/2016 00:04


Putsch now    Paolo Lombardi
.
16 Jul 2016




Editoriale a Fumetti su afNews QUA: http://www.afnews.info/wordpress/2016/07/17/non-golpevole/
Su Flickr QUA: https://www.flickr.com/photos/moisevivi/28284349531/
Fonte QUA: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/15/colpo-di-stato-in-turchia-carri-armati-ed-f16-su-ankara_432c117d-f188-423f-9f72-05260b0cc20c.html
Moise


16 luglio 2016 - Fallito colpo di Stato, Turchia nel caos: centinaia di morti, migliaia i feriti e altrettanti militari arrestati.
© Milko Dalla Battista





Tiziano Riverso


Mario Bochicchio



Bagno turco
Pierfrancesco Uva


La grande bufala del turco più pericoloso del mondo ...
Roberto Mangosi


FALSITA' POLITICHESE
Definire il governo turco
"democraticamente eletto"
è stata la peggior balla
che i governi occidentali
potessero concepire.
Roberto Mangosi


The noose    Cecigian
Erdogan plans to reintroduce the death penalty: a real suicide for Turkey.
18 Jul 2016



ElleKappa


 Nizza emerge dallo stato d’emergenza 
mentre Istanbul fa gol (pe)?!
Nadia Redoglia
La strada era chiusa al traffico automobilistico per i fuochi pirotecnici che partivano dalla spiaggia.
La Francia, Corsica compresa, si trovava al momento dei fatti in stato d’emergenza. Dopo gli attentati del 12 Novembre 2015 il governo francese l’ha dichiarato con ben tre decreti in sinergia con il plan rouge (prefettizio).   Lo stato di emergenza è misura di governo severissima, ovvero con questo s’instaurano forme di restrizioni eccezionali (possono portare persino alla censura di stampa) in quanto si dichiara ufficialmente lo stato di pericolo imminente. Ne consegue che non solo qualsiasi eccezione deve essere autorizzata e preventivamente intercettata, ma comporta anche l’organizzarsi nei casi in cui OGNI fatto anomalo (compresi l’accidentale e l’incidentale) sia “trattato”, dunque “attrezzato” per scongiurarlo in modo differente da ciò che comporta la sicurezza in stato di ordinaria amministrazione. Vedasi europei ove, perciò, non accadde strage.
Domanda: com’è che il carnefice nizzardo, a bordo del suo enorme autoarticolato frigorifero,  è potuto invece (emergere) transitare prima lentamente e poi in accelerazione su quel rettilineo, senza alcun tipo di prevenzione ante?


Mentre il globo era pesantemente coinvolto su Nizza, Ankara e Istanbul (location turche più globalmente conosciute) coglievano l’attimo per un colpo di stato. Umani internazionali di  buona volontà l’hanno pure seguito in diretta elucubrando speranze e timori…

I fatti oggi dimostrano che Erdogan solo in questo modo gliela poteva fare a mettere a rete (a maggior dimostrazione di presa per il culo mondiale: pure su rete internet da lui censurata) ovvero realizzare il suo obiettivo latente da anni. Stiamo parlando di potenza nucleare Nato che oggi, a tutti gli effetti, in persona del suo presidente, può perciò impunemente  dichiarare: ho sconfitto chi mi vuole male, potenzialmente ho diritto di condannare a morte, censurare, eliminare migliaia/milioni di persone che io giudico contro di me. E infatti così sta agendo.

Minchia signor tenente (del potere)…



Attentati e Golpe
Altan

Eventi
Alle ore 22:00 (ora locale) di venerdì 15 luglio 2016, la Jandarma effettua la chiusura di due ponti sul Bosforo con dei carri armati.
Alle ore 22:19, il ministro Binali Yıldırım conferma le voci riguardanti un tentativo di alcuni militari di effettuare un colpo di Stato dopo che alcuni jet ed elicotteri erano stati avvistati a sorvolare, a bassa quota, sia Istanbul che Ankara e dopo aver udito degli spari nei pressi della sede del parlamento turco.
Alle 22:21, l'esercito turco invita la popolazione a rientrare nelle proprie case.
Alle 22:22, viene bloccato qualsiasi accesso ai social network, tra cui Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, ma non alle Virtual Private Network (VPN) che consentono a chiunque di continuare a postare.
Alle 22:25, i militari irrompono nella sede della rete radiotelevisiva turca TRT ad Istanbul vengono interrotte le trasmissioni televisive. I militari si dichiarano appartenenti ad un "Consiglio di Pace Turco" con l'obiettivo di formare un nuovo governo.
Alle 22:41, i militari bloccano con i carri armati gli accessi all'aeroporto Kemal Ataturk di Istanbul dopo aver disarmato gli agenti di polizia addetti alla sicurezza e, inoltre, viene bloccato l'accesso anche all'aeroporto di Ankara.
Alle 22:43, l'esercito mette in atto alcune sparatorie nei pressi del quartier generale della polizia ad Istanbul.
Alle 22:49, i golpisti riescono ad addentrarsi nel quartier generale dell'esercito turco ad Ankara ed a prendere in ostaggio Hulusi Akar, il capo di stato maggiore delle forze armate turche.
Alle 22:56, i militari autori del colpo di stato si dichiarano pronti a mantenere intatte le relazioni con l'estero e che "lo stato di diritto rimarrà una priorità".[12]
Alle 23:02, i voli in partenza e in arrivo dall'aeroporto di Ataturk vengono cancellati dagli occupanti.
Alle 23:13, la televisione di stato turca diffonde dei comunicati delle forze armate che annunciano l'introduzione del coprifuoco e la proclamazione della legge marziale.
Alle 23:18, i golpisti irrompono nella sede del partito AKP e s'impossessano dell'edificio.
Alle 23:20, i militari provocano un'esplosione nei pressi del Centro di formazione delle forze di sicurezza di Gölbasi, in provincia di Ankara.
Alle 23:24, i militari dichiarano alla TV di stato l'intenzione di creare una nuova costituzione garante della democrazia e della laicità.
Alle 23:35, il presidente Erdoğan si collega da un luogo sconosciuto, attraverso FaceTime, con la CNN Turk per denunciare il tentativo di colpo di Stato dei militari e per incitare il popolo turco a "resistere e scendere in piazza". Anche dalle moschee di tutto il Paese sono partiti incitamenti per combattere contro i golpisti. Durante la notte, numerose persone hanno accolto favorevolmente l'appello del presidente ed hanno organizzato dei movimenti di resistenza nei confronti dei militari. In piazza Taksim, a Istanbul, alcuni civili, dopo essersi scontrati con i militari, sono saliti sui carri armati ed hanno fatto capire agli occupanti che non avrebbero mai sostenuto il rovesciamento del governo di Erdoğan.
Alle ore 04:30, riprendono le trasmissioni televisive delle reti occupate precedentemente dai militari.
Alle 05:30, il governo turco riesce a riprendere il controllo del Paese, mentre Erdoğan ritorna ad Istanbul ed il generale delle forze armate Hulusi Akar viene liberato.
Alle 10:32, viene confermata l'uccisione di 104 presunti golpisti, l'uccisione di 47 poliziotti e la morte di 41 civili (poi diventati 265), i quali sono stati definiti "martiri".
Alle ore 11:50 del 16 luglio 2016, viene confermato il fallimento del colpo di Stato anche se un piccolo gruppo di militari (circa 150) rimane asserragliato nel quartiere generale del comando delle Forze armate ad Ankara per cercare di trattare la propria resa.

Conseguenze
Arresti ed epurazioni governative
Il primo ministro, Binali Yıldırım, ha confermato l'arresto di 2839 soldati di vario grado, di 100 militari uccisi e altri 200 arresi, mentre altri sono stati espulsi dall'esercito. Tra i soldati arrestati vi sono almeno 34 tra ammiragli, generali e colonnelli. Tra gli arrestati vi sono:
Erdal Ozturk, comandante della Terza armata, arrestato per presunta complicità.
Akin Ozturk, ex capo di stato maggiore dell'aeronautica.
Adem Huduti, comandante della Seconda armata.
Avni Angun, vicecomandante della Seconda armata.
Nejat Atilla Demirhan, comandante del dipartimento Mediterraneo e della guarnigione di Mersina, per aver comunicato alla gendarmeria dell'area di sua competenza una presa del potere da parte dell'esercito.
Secondo il governo turco, inoltre, alcuni golpisti hanno tentato la fuga dalla Turchia ed è per questo che si sono intensificate operazioni di polizia lungo le frontiere. Otto ufficiali dell'esercito, invece, sono fuggiti, atterrando con un elicottero in Grecia per richiedere asilo politico. Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo essersi confrontato con il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias, ha richiesto ed ottenuto l'estradizione per i golpisti fuggiti.
I 2.745 magistrati rimossi dall'incarico sono stati arrestati e cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (HSYK) sono stati destituiti per presunti legami con Fethullah Gulen, considerato da Erdoğan come il responsabile principale del fallito golpe. Sono stati arrestati due giudici della Corte costituzionale, Alparslan Altan e Erdal Tercan, e 58 membri del Consiglio di Stato. Per 140 membri della Suprema corte d'appello sono stati emessi dei mandati d'arresto, 11 dei quali già eseguiti.
Tra gli arrestati vi è anche Bakir Ercan Van, il capo della base militare di Incirlik, accusato di complicità. Secondo il governo turco, infatti, la base sarebbe stata utilizzata per rifornire uno dei caccia utilizzato dai golpisti.
Inoltre, Umit Dundar è stato nominato nuovo capo di stato maggiore per sostituire Hulusi Akar.

Perdite
104 militari uccisi e 2839 arresti
2 UH-60 abbattuti
114 militari uccisi (41 poliziotti e 2 soldati)

martedì 12 luglio 2016

Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?


© Milko Dalla Battista


Gestori telefonici: noi in linea, loro all’ingrasso?

di Nadia Redoglia
Milioni di cittadini appartengono al mondo della telefonia fissa e mobile. E’ mercato che frutta miliardi. Eppure oggi, in Italia, è ancora praticamente impossibile trovare trasparenza nell’applicabilità della sua regolamentazione. Di fatto non sussiste chiarezza nelle relazioni tra il gestore telefonico e l’utente ed è perciò che dall’inizio alla fine del rapporto (stante le lacune ci è difficile, giuridicamente, definirlo contrattuale) è il cittadino a rivelarsi parte più debole e dunque più vulnerabile nel subire possibili e potenziali soprusi. Libero mercato? No, mercato libero per una sola parte contraente.
Vediamo. Ci è stata fornita una fattura del maggio 2016 in capo a utente che ha esercitato il suo diritto di migrazione verso altro operatore. Tra i vari importi appare anche “costo per attività di migrazione servizio verso altro operatore”, unica voce peraltro non soggetta a IVA, ammontante a 35 euro. Il nostro utente pagò in termine la fattura decurtando però quel costo per il quale, per ottemperarvi,  chiese spiegazioni richiamando gli estremi di legge e chiedendo documentazione comprovante.  Il tutto inviato per conoscenza  all’AGCOM affinché rilevasse l’esposto. Da entrambi non ha però ricevuto risposta. E’ però giunto il sollecito dal gestore a pagare il residuo senza alcuna spiegazione, men che meno supporti giustificativi.
Premessa:  la legge 40/07 -decreto Bersani- e successive linee guida AGCOM hanno stabilito che l’utente ha facoltà  di trasferire l’utenza presso altro operatore senza vincoli temporali e che, in ogni caso, non deve versare alcuna penale, comunque denominata, a fronte dell’esercizio della facoltà di recesso o di trasferimento delle utenze, poiché gli unici importi ammessi in caso di recesso sono quelli giustificati da costi degli operatori. Nel nostro caso non trattasi di recesso, ma di migrazione i cui eventuali costi se li accollerebbe l’operatore subentrante. E ancora: come si spiega che su quell’importo di 35 euro  non è applicata IVA?  In sostanza, pertanto, ci troviamo di fronte a centinaia/migliaia di fatture  emesse con l’anomalia di un costo fisso che, oltre a non essere giustificato all’utente,  è sbrigativamente smerciato come “operazione esclusa da  IVA”, così come avveniva con le penali che, come sappiamo, dal 2007 sono illegittime.  Al tal fine, come farebbe chiunque,  abbiamo visionato decine di pagine web per ricavare informazioni chiare, ma soprattutto concrete, senza trovare proprio nulla di reciso in merito (ma in compenso migliaia e migliaia di esposti) e dunque  abbiamo  cercato di metterci in contatto telefonico con alcune tra le maggiori associazioni che tutelano il cittadino con l’obiettivo di conferire con addetto ai lavori che finalmente ci desse qualche dritta: ai telefoni non rispondono. Eccezione fatta per l’ACU Piemonte (Associazione consumatori utenti) che gentilmente ci ha affidato alla dott.a Giada Calcagno collaboratrice di settore dell’associazione. Ci conferma l’insistenza in vigore della legge 40/07, pur tuttavia eccependo che la sua attuazione è troppo spesso non cristallina, nel senso che troppi operatori telefonici eludono le direttive, scivolano sulle interpretazioni, non si premurano di fornire documentazione comprovante e così di fatto aggirano l’ostacolo legislativo.  I gestori telefonici possono anche confidare sul fatto che per 35 euro l’utente non va certamente ad accollarsi perdite in tempo, e ancor più in denaro, per far valere quei diritti sacrosanti che spetterebbero invece gratis perché già conquistati.   Il fatto poi che è ormai notorio che non c’è modo di corrispondere verbalmente o per iscritto con un responsabile di gestione, il gioco  è fatto…
Anche il giogo, a quanto pare, perché il binomio del  “pagare e tacere” è ormai diventato consuetudine e va ad alimentare sempre più quella sgradevole sensazione di sudditanza, altro che sovranità…
11 luglio 2016





I gestori telefonici 
Tiziano Riverso

codice morale?
no solo codice utente!
Mario Airaghi

Tim Tim
Mario Bochicchio

lunedì 4 luglio 2016

Attentati : ieri Istambul, poi Dacca, subito dopo Bagdad e domani?

-TERRORISMO E INVOLUCIÓN
El Universal 2/7/16
Boligan




Istanbul est pas moi?


Evidentemente no. La tour Eiffel e la mole Antonelli non si tingono di rosso con la falce di luna e la stella bianca.  Nessuna marcia dei capi di Stato, no bandiere, concerti, stadi, vip, testate, simboli, simbologie e simbolismi a mezz’asta… No perché, a parte provare pena un po’ più ficcante per quei morti deflagrati e i feriti ustionati (a differenza di quella che proviamo per la quotidianità nelle terre teatri di guerra/terrorismo), quel  fatto rientra negliordinari fatti terroristici che non ci coinvolgono come ci hanno coinvolto (i media) con Parigi e Bruxelles…
Ciascuno di noi che desiderasse veramente capire il perché di questa politica del terrore dovrebbe prima di tutto saper rispondere alla domanda: perché io non sono (anche) Istanbul?
Ben Istanbul olduğum…
30 giugno 2016


Istanbul Ataturk airport attack: 41 dead and more than 230 hurt
#IstanbulAttack #AtaturkAirport

http://www.indiatimes.com/news/world/istanbulblast-fails-to-unite-the-world-like-paris-and-brussels-terror-attacks-but-why-257555.html

http://www.demorgen.be/buitenland/we-huilden-om-parijs-we-huilden-om-brussel-waar-zijn-de-tranen-voor-istanboel-b90fa02c/

De Morgen

Luc Descheemaeker



Terror Roulette    Tjeerd Royaards
Another attack in Turkey. What are the odds?
29 Jun 2016



ISIS terror in Baghdad
BY EMAD HAJJAJ, JORDAN  -  7/4/2016 12:00:00 AM


#dhaka #terror attack #terrorisnoreligion
IRAQ violence: IS bombing kills 125 Ramadan shoppers in Baghdad
http://www.bbc.com/news/world-middle-east-36696568
http://www.demorgen.be/buitenland/minister-gijzeling-was-niet-het-werk-van-is-bd42fde6/
Descheemaeker Luc



Dacca
CeciGian




ISIS smiling in Dhaka    Paolo Lombardi
.
03 Jul 2016









La vera rivoluzione è la pace
Perchè non accendiamo la luce?

Gio / MariaGrazia Quaranta


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Nota:

Il sopravvissuto
MASSIMO GRAMELLINI
Gianni Boschetti è l’uomo di cui tutti parlano e che nessuno invidia. Il vedovo di Claudia D’Antona, una delle nove vittime di Dacca. Colui che si è nascosto dietro un cespuglio mentre i terroristi rastrellavano gli italiani e la moglie gridava il suo nome. Sei ore è rimasto in quel cespuglio e forse non ci uscirà più, benché adesso transiti da una tv all’altra per tenere a bada il senso di colpa. Se fosse venuto allo scoperto, isolato e disarmato com’era, sarebbe morto anche lui. Ma sarebbe morto con lei.

Nelle chiacchiere ci si divide in due partiti. Quello di chi sostiene le supreme ragioni dell’istinto di sopravvivenza. E quello di chi fa prevalere l’impulso di correre dalla persona amata, pur sapendo che rispondere alla sua invocazione d’aiuto significava andare incontro a un destino segnato. Segnato, ma comune. Nell’uomo che assiste alla carneficina rintanato dietro un cespuglio qualcuno ha visto l’emblema dell’occidentale moderno. Ma è ingeneroso mettere a confronto il suo attaccamento alla vita con il sublime disinteresse manifestato dal giovane islamico a cui i terroristi avevano intimato di andarsene e che invece è voluto restare, e morire, accanto alla ragazza che amava. A parole è facilissimo uscire da quel cespuglio. Nella realtà nessuno ha i titoli per ergersi a giudice del sopravvissuto Gianni Boschetti perché nessuno si conosce talmente bene da sapere come si sarebbe comportato al suo posto, se avesse avuto la disgrazia di trovarcisi

mercoledì 22 giugno 2016

CIAONE : le vignette sui risultati dei ballottaggi

Ballottaggi elezioni comunali: dato definitivo, ha votato il 50,54%
Il M5S vince 19 ballottaggi su 20
IL PD vince solo a Milano e Bologna



Renzone

CeciGian



Se il Pd perderà il ballottaggio a Roma e Milano, Matteo Renzi si dimette?
 "Assolutamente no, abbiamo già detto che l'esito della permanenza al governo è legata al referendum costituzionale".
Il premier salva il governo dagli effetti del voto del prossimo 19 giugno.
Ma non salva il Pd. O meglio non tutto il Pd. Ospite a ‘Otto e mezzo’ il premier non nasconde che nel partito si prepara una vera e propria guerra. Perché, al massimo il Pd conquisterà “Milano, Torino”, Bologna, ma su Roma nemmeno il premier scommette.
E allora, pericolosamente a dieci giorni dal secondo turno, Renzi si lascia già andare a grida di battaglia. “Noi nel partito ci entreremo con il lanciafiamme, subito dopo i ballottaggi", dice, annunciando una resa dei conti con il solito bersaglio di sempre: la minoranza interna.



http://www.huffingtonpost.it/maurizio-guandalini/matteo-renzi-bersani-elezioni-amministrative-_b_10564892.html
Franco Portinari Portos


Fassino ed Appendino
Portos
Gava 


RAGGI
Il M5S conquista la Capitale. O meglio, quello che c'è rimasto.
Uber

CHI HA VINTO? CHI HA PERSO? TUTTO E' RELATIVo
Poi però certe previsioni si sono dimostrate esatte!
Uber





-Editoriale a Fumetti su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2016/06/20/evoluzione/
Fonte QUA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/elezioni/2016/06/19/ballottaggio-roma-raggi-giachetti-live-_8eca54f3-5432-4872-9bae-3726ceddeb8c.html
MOISE





Riverso



Vauro


Staino


Giannelli

Il lanciafiamme e l’appendino
MASSIMO GRAMELLINI
Ti candidi alla segreteria del partito e hai tutti contro, tranne i dispari e gli anarchici. Perdi, ma è come se avessi vinto. Infatti l’anno dopo vinci tu. Ti lasci riempire dalle speranze che hai suscitato: la meritocrazia, l’innovazione, la rottamazione degli apparati. In virtù della carica rivoluzionaria che emani, ti perdonano l’aria furbetta e persino lo sgambetto a Letta, indispensabile per conquistare il governo in tempo utile a vincere le Europee. Adesso puoi fare quello che hai promesso, magari andare alle elezioni e stravincerle. Invece ti impantani nei riti di Palazzo con gli Alfano e i Verdini e ti circondi, Boschi a parte, di esecutori mediocri e ruffiani. Allontani i liberi pensatori e li sostituisci - anche nei media - con falsi amici che fino a ieri stendevano stuoie a Bersani e domani le spolvereranno per Di Maio. A Palazzo Chigi hai due sottosegretari: Del Rio l’anima bianca e Lotti l’anima nera. Fai fuori l’anima bianca. Perdi contatto col mondo reale, vai solo dove sei sicuro di prendere applausi, ma i fischi ti raggiungono anche lì.

Prometti che tornerai quello di prima, però in Campania sostieni vecchi arnesi alla De Luca, mentre a Roma costringi alle dimissioni Marino - un atipico, come eri tu - e ovunque sposti a destra il partito senza intercettare i voti di destra. Ti aggrappi ossessivamente a un referendum sulle regole del gioco, anziché combattere l’oligarchia finanziaria che impoverisce i tuoi elettori. Perdi Roma, Torino e il tuo senso in questa storia. Ma puoi ancora ritrovarlo, se invece del lanciafiamme prenderai qualche appendino. In giro ce ne sono tanti e una volta piacevano anche a te.

Palazzo Vecchio
Mannelli

Da Arrivederci amore ciaone di Civati
Se diventi arrogante e volgare, non puoi rimproverare l’arroganza e la volgarità altrui. Se nella città di mafia capitale parli di un «eventuale fascicolo che sarebbe il caso che la Procura aprisse», se pur non dicendo esattamente come stanno le cose e affidandoti spesso a mezze verità scrivi #bugiarda, sappi che scivoli su un terreno dove si perdono anche le ultime distinzioni e davvero sì tutti sono uguali. E allora si vota chi è più uguale e egualitario di te.

Se apostrofi con il ciaone, in questo schema così simmetrico, speculare, verrebbe da dire reciproco, sappi che qualcuno il ciaone te lo restituirà. Con una ironia che si trasformerà presto in sarcasmo. Anzi, con il sorriso, come vuole una certa retorica: un sorriso mannaro. Anche perché non sei più tu l’outsider, sei l’insider. Ed è finito il gioco per cui potevi dare la colpa agli altri, senza spiegare come si fa a cambiare. Esattamente quanto sta succedendo a te. E alla politica italiana in generale. Che è molto più grave e preoccupante.[...]


Indicazioni
Romaniello



Grillo bingo, Renzi bongo e Mastella jr.


I giornali, nel fornire gli esiti elettorali, hanno identificato l’appartenenza  dei candidati in sole tre scissioni specifiche: “centrodestra, centrosinistra, mov. 5Stelle”.
La sinistra e la destra, per loro natura, sono ben distanti dal centro perciò da mo’ sono sparite Allorquando il centro, spuntando da un nulla  senza che manco i più s’accorgessero, ha preso possesso dell’arco istituzionale, è iniziata quella fase lassista che ci ha poi portato al ridicolo odierno chiamato partito della nazione.  Sicché par ovvio che il popolo (più alla ricotta che alla riscossa che  ancora passa per le urne rispetto all’ormai maggioranza che le ha per l’ennesima volta disertate) dopo aver suonato Renzi come un tamburo, abbia eletto l’ibrido che, pur senz’arte né parte, almeno possiede un nome. A parte (l’arte di)  Benevento che è assurta agli onori da insediamento a primo cittadino di Mastella Clemente. Mica un omonimo: è proprio quel Mastella ululà, sostenuto da sempre da quel centro ululì! Questa coerenza, in tempo d’apoteosi di banalizzazione in salsa d’ipocrita perbenismo,  è commovente: ancora c’è chi ha il coraggio di esprimersi palesemente, ovvero parla come mangia…
Ma torniamo alla vittoria dell’ibrido dentro al quale si sono convogliate idee (già ampiamente surclassati gli ideali) di destra e di sinistra. Ciascun elettore gli ha schiaffato dentro i suoi pezzi numerati attendendo  fiducioso l’estrazione di almeno un sommesso ambo sulla sua  cartella. Adesso ha solo più bisogno che il bussolotto della tombola rimanga a disposizione del croupier (pardon sindaco) che ha eletto…
21 giugno 2016



La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word from La Sora Cesira on Vimeo.
La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word



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Crozza-Renzi: “Virginia Raggi? E’ bella, sembra la Boschi ma senza il papà inguaiato”

Copertina caleidoscopica di Maurizio Crozza, che commenta per Dimartedì (La7) i ballottaggi elettorali, calandosi nei panni di Bersani: “Io contento per disfatta di Renzi? No, nelle disgrazie non si è contenti. Quando scivola la suocera in bagno, ti dispiace almeno per le piastrelleOh, ragazzi, al drogato ci interessano le pere, mica il formaggio. Bagno di umiltà per Renzi? Lui non diventa umile nemmeno se lo metti a macerare come le zucchine nel carpione” – continua – “Io, porco boia, voglio un partito lontano da lobby, vicino ai cittadini, senza inciuci con Verdini. Voglio entrare nei 5 stelle. Se solo mi spiegano bene ‘sta diavoleria di Facebook, vado a far la minoranza da Grillo. Ragazzi, se un’orata sta delle ore in bagno, non diventa mica un pesce sega“. Il comico torna nelle sue vesti e commenta il risultato a Torino: “L’avete già fatto un minuto di silenzio in ricordo di Fassino? Ciao Piero, insegna agli angeli a vincere i ballottaggi. Nel 2009 Fassino aveva detto ‘vediamo quanti voti prende Grillo’. L’idea a Grillo gliel’ha data proprio Fassino, lui non ci pensava proprioA Torino il Pd governava ininterrottamente da 23 anni. Avevano vinto il ballottaggio contro Cavour. Fino a pochi mesi fa le probabilità di espugnare Torino erano uguali a quelle che ha Travaglio di diventare direttore del Tg4. Adesso Fassino è in ballottaggio per entrare in una teca del Museo Egizio. Se la gioca con Ramsete II. Renzi ha scaricato Fassino in un nanosecondo. Nella mailing list del Pd ormai Fassino lo trovi alla voce “Spam”“. Finale imitazione del premier, che promette di essere umile: “Non mi chiamatemi più Presidente, ma semplicemente Matteo, ultimo fra gli ultimi, umile fra gli umili. In mano ho un iPhone 3, mi sono ridimensionato. E’ senza aggiornamento, si blocca ogni 5 minuti, come il Pd. Dopo un’attenta analisi politica, ho capito dove abbiamo sbagliato: Fassino e Giachetti usano ancora i pantaloni con le pences. Dovevo scegliere i candidati tra i miei follower di Instagram: il raccattapalle della Pennetta, la nutrizionista della Cristoforetti, il fonico di Fedez. Tutti tranne quei due bolliti che scambiano Netflix per un collutorio“. E aggiunge: “L’ha vista com’è bella Virginia Raggi? Sembra la Boschi, ma senza il papà inguaiato. Comunque, mi sono comportato come un vero leader del Pd, ho perso le elezioni. Più a sinistra di così. Sono preoccupato per il referendum di ottobre sulla RENZIT, l’uscita di Renzi da Palazzo Chigi. In 2 anni ho già fatto tutto quello che Berlusconi ha fatto in 20: ho promesso miracoli, ho piazzato i miei amici, ho distrutto il partito e ora sto sul cazzo a tutti“. Nel finale, Crozza saluta con una promessa: “Ciao Giovanni, ci rivediamo a settembre”
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venerdì 17 giugno 2016

Io sono Jo

Je suis Jo
I am Jo
Ich bin Jo
Yo soy Jo
Eu sou Jo
我就是我


SANGUE SULLA BREXIT, GRIDA 'BRITAIN FIRST' E UCCIDE LABURISTA

Jo Cox
Perchè una persona eccezionale come lei l'abbiamo conosciuta così tardi?


Jo non di “Piccole donne”


Si chiamava Jo come la protagonista schietta, coraggiosa, ribelle del capolavoro di Alcott. Ma era  Jo Cox, non Jo March. Jo Cox  si occupava a livello internazionale di tutto ciò che si (pre)occupa dei più deboli e in tutto ciò entrava a gamba tesa in prima persona. Come parlamentare si impegnava nei temi internazionali proiettata a discutere sulle devastazioni causate dai cosiddetti “danni collaterali” da guerre provocate  per guerre inventate da noi, così come nei temi nazionali legati alle ingiustizie dell’isolamento sociale prive di compassione e pari opportunità. Apparteneva a quella specie di Persone che, molto semplicemente, non volta la faccia da un’altra parte e, perciò, prima ancora di sapere cosa può fare per dare una mano, intanto entra dentro a ciò che guarda, che vede… E’ sicuro che gente così trova sempre il modo per rendersi poi proficuamente utile.  Per questa ragione è stata ammazzata (soppressa).
Jo è (fu…) il coraggio del sorriso spontaneo, mai artefatto,  perché è sempre con quello che si dà, che si riceve, che si condivide.
I giornali ci raccontano che l’assassino è un pazzo squilibrato appartenente a robacce naziste, peraltro di matrice statunitense: follia pura dunque! Ma da poiché  Jo era (anche) contro brexit ci può stare (?).
Ma Jo era ben altro in più! Quel “di più” che costringe la specie di Persone che non sa voltare la faccia da un’altra parte a domandarsi quanti, oltre all’insano nazi, avrebbero avuto interesse a  farla fuori da un sistema ormai radicato e conclamato.
Per dirla all’Andreotti (e ho detto tutto) : “ se l’andava cercando…
18 giugno 2016




We do not know for certain if the death of MP Jo Cox is linked the Brexit vote, but the upcoming referendum does lay bare the sharp divisions in British society. Divisions that will cause the nation to self-destruct, no matter the outcome?
17 Jun 2016






Martin Rowson on the killing of Jo Cox – cartoon




Bado

Omaggio a Jo Kox
Paride Puglia

Licht in de duisternis #JoCoxMP #brexit @delimburger
Joep Bertrams


"Mentre voi sottolineate la nostra diversità, quello che mi sorprende ogni volta di più girando il paese è che siamo molto più uniti e abbiamo molte più cose in comune gli uni con gli altri rispetto alle cose che ci dividono"
Jo COX

da ANSA

Contro la Brexit, dalla parte degli immigrati e impegnata nella difesa dei diritti umani. Senza se e senza ma. La promettente stagione di Jo Cox alla Camera dei Comuni è durata solo un anno: deputata 41enne, era stata eletta alle politiche del 2015 per la sua prima legislatura fra le file del Labour ed era per molti una grande speranza del partito, destinata ad occupare un giorno posti di responsabilità in un governo. E invece la sua vita è finita a Birstall, presso Leeds, dopo l'immancabile incontro settimanale coi suoi elettori.

Jo arrivava dal mondo del volontariato, dopo la laurea a Cambridge era stata dirigente dell'associazione Oxfam e aveva lavorato anche per Save the Children e la NSPCC, oltre ad essere stata consulente della moglie dell'ex premier laburista Gordon Brown, Sarah, attivissima in una serie di campagne in favore di giovani e immigrati. Negli ultimi mesi era poi diventata fra gli esponenti laburisti più attivi e in 'vista' nella campagna a sostegno dell'Europa e in difesa dei profughi. Aveva affermato pochi giorni fa che l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue non sarebbe stato il modo per affrontare il dossier immigrazione, come in precedenza aveva criticato il governo conservatore di David Cameron per la mancata accoglienza di migliaia di bambini in arrivo dalla Siria.

Il suo straordinario impegno per il Paese del Medio Oriente martoriato dalla guerra non finiva qui: era anche presidente del gruppo trasversale di Westminster chiamato 'Friends of Syria'. Si era astenuta nel voto ai Comuni sul via libera all'azione militare britannica nel Paese del Medio Oriente, affermando che serviva una soluzione di ampio respiro per risolvere il conflitto. Ma era favorevole a un'azione internazionale per favorire una transizione a Damasco. Era anche presidente del Labour Women's Network, che riunisce le donne laburiste, e aveva sostenuto la nomina di Jeremy Corbyn a leader del partito per poi cambiare idea, e votare per la candidata blairiana Liz Kendall. L'arrivo alla Camera dei Comuni non era stato facile: la sua candidatura in un seggio del West Yorkshire era stata criticata dagli avversari conservatori, che l'avevano vista come una scelta piovuta dall'alto per una esponente che non aveva legami con l'elettorato locale. Ma la sua passione aveva messo a tacere i detrattori.

Jo si definiva prima di tutto "una mamma": due i figli avuti dal marito Brandon Cox, anch'egli un attivista politico. La coppia aveva scelto di vivere su una barca convertita in abitazione ormeggiata vicino al Tower Bridge di Londra. Mentre tutti aspettavano notizie sulle condizioni della donna il marito ha pubblicato sul suo profilo Twitter una foto di lei, sorridente sullo sfondo della sua Londra: l'ultimo sorriso di Jo.

Brendan Cox, Jo’s Husband: 5 Fast Facts You Need to Know