Un abbraccio alla famiglia di Giulia e a quelle di tutte le altre...
GIO / Mariagrazia Quaranta
" tu sei MIA"...
Bruno Bozzetto
Un abbraccio alla famiglia di Giulia e a quelle di tutte le altre...
GIO / Mariagrazia Quaranta
" tu sei MIA"...
Bruno Bozzetto
GIO - Mariagrazia Quaranta
https://cartoonmovement.com/cartoon/armita-geravand
La 16enne Armita Geravand, finita in coma 28 giorni fa dopo essere stata picchiata dalla sorveglianza della metropolitana di Teheran a causa di un diverbio perché non indossava il velo, è morta. Secondo la Ong Hengaw, quella mattina la ragazza originaria di Kermanshah aveva incontrato la polizia morale. La morte cerebrale era stata accertata lo scorso 22 ottobre.
Armita era in stato vegetativo al Fajr Hospital di Tehran. Le sue foto nel letto con la testa fasciata in una benda e la gola bucata dalla tracheotomia erano state postate accanto a quelle di Mahsa Amini, nella stessa condizione. Una fonte anonima aveva raccontato al giornale Iran Wire che «la ragazza è stata portata in ospedale con il codice 99». «Codice 99» significa che la persona è in arresto cardiaco o arresto respiratorio e necessita di rianimazione.
Il video immediatamente successivo alle sue percosse aveva fatto il giro del mondo: nel filmato non si vede niente di che cosa era successo all’interno del vagone della metropolitana ferma alla stazione di Shohada, a Teheran, ma la telecamera riprende quello che accade dopo. Un gruppo di ragazze senza velo ne trascinano fuori un’altra priva di sensi e la adagiano sulla banchina. È proprio Armita, 16 anni, studentessa del Conservatorio Arawa Al-Wusghi di Teheran. Erano le 7 e Armita stava andando a scuola con un gruppo di compagne. Era a capo scoperto, come ormai fanno molte giovani della capitale. Secondo la Ong Hengaw, quella mattina la ragazza originaria di Kermanshah ha incontrato la polizia morale. Gli agenti l’hanno aggredita così brutalmente - forse spingendola, forse colpendola alla testa - che il trauma cranico era diventato coma. Tutto perché non osservava la legge islamica: non indossa l’hijab.
https://cartoonmovement.com/cartoon/im-not
Marco De Angelis
6 October 2023
Iranian blood
Activists have accused Iran's morality police of assaulting 16-year-old Armita Geravand for not wearing a headscarf in a Tehran metro station, leading to her hospitalization with serious injuries. The allegations come just weeks after the one-year death anniversary of Mahsa Amini the 22-year-old woman who died in the custody of the morality police after being arrested for allegedly not wearing her headscarf properly.
https://cartoonmovement.com/cartoon/iranian-blood
#ArmitaGarawand #Iran #DonnaVitaLibertÃ
Armita. Oggi su @repubblica
E proprio oggi è stato assegnato il #Nobel per la #Pace all'attivista iraniana #NargesMohammadi
6:09 PM · 6 ott 2023
Mauro Biani
#Iran: cittadini esprimono la per l’uccisione di #ArmitaGeravand con slogan quali “Morte al regime infanticida", "Ucciderò chiunque abbia ucciso mia sorella", "Morte alla Repubblica Islamica" e "Morte a Khamenei, l'oppressore".
— Samira (@samiraardalani) October 30, 2023
pic.twitter.com/Q0bJDagsXw
Per SergioSe ne va un grandissimo amico.Un affabulatore eccezionale, una persona splendida dotata di grande senso dell'umorismo".Dino Aloi, vignettista e storico della satira, conosceva Staino dal 1983 e con lui aveva un forte legame."Era molto preciso nelle sue vignette, riusciva a far sorridere anche raccontando aneddoti, le sue esperienze. Gli abbiamo attribuito nel 2002 il premio Giorgio Cavallo. Fu una grande festa: ci intrattenne con i suoi ricordi, anche quelli su Cavallo che conosceva bene" ricorda Aloi che, con Claudio Mellana, organizzò in quell'occasione una grande mostra dedicata a Staino a Moncalieri (Torino)."Ha quasi inventato un genere perché da comunista - osserva Aloi - diventò l'anima critica del Pci: attraverso il suo personaggio Bobo ha raccontato il teatrino della politica degli ultimi quarant'anni. Ha fatto satira politica vista dall'interno, un grande intellettuale della sinistra che amava e però criticava, Non potevi non volergli bene. Era un geniale battutista, bravissimo anche disegnatore. Ultimamente purtroppo tutti sanno che aveva problemi di vista" Staino aveva creato la copertina per Buduar, la rivista satirica online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto. Insieme hanno tenuto conferenze sulla storia della satira. "A scoprirlo - ricorda Aloi - fu nel 1979 Oreste del Buono che pubblicò le sua vignette su Linus. Fu direttore dell'Unità e prima, nel 1986, l'inventore di Tango, il supplemento dell'Unità , poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra. Ha ideato supplementi come La domenica del cavaliere, molto divertente e raffinato, Emme. Amava molto i giovani. La stessa ElleKappa maturò proprio con lui"."Mi mancherà tantissimo, oltre che un amico, era la persona giusta a cui chiedere un consiglio", dice con tristezza Aloi.
Ciao Direttore
Ti ringrazio di avermi fatto fare un pezzetto di strada con Te. Grazie alla pubblicazione su Buduà r e su L'Unità , quando eri Direttore del giornale, ho vissuto la bellissima avventura del World Press Cartoon.
Conservo le tue email con molto affetto!
Gio
Addio a Giorgio Napolitano. L’ex capo dello stato aveva 98 anni. È stato il primo Presidente della Repubblica italiana a essere rieletto per un secondo mandato.
RE GIORGIOIl 5 agosto 2011 arriva la famosa lettera della Banca comune europea a firma del presidente uscente Claude Trichet e da quello designato Mario Draghi. A novembre Berlusconi prende atto di non avere più una maggioranza parlamentare alla camera. I titoli di stato sono sotto una serie di attacchi speculativi.Napolitano si accorda con Berlusconi: approvata la finanziaria il premier si dimetterà . Così avviene. Napolitano intanto ha nominato Monti senatore a vita. Subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio viene chiamato a palazzo Chigi. Ed è per questa mossa che “salva” l’Italia – secondo alcuni, la rovina secondo altri – che il New York Times definisce Napolitano «Re Giorgio», per la sua volitiva scelta di andare oltre le prerogative presidenziali e dirigere dal Quirinale la scelta.fonte: https://www.editorialedomani.it/politica/italia/giorgio-napolitano-morte-ricordo-vita-98-anni-japt1pi7
#Napolitano
"Quando eravamo re"
Mauro Biani
Se n’è andato uno dei personaggi politici più rilevanti degli ultimi cinquant’anni e, in particolare, del primo scorcio di questo secolo, in cui Giorgio Napolitano ha infranto una regola non scritta e inaugurato il doppio mandato presidenziale, poi replicato da Mattarella.
Esponente più autorevole dell’ala migliorista del Partito Comunista, Napolitano è stato per anni amato, rispettato e combattuto con la stessa veemenza, come capita solo ai grandi personaggi.
Ma è stato, in modo a volte decisionista e spesso impopolare, argine ai populismi in ascesa, nel pieno della più grande frattura della Seconda Repubblica.
Non ha mai avuto il carisma naturale di un Pertini né l’empatia di un Mattarella, ma Giorgio Napolitano è stato a suo modo la perfetta incarnazione di una stagione di mezzo di cui, prima e meglio di altri, ha intuito la degenerazione, al punto che in molti oggi, a distanza di anni, ne rivalutano l’azione e il pensiero.
Napolitano aveva 98 anni. Gli sia lieve la terra.
Lorenzo Tosa
Giorgio Napolitano
Marilena Nardi
#Disegno #inchiostro #ritratto #caricatura #napolitano #GiorgioNapolitano #italia
MISERIA E NOBILTA'
sul mio Blog ho trovato più di 80 vignette ispirate allo scomparso "re" Presidente Napolitano.
Per chi vuole basta "cliccare" sull'etichetta del suo nome.
Luci ed ombre inevitabili nella sua lunga vita politica.
Uno dei peccati che da destra non gli hanno mai perdonato è la caduta di Berlusconi che poi ha cercato di far dimenticare analogamente alla sua vecchia militanza comunista.
Ne scelgo una in relazione alla sua napolitanità e in ricordo d un altro grande napoletano , le altre, se ne aveste voglia, potreste scorrerle sul blog.
Gianfranco Uber
A volte ritornano
Mario Natangelo
#Napolitano #giorgionapolitano Il Fatto Quotidiano #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo
Il cordoglio bipartisanIn quasi 70 anni di attività politica, ci sono stati molti Giorgio Napolitano.
C’è stato il Napolitano filo sovietico del 1956, c’è stato il Napolitano migliorista che ha anticipato la svolta socialdemocratica, c’è stato il Napolitano contro Berlinguer sulla questione morale, c’è stato il Napolitano che tesseva legami con Washington (e Kissinger lo chiamava "il mio comunista preferito"), c’è stato il Napolitano al Viminale che ha inventato i primi centri per migranti, c’è stato il Napolitano presidente della Repubblica che firmava tutte le leggi ad personam di Berlusconi, comprese quelle che poi la Consulta dichiarerà anticostituzionali.
Ma l’impronta politica più forte sulla storia del Paese Napolitano l’ha lasciata nel 2011, quando caduto Berlusconi lui decise, dal Quirinale, di non sciogliere le Camere e di fare Mario Monti premier. Per l’Italia, quello fu un bivio: se si fosse votato con ogni probabilità avrebbe vinto il Pd di Bersani, allora alleato con Vendola e Di Pietro, i sondaggi erano unanimi.
Invece il Presidente scelse l’uomo della Troika, il Pd fece disgraziatamente sua quell’agenda d’austerità e in un anno e mezzo di Monti milioni di voti si spostarono dal centrosinistra ai Cinque Stelle, così nel 2013 alle urne ci fu il pareggio e poi le larghe intese.
Non si sa come sarebbe andata la storia, se Napolitano avesse deciso diversamente. Si sa però che il Quirinale si fece da arbitro neutrale a giocatore in campo, decidendo anche il risultato della partita.
E forse partì così quella deriva presidenzialista che oggi la destra vuole formalizzare, stravolgendo la Costituzione.
Alessandro Giglioli
È MORTO NAPOLITANO, L’AMIKO AMERIKANO
È l’unico «comunista» cui gli Stati Uniti abbiano concesso il visto d’ingresso. Per ritirare un Premio intitolato a Henry Kissinger, il Segretario di Stato americano regista del golpe di Pinochet, responsabile dell’assassino di Salvador Allende e dell’eccidio di migliaia di cileni. Dotato di un’altezzosità non comune, che gli valse il discutibile nomignolo di «Re Giorgio», Napolitano fu, nel Pci che si vantava del proprio monolitismo, il più autorevole esponente della corrente migliorista. Ne facevano parte riformisti all’acqua di rose il cui scopo era sorpassare i socialisti da destra. Tirate le somme, GP è stato uno dei peggiori presidenti della Repubblica. Tra le sue ultime performance, l’incarico di governo a Matteo Renzi. Per indubbi requisiti elettorali, ma soprattutto per affinità elettive.
Ivano Sartori
Riccardo Mannelli