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venerdì 14 agosto 2015

Cecil The Lion , the cartoons.

Che cosa è una vita palestinese Worth? #CecilTheLion #WasBurnedAlive
Latuff


Zimbabwe. Il clamore generato dalla morte del leone Cecil, simbolo del paese, lascia perplessi i cittadini dello Zimbawe
«Sì, è crudele. Ma io non capisco tutta questa storia. Ci sono così tanti problemi più urgenti in Zimbabwe, scarsità d'acqua, mancano l'elettricità, il lavoro ... e la gente fa tanto rumore per un leone? "  Eunice Chunice , un residente della capitale Harare  intervistato sul sito New Zimbabwe(qui l'articolo originale)



La notizia: Cecil, leone maschio, stella di Hwange National Park (Zimbabwe), è stato ucciso da un dentista americano il 1 ° luglio del 2015. L'americano avrebbe pagato 55.000 dollari per avere il trofeo. Egli si dichiara ignaro che fosse un animale protetto. Il felino è stato attirato fuori dal parco con inganno e qui ferito prima con una freccia e poi ucciso e decapitato.

Tanta l'indignazione nel mondo e tante le vignette che vanno oltre alla notizia con tanti e diversi interrogativi a seconda della nazionalità dell'autore.



Sondron



Pierre Ballouhey
Tous les dentistes ne sont pas des ordures comme Walter James Palmer. Il y en a qui aiment les lions et qui les soignent, mais ils n'en mènent pas large.



Peter Brookes



Dave Brown per The Indipendent



Ed Hall



African Lion
BY AREND VAN DAM, POLITICALCARTOONS.COM  -  7/29/2015


Bastard of the year
Stephff art



Riverso



The killed lion Cecil
BY MARIAN KEMENSKY, SLOVAKIA  -  8/1/2015





Bruno Bozzetto disegno del 2014, ma purtroppo sempre attuale

venerdì 17 aprile 2015

Armenian genocide centenary

"La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite. La prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo, ha colpito il vostro popolo armeno"
Papa Francesco

Armenian Question    Paolo Lombardi
.
16 Apr 2015


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Stirpe armena: cent’anni di solitudine

di Nadia Redoglia
Lo sterminio di centinaia di migliaia tra donne uomini e bambini non perché individui nemici, ma in quanto facenti parte di “gruppo” nazionale istituito per cultura, religione, ceppo etnico, politiche sociali ed economiche, si chiama genocidio.
E’ termine coniato dal giurista polacco d’origine ebraica R. Lemkin e pubblicato nel 1944 negli Stati Uniti. Lo scrittore spiegava “…atterrito (soprattutto per l’impunità freddamente accordata al colpevole) dalla frequenza del male, dalle grandi perdite in vita e cultura…”.
 A partire dal 24 aprile 1915 è ciò che avvenne in Turchia contro l’etnia armena per mano dei nazionalisti di “Unione e Progresso” capitanato da Talaat, Enver e Djenal, partito nato dal movimento dei Giovani Turchi. E’ storia che combacia con l’inizio alla prima guerra mondiale e la Germania, allora alleata turca, nella seconda perpetrò poi l’olocausto.

Che oggi così come ieri il governo turco neghi il genocidio armeno (forse perché da quel fatto partì la Turchia moderna con il suo padre della patria Ataturk?) è insulto per il popolo armeno e subito dopo per il resto dell’umanità. Se il genocidio turco fosse stato denunciato e scolpito ogni anno nella memoria degli uomini a partire dai loro capi di Stato mondiali fin dalla fine della prima guerra, forse il genocidio della seconda almeno 5 volte più pesante non sarebbe avvenuto nella freddezza con cui l’abbiamo subito, voltando la faccia dall'altra parte.

E oggi, proseguendo a negare, quanti sono i genocidi che non stiamo riconoscendo?

16 aprile 2015


Which Genocide?    Marian Kamensky
Tensions between Turkey and the Vatican as Pope Francis calls the killing of Armenians by the Ottoman Empire the first genocide of the 20th century.
13 Apr 2015



TURKEY CHARGE    Hassan Bleibel
ARMENIAN GENOCIDE
13 Apr 2015




Armenian genocide
BY AREND VAN DAM, POLITICALCARTOONS.COM - 4/2/2015


La verità ti fa male lo so
Bandanax


Génocide arménien
04/16/2015 par Michel Kichka
Par sa déclaration qualifiant le génocide arménien d’être le premier perpétué au 20ème siècle, le Pape François 1er a fâché Erdogan qui a rappelé son ambassadeur du Vatican et a remonté les bretelles de l’ambassadeur du Vatican à Ankara.
Chaque année la reconnaissance du génocide arménien provoque un même tollé en Turquie qui continue de le nier.
Entre 1915 et 1916 et en 1923 sont massacrés 1,2 millions d’arméniens par le parti nationaliste turc de l’Empire Ottoman.
En 2015, 21 pays ont reconnu le génocide.

Beppe Mora
-

Erdogan, genocide
BY RAINER HACHFELD, NEUES DEUTSCHLAND, GERMANY  -  1/25/2012


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A cent’anni dal genocidio degli armeni, polemica fra il papa e il governo turco

Luigi Sandri 

Grande giornata armena, a Roma, il 12 aprile: papa Francesco ha ricordato ufficialmente il centenario del Metz Yeghern (il Grande Male), cioè l’inizio del genocidio del popolo armeno nell’impero ottomano, cominciato il 24 aprile 1915. Il pontefice ha celebrato messa nella basilica vaticana, insieme al patriarca cattolico di Cilicia degli armeni, Nerses Bedros XIX Tarmouni; ad essa hanno assistito Karekin II, supremo patriarca e catholicos di tutti gli armeni, e Aram I, catholicos della Grande Casa di Cilicia (di Antélias); presente anche il presidente dell’Armenia, Serz Sargsyan. Poi Francesco ha ricevuto tutte queste personalità, consegnando loro un apposito messaggio, nel quale ricordava: «Un secolo è trascorso da quell’orribile massacro che fu un vero martirio del vostro popolo, nel quale molti innocenti morirono da confessori e martiri per il nome di Cristo… Il vostro popolo, illuminato dalla luce di Cristo e con la sua grazia, ha superato tante prove e sofferenze, animato dalla speranza che deriva dalla Croce… Questa fede ha accompagnato e sorretto il vostro popolo anche nel tragico evento di cento anni fa che “generalmente viene definito come il primo genocidio del XX secolo” (come afferma la Dichiarazione comune firmata da Giovanni Paolo II e Karekin II il 27settembre 2001, a Etchmiadzin, la città santa degli armeni, vicino a Erevan)».

Auspicando che «questa dolorosa ricorrenza diventi per tutti motivo di riflessione umile e sincera e di apertura del cuore al perdono, che è fonte di pace e di rinnovata speranza», Francesco ha auspicato: «Dio conceda che si riprenda il cammino di riconciliazione tra il popolo armeno e quello turco, e la pace sorga anche nel Nagorno Karabakh. Si tratta di popoli che, in passato, nonostante contrasti e tensioni, hanno vissuto lunghi periodi di pacifica convivenza, e persino nel turbine delle violenze hanno visto casi di solidarietà e di aiuto reciproco. Solo con questo spirito le nuove generazioni possono aprirsi a un futuro migliore e il sacrificio di molti può diventare seme di giustizia e di pace». Il Nagorno Karabakh è una regione dell’Azerbaigian, abitata prevalentemente da armeni, da quasi trent’anni in contrasto con il governo di Baku, e che oggi vive praticamente indipendente, senza però che tale situazione sia accettata dall’Azerbaigian.

Infine, il papa ha assicurato che sarebbe stato spiritualmente presente, il 23 aprile, ad Etchmiadzin, alla cerimonia di canonizzazione dei martiri della Chiesa apostolica armena (non in comunione con Roma) e, in luglio, alle commemorazioni del Metz Yeghern che si terranno ad Antélias. E, come segno della particolare attenzione della Chiesa romana agli armeni, Francesco lo stesso 12 aprile ha proclamato «dottore della Chiesa» san Gregorio di Narek. Era, questi, un monaco e presbìtero armeno – vissuto nel secolo X nella zona armena dell’Anatolia orientale, vicino al lago di Van – già ai suoi tempi famoso per la santità di vita e per le sue profonde riflessioni teologiche.

Ankara ha risposto, immediatamente e con durezza, al papa: il governo, infatti, già poche ore dopo il discorso papale ha richiamato in patria l’ambasciatore turco presso la Santa Sede e ad Ankara ha convocato per spiegazioni il nunzio Antonio Lucibello.

Sulla stessa linea il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, che ha criticato a sua volta il Papa per le dichiarazioni sul genocidio armeno a suo parere «senza fondamento» e ispirate da «lobby politiche e ditte di relazioni pubbliche».

Perché questa reazione?

Giovanni Paolo II e il catholicos Karekin II nel 2001 avevano firmato a Etchmiadzin una Dichiarazione comunenella quale ricordavano che quello del 1915 contro gli armeni fu il primo «genocidio» del XX secolo. Quello, però, era uno scritto. Era invece la prima volta che – come ha fatto Francesco – in un discorso un papa utilizzasse un termine intollerabile per il governo turco. Sullo sfondo, una diversa interpretazione degli eventi del 1915. Gli armeni – e la loro tesi è stata via via sostenuta non solo dalla gran maggioranza degli storici, ma anche da una ventina di parlamenti nel mondo – sostengono infatti che autorità ottomane decisero, formalmente e cinicamente, lo sterminio di quanti più armeni fosse possibile, in modo da liberare il paese da quella troppo numerosa minoranza; e così morirono un milione e mezzo di persone, parte direttamente fucilate o impiccate, parte di stenti nella via dolorosa che portava la gente verso i deserti della Mesopotamia. La tesi turca, invece, sostiene che non vi fu nessun piano di eliminazione degli armeni; afferma che circa trecentomila di essi morirono, sì, ma vittime del caos che allora regnava nel decadente impero ottomano, in preda a varie bande; d’altronde, sottolineano i turchi, allora anche quattro milioni di musulmani perirono, vittime di opposte fazioni.

Ad acuire l’aspra reazione turca a Bergoglio, è stato il fatto che il papa ha equiparato il genocidio armeno con quelli compiuti dai nazisti e da Stalin. Ha detto, infatti, Francesco: «La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come “il primo genocidio del XX secolo” [la citata Dichiarazione Comune]; essa ha colpito il vostro popolo armeno – prima nazione cristiana [dal 301] –, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci. Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi. Le altre due furono quelle perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo. E più recentemente altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia». Al che il ministero degli esteri turco ha replicato a spron battuto: la dichiarazione del pontefice «è discutibile sotto tutti i punti di vista, è basata sul pregiudizio, distorce la storia e riconduce il dolore sofferto in Anatolia nelle particolari circostanze della Prima Guerra Mondiale ai membri di una sola religione».

15 aprile 2015



The Armenian Tragedy 
© Chappatte in The International New York Times



Justice After Genocide    Eray Özbek
Justice is a relative term, and justice applied to genocide is very difficult to determine. For more perspectives on international justice, click here.
16 Apr 2013



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La categoria della delusione

La categoria della “delusione” non viene considerata, quando si parla di affari esteri. Si parla di successo, insuccesso, approvazione, disapprovazione; tutt’al più, di auspici e aspirazioni. La delusione sembra una faccenda troppo intima. Un sentimento personale, poco spendibile nel mercato della politica internazionale. Ma la Turchia ha deluso molti di noi, in Europa.

“Voglio diffidare il Papa dal commettere ancora questo errore e lo condanno”. “Quando i politici e i religiosi fanno  il lavoro degli storici non dicono verità, ma stupidaggini”. Non c’era bisogno della reazione stizzita del presidente Erdogan alle parole di Papa Francesco sul “genocidio degli armeni” per capirlo. La Turchia, un Paese su cui la UE aveva puntato molto, ha scelto purtroppo un’altra strada. La storia di questi ultimi dieci anni lo dimostra: i morti in piazza, le censure, il padre-padrone da non contraddire. Tutto questo, con l’Europa, non ha niente a che fare. Gli italiani – quelli che leggono i giornali e non si limitano a un viaggio-premio a Istanbul – l’hanno capito. Prima o poi, vedrete, lo capirà anche il governo italiano.

Sulla politica estera personalizzata di Berlusconi, stendiamo un velo pietoso. Ma Gentiloni e Gozi, ministro e sottosegretario agli esteri, sanno come stanno le cose. Sanno che le parole dell’appello lanciato oggi da Antonia Arslan e Rav Laras vanno condivise: “Se si inizia ‘per opportunità’ a negare un genocidio, per motivi di diversa ‘opportunità’ se ne potrà domani negare un altro, chiudere gli occhi su quello in corso dei cristiani di Oriente (e di zoroastriani e yazidi)”. Ripetiamolo, quindi: il genocidio armeno è stato una delle grandi vergogne europee del XX secolo. Chi lo nega si colloca tra i negazionisti. Una categoria sulla quale una studiosa italiana, Valentina Pisanty, ha scritto, probabilmente, il libro definitivo (“L’irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo”, Bompiani 2014).

Molti turchi sono pronti a fare i conti col passato. Li hanno fatti i tedeschi, gli italiani, i serbi, i croati, i bosniaci; anche gli inglesi e i francesi, perché neppure la storia dei vincitori è priva di macchie e vergogne. Se così non fosse, la delusione europea si estenderebbe da un governo a una nazione. Ma non credo arriveremo a questo punto. La Russia di Putin è una delusione sufficiente, per quest’inizio di secolo.

(dal Corriere della Sera)

Beppe Severgnini

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#ArmenianGenocide
Armenian genocide centenary: MEPs urge Turkey and Armenia to normalize relations
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Nota:
L’uso del termine è controverso perché secondo Ankara non si sarebbe trattato di un genocidio, cioè della volontà di eliminare un popolo, ma di massacri e deportazioni da inquadrare all’interno del contesto della prima guerra mondiale. Anche sul numero delle vittime non c‘è accordo: per la maggior parte degli storici, e per gli armeni, tra il 1915 e il 1917 sarebbero state uccise un milione e mezzo di persone, per la Turchia fra i 300 e i 500 mila armeni e altrettanti turchi.

sabato 4 aprile 2015

Easter calvary in Kenya


di Steve Breen

Post-Tiz: Kenya
di Tiziano Riverso
03 Apr 2015


Easter calvary in Kenya
Elchicotriste


Easter calvary in Kenya II    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Christians are being sistematically exterminated in subsaharian Africa.
03 Apr 2015



DisEaster    Giuseppe La Micela
Isis
04 Apr 2015


Terror Cross
BY AREND VAN DAM, POLITICALCARTOONS.COM  -  4/2/2015



Attenzione immagini forti.
La scuola, l’istruzione, il sapere. Fanno paura.
Mauro Biani


Thinker
Garissa University Kenya
Joep Bertrams


Ali Dilem
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2 Apr 2015 - Attacco di un commando armato al campus universitario di Garissa, nel nord-est del Kenya, a 150 chilometri dalla frontiera con la Somalia. Il bilancio provvisorio, riferiscono fonti del ministero dell’Interno, è di 147 morti.  Quattro degli aggressori sono stati uccisi. Il campus conta 815 studenti e circa 60 insegnanti. L’attacco è stato rivendicato dalle milizie al Shebab
la notizia



Roma, 3 Apr - "La sete del tuo padre misericordioso che in te ha voluto abbracciare, perdonare e salvare tutta l'umanità ci fa pensare alla sete dei nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per a loro fede in te, sotto i nostri occhi o spesso con il nostro silenzio complice".

Lo ha detto il papa nel rito della via crucis al Colosseo, al quale hanno preso parte decine di migliaia di persone.

domenica 22 marzo 2015

Eclissi di sole e di Lupi

20 marzo 2015 eclissi parziale di sole.
L'ombra parziale è invece stata visibile in tutta Europa, oltre che nell'Africa occidentale e del nord, in Medioriente, in Russia e Kazakistan.
L'allineamento di sole-terra-luna ha determinato quella che è stata battezzata "marea del secolo". In Francia è previsto un valore di 119 su una scala massima di 120: presso il Mont Saint-Michel il mare raggiungerà i 14 metri d'altezza qualche ora dopo il massimo dell'eclissi. A Venezia è prevista una marea di 75 cm (circa 20-25 centimetri in più della media) Successivamente all'eccezionale alta marea, si verificherà anche un'equivalente bassa marea estrema. Ma oltre all'interesse scientifico del fenomeno, l'eclissi ha influenzato anche la satira e l'humour, che a seconda del paese dove vivono i diversi artisti, vi hanno visto qualcosa della loro realtà.

In Italia 




Eclissi
CeciGian


venerdì 14 novembre 2014

Storica missione: il lander della sonda Rosetta atterra sulla cometa 67P


Dopo dieci anni nello spazio, il lander Philae della sonda Rosetta è atterrato sulla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.

La missione è una delle più importanti degli ultimi anni ed ancora più importante perché è tutta europea .
 Rosetta è una missione dell'ESA Spacecraft Operations Centre (ESOC) di Darmstadt, in Germania
Il robot studierà l’origine del sistema solare
L'obiettivo della missione è lo studio delle comete in particolar modo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La missione è formata da due elementi: la sonda vera e propria Rosetta e il lander Philae, atterrato il 12 novembre 2014 sulla superficie della cometa 67P/Churyumov Gerasimenko

Il nome della sonda Rosetta deriva dalla stele di Rosetta perché si spera che la missione sveli dei segreti riguardanti il sistema solare e la formazione dei pianeti ed tale risultato è paragonato come importanza alla decifrazione dei geroglifici egizi.
Il nome del lander Philae dal nome di un'isoletta sul Nilo, dove fu ritrovato un obelisco con iscrizioni in greco e geroglifico.

QUI LE VIGNETTE DAL MONDO DELL'EVENTO, SEGUE in fondo IL VIDEO ANIMATO DELL'ESA PER SPIEGARE AI RAGAZZI LA MISSIONE

Dalcio


Comet Landing
By Larry Wright, CagleCartoons.com - 11/12/2014



Comet Landing
By Adam Zyglis, The Buffalo News - 11/12/2014


Rosetta è scesa sulla cometa
 Tiziano Riverso


Comet Landing
By Mike Keefe, Cagle Cartoons - 11/13/201
[Questo può portare solo guai!
Gli europei
atterrano su "Nuovo Mondo" veicolo spaziale
cometa]


 
Comet Border Security
By John Darkow, Columbia Daily Tribune, Missouri - 11/13/2014


Comet Probe
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 11/13/2014



Landing on a comet
By Jimmy Margulies, Politicalcartoons.com - 11/13/2014


Rosetta
By Arend Van Dam, politicalcartoons.com - 11/12/2014


My cartoon Thursday . In space no-one can hear Dave scream: the Farage has landed
Peter Brookes

Adams -Telegraph

 
 DES TRACES DE VIE SUR LA COMÈTE HOLLANDE. Le dessin du Monde de ce mercredi 12 novembre.
Plantu

Europe's Space Odyssey
Chapatte


Probe lands on a comet
Chapatte


Fulvio Fontana



Nello spazio profondo
Natangelo


Magnasciutti



PANE E COMPANATICO
Impresa incredibile,
quella della sonda spaziale Rosetta.
E' riuscita ad atterrare
niente meno che su una cometa.
Fino ad ora avevamo visto rosette col salame,
col formaggio e con la Nutella,
ma mai con una cometa !!
Roberto Mangosi


Gava


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ESA ha voluto un video animato per spiegare ai bambini la missione Rosetta

Dopo un viaggio lungo dieci anni, Rosetta e Philae avevano finalmente raggiunto la loro destinazione – la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Rosetta trascorse molte settimane a studiare la superficie della cometa, inviando tanti dati sulla Terra… ma dove sarebbe atterrato Philae? Dopo molto lavoro, gli scienziati riuscirono a trovare il miglior posto per l’atterraggio di Philae, ed entrambe le sonde non vedevano l’ora di cominciare questa nuova avventura. Sotto gli occhi del mondo intero, Rosetta e Philae avrebbero affrontato la loro sfida più impegnativa...


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LInks:


Rosetta second Earth swing-by Q&A (ESA)
 Rosetta, un lungo viaggio(AENIGMATICA)
Philae è arrivato sulla superficie della cometa (Le Scienze)
Rosetta(sonda spaziale) Wikipedia
Abbiamo mandato un robot su una cometa. Con tre euro e mezzo a testa(Il Disinformatico)
Rosetta (Internazionale)
Philae, missione compiuta. Dopo 10 anni di viaggio, lo sbarco sulla cometa
Ciao Philae, ciao-INAF