domenica 4 giugno 2017

Siria è morta Ayse Deniz Karacagil.

Ayse Deniz Karacagil
dal libro Kobane Kalling di Zerocalcare


(E' sempre antipatico puntare i riflettori su una persona specifica, in una guerra dove la gente muore ogni giorno e non se la incula nessuno. Però siccome siamo fatti che se incontriamo qualcuno poi per forza di cose ce lo ricordiamo e quel lutto sembra toccarci più da vicino, a morire sul fronte di Raqqa contro i miliziani di Daesh è stata Ayse Deniz Karacagil, la ragazza soprannominata Cappuccio Rosso. Turca, condannata a 100 anni di carcere dallo stato turco per le proteste legate a Gezi Park, aveva scelto di andare in montagna unirsi al movimento di liberazione curdo invece di trascorrere il resto della sua vita in galera o in fuga. Da lì poi è andata a combattere contro Daesh in Siria e questa settimana è caduta in combattimento.
Lo posto qua perché chi s'è letto Kobane Calling magari si ricorda la sua storia.)
Zerocalcare

il post originale su Facebook:






E’ con queste parole che Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, autore del fumetto a metà fra diario di viaggio e graphic journalism Kobane Calling, ha voluto ricordare Ayşe Deniz Karacagil, giovane turca condannata a 100 anni di carcere per le proteste a Gezi Park nel 2014, uccisa in combattimento al confine tra la Turchia e la Siria, di cui aveva parlato nel libro.

Nata ad Antalya nel 1993, Ayse Deniz Karacagil aveva partecipato alle proteste di Gezi Park nel 2013 per poi essere arrestata con l’accusa di militanza in organizzazione terroristica tra i separatisti del PKK, tra le prove la sciarpa rossa che indossava sempre, considerato simbolo di socialismo; veniva infatti soprannominata “Cappuccio rosso”. Condannata a 100 anni di carcere, era stata messa in libertà vigilata dal giudice, per poi unirsi alla divisione femminile delle milizie curde, la YPJ, impegnata nella liberazione di Raqqa dagli uomini dei Califfo al Baghdadi e nella difesa della regione autonoma del Rojava.


L'omaggio di Paolo Lombardi ( http://www.repubblica.it/esteri/2017/06/01/news/siria_morta_ayse_deniz_karacagil_combattente_curda_raccontata_da_zerocalcare-166951053/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P6-S1.4-T2 )

Ritratto di Zerocalcare

Su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli

e l'intervista di Antonio Gnoli

a Zerocalcare

Zerocalcare: "L’armadillo è la mia coscienza, che fatica stare con le persone"
Il fumettista, al secolo Michele Rech, dall’adolescenza frequenta il mondo dei centri sociali romani. Ed è grazie a questa rete che nel 2015 va a Kobane, per dare solidaretà al popolo curdo: dall’esperienza nasce la storia di "Kobane Calling"

di ANTONIO GNOLI

Come la gallina di Cochi e Renato, anche il mammut è un animale intelligente. Me lo vedo comparire effigiato su un muro della stazione della metropolitana di Rebibbia, quartiere periferico di Roma. Il pachiderma ha un'aria rassegnata. Sembra una mongolfiera uscita dalla preistoria. Sul groppone è salita un po' di gente. Sono personaggi disegnati da Zerocalcare. Questo esempio di street art porta la sua firma. Leggo delle scritte. La più eloquente dice: "Qui ci manca tutto", "Non ci serve niente". Nella sua asciutta e ironica sintesi, vale un trattato di sociologia urbana. C'è anche scritto, sulla testa del bestione: Welcome to Rebibbia.

Benvenuto dove: nel paese dei sogni, dell'autarchia, della disperazione? Rebibbia, carcere a parte, ha un'aria solida e tranquilla. Zerocalcare, al secolo Michele Rech, ci vive da sempre. Vado a trovarlo. Per la sua fama di fumettista merita di essere stanato. Ho appena letto la nuova edizione de La profezia dell'armadillo (Bao Publishing), l'esordio con cui si è imposto su lettori e critica. Zerocalcare scrive e disegna storie malinconiche e surreali, ma tutte inclini a raccontarci il suo mondo quotidiano: la famiglia, i vicini di casa, gli amici e gli insopportabili.

Sei uno complicato?
"Preferirei definirmi "complesso", mi immagino come una persona che difficilmente si lascia decifrare".

Posso dirti una cosa?
"Di' pure".

Fa troppo caldo in questa casa.
"Patisco il freddo. Vivo la casa come un rifugio. È orribile dirlo così, ma è la verità: qualunque dentro è meglio di qualunque fuori".

Ne " La profezia dell'armadillo" vivi in casa con questo animale che sembra un incrocio tra un pitbull e una tartaruga. Chi è l'armadillo?
"Rappresenta la mia coscienza, che tende a chiudersi su di sé. Ho una parte inaccessibile e so di esserne anche molto geloso. Ti sto mostrando il lato più meschino".

È un animale della preistoria, un sopravvissuto.
" Ha aggirato le leggi dell'evoluzione, attraversando il tempo. Se credessi nella reincarnazione vorrei reincarnarmi nell'armadillo".

Basta che sia il tuo alter ego.
"È la voce principale. Poi ce ne sono altre. A volte mi ritrovo ospiti in casa. Gente che si accampa nel salone per una settimana. L'armadillo si allarma; entra in ansia; mi rimprovera; mi dice: che cazzo fai, non reagisci? Buttali fuori!".

E tu?
"Provo a ignorarlo. Ma so che è la mia voce autentica. Però mi sforzo. Lascio che il flusso delle altre voci invada il mio spazio. Si lotta spesso per la vita o per la morte. Chi mi legge pensa di conoscermi, ma non è così. Per me è faticoso passare molto tempo con le persone. È faticoso andare in vacanza, anche in coppia".

Faticoso perché?
"Mi costringe a indossare una deprimente maschera sociale. Dopo qualche ora ho nuovamente bisogno di stare solo".

Quando sei solo che ti succede?
"Mi rigenero".

Voglio dire che gesti fai?
"Non lo so. A volte incastro la testa tra due cuscini del divano, da un'angolazione tale per cui riesco a vedere la televisione. Oppure vado a correre. Oppure leggo. Gesti per me normali. Mi sono molto mancati quando sono andato a Kobane".

Ti riferisci al viaggio da cui hai ricavato "Kobane calling"?
"Sì, parliamo del 2015".

Come era nato quel progetto?
"Dai centri sociali legati al popolo curdo. Abbiamo chiesto alla comunità curda di raccontarci quello che accadeva e ci sembrava tutto molto intenso e drammatico. Abbiamo deciso di andare lì, portare medicinali e imparare qualcosa da quella situazione".

In quanti siete partiti?
"In sei. Il primo viaggio è durato una decina di giorni. Siamo rimasti sul confine tra la Turchia e la Siria. La seconda volta dalla Turchia siamo entrati in Iraq e poi in Siria".

Come hai vissuto l'impatto?
" Ogni cosa che pensavo o dicevo mi sembrava, all'inizio, filtrata dalla fascinazione dell'esotico. Quando ho scoperto che era tutto vero, ho provato una grande emozione".

Questa è la tua parte accessibile?
"C'ho messo parecchio a rendermene conto".

Più o meno quando è successo?
"Potevo avere sedici anni, è coinciso con la scoperta dei centri sociali. Mi sono immerso in una vita comunitaria che crea legami molto forti. Col tempo è diventato quasi tutto il mio mondo esterno".

Non ti spaventa una dipendenza così forte?
"No, mi spaventa piuttosto sapere che questi mondi hanno difficoltà legate alla burocrazia comunale, alle minacce di sfratto e al fatto che si sta sui telegiornali solo perché sei considerato violento".

Non mi hai spiegato cosa fa un centro sociale.
" La cosa importante sono i servizi che offre al quartiere: scuole per grandi e per immigrati, palestra, cibo, concerti. Tutto a prezzi popolari, fuori dal mercato".

Resta un mondo chiuso.
"C'è un equivoco su questo. La parte chiusa, che non ha bisogno di aprirsi verso l'esterno, è quella punk, una sottocultura musicale con i suoi codici. Il lavoro politico del centro ricomprende anche la gestione dei concerti, ma non si esaurisce con essi".

Come hanno reagito al tuo successo?
" Una parte con indifferenza, un'altra storcendo un po' il naso, infine ci sono quelli cui il mio lavoro è piaciuto".

Si erano accorti della tua bravura?
"Non credo proprio. Del resto il lavoro che ho fatto per il centro sono disegni di locandine, manifesti, cose del genere su cui non interviene nessuna decisione individuale".

Nel senso?
"È l'assemblea che decide cosa disegnare e cosa scrivere".

Non ti provoca disagio?
"No, si tratta di regole. Se le accetti non ti puoi lamentare. Il disagio lo provavo per un'altra cosa. Avrei preferito spillare birra al bancone o strappare i biglietti ai concerti piuttosto che disegnare".

Perché?
"Perché il mio lavoro si svolgeva a casa, da solo, e mi atterriva questa specie di piccola catena di montaggio".

Non hai detto che ti piace stare da solo?
"Sì, ma quello che svolgevo era un lavoro comune e non accettavo di doverlo fare in solitudine".

Nella solitudine si fa altro?
"Nella solitudine stai con te stesso, con la tua parte inaccessibile. Ti racconto una cosa. Quando ho cominciato a immaginare 'sta storia e ho preso a disegnarla, mi si è aperto un problema enorme. E mo' che faccio? A chi lo dico? Come reagiranno?".

Reagiranno chi?
" Le persone del centro sociale. Avevo disegnato queste piccole storie e mi vergognavo di farle vedere. E allora le ho tenute per me, finché un giorno le ho messe sul Facebook personale".

Era un modo per raccontarti?
"Direi di sì e a pensarci credo che la molla di tutto questo sia stata la morte di un'amica".

Che cosa ti ha fatto scattare?
" Pensavo a cosa, fino a quel momento, era stata la morte di persone vicine a me. Compagni e amici che se ne erano andati e che venivano ricordati dal mio mondo politico attraverso i suoi codici: un manifesto, un concerto, un incontro. Invece la morte di Camilla mi era da subito sembrata estranea a quel mondo. Avevo il terrore che se non avessi fissato la sua immagine non l'avrei più ricordata, l'avrei persa definitivamente, cancellata anche dalla memoria".

Hai un rapporto angoscioso col tempo?
"Ce l'ho con il passato; ma anche con quello che sto vivendo. Ora, ad esempio, ho l'ansia opposta".

Cioè?
"Disegnando Camilla, mi chiedo se non stia sostituendo il simulacro alla persona vera; se quell'immagine che realizzo di lei non impoverisca la Camilla che era stata e che non sarà più".

C'è sempre uno scarto, un resto con cui fare i conti.
" Per me più che un resto è un vuoto che non riesco mai a riempire del tutto. Non è un discorso razionale che ti sto facendo; ma so che la memoria, con i suoi riti e le sue forme, tradisce immancabilmente lo spirito autentico del ricordo".

Forse è inevitabile.
"Forse è solo il frutto della mia ansia. Il mio rapporto angoscioso col tempo, si manifesta nel vedere ogni cosa dalla prospettiva della sua fine".

Hai provato a superarlo?
"Ogni tentativo di risolvere questo rapporto, mi pone immancabilmente davanti ad altre domande".

Una scappatoia è provare a viverle certe cose, senza chiedersi dove andranno.
"Non riuscirci mi fa campare male. Vorrei crearmi delle solide fortezze che mi facciano scivolare addosso tutto. Forse è questa la ragione per cui reputo molto importante l'ambiente comunitario".

Com'eri da bambino?
"Una frana introversa. Alle feste, da adolescente non ballavo, non mangiavo, non parlavo. Poi avvenne l'incontro con Camilla. All'inizio degli anni Novanta. C'era una canzone che ci coinvolse: Bailando bailando. Anche qui, l'emozione che provai allora si trasformò in routine quando trasferii quella colonna sonora nel mio fumetto".

Forse stai ancora cercando il tuo limite.
"Che intendi?".

Dove finisce il dentro e comincia il fuori. Sono due legislazioni diverse che vanno accordate.
" Per me è difficile che comunichino. Mi piacerebbe che si fondessero. Ma non ci riesco. Mi tengo la mia zona invalicabile".

Hai mai lavorato fuori dai fumetti?
"Ho lavorato in aeroporto. Cronometravo le file al check-in, cioè quanto tempo impiegava una persona per lasciare il bagaglio e avere il posto in aereo".

Che lavoro era?
"Serviva a valutare l'efficienza di chi stava allo sportello. Tra le altre cose che facevo c'era anche l'intervista al passeggero. Dovevo interrogarlo, con una scusa, e scoprire i suoi gusti, i suoi spostamenti, e alla fine farmi dare il suo cellulare che sarebbe stato usato dall'azienda per scopi pubblicitari. Venivo pagato a seconda del numero di cellulari che riuscivo ad ottenere".

Un incubo per uno come te.
"Neanche tanto, l'aeroporto mi dava la sensazione di appartenere a un mondo più ampio".

Lo rimpiangi?
"No, anche se quello che venne dopo non fu molto meglio. Trovai una collocazione in uno studio di animazione. Facevo gli storyboard. Tutte le mattine da Roma a Formello. Per strapparmi l'ansia di dosso, mi fermavo una mezz'ora a guardare un gregge di pecore".

Ansia, perché?
"Non sapevo se sarei stato capace di realizzare quello che mi veniva imposto. Un giorno mi fu chiesto di disegnare un cavallo dal basso, cioè dalla soggettiva di uno gnomo dentro un fosso. C'ho provato, senza riuscirci. E allora ho detto che stavo male e me ne sono andato. E non sono più tornato. È stato un lavoro senza talento. Non era richiesto. Anzi guai a manifestarlo".

Quando hai cominciato a disegnare fumetti?
" Il primo fumetto fu quello legato ai fatti del G8 di Genova, nel 2001. Poi sono venute le cose più personali".

Che rapporto hai con i tuoi genitori?
"Vivono nel mio stesso quartiere. I miei erano separati; sono cresciuto con mia madre. A 23 anni sono andato via di casa. Non ce la facevo più. La distanza di qualche centinaio di metri ci ha fatto bene".

Hai conservato un buon rapporto?
"In questo senso sono molto figlio. A volte mi mette in crisi vederli così fragili. Mi fa quasi rabbia".

Cosa intendi?
"Si risvegliano degli istinti orribili. Se li vedo piangere mi verrebbe voglia di allontanarli a spintoni. In quei momenti non provo nessuna empatia. È disumano. Non riesco a gestire il dolore dei miei".

Perché è troppo forte?
" Non lo so, ma è come se riversassi su di loro un'immagine che non è restituita. Uno specchio cieco".

Hai imparato a lavorare sulle tue crisi?
" Da molto tempo non faccio altro. E sono le uniche cose che riesco a raccontare bene".

La sofferenza può diventare un impedimento.
"I fumetti che mi riescono meglio sono quelli influenzati dal dolore. Quelli fatti con mestiere non mi piacciono. Il problema è che non puoi dare tutte le tue crisi in pasto al pubblico. Devi decidere quale è l'asticella. E poi saltare".

Hai molto successo, come te lo vivi?
"Non ci penso; negli ultimi anni sono stato impegnato nel lavoro. Poco tempo fa mi sono concesso un'intera giornata libera e ho sentito una nostalgia fortissima e inspiegabile. Ho ricordato di quando avevo otto anni e sentivo quella stessa malinconia verso il passato. Ho ripensato al quartiere in cui sono nato e nel quale vivo e dal quale non riuscirei mai a separarmi".


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Kobane Calling, Zerocalcare tra diario e graphic journalism

venerdì 2 giugno 2017

W la Repubblica!

W la Repubblica!
e
W la Costituzione!


W la Repubblica!
Gio



BUONA FESTA DELLA REPUBBLICA A TUTTI !
Moise


Buona Festa della Repubblica!
Perazzolli



Festa della Repubblica
Cecigian



2 giugno 1946
Ugo Sajini















giovedì 1 giugno 2017

Legge elettorale: modello tedesco

Modello tedesco
© Pillinini

Sturmtruppenillum
Da qualche giorno ci dicono che la nostra legge elettorale sarà una falsariga del  modello tedesco. Tenuto conto che discreta parte degli elettori italiani ignora in toto i criteri con i quali ha eletto  i suoi governi fin dal 18 aprile ’48  (oggi, su 50milioni di elettori assai meno della metà conosce almeno la differenza tra capo di Governo e capo di Stato),  è chiaro quanto dunque possa capire il popolo italiano del “modello tedesco” (!) che i tedeschi, a seguito del (loro) ’48 sono riusciti a costruire e mantenere unificando il popolo almeno nel momento in cui gli si chiede scientemente di eleggere il suo leader secondo due criteri fondamentali: Costituzione e  Grande Coalizione. Ovvero: primo voto per il soggetto (leader) che meglio dimostra coerenza per i dettami costituzionali, secondo voto per quel partito che meglio fornisce impulsi per poter lavorare con  quel leader e perciò con lui coalizzarsi. Stante il successo Merkel (e quelli prima di lei) possiamo affermare che la maggioranza dell’elettorato tedesco è consapevole su chi e cosa votare, visto che raggiunge l’obiettivo.
Siccome noi, in proprio, non siamo capaci di costruire “qualcosa” e men che meno “qualcuno”  oltre ilridiculum (mattarellum porcellum rosatellum & affinum), ecco che scegliamo di copincollare a caso, qua e là, senza ordine preciso da qualcun altro. Perché il modello tedesco? Perché noi quanto a “Verfassung”  abbiamolapiùbelladelmondo più che sufficiente per lingua e orecchi Quanto a “Große Koalition” da sempre lo traduciamo in  Grande Inciucio  più che sufficiente per tutto il resto del corpo, cervello compreso.  



Alla tedesca
Cecigian



Vauro

Vauro


Sogliola alla tedesca
Portos



La soglia
Nuova Legge Elettorale quasi fatta. Restano ancora discordanze sulla percentuale minima di voti per accedere al Parlamento che potrebbe determinare la sparizione dei piccoli partiti.
Superato questo ultimo ostacolo sembrerebbe ormai segnata la sorte del Governo Gentiloni.
UBER

Accordo PD-FI
Giannelli



Ellekappa



Mauro Biani

Concorso Vinacria 2017: i vincitori

Vinacria 2017 "Il Vino e la Sicilia" - II Edizione
Termini Imerese 26-27 Maggio 2017 - Villa Comunale Nicolò Palmeri


I VINCITORI:

PRIMO CLASSIFICATO:
ATHOS CAREGHI (MILANO)
"UN CALICE DI VINO SICILIANO"




SECONDA CLASSIFICATA:
SILVIA TUMMINELLO (PALERMO)
"UNITED COLOURS OF SICILY"



TERZO CLASSIFICATO:
ALBERTO GIANELLI (VERONA)
"LA SICILIA DA BERE"


Menzione Speciale: Marco Fusi "Trinacria enologa"


Premio IAURU E DUCI: Ottavia Pia Zerilli "Re di Coppe (di vino)"



Premio VIGNA NICA: Pietro Vanessi "No good sicilian dinner without good sicilian wine"

 I premi consistono in una "selezione
dei migliori vini e prodotti gastronomici di eccellenza siciliana"
Prosit!!!

Sono stati assegnati da una prestigiosa giuria:

GIURIA - DARIO GIANUARIO "SEGNI INDELEBILI"


GIURIA - MARCO DE ANGELIS "VINO DI SICILIA"



GIURIA - NINO SCHILLECI "EROI D.O.C."



GIURIA - FRANCO DONARELLI "NERI SICILIANI"


http://www.iaurueduci.it/#!/vinacria

sabato 27 maggio 2017

Scandiano, FestivalLOVE : VignettiAMO Si può ridere dell'amore?

















Queste ed altre qui nell'evento FB


Da Scandiano R.E: Vignettiamo
Si può ridere dell’amore? E se ne può ridere anche cogliendone gli aspetti più contraddittori e assurdi? E anche arrivare a toccare quelli più tragici? E magari tutto questo può anche aiutare a riflettere?

E’ la sfida che anche quest’anno ha raccolto un nutrito gruppo di autori satirici che si cimenteranno sul tema dell’Amore con una mostra, installazioni e disegni dal vivo presso lo spazio di via Magati.

I protagonisti sono Anarkikka alias Stefania Spanò, all’anagrafe non più giovanissima, ma non ci fa caso. Napoletana, ma non fa caso neanche a questo. Silenziosa dalla nascita, ha sempre disegnato, ma da quando le piace parlare, vignetta pure. Si definisce illustrautrice. Racconta di violenze su donne e bambini, di disparità e discriminazioni, di diritti umani e diritti negati. Le tavole di Unchildren, E’ nata donna, Non chiamatelo raptus, Violenza assistita, vengono esposte in mostra itinerante in tutta Italia e per l’occasione di festivaLOVE sbarcheranno anche a Scandiano.

Altro protagonista e coordinatore del gruppo di vignettisti, Gianlorenzo Ingrami alias Cecigian, vincitore di molti premi tra i quali Una vignetta per l’Europa, Spirito di Vino di Udine, CartooSEA di Fano Campionato della Bugia di Le Piastre (PT) e l’Award of Excellence, è stato selezionato per la campagna #SaveTheArctic di Greenpeace Italia. Nel 2016 ha vinto il premio speciale Il Tirreno all’Internet Festival di Pisa. Ha collaborato con l’Unità, il manifesto, Pubblico, Frigidaire, Il Nuovo Male e CEM Mondialità. Attualmente pubblica con Avvenire ed è membro del Cartoon Movement.


Fabio Magnasciutti è illustratore e musicista, vive a Roma, ha al suo attivo numerosi libri, ha illustrato diverse campagne per aziende tra le quali Saras, Enel, Api, Montedison. Tra le sue collaborazioni figurano la Repubblica, l’Unità, il Misfatto, gli Altri, Linus, Left, il Manifesto. Ha curato sigle e animazioni dei programmi Che tempo che fa edizioni 2007 e successive e di Pane quotidiano (RAI 3) Ha realizzato illustrazioni per il programma AnnoZero edizione 2010-2011 e Servizio pubblico. Insegna illustrazione editoriale presso lo IED di Roma. Collabora da oltre dieci anni con la Repubblica e dal 1993 al 2005 ha lavorato come docente presso l’Accademia dell’Illustrazione di Roma. Dal 2005 tiene corsi all’Istituto Europeo di Design e nello stesso anno fonda con Lorenzo Terranera e Alessio Morglia la scuola di Illustrazione Officina B5. Nel 2015 riceve il Premio per la satira di Forte Dei Marmi.

Vignettista/illustratore/artigiano di Venezia Marco Gavagnin alias Gava ha collaborato con numerose riviste (Unità, Fatto Quotidiano, Pubblico, Pupù, Yanez, Ruvido, Vernacoliere, MicroMega, Unione Sarda) e per molti blog italiani ed esteri. Disegna per istituzioni e case editrici, si occupa di illustrazione per l’infanzia e di satira. Si dedica a tempo pieno alla satira, convinto che sia l’unico mezzo per poter continuare a galleggiare nella drammatica realtà.



Gradito ritorno dopo la partecipazione a festivaLOVE 2015, è quello di Fabrizio “Bicio” Fabbri pittore, disegnatore, umorista. I suoi punti di riferimento vanno dall’arte metropolitana newyorkese di Keith Haring e Basquiat alla migliore tradizione del fumetto sociale e umoristico. Sperimenta diverse tecniche di pittura e disegna fumetti e vignette per celebri riviste di satira come Frigidaire, Zut, Cuore, Renudo, XL, Emme, Ellin Selae.  Nel 2007 riceve il Premio per la satira di Forte Dei Marmi.  Nel 2011 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 2015 alla biennale del muro dipinto di Dozza. Nel 2015 ha vinto il primo premio, sezione fumetto, alla rassegna internazionale di satira e umorismo di Trento.


Sono numerosissime le  collaborazioni di Giorgio Franzaroli negli anni su riviste ormai storiche (Frigidaire, Il Nuovo Male, Emme, Linus). Nel 2008 riceve il Premio internazionale della satira di Forte Dei Marmi. Attualmente è vignettista satirico per Il Fatto Quotidiano.

Fulvio Fontana ha cominciato a pubblicare vignette satiriche venticinque anni fa su un giornale di quartiere. Ha pubblicato sull’Unità, sul Male di Vauro, su Vincino e su Pubblico. Oggi pubblica su Left e su un giornale on line di Monza Il Dialogo. Tutti i giorni pubblica almeno una vignetta,  sulla sua pagina FB.


Gabriele Corvi, in arte Lele Corvi di Codogno (LO), disegna vignette, strisce e storie autoconclusive. Pubblica su diversi giornali e siti dedicati all’umorismo oltre che, da anni, sull’agenda Comix. Ha collaborato e collabora con numerosi giornali, riviste, quotidiani, agende, siti web, partecipato a mostre collettive e personali e concorsi nazionali ed internazionali, vincendone anche qualcuno, pubblicato libri. Attualmente le sue vignette si possono leggere quotidianamente sull’Eco di Bergamo e su Avvenire. E’ in uscita in questi giorni “Tobi esploratore”, nuova avventura di un fortunato personaggio di libri per bambini.

Davide Ceccon, umorista della matita e del testo, vignetta (verbo), illustra, fotografa e scrive. Ha esordito alla fine degli anni ottanta su quotidiani veneti per poi passare a Snoopy (Rizzoli), Dodo (Mondadori), Messaggero dei Ragazzi (Ed. San Antonio PD) con il personaggio Lilo e Bilbo. Ha disegnato le tavole di Volfango e Costanza per Comix (Franco Cosimo Panini Editore). Disegna per la Smemoranda dal 1991. Collabora a L.A.V. con il super eroe BatBilbo, illustra favole, libri scolastici, calendari e biglietti augurali. Scrive racconti senza illustrazioni.


Lorenzo Vannini nel 2005 frequenta un corso di illustrazione e disegno satirico presso la Libera Accademia delle Belle Arti di Firenze, sotto la docenza di Lido Contemori; in seguito pubblica un sequel su Rosso Fiorentino, mensile della stazione radio Controradio, pubblica illustrazioni sulla rivista Left e realizza una personale presso il foyer del Teatro Puccini di Firenze. Vince nel 2006 il primo premio alla rassegna nazionale di umorismo e satira di Dolo (VE), e realizza una personale presso la palazzina di Forte Belvedere a Firenze. Nel 2009 partecipa alla collettiva “Molto tumore per nulla” organizzata in memoria di Luca Scarpellini e viene inserito nel “Dizionario dei vignettisti toscani”. Prende parte nel 2012 alla collettiva “Cuori Infranti” svoltasi al caffè letterario Giubbe Rosse di Firenze.
26 maggio – 28 maggio
Dal 26 maggio alle 18:00 al 28 maggio alle 19:00
Via Cesare Magati, 8 Scandiano Reggio Emilia

giovedì 25 maggio 2017

In anteprima i vincitori del World Press Cartoon Caldas da Rainha 2017


Cari amici del blog, tra pochi giorni sapremo e vedremo le opere premiate della più importante manifestazione di vignette politiche internazionali e caricature, il World Press Cartoon , che quest'anno si terrà a Caldas da Rainha, nota località termale portoghese.

Con enorme gioia, tra i 9 artisti premiati 
c'è una artista italiana, Gio!


Qui sotto un mio tentativo di traduzione , in fondo al post l'articolo originale.
Fonte LUSA

 Il World Press Cartoon 2017,  premia due disegnatori brasiliani, tra i nove vincitori delle varie categorie  che si conosceranno il 10 giugno a Caldas da Rainha.

I premi del World Press Cartoon 2017 saranno assegnati a Fernandes e Baptistão (Brasile), Gio (Italia), Bonil (Ecuador), Cost (Francia), Kountouris (Grecia), Alireza Pakdel (Iran), Toshow (Serbia) e Swen (Svizzera), così ha annunciato oggi a Lusa , il cartoonist Antonio, organizzatore del World Press Cartoon (WPC).

La cerimonia di premiazione avrà luogo nel grande auditorium del Centro Culturale e Congressi (CCC) di Caldas da Rainha, il prossimo 10 giugno e in quella data saranno resi noti i premi alle opere  che mettono in luce temi caldi come "i rifugiati, il terrorismo, la Brexit e l'elezione di Donald Trump."

I premi saranno assegnati durante uno spettacolo in cui la musica sarà della Begin Big Band, composta da musicisti professionisti portoghesi, il cui repertorio fa riferimento ai classici delle orchestre jazz degli anni 1950. L'intrattenimento sarà curato dal  belga Elliot e dalla portoghese Maria Rueff.

Quella notte sarà inaugurata nel CCC, una mostra che include le opere scelte tra un insieme di 267 cartoni animati, fumetti editoriali e disegni umoristici, "che compongono la storia di un intero anno, culture diverse, opere in cui i fumettisti ritraggono e criticano il piano del mondo con nitidezza e sorriso ", ha detto António Antunes a Lusa.

Nella mostra, che sarà aperta al pubblico (con ingresso gratuito) fino al 10 agosto, sono rappresentati i cartoonist di 168 giornali e riviste di 51 paesi, selezionati da una giuria internazionale che si è riunita a Caldas da Rainha, nel mese di aprile, composta da António Antunes, l'organizzatore portoghese, Ross Thomson, Gran Bretagna, Hermenegildo Sábat, Uruguay, Angel Boligán, Messico, e Zoran Petrovic, Germania.

Il WPC si svolge per la prima volta a Caldas da Rainha, in un rilancio dell'iniziativa, infatti purtroppo lo scorso anno non si era tenuto a causa della mancanza di sponsor.

L'evento, che è nato a Sintra nel 2005, e poi si è trasferito nel 2014 a Cascais, ha subito, nel 2015, una riduzione del valore monetario del premio, per un totale di 25.000 euro, che porta alla organizzazione considerata no condizioni per la loro manutenzione.

Il supporto di  Câmara das Caldas das Rainha per l'evento annuale dell' umorismo disegnato nella stampa internazionale della Regina è venuto che si terrà al CCC e consente ora "affrontare l'edizione 2017 con ottimismo," in attesa del fumettista che "il pubblico è interessato" di 12 ° edizione della manifestazione.

La cerimonia di premiazione avrà inizio alle ore 21:30, il 10 giugno, e i biglietti hanno un costo di 1,5 euro, limitato alla capacità della sala di 600 posti a sedere.



Brasil lidera prémios do World Press Cartoon 2017
O Brasil lidera este ano os prémios do World Press Cartoon, com dois cartoonistas entre os nove vencedores, que vão conhecer as categorias em que são distinguidos a 10 de junho, nas Caldas da Rainha.

As obras vencedoras do World Press Cartoon 2017 têm assinatura de Fernandes e Baptistão (Brasil), Gio (Itália), Bonil (Equador), Cost. (França), Kountouris (Grécia), Alireza Pakdel (Irão), Toshow (Sérvia) e Swen (Suíça), revelou hoje à agência Lusa o cartoonista António, organizador do World Press Cartoon (WPC).

A entrega dos prémios terá lugar no grande auditório do Centro Cultural e de Congressos (CCC) das Caldas da Rainha, no próximo dia 10 de junho, data em que "serão conhecidas as categorias em que vence cada um dos premiados" da edição que, segundo o mesmo responsável, põe em destaque temas como "os refugiados, o terrorismo, o Brexit e a eleição de Donald Trump".

Os prémios serão entregues durante um espetáculo em que a música estará a cargo da Begin Big Band, constituída por músicos profissionais portugueses, cujo repertório remete para os clássicos das orquestras de jazz dos anos de 1950. O humor será protagonizado pelo belga Elliot e pela portuguesa Maria Rueff.


Nessa mesma noite será inaugurada, no CCC, uma exposição que integra os trabalhos premiados entre um conjunto de 267 caricaturas, cartoons editoriais e desenhos de humor, "que fazem a história de todo um ano, olhares de diferentes culturas, obras em que os cartoonistas retratam e criticam o andar do Mundo, com a acutilância do sorriso", sublinhou António Antunes à Lusa.

Na mostra, que ficará patente ao público (com entradas livres), até ao dia 10 de agosto, estão representados 168 jornais e revistas de 51 países, selecionados por um júri internacional de cartoonistas que se reuniu, nas Caldas da Rainha, em abril, e que integrou, além de António Antunes, Ross Thomson, da Grã-Bretanha, Hermenegildo Sábat, do Uruguai, Angel Boligán, do México, e Zoran Petrovic, da Alemanha.

O WPC realiza-se pela primeira vez nas Caldas da Rainha, num relançar da iniciativa que no ano passado não aconteceu, por falta de patrocínios.

O certame, que tinha lugar em Sintra desde 2005, mudou-se em 2014 para Cascais e sofreu, em 2015, uma redução no valor monetário dos prémios, que ascendem a um total de 25 mil euros, levando a que a organização considerasse não haver condições para a sua manutenção.

O apoio da Câmara das Caldas das Rainha para que o evento anual do desenho de humor na imprensa internacional passou a ser realizado no CCC e permite agora "encarar a edição de 2017 com otimismo", esperando o cartoonista que "o público se interesse" pela 12.ª edição do certame.

A cerimónia de entrega de prémios terá início às 21:30, de 10 de junho, e as entradas têm o custo de 1,5 euros, limitada à lotação da sala com 600 lugares.

La giuria: da sx a dx Antonio Antunes (Portogallo), Ross Thomson (Gran Bretagna), Hermenegildo Sabat, (Uruguay),  Angel Boligan, (Messico), e Zoran Petrovic (Germany).

The WPC 2017 Jury meeting was held in Caldas da Rainha, Portugal, and the winners were selected. The prized works came from Brazil, Ecuador, France, Greece, Iran, Italy, Serbia and Switzerland. In the photo, the 2017 Jury, from left to right: António Antunes, from Portugal, Ross Thomson, from Great Britain, Hermenegildo Sabat, from Uruguay, Angel Boligan, from Mexico, and Zoran Petrovic, from Germany. The awards will be announced next 10th of June in www.worldpresscartoon.com and in a ceremony to be organized in the Caldas da Rainha Cultural and Conference Center.

mercoledì 24 maggio 2017

The Manchester Arena attack

Manchester Arena 23/05/2017 ore 22.34: La follia del terrorismo semina morte ad un concerto di teenager a Manchester, dove un kamikaze si è fatto esplodere al concerto di Ariana Grande, idolo delle teenager, in una arena affollatissima di giovanissimi e di genitori: almeno 22 morti, almeno 120 i feriti e 12 dispersi. Ci sono anche bambini tra le vittime, la più piccola aveva otto anni. Ci sono poi almeno 12 piccoli gravemente feriti, tutti sotto i 16 anni. L'Isis rivendica l'attentato affermando, tramite l'agenzia Amaq, che uno dei suoi membri ha compiuto l'attacco.
Who is smaller...?
Adams


Morten Morland on the Manchester Arena attack
pic.twitter.com/xpPxdlMnJE



Steve Bell on the Manchester Arena attack
The Guardian



Peter Brookes‏
 My cartoon Wednesday @TheTimes on Monday night's atrocity #ManchesterBombing pic.twitter.com/J22P0qjuiX


Perazzolli



Murderers at concert...    Ramses Morales Izquierdo
Murderers at concert...
24 May 2017


The last note    Marco De Angelis
...
23 May 2017









Manchester Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
...

23 May 2017



Mourning in Manchester.
 Today's cartoon. http://www.omaha.com/opinion/jeff-koterba-may-cartoon-mourning-in-manchester/article_d96a256e-3ffa-11e7-990c-83d8cb55e5d5.html
Jeffrey Koterba




Plantu




Natangelo



Mauro Biani