giovedì 29 gennaio 2015

Prossimo Presidente?

Prossimo Presidente?

Post in costruzione .... attenzione lavori in corso!

Amato?
non ce lo vedo proprio?
Marilena Nardi



Ugo Sajini


Toto nomi
Portos


Giannelli - Corriere della Sera



http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/index_201105.shtml


http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/index_201105.shtml


Tiziano Riverso


Il nome è Mattarella
Riverso



Mario Airaghi



Beppe Mora


Riccardo Mannelli



GLMart

La foto mancante
MASSIMO GRAMELLINI
Continuano a vedersi, ma a non farsi vedere. Ogni amore proibito finisce per lasciare una traccia fotografica. Invece la relazione clandestina più chiacchierata d’Italia resta avvolta nel buio come un vertice del Cremlino ai tempi del Pcus. Eppure Renzi e Berlusconi non fanno della ritrosia l’elemento fondante del loro carattere. Da sempre Berlusconi abita la vita pubblica alla stregua di un gigantesco studio televisivo in cui si muove con il celebre sorriso celentanoide stampato sopra il fondotinta. Quanto a Renzi, accetterebbe di scattare un selfie anche con un palo della luce (che non gli facesse ombra). Entrambi amano la politica a fumetti che comunica attraverso la potenza evocativa delle immagini. E sanno che l’assenza di tracce visive dei loro incontri furtivi non fa che accrescere i sospetti di chi li osserva dall’esterno pensandone tutto il male possibile. Allora perché si rifiutano di farsi ritrarre, non dico mano nella mano, ma almeno uno accanto all’altro?

Forse una risposta va cercata proprio nel ruolo sacrale che gli amanti del Nazareno affidano all’immagine. Se ormai una cosa esiste davvero solo quando viene immortalata da un flash, la coppia «Father and Son» trova più conveniente non esistere. L’ex direttore di Canale 5, Massimo Donelli, ha suggerito ai due burattinai di farsi fotografare mentre guardano insieme davanti alla tv l’elezione del «loro» Presidente della Repubblica. Temo resterà deluso. L’insolita riluttanza di entrambi nasconde ragioni politiche, ma anche più intime. Per Renzi potrebbe trattarsi persino di un refolo di imbarazzo. Per Berlusconi di un problema di inquadrature.




impatto del nazareno
Portos



Il patto col giaguaro
Natangelo


Intanto
Natangelo


Ellekappa


Leo Magliacano


Presidenziadi
Kurt





Vauro


Focherellum
Focherellum nel patto del Nazareno per il Presidente della Repubblica (Mattarella?).
Intanto Grillo, tra i suoi candidati, mette anche l’ex -Gargamella- Bersani
Biani



Monarchia e Repubblica
Non so come andrà a finire. Rispetto a due anni fa è un mortorio (d’altronde encefalogramma-renzi, dopo aver fatto fuori bersani e letta). Ora sbuca fuori Mattarella. Nella situazione data (encefalogramma… etc.) dice “l’ennesimo democristiano”. Beh Napolitano era comunista. E’ un mondo difficile.
Mauro Biani






TOTOPRESIDENTE
Matteo promette il nome
alla quarta votazione.
Il paese trema.
Mangosi


TAPPEZZERIA INSACCATA
 Nonostante le smentite,
qualcosa ci dice che un nome ci sia già.
Mangosi

Obsequies for King Abdullah of Saudi

My cartoon Saturday @TheTimes. Obsequies for King Abdullah of Saudi #humanrights #SaudiArabia
Peter Brookes


King Abdullah dead Hassan Bleibel
saudi shadow
23 Jan 2015




King Abdullah Dies
Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Elchicotriste: 'All the petrodollars in the world are not enough to avoid death.'
23 Jan 2015




Paying Respects
BY JOHN DARKOW, COLUMBIA DAILY TRIBUNE, MISSOURI - 1/28/2015



Saud beneath the sod
BY DAVID FITZSIMMONS, THE ARIZONA STAR - 1/28/2015





Michelle Obama Unveiled
BY RICK MCKEE, THE AUGUSTA CHRONICLE - 1/28/2015







Michelle Obama senza velo oscurata dalla televisione dell’Arabia Saudita


Libertà d'espressione
Magnasciutti


Whipping
BY PETAR PISMESTROVIC, KLEINE ZEITUNG, AUSTRIA - 1/17/2015




Mort du roi d'Arabie Saoudite Liberte-Algerie (PAGE OFFICIELLE du quotidien Liberté)
#Dilem

martedì 27 gennaio 2015

"Giornata della Memoria".


27 GENNAIO 2015
Come dice Moni Ovadia, un giorno per tutte le memorie, di tutti i genocidi, di tutte le vittime innocenti e di tutti i martiri per le libertà.
(CARTOONMOVEMENT)
UBER

La rosa bianca
Die Weiße Rose
The White Rose
http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Bianca
http://en.wikipedia.org/wiki/White_Rose
http://de.wikipedia.org/wiki/Wei%C3%9Fe_Rose






Prima di tutto vennero a prendere gli zingari.
 E fui contento perché rubacchiavano.
 Poi vennero a prendere gli ebrei. 
E stetti zitto, perché mi stavano antipatici. 
Poi vennero a prendere gli omosessuali, 
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. 
Poi vennero a prendere i comunisti, 
ed io non dissi niente, perché non ero comunista. 
Un giorno vennero a prendere me, 
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
Bertolt Brecht



Riverso



...per il giorno della memoria.
Perazzolli




PER NON PERDERE LA MEMORIA
Il 27 Gennaio sarà la Giornata della Memoria.
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L’Editoriale a Fumetti di oggi si ispira a questa ricorrenza:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giorno_della_Memoria
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La vignetta è visionabile anche sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/15743705314/
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…e sulla rubrica “MoisEditoriali” di afNews.info QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/01/27/la-giornata-della-memoria/
Moise


"Giornata della Memoria".
Paolo Morelli


Memoria
CeciGian


mn-giornata-del-ricordo_low.jpg

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa sovietica liberarono il campo di concentramento tedesco di Auschwitz, ad ovest di Cracovia, nel sud della Polonia. Mentre si avvicinavano, le SS iniziarono l’evacuazione. Circa 60 mila prigionieri furono costretti a marciare verso ovest, la maggior parte, per lo più ebrei, verso la città di Wodzislaw nella parte occidentale dell’Alta Slesia. Migliaia di persone furono uccise in fretta nei giorni precedenti, il più possibile.
Durante la marcia della morte le SS spararono a quelli che, stremati, non potevano continuare a camminare. per il gelo e la fame. Morirono in più di 15 mila. Quando entrò, settant’anni fa, l’esercito sovietico trovò e liberò oltre 7 mila sopravvissuti, malati e moribondi.
Si stima che circa 1,3 milioni di persone siano state deportate ad Auschwitz tra il 1940 e il 1945. Di queste, almeno 1,1 milioni sono state assassinate.
Sono cose che tutti dovrebbero sapere… ma le ho riscritte qui, ora.
Per l’ennesima volta.
Per non dimenticarlo mai.

Pietro Vanessi




Pietro Vanessi


dove non arriva la memoria
Marco Careddu



Residui non rimossi
Kurt



Link with the past
  Bernard Bouton
27 Jan 2015



Commémorations des 70 ans de la libération du camp de concentration d'Auschwitz-Birkenau,
dessin de Pinter.






Auschwitz 70 ans
01/27/2015 par Michel Kichka
Un des dessins que, petit (à 12 ans), je recopiais dans les livres sur la Shoah que je dérobais en cachette de la bibliothèque de mon père. Et à côté, un  dessin fait récemment.



Milko



Moni Ovadia e il giorno della memoria
“Celebrare la Shoah senza retorica”

In occasione del 27 gennaio il drammaturgo e scrittore di origini ebraiche invita a una maggiore consapevolezza storica e politica: “L’Italia è ancora un Paese che non ha fatto i conti con le proprie colpe”
Ricordare la Shoah senza “retoriche o false coscienze”. Senza discriminazioni tra le vittime, non rivolgendo l’attenzione solo allo sterminio degli ebrei, ma anche a quel resto di umanità che è stata cancellata dalla follia dell’uomo: rom, slavi, omosessuali, testimoni di Geova. Sono queste le speranze di Moni Ovadia,drammaturgo e scrittore d’origini ebraiche, cheloraquotidano.it ha intervistato in occasione della “Giornata della Memoria”.
- Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Che cosa rappresenta e in che modo si può evitare che si riduca a un rituale vuoto, retorico?“La prima cosa è che vanno bandite le retoriche e le false coscienze. Facciamo questa celebrazione, film, discorsi, confronti, e poi ad esempio i rom, che sono stati uno dei popoli ad essere sottoposti al progetto di sterminio totale, non ricevono praticamente attenzione rispetto a quella rivolta allo sterminio del popolo ebraico. Io sono ebreo, ma non si può fare discriminazione tra le vittime. Ci sono stati i rom, gli antifascisti, tremila slavi, gli omosessuali, i testimoni di Geova. I primi sterminati sono stati i menomati. C’è stata un’umanità che è stata cancellata. Ultimamente alcuni politici disinvolti hanno cercato di collocarsi in sintonia con la israelianizzazione della Shoah. Questo ridurrebbe la Shoah a un fatto nazionale, mentre Primo Levi ha scritto Se questo è un uomo, non Se questo è un ebreo“.
- Lei ha affermato che mentre in Germania hanno fatto i conti con la propria colpa, in Italia si tende a negare la propria colpa che non è soltanto quella di complicità al nazismo ma di veri e propri genocidi…“Eh sì, andiamo a vedere in Cirenaica, per esempio. Là non c’erano i nazisti, c’erano solo i fascisti del generale Graziani”.
- E che conseguenze ha questa mancata presa di coscienza della propria colpa in Italia?“Semplice, non vede come siamo conciati in questo Paese? Siamo un Paese che ha le strutture portanti che non reggono. L’ha insegnato Freud: se tu non fai i conti con chi sei, se tu rimuovi i traumi ritornano in forma di patologia. I tedeschi infatti si vede dove sono. La Germania oggi è una delle democrazie più affidabili, ma sa perché? Loro hanno smesso di chiedersi: perché abbiamo fatto questo agli ebrei? Perché abbiamo fatto questo ai rom? Finalmente i tedeschi si sono fatti una grande domanda: perché abbiamo fatto questo a noi stessi? Come abbiamo permesso che la nostra nazione così civile, così colta, si sia ridotta a una nazione di carnefici?”.
- Perché ancora in Italia non ci si riesce a porre queste domande?“Perché noi non abbiamo fatto la defascistizzazione del Paese. Quello che i tedeschi hanno fatto con un lungo lavoro difficile, anche contraddittorio, che si è chiamato denazificazione. Questo è un Paese delle bugie, delle non verità. E infatti vediamo come siamo ridotti”.
- Sempre restando in ambito italiano, l’antisemitismo si può collegare ad altre forme di razzismo. Per esempio, adesso vediamo questo proliferare della retorica dell’odio contro la migrazione. Il promotore Salvini, che sta facendo anche molto consenso qui in Sicilia…“Cosa vuol dire? Che l’Europa non ha ancora imparato. E l’Italia in particolare. L’Europa tollera un governo come quello di Orban in Ungheria, parafascista. E l’Italia è ancora qui a dirsi “italiani-brava gente”, invece di dirsi: ragazzi, ne abbiamo combinate di cotte e di crude. E allora noi non raccontiamo tutte queste cose. Andiamo avanti vivendo di retorica e i risultati si possono apprezzare”.
- Quindi, durante il giorno della memoria si dovrebbe partire da qui, dall’evitare la retorica?“Esattamente. Il giorno della memoria deve diventare il giorno delle memorie. Questo pianeta è profondamente malato. Solo l’onestà intellettuale e un lungo lavoro culturale ci salva, ma se noi andiamo avanti così il giorno della memoria diventerà una melassa retorica, soprattutto quando andranno via gli ultimi testimoni”.


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"Quatuor pour la fin du Temps" composto da Olivier Messiaen nel campo di prigionia di Görlitz tra il 1940 e il 1941



Memoria, perché?


L’Uomo, tu uomo, sei stato capace di far questo; la civiltà di cui ti vanti è una patina, una veste: viene un falso profeta, te la strappa di dosso, e tu nudo sei un mostro, il più crudele degli animali.
E’ prefazione di Primo Levi (n.ro tatuato KZ 174517) alla raccolta di circa 250 “disegni” schizzati dalle matite impugnate da alcuni internati nei lager nazisti e raggruppate in un libro da Arturo Benvenuti oggi 92enne. L’uomo, nonostante che negli anni 80 li avesse già catalogati e distribuiti gratuitamente grazie alla sua, e di sua moglie, sofferta instancabile minuziosa ricerca in tutta Europa, ha deciso solo oggi di pubblicarli ufficialmente: “K.Z. Disegni dai campi di concentramento nazifascisti” (KZ sta per Konzentration Zenter) perché la «logica dell’annientamento attraverso il camino» resta e ritorna al netto di ogni retorica.
Nel XXI secolo, seppur prodigo nel memorizzare Giorni del ventesimo, si perpetrano ancora e come allora persecuzioni, genocidi, nefandezze analoghe al XX.
Saranno forse i “disegni” dei bimbi (ché gli adulti non disegnano più) terrorizzati dalle sterminatrici guerre contemporanee a “fare” i Giorni della memoria nel XXII secolo? Forse. Ma solo se resterà  un uomo non disposto a rassegnarsi alla realtà delle cose, così ben descritta da quella prefazione di Levi. 
27 gennaio 2015



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