sabato 16 gennaio 2010

Carlo Sgorlon, scrittore e narratore Friulano


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[disegno a matita, Raffaella Spinazzi/fany]

È morto a Udine il giorno di Natale lo scrittore Carlo Sgorlon. (1930 – 2009)

"Come potremmo vivere in una dimensione totalmente razionale, quando siamo circondati di mistero da tutte le parti? Si dirà: ma la scienza mette in fuga il mistero... Falso. La scienza non fa che spostare il mistero sempre più in là, alza la soglia...
(Carlo Sgorlon)

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DA Il trono di legno

Incipit

Da ragazzo vissi sempre con la testa piena di vento. Vidi una volta un bambino che correva nel cortile con uno straccio sugli occhi e un'estrema sicurezza che fu distrutta bruscamente quando andò a sbattere contro la palizzata dell'orto. Per molto tempo io andai avanti alla maniera di quel bimbo. Non mi chiedevo il perché delle cose, mi limitavo a starci dentro con fervore avventuroso, con la faccia rossa e piena di stupore, come uno che abbia fatto una lunga corsa.

Citazioni

  • «Ognuno di noi crede di essere libero di scegliere la propria esistenza, ma non fa altro che seguire orbite prestabilite»
  • «Noi riteniamo di vivere la vita come individui separati da tutto il resto. Ma non siamo che attimi insignificanti della sua eternità».
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Sgorlon magia della parola
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Parte del discorso della laurea honoris causa(14/0907):

«Per salvare la Terra bisognerebbe tornare a forme di vita simili a quelle della civiltà contadina, con il vantaggio però di possedere la miracolosa tecnologia dei nostri tempi». Lo ha detto oggi Carlo Sgorlon nella lectio doctoralis pronunciata in occasione del conferimento al settantasettenne scrittore friulano della laurea honoris causa in Scienze della formazione primaria da parte dell’Università di Udine. La cerimonia si è svolta al cinema Visionario di Udine nell’ambito delle celebrazioni per il decennale della facoltà di Scienze della formazione. «O smettiamo di alimentare l’effetto serra e gli infiniti inquinamenti del nostro pianeta – ha affermato Sgorlon –, o su di esso la vita diventerà presto impossibile. Bisognerebbe radicalmente cambiare cultura, tornare a forme di vita parsimoniosa e sacrale». Ma per fare questo, ha spiegato l’autore di libri straordinari come Il trono di legno, La conchiglia di Anataj, Il vento nel vigneto-Prime di sere, per citarne solo alcuni, «bisogna che l’Essere, la Natura, la Vita, che ci hanno in qualche modo creati, siano sentiti in modi religiosi anche da coloro che non riescono ad attingere col pensiero a un Dio personale».

All’interno di quest’ottica, «la mia opera di narratore – ha aggiunto Sgorlon – non pare più quella di un conservatore chiuso alla modernità, ma quella di uno scrittore che indica una nuova, rivoluzionaria, concezione del progresso». Un po’ tutti i suoi romanzi, siano storici, o favole moderne imperniate su bizzarri personaggi caratterizzati dallo spirito dell’accoglienza e della donazione, sono d’impianto epico. «I miei libri – ha sottolineato il neo dottore – non si limitano a rappresentare i mali e le deformazioni del mondo, ma cercano di offrire modelli umani e di comportamento positivi, simili, almeno in alcuni versanti, a quelli della civiltà contadina, caratterizzata dalla parsimonia e da una religiosità istintiva e totalizzante». La sua narrativa va controcorrente: «Rifiuta – ha spiegato Sgorlon – ogni sofisticazione e segue le poetiche fondate sulla convinzione che la poesia sia soprattutto il risultato di una condizione di naturalezza, di semplicità, di capacità di vedere il mondo con occhi pieni di meraviglia». Gli uomini di oggi, denuncia lo scrittore, «perlopiù sono ubriachi di un eccessivo senso dell’ego e pensano solo a realizzare se stessi».

Per il rettore Furio Honsell, «Sgorlon ha fatto diventare il Friuli un modello universale. Ho quasi un sentimento di soggezione nei confronti di una mente così lucida, ma al tempo stesso così delicata. È riuscito, con una leggerezza anche di scrittura, a rendere tutto ciò che sembrava noto, che sembrava conosciuto, molto più profondo, molto più universale. Non si può concludere la lettura di un libro, di un passo di Carlo Sgorlon senza sentire di conoscere meglio se stessi e il Friuli».

Secondo il preside della facoltà di Scienze della formazione, Franco Fabbro, «ciò che più colpisce di Sgorlon è la sua autenticità, l’impressione che il suo messaggio sia fuori dal tempo, il coraggio di essere una voce fuori dal coro, dalla media, dalla moda e dalla mediocrità». I suoi romanzi Prime di sere e Il dolfin costituiscono, per Fabbro, «una delle strade maestre per far vivere, in maniera poetica ed eroica, la cultura e la lingua friulana».

Sgorlon ha ricevuto la laurea honoris causa, come spiega la motivazione, «per la consistente produzione letteraria che gli ha valso riconoscimenti nazionali e internazionali; per aver ricoperto nel corso della sua vita l’incarico di docente nelle scuole superiori, distinguendosi per l’impegno didattico e affiancando così la sua attività, volta all’educazione dei giovani, a quella dello scrittore; per aver esportato le tradizioni culturali al di fuori della nostra regione, veicolando l’immagine di una terra depositaria di sentimenti e di valori culturali, civili e umani».

Allegati
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Lectio, prof. Carlo Sgorlon 65.4 kB
Laudatio, dott.ssa Fabiana di Brazzà 168.6 kB
Intervento del preside, prof. Franco Fabbro 100.0 kB

venerdì 15 gennaio 2010

Haiti Terremoto (vignette dal mondo)

HAITI QUAKE... by all the top cartoonists!

Aiutamo la popolazione di Haiti!
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Haiti Cries For Help
By RJ Matson - The St. Louis Post Dispatch
NY, The New York Observer and Roll Call
Visit RJ -- E-Mail RJ --


Dave Granlund, Massachusetts
E-mail Dave. Visit Dave's site.




John Sherffius, Colorado, Boulder Daily Camera
E-mail John.




HAITI
By Olle Johansson - Sweden




Haiti Earthquake
By Keefe - The Denver Post



Haiti quake
By Peray - Thailand


Haiti Aid

By Daniel Kurtzman, About.com



Haiti Devastation

By Daniel Kurtzman, About.com


Obama and Haiti
By Daryl Cagle - MSNBC.com


Haitian Voodoo Doll
By John Cole - The Scranton Times-Tribune



Quake in Haiti
By Nate Beeler - The Washington Examiner



Peter Brookes
/The Times



Martin Rowson/The Guardian


Martin Rowson/The Guardian

12-gennaio 2010
Un terremoto di magnitudo(Mw) 7 è avvenuto alle ore 22:53:09 italiane del giorno 12/Gen/2010 (21:53:09 12/Gen/2010 - UTC).
Il terremoto è avvenuto nel distretto sismico: Haiti region.

L’epicentro del terremoto e’ a circa 15 km a Sud-Ovest di Port-Au-Prince, Haiti, 140 km circa ad Est di Les Cayes, Haiti, e circa 145 km a Ovest-NordOvest di Barahona, Repubblica Dominicana.

La tettonica di questa regione e’ estremamente complessa, ed e’ caratterizzata dalla presenza di una coppia di grandi faglie trasformi sub-parallele con andamento Est-Ovest, e di due zone di subduzione. Il terremoto del 12 Gennaio 2010 e’ avvenuto sulla faglia trasforme piu’ a Sud, che ha movimento sinistro. Il meccanismo focale di questo evento, quindi, era di tipo trascorrente sinistro, per cui non si sono verificate condizioni tali da generare uno tsunami nella regione. La profondita’ ipocentrale e’ stata di 10 km, e quindi si e’ trattato di un evento crostale superficiale, con grandi capacita’ di infliggere gravi danni alle costruzioni.

La popolazione residente nell’area interessata dal terremoto vive in costruzioni generalmente molto vulnerabili allo scuotimento sismico, anche se qualche struttura resistente esiste. In ogni caso, stime fornite dall’ USGS parlano di 3000 persone esposte a scuotimento “estremo”, 1.849.000 persone esposte a scuotimento “violento”, 981.000 a scuotimento “severo”, 433.000 a scuotimento “molto forte”, ed oltre un milione di persone esposte a scuotimento “forte”.
Le notizie appena fornite (evento superficiale di grande magnitudo, avvenuto in prossimita’ di aree urbane densamente popolate e particolarmente povere) fanno pensare a conseguenze gravissime per questo terremoto.
La regione in questione e’ sede di una sismicita’ di fondo caratterizzata da numerosi eventi di magnitudo inferiore a 5.5, e da alcuni eventi di magnitudo tra 6.5 e 7.0. La sismicita’ strumentale degli ultimi 40 anni circa non ha mai mostrato eventi di magnitudo significativamente maggiore di 7. In particolare, il 24 Giugno 1984 (UTC), un evento di magnitudo 6.7 si verifico’ a circa 330 km ad Est dell’epicentro del 12 gennaio 2010, nella Repubblica Dominicana, provocando l’esposizione di circa 320.000 persone a scuotimento “molto forte”, e di 2.964.000 persone a scuotimento “forte”. In quell’occasione il terremoto provoco’ 5 morti.
Recenti eventi sismici avvenuti in quest’area, infine, hanno causato frane che possono aver contribuito ad amplificare i danni del terremoto del 12 gennaio 2010.( INGV-CNT)



mercoledì 13 gennaio 2010

Le caricature di Portos... ma quanto bravo è ?!

Franco Portinari in arte PORTOS.
... alcune delle sue ultime caricature...

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e per finire una vignetta in esclusiva
ECCEZIONALE !!!
UN OMAGGIO ALL' AMICO
UBER
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Etichette: caricature, cartoonist, Genova, Uber,

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[me+c.jpg]
Sopra due autoritratti di Portos .
Il secondo rivela, per chi non lo conoscesse, il Franco Portinari pittore.
L' artista è nato a Milano in Italia (1956)
.
Vive e lavora a Milano in Italia.

Potete trovare le sue belle opere nel suo blog cliccando sull'img
sottostante
http://web.me.com/francoportinari/visualizer.storyboard.artist/home-page_files/testa%20di%20blog%20-+.jpg

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se questo post è di vostro gradimento potete votarlo su
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Le caricature di Portos... ma quanto bravo è ?! (i personaggi più in vista della scena politica visti da Franco Portinari)
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Caravaggio appassito ( Agim Sulaj).


Olio su tela
95 cm. x 75 cm.
Withered Caravaggio -Agim Sulaj
Una interpretazione artistica del genio Caravaggio, e della sua splendida natura morta.

Basket of Fruit, c. 1599, oil on canvas, Pinacoteca Ambrosiana, Milan, Italy

Un genio interpretato da Agim Sulaj = due geni

Agim Sulaj

a me
mostra dettagli 14.12 (14 gennaio 2010)

Grazie Cara Raffaella per aver pubblicato il mio quadro al fianco del vero genio
Caro Caravaggio, amante della Luce
Meglio di ogni altro quadro , il tuo Cesto di frutta,e diventato per me un simbolo magico del meraviglioso Periodo del Rinascimento Italiano
Che oggi non esiste più
E a quella mancanza si riferisce la mia natura appassita
Grazie per quello che mi hai dato
un grande Abbraccio

Agim



martedì 12 gennaio 2010

De Andrè 11 anni dopo ... musica tra le vigne...


Umberto Romaniello

11 gennaio 2010,
11 anni dopo si ricorda il Beato Fabrizio, protettore dei versi in musica. Dall'ombra di umidi ronchi distillava nell'aria gli sguardi degli ultimi. 
*
* 


*HOTEL SUPRAMONTE. 

  

 

GRANDRE' Rifuggo, disprezzo, aborro il fanatismo. Ma per Fabrizio De Andrè, forse, non nascondo la coda di paglia e lo ammetto, stravedo. Le sue parole accompagnano le mie giornate da trentacinque anni, i suoi cd occupano la mensola sopra la mia scrivania, inamovibili ma mai impolverati, mai inusati, anzi sempre ascoltati, sempre riascoltati. Dunque l'invito di Carlo a ricordare il Maestro nel decennale è, per me, quasi un dovere, un obbligo a rivisitarlo in decine e decine di canzoni, a riviverlo in una discografia mai stanca, sempre nuova, sempre emozionante. E, tra le tante meraviglie che ci ha regalato, ho scelto di usare Un malato di cuore per la mia ipotesi di Quadretto:brulliotoi Etichette: brulliotoi, de andrè, omaggio a de andrè mi permetto Tullio di aggiungere il testo Un Malato Di Cuore! "Cominciai a sognare anch'io insieme a loro poi l'anima d'improvviso prese il volto." Da ragazzo spiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ti viene la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia, e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato. Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti, e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. Eppure un sorriso io l'ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate quando io la guidai o fui forse guidato a contarle i capelli con le mani sudate. Non credo che chiesi promesse al suo sguardo, non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce, quando il cuore stordì e ora no, non ricordo se fu troppo sgomento o troppo felice, e il cuore impazzì e ora no, non ricordo, da quale orizzonte sfumasse la luce. E fra lo spettacolo dolce dell'erba fra lunghe carezze finite sul volto, quelle sue cosce color madreperla rimasero forse un fiore non colto. Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. "E l'anima d'improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro no non si riesce di sognare con loro." *

 
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GRAZIE FABER  
 Pubblicato da Vadelfio 
Etichette: de andrè, omaggio a de andrè, vadelfius, vignette 

Il cuore rallenta la testa cammina in quel pozzo di piscio e cemento a quel campo strappato dal vento a forza di essere vento porto il nome di tutti i battesimi ogni nome il sigillo di un lasciapassare per un guado una terra una nuvola un canto un diamante nascosto nel pane per un solo dolcissimo umore del sangue per la stessa ragione del viaggio viaggiare Il cuore rallenta e la testa cammina in un buio di giostre in disuso qualche rom si è fermato italiano come un rame a imbrunire su un muro saper leggere il libro del mondo con parole cangianti e nessuna scrittura nei sentieri costretti in un palmo di mano i segreti che fanno paura finchè un uomo ti incontra e non si riconosce e ogni terra si accende e si arrende la pace i figli cadevano dal calendarioYugoslavia Polonia Ungheria i soldati prendevano tuttie tutti buttavano via e poi Mirka a San Giorgio di maggio tra le fiamme dei fiori a ridere a bere e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi e dagli occhi cadere ora alzatevi spose bambine che è venuto il tempo di andare con le vene celesti dei polsi anche oggi si va a caritare e se questo vuol dire rubare questo filo di pane tra miseria e sfortuna allo specchio di questa kampina ai miei occhi limpidi come un addio lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio KHORAKHANE' "a forza di essere vento" 
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Omaggio a De Andrè (aggiornamento) I tempi cambiano, cambiano anche i presidenti e persino io non sono (ci mancherebbe!) il grande Pazienza. Una sola cosa è certa, Faber resta...
Max



  

Una buona novella Pubblicato da Mauro Patorno Etichette: de andrè



  

Fifo 



 
* La guerra di Piero
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gavavenezia 


  
* Fabrizio De Andrè - Il suonatore Jones
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PER FABRIZIO DE ANDRE' Chi volesse, passando per Genova, fare un giro ragionato per le vere "croese de ma", passare per Via del Campo e magari arrivare sulla passeggiata De Andrè, è pregato di avvisarmi per tempo. Un saluto a tutti Uber *

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Inserto Satirico: Speciale De Andrè

PS:  
"La ballata di Michè"

* "Sappiamo - scriveva George Steiner - che un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può suonare Bach e Schubert, e poi, il mattino dopo, recarsi come niente fosse al proprio lavoro ad Auschwitz". Forse fare memoria è proprio reagire alla logica del "come se niente fosse", e decidere che per smettere di chiudere gli occhi non c'è bisogno di un'altra Auschwitz: forse basta anche un CPT." *La tavola disegnata è tratta dalla mostra "Come una specie di sorriso, Biani rilegge De Andrè", fino al 31 gennaio a Roma, libreria Feltrinelli di Galleria Colonna. Poi in giro per l'Italia: Milano, Bologna, Firenze, Napoli e probabilmente Palermo.
http://farm3.static.flickr.com/2697/4129691244_1fa60c9218_o.gif
il libro di Biani