Dj Fabo
di Marilena Nardi
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«Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo». L’annuncio diffuso su Facebook è di Marco Cappato, l’esponente radicale che ha accompagnato l’uomo in una clinica Svizzera, dove ha scelto di mettere fine al dolore con l’eutanasia.
Cieco e tetraplegico da oltre due anni a seguito di un incidente stradale, Dj Fabo, 39 anni, ha trovato una “morte degna”, grazie all’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni. Marco Cappato, che lo ha accompagnato in una delle cliniche svizzere che praticano il suicidio assistito. Cappato rischia così – e non è la prima volta – i dettami di un articolo del codice penale che per l’aiuto al suicidio prevede fino a 12 anni di carcere.
Sollevato da un inferno di dolore Riverso |
On / Off Marco Tonus |
Oggi proprio non ce la faccio a tacere
Io ho provato per pochi istanti la sensazione del tuo amato corpo che diventa all'improvviso una prigione (e io nel mio ho sempre riposto fiducia totale, senza proprio mai pensarci: il senso di smarrimento è terribile) Pochi momenti, ma sono stati una eternità che ricordo con dettagliata esasperazione, quasi secondo per secondo.
A volte non si capisce come si reagirebbe a una difficoltà, a una situazione critica, non si capisce finchè non ci si passa dentro in prima persona. E siamo tutti così simili, ma anche così diversi, ognuno con la propria storia, la propria indole e il proprio carattere.
Davanti a infortuni terribili, a malattie devastanti, davanti al dolore fisico, intellettuale, morale che ti sconquassa. Dolore che c'è anche domani, e che ci sarà anche dopodomani, e che ti inseguirà per sempre. Per sempre. Davanti a cose così tremende, che però capitano, oggi non ci sono dentro io ma chissà forse mi potrà capitare -proprio a me !- davanti a cose così, non siamo tutti uguali. Ognuno vive in maniera diversa. Non siamo più la categoria globale "uomini", diventiamo singoli individui. E ognuno di noi è diverso.
E allora mi chiedo, ma perchè ostinarsi a imporre una morale universale? Ognuno di noi ha scelto/non scelto qualcosa in cui credere, possa essere un Dio, o un sistema di valori terreno. La nostra legge umana su questa meravigliosa Terra è quella della convivenza con i nostri simili e quella della nostra etica personale. Ci sono regole di convivenza e di rispetto civile reciproco, ed è giusto rispettarle, a cominciare dal parcheggio in seconda fila.
Ma insomma.
Davanti alla sofferenza, all'ineluttabile, a ciò che non si risolverà mai se non con la morte... Ma come si può non capire che è giusto dare a tutti gli strumenti per decidere di se stessi, soprattutto nel momento in cui si è più deboli?
Etica cristiana? Accetto, capisco e la faccio mia: ma trovo misericordioso, caritatevole, profondamente umano poter dare a chi soffre la possibilità di dire basta. Non condivido, ma ti aiuto, fratello.
Ma perchè ci ostiniamo a non voler aiutare chi è in difficoltà e magari non la pensa come noi? Perchè qualcuno si sente ancora così "più verità in tasca" di altri?
Voglio essere libero di riconoscere come eroe chi decide di vivere una vita di sofferenza e limitazione e malattia infernale, ma voglio anche essere libero di salutare con pietà e grandissima commozione interiore chi proprio non ce la fa. E chiede di finirla.
Alessandro Bartezzaghi
Mimmo Lombezzi
Beppino Englaro: l'Italia dovrà affrontare il tema eutanasia Il padre di Eluana è stato protagonista di una lunga battaglia per il diritto all'autodeterminazione anche per chi non è più in grado di esprimere la sua volontà. "L'eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte".
— Mauro Biani (@maurobiani) 27 febbraio 2017
Hei tu! Cosa credi fare? #Gazebo pic.twitter.com/07qsKaxbMK— Gazebo (@welikechopin) 27 febbraio 2017
ElleKappa
"Vivi e lascia morire" - 2017
(Campagna Eutanasia Legale)
© Milko Dalla Battista
In un inconsistente vago nero
Il deejay Fabiano Antoniano (Fabo) ha scelto l'eutanasia in Svizzera. Ecco, in questi casi io capisco. E non capisco. E, sapete? Credo che capire in ogni caso non cambia la questione. Comprendere non ci salverà. Morale: non vedo impedimenti al fatto di sentirsi liberi. Di vivere. Come di morire.
Paride Puglia
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