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sabato 9 agosto 2014
La Costa Concordia finalmente a Genova per la demolizione
domenica 27 luglio 2014
LA CONCORDIA
Oggi finalmente la Costa Concordia a Genova.
A Roma la concordia costa.
Uber
Si è concluso l’ultimo viaggio in mare della Costa Concordia. La nave ha trascorso la notte di fronte a Genova. E questa mattina, dopo che gli otto rimorchiatori dello scalo ligure lo hanno preso in consegna, il relitto è entrato nel porto di Prà-Voltri, dove verrà smantellato. L’ormeggio per la messa in sicurezza alla banchina della diga Foranea è iniziato intorno alle 14 e 30 e terminato alle 14 e 43. La Costa Crociere ha firmato il passaggio di proprietà della nave, che è stata presa in consegna da Saipem/San Giorgio del Porto che si occuperà della demolizione.
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Bandanax
Rigalleggiamento
Matteo Bertelli
Problemi tecnici
Natangelo
PORTOS / Franco Portinari
SERGIO STAINO
Vauro
Tiziano Riverso
Claudio Cadei
Franzaroli
La nave, l'orchestra
Santa Concordia e sorella metafora.
Mauro Biani
foto
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16 luglio 2014, ore 17
Nel ventre della Concordia
Di Ferdinando Camon
"Maronna, ch'aggio combinato!" esclamò il comandante, quando la sua immensa nave urtò contro la lama aguzza dello scoglio che le tranciò il ventre. Cos'ha combinato lo vediamo oggi, perché i sub vanno dentro lo scafo, lo visitano di cabina in cabina, e sul tavolo del tribunale che deve giudicare la catastrofe si accumulano le foto delle ricognizioni. Le stiamo guardando. E in noi ritorna la meraviglia per questo vero gioiello tra le flotte turistiche del mondo, la vergogna per l’imperizia e la viltà di chi la guidava, e il dolore per le vite umane assurdamente perdute. Erano turisti in crociera, la crociera è il viaggio rilassante per eccellenza, vai in crociera per premio, per consolazione, per piacere, per festeggiare, la crociera è una vacanza super, un di più di vita, in crociera rimetti la tua felicità, la tue cose e la tua vita nelle mani del comandante, che sulla nave ha il potere supremo, celebrato da tanta letteratura e tanto cinema. E invece qui ecco il risultato, cabine sfondate, letti infradiciati e marciti, televisori spezzati, soffitti crollati, e per fortuna non vediamo il peggio del peggio, cioè i morti. Ma qualunque cosa vediamo, il pensiero corre sempre a loro.
Queste che vediamo erano cabine lussuose, le grandi navi mettono il lusso a portata della piccola e media borghesia vacanziera, per la quale una crociera è un ricordo che impreziosisce la vita. Ora le cabine appaiono devastate, come se un branco di animali vi avesse scorazzato in lungo e in largo, animali dotati di corna e di zoccoli. È tutto rotto. Una cabina ha il televisore che pare bersagliato da sassate. I letti sono divelti e con i materassi disposti in verticale, contro una parete. Le poltrone sono una con i piedi per terra, una con i piedi per aria. Il soffitto appare sbrecciato, qui l'acqua è entrata da tutte le parti, dal pavimento e dal tetto. Il legno dei mobili s'è infradiciato e gonfiato, i materassi sono rimasti a lungo poggiati sulla rete, si sono gonfiati d'acqua, e ora portano impressa la scanalatura a rombi delle reti. La speranza è che chi alloggiava in questa cabina non fosse qui quando il mare ha fatto irruzione, perché questa, così conciata, pare una trappola per topi, sei incastrato e contro di te viene la morte, non puoi scappare. Purtroppo per alcuni è andata proprio così.
Un tavolo ribaltabile sporge dal muro, dietro il letto, serviva per lavorare al computer o al tablet, prima di dormire. Al momento di dormire, il tavolo si richiude. Così si guadagna spazio. Qui non è stato richiuso. Vuol dire che il passeggero stava lavorando quando è scappato. C'è ancora un abat-jour, sulla destra. Gli specchi sul muro sono incorniciati da finte colonne, in altorilievo. Una chiccheria. Si vede che è una nave di lusso, e di lusso italiano.
Si entra in un’altra cabina e si ha subito l'idea di marcio, è tutto imbevuto, fangoso, ammuffito. Lenzuola e copriletto. A lato del letto stanno due valigie, ancora chiuse. Se dentro c'è qualcosa, anche quello sarà marcio e ammuffito.
Ci sono cabine più devastate delle altre, e non si capisce perché. Una sembra smontata, come se dai mobili fossero state cavate le assi, e accatastate una sull'altra.
In un’altra cabina han divelto tutto, dei letti non rimangono che le reti. Strano, ma in questa nave tutti i letti hanno le reti, non le doghe. Un quadro è appeso alla parete di fondo, dietro il letto, in modo che gli ospiti protessero guardarlo mentre si stendevano a dormire.
Ci sono cabine in cui l'acqua ha fatto irruzione come una cascata, dall'alto, il tetto è squarciato a forma d’imbuto: l'acqua cola proprio sul centro del letto matrimoniale, come se avesse scelto i due dormienti come bersaglio.
Di solito le valigie si buttano sui materassi, ma qui vi sono cabine dove i materassi sono buttati sopra le valigie, e stanno orizzontali o verticali. La catastrofe ha assunto le forme del caos.
Un materasso s'è imbevuto troppo ed è scoppiato, dalle crepe esce l'imbottitura. Pare marcia.
C'è una cabina dove un armadio ha i cassetti aperti, il passeggero stava tirando fuori qualcosa quando è scappato, che cosa? Una camicia? Pare un piccolo angolo di Pompei, con la vita interrotta e fissata per sempre.
La cabina del comandante è lussuosa, pulita, col lungo tavolo di traverso, in modo che chi entra si trovi il comandante in faccia. Ispira autorità. Cioè sicurezza. Alle spalle del comandante c'è un quadro fotografico con un'ampia nave ripresa di sghembo, mentre sfila in qua deviando leggermente alla nostra sinistra. È una nave immensa, non finisce mai, riempie tutto il quadro, dall’estrema sinistra all’estrema destra. Se un comandante militare lo si misura dalla grandezza del reparto che comanda, un comandante navale lo si misura dalla grandezza della sua nave. Qui il comandante espone la sua nave alla meraviglia dell’ospite che entra, per dirgli: “Io e la mia nave siamo tutt’uno, se muore lei, muoio con lei”. È stato il primo a salvarsi. Maronna, comandante, ch’hai combinato! (fercamon@alice.it)
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