mercoledì 15 agosto 2018

Catastrofe a Genova: crolla il ponte Morandi

"Acqua che non si aspetta altro che benedetta, 
 Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale, 
 Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte".

(F. De Andrè)




Ponte Morandi a Genova. Solo una questione di tempo.
Marilena Nardi



Ci son passato poche volte, l'ultima, però, non tanto tempo fa, ma è tutto il giorno che non riesco a non pensare che all'orrore che ti avvolge, all'angoscia che ti attanaglia, al vuoto che ti inghiotte, mentre il terreno svanisce da sotto la tua vettura, l'orizzonte scompare all'improvviso e di tutti i tuoi sogni, i tuoi progetti, le tue speranze in una frazione di secondo rimane solo un remoto barlume di possibilità.

(Augusto Rasori)




#Genova #crollo Fino a qui. Per @ilmanifesto
Mauro Biani



Cemento tarmato.
 Le tarme divorano ponti e maglioni. 
I buchi dei primi lasciano voragini di dolore.
 Non rammendabili.

(Ivano Sartori)






Genova, Italy    Paolo Lombardi
.
14 Aug 2018


Antonio Brencich, il docente di Ingegneria dell’università di Genova da anni era critico del ponte Morandi, e che da ieri è estesamente citato da giornali e televisioni, ha dato delle interviste al Corriere della Sera e all’edizione locale genovese di Repubblica. Brencich ha detto che i problemi del ponte sono gli stessi degli altri due costruiti con la stessa struttura negli anni Sessanta, sulla baia di Maracaibo in Venezuela e in Libia. Quello in Venezuela crollò dopo essere stato urtato da una petroliera nel 1964: «Morandi non mise in conto che una nave potesse sbagliare campata. Due anni dopo una petroliera si incastrò sotto la più bassa. Ci furono sette morti. Era un ingegnere di grandi intuizioni ma senza grande pratica di calcolo», ha spiegato Brancich
«Quel tipo di ponte, a cavalletto bilanciato, ha un’estrema vulnerabilità al degrado» ha detto Brencich, spiegando che «Morandi aveva sbagliato il calcolo della “deformazione viscosa”, quello che succede alle strutture in cemento armato nel tempo».
(fonte)




di Pietro Vanessi


Italian Bridge Collapse    Pete Kreiner
At least 35 persons have died because of a bridge collapse in Italy.
15 Aug 2018


MANUTENZIONE
Nei primi concitati resoconti sul crollo del ponte Morandi a Genova, è venuta fuori una parola che, a mio parere, è la chiave di volta dell'immane disastro: manutenzione. Si è parlato di manutenzione tardiva, insufficiente, mancata e via aggettivando. Dal che mi è parso di capire che le opere pubbliche, siano esse grandi, medie o modeste, prima si fanno e poi si abbandonano a se stesse come figli illegittimi. Controllare che siano sicure e stiano in piedi è faccenda che non interessa. Nessuno ci guadagna. Né le amministrazioni delle infrastrutture, né gli enti locali, né i governi, né le imprese costruttrici.
La manutenzione non fa girare dei bei pacchi di denaro, non crea appalti e subappalti, non fa pubblicità ai politici che possono vantarsene. È solo atto dovuto, sterile dovere istituzionale che non produce visibilità. Quando un ponte collassa o un paese smotta senza neanche l’alibi di un terremoto è solo una grana. Che i responsabili cercano di scrollarsi di dosso dando la colpa al passato, a chi non c’è più, bene che vada a chi ha preso i soldi ed è scappato con il malloppo. È sempre stato così, in Italia. Sarà sempre così. Sepolto un disastro se ne farà un altro. Perché costruzioni e ricostruzioni rendono, mentre la manutenzione è solo un noioso e poco redditizio intermezzo.
(Ivano Sartori)




Giannelli



Favoletta
No, non sono di sinistra, sono solo un vignettaro che ha la sensazione di ritrovarsi nella "terra di mezzo"; e nella società dei consumi, è disdicevole se non peggio, sic! Mentre facevo la vigna, senza sapere nulla o quasi dei risvolti tecnici e politici della cosa, mi chiedevo...perché? Che significa? E' giusto fare la somma dei morti? Quanti sono. due, tre, undici, cento? Una "favoletta", cosa??? [...]
Paride Puglia



Lo stellone
E' chiaro che la tragedia del Ponte Morandi non è una fatalità.
Era un evento che si cercava di allontanare con interventi di manutenzione evidentemente meno costosi di quanto si sarebbe dovuto fare da tempo e cioè la sua demolizione. Costi che ora si dovrà sostenere ugualmente aggravati dalla grave perdita di vite umane.
Un pericolo reale che per la somma di irresponsabilità, superficialità, connivenze, ahimè tipicamente italiana, si è "sperato" di esorcizzare confidando nella fortuna.
Gianfranco Uber



Riccardo Mannelli


Chiedete a Brooklyn
 Dello scarno comunicato che Autostrade per l’Italia ha ritenuto di dedicare al viadotticidio di Genova colpisce anzitutto l’assenza di umanità. Neanche un pensiero per le vittime, una frasetta raccattabile dal prontuario delle condoglianze. Viviamo tempi truci, dove ogni manifestazione di gentilezza è considerata sintomo di ipocrisia o, peggio, di cultura. Ma si pensava che i morti godessero ancora di un regime di extraterritorialità, tale da non rendere l’omaggio nei loro confronti un’ammissione di debolezza. Ebbene, si pensava male.
Quanto al linguaggio scelto dall’anonimo estensore, il quale non ha altre colpe se non quella di avere seguito un copione prefissato dai superiori, appare irto di «solette», «carri-ponte» ed espressioni decodificabili solo dagli addetti ai lavori.

  Come se una tragedia di queste proporzioni fosse da derubricare a disputa tra ingegneri e non riguardasse i milioni di utenti che ogni giorno versano un obolo ai caselli di Autostrade per solcare arcobaleni di calcestruzzo affacciati sul vuoto. Ma l’aspetto più triste rimane il rifiuto preventivo di qualsiasi responsabilità, che nella patria dei paraculi è una specie di riflesso spontaneo. Ci viene fatto sapere che il viadotto era «sottoposto a costante attività di vigilanza» (e meno male), però anche che la sua costruzione «risaliva agli anni 60». Come se un bollettino medico sollevasse il chirurgo dall’errore adducendo l’età del paziente. Tanto più che il ponte di Brooklyn di anni ne ha 135 e resta al suo posto senza bisogno di troppi comunicati.
Massimo Gramellini



Genova
Fulvio Fontana



Italia: la tragedia del viadotto di Genova.
Plantu


talking without speaking
hearing without listening
Magnasciutti



Un grande abbraccio a Genova ed una preghiera alle vittime ed ai feriti.

Fany

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Genova risolve il problema del traffico
copertina della Domenica del Corriere 1 marzo 1964

lunedì 13 agosto 2018

Ritratto di Ennio Morricone

ENNIO MORRICONE
su La Repubblica di Riccardo Mannelli

Nel numero di domenica 12 agosto dei Robinson una lunga intervista dello Straparlando è dedicato a un grandissimo maestro, famoso e celebrato in tutto il mondo, Ennio Morricone. Dall'esordio con la prima colonna sonora commissionata da Sergio Leone (Per un pugno di dollari, 1964) all'Oscar per la carriera nel 2007, è anche un'occasione per fare un omaggio al compositore che compirà 90 anni a novembre.



sabato 11 agosto 2018

L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo" (seconda parte - i premi).

El humor gráfico de Diego Herrera, “Yayo”.
Especial para Fany Blog
Por Francisco Punal Suarez
segunda parte - los premios

XVI PortoCartoon -GrandPrize_Canada_Diego Herrera

Reconocimiento en Canadá

Uno de los momentos más importantes en la vida de Diego Herrera, tras sus años de residencia en Canadá, donde se unió a su esposa Talleen Hacikyan, artista plástica especializada en grabado, con quien tiene un hijo adolescente, fue cuando le otorgaron, en el 2011, el Premio Charles Biddle, que destaca la contribución excepcional de un artista que haya emigrado a Quebec, y cuyo compromiso personal y profesional contribuye al desarrollo cultural de esa provincia, en la escena nacional e internacional. El premio le fue entregado por la ministra de Cultura de Quebec, Christine St-Pierre, y Kathleen Weil, ministra de Inmigración y de Comunidades Culturales.

“Fue un gran honor –dice Yayo - y un inmenso reconocimiento a mi obra, a mi carrera, y también a la contribución que hacen los inmigrantes a este extraordinario país. Esta distinción aplaude los esfuerzos y los aportes de una persona, que por sus logros es un modelo a seguir, no solamente en el campo de la cultura, sino para la sociedad de Quebec en general”.

Diego Herrera, Yayo, riceve il premio Charles Biddle, in Canada, nel 2011


XVI  y XVII PortoCartoon, Portugal

Para Yayo un instante culminante en su carrera artística fue la obtención, en el 2014, del Gran Premio en el XVI PortoCartoon, uno de los más importantes certámenes de humor gráfico a nivel mundial, que se realiza en la ciudad portuguesa de Oporto, organizado por el Museu Nacional da Imprensa.

El dibujo nos presenta a un marinero en un bote, que lleva una pequeña pecera, con un pez pequeño, y que trata de remar en un mar de botellas de plástico. La obra, además del galardón del jurado, también ganó el premio del público. Es una manera de constatar que el arte puede actuar para mejorar el mundo.

“Esa obra –manifiesta Yayo - nos recuerda que la codicia humana es insaciable, hasta el punto de convertir el agua, fuente primaria de la vida, en un objeto mercantil, vendida en botellas de plástico, un material que nunca termina de descomponerse y capaz de crear, entre otras cosas, en el Océano Pacífico, una isla de basura plástica, más grande que la superficie conjunta de Portugal, España y Francia. Irónicamente, en un mundo donde la información es más accesible que nunca, por pereza o por conformismo, preferimos mirar hacia otro lado. Frente a esto, el humor con su poesía y su creatividad, es una alternativa a la desesperación. Esperemos que una sonrisa pueda inspirar acciones concretas, grandes y pequeñas, que se multipliquen, como granos de arena, en defensa de un agua más limpia y más justamente distribuida”.

Al año siguiente, 2015, y en el XVII PortoCartoon, Yayo y su esposa Tallen fueron invitados a inaugurar y disfrutar de la Casa del Caricaturista “Georges Wolinski”, dibujante francés asesinado en el atentado a la revista Charlie Hebdo, y durante dos semanas realizaron talleres en el Museu da Imprensa, para niños y jóvenes. Fue en aquella ocasión donde conocimos personalmente a Yayo y su esposa.

En esa edición, fue inaugurada una exposición con decenas de dibujos de Yayo en el centro comercial Dolce Vita, de Oporto, y en sus palabras de presentación, Luis Humberto Marcos, director del PortoCartoon, señaló lo siguiente: “Los dibujos de Yayo aquí presentes, manifiestan la calidad de un pensamiento que sale a la luz deconstruyendo cosas, figuras y situaciones. Yayo nos ayuda a pensar mejor sobre el mundo. Sus causas son las que protegen el medio ambiente, la igualdad de derechos, contra la contaminación, contra el tabaco y otros temas. El juego de la antinomia está muy presente en la obra de Diego. Las contradicciones desconcertantes e inesperadas nos llevan a pensar más profundamente sobre las cosas. Las actitudes sociales cotidianas más rutinarias se giran al revés”.

Encuentro en Galicia
En octubre de 2016, tuvimos oportunidad de encontrarnos nuevamente con Yayo y Tallin, quienes habían realizado el Camino de Santiago, y estaban muy contentos de ese perigranaje por tierras gallegas.
Festejamos este encuentro en un restaurante de Santiago de Compostela, Galicia, y fue una nueva ocasión de valorar su humanismo y humor
De aquel día, no olvido sus palabras: “Los artistas canalizan las emociones y los sentimientos de una sociedad. El arte nos hace más humanos, más sensibles y por lo tanto más propensos a sufrir, pero también puede hacernos más felices y libres”.
Yayo e sua moglie Tallen, a Santiago de Compostela - Francisco Punal.

Planes futuros
Yayo trabaja actualmente en las ilustraciones de un álbum para niños, en inglés. Su título es “La dama de las piedras”. Va a ser publicado el año entrante. El autor del texto es un escritor cubano, Enrique Pérez Díaz. El editor es Tradewind Books, de la ciudad de Vancouver. El tema es una leyenda que sucede junto al mar, en una playa.

En enero y febrero de 2019, Yayo va a hacer una residencia de autor, durante 2 meses, en la ciudad de Québec, en la Maison de la littérature. Durante ese tiempo realizará un proyecto personal de escritura y dibujo, sobre el tema de la Libertad de Expresión. Esta residencia esta organizada por PEN. Este es un organismo internacional que trabaja por la defensa de la libertad de expresión de los escritores y periodistas alrededor del mundo.

“Y noticia importante: en el mes de septiembre del 2018 – dice Yayo - Talleen y yo vamos a hacer otro Camino de Compostela. Esta vez será el Camino Portugues, a partir de Porto. Comenzaremos a caminar el 13 de septiembre, para terminar en Santiago hacia el 10 de octubre. Será una nueva aventura”- finaliza.









L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo" (seconda parte - i premi).

Riconoscimento in Canada

Uno dei momenti più importanti della vita di Diego Herrera, dopo i suoi anni di residenza in Canada, con la moglie Talleen Hacikyan, artista specializzato in incisione, con la quale ha un figlio adolescente,  è stato quando gli è stato conferito nel 2011, il Premio Charles Biddle.
Il Charles Biddle Award sottolinea l'eccezionale contributo di un individuo emigrato in Quebec e il cui impegno personale o professionale contribuisce allo sviluppo culturale e artistico del Quebec sulla scena nazionale o internazionale. Riconosce gli sforzi e il contributo di un individuo che, attraverso i suoi risultati, è un modello di successo non solo nel proprio campo ma per la società del Quebec nel suo insieme.
Il premio gli è stato conferito dal Ministro della Cultura del Quebec, Christine St-Pierre, e Kathleen Weil, Ministro dell'immigrazione e Comunità culturali.

"E 'stato un grande onore, dice Yayo - e un enorme riconoscimento del mio lavoro, della mia carriera, e anche il contributo che gli immigrati fanno in questo paese straordinario. Questa distinzione applaude gli sforzi e i contributi di una persona, che per i suoi risultati è un modello, non solo nel campo della cultura, ma per la società del Quebec in generale ".

XVI e XVII PortoCartoon, Portogallo

Per Yayo un momento culminante della sua carriera è stato vincere, nel 2014, il Gran Premio al XVI PortoCartoon, uno dei più importanti eventi di umorismo di tutto il mondo, che si tiene nella città portoghese di Oporto, organizzato dal il Museo Nazionale di Impresa.

Il disegno ci presenta un marinaio in una barca, che trasporta un piccolo acquario, con un piccolo pesce, e che cerca di remare in un mare di bottiglie di plastica. Il lavoro, oltre al premio della giuria, ha anche vinto il premio del pubblico. È un modo per confermare che l'arte può agire per migliorare il mondo.

"Questo lavoro - dice Yayo - ci ricorda che l'avidità umana è insaziabile, fino al punto di trasformare l'acqua, fonte primaria di vita, in una forma commerciale venduto in bottiglie di plastica, un materiale che non finisce mai e in grado di decomposizione creare, tra le altre cose, nell'Oceano Pacifico, un'isola di rifiuti di plastica, più grande della superficie comune di Portogallo, Spagna e Francia. Ironia della sorte, in un mondo in cui l'informazione è più accessibile che mai, attraverso la pigrizia o il conformismo, preferiamo guardare dall'altra parte. Di fronte a questo, l'umorismo con la sua poesia e la sua creatività, è un'alternativa alla disperazione. Speriamo che un sorriso possa ispirare azioni concrete, grandi e piccole, che si moltiplicano, come granelli di sabbia, in difesa di un'acqua più pulita e più giustamente distribuita ".

L'anno successivo, il 2015, e nel XVII PortoCartoon, Yayo e sua moglie Tallen sono stati invitati ad inaugurare e godere della Casa del Cartoonist "Georges Wolinski," fumettista francese ucciso nel bombardamento della rivista Charlie Hebdo, e per due settimane ha fatto laboratori presso il Museu da Imprensa, per bambini e giovani. Fu in quella occasione che ho incontrato personalmente Yayo e sua moglie.

E' stata fatta anche  una mostra con decine di disegni di Yayo nel centro commerciale Dolce Vita, Porto, e nelle sue osservazioni introduttive, Luis Humberto Marcos, direttore del PortoCartoon, ha dichiarato: "I disegni Yayo qui presenti , manifestano la qualità di un pensiero che viene alla luce decostruendo cose, figure e situazioni. Yayo ci aiuta a pensare meglio al mondo. Le sue battaglie sono per proteggere l'ambiente, la parità dei diritti, contro l'inquinamento, contro il tabacco e altre questioni. Il gioco della contraddizione  è molto presente nel lavoro di Diego. Sconcertanti e inaspettate contraddizioni ci portano a pensare più profondamente alle cose. Gli atteggiamenti sociali quotidiani  vengono capovolti ".

Incontro in Galizia

Nel mese di ottobre 2016, ho avuto l'opportunità di incontrare di nuovo Yayo e Tallinn, dopo che aveva fatto il Camino de Santiago, ed erano molto contenti del pellegrinaggio per la Galizia.
Abbiamo celebrato questo incontro in un ristorante a Santiago de Compostela, in Galizia, ed è stata una nuova opportunità per valorizzare il suo umanesimo e il suo umorismo
Da quel giorno, non dimentico le sue parole: "Gli artisti incanalano le emozioni e i sentimenti di una società. L'arte ci rende più umani, più sensibili e quindi più inclini a soffrire, ma può anche renderci più felici e liberi. "

Piani per il futuro

Yayo sta attualmente lavorando alle illustrazioni di un album per bambini, in inglese. Il suo titolo è "La signora delle pietre". Sarà pubblicato l'anno prossimo. L'autore del testo è uno scrittore cubano, Enrique Pérez Díaz. L'editor è Tradewind Books, dalla città di Vancouver. Il tema è una leggenda che accade vicino al mare, su una spiaggia.

In gennaio e febbraio 2019, Yayo farà una residenza d'autore per 2 mesi a Quebec City, presso la Maison de la littérature. Durante questo periodo realizzerà un progetto personale di scrittura e disegno, sul tema della libertà di espressione. Questo residence è organizzato da PEN. Questa è un'organizzazione internazionale che lavora per difendere la libertà di espressione di scrittori e giornalisti in tutto il mondo.

 "E importanti novità: nel settembre 2018 - dice Yayo - Talleen e io faremo un altro Camino de Compostela. Questa volta sarà la via portoghese, da Porto. Cominceremo a camminare il 13 settembre, terminando a Santiago il 10 ottobre. Sarà una nuova avventura "- conclude.









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venerdì 10 agosto 2018

L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo". (prima parte)





El humor gráfico de Diego Herrera, “Yayo”.
Especial para Fany Blog
Por Francisco Punal Suarez

El 2018 está siendo un año muy estimulante para el ilustrador de libros infantiles y humorista gráfico Diego Herrera, “Yayo”, un artista universal, un poeta de la imagen, nacido en Colombia en 1961, que reside en Montreal, Canadá, desde 1987, y a quien he tenido la oportunidad de conocer personalmente junto a su esposa Talleen Hacikyan, artista plástica.

Yayo ha ilustrado más de treinta libros de literatura infantil y juvenil y es autor de cinco libros de humor gráfico. Trabaja para editoriales y publicaciones en Canadá, Francia, Estados Unidos y Colombia. Sus obras han sido premiadas en Canadá, Japón, Colombia y Europa.

Entre otros galardones podemos mencionar el Gran Premio Golden Smile en Belgrado en 1997; Mención Especial, 11 Festival Internazionale di Humor Grafico Fuori Gioco. Rome, Italia, 2008; Mención Especial, Biennale Internazionale di Humor Grafico Vino, Humour e Fantasia, Rome, Italia, 2009; Premio Charles Biddle, Montreal, Canadá, 2011; Mención de Honor, World Press Cartoon, Sintra, Portugal. 2013; Gran Premio en el XVI PortoCartoon en Portugal, y el Premio de Excelencia, Concurso Internacional de la Libertad de Prensa, Ottawa, Canadá, en 2014.


“Para mi –dice Yayo- dibujar es como soñar y jugar. Tiene algo de mágico y de misterioso. Dibujar es tal vez la manera más elemental, más simple y económica de reinventar el mundo y de interpretarlo. Y es mi forma favorita de expresar lo que imagino”.

“Defino el humor gráfico –expresa - como una manera de desvelar el lado pretencioso y grave de la realidad. En mis dibujos hago uso del absurdo, de la sátira y de una cierta dosis de poesía. El humor gráfico y la poesía, no solo son compatibles sino indisociables. Y la poesia es como el agua, absolutamente necesaria a la supervivencia humana”.

En abril de este año, Yayo realizó una muestra antológica de sus ilustraciones, en la Casa de la Cultura de Mercier, Montreal, que nos ofrecía un viaje pictórico y narrativo; una invitación a descubrir el arte de la ilustración a través de imágenes de un universo infantil que hace soñar.


Dichas ilustraciones, para libros infantiles, plenas de colores festivos, fueron realizadas en diversas técnicas: acrílicos, lápices de colores, acuarelas, tintas, collages y técnicas numéricas.
Las obras expuestas provenían de los siguientes libros: Piqik, Night Sky Wheel Ride, I Am the Book, Keeper of Soles y The King Who Barked. que fueron publicados originalmente en Canadá y Estados Unidos.

Esta exposición fue muy bien acogida por niños y adultos que apreciaron un hecho cultural de gran significado, y ha sido trasladada al Centro Culturel Notre Dame de Grace, de Montreal hasta el 2 de septiembre 2018.
Durante el mes de julio, y con el título es L’Oeil espiègle ( El ojo Travieso ), Yayo ha realizado una muestra de 27 obras originales en L’Ile-des-Soeurs, (La Isla de las Monjas), una de las islas que forman parte de Montreal, en el Centre Elgar, el cual forma parte de la red de las casas de la cultura de su ciudad.

“En esta ocasión he mostrado una selección – expresa- de mis dibujos de humor gráfico, con temas diversos; el calentamiento global, la libertad de expresión, la salud, el vino, la música, el deporte, los animales, etc. Todos los dibujos, salvo uno, han sido previamente publicados en la revista L´actualité”.

“Fue una nueva oportunidad -añade - de compartir mis obras de manera más personal, con un público de grandes y chicos, sin pasar por el intermediario de una publicación. Cuando un espectador se ve cara a cara con el original de un dibujo, se establece una relación más intima, un encuentro único”.

La obra pictórica de Yayo se carac­teriza por un gran despliegue imaginativo, de notables va­lores  humorísticos y filosóficos, donde predominan el surrealismo y el absurdo. Ya­yo ha creado un universo muy particular que nos presenta su mirada ingeniosa. "El humor gráfico -expresa Yayo- como lo conocemos ahora, le debe mucho al su­rrealismo, por no decir que es un derivado de él, espe­cialmente cuando el lector puede interpretar libremente una imagen. El humor le ha­ce contrapeso al racionalismo disfrazado de buenas razones. Es una forma de confrontar la realidad, incluyendo la política", recalca.






L'umorismo grafico di Diego Herrera, "Yayo".
Speciale per Fany Blog
Di Francisco Punal Suarez

Il 2018 è  un anno molto impegnativo per l' illustratore e cartoonist,  Diego Herrera, "Yayo", un artista universale, un poeta dell'immagine, nato in Colombia nel 1961, che vive a Montreal, in Canada, dal 1987, e che ho avuto l'opportunità di incontrare personalmente.

Yayo ha illustrato oltre trenta libri di letteratura per bambini e giovani ed è autore di cinque libri di umorismo grafico. Lavora per editori e fa pubblicazioni in Canada, Francia, Stati Uniti e Colombia. Le sue opere sono state premiate in Canada, Giappone, Colombia ed Europa.

Tra i tanti premi possiamo citare il Gran Premio del Sorriso d'oro a Belgrado nel 1997; Menzione speciale, 11 Festival Internazionale di Humor Grafico Fuori Gioco. Roma, Italia, 2008; Menzione speciale, Biennale Internazionale di Humor Grafico Vino, Humor e Fantasia, Roma, Italia, 2009; Charles Biddle Prize, Montreal, Canada, 2011; Menzione d'onore, World Press Cartoon, Sintra, Portogallo. 2013; Gran Premio al XVI PortoCartoon in Portogallo e il Premio di eccellenza, Concorso internazionale di libertà di stampa, Ottawa, Canada, nel 2014.


"Per me", dice Yayo, "disegnare è come sognare e suonare. Ha qualcosa di magico e misterioso. Disegnare è forse il modo più elementare, più semplice ed economico per reinventare il mondo e interpretarlo. Ed è il mio modo preferito per esprimere ciò che immagino. "

"Definisco l'umorismo grafico - dice - come un modo per svelare il lato pretenzioso e serio della realtà. Nei miei disegni uso assurdità, satira e una certa dose di poesia. Umorismo grafico e poesia non sono solo compatibili ma inseparabili. E la poesia è come l'acqua, assolutamente necessaria per la sopravvivenza umana. "

Nel mese di aprile di quest'anno, Yayo ha condotto una retrospettiva dei suoi disegni nella Casa della Cultura di Mercier, Montreal, abbiamo ci ha offerto un percorso pittorico e narrativo; un invito a scoprire l'arte dell'illustrazione attraverso le immagini di un universo infantile che ti fa sognare.

Queste illustrazioni, per libri per bambini, piene di colori festivi, sono state realizzate con varie tecniche: acrilici, matite colorate, acquerelli, inchiostri, collage e tecniche numeriche.

Le opere esposte provengono dai seguenti libri: Piqik, Night Sky Wheel Ride, I Am the Book, Keeper of Suns e The King Who Barked. che sono stati originariamente pubblicati in Canada e negli Stati Uniti.

Questa mostra è stata molto apprezzata dai bambini e adulti e così  è stato portata anche al Centre Culturel Notre Dame de Grace, Montreal fino 2 Settembre 2018.

Durante il mese di luglio, con il titolo è L'Oeil Espiègle (El Travieso occhio), Yayo ha esposto 27 opere originali nell' Isola L'Monache (L'Isla de las Monjas), una dei isole che fanno parte di Montreal, nel Centro Elgar.

"In questa occasione ho mostrato una selezione - dice - dei miei disegni di umorismo grafico, con temi diversi; riscaldamento globale, libertà di espressione, salute, vino, musica, sport, animali, ecc. Tutti i disegni, tranne uno, sono stati precedentemente pubblicati sulla rivista L'actualité ".

"È stata una nuova opportunità - aggiunge - condividere le mie opere in un modo più personale, con un pubblico di adulti e bambini, senza passare attraverso una pubblicazione. Quando uno spettatore si trova faccia a faccia con l'originale di un disegno, viene stabilita una relazione più intima, un incontro unico ".

Il lavoro pittorico di Yayo è caratterizzato da una grande esposizione fantasiosa, da valori umoristici e filosofici notevoli, in cui predominano il surrealismo e l'assurdo. Yayo ha creato un universo molto particolare e ci presenta il suo aspetto geniale. "L'umorismo -dice Yayo- come lo conosciamo oggi, deve molto al surrealismo, per non dire che è un suo derivato, e specialmente quando il lettore è libero di interpretare un'immagine. L'umore fa da contrappeso al razionalismo mascherato da buone ragioni, è un modo di affrontare la realtà, compresa la politica ", sottolinea.

mercoledì 8 agosto 2018

42° Campionato Italiano della Bugia : i vincitori

Lucio Trojano: Bugiardino d’oro sezione italiana


Da www.labugia.it

 42° Campionato Italiano della Bugia : i vincitori

SEZIONE GRAFICA: VINCONO UN CURDO E UN CHIETINO

In Italia vince Lucio Trojano. Nei cinque continenti prevale il 28enne Heibat Ahmadi. I disegni vincitori scelti tra oltre mille vignette. L’alta qualità delle proposte produce una lunga la lista di segnalati. Secondi un russo e un romano. Un vicentino e un turco si piazzano al terzo posto.

Le Piastre (Pistoia) 4 agosto 2018 –  In Italia trionfa, sui 65 partecipanti, il lancianese (Chieti) Lucio Trojano. Il ventottenne curdo Heibat Ahmadi sbaraglia la concorrenza internazionale e quella rappresentata dai 53 (il gruppo nazionale più numeroso) partecipanti iraniani.

Sono loro due, ad insindacabile giudizio della giuria presieduta dal disegnatore Sergio Cavallerin, i vignettisti più bugiardi d’Italia e del mondo, i vincitori della quarantaduesima edizione del Campionato italiano e mondiale della Bugia, organizzato dall’Accademia della Bugia de Le Piastre.

Trojano ha interpretato il tema dei cambiamenti climatici disegnando un plumbeo cielo temporalesco alzato con una leva fino a scoprire l’azzurro retrostante. Dedicata alla siccità l’interpretazione di Ahmadi, che ha disegnato una squadra di pompieri intenta a salvare l’unica goccia d’acqua che cade dalle scarse nubi.

Le due vignette hanno prevalso tra le oltre mille arrivate dall’Italia e da tutto il mondo. Anche i bambini di una scuola cinese e una di Belgrado hanno partecipato al concorso con i loro disegni. A loro andrà un riconoscimento speciale. Tutti i lavori sono esposti fino al 18 agosto lungo le strade de Le Piastre.

Nella sezione italiana secondo è arrivato il romano Gianfranco Tartaglia e terzo il vicentino Sergio Tessarolo. Il premio popolare “Pitillo” va al romano Leonardo Magliacano. Numerosi i segnalati. Si tratta di Marco De Angelis, Luca Ricciarelli, Leonardo Zaza ed Emilio Guazzone.

In campo internazionale al secondo posto il russo Aleksei Kivokurtsev e al terzo il turco Halit kurtulmuş Aytoslu. Intanto il primo dei 293 partecipanti stranieri è arrivato a Le Piastre. Si tratta del tedesco Steffen Jahsnowski-Herschel che, arrivando da più di 200 chilometri, è ospite dell’Accademia.

 DUE BUGIARDI AD HONOREM PER QUESTA EDIZIONE:DARIO VERGASSOLA E VAURO!

Ecco l’elenco dei premiati.

Lucio Trojano: Bugiardino d’oro sezione italiana

Gianfranco Tartaglia: Bugiardino d’argento sezione italiana

Sergio Tessarolo: Bugiardino di bronzo sezione italiana

Leonardo Magliacano: Premio popolare Pitillo sezione italiana

Marco De Angelis, Luca Ricciarelli, Leonardo Zaza, Emilio Guazzone: segnalazioni qualità sezione italiana

Heibat Ahmadi: Bugiardino d’oro sezione internazionale

Aleksei Kivokurtsev: Bugiardino d’argento sezione internazionale

Halit kurtulmuş Aytoslu: Bugiardino di bronzo sezione internazionale

Alirezan Pakdel (Iran), Ba Bilig (Cina), Darko Drljevic (Montenegro), Erdogan Basol (Turchia), Huseyin Cakmak (Cipro), Igor Lukyanchenko (Ucraina), Jitet Koustana (Indonesia), Mozhdeh Malek Oghli (Iran), Olivier Siersma (Olanda), Orhan Ozturk (Turchia), Raed Khalil (Syria), Roman Kubek (Repubblica Ceca), Santiago Cornejo (Argentina), Steffen Jahsnowski-Herschel (Germania), Yoemnis Batista Del Toro (Cuba): menzione d’onore sezione internazionale.

Heibat Ahmadi: Bugiardino d’oro sezione internazionale
Leonardo Magliacano: Premio popolare Pitillo sezione italiana

sabato 4 agosto 2018

Ahed Tamimi libera


Ahed Tamimi libera
Gio / Mariagrazia Quaranta


Free Tamimi    Luc Descheemaeker
TAMIMI FREE
29 Jul 2018


Ahed Tamini
Lo Stato di Israele ha scarcerato anticipatamente Ahed Tamimi condannata a otto mesi di carcere per aver schiaffeggiato un soldato durante una manifestazione palestinese nel villaggio cisgiordano di Nebi Saleh.
La condanna non ha fatto altro che far diventare la ragazza un simbolo della resistenza palestinese contro l'occupazione dei territori da parte israeliana.
Gianfranco Uber


<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="en" dir="ltr">Palestinian teen <a href="https://twitter.com/hashtag/AhedTamimi?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#AhedTamimi</a> to be released from Israeli prison, after 8 months in jail.<br>Many more Palestinian children remain in jail, trialled in military courts in a language they don’t speak.<br><br>Love! | Ahed Tamimi<br>by <a href="https://twitter.com/channeldraw?ref_src=twsrc%5Etfw">@channeldraw</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/GraphicJournalism?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#GraphicJournalism</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Gaza?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Gaza</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Palestine?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Palestine</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Israel?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Israel</a> <a href="https://t.co/30PteKoCMn">pic.twitter.com/30PteKoCMn</a></p>&mdash; aHuman rEvolution (@aHumanEvolution) <a href="https://twitter.com/aHumanEvolution/status/1023252813135208448?ref_src=twsrc%5Etfw">28 luglio 2018</a></blockquote>
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Qui sotto alcuni dei tanti cartoon realizzati per la liberazione diAhed Tamini.



Free Ahed Tamimi    Paolo Lombardi
.
30 Dec 2017


Ahed Tamimi    Emad Hajjaj
Ahed Tamimi , Wonder Girl of Palestine !
24 Dec 2017



"Free Ahed Tamimi"    Antonio Rodríguez
...
12 Mar 2018


AHED EL-TAMIMI....    Hassan Bleibel
JAIL
15 Jan 2018

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fonte Amnesty International

Ahed Tamimi, l’attivista palestinese di 17 anni condannata a otto mesi per aver spintonato e preso a schiaffi e calci due soldati israeliani dotati di armi pesanti ed equipaggiamento protettivo, è stata rilasciata il 29 luglio con 21 giorni di anticipo sulla fine della pena.

“È un momento di profondo sollievo per Ahed e per i suoi cari, ma questa gioia è mitigata dall’ingiustizia della sua detenzione e dal fatto che tanti minorenni palestinesi si trovano nelle carceri israeliane, in molti casi per reati non riconoscibili come tali”, ha dichiarato Saleh Higazi, dell’ufficio di Amnesty International di Gerusalemme.

“Il rilascio di Ahed Tamimi non deve far dimenticare le politiche discriminatorie usate dall’esercito israeliano per imprigionare i minorenni palestinesi. L’ingiusta condanna di Ahed è un esempio di come Israele ricorra all’arbitrio dei tribunali militari per punire coloro che sfidano l’occupazione e l’espansione degli insediamenti illegali, senza riguardo per la loro età”, ha aggiunto Higazi.

“Ahed Tamimi è stata condannata per il ridicolo motivo di aver posto una minaccia nei confronti di due soldati ben protetti e armati. La realtà è che, con la sua condanna, le autorità israeliane hanno voluto mandare un messaggio per intimidire tutti coloro che osano sfidare la repressione delle forze di occupazione”, ha commentato Higazi.

Arrestata il 19 dicembre 2017 nel suo villaggio natale di Nabi Saleh dopo aver spinto, schiaffeggiato e preso a calci due soldati israeliani, era stata giudicata colpevole di incitamento, assalto aggravato e impedimento a ciascuno dei due soldati di portare avanti il suo lavoro. Quattro giorni prima il filmato dell’accaduto era stato postato su Facebook dalla madre, Nariman Tamimi, a sua volta rilasciata oggi.

Il padre di Ahed, Bassam Tamini, ha dichiarato ad Amnesty International di essere felice per il ritorno a casa della figlia e della moglie ma di essere ancora preoccupato per suo figlio Wa’ed, di 22 anni, arrestato nel maggio 2018 e da allora detenuto nel carcere militare di Ofer con accuse collegate al suo attivismo contro l’occupazione.

“Centinaia di minorenni palestinesi si trovano, in condizioni assai dure, all’interno di un sistema penitenziario che non rispetta i principi della giustizia minorile e gli standard sul trattamento dei prigionieri”, ha sottolineato Higazi.

Secondo le organizzazioni locali per i diritti umani, nelle prigioni e nei centri di detenzione israeliani si trovano circa 350 minorenni palestinesi.

Ogni anno i tribunali militari processano centinaia di minorenni palestinesi, spesso arrestati nel corso di raid notturni nella Cisgiordania occupata. Dopo l’arresto, vengono sistematicamente sottoposti a maltrattamenti tra cui l’obbligo di stare con gli occhi bendati, le minacce, gli estenuanti interrogatori in assenza di avvocati o familiari, l’isolamento e in alcuni casi la violenza fisica.

In molti casi gli arresti e i processi hanno a che fare con attività pacifiche, come l’espressione di opinioni politiche o l’organizzazione e la partecipazione a proteste non autorizzate dal comandante militare israeliano di zona.

Anche l'artista napoletano JoritAgoch, che era stato arrestato dall'esercito a #Betlemme dopo aver realizzato un murales della giovane attivista palestinese #AhedTamimi, è stato liberato.

giovedì 2 agosto 2018

Bologna, 2 agosto 2018, 38 anni dopo.

Noi non dimentichiamo:



2 agosto 1980
Sono trentotto anni che è fermo e sono trentotto anni che chi lo ha fermato cerca di farlo andare avanti.
Uber


Apicella




voglio la verità
Magnasciutti


Bologna
Cecigian


2 agosto 1980
Paride Puglia


Perchè Bologna era il mondo. E il mondo somiglia a Bologna, guarda
In cucina, nella televisione piccola in bn, le immagini da Bologna, le stesse identiche sensazioni di sgomento incredulo di oggi. Prima ancora della disumanità, l’irrazionalità carogna. Perché? Poi i perché arrivano. Rimane l’assurdo, a 13 come a 50 anni.
Oggi, per il manifesto. Qui tutte le mie memorie su Bologna 1980.
Mauro Biani


2 agosto 2018 - Strage di Bologna, 38 anni fa la bomba che squarciò la stazione.
© Milko Dalla Battista



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Strage Bologna: 2 agosto 1980, un sabato di sangue e orrore

85 morti e 200 feriti, dall'ipotesi scoppio caldaia alla bomba

Un afoso sabato di esodo, con le foto e le immagini delle code in autostrada pronte, come da 'copione' del periodo, per diventare l'argomento del giorno di quotidiani e tg. Alle 10.25 del 2 agosto 1980, invece, un'esplosione alla stazione centrale di Bologna spezza nel sangue la tranquilla routine del rito delle vacanze: 85 morti e 200 feriti il bilancio finale della strage più sanguinaria nella storia italiana.
Il boato squarcia l'ala sinistra dell'edificio su piazza Medaglie d'Oro: la sala d'aspetto di seconda classe, il ristorante, gli uffici del primo piano vengono disintegrati.
Anche il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, fermo sul primo binario e in ritardo di un'ora sulla tabella di marcia, è colpito dalla valanga di macerie e detriti che in pochi istanti schiacciano e soffocano inermi viaggiatori di ogni età e provenienza. Nel ristorante-bar-self service perdono la vita sei lavoratrici, tra le vittime anche due tassisti in attesa di clienti. Ovunque lacrime, urla straziate, polvere che entra in gola e soffoca il piano disperato di passeggeri sotto choc che cercano di individuare amici e parenti. La vittima più piccola è Angela Fresu, appena 3 anni, e poi Luca Mauri, di 6, Sonia Burri, di 7, fino a Maria Idria Avati, ottantenne, e ad Antonio Montanari, 86 anni.
In pochi minuti arrivano decine di mezzi dei vigili del fuoco, polizia, carabinieri, vigili urbani, ambulanze, l'Esercito. Saltano le linee telefoniche e i primi cronisti giunti sul posto, per poter raccontare l'inferno di quei momenti, 'espropriano' la cabina dei controllori degli autobus sul piazzale, dove il telefono invece funziona. Cellulari e internet non esistono ancora. Anche il contributo degli autisti si fa determinante, quando di lì a poco un bus giallo e rosso della linea 37, la vettura 4030, nell'emergenza si trasforma in un improvvisato carro funebre per trasportare le salme alla Medicina legale, nella vicina via Irnerio. Alla guida si mette l'imolese Agide Melloni, autista trentunenne: "Mi chiesero di portare via i cadaveri con il bus. Dal mattino alle tre di notte, con i lenzuoli bianchi appesi ai finestrini. In ogni viaggio c'era con me qualche soccorritore, per sostenermi". Le ambulanze servono invece per i vivi, distribuiti in tutti gli ospedali, dove rientrano in servizio medici e infermieri.
Le prime ipotesi investigative prendono in considerazione lo scoppio di una caldaia, ma nel punto dell'esplosione non ce ne sono. Lo si capisce presto, mentre i lavori di scavo procedono a rilento perché si continuano a cercare persone vive tra le macerie. In poco tempo, accantonata l'improbabile fuga di gas, la causa della strage si fa drammaticamente chiara: una bomba ad alto potenziale. In stazione arriva, commosso e angosciato, il presidente della Repubblica Sandro Pertini, mentre tutt'intorno una catena umana continua a spostare detriti e il silenzio irreale del centro città è squarciato dalle sirene.
La sera piazza Maggiore si riempie: Bologna, attonita e sgomenta, non chiede vendetta ma giustizia, mentre il ricordo torna a un'altra strage, quella dell'Italicus, la notte del 4 agosto di sei anni prima a San Benedetto Val di Sambro, sull'Appennino, con 12 morti e 44 feriti. "La stessa città, lo stesso nodo ferroviario, gli stessi giorni delle vacanze, forse lo stesso proposito - commenterà il giorno dei funerali il sindaco Renato Zangheri - di recitare il crimine anche sul corpo di viaggiatori stranieri, e quindi di dimostrare ad altri popoli e governi la debolezza della nostra democrazia". Intanto in quelle stesse ore, all'obitorio, un maresciallo continua a tentare di dare un nome alle vittime: un'identità più volte affidata a brandelli di indumenti, un anello, i resti di una catenina o un documento. Trentotto anni dopo i familiari delle vittime e Bologna chiedono ancora di conoscere tutta la verità sulla strage e sui suoi mandanti.
Antonio Giovannini