sabato 9 agosto 2014

La Costa Concordia finalmente a Genova per la demolizione



domenica 27 luglio 2014
LA CONCORDIA
Oggi finalmente la Costa Concordia a Genova.
A Roma la concordia costa.
Uber

Si è concluso l’ultimo viaggio in mare della Costa Concordia. La nave ha trascorso la notte di fronte a Genova. E questa mattina, dopo che gli otto rimorchiatori dello scalo ligure lo hanno preso in consegna, il relitto è entrato nel porto di Prà-Voltri, dove verrà smantellato. L’ormeggio per la messa in sicurezza alla banchina della diga Foranea è iniziato intorno alle 14 e 30 e terminato alle 14 e 43. La Costa Crociere ha firmato il passaggio di proprietà della nave, che è stata presa in consegna da Saipem/San Giorgio del Porto che si occuperà della demolizione.
[...]



Bandanax


Rigalleggiamento
Matteo Bertelli


Problemi tecnici
Natangelo


PORTOS / Franco Portinari



SERGIO STAINO


Vauro



Tiziano Riverso


Claudio Cadei


Franzaroli

 La nave, l'orchestra
Santa Concordia e sorella metafora.
Mauro Biani

foto

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 16 luglio 2014, ore 17
Nel ventre della Concordia

Di Ferdinando Camon
"Maronna, ch'aggio combinato!" esclamò il comandante, quando la sua immensa nave urtò contro la lama aguzza dello scoglio che le tranciò il ventre. Cos'ha combinato lo vediamo oggi, perché i sub vanno dentro lo scafo, lo visitano di cabina in cabina, e sul tavolo del tribunale che deve giudicare la catastrofe si accumulano le foto delle ricognizioni. Le stiamo guardando. E in noi ritorna la meraviglia per questo vero gioiello tra le flotte turistiche del mondo, la vergogna per l’imperizia e la viltà di chi la guidava, e il dolore per le vite umane assurdamente perdute. Erano turisti in crociera, la crociera è il viaggio rilassante per eccellenza, vai in crociera per premio, per consolazione, per piacere, per festeggiare, la crociera è una vacanza super, un di più di vita, in crociera rimetti la tua felicità, la tue cose e la tua vita nelle mani del comandante, che sulla nave ha il potere supremo, celebrato da tanta letteratura e tanto cinema. E invece qui ecco il risultato, cabine sfondate, letti infradiciati e marciti, televisori spezzati, soffitti crollati, e per fortuna non vediamo il peggio del peggio, cioè i morti. Ma qualunque cosa vediamo, il pensiero corre sempre a loro.
Queste che vediamo erano cabine lussuose, le grandi navi mettono il lusso a portata della piccola e media borghesia vacanziera, per la quale una crociera è un ricordo che impreziosisce la vita. Ora le cabine appaiono devastate, come se un branco di animali vi avesse scorazzato in lungo e in largo, animali dotati di corna e di zoccoli. È tutto rotto. Una cabina ha il televisore che pare bersagliato da sassate. I letti sono divelti e con i materassi disposti in verticale, contro una parete. Le poltrone sono una con i piedi per terra, una con i piedi per aria. Il soffitto appare sbrecciato, qui l'acqua è entrata da tutte le parti, dal pavimento e dal tetto. Il legno dei mobili s'è infradiciato e gonfiato, i materassi sono rimasti a lungo poggiati sulla rete, si sono gonfiati d'acqua, e ora portano impressa la scanalatura a rombi delle reti. La speranza è che chi alloggiava in questa cabina non fosse qui quando il mare ha fatto irruzione, perché questa, così conciata, pare una trappola per topi, sei incastrato e contro di te viene la morte, non puoi scappare. Purtroppo per alcuni è andata proprio così.
Un tavolo ribaltabile sporge dal muro, dietro il letto, serviva per lavorare al computer o al tablet, prima di dormire. Al momento di dormire, il tavolo si richiude. Così si guadagna spazio. Qui non è stato richiuso. Vuol dire che il passeggero stava lavorando quando è scappato. C'è ancora un abat-jour, sulla destra. Gli specchi sul muro sono incorniciati da finte colonne, in altorilievo. Una chiccheria. Si vede che è una nave di lusso, e di lusso italiano.
Si entra in un’altra cabina e si ha subito l'idea di marcio, è tutto imbevuto, fangoso, ammuffito. Lenzuola e copriletto. A lato del letto stanno due valigie, ancora chiuse. Se dentro c'è qualcosa, anche quello sarà marcio e ammuffito.
Ci sono cabine più devastate delle altre, e non si capisce perché. Una sembra smontata, come se dai mobili fossero state cavate le assi, e accatastate una sull'altra.
In un’altra cabina han divelto tutto, dei letti non rimangono che le reti. Strano, ma in questa nave tutti i letti hanno le reti, non le doghe. Un quadro è appeso alla parete di fondo, dietro il letto, in modo che gli ospiti protessero guardarlo mentre si stendevano a dormire.
Ci sono cabine in cui l'acqua ha fatto irruzione come una cascata, dall'alto, il tetto è squarciato a forma d’imbuto: l'acqua cola proprio sul centro del letto matrimoniale, come se avesse scelto i due dormienti come bersaglio.
Di solito le valigie si buttano sui materassi, ma qui vi sono cabine dove i materassi sono buttati sopra le valigie, e stanno orizzontali o verticali. La catastrofe ha assunto le forme del caos.
Un materasso s'è imbevuto troppo ed è scoppiato, dalle crepe esce l'imbottitura. Pare marcia.
C'è una cabina dove un armadio ha i cassetti aperti, il passeggero stava tirando fuori qualcosa quando è scappato, che cosa? Una camicia? Pare un piccolo angolo di Pompei, con la vita interrotta e fissata per sempre.
La cabina del comandante è lussuosa, pulita, col lungo tavolo di traverso, in modo che chi entra si trovi il comandante in faccia. Ispira autorità. Cioè sicurezza. Alle spalle del comandante c'è un quadro fotografico con un'ampia nave ripresa di sghembo, mentre sfila in qua deviando leggermente alla nostra sinistra. È una nave immensa, non finisce mai, riempie tutto il quadro, dall’estrema sinistra all’estrema destra. Se un comandante militare lo si misura dalla grandezza del reparto che comanda, un comandante navale lo si misura dalla grandezza della sua nave. Qui il comandante espone la sua nave alla meraviglia dell’ospite che entra, per dirgli: “Io e la mia nave siamo tutt’uno, se muore lei, muoio con lei”. È stato il primo a salvarsi. Maronna, comandante, ch’hai combinato!  (fercamon@alice.it)

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Costa Concordia: "L'operazione di rotazione si è conclusa!"


I GRANDI NAUFRAGI DELLA STORIA



◘ 13 - 23 gennaio 2012 



Il comandante Schettino


Naufragio

Gian Antonio Stella ed i poveri stipendi dei funzionari della Camera




Luc Garçon

 L’amarezza dei funzionari della Camera pagati 9 mila euro più della Merkel.
 8/08/2014
Una Porsche! Com’è venuto in mente a una delegata dei dipendenti di Montecitorio, per spiegare i mugugni contro i tagli, di paragonare la «macchina» burocratica della Camera a un’auto di lusso che «come tutte le cose pregiate» è giustamente costosissima? Quel tetto di 240 mila euro di stipendio massimo che dovrebbe essere imposto è di 9 mila superiore alla busta paga di Angela Merkel: la cancelliera tedesca ha forse una «professionalità» più bassa dei nostri funzionari?Di più: quel tetto, dopo anni di crisi, consumi in calo, disoccupazione crescente, equivale al Pil pro capite di 9 friulani, 14 sardi, 16 pugliesi o 17 calabresi… Chi lo spiegherà, ai cittadini, che si tratta di «diritti acquisiti» e intoccabili?La signora Anna Danzi, che si riconosce in una delle undici (undici!) sigle sindacali di Montecitorio, non poteva scegliere giorno peggiore per schiaffeggiare gli italiani. Proprio nelle ore in cui l’Istat comunicava che siamo ancora in recessione e che l’uscita dalla crisi si allontana di nuovo, ha spiegato a Tommaso Ciriaco di Repubblica : «Il nostro lavoro richiede una elevata professionalità. Come tutte le cose pregiate, come una Porsche, ha un costo. Nessuno si stupisce se costa di più un diamante di una pietra di scarso pregio». Ma come: abbiamo una squadra di fuoriclasse nel cuore dello Stato eppure siamo l’unico paese dell’Europa e dell’Ocse ad avere avuto negli ultimi anni un crollo del reddito pro capite? Le cose vanno male solo per colpa dei governi, dei premier, dei ministri, dei deputati e senatori che non approfittano della fortuna di avere in tasca quei purissimi «diamanti»? Al di là delle ironie, che la progressiva decadenza di una classe politica sempre più mediocre abbia spalancato spazi enormi agli apparati di supporto è indiscutibile. Che questi apparati siano spesso chiamati a rimediare alle carenze di questo o quell’altro eletto del popolo è altrettanto vero. E gli italiani devono essere grati a tanti funzionari e dirigenti perbene e preparatissimi che in questi anni hanno accudito uomini di governo talora incapaci, arginandone gli errori. Chapeau . E grazie.Detto questo, va ricordato anche che in troppi si sono impossessati di un potere immenso dando ragione a Max Weber: «Ogni burocrazia si adopera per rafforzare la superiorità della sua posizione mantenendo segrete le sue informazioni e le sue intenzioni». Al punto che mesi fa Pietro Ichino si levò in Senato sventolando una legge in votazione: «Questo è un testo letteralmente illeggibile. Non è solo incomprensibile per i milioni e milioni di cittadini chiamati ad applicarlo, ma illeggibile anche per gli addetti ai lavori, per gli esperti di diritto del lavoro e di diritto amministrativo. È illeggibile per noi stessi legislatori che lo stiamo discutendo (…) Credo che in Aula, in questo momento, non ci sia una sola persona in grado di dirci cosa voglia dire». Risultato: il burocrate estensore di quella legge è l’unico in grado di interpretarla. Di quella legge è dunque il padrone. Non va così, in una democrazia sana.Ha spiegato mesi fa il commissario alla spending review Carlo Cottarelli che i dirigenti pubblici di prima fascia sono pagati mediamente il 4,27% più del reddito pro capite dei propri concittadini in Germania, il 5,21% in Francia, il 5,59% in Gran Bretagna, il 10,17% in Italia. I cittadini sono o no autorizzati a chiedere perché mai i nostri dovrebbero essere pagati più del doppio dei tedeschi nonostante il loro Stato, il loro sistema sociale, la loro economia vadano molto meglio? È accettabile che, come spiegano i dati messi online dalla Camera per una scelta di trasparenza, un consigliere parlamentare possa arrivare a prendere 421.219 euro lordi e cioè quasi duecentomila più di Ban Ki-moon, che come segretario dell’Onu di euro ne guadagna 222 mila?Di più, mentre altri sindacalisti di Montecitorio come Claudio Capone della Cgil sostenevano il rifiuto del tetto perché «dà l’idea che un datore di lavoro può decidere che un dipendente guadagni troppo e togliergli parte dello stipendio», la signora Danzi ha aggiunto che per carità, nessun tabù nelle trattative, «ma da dieci anni sigliamo accordi a perdere. Siamo stanchi di vedere peggiorare il nostro status giuridico ed economico senza una riforma organica».Sicura? Stando ai bilanci della Camera è vero che, dopo tante polemiche sui costi, il monte-stipendi e le retribuzioni medie hanno preso a calare. Soprattutto grazie agli esodi di chi si è affrettato ad andare in pensione appena possibile, s’intende, col risultato che i trattamenti di quiescenza pesano sempre di più. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Laura Boldrini quel che è di Laura Boldrini, dei grillini e degli altri deputati che hanno appoggiato i primi tagli: nel 2012 un dipendente della Camera costava in media 152.531 euro, l’anno dopo 150.403 e oggi, con i dipendenti ridotti a 1.417, «solo» 149.047 euro. Bene.Da qui a dire che da anni i «mon-tecitorini», scusate il neologismo, prendono di meno, però, ce ne corre. Il costo medio di un dipendente nel 2006, prima della crisi, era di 112.071 euro. Da allora, se le retribuzioni fossero state semplicemente aggiornate con l’inflazione (cosa che gli altri dipendenti, comunque, se la sognano dopo l’abolizione della scala mobile), il costo unitario sarebbe salito nel 2013 secondo i parametri Istat a 128.881. Invece, come dicevamo, è stato di 21.522 euro superiore: più 34% (nominale) in otto anni. Un incremento stratosferico, offensivo in anni di vacche magrissime.Nel frattempo, secondo l’Ocse, il reddito medio italiano perdeva dal 2007 al 2012 (e poi è calato ancora…) il 12,9% subendo «una diminuzione di circa 2.400 euro rispetto al 2007, arrivando a un livello di 16.200». Tutti italiani che la Porsche o i diamanti non possono permetterseli di sicuro…
Gian Antonio Stella © RIPRODUZIONE RISERVATA

venerdì 8 agosto 2014

Ritratto di Umberto Veronesi

Il 22 giugno  su la Repubblica un grande ritratto di Riccardo Mannelli
e l'intervista di Antonio Gnoli
ad Umberto Veronesi 



Umberto Veronesi: "Non c'è nulla di buono nel dolore, bisogna combatterlo senza tregua"

Il chirurgo italiano, ex ministro e senatore della repubblica italiana, è specializzato nella cura dei tumori al seno e ideatore della tecnica della quadrantectomia
di ANTONIO GNOLI

VADO a trovare Umberto Veronesi ben consapevole di trovarmi di fronte a un uomo che ha speso molto delle sue energie e della sua intelligenza per una guerra di lunga durata contro il cancro. Quella parola, "cancro",  -  per decenni invisa, nascosta, condannata o rimossa  -  oggi sembra fare meno paura. Mentre con un taxi mi faccio portare all'Istituto europeo di oncologia di Milano, penso a una interpretazione che Susan Sontag, morta di cancro giusto dieci anni fa, aveva dato della malattia definendola "il lato notturno della vita, una cittadinanza più onerosa". Cittadinanza? La Sontag immaginò che la malattia fosse come entrare in un altro paese, in un'altra identità: nel regno dello star male. E in fondo è questa la ragione profonda del timore che proviamo ogni qualvolta ci si trovi in un luogo sconosciuto segnato dalla sofferenza e dal dolore estremo.

Veronesi siede nel proprio studio come rinfrancato. È appena uscito da una fastidiosa caduta. Se ci sono conseguenze non si vedono: ha un'aria elegante e rilassata, come in un primo giorno di festa, quando tutto appare sotto una luce migliore. E quel luogo dove mi riceve, costruito con le intenzioni di farne uno spazio a misura umana, dà l'impressione che quella guerra si possa anche vincere: "Lei non può immaginare cosa fosse all'inizio: si combatteva in un trucido campo di battaglia, in un lazzaretto dell'infelicità umana, in un luogo considerato dai più
senza ritorno".

Intende dire che la medicina non contemplava la guarigione?

giovedì 7 agosto 2014

Iran - Forte repressione contro la stampa libera


#freesaba http://ortakhaber.com/

Free Iranian journalist Saba Azarpeik
Frihet for iransk journalist Saba Azarpeik
İranlı gazeteci Seba bırakılsın

Firuz Kutal




[ACTU] Une journaliste culturelle iranienne condamnée à 2 ans de prison : http://bit.ly/1ojp3ao - Dessin de Mana Neyestani
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[NEWS] Iranian journalist sentenced to 2 years in prison : http://bit.ly/1qIoHPd - Cartoon by @Mana Neyestani
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La notizia

Iran, escalation della repressione: Amnesty International denuncia una nuova ondata di attacchi contro i giornalisti

CS116-31/07/2014
Secondo un documento diffuso oggi da Amnesty International, il forte aumento degli arresti, delle incriminazioni e delle condanne nei confronti dei giornalisti indipendenti in Iran è il segnale di quanto siano determinate le autorità di Teheran a stroncare le speranze di maggiore libertà generate dall'elezione del presidente Hassan Rouhani.

"Il modo in cui i giornalisti vengono trattati pone a rischio tutto ciò che loro dovrebbero fare. Negli ultimi mesi, chiunque sia stato sospettato di avere posizioni critiche nei confronti delle autorità ha rischiato sempre di più di essere arrestato e processato. In questo modo si è diffuso un intenso clima di paura, nel quale ogni espressione critica porta direttamente in prigione" - ha dichiarato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

"La politica di 'tolleranza zero' adottata dalle autorità nei confronti di tutto ciò che non rappresenti le idee e le voci dello stato significa che anche solo riferendo notizie si può finire in carcere" - ha sottolineato Sahraoui.

Negli ultimi mesi, l'ondata repressiva che si era intensificata all'indomani delle contestate elezioni presidenziali del 2009 ha conosciuti nuovi picchi. Le autorità paiono aver allargato il perimetro della repressione con l'intento di stroncare ogni aspirazione al cambiamento venutasi a creare con le promesse di maggiore libertà seguite all'elezione, nel 2013, del presidente Hassan Rouhani.

I giornalisti iraniani e i corrispondenti della stampa estera vanno incontro a minacce, intimidazioni, arresti e condanne a causa della loro legittima attività giornalistica. Altri operatori dei media, come i filmmaker, hanno subito provvedimenti giudiziari che hanno impedito loro di proseguire a lavorare.

Molte delle persone arrestate sono state accusate di reati previsti dal codice penale islamico e descritti in modo del tutto vago, come "diffusione di bugie", "diffusione di propaganda contro il sistema" o "procurare disagio nella mente dei cittadini".

Il risultato è la criminalizzazione di tutta una serie di attività pacifiche. Le autorità stanno inoltre ricorrendo a estenuanti durate dei processi, al rientro in carcere per terminare parti di pena non scontate e al rifiuto di permessi per motivi di salute per minacciare i giornalisti che osano criticarle.

"Queste disposizioni di legge eccessivamente ampie vengono usate come uno strumento per impedire ai giornalisti di fornire al mondo informazioni indipendenti sulla situazione sociale e politica in Iran" - ha commentato Sahraoui.

"Il sistema giudiziario gioca con la legge e usa la durata dei processi e la minaccia di tornare in carcere per scontare pene residue per spingere i giornalisti all'autocensura" - ha proseguito Sahraoui.

Jason Rezaian, corrispondente dall'Iran del Washington Post di doppia cittadinanza irano-statunitense, è stato arrestato il 22 luglio 2014 a Teheran insieme alla moglie, Yeganeh Salehi, giornalista del quotidiano emiratino The National. Tre giorni dopo il responsabile del potere giudiziario, Gholamhossein Esma'ili, ha confermato gli arresti annunciando ulteriori informazioni solo alla fine delle "indagini tecniche e degli interrogatori".  Non si hanno ulteriori informazioni sulla sorte dei due giornalisti.

Saba Azarpeik, una giornalista che collabora con diverse pubblicazioni riformiste di Teheran, è stata arrestata il 28 maggio 2014 e da allora è detenuta in una località sconosciuta. Il 21 e 22 luglio è stata portata di fronte alla sezione 26 del tribunale rivoluzionario della capitale per rispondere di "diffusione di bugie" e "diffusione di propaganda contro il sistema", per cui era stata già arrestata nel gennaio 2013.

Hossein Nourani Nejad, giornalista e membro del partito politico Fronte della partecipazione, rischia di trascorrere sei anni in carcere dopo che nel giugno 2014 un tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha giudicato colpevole di "diffusione di propaganda contro il sistema" e di "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale". Era stato arrestato il 21 aprile nella capitale e fino al processo era stato tenuto in isolamento nel carcere di Evin. Due mesi prima, era tornato dall'Australia, dove stava seguendo un corso post-laurea, per vedere per la prima volta suo figlio, appena nato. Era stato già arrestato nel 2009.

Il 27 luglio 2014 un altro giornalista, Serajeddin Mirdamadi, è stato condannato a sei anni di carcere per "diffusione di propaganda contro il sistema" e "riunione e collusione contro la sicurezza nazionale".

Negli ultimi mesi vari operatori dell'informazione sono stati richiamati in carcere per scontare residui di pene inflitte per reati previsti dalle generiche norme sulla sicurezza nazionale. Tra questi figurano Mahnaz Mohammadi, autrice di documentari e attivista per i diritti delle donne; Reyhaneh Tabatabaei, giornalista ed ex opinionista dei quotidiani Shargh e Bahar; Marzieh Rasouli, direttrice di alcune testate riformiste; e Sajadeh Arabsorkhi, giornalista.

"Il giornalismo indipendente non è un reato. Le autorità iraniane devono rilasciare immediatamente e incondizionatamente tutte le persone arrestate e imprigionate negli ultimi mesi solo per aver esercitato in modo pacifico il loro legittimo diritto alla libertà d'espressione, di associazione e di riunione" - ha concluso Sahraoui.
fonte

Altri disegni



Stoning in Iran
Alfredo Sábat
Iran has a grim history of death by stoning. A cartoon for the publication Human Total: A Violence Prevention Learning Resource, a learning resource on the prevention of violence, published by ICAP. 21 May 2013

 
Breaking Free
Mohammad Saba'aneh
Journalists will always try to break free from any sort of control, and tell the stories that they want to tell. 15 Nov 2013


Reporting Is Resistance
Mike Flugennock
From police assaults on citizens photographing Occupy protests to Al Jazeera reporters' imprisonment by the Egyptian regime, journalists worldwide have endured escalating attacks by authoritarian regimes. It's gotten to the point where simply reporting the news is an act of resistance. 24 Jul 2014

lunedì 4 agosto 2014

Vero amore



Darko Drljevic (Montenegro)
http://www.trasimenobluescartoonfest.com/vote.htm

Vero amore
E mi manchi, mi mancherai.
mi mancherai quando passerò
sotto le tue finestre,
quando entrerò in casa nel silenzio.
Mi mancherà l'odore dei tuoi capelli
che invade ancora le stanze,
e sentirò in ogni angolo l'eco della tua voce.
Mi mancheranno le dita che volteggiano
come rondini in cerca della primavera.
mi mancherà la gioia del racconto,
delle nostre favole, le nostre pagine.
Ma sai, la verità è che non sei andata via,
non ti allontanerai mai.
Perché è vero amore il mio per te,
è vero amore, madre mia.
Jimmy



Pietro Nobile Indefinito infinito


 Madre
La vecchia donna
aveva gli occhi
colore del passato,
ma la sua anima
parlava del domani,
le labbra mormoravano
ancora l'amore.

L'uomo aveva vissuto di lei,
ne aveva atteso le parole,
accarezzato i pensieri.
Ora sapeva che avrebbe
navigato mari lontani
da quella riva .

Jimmy




Pietro Nobile - DEY


Round mid night
Fine di un giorno pigro,
ed ora ti aspetto.
Vieni prima della notte,
suona per me.
Non ho voglia di parole,
né di silenzi.
Ascolterò ciò che diranno
le tue note.
Musica, regalami musica,
e avrò cuore placato.

Jimmy




Pietro Nobile - Briefly Dreaming of a NightFly

JJerzy Stepniak (Poland)
http://www.trasimenobluescartoonfest.com/vote.htm




Pietro Nobile (Milano, 28 gennaio 1960) è un chitarrista italiano.
Chitarrista acustico, compositore, arrangiatore, produttore, dimostratore di chitarre Guild-Ovation-Fender per M.Casale Bauer. È noto soprattutto per la sua tecnica del fingerstyle. Durante la sua carriera ha partecipato a progetti con tanti artisti italiani e stranieri , tra cui Marcel Dadi, Mogol-Mario Lavezzi, Flavio Oreglio, Vinnie Colaiuta, Simon Phillips, Tony Levin, Herbert Pagani, Gatto Panceri.(continua)
Il sito di Pietro Nobile: http://www.pietronobile.com/

PS: Jimmy  è Giacomo Ciacciarelli



domenica 3 agosto 2014

Buduàr 16




COPERTINA DI SILVER

Torna l’estate e Buduàr si adegua alla tradizione. 
E tradizione vuole che il numero di luglio di ogni pubblicazione che si rispetti segni l’inizio delle ferie.
D’apprincipio abbiamo avuto qualche dubbio e sollevato discussioni accese all’interno del Comitato Centrale. 
Intanto sulla definizione di “pubblicazione che si rispetti”, ma qui ci è venuto incontro il comitato del Festival Internazionale di Ferrara 2014 organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea in collaborazione con Internazionale e VoxEurop per premiare la migliore vignetta politica pubblicata sulla stampa italiana dell’anno.
Tra le vignette in concorso potrete trovare molti nostri autori, ma ben 3 vignette (di Dino, Marco e Assunta) pubblicate nelle nostre pagine.
Il “rispetto” ce lo siamo guadagnati sul campo.
Poi “inizio delle ferie”. Ferie da cosa? dal nostro divertimento-sollazzo-godimento-solletico mensile?
Il nostro cervello, sul Buduàr, è in ferie tutto l’anno...
Comunque alla fine delle delle discussioni abbiamo confezionato questo numero estivo ed il prossimo, vacanziero, più leggero, disimpegnato e soprattutto preparato in anticipo ed in modo atemporale.
Noi che della tradizione siamo estremi sostenitori, ci adeguiamo e consegnamo alla rete un numero di luglio estremamente interessante e soprattutto che vede l’esordio sulle nostre pagine di due (nuovi) fuoriclasse del sorriso disegnato: Sergio Ippoliti e Guido Silvestri in arte Silver.
Di Sergio parleremo diffusamente nel numero di settembre presentandolo a chi, magari delle nuove generazioni, non lo conosce.
Di Silver, autore della nostra copertina di questo mese, ci racconta Ferruccio Giromini (anch’esso, tra l’altro fuoriclasse di prestigio), approfittando dei 40 anni del suo Lupo Alberto.
Ad agosto troverete un numero 17, come dicevo, come da tradizione, leggero e spensierato, fatto di ricordi, documenti e pieno di aria vacanziera. Un po’ di riposo in attesa di settembre che ci vedrà in pista un po’ più carichi e con nuove proposte, nuove riscoperte e soprattutto sorrisi.
 Buona estate.
(Alessandro Prevosto, dall'editoriale del numero 16)
In questo numero:
Dino Aloi, Mirko Amadeo, Carlos Amorim, Pietro Ardito, Gianni Audisio, Pierre Ballouhey, Carlo Baffi, Antonio Botter, Bruno Bozzetto, Battì, Gian Paolo Caprettini, Luciano Caratto, Athos Careghi, Sergio Cavallerin, Giorgio Cavallo, Gianni Chiostri,  Lido Contemori, Lele Corvi, Milko Dalla Battista, Marco De Angelis, Umberto Domina, Franco Donarelli, Guido Giordano, Ferruccio Giromini, Sergio Ippoliti, Emilio Isca, Gianlorenzo Ingrami, Enzo Lunari, Benito Jacovitti, Boris Makaresko, Ro Marcenaro, Franca Marenzana, Fabio Magnasciutti, Melanton, Claudio Mellana, Aldo Mola, Paolo Moretti, Gaspare Morgione, Marilena Nardi, Angelo Olivieri, Franco Oneta, Franco e Agostino Origone, Andrea Pecchia, Omar Perez, Danilo Paparelli, Umberto Romaniello,  Robert Rousso, Giuliano Rossetti, Marta Saijni, Ugo Saijni, Francois San Millan, Fabio Sironi, Gruppo Stanza, Doriano Solinas, Giovanni Sorcinelli, Carlo Squillante, Sergio Staino, Assunta Toti Buratti, Lucio Trojano, Pietro Vanessi, Firuz Kutal.
Il giornale è sfogliabile usando gli appositi tasti di navigazione in basso a destra di ogni pagina.
E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.



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2 agosto 2014 Bologna ricorda...

2 agosto
La strage di Bologna del 2 agosto del 1980. Ultime, dopo 34 anni.
 Mauro Biani



2 agosto 1980
Edy Perazzolli






Anche quest’anno c'è sta la delusione dell’Associazione famigliari delle vittime, presieduta da Paolo Bolognesi.
Pper l’ennesima volta, c'era l’assenza del presidente del Consiglio.
 Renzi non si è fatto vedere la possibilità di ricevere fischi era alta.
Molto più facile  muoversi su terreni sicuri come a Genova all’arrivo della nave Concordia o a Palazzo Chigi a ricevere la squadra italiana di scherma per festeggiare le medaglie, mandando al suo posto il ministro Poletti.
Ma Renzi, qualcosa ha fatto,rispetto a tutti quelli che lo hanno preceduto a Palazzo Chigi.
Dopo anni di sollecitazione delle associazioni dei famigliari delle vittime e di Bolognesi in particolare (che è entrato in Parlamento solo per raggiungere questo obiettivo), è stato rimosso dagli atti, nell’aprile scorso, le classifiche di segretezza (riservato, riservatissimo, segreto, segretissimo), questo consentirà la libera consultazione rispetto al limite minimo previsto di quarant’anni della “memoria dello Stato”, fatta da ben 110 chilometri di documenti.

E’ il primo atto verso la trasparenza perché il vero problema sulle stragi è da sempre il segreto di Stato. E’ stato un messaggio politico importante anche nei confronti di chi negli anni ha insabbiato: “Le coperture sono finite, nessuno può considerarsi al di sopra di ogni sospetto”. Questo è solo il primo atto di giustizia nei confronti dei famigliari delle vittime e dei cittadini, il secondo sarà quello di cambiare i dirigenti responsabili dei servizi, come ha dichiarato Bolognesi: “Gli uomini abituati a coprire non possono essere quelli che scoprono”.
Ed ora al lavoro!





"Di quel periodo ricordo chiaramente le urla di mia madre al telefono, è la cosa che mi è rimasta più impressa. Era da poco passata l'ora di pranzo e ho telefonato a mia madre per dirgli che il viaggio in treno era andato bene, eravamo partiti alle 10:10 dalla stazione di Bologna, la nostra meta era stata raggiunta, a Rimini, ignari di tutto. Non mi ha lasciato nemmeno parlare, urlava di pianto perchè temeva che anch'io e i miei amici potevamo essere tra le vittime. Non capivo, lei mi spiegava singhiozzando e nello stesso tempo si sentiva che era sollevata dal fatto che io ero li, al telefono, e non sotto le macerie, sentivo le voci delle madri dei miei amici attraverso la cornetta del telefono, che ci passavamo di mano in mano in seguito ai nomi che ogni madre chiamava al ricevitore. Non capivo bene, non capivamo. 20 giorni dopo al rientro dalle vacanze capii del tutto cosa era successo, capii cosa era rimasto di quella giornata, di quel mattino che ha sporcato di nero le pagine della nostra storia, per sempre. Era il 2 agosto 1980". Moreno Corelli (fonte: Blog di Beppe Grillo)

Paride Puglia

sabato 2 agosto 2014

Vincenzo Nibali vince il Tour de France



Nibali
Portos

Nibali lo squalo dello stretto,
come lui stesso ama definirsi sul podio del Tour de France 

La grandezza di Nibali:
1: era dal 1998, con Marco Pantani, che un italiano non vinceva il Tour de France.
2: Nibali diventa il sesto ciclista nella storia ad aver vinto tutte le tre grandi corse a tappe europee, il Tour, la Vuelta spagnola e il Giro d’Italia. C’era solo un altro italiano in questo ristretto club, Felice Gimondi. «Quest’anno al Tour ci sono state due corse, quella di Nibali e quella di tutti gli altri», ha detto un suo avversario, Romain Bardet. Niente racconta il talento meglio delle parole degli avversari. Nibali quest’anno non ha vinto il Tour, lo ha divorato. In onore al suo secondo soprannome: il Cannibale.


lunedì 28 luglio 2014
Squalo Nibali uscito dal Pantani
Paride Puglia





Beppe Mora




Lo squalo di Nibali

Il suo sito
le foto su Twitter 
la notizia

venerdì 1 agosto 2014

Ruby, e l'assoluzione.

A soluzione 19/07/2014
Makkox



Ruby, cambiare la legge con il Pd e farsi assolvere. Il delitto perfetto di Berlusconi


L’avevano votata per questo e alla fine per questo è servita. Silvio Berlusconi strappa un’assoluzione in secondo grado per il caso Ruby  anche grazie alla legge Severino: il sedicente articolato anti-corruzione approvato nel 2012 da Pd e Pdl che, dopo aver permesso alle Coop di uscire per prescrizione dall’inchiesta sulla Tangentopoli di Sesto San Giovanni e a Filippo Penati di veder eliminate parte delle sue accuse, svolge ora egregiamente la sua funzione anche nei confronti dell’ex Cavaliere e neo Padre della Patria....continua

PORTOS / Franco Portinari

PORTOS / Franco Portinari


L'eredità Monti

Il grande Monti, perfetto esempio di antipolitico, nel senso di perfetta negazione di ciò che dovrebbe essere un politico, nominato senatore a vita per meriti sconosciuti ai più,

e che comunque nel giro di un anno a scanso di equivoci si è affrettato a cancellare, ci ha lasciato in eredità la più efficace delle leggi ad personam del ventennio, e grazie a tale legge Berlusconi guadagna un'assoluzione che non solo va, come ammesso dallo stesso avvocato Coppi, al di là delle sue più rosee aspettative, ma anche al di là della logica. 

Per quanto riguarda la prostituzione minorile, invece, i giudici si sono limitati a credere a un uomo notoriamente poca accorto. Le motivazioni della sentenza saranno probabilmente stringatissime, si limiteranno a un benevolo richiamo a essere meno distratto in futuro, informandosi per esempio di che cosa sia una loggia massonica prima di iscriversi o verificando prima di partecipare a una festa di compleanno, magari avvalendosi del supporto dei servizi segreti se dovesse occupare la carica di presidente del consiglio, che sia il diciannovesimo e non il diciottesimo. 



domenica 20 luglio 2014
ASPETTANDO COPPI
Sarà perchè sto seguendo con piacere il Tour de France, sarà perchè adoro Paolo Conte, sarà perchè proprio l'altro ieri era il centenario della nascita dell'indimenticato campione toscano a me la vittoria dell'avv. Coppi mi ha ispirato.
Chissà quanto parodie si potrebbero fare con il testo della canzone.
Ad esempio
..gli italiani che si incazzano
e i giornali che svolazzano
c'e' un po' di vento
abbaia la campagna
e c'e' una luna in mezzo al blu.
ZA ZARA ZA, ZA ZARA ZA ...
Gianfranco Uber



Assolti
Abbiamo scherzato.
 Mauro Biani



Bungaburla
19/07/2014

Massimo Gramellini 

Dunque non era un reato, ma solo una gigantesca figura di m. Prima che, sull’onda della sentenza di assoluzione, l’isteria superficiale dei media trasformi il fu reprobo Silvio in un martire, ci si consenta (direbbe lui) di ricordare che il bunga bunga potrà anche essere legale, ma rimane politicamente incompatibile con un ruolo istituzionale quale quello che il sant’uomo rivestiva all’epoca dei fatti.

Tocca ricorrere al solito esempio stucchevole, ma non c’è purtroppo altro modo per fare intendere a certe crape giulive il nocciolo della questione. Se il capo di qualsiasi governo occidentale, poniamo Obama, avesse telefonato dalla Casa Bianca a un funzionario della polizia di New York per informarlo che la giovane prostituta da lui fermata per furto era la nipote del presidente messicano e andava subito consegnata a Paris Hilton invece che ai servizi sociali – e si fosse poi scoperto che Obama medesimo nella sua casa privata di Chicago si intratteneva in dopocena eleganti con la medesima prostituta e una fitta schiera di «obamine» – forse il presidente americano sarebbe stato costretto a dimettersi l’indomani, ma più probabilmente la sera stessa. E allora quell’erotomane di John Kennedy che si intratteneva con due donne al giorno? Intanto è morto prima che lo si scoprisse, ma soprattutto agiva con discrezione, appunto, presidenziale. Non è moralismo. E’ la consapevolezza di rappresentare un Paese senza mettersi nelle condizioni di sputtanarlo a livello planetario. E’ senso dello Stato. Qualcosa che Berlusconi e i suoi seguaci non comprenderanno mai.


 Cadei



SERGIO STAINO


Beppe Mora


Beppe Mora


Assolti
Franco Stivali


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


 
Krancic

 
La vignetta di Giannelli


La vignetta di Giannelli



Tiziano Riverso



L'innocente
Fulvio Fontana

Le conseguenze


Mario Airaghi



Lupini





venerdì 18 luglio 2014
L'ASSOLTO ALL'ASSALTO

La Corte d'Appello di Milano assolve Berlusconi nel processo Ruby con formula piena.
Probabili grosse svolte nel processo delle Riforme Costituzionali per le quali era quasi tramontata l'ipotesi presidenzialista.
Gianfranco Uber

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Nota

Intanto B. sta scontando un'altra pena


Peter Brookes

http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Severino