sabato 17 settembre 2016

44° Premio Satira Politica 2016 Forte dei Marmi : i premiati

Fonte Premio Satira Politica

17 Settembre 2016  ore 17.30
Capannina di Franceschi Forte dei Marmi


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IL PREMIO SPECIALE "CITTA’ DELLA SATIRA 2016" È STATO ASSEGNATO A:
I GATTI MÉZZI  (Francesco Bottai, Tommaso Novi)
Metti due pisani doc, Tommaso Novi pianista, compositore e cantante, e Francesco Bottai chitarrista, compositore e cantante, uniti dalla passione per la musica - tra il jazz e lo swing - e il vernacolo pisano.   Hanno iniziato  a suonare insieme - come dicono di se stessi  - arruffati  e un po’ incazzati, come se la vita fosse una secchiata d’acqua in faccia quando meno te l’aspetti. Da più di dieci anni cantano una Pisa d'antan dove anche i gatti, in un vicolo, possono essere sorpresi dalla pioggia fino a diventare mézzi e l’intera Toscana, in modo ironico e spiazzante.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO A:
VANNA VINCI
La Bambina Filosofica non è kantiana: di Immanuel gliene bastano 5 minuti ogni sera per sconfiggere l’insonnia. Non è darwinista: Darwin gli va storto perché ha applicato l’evoluzione all’uomo invece che alla donna.
Non è aristotelica e nemmeno platonica, non è stoica e tantomeno epicurea, non è idealista ma neanche materialista, non è illuminista o al contrario romantica, né marxista oppure esistenzialista. Soprattutto la Bambina Filosofica non è una filosofa.
Semplicemente è una autentica rompiballe, piccola ma cattiva, che non sbaglia mai una battuta. Come le fa dire sua madre di penna, Vanna Vinci, citando Leo Longanesi: «Sono un carciofino sott’odio».

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER L’AUTORE È STATO ASSEGNATO   A:
 MATTIA TORRE
A Mattia Torre, sceneggiatore,  autore di testi disperati e comici per il teatro come “La gola”, per la televisione e il cinema come “Boris”, e per l’ultimissimo Corrado Guzzanti di “Dov’è Mario?” Epopea di un intellettuale che nottetempo si trasforma a sua insaputa in comico, ma che potrebbe anche essere il contrario.  Raccontando in quel radicale spaesamento esistenziale il nostro, nel mondo rovesciato che ci assedia.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER LA TV A:
SAVERIO RAIMONDO
È un incrocio antropologico tra Luttazzi e Chiambretti, l'unico stand up comedian italiano che sembri vero. Si vede che ha studiato.
Lo premiamo, citandolo, perché crediamo che «la satira non deve cambiare il mondo, non deve far pensare, non deve trasformarsi in poesia né diventare pretesto (o arma) di lotta politica. La satira deve fare ridere, punto, il resto sono problemi tuoi».
«Nella trattativa con lo Stato, la mafia chiede l’esenzione dal canone Rai»: ecco, una battuta così contiene un’analisi politica ma soprattutto l’amore perduto per il buon senso.

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IL PREMIO "PINO ZAC 2015  PER LO STUDIO SPECIALISTICO  È STATO ASSEGNATO A:
GABRIELE NERI
per il libro “Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno”. (Quodlibet)
Daumier se la prendeva con il barone Hausmann che aveva spianato Parigi. Il “Punch” ironizzava sul signor Eiffel ritraendolo nelle sembianze della sua torre. Il “Canard enchaîné” non perdonava nessuna delle radiose utopie moderniste a Le Corbusier. Il “New Yorker” non risparmiava dosi di pesante ironia al Guggenheim. “Il  Selvaggio” del fascista Maccari ce l’aveva con il razionalismo del fascista Piacentini, quello dell’Eur.
Non si sono salvate dal ludibrio satirico la Sidney Opera House, le sedie tubolari di Breuer, il Museo di Bilbao, il cui   autore,  Frank Gerhy, è finito nei Simpson. SuTopolino troviamo invece Enzo Pianoterra, versione  Disney di Renzo Piano. E Fuksas diventa “Fuffas” l’archistar di “Crozza delle meraviglie”.
Il bel libro di Gabriele Neri, Caricature architettoniche. Satira e critica del progetto moderno fa crollare l’ultimo baluardo del culturalmente corretto.


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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL WEB A:
MARTINA DELL’OMBRA
I suoi ragionamenti sono disarmanti. A volte partono da premesse errate per giungere a conclusioni paradossali ma logiche. Altre partono da conclusioni condivisibili per risalire alle motivazioni meno credibili.
Martina dell’Ombra è una web star che divide per gli stessi motivi per cui conquista visualizzazioni sui social: sembra troppo scema per essere vera. Scema non è per niente. Dal web fa rinascere con una nuova lingua la nobile arte della satira, una satira leggera, includendo anche i più giovani nella sua community di riferimento. Il suo sogno è quello di scendere in politica.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA PER IL CINEMA A:
“SHOWBIZ” di LUCA FERRARI
Già definito "il lato B della Grande Bellezza", Showbiz documenta con turbo realismo le vite parallele, ieri e oggi, di quattro piccoli grandi protagonisti delle prime tv private a Roma. Tra sfilate di intimo femminile, archeologici talk show, macchiette fantasmatiche e locali trasgressivi vanno in scena la popolarità e il suo contrario, le luci della ribalta e l'oblio, le ore liete e i malanni della miseria e della vecchiaia. Dinanzi alle vittime del cannibalismo televisivo, Luca Ferrari si fa indagatore, poeta, complice e assistente sociale.

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER IL DISEGNO SATIRICO INTERNAZIONALE A:
 DAMIEN GLEZ (Burkina Faso)
Non c’è africano, che non abbia riso ai disegni satirici e alla battute di Damien Glez. Forti, irriverenti, attualissimi, con un taglio che richiama i grandi disegnatori internazionali senza mai trascurare i temi africani, i suoi disegni satirici arricchiscono da più di vent’anni il giornale satirico burkinabé “Journal du Jeudi”, unica pubblicazione satirica del continente che abbia resistito all’usura del tempo.
Glez disegna con il cuore prima che con la matita e l’emozione di traghettare l’umorismo della gente burkinabé verso la satira contro i potenti, continua ad assicurargli l’ammirazione dei suoi connazionali.

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PREMIO SPECIALE "PINO ZAC 2015" È STATO ASSEGNATO AL LIBRO:
“SULL’ORLO DEL PRECIPIZIO” di ANTONIO MANZINI (Sellerio)
Antonio Manzini ci spiazza e ci confonde. La scorsa  primavera ha esordito come regista al cinema con una commedia, quest’autunno partirà in Tv la prima fiction tratta dalla sua fortunata serie di libri sul  vice-questore Rocco Schiavone. Ma durante tutta l’estate è rimasto ai primi posti in classifica con il suo nuovo romanzo 7-7-2007. E pochi sanno che ha cominciato come attore ed era anche bravo. Perché lo premiamo? Perché ci confonde e ci sorprende, rimescola sempre le sue carte e ci disorienta.
In sintesi è spiazzante proprio come la vera satira deve sempre fare.
E tra l’altro  lo fa con un innato sense of humour. Quale sarà il suo prossimo travestimento?

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO ALLA CARRIERA A :
NINO FRASSICA
Per il lessico surreale che rende ancora più surreale la surrealtà dei fatti
Per quelli della notte
Per l’orosco
Per i nanetti di Sani Gesualdi
Per il bravo presentatore di Indietro tutta e di Sofia Coppola
Per complimenti per la connessione
Per l’opera tutta di vandalismo sui luoghi comuni
Perché è l’italiano contemporaneo che ci fa più ridere

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IL 44° PREMIO FORTE DEI MARMI PER LA SATIRA POLITICA È STATO ASSEGNATO PER  LA RADIO A:
GIOVANNI VERNIA
Dimostrazione vivente che una laurea in ingegneria elettronica con il massimo dei voti può portarti ovunque, perfino sul palco di “Zelig”, Vernia è riuscito miracolosamente a far convivere marketing e comicità, computer e “jeans muccati”, il rintronato da discoteca Johnny con il bravo ragazzo Giovanni.
Ballerino, entertainer, imitatore e ora pure voce radiofonica, in dieci anni Giovanni Vernia non ne ha sbagliata una. ESSIAMONOI che, per questo, lo premiamo. TI STIMIAMO, FRATELLO !

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La GiuriaRoberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Serena Dandini, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti, Franco A. Calotti.
Ai Vincitori verranno consegnate le sculture: 
"L'Ape" di Pietro Cascella,  “Cavallo e cavaliere” di Ugo Guidi, "Omaggio a Pino Zac" di Emanuele Giannelli. “La Città della Satira” di Rinaldo Bigi


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Il 44° Premio Satira Politica 2016 per Il Disegno Internazionale va a Damien Glez (Burkina Faso)









Sarà la satira dell’Africa – quella forte e orgogliosa, che nasce nel cuore del continente, nel Burkina Faso – a conquistare il Premio Satira Politica 2016 per il disegno internazionale e che per la precisione sarà assegnato sabato 17 settembre – alle 17.30 alla Capannina di Franceschi – alle idee e al coraggio di un disegnatore come Damien Glez, molto attivo anche nell’Associazione “Cartooning for Peace”, associazione nata nel 2006 per difendere la libertà di satira nel mondo.
Ormai burkinabè come un vero nativo (e sposato a una famosa attrice  burkinabè), arrivato in Africa tanti anni fa come cooperante di nazionalità francese, Glez, che ha al suo attivo collaborazioni con “Le Monde”, “Le Figaro”, e “Libération”, oggi, alle soglie dei cinquant’anni, ha trovato nel paese africano il lievito per far crescere la sua passione per la caricatura e il disegno.
A cambiare il suo destino fu l’incontro con Boubacar Diallo, un autore umoristico affascinato dalla cultura europea, che coltivava dagli anni Ottanta l’idea di dar vita ad un giornale. I due decisero di fondare assieme "Le journal du jeudi”, una rivista satirico-umoristica che trovava le condizioni favorevoli nella fine dello stato di emergenza in Burkina e che si fondava sullo spirito della gente africana molto incline all’umorismo, uno spirito che volentieri ama spingersi sulle frontiere della satira, soprattutto quella contro i potenti.
Oggi il giornale vende oltre 10 mila copie alla settimana e rappresenta una pietra miliare nella storia dell’editoria satirica africana, non cerca in alcun modo di imitare i modelli europei o francofoni (uno per tutti il celeberrimo “Le Canard enchaîné”) ma traccia ogni settimana una propria via alla satira che Glez coltiva con i suoi disegni e con la sua capacità di imbastire questa apprezzata rivista.

Glez che è anche apprezzato docente universitario, autore televisivo e paroliere, ha da anni la cittadinanza burkinabè, ama stare a Ouagadougou, la capitale, dove si sente a casa, perché, dice, è il «pays des hommes intègres», il paese degli uomini onesti.
“Lavorare sulle notizie e sull’attualità - riconosce Glez – ti mantiene reattivo e ti impegna totalmente, riuscendo ad emozionarti quando puoi permetterti di maltrattare la notizia sotto il punto di vista della satira”. I suoi sono disegni dal grande tratto comunicativo, spesso amari e sempre diretti. Vanno al cuore del problema con un filo di sorriso sulle labbra: “L’attualità, recita un suo disincantato reporter di guerra, è come un film di James Bond. Termina quando il malvagio muore.” Ma nelle sue vignette satiriche troviamo anche i grandi temi internazionali che si riverberano sui Paesi africani: la fame (“Un bimbo affamato un tempo chiedeva cos’era la tv oggi chiede, guardando la tv, cos’è il riso!”), la tutela dell’ambiente, la libertà di espressione, minacciata spesso da corpulenti e insensibili soldati che pensano alla guerra anche quando parlano di pace, o quegli integralismi che sono una piovra che attanaglia il continente africano. Tutto questo senza mai dimenticare l’autoironia: “La carta stampata è indispensabile in Africa” – dice una donna intenta ad incartare il pesce – “Avete mai incartato il pesce con un sito web?”.

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Dal mio blog:


Damien Glez
Naufrages en Méditerranée... (2012)


Exposition des dessinateurs de Cartooning for peace en ce moment au festival de Cannes...
Woody Allen
by Damien Glez (2013)



COP21 : retrouvez le dessin du jour, par Cartooning for Peace / Dessins pour la Paix et Greenpeace France !
Glez (2015)  


Oggi Sabato 17 settembre ore 17,30 alla Capannina di Franceschi a Forte dei Marmi avrà luogo la Cerimonia di Premiazione del 44° Premio Satira Politica.

Il Premio Satira, nato nel 1973, premia scrittori, disegnatori, comici, registi, autori e blogger satirici. La Premiazione, condotta da Serena Dandini, sarà un vero e proprio festival della satira, grazie alla presenza dei protagonisti indiscussi di questa arte.

La giuria è composta da Serena Dandini, Massimo Gramellini, Filippo Ceccarelli, Beppe Cottafavi, Bruno Manfellotto, Pino Corrias, Roberto Bernabò, Pasquale Chessa e Giovanni Nardi, Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti.

Le sculture-premio del Premio Satira Politica (fuse in bronzo a cera persa, secondo l'antico metodo greco e romano, dalle fonderie artistiche di Pietrasanta) sono state create e modellate dagli scultori: Pietro Cascella (1921-2008), che si ispirò per la scultura "L'Ape" al disegno-logo della manifestazione, creato dal pittore Arturo Puliti nel 1973; Ugo Guidi ( 1912-1977 ) con la scultura "Cavallo e cavaliere”; Rinaldo Bigi (n. 1942 ) con la scultura "La Città della Satira”; Emanuele Giannelli (n. 1962 ) con la scultura "Omaggio a Pino Zac"

http://www.museosatira.it/

qui altri disegni di Damien Glez

mercoledì 14 settembre 2016

Querelare Charlie Hebdo?


Querele
La querela a Charlie Hebdo non è satira che fa ridere, è satira che fa pensare.
Mauro Biani




Il dramma di Amatrice continua… – da Il Fatto Quotidiano – http://www.natangelo.it #charliehebdo #amatrice #pasta
Natangelo




Querelare Charlie Hebdo? La strada della libertà non si può bloccare con le censure
Gianni Rossi

D'ora in poi si potrà ancora dire o parlare di un "accordo all'amatriciana", "politiche e promesse in salsa amatriciana", come sinonimo di inciucio, pastrocchio di basso livello? O c'è il rischio che il presenzialista sindaco di Amatrice ci quereli tutti? E parlare di mafia, malaffare, di amministratori corrotti o distratti, di edifici per lo più pubblici (scuole, ospedali, caserme) che crollano, pur essendo stati ristrutturati proprio con i fondi dei precedenti terremoti? E si potrà ricordare quello che sentenziano tutti i più autorevoli sismologi del mondo che "ne uccide più l'incuria e l'incompetenza degli uomini, che il sisma"?

È vero, Charlie Hebdo usa una "satira urticante", non perdona nessuno, neppure Dio o Allah, Gesù e Maometto, potenti vivi e poveri morti ammazzati, papi e imam, politici di destra o di sinistra. Charlie è stato ruvido anche con i propri morti, uccisi nella redazione (segnale di avvio della nuova stagione del terrorismo fondamentalista), al teatro Bataclan e bistrot vicini, a Nizza, all'aeroporto e nel metro di Bruxelles. Se si leggessero le sue pagine, però, ci si renderebbe conto che si tratta anche di un settimanale che analizza con serietà e con studiosi esperti i fatti politici, economici e culturali del mondo.

Molti, dopo il 7 gennaio del 2015 e la manifestazione dell'11 con 4 milioni di persone per le strade di Parigi, sono tornati a leggerlo, e molti oggi non lo comprano più, non condividendone la libertà urticante della sua visione editoriale-cultural-politica. Ma nessuno ha mai ritenuto diffamante i contenuti delle sue vignette legate a eventi di cronaca sanguinaria. Neppure il sindaco e gli abitanti di Nizza se la sono presa per le vignette sull'attentato del 14 luglio, come quella che recitava così: "Nizza: come è riuscito il camion ad entrare nella zona vietata?", dal camion con su scritto "Gelati", un arabo stilizzato risponde al vigile urbano: "Vengo a freddare i turisti", e il poliziotto, "OK, andate pure". In un'altra il camion sfrecciava con la dicitura agghiacciante: "Dio esiste e pesa 10 tonnellate"!.

La libertà di espressione anche nelle sue forme artistiche per immagini è una delle conquiste più importanti, che ci riportano proprio alla rivoluzione francese del 1789. Scorrendo alcune esposizioni al Louvre e al Museo d'Orsay ci siamo soffermati spesso sulle stampe di vignette satiriche nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento: erano di una "cattiveria", politicamente scorrette, come neppure oggi ci si immagina. Eppure, i politici, l'imperatore, i generali, i "poteri forti" insomma, non si appellavano ai giudici per "ristabilire l'onore" messo in berlina. C'era sempre chi dalla tribuna avversa si "vendicava" con altrettanta virulente satira.

E poi che dire del messaggio insito nelle due vignette in questione? Certo, la prima era mal congeniata per i nostri gusti; ma la seconda "azzeccata", come direbbe Di Pietro. Ancora paghiamo nelle accise e nel disastro dei conti pubblici per le indecenti ricostruzioni dei paesi distrutti dai terremoti del Belice e dell'Irpinia (come non ricordare la puntuale e dettagliata Relazione della Commissione parlamentare presieduta da Oscar Luigi Scalfaro, poi divenuto capo dello Stato, "Le mani sul terremoto", con 58 mila miliardi di lire, circa 52 miliardi di euro, spesi dagli italiani e persi nei rivoli del malaffare politico camorristico?).

C'è chi parla, indaga, scrive, documenta con servizi radio e TV la tragedia, il dolore dei superstiti, gli sforzi sovrumani dei soccorritori, e chi invece usa "l'arma della satira" graffiante ed estemporanea. Tutti, comunque, cercano di informare e di fare una breccia nelle coscienze dell'opinione pubblica, colpita e commossa, che dopo i primi giorni rischia di addormentarsi, di perdere l'attenzione umanitaria e solidaristica. Ecco, la satira entra diretta nelle nostre coscienze come un pugno nello stomaco, per ricordarci il dramma e cosa c'è dietro a questi "disastri naturali", in un territorio che da secoli è considerato il più sismico d'Europa. In altre parti del mondo si è saputo affrontare queste calamità da tempo, senza che si creassero connubi tra politici locali e nazionali e ambienti del malaffare, col risultato di costruire, troppo spesso, edifici che poi crollano come castelli di sabbia, o peggio ancora intascarsi le tangenti senza neppure ricostruire.

Queste querele contro la libertà di espressione sono atti di censura anacronistici. Non andrebbero neppure prese in considerazione da parte dei magistrati. La libertà di coscienza e di opinione è una strada d'importanza universale, difficile da percorrere, irta di insidie, ma certo non teme i terremoti, quanto la mano degli uomini. Purtroppo!

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Il mio interessantissimo contributo al dibattito sulla satira stamattina su Canale 5 (finalmente un canale nazionalpopolare e non solo quella roba da carbonari che è La7). Provo a parlare insieme all'avvocato del comune di Amatrice (cioè uno che crede che - con 300 morti e migliaia di sfollati e vari paesi da ricostruire- sia più utile querelare un giornale di satira straniero per una vignetta) e insieme a Filippo Facci. Quando dall'alto dei miei studi in legge (sì, ho studiato legge) ho chiesto all'avvocato "Va bene, e come crede che finirà questa querela?" credo di aver intravisto il baratro.
Mario Natangelo







Davide Charlie Ceccon



Intervista a Marika Bret, giornalista di Charlie Hebdo.

Marika Bret: 
"Potremo commentare qualcosa quando riceveremo la denuncia, 
perchè al momento noi non abbiamo ricevuto assolutamente nulla. 
Non possiamo dare un commento prima di vedere le carte.
Si è dato molto spazio a chi ha criticato con forza le vignette,
 ma ci si è dimenticati di tutti quegli italiani che attraverso i loro blog 
hanno spiegato cos'è la satira, cos'è lo humor nero.
I giornali satirici, il linguaggio satirico sono molto poco conosciuti
 in Italia.
Queste vignette non vanno estrapolate dal contesto, da ciò che è Charlie Hebdo."
Giornalista: 
"Quindi insomma, secondo voi si è trattato di un problema di cattiva comprensione? le vignette non sono state capite?
Marika Bret: "SI!"




Paolo Lombardi


Fran


JE SUIS ENCORE CHARLIE


Tra il settembre 1997 e il marzo 1998 numerose scosse di terremoto colpirono l’Umbria e le Marche. L’allora sindaco di Gualdo Tadino, Rolando Pinacoli, oltre ad affrontare i problemi della ricostruzione decise che poteva aiutare i concittadini sdrammatizzando, con intelligenza, la catastrofe abbattutasi sulla comunità.
Chiese quindi a Dino Aloi di realizzare una mostra umoristica sul terremoto.
La mostra si fece, si intitolò Matite tremolanti.
Io realizzai una vignetta nella quale un anziano appoggiato ad un bastone, scosso da un improvviso e violento tremito, implorava “Speriamo sia solo il Parkinson”.
Nessuna associazione di malati strillò alla gratuita denigrazione di chi era affetto dalla terribile malattia e la mostra ebbe un ottimo successo.
La vignetta di Charlie sul recente terremoto é invece parsa a molti brutta, squallida, inopportuna, vergognosa, ecc.
Eppure la successiva vignetta di Charlie, di spiegazione, dovrebbe ormai aver chiarito che invece si trattava di una intelligente e violenta messa alla berlina della corruzione, dell’insipienza e delle infiltrazioni malavitose che innegabilmente sono le maggiori cause del disastro. Italianissimi problemi.
Le anime belle che si sono indignate al massimo possono dire che non hanno riso perchè l’humour nero non gli piace. Legittimo ma niente di più.
Certo se Benigni fa un film, dove si ride, sui campi di concentramento e Charlie Chaplin in Shoulder Arms (Charlot soldato) fa ridere sui soldati che muoiono al fronte nel 1918 tutti sono d’accordo nel dire che si tratta di trovate geniali. Ed è così.
Ma perché la vignetta di Charlie non sarebbe geniale? Perchè è cruda? Probabilmente. Ma ne avevano fatte molte anche sul dramma di Fukushima e quelle su Maometto hanno fatto ridere anche coloro che oggi si indignano. Solo che loro hanno poi versato un tributo di sangue alla libertà di essere anche eccessivi.
Per altro l’ambasciatore francese che si dissocia da Charlie dovrebbe anche dissociarsi da André Breton il quale nel manifesto del surrealismo da lui scritto ne descriveva le caratteristiche così:”…automatismo psichico …dettato dal pensiero in assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione, al di fuori d’ogni preoccupazione estetica o morale”.
Perché Breton è anche di fatto il fondatore dell’Umour noir o meglio, quello che ci ha insegnato che ridere alla proposta di Jonathan Swift di risolvere il dramma della carestia in Irlanda mangiandosi i bambini, ben prima che lo facessero i comunisti, era da persone intelligenti.



Les lasagnes du maire
Paride Puglia

martedì 13 settembre 2016

Artisti italiani premiati al XXI Mercosur Internazionale Diogene Taborda Salon 2016, Buenos Aires, Argentina.

SEZIONE GRAPHIC HUMOR

Grand Prix 2016 e 1 ° Premio Graphic Humor 
Vladimir Semerenko. Russia




2 ° Premio: Ugo Sajini. Italia
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SEZIONE CARICATURE
1 ° Premio: 'AstorPiazzolla' di Marilena Nardi. Italia


2 ° Premio: 'Jorge Luis Borges' di Gio. Italia


2 ° Menzione: 'Gabino Ezeiza' di Walter Toscano. Perù


Artisti italiani premiati al XXI Salon Internazionale Diogenes Taborda Mercosur 2016, de Buenos Aires, Argentina

Da Francisco Punal Suarez , giornalista spagnolo
Esclusivamente per Fany Blog
12 settembre 2016

La disegnatrice italiana Marilena Nardi ha vinto il primo premio nella caricatura personale, con un disegno di Astor Piazzolla, nel XXI Salón Mercosur Diogenes Taborda 2016  Buenos Aires, Argentina.

Sono stati premiati altri due artisti italiani: Gio, con una caricatura personale di Jorge Luis Borges (2 ° premio) e Ugo Sajini, il secondo premio di umorismo grafico.

Il russo Vladimir Semerenko ha vinto il Gran Premio.

Questo concorso ha ricevuto i disegni da autori provenienti da più di 80 paesi.
Per l'Italia sono stati selezionati: Marilena Nardi, Marco D'Agostino, Andrea Bersani, Andrea Pecchia. Ugo Sajini, Carrera Arcangelo, Gio e Sergio Tessarolo.

Si tratta di un evento dedicato al disegno umoristico, e  ai disegni illustrazione con il tema Tango, e il suo organizzatore è Jorge Omar Volpe Stessens, direttore del museo Diogenes Taborda.

Il Museo de Humor Grafico Diogenes Taborda apre la mostra delle opere degli artisti selezionati e premiati il ​​21 settembre a 19, 30 ore. Av. Caseros 2739 Buenos Aires, e sarà aperta fino al 21 ottobre.

Il Museo de Humor Grafico Diogenes Taborda è stato creato il 21 settembre 2003 dalla Fondazione Stessens Volpe con l'obiettivo di organizzare regolarmente individuale temporanea o mostre collettive presso la propria sede, e nei musei, centri culturali, università, i college e le aziende che sono interessate a conoscere ed apprezzare l'umorismo, che conferma il loro senso di solidarietà e la loro volontà di rafforzare lo scambio culturale.

Il lavoro culturale della Fondazione è ampia e diversificata: ci vuole anche campioni di fotografia, stampe, pittura, scultura; organizzare workshop gratuito umorismo,
concerti, turismo culturale, mostre teatrali, presentazioni letterarie, conferenze, e dibattiti, che gli ha guadagnato diversi premi da agenzie ufficiali nel paese.

Fany Blog presenta in anteprima ai suoi lettori alcune delle vignette premiate.

Artisti premiati al XXI Internazionale Diogenes Taborda Mercosur Salon 2016

Grand Prix 2016
Vladimir Semerenko. Russia

 Humor Graphic Awards
1 ° Premio: Vladimir Semerenko. Russia
2 ° Premio: Ugo Sajini. Italia
3 ° Premio: Claw. Argentina
1 ° Menzione: Pedro Silva. Portogallo
2 ° Menzione: Jacek Majcherkiewicz. Polonia
3 ° Menzione: Konstantin Kazanchev. Ucraina

Humor Graphic and written
1 ° Premio: Eric Peter van der Wal. Olanda
2 ° Premio: (DAS) Daniel Sahade .Argentina Giappone
3 ° Premio: Ruben Eduardo Soto Diaz. Messico
1 ° Menzione: Mariano Luna. Argentina
2 ° Menzione: Brito e Lima Brasile
3 ° Menzione: Oleg Gutsol. Ucraina

Premio illustrazione
1 ° Premio: Sergio Campelo. Brasile
2 ° Premio: Afou Afouzi. Marocco
3 ° Premio: Argentina Guillermo Arena
1 ° Menzione: Mariano Luna. Argentina
2 ° Menzione: Stella Peralta. Colombia
3 ° Menzione: Jarape. Jairo Pelaez. Colombia

Premio illustrazione per bambini:
1 ° Premio: Davood Kamali. Iran
2 ° Premio: Li Kui Cina nel mese di giugno.
3 ° Premio: Esther Lauringson. Estonia
1 ° Menzione: Fathi Panah. Iran
2 ° Menzione: Evelyn De Paz. Guatemala
3 ° Menzione: Ungheria Istvan Kelemen

Premio Caricature:
1 ° Premio: Marilena Nardi. Italia
2 ° Premio: Gio. Italia
3 ° Premio: Mauricio Parra. Colombia
1 ° Menzione: Menzione Ailton Medeiros Brasile
2 ° Menzione: Walter Toscano. Perù
3 ° Menzione: Razieh Tizghadam. Iran

VOSTFUNDACION Awards
Fondazione Culturale Premio Stessens Volpe: Hamza Akin. Turchia
100 ° Anniversario Premio Gabino Ezeiza: Passaprawas. Thailandia
Outstanding Achievement Award: Brito E Silva Brito. Brasile
Jarul Ortega: Kicker Award. Repubblica Dominicana


SEZIONE ILLUSTRAZIONE

1 ° Premio: 'AstorPiazzolla' di Sergio Campelo. Brasile

2 ° Premio: Afou Afouzi. Marocco

3 ° Premio: Argentina Guillermo Arena


SEZIONE Humor Graphic and written
1 ° Premio: Eric Peter van der Wal. Olanda

domenica 11 settembre 2016

V BIENNALE DI HUMOR LUIZ D'OLIVEIRA Guimaraes - PENELA 2016, Portogallo.

1 ° Premio - Diabetes / Emad Salemi, Irán


2 ºPremio - La abeja guardiana / Alessandro Gatto, Italia


3 ° Premio - Bancar a Obreira / José Bandeira, Portugal


Premio Especial Humorgrafe - El dilema del viñetista / Luis Ge, Brasil




Premio Especial Junta de Freguesía de Espinhal - Lápiz, abeja / Vahide Fallahi, Irán




Premio Especial Antonio Oliveira Guimaraes -Noé / Jiri Novak, Republica Checa




Premio Especial Portas da Villa / Adene, España



Premio Especial Municipio de Penela - Aylan-Honey / Yurus Erlangga, Indonesia




Mi scrive Francisco Punal Suarez giornalista del Mundiario

Ciao Raffaella
El fumettista italiano Alessandro Gatto ha vinto il secondo premio alla V BIENNALE DI HUMOR LUIZ D'OLIVEIRA Guimaraes - PENELA 2016,  Portogallo.
Il tema era: dal miele a pungere.

 Un viaggio allegorico tra la dolcezza del miele e la puntura che provoca puntura d'ape. Qualcosa di simile incoraggiare vignettisti di tutto il mondo con le loro opere: la dolcezza è il fumetto, ed è tagliente la satira. Hanno partecipato a questo concorso 601 disegni di 253 artisti provenienti da 55 paesi ".

"L'ape è un animale sociale, simbolo del lavoro e la fedeltà, ma anche guerriero in difesa della comunità, e quando si sentono minacciati, usano i loro puntura. Allo stesso modo, l'umorismo è una formula di dolce pensiero che ci fa rompere le barriere di socialità, combattere il pessimismo, diluire la tristezza, e costruire un equilibrio sociale sorriso filosofica, e può anche criticare quando la politica, l'intolleranza, l'abuso di potere mettere in pericolo la comunità "- dice Osvaldo Macedo de Sousa, organizzatore dell'evento.

La giuria di questa Biennale V, composto da Emídio Domingues, Mario José Rodrigues, Antonio Alves, Paula Oliveira Guimarães, Osvaldo Macedo de Sousa, Flavio Teixeira, Elisio Amaral Neves e Margatida Macedo de Sousa, ha deciso di assegnare il primo premio a "Diabete" Emad Salemi, (Iran); secondo premio a "l'ape guardiana" di Alessandro Gatto (Italia); e il terzo premio a "Bancar a Obreira" José Bandeira (Portogallo). Inoltre, sono stati assegnati altri premi speciali.

Intervista ad Alessandro Gatto - Per Francisco Punal Suarez
Il secondo premio con il suo disegno “ l'ape guardiana”
 V Biennale di Humor - 2016
“Luíz D`Oliveira Guimarães” - Espinhal - Penela- Portogallo
601 opere grafiche presentate al concorso da 253 artisti provenienti da 55 paesi.
7 de  Settembre 2016

Come mi è stato ispirato a fare questo disegno?
L'idea mi è venuta leggendo il bel testo introduttivo scritto da Osvaldo Macedo de Sousa, curatore capace e competente dell'evento.
Egli cita la frase di Einstain "Se le api scomparissero, dopo quattro anni scomparirebbe anche l'umanità", e aggiunge che se scomparissero gli umoristi, dopo quattro anni il mondo sarebbe interamente nelle mani di dittatori e fondamentalisti di ogni genere.

"È l'ape guardiana una metafora contro il potere?
La similitudine tra l'ape e l'umorista è molto azzeccata. Come l'ape che produce il miele, così l'umorista infonde sorrisi.
Entrambi, però, sanno anche pungere e possono far male.
Esistono le api guardiane che hanno il compito di difendere l'alveare, ci sono gli umoristi che con le loro "riflessioni disegnate" avvertono la società di eventuali  o incombenti pericoli.
E vengo al mio disegno; è' chiaro che i mezzi di un disegnatore non sono molti, le sue armi sono la mente e una penna.
Ho rappresentato l'imponenza del POTERE, tre grandi monoliti che confabulano in segreto: economico, militare e religioso. Poi, molto più piccolo ho disegnato me stesso come fossi un po' ape guardiana e un po' cavaliere, armato di penna e in sella alla mia amata, ma umilissima, bicicletta.
I rapporti di forza sono ovviamente sbilanciati, ma quel pennino appuntito è pronto per l'uso.
Dos de los premiados en la V Bienal,
 Alessandro Gatto y José Bandeira
en la V Bienal/ Filomena Martinho


Perché è importante l'umorismo e satira nella società?
E' un mezzo di per sè limitato, che potrebbe diventare potenzialmente straordinario. La sua efficacia, come quella di un farmaco, è direttamente proporzionale alla dose che si intende assumere. Quindi credo sia solo una questione culturale, una faccenda che coinvolge sì il fruitore finale ma, prima ancora, chi lo governa e decide se conviene aiutarlo a crescere o no.

Come valuta le prestazioni di questa Biennale?
Potrei definire questa mia prima partecipazione con una parola simpatia .
Si attesta come uno degli eventi importanti a livello internazionale. Ho inteso che tutto viene realizzato con pochi mezzi economici ma con grande volontà. Il fatto che sia arrivata alla V edizione e che sostanzialmente si ripeta in un crescendo continuo lo sta a dimostrare. Il merito va agli organizzatori, al loro impegno e loro orgoglio. Trovo degno di lode l'impegno a ricordare Luìs d'Oliveira Guimaraes.
E poi i luoghi  dove si svolge la manifestazione, piccoli e deliziosi, ricchi si storia, immersi in una natura generosa. Gente semplice e cordiale .



Premiados en la V Bienal de Humor “Luíz D`Oliveira Guimarães” / Portas da Villa

sabato 10 settembre 2016

Le sfide dell’Europa in 50 vignette.

15 SETTEMBRE - 25 SETTEMBRE  |  ORARI DI APERTURA 10.00 - 13.00  /  17.00 - 21.00
MONASTERO DI SAN BENEDETTO - CONVERSANO

| EXIT | POPULISMI | EURO | LIBERTÀ DI ESPRESSIONE | TERRORISMO | IMMIGRAZIONE | GOVERNANCE |
LE SFIDE DELL'EUROPA IN 50 VIGNETTE





Le sfide dell’Europa in 50 vignette. (altre info su facebook: https://www.facebook.com/events/779551105481989/)


"All’interno del suggestivo Monastero di San Benedetto di Conversano, in mostra cinquanta vignette satiriche che raccontano i grandi temi legati all'Europa. Dall'exit ai populismi, dalla libertà di espressione all'euro, dal terrorirmo all'immigrazione e governance. 

Tra gli autori delle vignette Sergio Staino, Agim Sulaj, Tom Janssen, Niels Bo Bojesen, Corvo Rosso, Marco De Angelis, Assunta Toti Buratti, Dino Aloi, Nicolas Vadot, Uber, Ioannou, Fabio MagnasciuttiMarco Tonus, Patrick Chapatte, Gian Lorenzo Ingrami, Arend Van Dam, Costanza Prinetti, Alessio Atrei, Furio Sandrini, Walter Leoni - Totally Unnecessary Comics, Andrea Righi, Carlo Casaburi, Frankezze, Duccio Maria Gambi, Andrea Righi, Marilena Nardi, Kap, Ramses Morales (The Cartoon Movement) , Maurizio Boscarol, Paride Puglia e altri ancora.
  

La mostra è a cura di Thierry Vissol.
Apertura: 10:00-13:00 / 17:00-21:00"



“Europa che fatica!”,
vignetta realizzata da Marilena Nardi per l'edizione 2016 del concorso
Una vignetta per l'Europa.
Le sfide dell’Europa
   Alla fine degli anni Novanta, responsabile dell'informazione dei consumatori per il passaggio
all'euro, giravo l'Europa, provando a stimolare l'impegno degli enti locali nella formazione dei loro cittadini. Durante uno di questi giri, incontrai il Presidente di una Regione francese, un giurista, eminente professore di diritto internazionale ed europeista convinto. A lui chiesi perché non organizzava un dibattito con la sua giunta al fine di lanciare e finanziare un'operazione di informazione-formazione dei cittadini sul cambiamento della moneta – un cambiamento non semplice per dire il meno. Mi rispose: "Non posso, l'euro e l'Europa sono dei temi che irritano, rischio la mia maggioranza".
Una reazione che era condivisa da molti dei miei contatti politici, sindacalisti o associazioni di consumatori, reazione tuttora sempre più diffusa. Cinque anni dopo, ero responsabile per
lo sviluppo di una nuova politica audiovisiva d'informazione sull'Europa. Lavoravo quindi con le principali testate audiovisive europee. Alla mia domanda: '' Perché al di là della cronaca europea ma declinata sempre in chiave nazionale, non parlate di politica e di politiche europee. Non sono temi che toccano la vita dei cittadini?''
 La risposta era sempre la stessa: ''L'Europa non fa audience.''
   Qualche anno fa, ho ricevuto la missione di provare a creare uno spazio pubblico (cioè di dibattito politico aperto) europeo nello spazio pubblico italiano. Una delle mie prime mosse fu di informarmi sulle scuole di giornalismo e sui programmi dedicati alla formazione dei loro studenti, sul funzionamento, le competenze, i mezzi e le politiche delle istituzioni europee. Rimasi molto stupito nel constatare che tali materie fossero marginali se non completamente
assenti. Ovviamente, esistono bravi giornalisti in grado di parlare con cognizione di causa dei temi europei. Tuttavia sono una minoranza, spesso marginalizzati nelle loro testate. Questo spiega in gran parte perché, ancora oggi - sessantacinque anni dopo la creazione della prima istituzione europea (la CECA la Comunità europea del carbone e dell'acciaio) - si può ancora sentire sulle grandi reti audiovisive giornalisti confondere il Consiglio d'Europa con il Consiglio europeo, attribuire all'Europa delle competenze che non ha o leggere, in un grande quotidiano nazionale in occasione del recente incontro estivo, dei primi ministri francese, tedesco e italiano a Ventotene, referenza ad un tale "Arturo" Spinelli invece che Altiero
Spinelli.
   I cittadini sono presi in una tenaglia. Da un lato, dei politici che in materia d'Europa applicano l'atteggiamento dello struzzo o la usano come capro espiatorio. Dall'altro, dei media e dei giornalisti che rinunciano a quello che dovrebbe essere il loro ruolo: quello di mediatori - a tutto vantaggio della cronaca nera (24h 7giorni alla settimana) e dello spettacolo di questa cronaca (che purtroppo fa audience). Un ruolo ben definito dal giornalista Giorgio Zanchini:
'Il giornalismo è tuttora selezione, gerarchizzazione e presentazione di informazioni
finalizzate alla riduzione della complessità sociale.' Non è quindi stupefacente la regressione del dibattito politico europeo, della consapevolezza dei cittadini in materia di democrazia e di vedere fiorire invettive e parolacce piuttosto che argomenti e dibattiti; di leggere commenti sui social networks che paragonano politica Europea e nazismo, utilizzando un'inflazione di parole inadeguate, superlative, senza misura e storicamente sbagliate per qualificare situazioni
assolutamente incomparabili. Non è stupefacente la reazione dei cittadini britannici, inizialmente rallegrati del risultato del referendum per poi rimpiangere l'esito, giustificandosi di avere votato il Brexit su base di "inaccurate information" (informazione sbagliata)
ricevuta.
    Pubblicizzando la sesta edizione del concorso "Una vignetta per l'Europa",
concorso di vignette satiriche dedicate ai temi europei, un commentatore mi ha scritto: ''Perché fare un concorso per aumentare la critica all'Europa?''
    La mia risposta è semplice. Perché, contrariamente a molti altri tipi d'informazione, la satira non ricerca il protagonismo. Va al di là dalla società del "selfie" e dello spettacolo, un'evoluzione sociologica amplificata dall'uso e abuso dei social networks e dal "surfing veloce" sulle onde inarrestabili d'informazioni spesso inverificabili. Un tipo di società analizzata da Guy Debord, già nel 1967: "Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione (aggiungerei: e di consumo) si presenta come un'immensa accumulazione di spettacoli… la realtà sorge nello spettacolo, e lo spettacolo diventa
reale.'' Perché appunto, la satira, quando fatta da professionisti che rispettano il loro pubblico, mette – con ironia - il dito nella piaga dei malfunzionamenti politici, sociali, economici; nella piaga sanguinosa dell'abbandono dei nostri valori democratici ed europei, come la solidarietà. Perché la satira è un colpo di frusta che dovrebbe contribuire ad aprire dibattito, contestazione e critica costruttiva, cioè nel senso positivo e cartesiano del termine. Perché, la satira ben fatta pone delle domande cruciali, con un umorismo che per natura deve essere graffiante, caricaturale. Delle domande alle quali politici, funzionari, giornalisti e specialisti dovrebbero essere desiderosi di rispondere. Delle domande che dovrebbero nutrire un sano dibattito politico e democratico. Delle domande alle quali i cittadini hanno il diritto di
ricevere risposte vere e non anestetizzate. Un dibattito al quale tutti noi cittadini abbiamo il dovere di contribuire per costruire un futuro vivibile.
    Queste sono le fondamenta della democrazia, secondo me. Spero che la selezione delle vignette di questo catalogo che toccano le pieghe e le sfide presenti e future dell'Unione ne sia una dimostrazione.
Thierry Vissol
Ideatore e presidente
della giuria del Concorso
"Una vignetta per l'Europa"







Scarica il catalogo della mostra in pdf

Alcuni degli autori di questo catalogo :



“L'attentato a Bruxelles sembra la trama di un
copione già scritto. Anche noi però abbiamo avuto
la nostra strategia della tensione, che ha raggiunto
il culmine con la strage della stazione di Bologna.
Ecco, noi dobbiamo sapere che l'esercizio della
distinzione è decisivo. Un esercizio che, tra ascoltare
le notizie più importanti o leggere gli articoli
della maggioranza dei giornali, sembra abbiamo
dimenticato. Occorre che ognuno di noi abbia la
capacità di distinguere quelli che sono i processi
sociali e criminali, dai fenomeni religiosi e, all'interno
della dimensione religiosa, chi è a favore dell'assimilazione
dell'occidente. E aiutarli.”
Paride Puglia


“La satira, commento e informazione al tempo
stesso, è fatta di immagine e ragionamento, tutt'uno
sul filo del sorriso, divertito o amaro che sia.
Come la libertà di pensiero si manifesta nella satira,
così la mancanza di libertà non la indebolisce,
ma la rafforza. E' compito del disegnatore satirico
pungolare e stimolare.”
Marco De Angelis


“La satira è l’unica arma non violenta di cui possiamo
disporre. È un potente mezzo comunicativo
di denuncia sociale di cui abbiamo sempre più
bisogno. Senza la satira, il mondo sarebbe più triste
di quello che è”.
Giuseppe La Micela


“Credo che la satira possa sensibilizzare e cambiare
le coscienze. Sia come una lente attraverso
cui guardare e capire meglio la società e la politica.
In ogni caso, umorismo e satira svelano la
realtà e ne forniscono un’interpretazione acuta e
infine offrono un sorriso e, a volte, la speranza di
un cambiamento.”
Marilena Nardi





“Il Nobel per la Pace attribuito ad una Europa
che in realtà, e purtroppo, non ha ancora realizzato
quell’unità politica essenziale ad agire
come soggetto politico autorevole sulla scena
mondiale.
È quella manifestazione di pensiero talora di
altissimo livello che nei tempi si è addossata il
compito di castigare ridendo mores, ovvero di
indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili
o esecrabili di persone, al fine di ottenere,
mediante il riso suscitato, un esito finale di
carattere etico, correttivo cioè verso il bene.”
Gianfranco Uber

“Che la satira potesse diventare oggetto di attacco
terroristico credo non fosse immaginabile
nemmeno in romanzi di “fantastoria”.
Eppure è successo, sotto gli occhi del mondo.”
Dino Aloi


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La mostra delle vignette fa parte del Festival
 LECTOR INFABULA'16

IL  TEMA




GUARDA IL MONDO DOVE VA

Il mondo gira
E cambia anche molto in fretta.
Quanti saremo nel 2050?
L’Asia e l’Africa messe insieme rappresenteranno il 75 % della popolazione mondiale. L’Europa invece sarà più piccola.
Meno giovani e meno ricchi. Conteremo di meno.
Così cambiano gli scenari e si formano nuovi ordini mondiali.
Per il momento si vede solo molto disordine.
Il fondamentalismo ha dichiarato guerra all’occidente colpendo l’Europa nel cuore, nei suoi diritti, nella sua libertà.
Hanno ferito anche la satira, ma non riusciranno ad opporsi alle armi della cultura.
Intanto il populismo e i nazionalismi tornano di moda. Addio democrazia?
Sono finiti i partiti, è iniziata l’era dei meet-up, dei followers, dei gruppi social.
Gli interessi sono sempre meno collettivi e sempre più individuali.
I tempi si accorciano le distanze fisiche pure ma alla fine i divari e le diseguaglianze restano quelle.
Saremo tutti iper-connessi, tracciati, controllati. in una parola sola: trasparenti!
Saremo figli della quarta rivoluzione industriale.
Mentre il Novecento ci ha lasciato e forse anche lo Stato sociale.
Ma come sarà il nostro futuro?
Alla fine i problemi del mondo sono sempre gli stessi:
il controllo politico e militare, le migrazioni e la demografia, l’ambiente e la salute, Il petrolio e l’energia.
Siamo saliti su un treno ad alta velocità e non possiamo scendere in corsa.
Intanto… guardiamo il mondo dove va!