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lunedì 5 febbraio 2024

Il caso Sgarbi

 

Quadro critico

https://www.open.online/2024/01/05/vittorio-sgarbi-quadro-rubato-foto-alta-risoluzione/

Franco Portinari /Portos 


02/02/2024 : Vittorio Sgarbi si è dimesso da sottosegretario alla Cultura. Lo ha comunicato lui stesso a margine dell'evento "La Ripartenza" a Milano: “Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo. E lo faccio per voi: adesso sono solo Sgarbi, non più sottosegretario. Lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni”.

Sullo sfondo la vicenda giudiziaria, con l’inchiesta in mano alla procura di Macerata legata al quadro di Rutilio Manetti e gli insulti al giornalista Manuele Bonaccorsi di Report. 

“L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro”, ha detto Sgarbi.

A pesare su Sgarbi la reazione alle inchieste del giornalista di Report. “Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque”, ha detto a margine dell'evento.


04/02 /2024: Vittorio Sgarbi: "Non sono ancora un ex sottosegretario. Le dimissioni le ho solo annunciate ma le devo ancora negoziare con il governo. In questo momento sono ancora sottosegretario alla Cultura, sia pure con annuncio di dimissioni. La mia agonia sarà lunga"




29 01/204: Sgarbi, urla e insulti al giornalista di Report: «Se muore in un incidente stradale sono contento»

e minaccia di togliersi i pantaloni.




https://video.corriere.it/cronaca/sgarbi-urla-insulti-giornalista-report-se-muore-un-incidente-stradale-sono-contento/bfa28ed4-bea9-11ee-8159-e88a7ef5abf7

Franco Portinari /Portos 




Riccardo Mannelli


Ellekappa



Capra 

Fulvio Fontana



Giannelli



#sgarbi #arte #carabinieri
Scesio


#quadro #RutilioManetti #Sgarbi
La cattura di S. Pietro con candela.
Mauro Biani


L'esperto Sgarbi
Dimissioni a sorpresa di Sgarbi da sottosegretario alla cultura che probabilmente anticipa un suo siluramento da parte del Ministro Sangiuliano. 
Più che la già penosa vicenda del quadro di Rutilio Manetti  (che già per me erano sufficiente pure se in attesa di giudizio) sembra abbia contato l'accusa di  indebiti guadagni, per incompatibilità della sua attività di critico d'arte contemporanea all'incarico governativo, rivoltagli dall'Antitrust sembra sollecitata con due lettere anonime.
Gianfranco Uber

Sgarbi molla
Natangelo



Sgarbiolik
Niko Comix



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Approfondimenti:

ADESSO VUOLE “TRATTARE” LE DIMISSIONI

Ha dichiarato venerdì di volersi dimettere da sottosegretario, dicendo peste e corna del suo ministro, Gennaro Sangiuliano. Ma intanto manda una lettera a Giorgia Meloni sollecitando un’indagine sui conflitti di interesse che minano l’attività di altri membri del governo di centrodestra, annuncia di voler “trattare” il suo addio e fa ricorso al Tar sulle decisioni dell’Antitrust. Mai uno che se ne vada e basta. Ad ogni buon conto, ecco l’infinita serie d’incarichi (18 in tutto quelli ufficiali) ricoperti nel recente passato da Vittorio Sgarbi:

sottosegretario di Stato alla Cultura; 

assessore al Comune di Viterbo;

sindaco di Sutri; 

sindaco di Arpino; 

prosindaco di Urbino; 

commissario generale alle Belle arti e ai musei di Codogno; 

responsabile nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, storici e artistici di Anci;

presidente del Mart di Trento e Rovereto; 

presidente della Fondazione Gypsoteca e Museo Canova di Possagno; 

presidente della Fondazione Ferrara Arte; 

presidente del consiglio di amministrazione del Museo dell’Alto Garda; 

presidente del Parco della antichissima città di Sutri; 

membro del Comitato scientifico della Galleria Nazionale di Urbino; 

membro del Comitato scientifico del Museo Galileo di Firenze; 

membro del Comitato scientifico delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; 

direttore artistico della Fondazione Pallavicino di Genova; 

direttore artistico della Fondazione Pio Alferano e Virginia Ippolito; 

presidente di Rinascimento Associazione Culturale.


“Vorrei annunciare qua le mie dimissioni da sottosegretario di Stato alla Cultura”. Vittorio Sgarbi sceglie di ufficializzare il passo indietro tanto atteso nel corso dell’evento “La Ripartenza”, organizzato a Milano dal conduttore tv Nicola Porro. Negli ultimi mesi il critico d’arte è stato coinvolto in una serie di scandali di risonanza mondiale, svelati dalle inchieste del Fatto e di Report (qui tutte le tappe), sui suoi cachet d’oro ricevuti durante l’incarico di governo e, soprattutto, sul presunto riciclaggio di un quadro del Seicento rubato. Nei suoi confronti, inoltre, pendeva alla Camera una mozione di revoca sottoscritta da M5s, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra, che si sarebbe dovuta votare il prossimo 15 febbraio. “Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario, non voglio essere sottosegretario”, ha detto, annunciando di voler scrivere una lettera alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per informarla del passo indietro.

Dal caso-conferenze allo scandalo del quadro – Il primo scoop pubblicato dal nostro giornale, lo scorso 24 ottobre, aveva raccontato l’attività parallela del critico d’arte, che ha fatturato almeno trecentomila euro partecipando a eventi privati a pagamento (almeno 33 in nove mesi) durante il mandato di governo, nonostante la legge Frattini del 2005 impedisca ai membri dell’esecutivo di svolgere “attività professionali in materie connesse alla carica”, persino a titolo gratuito. Quello scandalo era stato poi oscurato dalle successive notizie sulla “Cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti, dipinto trafugato nel 2013 dal castello di Buriasco, in Piemonte, e riapparso nel 2021 (con una piccola modifica) come “inedito” in una mostra del critico a Lucca (lui sostiene di averlo trovato per caso nel sottotetto di una sua villa). Sulla vicenda – raccontata dal nostro Thomas Mackinson e da Manuele Bonaccorsi di Report, e ripresa persino dal New York Times – la Procura di Macerata indaga Sgarbi per furto di beni culturali. A Imperia, invece, su di lui c’è un fascicolo aperto per l’esportazione illecita del “Concerto con bevitore“, un altro dipinto seicentesco, di Valentin de Boulogne. Vale milioni, ma l’autista di Sgarbi è accusato di averlo comprato in nero per diecimila euro.

L’attacco a Sangiuliano: “Senza dignità” – Nel frattempo però, all’indomani dell’articolo del Fatto, sul caso degli incarichi retribuiti era stata aperta un’istruttoria da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Anche se il termine per la fine dell’indagine è fissato al 15 febbraio, il procedimento è probabilmente già stato chiuso e nei primi giorni della prossima settimana, forse lunedì stesso, saranno comunicate le conclusioni. A quanto pare però a Sgarbi è già stato comunicato l’esito negativo, che lo ha convinto a mollare finalmente la poltrona. “L’Antitrust mi ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura, in cui c’era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro e non posso parlare di Michelangelo a teatro. Questa conferenza, secondo quello che l’Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile”, ha detto dal palco dell’evento di Milano. Il procedimento Antitrust infatti era stato aperto su segnalazione del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Contro cui ora Sgarbi si scaglia: “Non ci parliamo dal 23 ottobre. Non potevo sentire una persona che riceve una lettera anonima e la manda all’Antitrust. Le lettere anonime si buttano via, gli uomini che hanno dignità non accolgono lettere anonime“, attacca, riferendosi alle segnalazioni che hanno svelato la sua attività illegittima di conferenziere.

Il post su Facebook: “Io perseguitato” – Nel tardo pomeriggio, poi, il sottosegretario dettaglia meglio il suo pensiero con un post su Facebook, in cui si dipinge come vittima di “una persecuzione mediatica evidente, con ricostruzioni inesistenti su questa supposta incompatibilità”. Il Fatto, attacca Sgarbi, “ha scritto contro di me circa 65 articoli”, mentre Report ha proposto “ricostruzioni inverosimili su dipinti acquistati, come se uno fosse colpevole di acquistare dipinti. Su questo c’è stata un’azione precisa per portarmi alle dimissioni”, sostiene. “Non avrei ceduto alla richiesta di dimissioni sulla base di insinuazioni o di pettegolezzi con lettere anonime che il ministro manda all’Antitrust. Ho detto che mi sarei dimesso, e lo faccio, quando l’organo preposto avesse riconosciuto l’incompatibilità“, precisa. “La procedura che avrei usato io è: uno riceve una lettera anonima, chiami la persona che lavora con te e gli chiedi cosa c’è di vero. Nel senso che le lettere anonime criminalizzano atti come le mie conferenze. Uomini con dignità non accolgono lettere anonime. Ringrazio il governo e in particolare la Meloni di non avermi chiesto niente, neanche queste dimissioni, e di avere detto di aspettare l’indicazione dell’Antitrust. L’indicazione è arrivata, si può impugnare, ma è arrivata. A questo punto mi tolgo di scena. Ringrazio Meloni e i colleghi di governo, perché non hanno chiesto un’anticipazione. Fino a oggi Meloni è sempre stata garantista. In questo momento non le chiedo niente, le invierò la lettera questa sera”.

Le “scuse” per la sfuriata ai cronisti – Il critico stesso ha definito le proprie dimissioni “un colpo di teatro“: “Sono due ore che medito se farlo o se non farlo”, ha detto a Porro. “La legge consente che io, attraverso il Tar (impugnando il provvedimento dell’Antitrust, ndr) indichi che non può essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi è in pensione come professore e come sovrintendente. Io ho fatto occasionalmente – le occasioni possono anche essere quotidiane – conferenze come questa. Questa conferenza, secondo quello che l’Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge. Quindi, per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero del mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro, altri sottosegretari. Io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze”. Sgarbi si è anche “scusato” per aver augurato la morte ai cronisti nel servizio trasmesso durante l’ultima puntata di Report: “Io sono noto per le mie imprecazioni, ma non ho nessuna volontà di crudeltà e di morte per nessuno”, si giustifica. Ribadendo che però si è trattato di una “intervista non autorizzata, non voluta. A un certo punto, non essendo un’intervista, io ho fatto imprecazioni, che sono sembrate anche a qualche giornalista offensive. Io ritiro il mio augurio di morte, mi scuso di averlo pensato e non sono più neanche in sottosegretario. D’ora in avanti augurerò la morte senza essere responsabile di essere sottosegretario“, afferma.

Fonte Il Fatto quotidiano





giovedì 18 gennaio 2024

Caso Ferragni

 Caso Ferragni ...

le vignette!!


Per du panettoni come la fate lungaaaa!! 🤣😂😂😂

Caricatura Chiara Ferragni, acrilico su cartone telato 30x40 cm

#chiaraferragni #caricature #cartoons

Frank Federighi

Natale 2023
Portinari / Portos



https://www.corriere.it/.../ferragni-uova-pasqua-come...
Ferragni, le uova di Pasqua come il pandoro: «Più di un milione a lei, 36 mila euro all’associazione dei bimbi»



https://www.corriere.it/.../chiara-ferragni-chiusa-casa... Chiara Ferragni è chiusa in casa da giorni: «È distrutta»


Profumi e Balocco
Riccardo Mannelli



Meloni attacca Ferragni
Durando


Porci verdi #7
(il cui l'infulencer in crisi, ecc. ecc.)
#chiaraferragni #porciverdi #comicstrip #influencer


Porci verdi #8
(in cui le barricate, non bastano)
#influencer #chiaraferragni #capitalismo #comicstrip


Porci verdi #9
(in cui chi ci paga, sappiatelo)
#comicstrip #influencer #chiaraferragni #porciverdi #economia #lepetitprince #deSaintExupery


Porci verdi #10
(in cui in direzione ostinata e contraria, anzi no)
#comicstrip #influencer #chiaraferragni #porciverdi

Porci verdi di Gianlo / Gianlorenzo Ingrami


Sesto potere 
Gianfranco Uber




IN BERSANI VERITAS

“La Meloni non ha uno straccio di idea su quali siano i problemi di questo Paese. Fa un altro mestiere, non quello di governare. Chi governa se vuol governare cosa fa. Si mette attorno della gente capace, poi se lei è brava diventano anche fedeli quelli capaci. Se, invece, ti metti attorno solo quelli fedeli, non hanno nessun bisogno di diventar capaci, basta restar fedeli.”

"Le destre destre nel mondo, non solo in Italia, subiscono la fascinazione delle armi come prolungamento della virilità, avran qualche problema, si facessero vedere. Perché hanno questa cosa qua, gli piace. Se non smaneggiano una pistola si sentono in difficoltà. Che volete che vi dica, curatevi!"

"La Ferragni finirà dove dovrà finire, ma non scarichiamo tutti i problemi dell’Italia sulla Ferragni. Oggi vedevo nei siti che viene prima delle stragi di Gaza, no eh, per favore. Qui stiamo perdendo un po' il senso delle dimensioni. La magistratura farà quel che deve fare, se è truffa la condannerà per truffa e ciao. Dobbiamo fare la polemica con la Presidente del Consiglio con tutti i problemi che ha l'Italia?"

“L’egemonia culturale della sinistra è semplicemente un concetto molto banale. Per arrivare a governare e per governare, se vuoi governare, non devi avere il comando, devi avere il consenso. E il consenso viene fuori anche dalla capacità di una posizione intellettuale, dalle idee. E c’è chi ce l’ha, chi non ce l’ha, chi ce n’ha di più, chi ce n’ha di meno. Si capisce che se vedono questa egemonia culturale della sinistra ovunque stanno riconoscendo, malgrado loro, che evidentemente la sinistra ha più idee della destra. Ho fatto una polemica su una cosa, è una piccola trasmissione di Rai Storia “Alla scoperta del ramo d’oro”, la stanno chiudendo. C’ha il 3% di audience, non costa niente, non disturba nessuno. Stiamo parlando di una piccola trasmissione che fa cultura, che fa educazione, che si occupa di temi profondi, attuali, in modo colto. Io dico, porca miseria Sangiuliano, ma cosa vogliam fare, come Pozzolo, che mettiam mano alla pistola se sentiamo cultura? Perché ce l’hanno con una nicchia culturale? Pensano che ci sia l’egemonia della sinistra lì? Perché guardate che se fosse così saremmo avanti con i lavori, eh. Perché allora vorrebbe dire che non ci deve essere la cultura, deve esserci la loro cultura. Il problema è che non ce n’hanno abbastanza.” 

(Pier Luigi Bersani,  a “Otto e Mezzo” su La7)


Barre di Ferr...
GIO/Mariagrazia Quaranta

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Procedimento giudiziario per pratica commerciale scorretta

Nel dicembre del 2022, in un articolo del quotidiano "Domani", Selvaggia Lucarelli esprime dei dubbi sull'iniziativa dei pandori Balocco a tema Ferragni, messi in commercio in quella stagione natalizia per sostenere l'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, da lei definita "una triste operazione commerciale mescolata con la beneficenza". Secondo la ricostruzione di Lucarelli, le metodologie promozionali adottate facevano pensare che acquistando il dolce si contribuisse all'acquisto di un nuovo macchinario ospedaliero, mentre in realtà la Balocco aveva disposto una donazione fissa a favore dell'ospedale, mesi prima del lancio dell'iniziativa e indipendentemente dalle vendite del prodotto.

Nell'estate del 2023 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato avvia dunque un'istruttoria nei confronti di Balocco S.p.A., di Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l., società che gestiscono i marchi e i diritti relativi a Chiara Ferragni, per "presunta pratica commerciale scorretta"; a dicembre 2023 le tre società hanno ricevuto una sanzione, rispettivamente per: 420000, 400000 e 675000 euro. Secondo il comunicato dell'AGCM, la donazione all'ospedale Regina Margherita ammontava a 50000 euro ed era stata effettuata dalla sola Balocco, mentre le società riconducibili a Chiara Ferragni incassarono più di 1000000 di euro per la licenza dei marchi e la realizzazione dei contenuti pubblicitari. Veniva inoltre segnalato che il cartiglio apposto sulla confezione dei pandori, oltre che posts e stories sui canali social di Ferragni, riportavano informazioni idonee ad avvalorare la circostanza per cui l'acquisto di ogni singolo prodotto avrebbe contribuito direttamente alla donazione e che la stessa Ferragni vi avrebbe partecipato: circostanze entrambe risultate non rispondenti al vero. L'AGCM sottolineava inoltre che il prezzo del prodotto — pari a circa due volte e mezzo il prezzo del classico pandoro Balocco — avesse indotto i consumatori a percepirlo inerente alla donazione, facendo così leva sulla sensibilità del pubblico verso iniziative benefiche e violando il dovere di diligenza professionale previsto dal Codice del consumo.

Ferragni si è scusata per l'accaduto e ha manifestato l'intenzione di donare 1000000 di euro all'ospedale Regina Margherita. A causa dello scandalo, i marchi Safilo e Monnalisa hanno interrotto le loro collaborazioni con Ferragni, mentre la Coca-Cola ha annullato uno spot pubblicitario che avrebbe dovuto girare con l'influencer e che sarebbe andato in onda per Sanremo 2024.

Il Codacons ha presentato una denuncia per truffa aggravata in 104 procure e ha avviato una class action per 1600000 euro. Le procure di Milano, Cuneo, Prato e Trento hanno aperto dei fascicoli esplorativi in merito. L'8 gennaio 2024 Ferragni è stata iscritta nel registro degli indagati della procura di Milano con l'imputazione di truffa aggravata.

A seguito di questa vicenda, al 10 gennaio 2024, l'account di Chiara Ferragni registrava una decrescita di 20000000 d'interazioni, oltre alla perdita di 210000 follower sul suo profilo Instagram.119000 follower sono stati persi anche dal profilo del marito Fedez.

mercoledì 12 agosto 2020

Furbetti o cretinetti?

Bocci, centrodestra: «Ho preso il bonus Iva per fare beneficenza».
 Homo bonus.
Ivano Sartori

“#Bonus Iva” 

“Sentito mammà? 
Lo sdegno è stato unanime” 

“Alla figlia della sora Augusta, quella maritata Cecioni.” 
 #bonus600euro #FrancaValeri 🌹🌹
Mauro Biani



PENSIERINO del lunedì di Michele Anselmi
(pensando ai cinque insaziabili deputati, tre della Lega, uno del M5S e uno di Italia Viva, che hanno chiesto e ottenuto il bonus Inps da 600-1.000 euro nonostante uno stipendio mensile da oltre 12.400 euro. Tra i beneficiari anche 2.000 amministratori locali. Migliore assist al fronte referendario del Sì, purtroppo, non si poteva offrire)

di Peter Sellers
“La gente nuoterà nella merda, se ci metti dentro un po’ di scellini”.


 
Cinque deputati sotto accusa.
Parlamentari chiesero il bonus Covid partita Iva, è scontro Tre della Lega, un M5S e un Iv Christian Durando
#bonus600euro #deputati #lega #M5S #IVA #bonuscovid



Bonus Iva, è caccia ai deputati. I 5S rinunciano alla privacy, indagine interna della Lega.by Christian Durando
#bonuscovid #lega #cacciadeputati #deputati


Onorevoli e topi
 Volevo intitolare la vignetta  "i miserabili"  ma i poveri protagonisti del famoso libro di Hugo erano delle vittime. I nostri parlamentari invece no, proprio vittime non sono.Cinque di loro hanno avuto il coraggio di chiedere il "bonus" di 600 euro per l'emergenza virus.Non si sa chi siano perchè inspiegabilmente, anche per chi dovrebbe essere trasparente nei suoi comportamenti pubblici, vige la tutela della privacy.Spero che i nomi prima o poi vengano fatti anche per evitare che vengano rieletti. Il fatto comunque serve una volta di più per evidenziare i difetti della politica per "bonus" e meglio la poca possibilità di selezione che abbiamo per chi mandiamo in Parlamento.
Uber



https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/inps-bonus-partita-iva-anche-a-cinque-deputati-e-polemica-sugli-onorevoli-furbetti_21708140-202002a.shtml
Portos


Politica e scuse
Gianlo


Quando l’occasione fa l’uomo ladro, i cretini danno colpa all’occasione.
Lele Corvi


Privaci.
Lele Corvi



il lunedì di Fogliazza è oggi e parla di soldi (quella cosa sul trenino ciufciuff di Parma l'ho appena letta e non avevo la forza).

ònli fòr ìtalian ecc ecc su voladora.noblogs.org


#parlamentari #furbetti #bonus #600euro #redditodicittadinanza #vignette #satira #satiraneurodeficiente #IChinson
Mario Airaghi


BONUS
Giannelli



Scommetto che siete stupiti.

#FuorINomi #FuoridalParlamento #600euro #furbettidelbonus #bonus600euro #BONUS #satira #antoniocabras


Furbetti del bonus, stasera cenerete nell'Ade!
#bonus600 #covid #privacy #garante #fuoriinomi #fumettiitaliani #vignetta #fumetto #umorismo #satira #humor #natangelo


Non vi facciamo niente! - la mia vignetta per Il Fatto Quotidiano oggi in edicola
#12agosto #furbetti #inps Il Fatto Quotidiano #fuoriinomi #bonus600 #bonuscovid #fumettiitaliani #vignetta #fumetto #umorismo #satira #humor #natangelo



Le migliori scuse (non ancora usate)

#12agosto #furbetti #inps #ziomichele #fontana #trovateunascusamigliore #scuse Il Fatto Quotidiano #fuoriinomi #bonus600 #bonuscovid #fumettiitaliani #vignetta #fumetto #umorismo #satira #humor #natangelo




Deputato che ha chiesto bonus da 600 euro scappa grazie al bonus monopattino
Eddie settembrini per Lercio

domenica 26 luglio 2020

Quei 70.000 camici, indagato Attilio Fontana.



Il 16 aprile, nel pieno dell'emergenza Covid-19 in Lombardia, con le terapie intensive intasate e il personale sanitario senza dispositivi di protezione, la ditta del cognato e della moglie del presidente Attilio Fontana si è aggiudicata, senza passare una gara pubblica, una fornitura di camici da mezzo milione di euro. Lo ha scoperto l'inviato di Report Giorgio Mottola grazie al racconto esclusivo di un dipendente di Aria, la società pubblica per gli acquisti della Lombardia. Attraverso una procedura negoziata, la Dama spa, società che produce il noto marchio Paul&Shark, ha venduto alla regione oltre 70 mila camici. Ai microfoni di Report il cognato di Fontana ha dichiarato: "L'appalto ci è stato assegnato a mia insaputa. Non avremo un euro dalla Regione Lombardia".
 



Il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana indagato per "frode in pubbliche forniture".
La vendita di 75.000 camici effettuata dalla soc. Dama Spa (di proprietà del cognato di Fontana, Andrea Dini, e al 10 per cento della moglie dello stesso Fontana) è finita sotto l'occhio dalla Procura per le modalità di assegnazione diretta dell'appalto dopo il servizio della trasmissione Report che l'aveva resa pubblica.
E fin qui tutto "quasi" normale se non fosse per il tardivo e maldestro tentativo di trasformare uno sporco affare in una generosa donazione per la lotta al COVID19.
Gianfranco Uber



Camice monouso?
Franco Portinari



Alla Regione camici per mezzo milione dal cognato.
Indagato Governatore della Lombardia Attilio Fontana.
#attiliofontana #RegioneLombardia #camici #Aria #Lega
Durando


Una pandemia a misura d'uomo
Giannelli



ATTILIO FONTANA, UNA BELLA PERSONA

#Fontana #AttilioFontana #Bahamas #Svizzera #scudofiscale #RegioneLombardia #Lombardia #epidemia #sanità
#COVID #camici

www.vermidirouge.com



Fontana lombarda



Salvini difende Fontana
Fulvio Fontana



A sua insaputa
Fioretti


Giannelli torna alle sue vignette preferite, cioè quelle che giocano con il cognome dei politici.
La notizia dello scandalo dei camici la risolve quindi inventandosi una piazza del nord italia dove c’è il Governatore della Lombardia che, come il Dash, lava bianco che più bianco non si può. Alla Fontana, naturalmente, sotto a un monumento al guerriero di Legnano modificato apposta per il calembour. L'importante è togliere il NERO dai camici, e lasciarli asciugare all'ARIA (S.p.a.). Lo scudo del guerriero è fiscale e vale 5 milioni.
[Carosello]


IL DONATORE
Portos



Quanto buon umore



Ormai Fontana non può più aprire bocca.
Qualsiasi cosa provi a dire viene deriso con un sapido calembour o con una velenosa allusione. Paventa inchieste a orologeria, e prontamente la coppia giannelliana, che per una volta non assiste alla scena seguendo il TG1 ma osserva dalle retroguardie, lo sferza ricordandogli i soldi finiti oltreconfine.
E d'altra parte il presidente della Lombardia, con quel mocio Vileda in testa, è sempre meno credibile. La grisaglia si dirada, segno che l'ora delle dimissioni, per assecondare il gioco di parole del Maestro, è vicina?
Oppure il Nostro ci sta dicendo che alcuni orologi sono talmente rotti che non ci indovinano nemmeno una volta al giorno? [L'OraIllegale]



Camice d'autore
Mario Bochicchio