Visualizzazione post con etichetta sanità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta sanità. Mostra tutti i post

domenica 6 dicembre 2020

Il "Grazie di Cuore" di Silver agli operatori sanitari

Grazie di cuore! 💙
“Vorrei saper fare il mio mestiere come voi state facendo il vostro. Avete tutta la mia ammirazione.” — Silver

Il biglietto di Biembi by Lupo Alberto sarà recapitato in questi giorni a più di 300 strutture ospedaliere per dare il nostro grazie più sentito ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari e a tutti coloro che, dall’interno degli ospedali, sono impegnati in prima linea in questa battaglia e che ogni giorno lavorano per noi!




Mentre Alberto e Enrico sono fuori a combattere il virus, noi restiamo a casa!

(A parte gli scherzi, un ‘grazie’ infinito a coloro che il virus, là fuori, lo stanno combattendo davvero ❤️)

Silver



venerdì 12 giugno 2020

Disegni...virali di Athos

Dalla Lombardia, la regione purtroppo più colpita dalla pandemia di Covid19 , l'amico Athos mi ha mandato un po' di humour , perchè come ci suggerisce lui : "Non ci resta che ridere..."
aria fritta
© Athos Careghi


Fontana e Gal era
© Athos Careghi


RSA
© Athos Careghi


Gli eroici volontari a Cavernago...
Athos


Il tampone
Athos

Ragazzi, se uscite, indossate quelle giuste!

virus... polmonare
© Athos Careghi

+

 +
L’AUTORE

Atos Careghi in arte Athos nasce a Correggio (Reggio Emilia, Italia) nel 1939. Si trasferisce a Milano dopo alcuni anni in Olanda e in Belgio. E’ laureato in economia e commercio.
Esordisce con una vignetta umoristica pubblicata sul Vittorioso nel 1952. Di pochissime parole – quasi tutte sornione e azzeccate – produce in prevalenza disegni senza battuta, sviluppa la sua prima produzione nell’umorismo disegnato con vignette di stampo metafisico, tragiche, corrosive, per tali ragioni poco pubblicate. Fa parte di quella selezionata schiera di disegnatori ospitata, negli anni Sessanta, ne Il delatore, una pubblicazione forse troppo in anticipo sui tempi, che diventerà una ghiotta rarità bibliografica. Poi si “ravvede”, e finalmente pubblica copiosamente su Help, Bertoldo, Candido, King Kong, La Settimana Enigmistica, periodici Mondadori (Gialli, Neri, Segretissimo, Urania), Zakimort, Intrepido e Il Monello, Il Mago, Famiglia TV, Satyricon (sezione del quotidiano La Repubblica), La Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Guerin Sportivo e Humor Graphic.
Oltre a produrre vignette umoristiche “generaliste”, è anche autore di vignette antimilitariste (“Soldati”, “Signornò” e “Pacifico”) e sul mondo amministrativo (“I burocrati”), e di strisce (Mc Lader, Dada, Fiorello).
A partire dagli anni Ottanta pubblica su Il Giornalino la sua striscia più nota, Fra Tino, un candido monachino ricco di trovate fantasiose, che viene pubblicata settimanalmente. Le Edizioni S. Paolo ne hanno pubblicato anche una raccolta, “I Fioretti di Fra Tino” (tradotta anche in Brasile come “Fioretti di Frai Tino”).
Partecipa – con frequenti riconoscimenti e vigorose pacche sulle spalle – a molte e importanti rassegne umoristiche, come la “Notte delle vignette” di Spotorno, Godega Fumetto, e i festival di Gallarate, Cavernaga e Forte dei Marmi

mercoledì 10 giugno 2020

Fase due, le vignette.


New spring
Marilena Nardi

Fase 2: graduale ritorno alla normalità.
Il decreto legge vigente prevede dal 3 giugno la ripresa degli spostamenti infraregionali.
La riapertura della mobilità fra le Regioni, il via libera alla ripresa della quasi totalità delle attività pre-lockdown e i piani per la ripartenza dei settori bloccati completamente dalla pandemia sono stati interpretati come un momento di svolta nel percorso di ritorno alla normalità. Anche autorevoli analisti e media di indiscusso prestigio hanno cominciato a utilizzare la dicitura “Fase 3”, come se il 3 giugno avesse rappresentato un momento di svolta non solo nelle strategie politiche e gestionali, ma anche dal punto di vista del quadro epidemiologico. 
Non siamo ancora nella Fase 3, non esistono le condizioni per allentare la guardia e la pandemia non è ancora un ricordo. Saremo nella fase tre solo quando avremo un vaccino.






Circolare
Portos


3 Giugno 2020...
... si parte!!
Gianni Fioretti




Nella Fase Due la movida è di nuovo consentita, ma con le dovute attenzioni...🙄 😄
In Phase Two the movida is again allowed, but with due attention ...
<<LET'S NOT BE RECOGNIZED, PUT ON THE MASK!>>
Marco De Angelis



1° Weekend... "semi-liberi" della "Fase 2..."
( Ma più che "semi-liberi" dovrebbe essere (sempre) con più 'cautele' e 'attenzioni' > verso se stessi e verso il Prossimo... )
Mike Comics



Come porti la mascherina dice chi sei.
#mascherina #fase2 #distanzasociale
Durando





Il profitto, e la salute
Mauro Biani





Giannelli


IL DISCORSO DI CONTE (TRADOTTO)


LE TRE FASI


Fase due



Calma


Fabio Magnasciutti



Il cecchino
Finisce di fatto oggi la "quarantena" d'Italia. L'allarme economico ha avuto la meglio sulla paura del contagio che in due mesi ha paralizzato anche psicologicamente il Paese. Adesso conterà molto non passare da un eccesso all'altro. Qualche aspetto della pausa forzata non è stato del tutto negativo, meditate gente, meditate.
Uber


RIPARTENZA — La nuova "vaurandom",
Vauro

mercoledì 27 maggio 2020

Covid e censura, denuncia di Elchicotriste

Shameful management of the spanish government  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
The shameful management of the spanish government in the sanitary crisis of covid-19 brought us to be world nº1 in rate of death and contamination per million inhabitants. Also nº 1 in the world for rate of sanitary workers infected. Ignoring WHO warnings til 9th march to allow massive parades for political reasons, buying disfunctional material to non approved enterprises, monitorising social media and censoring profiles of journalists critical with their scandals and silencing and firing authorities ready to report their reckless management.
Gestione vergognosa del governo spagnolo  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
La vergognosa gestione del governo spagnolo nella crisi sanitaria di covid-19 ci ha portato ad essere il numero 1 al mondo in termini di mortalità e contaminazione per milione di abitanti. Anche nº 1 al mondo per tasso di operatori sanitari infetti. Ignorando gli avvertimenti dell'OMS fino al 9 marzo per consentire enormi parate per motivi politici, acquistare materiale disfunzionale per le imprese non approvate, monitorare i social media e censurare i profili dei giornalisti critici con i loro scandali e silenziare e licenziare le autorità pronte a denunciare la loro gestione sconsiderata.
27 maggio 2020



Manipulated press  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
The governments are censoring "non subventioned" press on TV, radio and social media.
14 Apr 2020




Non dormire. Non perdere la tua capacità di indignarti, il tuo spirito critico, non smettere di denunciare tutto ciò che stanno facendo, instancabilmente, informare, condividere, resistere.
La premessa è che se una rana viene improvvisamente messa in acqua bollente, salterà, ma se la rana viene messa in acqua tiepida che viene lentamente portata a ebollizione, non percepirà il pericolo e si cucinerà a morte.
La storia è spesso usata come metafora dell'incapacità o della riluttanza delle persone a reagire o essere consapevoli delle minacce sinistre che si presentano gradualmente anziché improvvisamente ".
Elchicotriste con questo disegno trovato sul web spiega la situazione che sta vivendo.





I got this notification in my mail this morning, I don't know or they never specified the content they talk about being against their norms since I've been blocked for 7 days, I wasn't posting contents since a week agor after they blocked me. My old profile with more than 12 years old has been literally deleted if you try the access, from PC or mobile phone. I had been posting lots of cartoons and newspaper links, related to the terrible gestion of the sanitary system that our new socio-communist government has done. I was being harrassed by chavists some days before. Now when I click to try to get it back they ask me for a document (which they already have), but when I upload again my DNI for identification they block the access anyway. The old profile "Miguel Villalba Sánchez" has been literally deleted, disappeared, and the page of "Elchicotriste" keeps online but I can't manage it anymore or access to it: my artist page was depending on my leading profile "Miguel Villalba Sánchez", so I don't have access to it anymore. I'm not the first one, not the last of the profiles with a certain amount of followers which is suffering of this totalitarian censorship abuse. 2 months ago Zuckerberg signed an agreement with Newtral, and Madito (maldito bulo), two organisms depending on spanish government to monitorise social media, censoring critic contents about the gestion of the new minoritie's coalition government of Pedro Sánchez (socialist) and Pablo Iglesias (communist).They are now in full process of Macarthism, censoring and eliminating dissident profiles, just like they do in the chavist Venezuela or the Castrist Cuba, but in the heart of europe. This is terrifying. Please denounce and report this dangerous lack of freedom of expression which is worringly increasing in the last times, conveniently manipulated and hidden behind a theoretical state of allarm which the government use to eliminate their critics. Thank you! (Elchicotriste)

Miguel Villalba Sánchez, aka “elchicotriste” (Tarragona 1972), cartoonist and clinical psychologist. He has published in several newspapers around the world such as universal post (Sunderland,UK), Il Tempo (Italy), El Triangle (Spain), Le Monde (France), France Ouest (France), Cartoon Movement (Netherlands). Currently onTottarragona.cat (Spain), “Notícies Tarragona”,TV3 (catalan TV) or “Siné Mensuel” (France) among others.
He has received several prizes such as “Fundació Victor Mora”comic award, “SOS Racisme”,”comicstrip contest Barcelona”, “Canadian Committee for World Press Freedom- UNESCO”, Digital data (Colombia) etc. Member of CARTOONING FOR PEACE, founder of the NGO “CARTOONISTS WITHOUT BORDERS” and of the comic fanzine DELIRÓPOLIS Surrealismo y Arte secuencial” (www.deliropolis.com), also coordinator of the “COMICART WEEK” in Tarragona.


---------------------------------------------------------------------------------------------------

Purtroppo non solo in Spagna, ma in tutto il mondo c'è censura.
Riporto due articoli molto interessanti pubblicati il 3 maggio scorso in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa.

Perché la pandemia sta minacciando la libertà di stampa in tutto il mondo
È in pericolo fra ritorsioni, attacchi e censure governative. L’allarme è stato lanciato da diverse organizzazioni internazionali: nel “new normal” non devono rientrare anche le limitazioni al ruolo dei giornalisti

Tre giornalisti su quattro hanno affrontato restrizioni ufficiali, ostruzioni o intimidazioni durante la copertura della Covid-19. Questo è il dato più importante che emerge da un sondaggio condotto dall’Ifj (International Federation of Journalists) su oltre 1300 giornalisti in prima linea in 77 paesi in occasione della giornata internazionale per la libertà di stampa. Un’analisi che ha visto concordare gli intervistati in “un peggioramento delle condizioni” dei loro media nei rispettivi paesi.
Eppure, ricevere tempestivamente le informazioni con dati precisi e puntuali significa compiere le giuste decisioni e avere un’opinione pubblica informata: il tutto allo scopo di contrastare la diffusione del virus, ridurre il contagio e vincere. Ma, se già all’inizio della pandemia, in Cina la censura ha avuto la meglio – non a caso vari post che criticavano le autorità sono spariti dai social network e alcuni citizen journalist sono stati direttamente censurati – anche nel resto del mondo, evidentemente, le cose non stanno andando meglio. Anzi.

Sergei Satsuk, in Bielorussia, rischia dieci anni di carcere per un editoriale che metteva in dubbio i dati ufficiali sui casi di contagio nel paese. Dina Zelenskaya, giornalista televisiva di Espresso Tv in Ucraina, ha subito un’aggressione mentre faceva un servizio sui ristoratori e le regole da rispettare durante il lockdown. In Venezuela, i giornalisti Darvinson Rojas di Tw e Beatríz Rodríguez di Verdad de Vargas sono stati arrestati per avere documentato casi positivi a Caracas. In totale, il 24 per cento degli intervistati dall’Ifj dichiara di avere difficoltà a reperire fonti indipendenti, il 3 per cento di essere stato aggredito e il 2 per cento denunciato.

I dati fanno preoccupare perché mostrano una tendenza globale. E, anche se in Europa la situazione appare più sotto controllo, non bisogna abbassare la guardia, considerati anche gli episodi avvenuti in Spagna e Belgio. Volendo categorizzarli, i tipi di attacchi alla libertà di stampa durante la pandemia possono essere suddivisi in cinque aree: un uso improprio della legislazione di emergenza, una repressione delle segnalazioni “non patriottiche”, restrizioni sui viaggi e sugli accrediti stampa, l’abuso delle leggi sulla disinformazione e un attacco ai whistleblowers, scrive Meera Selva sul sito del Reuters Institute for the Study of Journalism. Eppure, come sostiene Pierre Haski su France Inter “un’informazione libera e affidabile è indispensabile per superare questa prova”.

Perché la pandemia sta minacciando la libertà di stampa in tutto il mondo
È in pericolo fra ritorsioni, attacchi e censure governative. L’allarme è stato lanciato da diverse organizzazioni internazionali: nel “new normal” non devono rientrare anche le limitazioni al ruolo dei giornalisti

Tre giornalisti su quattro hanno affrontato restrizioni ufficiali, ostruzioni o intimidazioni durante la copertura della Covid-19. Questo è il dato più importante che emerge da un sondaggio condotto dall’Ifj (International Federation of Journalists) su oltre 1300 giornalisti in prima linea in 77 paesi in occasione della giornata internazionale per la libertà di stampa. Un’analisi che ha visto concordare gli intervistati in “un peggioramento delle condizioni” dei loro media nei rispettivi paesi.

Eppure, ricevere tempestivamente le informazioni con dati precisi e puntuali significa compiere le giuste decisioni e avere un’opinione pubblica informata: il tutto allo scopo di contrastare la diffusione del virus, ridurre il contagio e vincere. Ma, se già all’inizio della pandemia, in Cina la censura ha avuto la meglio – non a caso vari post che criticavano le autorità sono spariti dai social network e alcuni citizen journalist sono stati direttamente censurati – anche nel resto del mondo, evidentemente, le cose non stanno andando meglio. Anzi.

Un paradosso – ma soprattutto una necessità – di cui si erano subito accorte nove associazioni (Ifj compresa) che, difendendo da sempre questo diritto, hanno scritto, lo scorso 25 marzo, una lettera a difesa della libertà di stampa indirizzata alle istituzioni europee con l’obiettivo di contrastare i ricorrenti attacchi in Europa. “Scriviamo perché siamo profondamente preoccupati dalle azioni dei governi, che si approfittano della pandemia da Covid-19 per punire i media indipendenti e introdurre restrizioni al margine di manovra degli stessi”, precisavano. Con il timore che esempi di restrizioni da paesi più autoritari arrivino a infettare anche le democrazie liberali.

Una minaccia globale
[...]




La libertà di stampa non può cadere vittima del Covid-19
L’intervento e l’appello del Ceo della Thomson Reuters Foundation nel World Press Freedom Day
di Antonio Zappulla*
Mentre il mondo cerca di far fronte alla velocità e alle dimensioni della devastazione provocata dal Covid-19, la necessità di accedere a informazioni fidate, accurate e indipendenti è più intensa che mai. Con tassi mondiali di mortalità che non sembrano voler rallentare, un’economia mondiale sbalzata dal suo asse e la società in una situazione di stallo, questa è un’emergenza che non ha precedenti. Lo faremmo con gli occhi bendati. Ogni giorno che passa ci costa migliaia di vite. Ma senza la libera e vitale circolazione delle informazioni – insegnamenti appresi da altri paesi, avvertimenti dei medici, perizie degli scienziati, comunicazioni di orientamento al pubblico – non siamo nemmeno in grado di lottare.

La presenza di media liberi e vitali è più importante che mai. Eppure, uno degli effetti catastrofici di questa crisi è che sta spianando la strada alla repressione della libertà di stampa in tutto il mondo. Sembra che stia emergendo uno schema pericoloso: alcuni governi approfittano sempre più della pandemia per adottare misure di severità via via crescente, che impongono limitazioni alla copertura giornalistica. A breve termine tali misure sono estremamente dannose. Ma le conseguenze a lungo termine della soppressione del giornalismo indipendente potrebbero erodere in modo significativo le libertà civili.

Perché si sta verificando tutto ciò? Esistono tre ragioni principali alla base della limitazione della libertà di stampa diretta dallo stato. La prima: alcuni governi, mossi dalla disperazione, stanno intervenendo soprattutto per contrastare la rapida diffusione di informazioni fuorvianti, alimentata dall’elevata fiducia riposta nei social media e da una maggior sete di notizie. Ma le misure adottate da questi paesi – persino da nazioni democratiche che finora hanno sostenuto la prosperità e la diversità dei media – non conoscono precedenti. Solo un mese fa, il governo del Sudafrica ha varato una nuova legge che criminalizza la disinformazione sul Covid-19, sanzionandola con pene detentive. Questa mossa ha destato la preoccupazione delle organizzazioni mondiali di difesa della libertà di stampa, tra cui il Committee to Protect Journalists, che fa notare che, per contrastare la minaccia della disinformazione, il governo dovrebbe concentrarsi esso stesso sulla comunicazione di informazioni affidabili, invece di aprire la strada alla censura della stampa.

Nel Regno Unito, la forte reazione del governo a determinate coperture mediatiche che criticavano la sua gestione della crisi, ha indotto Richard Horton, direttore della rivista medica The Lancet ad accusare il governo di «riscrivere deliberatamente la storia, con la sua continua campagna di disinformazione sul Covid-19». Nel frattempo, il primo ministro Narendra Modi ha presentato una serie di richieste che incoraggiano le principali agenzie di stampa indiane a pubblicare «storie positive e ispiratrici» sulla risposta del governo alla pandemia, citando la necessità di respingere le «dicerie» e la «negatività».

La seconda ragione per limitare la libertà di stampa è quella di sopprimere attivamente le notizie che potrebbero far sollevare critiche alle politiche e alla leadership in risposta alla crisi. Il Presidente Trump ha attirato le critiche delle organizzazioni per la libertà di stampa dopo aver biasimato apertamente i giornalisti che pongono domande sulla sua gestione della crisi durante le conferenze stampa. In Serbia è stato segnalato che alcuni giornalisti sono stati arrestati per avere pubblicato servizi sulle carenze di attrezzature mediche, mentre in Slovenia e nella Repubblica Ceca ai giornalisti viene impedito di partecipare alle conferenze stampa. Nel frattempo, a marzo l’Egitto ha espulso Ruth Michaelson del Guardian a causa del suo articolo sullo studio di un team di specialisti di malattie infettive che metteva in dubbio il numero ufficiale di casi di coronavirus nel paese. Analogamente, ad aprile l’Iran ha revocato la licenza dell’agenzia di stampa Reuters per aver segnalato una discrepanza tra le cifre ufficiali e quelle effettive del coronavirus. La sospensione è stata in seguito revocata.

Infine, nei paesi in cui la libertà di stampa si trova già sotto attacco, l’intervento di controllo delle informazioni per il «bene pubblico» viene attualmente sfruttato per acquisire maggior potere politico. Solo tre settimane fa, il parlamento ungherese ha varato una legge che autorizza il Primo Ministro Viktor Orbán a governare per decreto, assegnandogli poteri d’emergenza senza precedenti, apparentemente fino al termine della pandemia. Chiunque diffonde «informazioni false» rischia una condanna a cinque anni di reclusione. Le misure hanno attirato le dure critiche della Commissione in data europea, e tredici Stati membri dell’UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che esprime grave preoccupazione in merito al potenziale impatto sui diritti e sulle libertà fondamentali.

Lo stato di emergenza recentemente dichiarato dalla Giordania attribuisce al Primo Ministro Omar Razzaz il potere di «monitorare il contenuto di giornali, annunci e di ogni altro metodo di comunicazione prima della pubblicazione, e di censurare e chiudere qualsiasi agenzia senza
giustificazione», oltre che di imporre numerose altre limitazioni ai diritti fondamentali. La violazione della legge può essere sanzionata anche con pene detentive.

La Cina intanto insiste che grazie alle sue misure autoritarie – tra cui la revoca dei visti di un ampio numero di giornalisti internazionali – è riuscita a controllare il virus. Questa tesi è difficile da contestare in mancanza di notizie da parte della stampa libera. (La giornalista freelance Li Zehua, una delle prime a coprire la pandemia, è scomparsa).

Dagli arresti in Venezuela e Turchia al decreto di emergenza della Romania che consente alle autorità di chiudere siti web ed eliminare i contenuti considerati «fake news», fino alla Russia, dove nuove leggi vengono utilizzate per censurare i servizi sulla pandemia: la legge viene trasformata in un’arma contro la libertà di stampa, e i giornalisti vengono azzittiti. Se ignorate, le conseguenze reali e devastanti per il libero accesso alle informazioni saranno durature e catastrofiche.

Thomson Reuters Foundation utilizza il potere del giornalismo insieme a quello della legge per difendere e promuovere la libertà di stampa, il vero fondamento della democrazia. La nostra risposta più immediata alla pandemia comprende la collaborazione con organizzazioni partner – tra cui il World Economic Forum, il Global Fund, Google e l’OCSE – al fine di valutare le capacità giornalistiche nei paesi su cui incombe la pandemia. Il Covid-19 ha fatto molte vittime. Ma non possiamo permettere che tra le vittime della pandemia ci sia anche la libertà di stampa.

*Ceo della Thomson Reuters Foundation

domenica 9 ottobre 2016

Parma: emergenza legionella

Di Fogliazza 2/10/16



di Fogliazza - 7/10/16

E' emergenza legionella a Parma dove, nel quartiere Montebello, importante area a sud della città, sono stati registrati negli ultimi giorni 38 casi, 2 decessi.

A chi rivolgersi se compaiono i sintomi - I sintomi più frequenti della legionellosi o Malattia dei Legionari sono: polmonite, febbre, raffreddore, tosse, mal di testa, dolori muscolari, astenia (stanchezza), perdita d'appetito, occasionalmente diarrea e disturbi renali. In questi casi è bene rivolgersi con fiducia al medico di famiglia. 

Numero verde ed e-mail dedicata - Per chiedere informazioni sulle precauzioni da tenere contro la diffusione della malattia e per avere informazioni sull’accesso ai servizi sanitari, i cittadini possono chiamare il numero verde del Servizio Sanitario Regionale 800.033.033 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 17.30 e il sabato dalle 8.30 alle 13.30 oppure scrivere all’indirizzo e-mail infolegionella@ausl.pr.it. Non verranno fornite indicazioni terapeutiche o di cura, per queste, il riferimento rimane il medico di famiglia. Per aggiornamenti è possibile consultare il sito www.ausl.pr.it e la pagina Facebook @auslparma.

La legionellosi: cos’è e come si contrae l’infezione - E’ un’infezione, causata da un batterio chiamato legionella, che colpisce l’apparato respiratorio e può manifestarsi in forme anche gravi. La legionella è un microrganismo molto diffuso in natura, dove è associato principalmente alla presenza di acqua (laghi e fiumi, sorgenti termali, ambienti umidi in genere). Da qui, la legionella può “colonizzare” gli ambienti idrici artificiali, come le reti di distribuzione dell’acqua potabile nelle città, impianti idrici dei singoli edifici, impianti di umidificazione, piscine, fontane, e così via. Il batterio della legionella si trasmette solo per inalazione (aerosol) di acqua contaminata, non si trasmette bevendo acqua infetta, non   si trasmette da persona a persona.

La legionella si moltiplica in ambienti acquatici tra i 25 e i 42 gradi. Al di sotto dei 20 gradi la legionella non cresce e pertanto non è pericolosa. Di norma, l’acqua fredda dei rubinetti di abitazioni, scuole, ospedali, alberghi, ecc. esce ad una temperatura inferiore ai 20 gradi.

Come si previene la diffusione - E’ necessario: far scorrere l’acqua (sia calda che fredda) per qualche minuto prima dell’uso, mantenendosi distanti; rimuovere e pulire in modo accurato (con utilizzo di prodotto anticalcare) i frangi–getto (filtrino del rubinetto) e cipolle delle docce. In caso di doccia “a telefono”, non riporla, ma lasciarla pendente, in modo da evitare ristagni d’acqua; non utilizzare le vasche idromassaggio se non viene applicato un corretto sistema di manutenzione. 

L’acqua del rubinetto può essere utilizzata per lavarsi, per preparare e lavare i cibi, per lavare gli indumenti, le stoviglie e le superfici della casa, purchè si seguano le indicazioni sopraindicate. Non ci sono pericoli nell’utilizzo di elettrodomestici che scaldano l’acqua come ad es. lavastoviglie, lavatrice, ferro a vapore, macchina del caffè, caffettiera, ecc. Per gli apparecchi di aerosolterapia, umidificatori e nebulizzatori si devono utilizzare esclusivamente soluzioni fisiologiche sterili. Si ribadisce che l’acqua del rubinetto può essere bevuta tranquillamente.
(fonte )



ULTIMA ORA:

Legionella a Parma: trovato batterio in torre evaporazione

"I primi risultati preliminari, ma non definitivi, dei campionamenti alle torri di evaporazione avviati in «un insediamento (centro contabile Intesa Sanpaolo) indicano la presenza del batterio legionella. Questi esiti potranno o meno essere confermati dai risultati definitivi degli accertamenti di laboratorio nell’arco dei prossimi giorni". Lo riferisce l'Ufficio stampa dell'Ausl di Parma in cui si ricorda che «le indagini ambientali in corso per individuare le cause della diffusione di legionella a Parma hanno interessato anche le torri di evaporazione di alcuni grandi insediamenti, sia nella zona Montebello che in altri quartieri della città».

martedì 22 marzo 2016

Fuga di fegati… di Nadia Redoglia

Donor
BY SCHOT, DE VOLKSKRANT, NETHERLANDS
Fuga di fegati…

di Nadia Redoglia

Presa Diretta ha trasmesso fatti (e misfatti) che ruotano attorno a migliaia di vittime italiane (milioni a livello planetario) contagiate da epatite C (HCV). Il pezzo realizza assunti inquietanti, primo fra i quali: chi è ricco può curarsi, chi non lo è può morire.
Limitiamoci a casa nostra.
Attorno agli  anni 80  la sanità pubblica trasfuse migliaia di sacche sangue ed emocomponenti  infetti da HCV. Chi ha potuto dimostrare che prima della trasfusione era sano è in fila per ottenere dallo Stato il risarcimento danni. Tutti gli altri, insieme con coloro che hanno contratto il virus per altre vie (odontoiatria, siringhe infette ecc.), patiscono in proprio le conseguenze di virus potenzialmente mortale e irreversibile almeno fino qualche anno fa, epoca in  cui è stata scoperta la rivoluzionaria terapia che lo annienta, o meglio, che blocca la sua opera devastatrice.  La casa farmaceutica scopritrice fu fagocitata da chi (a offerta per rilancio) propose oltre 11miliardi di dollari (!) per metterla sul mercato. Da lì conseguì la commercializzazione monopolizzata. La nostra Aifa nel 2014 l’acquistò spuntando un certo prezzo (seppur a quanto pare inferiore di circa la metà degli 84mila $ in Usa).  Prezzo che per l’Italia risulta a tutt’oggi ancora stratosferico e dunque non spendibile per tutti i malati e infatti ci dicono che i soldi non bastano per tutti.  Da qui una sorta d’ambarabacicciccoccò SSN  “orientata istituzionalmente” a “scegliere” i pazienti cui somministrare il farmaco salvifico. E’ ciò che accade pressappoco dal 2014 a oggi in tutta Italia. La cantilena terapeutica tra medico e paziente tende a orientarsi in via temporale più o meno in queste fasi: 1)“lei al momento non è così grave dunque non rientra nella somministrazione, rivedremo alla prossima visita”. Passa un semestre. 2) “qui è il caso di fare altri esami  poi vedremo” . Altro semestre e si chiude l’anno. Nell’anno successivo i nuovi esami invitano il medico a rilevare che “be’ quel valore è significativo, importante quanto a parametro, sì, a ben vedere lei  può essere inserito nel protocollo”. Quell’anno trascorre a vuoto,  per lo più interamente con domanda del paziente sul tipo “quando iniziamo dunque?” Ed è qui che scattano  risposte evasive, ma esplicite, del tipo “al momento non ci sono soldi, si tranquillizzi appena ci saranno lei sarà tra i primi della lista”. Ed è qui che s’instaura il ventaglio dei pazienti:  va da coloro che, potendo pagare in proprio l’ottenimento del farmaco, possono rivolgersi ad altri paesi//continenti  a coloro che, per indigenza o ignoranza, sono costretti a bloccarsi sull’assistenza italiana. Tra i primi c’è anche chi s’è rivolto all’India . Con massimo un terzo del costo italiano (voli, soggiorno, visite private e terapia compresi) ottiene il tutto. L’India, infatti, a differenza di tutto il resto del pianeta, non solo si è attivata per operare in proprio quanto a brevetti, ma sta lavorando -con ottimi risultati- per ottenere, in virtù di ciò che sancisce la Carta Universale, il diritto alla salute spettante a tutti i popoli. Di fatto l’antidoto all’ HCV èda paragonarsi alla penicillina e a tutti gli storici vaccini salvavita ormai ottenibili con pochi spiccioli (morbillo/vaiolo/polio ecc.). L’India in tal senso ha lavorato  anche sull’Aids.
Ebbene, ai pazienti italiani affetti da HCV (teniamo anche ben presente le fonti di contagio!) che, rivolgendosi ai loro distretti sanitari, sono pressoché trattati come sopra, mi permetto di consigliare: chiedete per iscritto ciò che dichiarano i vostri medici. Delle due l’una: o non siete al momento necessari di quella terapia oppure ne avete bisogno, ma il SSN non ha soldi per pagarvela. Nel primo caso ne risponderà, quanto scienza e coscienza, il medico. Nel secondo ne risponderà lo Stato che vi sta impedendo di far valere il sacrosanto diritto  sancito non solo dalla Carta Universale, ma anche dal costituzionale italiano art. 32: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Il nostro governo fa l’indiano? No. In questo caso fa l’opposto. Invece d’attivarsi insieme con la “sua” Aifa a lavorare come sta facendo l’India, sottosta al pizzo del monopolio statunitense divenendo così, automaticamente, detentore del potere di vita e di morte…

19 marzo 2016







More time for medicine    Alex Falcó Chang
If the world spent more time finding medicines to cure major diseases would be better than spending time searching for new weapons to cause more deaths.
20 Feb 2015

giovedì 20 marzo 2014

Il Lucentis: ciechi per colpa dello Stato


LOS FÁRMACOS QUE NO CURAN
Boligan


Il Lucentis: ciechi per colpa dello Stato

Crediamo di saper tutto, sullo scandalo dei farmaci contro la cecità, ma sappiamo ancora molto poco. Anche noi che l’abbiamo raccontato o commentato. Chi scrive questo articolo ne ha già parlato più volte alle radio e sui giornali, ma ogni giorno vengono fuori nuove informazioni, e dobbiamo porci nuove domande su come funziona la nostra Sanità e quale compito si dà la scienza farmaceutica verso gli uomini per il cui bene dovrebbe lavorare.
Adesso siamo arrivati alla fase delle testimonianze da parte delle vittime e delle reazioni da parte degli accusati. Tutto parte, come sapete, dalla maximulta di 160 milioni di euro, che l’Antitrust italiano ha inflitto a due grandi aziende farmaceutiche, produttrici di due farmaci contro la cecità. Uno costosissimo e l’altro economico. L’accusa sostiene che i due farmaci hanno la stessa efficacia, ma che le due aziende si son messe d’accordo per sabotare la vendita del più economico. E come? Impedendo che fosse registrato dal Minisitero tra i farmaci utili contro la cecità. E perché? La ditta che produce questo farmaco aveva interesse a far vendere l’altro, perché i suoi azionisti sono azionisti anche dell’altra. Questo dice di aver scoperto l’Antitrust, intercettando le email fra i dirigenti delle due ditte. Questo abbiamo scritto tutti, finora. Purtroppo non siamo stati smentiti. Lo speravamo. Ma non è accaduto, almeno finora. Adesso alcune farmacie protestano: “Siate più chiari, non parlate di “vendita”, noi non vendiamo quei farmaci, si trovano soltanto negli ospedali”. È vero. Le farmacie non c’entrano, c’entrano gli ospedali. Ma questo rende lo scandalo ancora più grave. Perché noi siamo abituati a pensare i medici come missionari, e gli ospedali come chiese. Pensiamo che l’ospedale che prende in cura un malato si pone come primo e unico obiettivo quello di guarirlo dalla malattia, non di depredarlo. E invece le testimonianze che vengono fuori ogni giorno, delle vittime e dei loro parenti, parlano proprio (finché non saranno smentite), di ricerca ostinata del guadagno sacrificando quel bene preziossimo che è la vista.
di Boligan

La moglie di un uomo che stava diventando cieco lo faceva curare col farmaco economico, con buoni risultati: l’uomo ci vedeva sempre di più. Poi scattò il veto: il farmaco economico fu proibito nell’ospedale, perché il Ministero non lo riconosceva, bisognava passare al farmaco costoso, che però era troppo costoso, e perciò la Regione non lo pagava né ai vecchi né ai bambini. Insomma, selezionava i pazienti. La signora scrive al Ministero. Nessuna risposta. Scrive all’organo di controllo dei farmaci. Nessuna risposta. Conclusione: il marito ha perso la vista. Gli è nata una nipotina, ma non la vede.
La signora usa un linguaggio “infamante” per uno Stato, ma non credo che possa essere incriminata. Dice: “In migliaia sono diventati invalidi al 100 % per colpa dello Stato”. Ora, ragioniamo: lo Stato siamo tutti. Siamo tutti colpevoli per quelle migliaia di ciechi totali? Vorrei che la signora avesse detto che quei malati, migliaia, che potevano essere guariti e invece son diventati invalidi totali, stanno sulla coscienza di coloro che han brigato e ottenuto che il farmaco economico fosse bloccato. Ma ci sono state diverse segnalazioni al Ministero, da parte di malati agli occhi e di oculisti, che informavano che il farmaco economico funzionava bene nei paesi dov’era usato, in America ha un grande successo, e dunque era saggio accettarlo in Italia. E qui c’è un altro problema: da noi, in Italia, tra cittadino e Stato non c’è contatto. Se il cittadino chiede, lo Stato ritiene suo diritto non rispondere. Ditemi voi se questa è democrazia. Anche l’Antitrust è Stato, e dunque una parte dello Stato ha scoperto e punito una porcheria commessa da un’altra parte dello Stato. Ma acciecare migliaia di uomini è una colpa che si espia pagando in euro? E sia pure milioni di euro? È tutta qui, la sanzione?
 Ferdinando Camon (Quotidiani locali del Gruppo "Espresso-Repubblica" 11 marzo 2014)
by Gianfranco Uber


----------------------------------------------------------------------------------

Delibera dell’Autorità del 27 febbraio: Roche e Novartis hanno posto in essere intesa restrittiva della concorrenza, contraria al diritto antitrust comunitario

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato comunica oggi, 5 marzo, attraverso una nota diffusa alla stampa, che nella riunione dello scorso 27 febbraio 2014 ha deliberato che i gruppi Roche e Novartis hanno posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza, contraria al diritto antitrust comunitario, nel mercato dei farmaci per la cura di gravi patologie vascolari della vista, sanzionando i due gruppi con oltre 180 milioni di euro (leggi il testo integrale del provvedimento).

Tra le malattie interessate dall’istruttoria spicca la degenerazione maculare senile, prima causa di cecità nei paesi industrializzati e di cui solo in Italia sono a rischio un milione di persone. Secondo l’Antitrust l’intesa ha avuto quale possibile conseguenza una maggior difficoltà nelle possibilità di cura per molti pazienti e un aumento della spesa a carico del Servizio Sanitario Nazionale stimata in 45 milioni di euro nel 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno. Sia Novartis che Roche hanno respinto l'accusa sulla quale si fonda il provvedimento dell'Antitrust e hanno annunciato ricorso al Tar.

L’istruttoria è stata avviata nel febbraio 2013, dopo le segnalazioni ricevute da Aiudapds, un’associazione di cliniche private, e da SOI, Società Oftalmologica Italiana: al procedimento hanno chiesto e ottenuto di partecipare anche la Regione Emilia-Romagna e l’associazione di consumatori Altroconsumo.

Dalla documentazione acquisita – spiega ancora l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – è emerso che le capogruppo Roche e Novartis, anche attraverso le filiali italiane, hanno concertato sin dal 2011 una differenziazione artificiosa dei farmaci Avastin e Lucentis, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari.

Avastin è un prodotto che è stato registrato per la cura del cancro, ma dalla metà degli anni Duemila è stato utilizzato in tutto il mondo anche per la cura di patologie vascolari oculari molto diffuse; Lucentis è un farmaco basato su una molecola in tutto simile a quella di Avastin, ma è stato appositamente registrato (da Genentech negli USA e da Novartis nel resto del mondo) per le patologie della vista, fino a quel momento curate con Avastin. La differenza di costo per iniezione è significativa:  Avastin ha un costo pari al massimo a 81 euro, mentre il costo di Lucentis risulta attualmente pari a circa 900 euro (in precedenza, peraltro, il costo superava i 1.700 euro).

A fronte del rischio che le applicazioni oftalmiche di Avastin, vendute a un prezzo molto meno alto, ostacolassero lo sviluppo commerciale del ben più caro Lucentis, Roche e Novartis avrebbero quindi, secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, “posto in essere una complessa strategia collusiva, volta a ingenerare tra i medici curanti e più in generale il pubblico timori sulla sicurezza del primo. Tali attività sono proseguite e sono state anzi intensificate quando da una serie sempre maggiore di studi comparativi indipendenti, e pertanto non controllabili dalle imprese, è definitivamente emersa l’equivalenza dei due farmaci”.

L’Antitrust propone poi una spiegazione economica delle condotte delle due società: riferibile ai “rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech – che ha sviluppato entrambi i farmaci – ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis. Quest’ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%”.

Non è stata invece ritenuta responsabile dell’illecito la controllata di Roche, la società californiana Genentech.

In considerazione della particolare gravità dell’illecito, l’Autorità ha comminato al gruppo Novartis una sanzione di  92 milioni di euro e al gruppo Roche una sanzione di 90,5 milioni di euro, per un totale di oltre 180 milioni di euro.(fonte)


CUENTA OSPITALARIA
by Boligan

------------------------------------------------------------------------------------
Link

Il profitto mette a rischio la sicurezza dei malati

sabato 14 dicembre 2013

Ho un cane nero, il suo nome è depressione



Ho  un cane nero, il suo nome è depressione
I had a black dog, his name was depression




At its worst, depression can be a frightening, debilitating condition. Millions of people around the world live with depression. Many of these individuals and their families are afraid to talk about their struggles, and don't know where to turn for help. However, depression is largely preventable and treatable. Recognizing depression and seeking help is the first and most critical towards recovery.

This video was produced by the World Health Organization to mark World Mental Health Day 2012, writer and illustrator Matthew Johnstone tells the story of overcoming the "black dog of depression".

For more information on World Mental Health Day and the work of the World Health Organization in this area, please visit:
 http://www.who.int/mental_health/en/


Matthew Johnstone, artista australiano, ha disegnato per l'organizzazione mondiale della sanità (WHO) questo bel video contro la depressione nel 2012. Milioni di persone in tutto il mondo soffrono di depressione
La depressione può essere una spaventosa condizione debilitante. Molti di questi individui e le loro famiglie hanno paura di parlare delle loro lotte, e non sanno a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Tuttavia, la depressione è in gran parte prevenibile e curabile.

Riconoscere la depressione e cercare aiuto è il primo passo ed il più critico verso la ripresa.

Per ulteriori informazioni sulla Giornata mondiale della salute mentale e il lavoro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità in questa zona, si prega di visitare il sito:
 http://www.who.int/mental_health/en/




Avevo un Cane Nero. Il Suo Nome era Depressione

domenica 11 dicembre 2011

Note di Portos - 4 dicembre 2011

    Note di Portos - 4 dicembre 2011

caricature e non solo... di Franco Portinari
 appendice alla settimana in vignette: 28 novembre - 4 dicembre 2011



https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0OoPE5Gbbb1_DGLUMrB8HPP-L0CN7CW9EZVkXKa8dPUfWB9I0YR13xpJrwtNvy8wiCyjzyBAgwpVkNOEfRbmI9xArPjY35yy1j9IrauWzBuWRUZYPWENsZDZs-W5loI6YGhfLQJvzqY4/s640/Nicoli.jpg

Tangenti e Traffico di rifiuti, arrestato Nicoli Cristiani, 68anni, Vicepresidente del Consiglio Regionale Lombardo
Alta DIScarica della Regione
Etichette: amianto, discarica, Nicoli Cristiani, rifiuti, tangenti, Vice Presidente Regione Lombardia

Altre vignette della settimana di Portos:
  E' realmente accaduto!!!

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh19kRfff1EX-VTZix5gAZfz7sFnOvr2gJkoABoxdLQWenT5cMN_QU01S9jW-VzYEBmvbrEj_oohsMDm1OuP3EjOLrtl-dJwKQv4YfYjsKwGVSFtxe_lLZI2liKkqQiN8Yu65JIAko4yuQk/s600/Don+Verze%25CC%2580+.jpg


Don Verzè: sul San Raffaele la responsabilità è tutta mia
-"Ho pensato di fare come Gesù Cristo che, dopo aver guarito tanti ammalati e dopo averci donato una dottrina salvatrice, fu arrestato, calunniato e condannato alla croce: non si è  difeso"
_ Ehilà, non confondiamo i ruoli, OK?

Etichette: crack, Don Verzè, San Raffaele

     I RealitiSCIO                                                                             

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEibNWSvNp9cHAW1U_2NoFxb4uk8uQ2Em0w8hv1moRo4yIf5LrjvkOU39amBGkAEBfeQLOlzlo583f16FSen3cQuXu9iWogBEi0_R0T5Hdhr5IFLumd1CHea7amv65GH6BzXgjOaoDPrFEcP/s500/Riina.jpg
- La figlia di Riina eletta nel consiglio scolastico. Quale segnale per la società?
- Che per interrogare lì ci vorrà la Dia

Etichette: CONSIGLIO SCOLASTICO, dialetto, RIINA

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtzc0_yQNigpmCh0Si1OiTsUYxfs4MEvzDw856cYMwt_zWaVdqFsF42VF9zypdtjT_jdfyvCNoTsi1fFbmvoIVKFXtV8oV3l7OT2ekZP34jR-gVWCtf_QgSMXE8rB_vPnOLhiBYxhLpnt_/s640/Minzolini.jpg
- Crollo TG1 Minzolini rimane, il giorno dopo, più 5 punti di share...
- Tranquilla saranno i fans del "Chi l'ha visto"

Etichette: "chi l'ha visto?", Minzolini, Tg1
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfamCcU8zbEoh8WuFqhyphenhypheni0s3MsrK0YqkrePCPye8HuvfpKda0S29WdBSQVqFMt6ev8G8C0Iqz_I-OPr5C_MoxNmjyYvy28BHTVF7VPSI_QnIYQ_iBuANxSiLtqmpEOT825dTEVmmMqQtXi/s500/Presidenza+.jpg
- La Parabola di Berlusconi: 'dalla Presidenza del Consiglio a quella del Milan'
- Se poi va anche in panchina è fatta
Etichette: berlusconi, panchina, Presidenza del Consiglio, Presidenza del Milan

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxbn7yqS5LROtM7wyH9frNYqXIS6dzYtp-pYmeqFhdl7E5PD8-BpMbWzqcY-SVcojxgCw5ffn6Y60aImLXSE-N3M6kmnvMQ8KrYjrUxG2QgB7SBBUseoUUAH56M49BWLBxj-5Gf3JVjxa4/s500/Novi.jpg


- Erika è fuori e trascorrerà il Natale con il padre, unico sopravvisuto alla strage di Novi Ligure
- Chi l'ha liberata, Dario Argento?

Etichette: Erika, Natale, Novi Ligure

     Da 'Il Ruvido' del 3 dicembre*************************

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjC7bA2sBHTplNd1bJoqZrWFNa_z-mxRU6GQmqsZQnSv5WA4FV9lcM762XpL9KZkH3epU3eKy9BsrF35VxlUtkA6pqRiXk8OOfVLqqn3HUHNCKH70OiISf5hxeq2gLgVZudU6mLc0P3nlYp/s500/Parola+magica+color.jpg 
Digit PASSWORD
(le nuove parole magiche di Marco Presta)

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsmkMP_QD3GjjXuI0BFqZBn8VViLK1hvW0FXtO1xNo4wkIksEk5KmWyaa_k1pAX3HKE_3zAC2MCGpVKfBHAfZm89b7FtsnABblrbQzEYZgVLnvLbEkRdF1CbvYaZwRJau05zWb5UxfekIm/s640/that%2527s+life+27.jpg

Il Naufrago

ULTIMA ORA  *********************************

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBrO_FQCU6G5jvzlMtr489TvSMELRPdionW8z2IrFWZnbFRAr9NQOqV9XGVCzXL_7Z68T4vO81NH3H0k3dnR13ODICzZzZKq8Ohi_hl8DyYAFj7LQH4124IF7G2IOyz1Akc-uA7n1UbPxR/s500/Padania.jpg
Conti in rosso. In crisi il quotidiano della LEGA
- Viene fuori che la Padania non la leggeva nessuno
- Lo sanno tutti che la Lega è più famosa per le figure

Etichette: Lega Nord, Padania

by PORTOS Comic strip