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mercoledì 20 febbraio 2013

L'autogol di Giannino

"Uno schiaffo che lascia il segno", "un pugno allo stomaco", "un autogol alla Niccolai". Ma in ogni caso "solo un equivoco", e la "colpa" che Oscar Giannino si riconosce nella vicenda del master alla Booth University di Chicago (inserito tra i tioli del giornalista in alcuni curricula circolati sul Web ma non conseguito) è unicamente quella di "non essermi accorto che sul Web da diversi anni c'era un dibattito su questo".
"L'ego smisuratino di Oscar Giannino"
Marco Careddu

L'opinione sulla "bugia di Oscar" di un divertito e  forse comprensivo Gramellini:

19/02/2013
Fare per fermare il Giannino
massimo gramellini
Scrivere per criticare Giannino essere troppo facile. Uno che fondare un partito che parlare come la Mamie di «Via col vento» («Fare per fermare il declino») avere bisogno di tanto affetto e comprensione. Perciò io non capire perché, a una settimana dal voto, l’economista Luigi Zingales fare cagnara per fermare il Giannino, dopo avere scoperto che lui millantare un master di economia all’università di Chicago.
Giannino avere fatto l’incauta affermazione in tv, non per truffare il destino ma per titillare il suo ego smisuratino: nelle immagini essere possibile vedere come lui abbassare la voce e storcere gli occhi e la bocca mentre pronunciare le parole «master all’università di Chicago». In realtà Giannino essere andato a Chicago in vacanza per imparare rudimenti della lingua inglese: to make to stop the decline. (In inglese non usare il doppio infinito, ma questo imparare solo nel secondo master).
Come milioni di altri italiani davanti alla moglie o a Equitalia, Giannino non inventare completamente la realtà: solo un po’ migliorare. Per lui il master di Chicago essere come fiore all’occhiello delle sue giacche color formigoni: un apostrofo rosa fra le parole «me amare». Certo, in Germania due ministri essersi dimessi per laurea taroccata. Ma io dire: con tutti i guai e i cialtroni che noi avere, essere questo il problema? Bugie assomigliare a omeopatia: in piccole dosi aiutare a difendersi dalle grandi. Ieri il primo a dare del bugiardo a Giannino essere stato uno che per fermare il proprio declino avere fatto votare dal Parlamento che Ruby essere la nipote di Mubarak.

Oscar
Gianni Soria



La Lettera di dimissioni denuncia di Luigi Zingales:

Mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino

E’ con una disperazione profonda che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico, perché ho trascinato molte persone in questo movimento e mi sento in dovere di spiegare loro le ragioni della mia scelta. Io credo nella trasparenza, anche in queste scelte.

Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l’enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. Finora, con tutte le difficoltà e tutti gli errori di un movimento nato in fretta, Fare aveva realizzato un piccolo miracolo, selezionando per lo più liste di persone brave e pulite. Grazie alla difficoltà della battaglia solitaria, gli arrivisti si erano concentrati principalmente altrove.

Ma scegliere persone brave non basta. Per cambiare l’Italia c’è bisogno anche di rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi.

I fatti sono i seguenti. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università
(http://tinyurl.com/bksptrf) anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?Codice=0000002280&level1=2165&nome=Oscar+Giannino ) riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio.

In un’Italia in cui ogni giorno un amministratore delegato o un politico finiscono in galera per corruzione, una bugia in televisione può sembrare un errore veniale. Per me non lo è: rompe il rapporto fiduciario tra cittadini e rappresentanti politici. Gli italiani sono alla disperata ricerca di leader politici di cui potersi fidare. Ma come possono fidarsi di un candidato leader che mente sulle proprie credenziali accademiche? In aggiunta, tollerare queste falsità mina alla base la credibilità di un movimento. Nessuna organizzazione e nessun partito possono essere completamente esenti dal rischio di disonestà e corruzione. L’unico modo per proteggersi è una politica di tolleranza zero che cominci fin dai vertici. In questo caso, purtroppo, Fare ha fallito.

Per fortuna Fare non è solo Oscar Giannino. Ci sono decine di migliaia di attivisti fantastici che stanno lavorando sodo per cambiare l’Italia. Il mio cuore è con loro. Fare rimane la proposta politica migliore in questo momento molto difficile. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso, come il meno peggio, non con la passione con cui finora avevo abbracciato questo progetto.

Mi auguro che dopo le elezioni Fare si trasformi, come promesso, in un partito democratico, in cui tutti, a cominciare dal leader, siano accountable delle loro azioni e ci sia tolleranza zero per certi atteggiamenti. Solo così Fare potrà evitare di degenerare nel solito marciume politico italiano. Anche la Lega e Forza Italia erano cominciate con grandi ideali: guardate come sono finite. Speriamo che a Fare non tocchi la stessa sorte.


Tiziano Riverso


La risposta di Oscar Giannino

Lettera aperta a tutti gli aderenti, simpatizzanti e potenziali elettori di Fare per fermare il declino
Pubblicato: Mar, 19/02/2013 - 17:45 • da: Oscar Giannino

Nella condizione di lesa credibilità nella quale mi sono da ieri venuto a trovare, ho ritenuto fin da ieri sera doveroso convocare il nostro unico organo politico, la Direzione. Mancano pochi giorni al voto, ormai prossimi a un grande successo. Ma tutto ciò che per il successo della nostra causa ho messo in discussione della mia vita privata e professionale, mi impone di anteporre la più piena coerenza del nostro movimento a qualunque difesa prioritaria di ciò che ho fatto sotto gli occhi di tutti in Italia per trent’anni, senza mai una sola volta spendere titoli o credenziali che non ho per candidarmi o ottenere cariche, incarichi, pubblicamente o privatamente retribuiti.

Ogni possibile equivoco in materia è un errore del quale mi sono assunto la piena responsabilità, e intendo ancora scusarmi con ciascuno di voi.

Per questo il nostro unico organo politico, la Direzione, domani esaminerà e deciderà in piena libertà tutto ciò che è necessario, vista la condizione nella quale ci troviamo, per rendere forza raddoppiata al nostro sforzo finale. Quando dico “tutto il necessario”, come ho già detto alla stampa, è compresa naturalmente sia la mia disponibilità a continuare a svolgere fino in fondo la funzione attribuitami di Presidente e candidato, quanto, all’opposto, a rinunciare a tutto e al seggio se eletto. Nelle prossime ore, chiedo ai fattivi di esprimere ai membri di direzione come la pensate in materia.

Quanto abbiamo fatto in poche settimane nell’intera Italia non ha precedenti nella storia della politica. E deve andare al successo fin da questa prima tornata elettorale. E’ e resta a nostra portata di mano. Tutti a spingere per il quorum!

Oscar Giannino

Tiziano Riverso


Chicago Boys
Krancic

Bruno Bozzetto per Fare - per Fermare il Declino:



  L’AMACA
MICHELE SERRA
________________________________________
È proprio vero che ci sono due Italie; e non è la classica discriminante ideologica destra/sinistra a scavare il solco. Oscar Giannino, che non è certo di sinistra, è una persona etica: accusato di avere bluffato sui suoi titoli di studio, ha rimesso al proprio partito Fare (del quale è fondatore e leader) ogni decisione in merito a sue eventuali dimissioni. Così come è ovvio nelle democrazie europee, mentire è considerato grave; così grave da poter compromettere una carriera politica. Inevitabile pensare (e veniamo all’altra Italia) all’ininterrotto rosario di bugie che hanno segnato la storia di Berlusconi. Per lui le bugie sono state i gradini di una scala: lo hanno portato in alto. È stato sbugiardato infinite volte, su tutto, anche su ridicole millanterie circa suoi fantomatici studi alla Sorbona. Ma a chi lo affianca in politica, a chi lavora per lui, infine, ahimé, a chi lo vota, che B. sia un mentitore seriale non importa nulla. È l’altra Italia, quella delle cui scelte portiamo tutti il peso e l’imbarazzo. La stessa Italia, per fare un esempio infimo ma significativo, che l’altro giorno proponeva ai lettori di Libero il seguente “sondaggio” online: “Secondo voi Giannino si veste come un clown del circo?”. Loro se lo meritano, Berlusconi.
 (20/02/2013 fonte)

‎#Anagrammi - OSCAR GIANNINO = OSO' INGANNARCI


PORTOS / Franco Portinari


masterizzato
Nico Pillinini


Piscitelli


Oscar
Giannino. E la Lombardia, uhm. Ma è pur vero quello che scrive oggi Michele Serra.
Mauro Biani



Morte agli zingales
Krancic


Khamard


Autogol
Puglia


Dubbi
Tomas



Mannelli



la vera falsa storia del Avv. Prof. Dott Oscar Giannino http://t.co/EsyIoOUrtN @Marxisti


 Nota: ieri Giannino ha lasciato la guida del partito all'avvocato Silvia Enrico.

 "Dimissioni irrevocabili da presidente in Direzione - aveva 'twittato' Giannino mentre il vertice era ancora in corso -. I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a @Fare2013!"

L' opinione di un simpatizzante:
" Il titolo di studio non ha la benchè minima importanza, secondo me. Ci sono persone affidabilissime e oneste senza laurea ed emeriti ladri imbecilli plurititolati. Giannino è solo uno che non disdegna di apparire, oltre che essere. E' una debolezza che lo mette, oggi, in difficoltà."
http://www.fermareildeclino.it/


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Politiche 2013: Fare - per Fermare il declino


sabato 18 dicembre 2010

L'anagramma di Silvio

Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/

Il presidente del Consiglio non perde il vizio. Passata, con successo risicato, la prova della fiducia alla Camera (vedi com'è ridotta l'Italia), Silvio Berlusconi torna a 'stupire' l'opinione pubblica internazionale con i suoi proverbiali teatrini.

Ieri sera, in un incontro a Bruxelles con i giovani del Ppe, il premier ha scherzato col proprio nome, svelandone l'anagramma.

"La società anagrammatica italiana - ha raccontato il leader del Pdl, secondo quanto riferito da alcuni presenti - mi ha mandato l'anagramma del mio nome.
Volete sapere qual è?
E' "unico boss virile" ".


peccato che manchi una L
L'UNICO BOSS VIRILE ...  ecco così è corretto*

altri anagrammi

sono

Silvio Berlusconi = il burlesco inviso (fonte)

ed anche

V'in**lerò il Bossi.

ma di questi non so se ne andrebbe fiero

da Aenigmatica.it :

Pier Ferdinando Casini = Perdi se andrai con Fini
Bellissimo. Il primo autore è stato Il Nano Ligure nel 2001.

Polidori, Scilipoti e Siliquini = o, iniqui politici! Il "sì" per soldi!  (Matt)



Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/


Nota: l'aveva già raccontato vedi sotto

Unico boss virile e ripetitivo

ronf  ronf
Berlusconi non proprio virile
E’ curioso notare con quanta innocente pervicacia i leader politici si ripetono e si ripetono e si ripetono, come dischi rotti, ma ancora  più curioso è notare su quali argomenti.
Così ieri notte con sospetta sorpresa il presidente Berlusconi ha comunicato ai giovani del Ppe che una certa Società Anagrammatica aveva “scoperto” che l’anagramma del suo nome e cognome era: “l’unico boss virile”.
Ora, non si dirà che la facezia era appena comparsa tale e quale sulla prima pagine del Foglio; e che felice come un bambino il Cavaliere se l’è subito riciclata. No, la faccenda dell’unico boss virile è ormai abbastanza stagionatella, e al gentile pubblico non pagante fu già da Berlusconi somministrata nel giugno del 2009 al ricevimento di nozze dell’allora presidente veneto Galan. Quando, con la medesima finta meraviglia, il premier tirò fuori di tasca un bigliettino su cui era vergato il fatidico anagramma.
Non se ne valuta qui, ovviamente, la veridicità. Solo, si fa presente l’ipotesi che il premier se ne fosse dimenticato. “Quando si comincia a invecchiare – diceva Andreotti – succedono tre cose. La prima è che si scordano i nomi; la seconda è che ci si scorda di abbottonare la bottega dei pantaloni; e la terza non me la ricordo più”. (La Repubblica)

Karikaturen im Archiv
Klaus Stuttmann


“Unico boss”? Proprio qui lo volevamo...
Nadia Redoglia
Abbiamo gruppi di due/tre soggetti, finanche di uno solo. L’italica spudoratezza li chiama "misti". Una cospicua parte pare abbia realizzato che i pot pourri mal s'attagliano alla politica, perciò ha stabilito di polarizzarsi con lo scopo di unire le forze. Ci pare ragionevole. L'attualità, infatti, offre un presidente le cui prospettive per governare dipendono da tre acquisti in svendita e da un verdetto della Corte Costituzionale. Il suo obiettivo: comprare qualche altro pezzo che s'è ipotecato coscienza e dignità, indi passare a sfangarla con la Consulta. Se però questa lo giudicherà non impedito legittimamente, sarà tenuto a difendersi in tutti i processi pendenti sulla sua testa. Ma lui, uso a ottimizzare, per lo più sbeffeggiando, prosegue a compiacersi nel comunicarci che la società anagrammatica gli ha fornito l'anagramma del suo nome:"Unico boss virile". A parte l’incapacità nel riportarcelo (manca una “L”) è in ogni caso assunto interessante per chi, da sempre, sostiene che più che capo di governo, sembra un “boss". Perciò, giusto per stare negli anagrammi, rilanciamo: “(L’)unico boss? Riveli!”. Accusa il terzo polo di non avere prospettive. Stante ciò che lui intende per tali, speriamo proprio che ci prenda.(fonte)