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domenica 8 ottobre 2023

A Narges Mohammadi il NOBEL PER LA PACE 2023

 Narges Mohammadi (Zanjan, 21 aprile 1972) è un'attivista iraniana, vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani imprigionata dalle autorità iraniane dal maggio 2016. Il 6 ottobre 2023 è stata insignita del Premio Nobel per la pace "per la sua battaglia contro l'oppressione delle donne in Iran e per promuovere diritti umani e libertà per tutti".

Un Nobel da 154 frustrate e 31 anni di carcere  

Narges Mohammadi-Premio nobel pace 2023.

GIO / Mariagrazia Quaranta 


Ali, 17 ans, est le fils de Narges Mohammadi, Nobel de la paix. Il a appris la récompense décernée à sa mère ce matin, alors qu'il était en cours de physique-chimie. Il raconte à 

@Libe

 : «Sans que le prof me voit, je n’ai pas arrêté de rafraîchir la page sur mon portable. Quand la fin de la classe a sonné, j’ai foncé, quitté le lycée et suis rentré direct à la maison, j’avais besoin de célébrer avec mon père. On est très très fiers et très heureux, c’est assez fou. Ce prix est pour ma mère, mais pas seulement. Il est pour toutes les personnes qui se battent en Iran, pour toutes les prisonnières, pour les femmes aussi qui se battent contre le régime des talibans en Afghanistan.»




NOBEL PER LA PACE 2023

 Il Comitato norvegese per il Nobel ha assegnato il Nobel per la Pace del 2023 all’attivista iraniana Narges Mohammadi per «la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti».

Finalmente un Nobel per la Pace che troverà d'accordo tutti... o quasi.

Gianfranco Uber


Nobel Prize salutes the courage of Iranian women 
by Patrick Chappatte, Le Temps, Switzerland
https://politicalcartoons.com/cartoon/278918







let the sunshine in

#NargesMohammadi

Fabio Magnascutti



Woman Life Freedom

The Norwegian Nobel Committee has decided to award the 2023 
@NobelPrize
 to Narges Mohammadi for her fight against the oppression of women in Iran and her fight to promote human rights and freedom for all. 

#NobelPrize #مهسا_امینی #Mahsa_Amini
Gianluca Costantini

Narges Mohammadi awarded Nobel Peace Prize.
Roar Hagen - Norvegia


Nobel Prize for Narges Mohammadi 
by Rainer Hachfeld, Germany, PoliticalCartoons.com





Rahma Cartoons
8 October 2023
Narges Mohammadi
Nobel Peace Prize 2023 Narges Mohammadi Iran Feminismus Frauenrechte Womens Rights Jail Knast Gefaengnis Harm Bengen Cartoon Karikatur Iranian,, women,activist, Narges Mohammadi ,2023 Nobel Peace Prize Iran, Narges Mohammadi, Nobel Prize, fight against oppression of women
https://cartoonmovement.com/cartoon/narges-mohammadi

Narges Mohammadi, lauréate du Prix Nobel
Heng (Singapour)


Vu par… Mana Neyestani




‎هزار روز انتظار
‎به مناسبت هزارمین روز حبس نرگس محمدی،
It is totally outrageous that today this is Narges' 1000th day behind bars in Iran! And all for her peaceful support of human rights.
Shahrokh Heidari Sorjani




Ali, figlio di Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace: “Questo premio è per tutti i prigionieri, per le donne che combattono”

Alle 16, il liceale apprese la notizia mentre era in classe. Insieme a suo padre e alla sorella gemella Khiana, ritiene che questo premio implichi “una maggiore responsabilità” nel continuare la lotta per l’uguaglianza.

di Sonia Delesalle-Stolper

Ali ha 16 anni, è uno studente del primo anno in un liceo di Parigi. Questo venerdì mattina, poco prima delle 11, era a lezione di fisica e chimica. “Sapevo che in quel momento sarebbe arrivato l’annuncio del Premio Nobel per la Pace, quindi, con discrezione, senza che l’insegnante mi vedesse, ho continuato ad aggiornare la pagina sul mio portatile, ma è durato qualche minuto prima che comparisse il nome di mia madre!” dice al telefono a Libération. La sua voce è un po' affannata, il telefono non si è fermato dall'annuncio che il premio è stato assegnato a Narges Mohammadi. “Siamo molto, molto orgogliosi e molto felici, è davvero pazzesco”, aggiunge Ali, che è riuscito a rimanere calmo e in silenzio fino alla fine del suo corso.In effetti, avevo così paura di tradirmi che evitavo di stabilire un contatto visivo con i miei amici. Quando è suonata la fine della lezione sono corsa fuori, sono uscita da scuola e sono andata dritta a casa, dovevo festeggiare con mio padre”.

È metà pomeriggio e Ali confida ridacchiando: “Mia sorella gemella Khiana va ancora al liceo. Ci sono buone probabilità che non se ne sia ancora accorta, non è molto sui social network, avrà una bella sorpresa quando tornerà a casa. La sua voce si incrina un po' quando spiega che "non parla con nostra madre da due anni". Il regime non permette alle persone a lei più vicine, al marito Taghi Rahmani, anch'egli oppositore di lunga data, e ai loro due figli, Ali e Khiana, tutti rifugiati da otto anni in Francia, di parlare direttamente con Narges, incarcerato nel sinistro Il carcere di Evin, nel cuore di Teheran. “I contatti avvengono tramite le mie zie e i miei zii a Teheran, che a volte possono parlarle o vederla”.

Nella conversazione interviene poi il padre, Taghi Rahmani. “Il Premio Nobel per la Pace è un immenso prestigio, un immenso motivo di orgoglio, ma è anche una responsabilità aggiuntiva. Come lei stessa ha affermato nel messaggio che aveva preparato e dettato alla sorella, questo premio non fa altro che rafforzare la lotta, la determinazione di tutti noi, per ottenere tre cose in Iran: democrazia, libertà e uguaglianza." Né lui né suo figlio si aspettano che il rilascio di Narges venga accelerato dalla concessione di questo premio. "Al contrario, c'è indubbiamente il rischio di ripercussioni in carcere", giudica Ali. Ma “l’importante è che il cammino verso la libertà continui, che si intensifichi la lotta contro le discriminazioni etniche, di genere e sociali”,aggiunge suo padre.


Le reazioni dopo l'assegnazione del Premio Nobel per la Pace all'iraniana Narges Mohammadi: “È anche il riconoscimento della rivoluzione “Donne, Vita, Libertà””

Medio Oriente

6 ottobre 2023

Diverse ore dopo il premio Nobel, la sua famiglia in Francia non sapeva ancora come Narges avesse ricevuto la notizia tra le mura della sua prigione. «Nel complesso sta abbastanza bene, anche se da due anni è sottoposta a pesanti cure mediche e all'intervento a cuore aperto, che in carcere non è facile», spiega Taghi . Ma vorrebbe che menzionassimo altri due prigionieri politici che attualmente versano in pessime condizioni di salute, Nahid Taghavi e Mahvash Sabet”.

“Questo premio è per mia madre, ma non solo. È per tutte le persone che combattono in Iran, per tutti i prigionieri, anche per le donne che combattono contro il regime talebano in Afghanistan”, aggiunge Ali. Non ci sarà una vera e propria festa per festeggiare il premio. Sabato l'adolescente visiterà sicuramente l'associazione Seda, che in persiano significa “la voce” e che aiuta i rifugiati al loro arrivo. L’organizzazione è gestita da “una persona molto, molto cara al mio cuore, vederla sarà un modo per festeggiare questo premio”.

Il Premio Nobel verrà ufficialmente assegnato durante una cerimonia che si terrà a Oslo all'inizio di dicembre. Taghi, Ali e Khiana andranno lì insieme per rappresentare Narges. "A meno che, possiamo sempre sperare, non verrà rilasciata per allora e le sarà permesso di andare lì con noi."



lunedì 9 dicembre 2019

La banana di Maurizio Cattelan e le vignette


SCOTCH BANANE E OPERE D'ARTE
La banana appiccicata al muro di Cattelan sta ispirando mezzo mondo, la migliore performance per ora è di quell'artista che se l'è mangiata incurante del valore attribuito all'opera (120mila dollari) ma che probabilmente  aumenterà grazie alla maggiore pubblicità.
Obbiettivo un'altra volta raggiunto dall'artista padovano che ha capito da tempo  che più le proprie opere sono discutibili più raggiungono il vero obbiettivo di far discutere.
Gianfranco Uber


Ramón y sus dilemas artísticos.
Ramses


Banana Art, really??!!
The most expensive banana in history is 120 thousand dollars!!!?!.
https://demotix.com/this-is-the-most-expensive-banana-in-history/

Illustration by FadiToOn 019



Bananartists...    Amorim
.
10 Dec 2019


Fogliazza




Banana Art & René Magritte    Shahrokh Heidari
An artwork that sold last week for $120,000 and was hailed as “a symbol of global trade” has been eaten, in what might seem a fitting end for something that was an ever-ripening banana duct-taped to a wall.
The piece, titled Comedian, by Italian artist Maurizio Cattelan was on show at the international gallery Perrotin at Art Basel in Miami when New York performance artist David Datuna ate it, saying he was hungr
10 Dec 2019



IMPARA L'ARTE E BASTA
Banane attaccate al muro, sacchi di tela tagliati, scarabocchi su una tela.
La truffa è servita.
Ti inventi una scemenza, la pubblichi online,
la fai commentare da un "critico"
e sei un artista diplomato.
Un insulto a Michelangelo, Leonardo, Caravaggio
e tanta gente di talento,
cresciuta in una bottega imparando i segreti
della pittura e della scultura.
L'arte vera,
non quella dei cialtroni incapaci.
Roberto Mangosi


Pur non essendo appassionato di arte contemporanea, al Nostro non è certo sfuggita la banana di Cattelan presentata all’Art Basel di Miami e successivamente mangiata da un altro artista-performer.
E’ anche l’occasione per rimettere il suo amato-odiato Renzi al centro della scena: notate come questa volta la somiglianza con Mister Bean sia ancora più precisa. O forse il Maestro allude al Sordi di “Polvere di Stelle” che canta “Ma ’n do’ Hawaii, se la banana non ce l’hai”. Comunque sia, il concetto è quello della politica come performance artistica, più comica che altro; non è certo un caso che l’opera di Cattelan si intitolasse “Comedian”. [MenteCattelan]
By Capire Giannelli



COMEDIAN
La BANALITÀ del male di Salvini riguarda tutti noi.
Dall'opera di Cattelan le banane sono un simbolo del commercio globale e fonte di umorismo".
Durando


 "Ecco il mio salame con lo scotch per Parma 2020". Opera dell'artista e graphic designer parmigiano Luca Soncini: "Unite le due comunicazioni attuali più discusse ed otterrete la miglior creatività di Parma 2020. Questo è il mio omaggio e lo rivendico!", scrive su facebook.

"Posso dire che trovo quest'opera di Luca Soncini davvero riuscitissima? Perché, come dev'essere, man mano che la decodifichi la sua complessità cresce, dal globale al locale e ritorno. Forse la cosa più profondamente satirica che ho visto finora su #parma2020. Bravo!", è il commento dell'assessore alla cultura Michele Guerra.
Luca Soncini



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La notizia:

La banana di Maurizio Cattelan “staccata e mangiata”. Colpo di genio di David Datuna: l’artista americano, noto per la serie Viewpoint of Millions, ha divorato la banana da 120 mila dollari esposta all’Art Basel di Miami. L’opera dell’irriverente Maurizio Cattelan, dal titolo “Comedian”, consisteva in una banana vera e propria, in buccia e polpa attaccata al muro con una striscia di nastro adesivo argento. Il significato? La banana è simbolo del commercio globale e al tempo stesso uno strumento umoristico. E Datuna ha risposto a suo modo: è entrato nel museo, l’ha staccata dal muro e l’ha mangiata sotto gli occhi divertiti e stupefatti dei presenti. “Si tratta di performance artistica – ha detto Datuna – la banana era proprio buona. Sono un artista affamato”. L’artista newyorkese è stato cacciato, mentre il direttore della galleria di Miami, Herald Lucien Terras, ha rassicurato gli acquirenti: “Datuna non ha distrutto l’opera d’arte. Ci sono altri due esemplari”. Il valore dell’opera è dato dal certificato di autenticità, non dalla banana che i proprietari possono sostituire. Tuttavia, per evitare altre alzate d'ingegno o gesti di emulatori, il museo ha messo delle guardie a vegliare sul nuovo frutto in esposizione.

domenica 17 marzo 2019

Appello per Nasrin Sotoudeh



di Bruno Bozzetto




Da Ammnesty International l'appello per la libertà di Nasrin Sotoudeh 

Aggiornato l’11 marzo 2019 – Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana per i diritti umani ora in carcere, è stata condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate, dopo due processi gravemente iniqui.

Le accuse contro di lei sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte.

Nell’agosto 2018 ha scritto una lettera dal carcere per annunciare l’inizio del suo primo sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione arbitraria e contro le pressioni giudiziarie a cui sono soggetti i suoi amici e la sua famiglia. Lo sciopero era indirizzato in particolare all’arresto del suo amico e difensore dei diritti umani Farhad Meysami.

Nel novembre 2018, Nasrin Sotoudeth inizia un nuovo sciopero della fame per protestare contro la continuativa detenzione di Farhad Meysami e per l’arresto di suo marito, Reza Khandan, avvenuto il 4 settembre 2018. Entrambi gli uomini sono stati condannati per “propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale” e condannati ad un totale di sei anni di carcere in relazione al loro sostegno della campagna contro l’obbligo di indossare il velo (hijab).

È una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata immediatamente!




For Nasrin Sotoudeh the Iranian activist and human rights lawyer whom sentenced to 38 years, 148 lashes.


Iranian authorities have sentenced Nasrin Sotoudeh, a human rights lawyer, to 148 lashes and 33 years in jail.
Freedom for Nasrin Sotoudeh and for all women's rights defenders in patriarchal countries!
Adene 



‏Human rights lawyer, a mother of two, and a truly ⁦‪#inspiringwoman‬⁩ Nasrin Sotoudeh faces up to 34 years in prison & 148 lashes.
Shahrokh Heidari

38 years in prison
148 lashes
on each of us.
Free Nasrin Sotoudeh now
Alagon


Nasrin Sotoudeh the Iranian Activist and Human Rights Lawyer who was sentenced to 38 years imprisonment and 148 lashes.
Smitha Bhandare Kamat






Grazie a Mauro Biani per la toccante vignetta dedicata a Nasrin Sotoudeh.

L'appello di Amnesty International - Italia da firmare per chiedere il suo immediato rilascio in quanto prigioniera di coscienza, e l'abolizione di una condanna vergognosa ed inaccettabile:
https://www.amnesty.it/appelli/liberta-per-nasrin/?asset_code=35317&utm_source=facebook&utm_medium=post&utm_campaign=org_nasrin_19&fbclid=IwAR2li7P9zIBDCOVV4QHuCKyHbjcjGW3CIKJpG7vZdbz79hcT3yWgZtPU--I

domenica 14 ottobre 2018

Viborg Cartoon Award 2018, Danimarca.

Primer Premio , Constantin Sunnerberg, Belgium.



I cartoonists italiani sono finalisti del Viborg Cartoon Award 2018, in Danimarca.

Di Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog

Il Viborg Cartoon Award 2018 ha già vinto in questa nuova edizione, che ha ricevuto più di 1200 disegni da 80 paesi, con il tema dell'Intelligenza Artificiale.

La giuria ha selezionato 60 disegni finalisti, tra cui gli autori italiani Marco de Angelis, Agim Sulaj, Andrea Pecchia, Lamberto Tomassini e Lorenzo Bassi, con opere che riflettono la loro immaginazione e inventiva.

I migliori fumettisti competono in questa manifestazione, che ha già una tradizione nella città danese di Viborg, e questa volta ha premiato un'opera dell'artista belga Constantin Sunnerberg, 48 anni, con il massimo riconoscimento.
Sunnerberg ha lavorato come illustratore professionista presso Le Soir, Courrier International, Jounal de Mardi, Espace de Libertés e Vif-Express, e ha già più di 50 premi internazionali nella sua carriera.
Segundo Premio, Shahrokh Heidari, Irán- Francia 

 Il secondo posto è andato all'iraniano Shahrokh Heidari, 40 anni, che nel 2012 è fuggito dall'Iran e oggi lavora come rifugiato politico a Parigi, Francia.  Ha iniziato la sua carriera di designer e illustratore nel 1996 con pubblicazioni in Iran. Oggi le sue caricature sono pubblicate su Courier International, Moyen-Orient, Arte, Lemonade, 360 gradi, Iranwire, Tavanna, Radiozamaneh, ecc.
Tercer Premio, Cau Gomez, Brasil

Il disegnatore brasiliano Claudio Antonio Gomes, 47 anni, ha vinto il terzo posto.   Cau lavora per media come O Cometa Itabirano, O Estado de SP, Jornal do Brasil, Pasquim, A Tarde, Le Monde Diplomatique Brasil e Courier International, Playboy Veja. Palavra e Bundas. Claudio ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali in Brasile, Cuba, Spagna, Turchia, Grecia, Italia, Portogallo, Cina e Iran.

"E' sempre difficile scegliere un vincitore, quando si hanno 60 disegni fantastici in una competizione serrata.  Le tre opere vincenti inducono lo spettatore a pensare ed esercitare la sua mente. I tre vincitori che abbiamo scelto hanno vinto perché, a nostro avviso, hanno toccato l'argomento alla perfezione ed esprimono idee che rimangono", dice il presidente della giuria Lars Refn.

Il comune di Viborg continua il concorso internazionale precedentemente noto come "Niels Bugge Cartoon Award" dopo il fallimento dell'hotel Niels Bugges Inn nella primavera del 2018.

Il concorso è organizzato con la collaborazione della FECO, insieme a diverse persone che hanno partecipato con passione al concorso negli ultimi cinque anni, tra cui il presidente della giuria Lars Refn, e gli iniziatori originali del concorso Poul Nielsen (ex proprietario della Niels Bugges Inn), l'illustratore Claus Seidel, che fa parte della giuria nella categoria illustrazioni per bambini, e il critico culturale Søren Vinterberg.

 "Per diversi anni, Viborg ha avuto l'ambizione di essere il centro dell'umorismo grafico e del disegno. Questo incredibile concorso con disegni satirici rappresenta un aspetto positivo per questa città e oggi è stato un piacere congratularsi con i vincitori. L'essenza del Premio Cartoon sostiene l'ambizione della città di diventare il centro dell'animazione e del disegno, e di usare questa forma di creatività per semplificare la comunicazione tra la città e i suoi cittadini. E 'anche un ottimo modo per aumentare la crescita economica delle industrie creative e visive e l'istruzione nel nostro comune", dice il sindaco di Viborg, Ulrik Wilbek.

Tutti i disegni finalisti saranno esposti nell'ex municipio di Viborg e la mostra sarà aperta al pubblico per le prossime due settimane.

Qui sotto alcune delle 60 opere selezionate per la mostra tra cui le opere degli italiani Agim Sulaj, Marco De Angelis , Andrea Pecchia, Lamberto Tommasini e Lorenzo Bassi...



sabato 25 luglio 2015

#Suruc: la strage

drSRDR


L’esplosione avvenuta davanti al centro culturale Amara a Suruc, nel sudest della Turchia e vicino al confine con la Siria, sarebbe stata provocata da una kamikaze 18enne dello Stato islamico (ex Isil o Isis). È la speculazione che riporta il quotidiano turco Hurriyet. L’attacco ha preso di mira diversi giovani che si erano radunati al centro culturale per partire per Kobane. Secondo il giornale si tratta di almeno 300 membri della Federazione delle associazioni dei giovani socialisti (Sgdf), che dovevano partire con una spedizione estiva per contribuire alla ricostruzione di Kobane, che si trova proprio oltre al confine rispetto a Suruc in territorio siriano.(fonte)






L'attentato, che ha provocato almeno 30 morti e quasi un centinaio di feriti - alcuni dei quali in gravi condizioni - ha avuto luogo mentre era in corso una riunione della Federazione delle associazioni dei giovani socialisti, convocata per organizzare l'arrivo di aiuti nella città di Kobane, il centro a maggioranza curda in territorio siriano che nell'autunno 2014 aveva subito un'offensiva dallo Stato islamico, poi respinta.

Tra settembre e ottobre 2014 circa 200.000 rifugiati curdi erano fuggiti da Kobane ed erano arrivati a Suruç. Molti di loro continuano a essere accolti in città e nei dintorni.

eye opener
BY JOEP BERTRAMS, THE NETHERLANDS  -  7/24/2015



Possibilità
Giovanni De Mauro
Volevano costruire una biblioteca, piantare degli alberi, attrezzare un campo giochi. Il più giovane del gruppo si chiamava Okan Pirinç, aveva diciassette anni e veniva da Antakya. I trentadue ragazzi uccisi il 20 luglio a Suruç, in Turchia, militavano nella Federazione delle associazioni dei giovani socialisti. Quando la bomba è esplosa si trovavano nel giardino del centro culturale Amara. Arrivavano da tutto il paese e stavano per andare a Kobane, dall’altra parte del confine, in territorio siriano, per dare una mano nella ricostruzione della città.

Okan Pirinç, Uğur Özkan, Kasım Deprem, Hatice Ezgi Saadet, Cemil Yıldız, Çağdaş Aydın, Nazlı Akyürek, Ferdane Ece Dinç, Mücahit Erol, Murat Yurtgül, Emrullah Akhamur, İsmet Şeker, Nartan Kılıç, Ferdane Kılıç, Serhat Devrim, Met Ali Barutçu, Erdal Bozkurt, Süleyman Aksu, Koray Çapoğlu, Cebrail Günebakan, Veysel Özdemir, Nazegül Boyraz, Alper Sapan, Alican Vural, Osman Çiçek, Dilek Bozkurt, Büşra Mete, Yunus Emre Şen, Ayda Ezgi Şalcı, Polen Ünlü, Duygu Tuna, Nurcan Kaçmaz: sono i nomi delle vittime identificate finora.

Erano ragazze e ragazzi che credevano nella possibilità di cambiare il mondo attraverso l’impegno politico. È per questo che li hanno uccisi.





Pourquoi un attentat en Turquie?
© Jiho (France)





Marilena Nardi ottobre 2014


Non dimentichiamo È l’unico modo per resistere all’Isis
di Joumana Haddad
L’attentato di Suruc è un vero dramma: per tutti quei morti e feriti e per via del fatto che una diciottenne fosse talmen te robotizzata da farsi esplodere uccidendo con se stessa decine d’innocenti, credendo così di compiacere il suo Dio. E quella ragazza non è un’eccezione di questi tempi, ma una «specie» in fase di moltiplicazione… La tragedia più devastante, dal mio punto di vista, sapete che cos’è? Che stiamo perdendo la facoltà di restare stupiti, scandalizzati, mortificati dalle barbarie che vediamo e leggiamo quasi quotidianamente. Stiamo diventando, un’atrocità dopo l’altra, più «spettatori», e meno coinvolti. Questo è, penso, il crimine più grande dello Stato Islamico, e in questo senso forse la sua più grande
«vittoria»: privarci della nostra facoltà di compatire e di sentirci offesi; dell’incapacità di sopportare che degli uomini siano decapitati, delle donne lapidate, dei giovani fatti a pezzi di fronte ai nostri occhi. Mi ricordo benissimo il giorno in cui, da bambina, durante la guerra civile libanese, ho camminato senza accorgermene su un cadavere mentre andavo a scuola. Fino ad oggi non posso dimenticare quella bocca spalancata a metà grido, quegli occhi vuoti che mi guardavano con dolore e vergogna. E a dire la verità, non vorrei dimenticare: non vorrei mai vivere in un mondo dove sia «normale» camminare sui cadaveri per andare a scuola in Libano, dove sia normale sentire che di persone bruciate vive in Siria e venire a sapere che una diciottenne si è fatta saltare
in aria in Turchia... Non vorrei vivere in un mondo dove noi esseri viventi saremo più morti dei morti perché avremo perso l’unica cosa che ci rende degni di vita: la nostra umanità.

Terrorism    Shahrokh Heidari
Terrorism not only reminds us of the fragility of human life, but also the fragility of our humanity.
26 Sep 2013

venerdì 26 giugno 2015

Free Atena Farghadani!! #Draw4Atena

Vignettisti di tutto il mondo in solidarietà di Atena Farghadani


Decine di artisti e vignettisti di tutto il mondo hanno lanciato una campagna in favore dell'artista iraniana, Atena Farghadani condannata a 12 anni di reclusione per una vignetta satirica.

Dopo una lettera aperta dal gruppo della campagna statunitense Cartoonists Rights Network International,  e un appello di Michael Cavna delWashington Post , gli artisti e cartoonists di tutto il mondo hanno condiviso i loro cartoons attraverso i social media per aumentare la consapevolezza del suo caso, date anche le sue precarie condizioni di salute .
The Guardian, ha accettato  di condividere a livello globale le vignette nella sezione Guardian Witness: "#Draw4Atena: add your cartoons in support of the jailed Iranian artist"
Su Twitter, Facebook ecc. l’hashtag per la condivisione è  #Draw4Atena.

CRNI ha lanciato anche un appello per mandare una mail in supporto ad Atena Farghadani.

free Atena
3 giugno2015
Mana Neyestani


Free Atena Farghadani!!
#Draw4Atena #AtenaFarghadani
@guardian @GuardianWitness #Iran
Gianluca Costantini



#Draw4Atena    Shahrokh Heidari
Iranian artist Atena Farghadani is sentenced to 12 years in prison over an illustration depicting members of the Iranian parliament as animals. Sharokh Heidari is only one of the cartoonists that responded with a protest cartoon. You can join the campaign by adding your own protest cartoon to social media or to our newsroom with the hashtag #Draw4Atena or (if you can’t draw) by writing an open letter to the government of Iran.
15 Jun 2015 (CARTOON MOVEMENT)


Kianoush
Kianoush









di Franco Bianco (qui la versione in inglese)
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il cartoon di Atena Farghadani

tutta la storia