venerdì 21 novembre 2014

Sentenza eternit

Eternit, la Cassazione ribalta la sentenza: 
“Reato prescritto, Schmidheiny assolto”
Il magnate svizzero in Appello era stato condannato a 18 anni per disastro doloso ambientale. I parenti delle vittime: «Vergogna». Sfumano anche i risarcimenti


"Se il signor Schmidheiny è così convinto di essere innocente, come va dichiarando ai giornali e alle televisioni svizzere, e come manda a dire dai suoi avvocati, abbia il coraggio di venircelo a dire personalmente. Venga qui, a guardare negli occhi ogni vedova, ogni madre, ogni figlio o fratello che ha perso un famigliare per colpa del mesotelioma causato dall’amianto"
Romana Blasotti Pavese


sentenza eternit
Marilena Nardi





giovedì 20 novembre 2014
LA SENTENZA ETERNIT
Molto sinceramente se fossi stato chiamato a decidere tra l'accusa di omicidio volontario e omicidio colposo sarei stato molto in difficoltà, ma l'assoluzione per prescrizione, in questo caso più di altri, si dimostra come una vera e propria negazione di giustizia nei confronti delle vittime.
Conseguenze penali e civili quindi nulle per l'ultimo proprietario dell'Eternit Stephan Schmidheiny al quale, penso, non basterà qualche Valium per togliersi il problema dalla coscienza.
 Gianfranco Uber

 
prescrizioni
Mauro Biani -Il Manifesto

Franzaroli



Tiziano Riverso




Moise




L’Eternit: riposo dona loro Signore
di Nadia Redoglia
Ma no, invece no, ancora no! Riposo per le vittime e per i loro cari ancora non ha da essere.

Il disastro ambientale doloso è assolutamente significativo per capire la potenza devastante del “fenomeno amianto”. La scelta dunque di configurare quel reato anziché l’omicidio fu ben centrata tanto che il dibattimento fu definito “processo del secolo”. Non si sceglieva dunque la potenzialità assassina in quanto sostanza cancerogena per ogni vittima che la assorbe, ma la gravità intrinseca ben maggiore del “disastro”, termine che conduce all’irrisolvibile, all’irreparabile per intere collettività, centinaia di vite esistenti oggi ma anche in futuro. Il disastro ambientale è però reato soggetto a prescrizione e il diritto italiano in Cassazione l’ha dichiarato tale estinguendo così la condanna a18 anni di reclusione inflitta al reo, patron Eternit. Si badi, ciò non significa che è innocente e che pertanto è stato assolto. Molto “semplicemente”, siccome il suo aver ucciso non è stato negato, avrà da essere chiamato davanti ad altri magistrati per altri reati. In ogni caso, stante i fatti, oggi è il Paese tutto a essere in lutto, non solo il Piemonte…Al momento le indagini sono già chiuse e gli accertamenti conclusi per qualche centinaio di morti, ma ancora molti si pensa ce ne stiano e purtroppo altri ne arriveranno, sicché si spera di partire presto. Partire per dove? Per la Giustizia, ovviamente.

La signora Romana è vedova di Mario, ex operaio Eternit di Casale Monferrato, è sorella di Libera, è zia di Giorgio, è cugina di Anna ed è madre di Maria Rosa. Romana vive ancora mentre tutti gli altri nomi appartengono ai (suoi) morti per mesotelioma! Romana ha 85 anni, forse il cancro non l’ha presa perché (perfino lui!) ha avuto pena di lei concedendole il diritto di vivere? Probabilmente del diritto di vivere poco le cale, figuriamoci cosa gliene può fregare dunque del diritto alla prescrizione! Una cosa sola è certa: lei vive ancora per ottenere Giustizia.
21 novembre 2014

 fabiomagnasciutti



Kurt/Trucco


L’umanità dell’impunito d’amianto
massimo gramellini
L’impunito d’amianto Stephan Schmidheiny è riuscito a perdere la faccia dopo avere sgraffignato l’assoluzione. Il comunicato in cui il padrone della Eternit attacca i giudici di Torino e si rivolge con arroganza allo Stato italiano affinché gli eviti ulteriori perdite di tempo processuali è una radiografia del suo stato di umanità in prognosi riservata.

Nel momento dello scampato pericolo, l’uomo che dovrebbe pur abitare dentro il finanziere ha rivelato la sensibilità di un colapasta. Visti i precedenti, nessuno si aspettava da lui un pensiero comprensivo nei confronti delle famiglie di Casale che continuano a piangere i caduti di una guerra senza fine. Ma era almeno lecito attendersi un silenzio dignitoso, per rispetto nei confronti dell’esercito muto dei morti. Invece Schmidheiny ha parlato, e dell’unico argomento che gli interessava davvero: se stesso. Incurante dello strazio che circonda il suo trionfo, ha continuato a indossare i panni della vittima, arrivando in un eccesso di spudoratezza a ribaltare la motivazione della sentenza romana che lo ha assolto per avvenuta (ancorché discutibile) prescrizione, mica per non avere commesso il fatto.

Siamo abituati a imprestare all’indole contorta di noi italiani una certa disinvoltura nell’interpretare le decisioni dei giudici, persino quelle favorevoli. Ma la faccia tosta ha disseminato proseliti anche nei quartieri alti di Zurigo, dove un privilegiato vive talmente sconnesso dalla realtà da non riuscire nemmeno a truccare il suo disprezzo per il prossimo con il rimmel delle buone maniere. E fornisce solidi argomenti al sospetto che non di una divaricazione tra diritto e giustizia si sia trattato, ma semmai dell’ennesima conferma che il diritto del più forte se ne infischia della giustizia.


Polvere siamo
GlMart



Ellekappa


Giannelli - Corriere della Sera



3000 morti
Natangelo

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